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Policlinico di Milano

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anatomia sviluppo embrionale ontogenesi anatomia umana

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This document provides an introduction to anatomy, focusing on terms like ontogeny, gametogenesis, and organogenesis. It also discusses concepts like analogy and homology related to embryonic development. It touches upon the development of different animal structures. Information is presented on anatomical terminology, anatomical planes, and the number of digits in various animals.

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INTRODUZIONE ALL’ANATOMIA TERMINI COMUNI IN ANATOMIA Ontogenesi = insieme dei processi che portano allo sviluppo di un nuovo individuo a partire dalla moltiplicazione/differenziamento di una singola cellula. Prima dell’ontogenesi vi sono due fasi successive, la prima è la gametogenesi...

INTRODUZIONE ALL’ANATOMIA TERMINI COMUNI IN ANATOMIA Ontogenesi = insieme dei processi che portano allo sviluppo di un nuovo individuo a partire dalla moltiplicazione/differenziamento di una singola cellula. Prima dell’ontogenesi vi sono due fasi successive, la prima è la gametogenesi, a cui segue la fecondazione a cui segue infine l’ontogenesi. I processi di sviluppo che caratterizzano l’ontogenesi sono la segmentazione, la gastrulazione/neurulazione e l’organogenesi, dando origine all’embrione e il feto. Gametogenesi: produzione dei gameti (ovocita e spermatozoi) Fecondazione: incontro spermatozoo + oocita=zigote (1 cellula) -> 1° individuo Ontogenesi: segmentazione, gastrulazione/neurulazione, organogenesi Organogenesi: sviluppo degli organi. Fenomeni implicati nei meccanismi di sviluppo (attività a carico delle cellule) Proliferazione: ripetute divisioni cellulari -> aumento complessità anatomica Differenziamento: specializzazione funzionale cellule Morfogenesi: organizzazione spaziale/funzionale dei tessuti in organi e apparati Analogia = è riferibile a strutture che mostrano la stessa funzione ma non la stessa derivazione embrionale e pertanto non sono omologhe. Un esempio è l’ala di insetto e l’ala di pipistrello, occhio cefalopodi e dei mammiferi. Omologia = strutture che hanno la stessa derivazione embrionale e che si trovano in un progenitore e nei suoi discendenti: possono essere più o meno simili nella struttura e nella funzione. Queste strutture durante lo sviluppo assumono funzione differenti. Degli esempi di sviluppo dell’arto differente sono l’arto toracico di salamandra, pipistrello, coccodrillo, topo, uomo, pinna di delfino, ala di uccello. Concetti sviluppo embrionale Primitivo = si riferisce a strutture (come la noto corda o corda dorsale) da cui si sono evolute nuove strutture. La noto corda è il primo esempio di colonna vertebrale che si forma durante l'organogenesi; poi scompare lasciando degli abbozzi tra i dischi intervertebrali. Specializzato = indica un cambiamento adattativo correlato a specifiche esigenze funzionali (come il becco degli uccelli, la bocca dei ciclostomi, lo stomaco dei ruminanti). Vestigiale = indica una struttura di scarso rilievo o abbozzo che non si è sviluppata in un organismo in un organismo che però era molto ben rappresentata in un suo progenitore o a livello embrionale (ad esempio il cinto pelvico delle balene, il sacco del tuorlo dei mammiferi) -> immagine organi vestigiali. Rudimentale = indica una struttura che nell’ontogenesi ha una potenzialità morfologica e funzionale ma non giunge a completo sviluppo; alla nascita regredisce e rimangono degli abbozzi (come epoophoron, il residuo del dotto di Wolff che si ritrova nell’apparato riproduttore femminile). Ancestrale = che si suppone fosse presente nei remoti antenati. Sviluppo embrionale specie-specifico: la fase embrionale e simile in specie diverse TERMINOLOGIA ANATOMICA Quando si parla di organi, è necessario sottolineare se si trattano di organi pari (polmoni) o organi impari (cuore) all’interno dell’organismo. Per indicare la loro posizione rispetto alla superficie del corpo si utilizzano i termini superficiale (cute) e profondo (strutture interne). Per orientarci nell’organismo di un animale in stazione quadrupedale si possono utilizzare i piani di riferimento: piano mediano/sagittale, piano trasversale, piano dorsale/orizzontale/frontale. I termini principali si riferiscono a posizioni non assolute ma relative. NUMERO DELLE DITA DEGLI ANIMALI: Da parte mediale a laterale: - Cavallo= 1 dito (medio) → in senso prossimo-distale 1°,2°,3° falange → cammina su unghia - Bovino= 2 dita che si articolano al metacarpeo (1 unghione diviso in 2) + 2 unghielli in parte volare (astucci cornei: non ci sono strutture ossee e falangi interne) - Suino= 4 dita completamente sviluppate (tutte e 4 le strutture hanno la base scheletrica) → abbozzi di 2 unghioni sollevati: 2 unghielli - Cane= 5 dita arti ant.; 4 dita arti posteriori (dipende dalla presenza dello sperone) → cammina su cuscinetti - Gatto=5 dita arti anteriori; 4 dita arti posteriori Unghioni= suino e bovino Zoccolo= equino → unghia che ricopre la 3° falange del cavallo Piano mediano/sagittale e piani paramediani Il piano mediano divide il tronco in due metà, destra e sinistra (sagittale mediano). I piani paramediani (o sagittali) sono paralleli al piano mediano. Le parti del corpo rispetto al piano vengono dette mediale e laterale. Piano trasversale Il piano trasversale è perpendicolare all’asse longitudinale del tronco (cioè al piano precedente). Le parti del corpo rispetto al piano trasversale vengono dette craniale e caudale. Se prendiamo come punto di riferimento il cranio, il piano trasversale lo divide in due in una parte rostrale/orale e aborale/nucale. Piano dorsale/frontale/orizzontale Piano definito dagli assi cefalocaudale e perlaterale (perpendicolare ai piani mediano e trasversale). Le parti del corpo rispetto al piano dorsale vengono dette dorsale e ventrale oppure prossimale e distale. TERMINOLOGIA ANATOMICA - Piani: Sagittale mediano – paramediani Trasversali Dorsali o orizzontali - Posizione: dorsale o superiore ventrale o inferiore craniale o anteriore caudale o posteriore laterale, mediale, mediano prossimale e distale (vicino e lontano dal corpo) superficiale e profondo orale o rostrale o craniale- aborale o nucale o caudale→ testa - Arti: Arto toracico o anteriore= mediale può essere detto come radiale, laterale può essere detto come ulnare. Arto pelvico o posteriore = mediale può essere detto come tibiale, laterale può essere detto come fibulare. Estremità prossimale dell’arto = craniale e caudale. Estremità distale dell’arto = la parte posteriore viene detta come volare o palmare o plantare, mentre la parte anteriore come dorsale. Dita = assiale e abassiale (vicino e lontano all’asse che taglia il dito). APPARATO LOCOMOTORE È l’insieme di organi che producono spostamenti in massa del corpo o di singole parti di esso. È composto da OSSA, ARTICOLAZIONI e MUSCOLI. Lo scheletro è un insieme di ossa collegate fra loro da sistemi giunzionali (cioè, le articolazioni). Le articolazioni sono le strutture che collegano tra loro le ossa o gruppi di ossa Lo scheletro e le articolazioni sono gli organi passivi del movimento. I muscoli sono gli organi attivi del movimento che con un lavoro di contrazione muovono ossa e articolazioni; i muscoli mantengono anche la postura di un organismo. La postura è la posizione che l’animale assume nello spazio; è data dai rapporti degli organi dell’apparato locomotore: patologica (es. postura antalgica=mal di pancia del cane, la assume x ridurre il dolore) fisiologica (naturale, animale sano) Muscoli pellicciai: muscoli in prossimità della cute. ORGANIZZAZIONE GENERALE DELLO SCHELETRO cranio ASSILE colonna vertebrale gabbia toracica: (v. toraciche,coste e sterno) SCHELETRO arto superiore APPENDICOLARE arto inferiore cinto toracico cinto pelvico Scheletro assile = cranio: neurocranio (porzione aborale) + splancnocranio (porzione orale), colonna vertebrale o rachide (vertebre con canale vertebrale nel quale scorre il midollo spinale), gabbia toracica (vertebre toraciche + coste + sterno) -> colore beige foto. Scheletro appendicolare = cintura toracica: scapola + clavicola (vestigiale) (cintura incompleta), cintura pelvica: coxali formati ciascuno da ileo, ischio, pube (cintura completa), arti (braccio con omero, coscia con femore, avambraccio con radio-ulna, gamba con tibia-fibula, mano con carpo-metacarpo/metacarpei-falangi, piede con tarsometatarso/metatarsei-falangi) -> colore azzurro foto. GENERALITA’ SULLO SCHELETRO FUNZIONI DELLO SCHELETRO Lo scheletro ha funzione di locomozione, protezione di organi della vita di relazione e vegetativa, metabolismo di ioni Ca e P, produzione di elementi figurati del sangue (tessuto mieloide intratrabecolare e diafisario, tessuto mieloide del midollo osseo). COMPOSIZIONE DELLE OSSA Le ossa sono formate da cinque diversi tipi di tessuti: Tessuto osseo = può essere spugnoso o compatto → ricco di ioni calcio e fosfato → conferiscono robustezza, il deposito-rilascio delle sostanze del metabolismo (rachitismo=deformazioni ossee). Tessuto connettivo propriamente detto = periostio, endostio e pericondrio. Cartilagine ialina: (naso e albero respiratorio) - Articolare o d'incrostazione o epifisaria (la possiamo trovare a livello delle articolazioni delle ossa lunghe) -> priva di pericondrio; quindi, si nutre per diffusione dal liquido sinoviale all'interno delle articolazioni. (ossa delle articolazioni sinoviali). - Di coniugazione o di accrescimento o metafisaria (posta tra epifisi e diafisi delle ossa lunghe, rappresenta il centro di crescita dell’osso). - Nuclei di ossificazione. Tessuto mieloide = si trova nel canale midollare degli animali giovani e negli spazi intratrabecolari nelle ossa brevi e piatte, attività emopoietica (produce globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). Negli individui adulti il tessuto mieloide permane nelle epifisi, la restante parte viene sostituito da tessuto adiposo che però mantiene la capacità di produrre la componente figurata del sangue. Tessuto adiposo = si trova nel canale midollare degli animali adulti. Struttura tessuto: ciò che è visibile al microscopio. Ultrastruttura tessuto: descrizione della componente cellulare Tessuti connettivi: gruppi di cellule, anche DIVERSE, immersi in molta sostanza intercellulare o matrice (fibre+ componenti amorfe). FUNZIONE: unire gli altri tessuti tra loro e riempire gli interstizi. ISTOLOGIA DEL TESSUTO OSSEO All’interno delle porzioni ossee possiamo riconoscere diversi tipi di tessuto osseo: Tessuto osseo non lamellare (o primario) = è presente nell’embrione e nelle fasi iniziali della riparazione delle fratture, è quindi una sorta di osso immaturo. Tessuto osseo lamellare = è il tessuto osseo più presente nell’adulto e può essere compatto o spugnoso. Dal punto di vista microscopico è caratterizzato da molteplici lamelle di matrice calcificata spesse 3-7 𝝁m, le quali sono disposte in strati paralleli o concentrici intorno ad un canale centrale. Le lacune ossee sono occupate invece da osteociti e sono collegate tra loro mediante dei canalicoli per la diffusione di metaboliti (ospitano i prolungamenti cellulari). L’osso compatto è caratterizzato per avere le lamelle organizzate in 3 sistemi: i sistemi di Havers o osteoni sono un complesso di 4-20 lamelle disposte attorno a canali vascolari lungo l’asse maggiore dell’osso, i sistemi interstiziali sono delle lamelle ossee organizzate in poligoni che riempiono gli spazzi tra gli osteoni e le lamelle circonferenziali interne ed esterne sono posizionate sotto endostio e periostio. L’osso spugnoso è strutturato in lamelle disposte in modo disordinato nelle trabecole che delimitano piccole cavità che contengono midollo osseo. Canali vascolari = i canali di Havers sono dei canali longitudinali posti al centro degli osteoni, contengono uno o due vasi circondati da connettivo lasso. I canali di Volkmann sono perpendicolari rispetto a quelli di Havers, poiché li mettono in comunicazione con la cavità midollare e la superficie esterna. Nell’osso spugnoso invece non passano vasi, poiché la nutrizione degli osteociti avviene attraverso i canalicoli che connettono le lacune con l’endostio. Il tex osseo è composto da cellule + matrice extracellulare Cellule del tessuto osseo Gli osteoblasti si originano dalle cellule progenitrici e sono responsabili della sintesi dei componenti organici della matrice ossea organica (come collagene, GAG, glicoproteine e osteonectina) come anche la deposizione della matrice inorganica. Si trovano unicamente in corrispondenza delle superfici in espansione nella matrice ossea. Alcuni osteoblasti si differenziano in osteociti che rimangono intrappolati in lacune all’interno della matrice, altri invece si appiattiscono e diventano cellule di rivestimento dell’osso disposte sulla superficie della matrice, ma la maggioranza va in contro ad apoptosi. La matrice che depongono è nuova e ricca di collagene ed è posta tra gli osteoblasti e la superficie dell’osso già formato e viene detta osteoide. Osteociti: alcuni osteoblasti, come già detto, si differenziano in osteociti e rimangono intrappolati nelle lacune della matrice ossea; gli osteociti hanno forma appiattita e comunicano tra loro grazie a dei processi citoplasmatici che percorrono i canalicoli di comunicazione tra le lacune. Gli osteociti si comportano grazie a queste reti comunicative da sensori del carico meccanico applicato all’osso e di microlesioni del tessuto osseo stesso, nonché come regolatori dell’omeostati del calcio attraverso alcuni ormoni come il paratormone e la calcitonina. Gli osteoclasti infine sono cellule mobili e giganti multinucleate (fino a 50 nuclei) e sono fondamentali in quanto il loro ruolo è quello di riassorbire la matrice ossea durante la crescita e il rimodellamento dell’osso. Sono accolti nelle zone sottoposte a riassorbimento in corrispondenza a depressioni o cavità della matrice dette fossette di riassorbimento. Le cellule osteogenitrici sono degli elementi indifferenziati (cellule staminali mesenchimali) che danno origine alle altre cellule del tessuto osseo. Matrice extracellulare La matrice organica è specializzata nella resistenza alla tensione ed è formata da sostanza fondamentale amorfa (zuccheri, glicosaminoglicani, glicoproteine, proteoglicani, peptidi, lipidi, ioni organici ed inorganici e acqua) composta da glicosamminoglicani e glicoproteine come l’osteonectina e dalle fibre collagene che compongono circa il 90% di essa; le fibre hanno la struttura identica a quella del tessuto connettivo, ma con proprietà chimiche leggermente diverse e si dispongono in maniera ordinata con direzione ad elica intorno al canale di Havers. La matrice organica rappresenta il 22% del peso di un campione di osso. La matrice inorganica costituisce circa il 50% del peso secco della matrice ossea generale, ed è composta da sali organici che determinano la sua particolare durezza come principalmente l’idrossiapatite (composta da cristalli di fosfati di calcio), ma anche bicarbonato, citrato, magnesio, potassio e sodio. L’idrossiapatite è regolarmente spaziata ad intervalli lungo le fibrille collagene. La matrice inorganica ha funzione di resistenza alla compressione e rappresenta il 69% del peso di un campione di osso. Composizione dell’osso Matrice organica: 22% del peso di un campione di osso Matrice inorganica: 69% del peso di un campione di osso Acqua: 9% del peso di un campione osso Tessuto connettivo propriamente detto Periostio ed endostio sono tex connettivi innervati e vascolarizzati, contengono cellule mesenchimali pluripotenti. I 2 tex entrano in gioco nella fase di accrescimento o nelle fratture cicatrizzano. Periostio = rappresenta il rivestimento esterno dell’osso ed ha una struttura molto simile a quella del pericondrio della cartilagine, con uno strato fibroso esterno costituito da connettivo denso ricco di vasi sanguigni che penetrano nei canali di Volkmann. Il periostio è legato all’osso mediante delle fibre di collagene perforanti dette fibre di Sharpey, che rimangono intrappolate nella matrice calcificata. Lo strato cellulare interno del periostio è una lamina di connettivo fibroso che avvolge le ossa ed è ricco di osteoblasti, attivi durante lo sviluppo ma inattivi nell’adulto, riprendono l’attività solo durante la riparazione delle fratture. Endostio = rappresenta il rivestimento profondo ed interno delle ossa (nella cavità diafisaria), è molto sottile ed è formato da un solo strato di cellule appiattite ma anch’esse osteogeniche. Tappezza la cavità midollare, i canali di Havers e le trabecole midollari dell’osso spugnoso. FUNZIONI DELL’ENDOSTIO: portare sangue e nutrimento all’osso, contiene cellule che sostituiscono le ossa fratturate, provocano l’accrescimento delle ossa nello stadio giovanile dell’animale. È composto da un tessuto connettivo lasso costituito da fibre collagene, cellule mesenchimali, osteoblasti, osteociti ed è riccamente vascolarizzato ed innervato. Cartilagine ialina La cartilagine ialina è la cartilagine più diffusa e a fresco si presenta omogenea e traslucida, è moderatamente elastica e semitrasparente di colore perlaceo. È localizzata nell’adulto nelle superfici articolari delle articolazioni mobili, nelle pareti delle vie respiratorie (anelli tracheali e cartilagini laringee) e nelle cartilagini costali. Tutte le cartilagini ialine ad eccezione di quelle delle articolazioni (si creerebbero emorragie) sono accompagnate da un tessuto connettivo fibroso detto pericondrio, il quale è indispensabile per il suo mantenimento e accrescimento (ha il compito di ‘nutrire’ per diffusione la cartilagine). Lo strato esterno del pericondrio è ricco di fibre collagene e contiene numerosi fibroblasti, mentre lo strato interno a contatto con la cartilagine non ha fibroblasti, ma condroblasti (cellule staminali mesenchimali) che poi si differenzieranno in condrociti. Il pericondrio è presente nelle ossa a livello di metafisi. PRINCIPALI TIPI MORFOLOGICI DI OSSA IN BASE ALLA FORMA E ALL’ESTENSIONE: Ossa lunghe = sono costituite da un corpo, detto anche diafisi, che rappresenta la zona centrale dell’osso lungo, formato da tessuto osseo compatto che accoglie il canale midollare rivestito da un sottile strato di tessuto osseo spugnoso. Le epifisi sono le due estremità delle ossa lunghe e sono formate da tessuto osseo spugnoso avvolto da tessuto osseo compatto. (es. omero, femore, metacarpo…) Ossa brevi = hanno all’interno un nucleo di tessuto osseo spugnoso avvolto da tessuto osseo compatto. Se si sviluppano nel decorso di tendini prendono il nome di SESAMOIDI (regione del ginocchio), si sviluppano interconnessi con i tendini muscolari. (es. vertebre, carpo, tarso, sesamoidi…) Il tessuto osseo spugnoso forma sempre trabecole (reticolato) Ossa piatte = sono generalmente formate da due tavolati di tessuto osseo compatto che contengono tessuto osseo spugnoso detto DIPLOE. Esempi di ossa piatte sono la scapola, l’ileo, le coste, cranio, bacino, mandibola. Alcune ossa piatte sono pneumatizzate (ossa pneumatiche), cioè presentano all’interno una cavità anfrattuose ripiene d’aria (seno) -> si formano con il riassorbimento della sostanza ossea e le cavità interne sono rivestite da mucosa. Un esempio di ossa pneumatica è l’osso frontale del cranio che contiene le cavità paranasali, ossa della testa mascellari e frontali, volatili che volano. Le cavità sono necessarie per alleggerire la testa (infatti passa l’aria), e di depurare l’aria e scaldare l’aria respirata. Ossa splancniche = sono delle ossa non correlate all’apparato locomotore, come ad esempio l’osso del pene nel cane, l’osso del cuore nel bovino o il grugno nel suino. IMPARI: vertebre, sterno PARI: omero, femore ARTICOLAZIONI o sistemi giunzionali RILIEVI NON ARTICOLARI Rilievi= cose che sporgono su cui spesso si inseriscono tendini (parte t e n d i n e a co n n e t t i v al e non contrattile del muscolo; collega l’osso al muscolo) e legamenti (legano 2 parti ossee; vanno da un osso all’altro; es. legamento sospensore del nodello). NB: Legamenti e tendini sono fatti entrambi da tessuto connettivo I rilievi non articolari sono spesso inserzione di tendini o di legamenti. Apofisi o processi = protuberanza ossea che si è sviluppata da un centro di ossificazione indipendente. Più degli altri rilievi sono spesso inserzioni di tendini e legamenti e per questo sono rilevati e ben evidenti. Tuberosità o protuberanze = sono rilevati sulle superfici ossee, sono punto di inserzione ma sono meno evidenti delle apofisi. Tubercoli = di piccole dimensioni. Spine = sottili e aguzze. Creste = rugosità più o meno allungate. Linee = creste poco evidenti. CAVITA’ O DEPRESSIONI NON ARTICOLARI Fosse, fossette, impressioni, docce, solchi, incisure, fori,canali, fessure. ARTICOLAZIONI O GIUNTURE Il grado di mobilità di due ossa dipende in massima parte dal tipo di articolazione che le connette. Le articolazioni sono una riunione di ossa continue, nonché delle strutture anatomiche che mantengono unite le ossa e ne consentono il movimento reciproco. Le articolazioni sono inoltre le formazioni anatomiche che servono a connettere direttamente le ossa. Se l’articolazione si realizza per continuità anatomica dei segmenti anatomici senza lasciare spazio, si parla di SINARTROSI (osso-tessuto-osso). Le sinartrosi sono poco mobili o anche del tutto immobili, e se il tessuto interposto è cartilagineo, la giunzione prende il nome di articolazione cartilaginea, mentre se vi è del tessuto connettivo si parla di articolazione fibrosa. Una maggiore mobilità degli elementi scheletrici coinvolti nell’articolazione si ottiene quando tra le due ossa è presente una cavità (cavo articolare) e si parla in questo caso di articolazioni sinoviali o DIARTROSI (osso-cavità-osso), le quali prevedono lo sviluppo di una cavità articolare contenente liquido sinoviale e sono delle articolazioni per contiguità. Sinartrosi È importante sottolineare nuovamente che le sinartrosi sono le articolazioni per continuità e che prevedono un’interposizione di ossotessuto-osso. Le sinartrosi al cui interno vi è tessuto connettivo sono le articolazioni fibrose e possono essere di varie tipologie: - Sindesmosi = sono le articolazioni fibrose che sono formate da tessuto connettivo fibroso, ad esempio le giunture tra le ossa metapodiali accessorie e quello principale nel cavallo. - Suture = articolazioni fibrose fra le ossa piatte del cranio, che a loro volta sono presenti in varie tipologie (suture armoniche, dentate, fogliate, squamose, schindelesi, perpendicolare). - Gonfosi = giunzione connettivale tra la radice di un dente ed il suo alveolo tramite tessuto connettivo denso. - Sinelastosi = quando vi è interposto tessuto connettivo elastico, permettono movimenti abbastanza estesi. Un esempio è il legamento nucale. Tra le articolazioni cartilaginee possiamo distinguere: - Sincondrosi = vengono dette in questo modo quando tra i due tessuti ossei vi è interposta della cartilagine ialina. Un esempio di sincondrosi sono anche le sinartrosi embrionali. È un’articolazione immobile che talvolta può ossificare come nel caso tra l’osso della base del cranio e l’osso ioide. Nel momento in cui la sincondrosi ossifica prende il nome di sinostosi. - Sinfisi = è un particolare tipo di articolazione che prevede osso-cartilagine ialina-tessuto connettivo fibroso-cartilagine ialina-osso. È l’articolazione che si trova fra i corpi vertebrali e in questo caso premette movimenti limitati, mentre fra i coxali non permette alcun movimento. Questa articolazione non ossifica mai. Diartrosi Le diartrosi sono le articolazioni per contiguità che prevedono l’interposizione dei osso-cavità- osso. Le diartrosi sono anche dette articolazioni sinoviali: i due capi ossei dell’articolazione sono ricoperti da una particolare cartilagine che viene detta cartilagine articolare o di incrostazione , la quale è formata da cartilagine ialina priva di pericondrio. Il pericondrio è lo strato che tipicamente apporta vascolarizzazione e innervazione al tessuto cartilagineo e per questo non può essere presente in un’articolazione altamente mobile, poiché ci sarebbero continue emorragie. Il nutrimento della cartilagine articolare avviene invece attraverso il liquido sinoviale (che si trova all’interno della capsula), nonché dai vasi dei tessuti che circondano la cartilagine e dai vasi del midollo osseo sottostante. Le diartrosi sono rappresentate da una capsula articola re che mantiene i capi articolari in sede , la quale è ricoperta internamente dalla membrana sinoviale ed è riempita internamente dal liquido sinoviale. La capsula articolare propriamente detta è formata da uno strato fibroso esterno che si continua del periostio, ed è poco vascolarizzato. Lo strato interno è appunto la membrana sinoviale, la quale è formata da tessuto connettivo fibroso/lasso e tessuto adiposo. La capsula interna o la membrana sinoviale presenta dei fondi ciechi sinoviali che vengono detti recessi sinoviali, i quali presentano sulla superficie pieghe e villi sinoviali. La membrana sinoviale è il tessuto adibito alla produzione di liquido sinoviale (o sinovia), la cui funzione è quella di lubrificazione, nutrizione (viene assorbito dalla cartilagine articolare), protezione (dai danni meccanici, dai corpi estranei e/0 dagli agenti microbici). È inoltre in grado di riconoscere un eventuale trauma grazie a dei parametri. Il liquido sinoviale è composto dall’85% da acqua e da un 10% di sali minerali (di cui 0,5% NaCl). Il restante è composto da proteine (proteine plasmatiche a basso peso molecolare), glucoconiugati (acido ialuronico per la viscosità), enzimi lisosomiali (cellule di rivestimento), cellule di sfaldamento ed infine elementi figurati del sangue. Le diartrosi in base alla loro forma possono essere classificate in tipi diversi: - Artroidia = coinvolge superfici piane (come il capo e tarso o le articolazioni degli archi vertebrali), permette movimenti di scorrimento. - Condilartrosi = coinvolge superfici ellissoidali piene nel caso del condilo e cave nel caso della cavità condiloidea. Un esempio è l’articolazione atlanto-occipitale che permette movimenti di flessione, estensione, adduzione e abduzione. - Ginglimo = può essere di tre tipologie differenti. Se coinvolge superfici angolari si parla di ginglimo angolare e prevede un cilindro pieno e un cilindro cavo ad asse trasversale rispetto al movimento dell’articolazione, un esempio è l’articolazione del gomito e permette movimenti di estensione e flessione. Se coinvolge superfici trocoidi si parla di ginglimo trocoide, formato da un cilindro pieno e un cilindro cavo ad asse verticale rispetto al movimento dell’articolazione, un esempio è l’articolazione dell’atlante-epistrofeo e permette la rotazione su un solo asse. Infine, abbiamo il ginglimo cocleare che è un esempio dell’articolazione tibiotarsica (vedere immagine). - Articolazione a slitta = tipica dell’articolazione femoro-rotulea (vedere immagine). - Pedartrosi o articolazione a sella = prevede superfici convesse in una direzione e concave nella direzione perpendicolare, cioè a forma di sella. Un esempio sono le vertebre degli uccelli, le articolazioni interfalangee e permettono movimenti di flessione, estensione, adduzione e abduzione. - Enartrosi o articolazioni a noce = coinvolgono segmenti di sfera piene nel caso della testa e concave nel caso della cavità glenoidea. Tipiche delle articolazioni di spalla e anca permettono movimenti di flessione, estensione, adduzione, abduzione, rotazione, circonduzione. Gomito di cane: Ginocchio di cane: Spalla di cane: MOVIMENTI ARTICOLAZIONI Scorrimento: scivolamento di un segmento osseo su un altro (fra superfici piane) Rotazione: un segmento osseo ruota attorno all’ altro come un perno → (es. atlante- epistrofeo) Flessione (chiudo il capo articolare) o estensione (apro il capo articolare): spostamento di un segmento osseo sul piano sagittale mediano (apertura e chiusura di un angolo) → es. ginglimo e condilartrosi. (angolo che si apre e si chiude) Adduzione o abduzione: spostamento di un segmento osseo sul piano trasversale (avvicinamento o allontanamento rispetto al piano mediano) → es. ginocchio del cavallo quando corre e garretto Circonduzione: il segmento osseo descrive una rivoluzione a forma di cono → spalla nell’uomo; sfera vuota dell’anca in cui si aggancia la testa del femore). STRUTTURE ANNESSE ALLE ARTICOLAZIONI Legamenti (Legamenti: Legamenti e tendini sono fatti entrambi da tessuto connettivo) possono essere classificati in: - bianchi = tessuto connettivo fibroso - gialli= tessuto connettivo elastico - di arresto, adesione, guida - articolari, a distanza, intra-articolari Menischi e dischi intra-articolari = formazioni fibro-cartilaginee accessorie per quando le superfici articolari non sono contigue. struttura a cuneo permette che il condilo del femore vada a combaciare con quello della tibia sottostante, hanno un liquido all’interno Cercini marginali, fibrosi o fibroelastici = completano le cavità quando le superfici articolari non sono contigue. (aumentano la dimensione dell’articolazione, con la forma concava permettono a strutture convesse di agganciarsi). NB: I MUSCOLI SUPINATORI sono assenti nel: cavallo, coniglio e nel suino Con la sua azione ruota esternamente l'avambraccio (supinatore) in qualsiasi posizione esso si trovi sia di flessione che di estensione → i cavalli non ruotano int ed esternamente le zampe mentre i cani e i gatti sì.

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