Psicologia Clinica C.I. di Psicodiagnostica 2024/2025 PDF
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UMG
2024
Marianna Contrada
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Lezione sui test psicodiagnostici, con analisi degli obiettivi, limiti, approcci psicometrici e clinici. Vengono illustrate le tipologie di test e i criteri di scelta dello strumento. Si discutono fattori interpersonali e le griglie di analisi e la stesura del profilo diagnostico. Si approfondiscono esempi, modalità di colloquio e la restituzione al paziente.
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Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva Corso di Psicologia Clinica C.I. di Psicodiagnostica 2024/2025 Marianna Contrada Psicoterapeuta, PhD [email protected] I TEST PSICODIAGNOSTICI...
Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva Corso di Psicologia Clinica C.I. di Psicodiagnostica 2024/2025 Marianna Contrada Psicoterapeuta, PhD [email protected] I TEST PSICODIAGNOSTICI OBIETTIVI DELLA DIAGNOSI TESTOLOGICA valutare quantitativamente e qualitativamente le condizioni momentanee o durevoli di funzionamento psichico; o singole funzioni e per rilevare tratti personologici, che perdurano o sono predittivi di comportamenti e/o sintomi futuri. I test forniscono dati utilizzabili per la diagnosi, per l'indicazione o la controindicazione ai trattamenti I TEST PSICODIAGNOSTICI Possono essere impiegati in studi epidemiologici Limiti: -problemi di misura -impiego dei risultati -utilizzo di strumenti diversi per raggiungere un profilo diagnostico completo -informazioni significative relativamente ad aree specifiche della realtà psichica del soggetto, di una visione di insieme della sua personalità COLLOQUIO vs TEST I test nascono come risposta all’esigenza di fondare su base oggettiva la conoscenza delle strutture delle funzioni psichiche LIMITI: -il contesto relazionale -le questioni tecniche riguardanti la scelta, l’uso e l’interpretazione dei test somministrati -Il ricorso ai test può completare ciò che emerge dal colloquio. Si può fare una valutazione clinica rinunciando ai test ma non si può rinunciare al colloquio COLLOQUIO vs TEST Nel caso in cui la somministrazione dei test viene concepita in maniera isolata dalla relazione tra diagnosta e soggetto, può generare nel soggetto ansia da prestazione, l’esaminato non comprenderà la natura dello strumento, gli scopi della somministrazione I TEST PSICODIAGNOSTICI La somministrazione dei test comporta una relazione a 3: psicologo, soggetto e test Il test rappresenta un oggetto mediatore tra il mondo interno dell'individuo del mondo esterno, e si colloca in uno spazio transizionale, tra questi due poli Il polo del mondo interno coincide con i vissuti e le emozioni che il soggetto esprime nelle risposte che produce più o meno in maniera consapevole Il polo del mondo esterno è costituito invece dal compito proposto dal test, dalle modalità di somministrazione APPROCCIO PSICOMETRICO VS APPROCCIO CLINICO E’ fondamentale conoscere ed usare un approccio quantitativo quando è possibile integrando le conclusioni cui si perviene con dati e inferenze ottenute con l'approccio clinico DIAGNOSI PSICHIATRICA VS DIAGNOSI PSICOLOGICA La diagnosi psichiatrica, psicopatologica e psicologica determinano i criteri di scelta degli strumenti DIAGNOSI PSICHIATRICA DSM-oriented si focalizza sulla triade sintomo-segno-sindrome È sincronica e si basa su un criterio normativo esterno: salute vs malattia L'obiettivo è rilevare i sintomi del paziente al fine classificatori (Bolton, 2008) DIAGNOSI PSICOLOGICA Theory-oriented è sincronica diacronica, perché coglie il quadro patologico che emerge in quello specifico momento, e la linea evolutiva del disturbo Usa come parametro il livello di sofferenza lamentata dal paziente e/o dai suoi familiari e prende in considerazione costrutti presenti trasversalmente, modelli diversi o specifici di alcuni modelli, come ad esempio le convinzioni patogene TESTING O VALUTAZIONE PSICOLOGICA? Il testing, cioè la somministrazione, la lettura dei risultati, dei test, e l’assessment, inteso come valutazione psicologica, sono impiegati in alcuni contesti in maniera equivalente TESTING O VALUTAZIONE PSICOLOGICA? Oggi il testista ha cambiato funzione da rilevatore- misuratore, è diventato un professionista a cui è deputato il compito di fornire una valutazione psicologica complessiva del paziente TESTING O VALUTAZIONE PSICOLOGICA? La diagnosi è la chiave per comprendere la patologia del paziente l’assessment è la chiave per comprendere la persona con questa patologia il testing, invece, ha come finalità la somministrazione della prova e la lettura del punteggio ottenuto secondo parametri nomotetici. Il testing costituisce un momento a sé stante, per la valutazione di uno specifico aspetto, oppure può essere un momento di valutazione durante l’assessment psicologico, che, richiede una capacità di integrazione, sintesi e chiarificazione delle ambiguità emerse dai diversi test TESTING O VALUTAZIONE PSICOLOGICA? Il testing è caratterizzato dalle caratteristiche proprie degli specifici strumenti utilizzati mentre l’assessment indica l’intero processo di valutazione, ove l’uso dei test è solo un momento per raccogliere informazioni utili TIPOLOGIA DEI TEST PSICODIAGNOSTICI Bornstein (2012) suggerisce di suddividere gli strumenti in base al processo messo in atto dal soggetto per formulare la risposta. Suddivide gli strumenti in test: self-attribution: il soggetto descrive caratteristiche che conosce come rappresentative del proprio funzionamento e della propria esperienza quotidiana, strumenti che valutano la versione esplicita dei costrutti relative alla personalità del soggetto TIPOLOGIA DEI TEST PSICODIAGNOSTICI stimulus-attribution: include i test in cui si richiede al soggetto di attribuire un significato a stimoli che possono essere oggetto di interpretazioni diverse (ad es. il test di Rorschach). L'esecuzione del compito richiede meccanismi proiettivi e quei meccanismi neurocognitivi che permettono di attribuire automaticamente significato gli stimoli ambigui. La possibilità di falsificare la risposta è minore, rispetto ai self- attribution test Bornstein (2012) TIPOLOGIA DEI TEST PSICODIAGNOSTICI performance-based: (rientrano la WAIS e il Bender Visual Motor Gestalt Test), richiedono di eseguire compiti strutturati, come ad esempio puzzle, e confronta le performance del soggetto con criteri di punteggio predefiniti Bornstein (2012) TIPOLOGIA DEI TEST PSICODIAGNOSTICI Consutructive: richiedono il soggetto di creare, costruire liberamente prodotti nuovi senza la presenza fisica di stimoli Bornstein (2012) TIPOLOGIA DEI TEST PSICODIAGNOSTICI Test observational: usati, ad esempio, per valutare il comportamento di un soggetto in ospedale, classi scolastiche, ecc. Bornstein (2012) TIPOLOGIA DEI TEST PSICODIAGNOSTICI informant-report: si basano su giudizi di esperti, sul confronto con modelli caratteristici di comportamento e risposta, come ad esempio la Shedler-Westen Assessment Procedure: SWAP- 200, intervista di 200 domande che il clinico pone a sé stesso Bornstein (2012) QUANDO O PERCHÉ SI SOMMINISTRANO I TEST La somministrazione dei test è un momento di un processo diagnostico, la diagnosi psicologica del paziente ha durata variabile, e spesso vengono impiegate più persone con funzioni diverse QUANDO O PERCHÉ SI SOMMINISTRANO I TEST La persona che fa il primo colloquio con il paziente nei modelli tradizionali, viene definita come potenziale inviante alla somministrazione dei test È necessario non fornire elementi particolari, che potrebbero indurre nell'operatore un bias diagnostico, quindi è necessario che l'invio del paziente e la somministrazione dei test sia fatta in cieco QUANDO O PERCHÉ SI SOMMINISTRANO I TEST I test rilevano ostacoli non percepiti che potrebbero manifestarsi successivamente nel trattamento generando esiti negativi, permettono il confronto con dati normativi, forniscono elementi utilizzabili con il paziente per fornire un feedback rispetto alla natura e all’ampiezza dei suoi problemi, valutano le risorse di personalità del paziente e gli aspetti deficitari, per evitare sforzi terapeutici inutili QUANDO O PERCHÉ SI SOMMINISTRANO I TEST I test servono al paziente perché gli permettono di riconoscere in modo più concreto e definito alcune modalità di funzionamento sue proprie. Lo aiutano a capire la natura delle difficoltà che incontra, attraverso un processo di generalizzazione e facilitano l'individuazione dei precursori del disturbo che lo affligge QUANDO O PERCHÉ SI SOMMINISTRANO I TEST I test servono al paziente perché gli permettono di riconoscere in modo più concreto e definito alcune modalità di funzionamento sue proprie. Lo aiutano a capire la natura delle difficoltà che incontra, attraverso un processo di generalizzazione e facilitano l'individuazione dei precursori del disturbo che lo affligge I test sono controindicati se… il paziente ha bisogno di una presa in carico immediata o si tratta di una situazione di emergenza, o si tratta di una situazione acuta VARIABILI TEORICHE NELL’USO DEI TEST È necessaria un’approfondita conoscenza delle caratteristiche e dei potenziali del test per utilizzarlo correttamente e trarne la maggiore quantità possibile di informazione qualitativamente significative Bisogna però tenere conto che un solo test non può dare un quadro completo del soggetto e fornire informazioni esaustive su un aspetto circoscritto Scegliere una Batteria di test L’obiettivo della somministrazione e il contesto in cui avviene la valutazione. È fondamentale scegliere il test in base alle informazioni che si tende ricavarne, in una sorta di procedimento per ipotesi consecutive L'età del soggetto è importante al fine di scegliere gli strumenti che possono suscitare l'interesse, la collaborazione, considerando gli aspetti cognitivi ed emotivi che caratterizzano i diversi periodi evolutivi Il tipo di disturbo La formazione e l'orientamento teorico dello psicologo La restituzione al paziente…. punto cruciale, perché fornisce una chiave di lettura nuova del proprio modo di essere, in modo tale che il paziente possa riconoscersi e insieme sentire di essere stato compreso dal diagnosta INTEGRAZIONE E VALUTAZIONE DEI DATI Il processo psicodiagnostico è un'operazione complessa che, al di là degli aspetti classificatori, prevedono necessarie attività di integrazione delle informazioni raccolte in modo da giungere ad un quadro il più possibile completo ed organizzato circa il funzionamento psichico del soggetto esaminato CLINICO E PAZIENTE L’INVIO AI TEST: ASPETTATIVE DEL CLINICO E DEL PAZIENTE È necessario motivare il paziente a collaborare e fondamentale fornire le giuste informazioni, fare in modo che il paziente si impegna attivamente nel compito lui dato da parte del clinico È necessario ascoltare dubbi, fantasie, aspettative del paziente di fronte al test. È importante valutare la reazione del paziente davanti al test, comprendere se il paziente si comporta come se si affidasse completamente allo psicologo o se nega la necessità e la validità di uno strumento, vedere se il test mobilità stati intrusivi e di angoscia L’INVIO AI TEST: ASPETTATIVE DEL CLINICO E DEL PAZIENTE Il test è un imprevisto il paziente deve avere tempo di abituarsi a capirne il razionale. Bisogna che il clinico si ponga alcuni interrogativi, come ad esempio considerare l’ansia che viene mobilita nel paziente al momento della somministrazione, individuare il momento adeguato a somministrare il test La scelta del loro utilizzo dipende dagli obiettivi delle finalità del clinico e della psicopatologia del soggetto ALLEANZA DIAGNOSTICA vs ALLEANZA TERAPEUTICA L'alleanza diagnostica è di breve durata L’alleanza terapeutica è a lungo termine (hanno obbiettivi diversi) È più facile ottenere da un paziente un'alleanza diagnostica, piuttosto che una vera alleanza terapeutica La capacità di alleanza è strettamente connessa con la struttura di personalità e con la psicopatologia Importante…… Se si invia un paziente a fare il test prima di avere individuato il motivo sotteso, la richiesta dell'appuntamento con il clinico, e di averlo argomentato con lui, è probabile che il test non fornisca elementi utilizzabili NONTEST FACTORS O FATTORI INTERPERSONALI/INTRAPERSONALI Nontest factorts tutti quegli elementi che, nel corso della diagnosi testologica, possono interferire con il risultato del paziente e che non sono causati dalle caratteristiche specifiche dello strumento utilizzato Come ad es. gli elementi intrapersonali o disposizionali, legati ad esempio, al desiderio di mostrarsi in un certo modo all’esaminatore, sia da elementi interpersonali o situazionali, come il setting in cui si svolge il test, il modo in cui il diagnosta introduce le procedure e interagisce con il soggetto testato, o le passate esperienze di quest'ultimo in situazioni simili Bornstein (2012) GRIGLIE DI RILEVAZIONE di questi fattori: griglie predisposte come ausilio per il ragionamento clinico finalizzate a rilevare la correttezza metodologica delle procedure messe in atto dal clinico durante la somministrazione e/o nel corso della correzione del protocollo vengono utilizzate soprattutto con test di tipo cognitivo Altre sono finalizzate a evitare che il clinico salti dei passaggi di ragionamento clinico e pervenga ad una valutazione scorretta GRIGLIE DI RILEVAZIONE di questi fattori: griglie finalizzate a valutare le condizioni nelle quali avviene il test cioè griglie per l'osservazione dei comportamenti del paziente Queste guidano il clinico nell’osservazione dei comportamenti del paziente che sono rilevanti ai fini di una valutazione affidabile e clinicamente utilizzabile dei risultati che ha prodotto Esempi: I contenuti degli item influenzano l’approccio del soggetto al compito? Se sì in quale modo? Il soggetto mantiene lo stesso atteggiamento che aveva nelle prove precedenti? CHI SOMMINISTRA I TEST Possono essere somministrati anche dalla stessa persona che fa i colloqui La scelta deve avvenire in base ai motivi clinici, determinati dalle condizioni del paziente La somministrazione dei test richiede una posizione emotivo-cognitiva diversa da quella che il clinico assume nel corso del colloquio, del trattamento, e che cambia secondo lo strumento utilizzato e rappresenta un punto di osservazione del paziente unico, in quanto permette di vedere se, di fronte a stimoli diversi, il comportamento si modifica e in quale misura CHI SOMMINISTRA I TEST La pratica ha insegnato che per un corretto processo diagnostico sono molto più utili i risultati di test somministrati in cieco I CRITERI DI SCELTA DELLO STRUMENTO La scelta dei test deve essere fatta in base al tipo di informazioni che si desidera ottenere, all’obiettivo per il quale si è chiesto una diagnosi testologica, nonché alla psicopatologia del paziente Se si deve formulare l’indicazione ad un trattamento in relazione a un quadro sintomatologico sarà importante misurare il sintomo, le sue caratteristiche, valutare l'organizzazione di personalità, le funzioni cognitive, perché alcuni disturbi di tipo emotivo possono interferire pesantemente con queste capacità BATTERIA STANDARD vs APPROCCIO FOCALE Un criterio con cui si selezionano i test di una batteria standard è quello di rilevare dati che riguardano ambiti diversi e fornire materiale-stimolo rappresentativo di situazioni differenti Un altro elemento è la validità di una batteria La batteria permette di individuare elementi psicopatologici che diversamente non si evidenzierebbero Ogni batteria ha però, una flessibilità ridotta, non sempre risponde in modo soddisfacente ai quesiti dell’inviante BATTERIA STANDARD vs APPROCCIO FOCALE L’approccio focale spesso, riduce la possibilità di ragionamento clinico e la generalizzazione delle risposte, in quanto gli elementi sono troppo ridotti Ogni test ha una zona cieca che deve essere vicariata ad altri strumenti L'uso dei test differenti può rappresentare un fattore di correzione nei confronti di queste aree cieche Nonostante queste evidenze sempre più spesso si assiste all’uso dei soli questionari self-report per confermare la presenza di una determinata patologia, senza prevedere altri strumenti di verifica RAGIONAMENTO CLINICO E DIAGNOSI TESTOLOGICA Una diagnosi testologica dovrebbe fornire dati per effettuare una diagnosi nosografica, formulare ipotesi sul funzionamento cognitivo, emotivo, interpersonale e intrapsichico, fare una prognosi e dare indicazioni o controindicazioni al trattamento LA STESURA DEL PROFILO è la storia di una breve relazione tra diagnosi e soggetto centrata sulla conoscenza di uno dei due protagonisti. Sono necessari: A) Identificazione del soggetto in esame attraverso i dati anamnestici salienti, dell'eventuale committente e dei motivi per i quali viene effettuata una valutazione clinica B) Indicazione delle fonti del materiale diagnostico (Osservazione, colloquio, test applicati) C) valutazione dei dati emersi dall’analisi degli strumenti LA STESURA DELLA RELAZIONE DIAGNOSTICA È una comunicazione che deve rispondere a livello di comprensione alle conoscenze di chi la leggerà Si può articolare la relazione secondo tre modelli diversi: 1) Modello focalizzato sull’ipotesi da validare È il modello più frequentemente usato quando rispondo al quesito posto dall’inviante LA STESURA DELLA RELAZIONE DIAGNOSTICA 2) Modello focalizzato sulle aree Si impiega quando l'inviante chiede una valutazione diagnostica globale del paziente e non di singole funzioni Il limite: è il gran numero di informazioni che sempre fornisce, per cui è bene suddividerla in tre parti: -una prima parte descrittiva, che riporti dati quantitativi -una seconda parte in cui si presentano le ipotesi formulate, si riportano i dati quantitativi e qualitativi per confermare le ipotesi -una terza parte molto sintetica in cui si presenta l'ipotesi diagnostica LA STESURA DELLA RELAZIONE DIAGNOSTICA 3) Modello orientato sui singoli test È il modello utilizzato dai clinici meno esperti o quando i clinici si rivolgono ad un inviante che ha già una competenza psicodiagnostica I vantaggi sono da ricercare nel fatto che il lettore è agevolato nella comprensione delle inferenze dei dati dai quali esse sono derivate LA STESURA DELLA RELAZIONE DIAGNOSTICA La relazione psicodiagnostica è la sede in cui si dà una spiegazione scientifica su ciò che è stato rilevato La relazione è un momento di assunzione di responsabilità, poiché il clinico è responsabile a tutti gli effetti di ciò che scrive nella relazione LA STESURA DELLA RELAZIONE PER L’INVIANTE La relazione deve essere scritta in un linguaggio chiaro e comprensibile per chi la legge. Il linguaggio tecnico deve essere utilizzato solo quando risulta indispensabile Le relazioni troppo lunghe perdono incisività Ideale sarebbe avvalersi di uno strumento contraddistinto tra frasi brevi e da parole di uso comune, con un significato preciso Quando si scrive la relazione bisogna aver presente sia il quesito posto dall’inviante sia la competenza tecnica di quest'ultimo LA STESURA DELLA RELAZIONE PER L’INVIANTE Il materiale che si presenta è sempre soltanto un campione di tutto il materiale raccolto Il materiale riportato nella relazione deve essere spiegato, evitando di ricorrere a sigle, percentuale e rapporti, comprensibili solo a chi ha già familiarità con il razionale del test LA STESURA DELLA RELAZIONE PER L’INVIANTE Si fanno congetture, si deve sottolineare che sono tali È utile evidenziare le possibili discrepanze, il materiale che comprova eventuali ipotesi contraddittorie Quando si fanno delle generalizzazioni, queste dovrebbe essere seguite da descrizione concrete, riducendo in questo modo la possibilità di interpretazioni erronee LA STESTURA DELLA RELAZIONE PER IL PAZIENTE Il paziente, dopo essere stato sottoposto a parecchie ore di valutazione, ha il diritto di ricevere un feedback sui risultati Bisogna però capire che cosa è opportuno dire Alcuni dati possono essere comunicati più facilmente di altri. È preferibile che la comunicazione sia fatta dal clinico, da chi ha condotto il processo diagnostico e non da chi ha somministrato il test Fornire una relazione scritta dei test al paziente in cui sono contenuti gli stessi elementi che comunicheremmo ad un collega deve essere considerata una violazione deontologica LA RESTITUZIONE ED IL DISTACCO La restituzione rappresenta un particolare momento del processo diagnostico in cui le informazioni relative ad un determinato soggetto non appartengono più solamente all'esperienza conoscitiva del diagnosta, ma vengono tradotti in formulazioni aderenti ai vissuti dell'individuo, considerato in modo che lui possa comprenderle e utilizzarle LA RESTITUZIONE ED IL DISTACCO - dare informazioni che tendono a fornire al soggetto una lettura globale integrata dei suoi vissuti, oppure informazioni mirate e focalizzati su aspetti specifici - adottare un linguaggio comprensibile; il clinico deve assumere un atteggiamento empatico e non giudicante … il distacco La relazione psicodiagnostica prevede una naturale conclusione, la conseguente risoluzione del rapporto; e quindi la restituzione connesso al tema del distacco Sia diagnostico che esaminato saranno consapevoli del fatto che la valutazione clinica si configura come un percorso che come tale avrà un inizio, un'evoluzione, e una risoluzione. Non deve essere abbandonato il soggetto e lasciare che essi attraversi da solo questa esperienza CONCLUSIONE I test sono strumenti vivi e vitali, ovvero sono soggetti a modificazioni, suggerite dall’esperienza relativa alle modalità di somministrazione, di valutazione, di applicazione. Ciascuna di queste modificazioni deve essere passato al vaglio di una rigorosa validazione