Geografia Della Comunicazione - 1° Esonero PDF
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These lecture notes cover three spatial models of economic activity: Von Thunen's model for agricultural land use, Weber's model for industrial location, and Christaller's central place theory for service provision. The notes explain the key concepts, assumptions, and limitations of each model, using examples to illustrate their practical application.
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**GEOGRAFIA DELLA COMUNICAZIONE (9 CFU)** **Che cos'è un modello? E' una rappresentazione semplificata e simbolica della realtà.** Andiamo ad analizzare alcuni **modelli di localizzazione delle attività economiche**. 3 teorie applicate rispettivamente al **settore primario (teoria di Von Thunen),...
**GEOGRAFIA DELLA COMUNICAZIONE (9 CFU)** **Che cos'è un modello? E' una rappresentazione semplificata e simbolica della realtà.** Andiamo ad analizzare alcuni **modelli di localizzazione delle attività economiche**. 3 teorie applicate rispettivamente al **settore primario (teoria di Von Thunen), secondario (teoria di Weber) e terziario (teoria di Christaller).** Questi 3 studiosi vivono in periodo e paesaggi economici diversi: **-Thunen: realtà prevalentemente agricola di metà 800.** **-Weber: realtà industriale di inizio 900.** **-Christaller: realtà dell'affermazione del settore terziario nei centri urbani.** **Queste 3 teorie assumono come variabile chiave la distanza**, postulando come l'obiettivo primario dell'imprenditore consistesse nel ridurre i costi di trasporto, mentre nell'economia di oggi sono altri i fattori che incidono maggiormente in merito alla localizzazione delle attività economiche. **1)MODELLO DI DISTRIBUZIONE SPAZIALE DELLE COLTURE (VON THUNEN, 800)** **Von Thunen**: economista tedesco. Egli con questo modello **vuole definire il posizionamento efficace (= localizzazione) delle varie colture all'interno di una città ideale della Germania dell'800.** All'interno del modello strutturato a fasce concentriche **è possibile distinguere diverse zone**: **1)Al centro vi è una città preindustriale attraversata da un fiume navigabile**→ Si tratta di una città autosufficiente che vive della propria agricoltura e autosufficiente nell'approvvigionamento delle risorse. I confini della città vanno a stabilire il raggio d'azione, nell'ambito dell'approvvigionamento, di quest'ultima, oltre i quali nasce l'area di influenza di un'altra città. **La differenza tra parte destra e sinistra è dovuta alla presenza di un corso d'acqua navigabile**: non si hanno più fasce concentriche, ma queste ultime sono deformate/dilatate poiché il fiume navigabile consente di accorciare le distanze tra le diverse fasce e la città. **2)Fascia destinata alle colture di pregio\* e deperibili\*→ Colture che servono al sostentamento della città.** Es: frutta fresca, verdura, latte, fieno, patate, fiori, cavoli ecc... Pregio\*: colture che hanno una posizione privilegiata poiché + vicine alla città, e quindi al mercato. Deperibili\*: colture che si rovinano velocemente. Tale fascia è posizionata appena al di fuori della città, seguendo un criterio distanza-tempo, poiché all'epoca non vi erano mezzi di trasporto veloci e neanche sistemi per conservare gli alimenti come i frigoriferi odierni, inoltre i prodotti dovevano essere portati in città ancora freschi per essere subito venduti. In questa fascia troviamo ad esempio agli orti urbani (= spazio verde di dimensione variabile e generalmente di proprietà comunale che viene affidato in comodato d'uso a cittadini/associazioni per la produzione di erbe, frutta, verdura e fiori) e suburbani. Essendo una fascia che si trova oltre la città viene definita suburbana. **3)Fascia boschiva** **(zona periurbana)→ Fascia legata all'attività forestale per il reperimento di legname.** Es: legna da ardere o da costruzione. E' una fascia relativamente vicina alla città poiché del legno, pur non essendo un prodotto deperibile, ve ne è una necessità quotidiana, inoltre esso è un materiale pesante e di difficile trasporto. Al giorno d'oggi la fascia boschiva ha la funzione di mantenere una buona qualità dell'aria e, di conseguenza, serve a contenere l'inquinamento (= green belt: cinture verdi periurbane). **4)Fasce successive: legate ad attività agricole sempre + intensive e vaste.** **5)Ultima fascia** (bianca): dedita alla **pastorizia**→ Prodotti sono trasformati già prima di arrivare alle fasce + vicine alla città, andando a risolvere il problema del tempo. **Il modello segue un criterio distanza-tempo. Tale teoria oggi è superata per 2 ragioni principali: 1)**Sul totale dei costi dell'impresa, quelli di trasporto sono diminuiti, mentre altri fattori (costo della manodopera) incidono maggiormente. **2)**Le tecniche di refrigerazione dei cibi hanno permesso la conservazione degli alimenti nel tempo eliminando la necessità di acquistarli costantemente freschi e ampliando le fonti di approvvigionamento. **2)TEORIA DELLA LOCALIZZAZIONE INDUSTRIALE (TRIANGOLO DI WEBER, 1909)**![](media/image10.png) Siamo nella Germania di inizio 900, dove l'industrializzazione vive il suo massimo sviluppo. Perché le aree industriali sorgono in determinati luoghi piuttosto che in altri? Weber definisce i **fattori fondamentali da tenere in considerazione per una migliore localizzazione industriale (3):** **1)MATERIE PRIME (C1)**→ La riv. industriale nasce nei luoghi con una maggiore disponibilità di materie prime (ferro, carbone ecc...). **2)FONTI ENERGETICHE (C2). 3)MERCATO (M)**→ Vi arriva prodotto finito dell'azienda. Weber rappresenta graficamente tale modello attraverso un triangolo isoscele, ai cui vertici posizioniamo i 3 fattori C1, C2 e M. All'interno del triangolo abbia il punto P (= produzione o industria) equidistante da materie prime (C1) e fonti energetiche (C2), tuttavia l'azienda può essere collocata ovunque all'interno del triangolo, a seconda della maggiore convenienza. E' + conveniente posizionare l'azienda vicino alle materie prime, fonti energetiche o mercato? Tale aspetto varia a seconda dell'industria stessa. Es: azienda alimentare va posta vicino al mercato poiché i suoi prodotti hanno una scadenza. **Tale modello ci permette perciò di definire il luogo ottimale (= collocazione ottimale) in cui posizionare un'azienda in un luogo dove il costo del trasporto, del lavoro e delle materie prime sia minore** (= "least cost theory"), così da fornire all'industria i migliori risultati economici. **Inizialmente Weber sostiene che sia possibile minimizzare i costi posizionando l'industria nel luogo in cui ci sono dei ridotti costi di trasporto per l'imprenditore, essi variano a seconda di 2 variabili:** **-Distanza**: rispetto ai luoghi di fornitura della materia prima e al mercato di consumo. **-Peso**: sia della materia prima, sia del prodotto finito. Vi sono perciò **4 possibili soluzioni in cui localizzare un'industria: 1)**Presso i luoghi di estrazione di una materia prima. **2)**Presso quelli dell'altra materia prima. **3)**Presso il mercato. **4)**In un luogo indeterminato. **Punto centrale della teoria è sempre il fattore distanza**, pervenendo alla conclusione che sia più conveniente avvicinare la fabbrica alla fonte della materia prima più costosa da trasportare. **Luogo ideale = punto di minimo costo trasportazionale.** **Partendo da tale assunto, Weber andrà a elaborare delle altre varianti di questo stesso modello implementando delle variabili che prima non aveva considerato** (manodopera, differenze salariali, economie di agglomerazione ecc...). Es: le industrie tessili e manifatturiere saranno quelle più bisognose di manodopera e punteranno a posizionarsi quanto più in prossimità di quest'ultima. Tale teoria oggi è valida solo per poche attività produttive di trasformazione delle materie prime (come l'industria siderurgica), mentre si rivela incapace di altri casi di spiegare fenomeni dell'economia di oggi. **Localizzazione della siderurgia di Taranto: esempio applicativo del triangolo di Weber** E' un grafico che si sovrappone ad una carta geografica. Materie prime: ferro (Gibilterra). Fonti energetiche: idrocarburi (Medio Oriente). Mercato: Porto di Rotterdam (+ importante porto commerciale europeo). Il successo della siderurgia di Taranto sta nella possibilità di quest'ultima di sfruttare, per l'approvvigionamento delle materie prime, il trasporto marittimo + efficace, veloce ed economico. La siderurgia di Taranto fa parte del processo di decentramento industriale avviato nel secolo scorso (1980) per favorire l'industrializzazione nelle aree geografiche italiane in cui non era ancora presente. Lo spostamento delle aziende dal Nord al Sud Italia è inoltre pensato affinchè le aziende vengano posizionate in prossimità della manodopera, così da arrestare il fenomeno migratorio per cui la manodopera andasse a spostarsi in prossimità delle aziende. Le aziende erano presenti soprattutto al Nord Italia col triangolo industriale Milano, Torino, Genova, aree soggette al boom industriale italiano del 2° dopoguerra (anni 50-60). **3)MODELLO TERZIARIO (CHRISTALLER, 1953)**![](media/image7.png) **Christaller**: economista tedesco. Egli concentra il suo pensiero sul **settore terziario**, con l\'**obiettivo di spiegare la distribuzione spaziale dell\'offerta/domanda di beni e servizi.**\ Si tratta di un tema che ha valenze non solo economiche, ma anche sociali per le ricadute sulla qualità e sui costi dei servizi pubblici. Es: scuole, ospedali e sedi amministrative devono essere disseminati sul territorio in maniera funzionale all\'erogazione dei loro servizi e, allo stesso tempo, compatibile con le risorse umane e finanziarie disponibili.\ **Christaller vuole trovare la localizzazione dei servizi pubblici e privati** (terziario e quaternario). Christaller può essere considerato come un **allievo di Weber** poiché il suo modello poggia sulla medesima piattaforma teorica che è alla base del pensiero di Weber: **entrambi utilizzano la distanza come fattore chiave delle loro teorie**, anche se Christaller ci tiene a precisare che la intende non in senso assoluto come distanza fisica (cioè espressa in chilometri), ma in senso relativo di distanza economica. **La logica di fondo vuole che all\'equilibrio tra domanda e offerta corrisponda un equilibrio spaziale: ogni area geografica tende a essere organizzata attorno a centri abitati (località centrali) incaricati di fornire servizi al territorio circostante.** Tali centri si dispongono in maniera casuale e tale da assicurare funzionalmente i servizi all\'intera regione (differenza dagli altri modelli: il territorio oggetto di studio non è più la singola città, ma si ha una relazione tra diverse città). **I centri non sono tutti uguali, ma si distinguono per quantità di servizi forniti, e ciò determina il loro rango.** Funzioni di rango elevato sono quelle più pregiate e rare, e a esse corrisponde una più vasta area di gravitazione (= area di attrazione attorno a un polo, detta \"portata\"). La distinzione di rango determina pertanto un\'organizzazione di tipo gerarchico che vede **al vertice la località centrale che offre l\'intera gamma di beni e servizi** (es: negozi d\'alta moda, casalinghi ecc\...). **Man mano che diminuisce il rango, il centro offre una gamma di servizi minore, fino ad arrivare a quelli più piccoli che si limitano a servizi e beni essenziali** (es: bar, supermercati, alimentari, panifici ecc\...).\ Es: nei servizi dell\'istruzione, gli asili presentano un\'area di gravitazione ridotta perché i bambini risiedono preferibilmente nelle vicinanze, le scuole medie accolgono alunni anche da altri quartieri, le scuole superiori e le università attirano studenti da un\'area di gravitazione ancora più vasta.Un altro concetto fondamentale è quello della **soglia: quantità minima di utenti/consumatori del servizio/bene necessaria a giustificarlo**. Es: gli esercizi commerciali devono avere un certo livello di clienti (soglia) che, garantendo adeguate vendite, ne permette l'esistenza. **Portata: distanza massima che un cliente è disposto a percorrere per accedere ad un bene/servizio offerti dalla località centrale. Ogni servizio è prodotto solo se portata \> soglia.** La teoria delle località centrali assume delle **ipotesi di fondo**: 1)Superficie isotropica uniforme (equivalenza del fenomeno sul territorio). 2)Popolazione distribuita in modo uniforme nello spazio, ciascuna città abitata dalla stessa quantità di popolazione. 3)Omogeneità del potere d'acquisto. 4)Concorrenza perfetta. 5)Comportamenti economici razionali (massimizzare i profitti per produttori/minimizzare costi per consumatore). 6)Spostamenti dei consumatori ridotti al minimo, beni e servizi sono acquistati dal centro + vicino (ogni punto della superficie è servito da una località centrale). In realtà le attività economiche si sviluppano le une vicine alle altre, per questo ci sono città di enorme importanza e zone vaste con nessuna/poche città, quindi meno servite. **Questo modello non si applica solo al terziario commerciale, ma anche al terziario amministrativo.** Esso può essere studiato per comprendere la localizzazione di servizi pubblici (es: servizi sanitari, scuole,\ biblioteche, uffici pubblici, uffici postali ecc...). **Christaller estrapolò questo modello a partire da un caso di studio particolare: la Germania meridionale degli anni 30 del 900**, poiché presentava un territorio che era già spontaneamente organizzato prima di una possibile pianificazione. Dal cartogramma gerarchico di Christaller possiamo vedere le località principali o centrali di rango superiore (Strasburgo, Stoccarda ecc\...) e i centri minori. Ciò ci permette di mettere in evidenza le **relazioni tra le varie città: vado nel centro + vicino per funzioni quotidiane**, cioè funzioni banali (es: settore alimentare) che sono **presenti in numero elevato anche nel centro di piccole dimensioni**, mentre **vado nelle città + grandi per acquisti che non rispondono a funzioni quotidiane** (es: settore abbigliamento) che posso soddisfare nei centri maggiori che raccolgono il maggior numero di funzioni commerciali.\ **A che cosa ci può servire questo modello?** Per esempio, in Italia, questo modello ha avuto una possibilità di utilizzo più lunga rispetto ad altri paesi europei, perché a livello normativo si è impedito la nascita di piattaforme della grande distribuzione, per non sconvolgere le relazioni quotidiane delle reti distributive (le piccole imprese). Inoltre, dal punto di vista territoriale, il paesaggio urbano è cambiato solo in tempi più recenti (anni 80) e si è dato più spazio allo sviluppo della media distribuzione. Dagli anni 80, infatti, è uscita una norma: il decreto Bersani inerente alla liberalizzazione del commercio. Prima di essa vigevano delle norme più rigide sulla localizzazione dello sviluppo industriale, per cercare di tutelare i piccoli esercizi (non era possibile che esercizi della stessa categoria fossero posti a stretta distanza, con il fine di evitare la concorrenza e tutelare l\'esercizio stesso). Con la legge Bersani gli esercizi commerciali potevano possedere merceologie diverse al proprio interno, e ciò li ha resi più flessibili di cambiamenti del mercato. **MODELLO A ZONE CONCENTRICHE (PARK E BURGESS, 1925)** **Park e Burgess**: esponenti della scuola di Chicago, 1° scuola di sociologia urbana negli Usa. Sono perciò degli urbanisti, non degli economisti (come invece era Thunen). Il modello a zone concentriche permette, grazie all'uso di diverse gradazioni di colore (dal + scuro al centro al + chiaro man a mano che si procede verso l'esterno), di comprendere meglio l'intensità/importanza dei vari elementi al suo interno: + scuro = + importante, - scuro = - importante. **Questo modello di localizzazione urbano prende in considerazione come esempio la città industrializzata di Chicago e vuole studiare la città nelle sue diverse componenti.** **Se per Thunen il nucleo centrale (o centro storico) corrispondeva all'intera città** (= città preindustriale compatta, monofunzionale e dai confini ben precisi, es: cinta muraria come confine amministrativo), **ora** **con l'industrializzazione si ha l'espansione della città e la sua suddivisione o segmentazione in diverse parti:** **1)Prima fascia: nucleo storico** (la città compatta nel modello di Von Thunen)→ Ha una sola funzione, cioè **è il centro degli affari.** Burgess posiziona al centro le **attività quaternarie**, cioè attività che producono molta ricchezza e possono permettersi di utilizzare quest'area centrale. Il posizionamento centrale è garanzia di successo (infatti le aree centrali delle città sono vetrine di case firmate e hanno più visibilità). Le piattaforme distributive nascono nei luoghi periferici e, fino agli anni 80, non era possibile realizzare grandi piattaforme. Successivamente si arrivò alla liberalizzazione del commercio (decreto Bersani), attraverso l'istituzione di **mercati rionali: esercizio quotidiano del commercio in area pubblica.** I mercati rionali sono collocati di norma nelle piazze principali, quindi in centro, che è equidistante da ogni punto della città ed è più appetibile. Il mercato, dato che avviene in area pubblica, ha dei prezzi + convenienti poiché il prezzo del proprio chiosco è molto inferiore all'affitto di un normale negozio. **2)Seconda fascia: industrie leggere/manufatturiere**→ Industrie posizionate in prossimità della città poiché hanno un bisogno massiccio di manodopera (rifinitura di prodotti semilavorati e resa in prodotti finiti). **3)Terza fascia** (+ ampia, distante e polifunzionale): **aree residenziali del ceto inferiore, industrie pesanti, aree suburbane industriali**→ Le industrie pesanti si collocano all'infuori della città storica, all'interno di una zona industriale molto più grande di quest'ultima (città industriale \> città storica), e molto inquinata e rumorosa. Qui troviamo anche le aree residenziali del ceto inferiore (perché sono di basso valore), in questo modo gli operai si trovano in prossimità del lavoro andando a diminuire i costi di trasporto. **4)Quarta fascia: aree residenziali del ceto medio/alto, centri periferici, aree suburbane residenziali**→ Tale fascia ha un'esclusiva **funzione residenziale**. Le aree residenziali nascono nel momento in cui la città (divenuta polifunzionale e quaternaria) non può più contenere tutta la popolazione. Parte di questa inizia a trovare **abitazioni più comode e vivibili** (+ ampie e con giardino o terrazzi) **ad un costo minore** poiché lontane dal centro della città, che viene raggiunto grazie ad un sistema di viabilità apposito su gomma o ferro. Nasce il fenomeno del **pendolarismo**: spostamento dalle fasce + esterne al centro della città. In questa fascia più esterna vi è una **migliore qualità ambientale.** **Il criterio determinante di questo modello è il costo del terreno (distanza-costo).** Il centro ha una posizione strategica ed è la fascia più appetibile poiché facilmente raggiungibile da ogni direzione, per questo **il costo del terreno è + elevato nella parte centrale della città e diminuisce man a mano che ci si allontana dal centro e si entra in periferia**, zona in cui si insediano tutte quelle attività che possono permettersi un costo minore per il terreno**. Il modello di Burgess si basa perciò sulla contrapposizione centro-periferia**. Le principali funzioni della città sono quelle residenziali e distributive. Con l'industrializzazione le industrie si moltiplicano, non rientrando più all'interno della sola città, per questo esse vengono posizionate al di fuori delle città e si diversificano. **La città industriale ha portato ad un incremento della popolazione**, le persone si spostano dalle campagne per trovare lavoro nelle città (fenomeno di mobilità migratoria). **Sintesi**→ Con l'industrializzazione si passa da una città preindustriale compatta ad una città industriale che si è progressivamente dilatata e segmentata. ![](media/image11.png) **MODELLO A SETTORI (HOYT, 1939)**→ Variazione del modello di Burgess. Tale modello ci mostra come sia possibile, attraverso alcune direttrici (vie di comunicazione, es: autostrada, ferrovia ecc...), accorciare la distanza-tempo dal centro e, di conseguenza, il costo del trasporto. Posizionare un'industria in una zona periferica ma a ridosso di una direttrice consente collegare in maniera + rapida e semplice le 2 dimensioni, allungando i benefici/vantaggi del centro su una fascia + estesa. **MODELLO A NUCLEI MULTIPLI (HARRIS E ULLMANN, 1945)**→ Il centro è ancora in posizione centrale, mentre le altre fasce si dispongono in posizione quasi casuale, esempio di decentramento industriale. Può essere considerato un non-modello, poiché non segue nessun criterio (territoriale, distanza-costo, distanza-tempo ecc...) e sembra vada a rappresentare una specifica situazione. Quando si può venire a creare questa situazione? In insediamenti costieri: essi possono arrivare a perdere l'unicità del nucleo ed avere molti centri di pari livello senza che ci sia una gerarchia. **Grafico di ripartizione della popolazione attiva nel passaggio da un'economia prevalentemente agricola ad un'economia post-industriale** Tale grafico è un'indicazione statistica compresa nelle statistiche demografiche. Fino a non molto tempo fa, le statistiche della popolazione erano compiute attraverso dei questionari porta a porta, sistema complesso e costoso che oggi si svolge attraverso un'indagine di tipo campionario che permette di avere delle statistiche più aggiornate e recenti. La popolazione attiva è quella in età lavorativa (15-65 anni), inclusa anche la popolazione disoccupata o in cerca di un'occupazione. L'immagine rappresenta un **grafico areale** che consente di cogliere il totale areale di ogni settore, oltre all'**evoluzione dei vari settori economici nel corso del tempo/spazio:** **1)Fase di sviluppo economico pre-industriale**→ Preponderanza dell'**agricoltura**. **2)Fase dell'industrializzazione matura**→ Riduzione agricoltura, preponderanza del **secondario**. **3)Fase post-industriale**→ Riduzione del secondario, grazie ad una maggiore meccanizzazione che ha portato ad una riduzione della forza lavoro umana, del terziario (settore dei servizi) a scapito del settore **quaternario** (es: banche, ricerca, finanza ecc...). L'Istat divide le attività economiche in 3 settori: primario, secondario (produzione industriale, commercio e mercati), terziario (settore dei servizi, la città è il luogo dei servizi. Es: scuola, sanità, amministrazione ecc...). Diff. statistiche demografiche/economiche: le seconde vengono effettuate alle imprese, dove si evidenzia la ripartizione degli occupati (concetto diverso dalla popolazione attiva). **N. B.→ Diff. struttura/infrastruttura\***: **1)Struttura: luogo fisico, costruzioni a scopo abitativo, commerciale o industriale**. Es: scuola, ospedale, stazione ecc... **2)Infrastruttura: linee o vettori che rendono accessibili le strutture tra di loro.** Es: ferrovie, collegamenti stradali, metropolitane, infrastrutture energetiche ecc... **PERCHE' LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE HA ORIGINE IN INGHILTERRA?** **La rivoluzione industriale nasce in Inghilterra per l'esistenza di diverse condizioni favorevoli (6):** **1)CAPITALI→ Provenienti dall'agricoltura** (capace di produrre un surplus già in tempi preindustriali), **dai commerci** (portatore delle fasi di intermediazione, all'interno della quale c'è un aumento del prezzo del prodotto stesso) **e dal credito** (forma di terziario o quaternario, es: banche, depositi ecc...). **2)MATERIE PRIME→ Sul territorio** (es: carbone, ferro) **o disponibili nelle colonie** (es: cotone, risorsa che non era coltivabile nella madre patria a causa del clima piovoso/umido e della posizione).\ **3)MANODOPERA→ Legata alla crescita demografica, essa si può spostare facilmente grazie all'evoluzione dei mezzi di trasporto** e svolge un ruolo importante, nonostante il sopravvento delle macchine. **4)MERCATO→ E' in espansione sia nella madrepatria che nelle colonie**, queste ultime perlo+ acquistano i prodotti finiti della madrepatria. **5)SPIRITO IMPRENDITORIALE**→ Fattore molto importante del processo industriale: **è la capacità di un paese nel saper investire in tecnologia, saper sfruttare le proprie risorse/idee per generare profitto, sapersi imporre nel mercato.** **6)ASSENZA DI OSTACOLI DA PARTE DELLO STATO**→ **Il boom industriale trova i paesi impreparati sotto il profilo normativo, perciò l'industria non è ostacolata dallo Stato** (es: sfruttamento dei bambini, salari bassi, no sicurezza ecc...). Poi verranno stabiliti dei vincoli normativi di varia natura: finanziari, sindacali, sanitari (salute/retribuzione dei lavoratori, sicurezza imprese ecc...). **Riferimenti letterari che hanno un valore descrittivo del paesaggio dal p. d. v. ambientale/industriale** Tra i riferimenti letterari alla città industriale si vuole ricordare quanto riportato da **Charles Dickens** in diverse sue opere. Interessanti descrizioni si ritrovano in **Hard Times (1854)**→ I principali elementi posti in risalto sono: la **presenza di fumo nell'atmosfera, l'inquinamento idrico e acustico.** La descrizione continua e riprende in altre parti del libro, ma **non si ha alcuna menzione alla presenza di spazi verdi o di luoghi di socializzazione all'aperto.** Decadimento della qualità della vita urbana: le case sono basse e strette, vi si vive in tanti e le malattie si propagano facilmente. **In Oliver Twist si trovano riferimenti simili**: il Tamigi si presenta come un fiume inquinato. Nell'opera vi è anche un **richiamo alla campagna, considerata come luogo fisicamente salvifico, curativo, tranquillo in contrapposizione alla città**: la tranquillità della campagna in contrasto con i ritmi ossessivi della fabbrica, l'aria pura con la nebbia e lo smog, la bellezza della primavera e degli spazi verdi col cemento, grigio della città. Abbiamo tanti dipinti, iscritti e litografie che dimostrano quanto detto. Possiamo analizzare un quadro in cui vediamo una città industriale sullo sfondo: notiamo lo skyline delle ciminiere, le abitazioni molto ravvicinate tra loro e lo smog. La città è posta in lontananza, quasi a dire che una città è uguale all'altra. In primo piano abbiamo la campagna: essa è caratterizzata da spazi verdi, persone che passeggiano in carrozza, luogo di riposo e svago. **La città come uovo (in +)** **1)**La **città antica** viene descritta come un **uovo sodo**, con i confini ben definiti. **2)**Si verifica un cambiamento **tra il 16°-19° sec.** (periodo della riv. industriale): i confini della città si vanno slabbrando, come quelli dell'**uovo al tegamino**, si hanno confini non definiti destinati ad ampliarsi verso l'esterno a meno che non ci siano limiti naturali. **3)**Si giunge alla **città moderna** che è paragonata ad un **uovo strapazzato**, essa è priva di un centro ben definito, è tutto mescolato, non uniforme, è tutto di difficile riconoscimento e gerarchizzazione. **GREEN BELT** **E' una porzione di territorio dotata di vincoli specifici, atti a vietare o almeno rallentare l'edificabilità, posizionata soprattutto a ridosso delle maggiori aree urbane e metropolitane può assumere svariate forme** (possono essere rese oggetto di green belt le aree vuote o dismesse, zone agricole, porzioni di verde boschivo/prativo ecc...). **+ semplice: la green belt è la possibilità di realizzare un vincolo urbanistico/edilizio motivato dalla qualità del territorio**, una cinta muraria limite all'espansione della città industriale e post-industriale. **La necessità di creare una green belt deriva dalle conseguenze della rivoluzione industriale che rompe il secolare equilibrio tra città e campagna**, tra organizzazione urbana e territorio agricolo: la città si disperde nella campagna. **Tale rottura ha portato ad un'urbanizzazione accelerata**, ad un maggiore tasso insediativo e ad una maggiore edificabilità dei territori, **con conseguente distruzione dell'ambiente naturale** interno e intorno alle città, **oggi ritenuto indispensabile per una buona qualità dello spazio abitativo** (oggi gli stessi problemi, anche più aggravati, si ripresentano nelle aree di nuova industrializzazione come la Cina). Ne derivano ambienti urbani sempre meno vivibili con aria insalubre, movimenti limitati, insolazione scarsa ecc\... **Da qui l'esigenza di una fascia di rispetto, la ricerca di una riqualificazione dei confini urbani.** Con il diffondersi dell'industrializzazione e dell'ampliamento urbano è apparso in Europa il problema di una eccessiva dilatazione edilizia (città diffuse), situazione in cui alcune cinture verdi sono risultate poco efficaci nel contenere l'espansione urbana. **A partire dagli anni 90 del 900 si giunge al concetto di Green Belt: territorio inteso non più inteso solo come barriera all'edificabilità, ma anche come luogo di gestione agro-ricreativa e di legame territoriale connettivo tra campagna e abitato.** Si può dire perciò che le green belt emergono nella loro compiutezza e pianificazione soprattutto in tempi recenti, configurandosi come un **fenomeno postindustriale** che risponde ad una pluralità di esigenze. **LA GREEN BELT IN INGHILTERRA**![](media/image6.png) L'archetipo londinese è l'esempio da cui si origina il concetto di green belt. **La green belt di Londra (Green Belt Act, 1938) è considerata la prima** in ordine di tempo, delineatasi in conseguenza della massiccia urbanizzazione causata dalla rivoluzione industriale inglese. L'Inghilterra ha sempre avuto un forte desiderio di ruralità e attaccamento alla campagna. **L'immagine mostra una carta tematica, dove abbiamo una base cartografica.** Si tratta di una **carta regionale in cui sono evidenziate le viabilità delle strade e i centri abitati**. E' una carta tematica poiché vengono indicati, attraverso l'uso dei colori (verde chiaro e verde scuro) **2 elementi: 1)Prima estensione della green belt (1962).** **2)Ingrandimento della green belt a seguito di un provvedimento legislativo (1988).** Vediamo inoltre dei **centri satelliti/periurbani legati alla città principale**: essi giustificano la propria espansione dalla presenza di Londra, **tali città sono legate da un pendolarismo** quotidiano, grazie alla possibilità di potersi spostare facilmente nella città attraverso vie di comunicazione rapide ed efficienti. A partire dall'inizio del 900 la popolazione inizia sempre più a spostarsi, dalla city quaternaria compatta e densa all'esterno, specialmente in queste fasce verdi. **La gestione del sistema di trasporto locale ed extra-locale è affidata alla regione**, poiché il pendolarismo si dispiega in varie province. Nella carta tematica della green belt inglese sono evidenziate le vie di comunicazione che si diramano a raggera a partire dal centro. Si può notare come la città sia diventata quaternaria, dove convince la funzione di servizi alla popolazione diurna e turistica. Lo studioso **Marinotti** introduce il concetto delle "mille popolazioni urbane", egli **distingue 4 tipologie di popolazione nelle città metropolitane: 1)Residenti. 2)Pendolari** (gran parte delle loro abitazioni si collocano nelle green belt e vengono censiti). **3)Turisti. 4)City users** (= utilizzatori della città: categoria ampia che comprende turisti d'affari, turisti, non sono regolari e sono perciò impossibile da censire). **Come sarebbe diventata Londra senza la Green Belt?** L'immagine ci mostra come, in assenza della green belt, Londra sarebbe stata soggetta ad un ingrandimento demografico molto + compatto della città, andando a riempire tutti gli spazi con attività esclusivamente urbane. **Espansione della città senza limiti**. **EVOLUZIONE STORICA E LEGISLATIVA** Riprendiamo i momenti che hanno portato alla nascita del concetto di green belt e alla sua conseguente attuazione efficace. **-1898→ Teoria della città-giardino dell'urbanista Howard**: essa costituisce il punto di partenza per arrivare poi alla definizione di green belt introdotta a fine 19° sec. ![](media/image12.png) Howard sostiene, con la **teoria dei 3 magneti**, l'esigenza di riunire i due magneti della città e della campagna nel terzo magnete della **città-guardino: modello in cui porzioni di campagna vanno ad intervallarsi alla città, e in cui le disfunzioni di entrambe** (città = traffico, inquinamento, delinquenza ecc..., campagna = marginalizzazione, scarsa socialità, mancanza di benefici di cui la città dispone) **vengono superate per valorizzarne le sole positività** (città = servizi/economia + sviluppati, campagna = migliore qualità dell'aria, \> spazio/capacità di movimento). **Howard parla di green belt come anello esterno della città, ma prevede anche anelli più ridotti costituiti da fasce di campagna hanno un compito ecologico, di connessione e separazione tra le varie funzioni urbane** (produttiva, residenziale, distributiva, es: l'area industriale viene contornata da una fascia di campagna o di verde, così da ridurre l'inquinamento ambientale). **Howard prevede la green belt, poiché definisce le città-giardino come comunità compatte circondate da una green belt e contenenti all'interno una proporzione equilibrata di abitazioni, stabilimenti industriali e zone agricole.** Questo progetto è difficile da attuare, poiché comporterebbe l'esproprio di una parte abitativa e ciò deve essere giustificato da motivi importanti, altrimenti si rischia che una parte della popolazione non abbia una collocazione. Questa situazione può essere evitata almeno in parte grazie alla compensazione (= si costruiscono le abitazioni in un altro spazio, ma magari molto più lontano dal centro, e quindi il proprietario perderebbe comunque qualcosa). **Il progetto di Howard può essere applicato solo in piccoli centri urbani oppure in una città nuova ideale.** **-1925→ Conferenza di Amsterdam: grazie a questa c'è la diffusione dell'idea di Green Belt in UE e oltre.** **-1929→ L'urbanista Unwin introduce l'idea di una campagna non solo con funzione ecologica e ambientale (Howard), ma anche con funzione ricreativa.** La campagna non è soltanto un luogo vuoto e libero in cui trovare svago e riposo, ma è importante introdurre anche delle attività sociali che le persone possano svolgere nel tempo libero. Ecco che **la green belt diviene un luogo frequentato di ricreazionismo.** Ricreazionismo\*: attività nell'arco di una giornata. Escursionismo\*: attività limitata a pochi giorni (es: weekend). Turismo\*: insieme delle attività/organizzazioni relative a viaggi/soggiorni di giorni a scopo ricreativo o di istruzione. **Quando è nata la green belt di Londra? Possiamo considerazione il 1938 come anno di nascita della green belt, con l'emanazione del Green Belt Act**: è un atto/norma che ha l'obiettivo di realizzare la green belt. **-1935→ Norma (non menzionata) per l'avvio formale della green belt londinese**, in questo stesso anno vi è anche la green belt di Mosca, dove l'utilizzo degli spazi verdi ha una funzione ecologica e ambientale. **-1944→ L'urbanista Abercrombie è chiamato a realizzare la green belt londinese, con il Greater London Plan.** Egli progetta una green belt che **si ispira al** **modello di Howard**: città-giardino in cui la campagna è sia intorno sia all'interno del tessuto urbano attraverso fasce verdi di separazione. Abercrombie pertanto **teorizza delle fasce concentriche che hanno una funzione sia ecologica-ambientale che ricreativa** (non sono solo una fascia di separazione ma anche uno spazio da utilizzare nel tempo libero). Il progetto di Abercrombie con anelli concentrici dalle varie funzioni (agricola, boschiva, ricreativa) **non è mai stato realizzato, ma si è realizzata un'unica grande fascia con vincolo di inedificabilità.** Abercrombie crede che la realizzazione della green belt sia possibile solo perseguendo un interesse comune e coinvolgendo una moltitudine di soggetti pubblici/privati per il raggiungimento di un bene collettivo: la green belt non considerata come imposizione ma come accordo tra individui per il bene comune, e in Inghilterra si è molto legati alla ruralità e alla sua preservazione. **-1947→ Town and Country Planning Act**: autorizza gli enti locali a effettuare verifiche sugli effettivi cambiamenti d'uso del suolo, la green belt sta per divenire operativa. **-1962→ Cartografazione e realizzazione concreta della Green Belt.** Negli anni 60 del 900 la campagna inglese inizia a trasformarsi da luogo produttivo a luogo di piacere e riposo. **-2000 (2010)→ Housing**: nel 2000 vi è l'inizio di un **problema di emergenza abitativa**, fenomeno provocato da un incremento demografico, prevalentemente stimolato dall'immigrazione, che porta in situazioni di emergenza a soluzioni a discapito dalla green belt, andando ad occupare superfici vuote, non abitate o destinate a verde urbano. Nel corso di un decennio **la richiesta edilizia, in termini alloggiativi e finanziari, giungerà a mettere in secondo piano l'interesse verso il tema ambientale**, cioè la tutela della green belt. **-1991 (2002)→ Pianificazione degli spazi aperti ad uso prevalentemente sportivo.** **La green belt non è solo una semplice fascia di separazione o di vincolo all'edificabilità, ma diviene un luogo di ricreazionismo.** Questa funzione va a concretizzarsi attraverso la creazione di impianti sportivi, percorsi natura o percorsi verdi. Uno degli aspetti fondamentali sta proprio nel fatto che **la green belt non deve essere priva della presenza umana.** **-1997 (2004-2009)→ Norma sullo sviluppo sostenibile delle aree rurali e delle loro funzioni sociali e ricreative.** Si cerca di mantenere la campagna come paesaggio naturale, ma tenendo conto anche del fattore produttivo. **La Gran Bretagna è inoltre soggetta ad alcune normative europee a tutela dell'ambiente, e che puntano sulla multifunzionalità agricola**: agricoltura come area del paesaggio, turismo rurale, componente di ristorazione, vendita diretta, attività educativa (es: fattorie didattiche), attività sociale (es: fattorie sociali) ecc... **-2006→ Ripianificazione dell'uso del suolo**, reso necessario dalla crescita della popolazione. **Prendiamo in considerazione un caso di studio: carta tematica delle Green Belt in Gran Bretagna**→ Le diverse Green Belt inglesi si trovano in tutto il territorio britannico, dove quelle principali sono quelle di **Cambridge** e **Manchester**: esse presentano aree agricole, parchi, boschi, fasce fluviali, aree sportive (anche campi da golf), e svolgono una funzione di separazione degli abitati, di freno edificatorio, di rigenerazione urbana ecc\... **Qual è la percezione che gli abitanti interni anno della Green Belt**? Essi la concepiscono come un **sistema boschivo, caratterizzato da parchi regionali e aree protette**. In realtà la componente agricola è maggiore rispetto a quella boschiva. Nella percezione collettiva, tutto ciò che non è naturale (es: componente stradale) si coglie come necessario, ma comunque negativo, pertanto si arriva ad un taglio infrastrutturale o comunque a una conversione in senso più ambientalista delle stesse (es: ponti verdi al di sopra delle autostrade per permettere il passaggio degli animali). Anche il verde urbano è soggetto al turismo. Le Green Belt vengono utilizzate quotidianamente dalla popolazione di prossimità, al pari di come si farebbe con un parco urbano.\ **L\'accesso pubblico della popolazione alla Green Belt varia da una Green Belt all\'altra.** **Le Green Belt sono di norma raggiungibili con un mezzo pubblico**, senza inquinare eccessivamente l'area con l\'insediamento di parcheggi, automobili ecc... **Grafico areale**→ Vi è la suddivisione in quartieri/distretti urbani così da darci informazioni sulla distribuzione delle green belt. **Man a mano che ci si avvicina al centro il grigio, che rappresenta la città, aumenta.** **Al contrario, il verde aumenta man a mano che si va verso l'esterno** e sfocia in quella campagna un po\' produttiva e non: **qui abbiamo una presenza ridotta di edifici e infrastrutture**. Grigio: città (es: abitazioni, edifici di varia entità, viabilità stradale e ferroviaria) / Verde scuro: Green Belt / Verde chiaro: giardini / Verde sbiadito: altri spazi verdi e corsi d'acqua. **I ¾ della Green Belt sono utilizzati come territorio agricolo (fine produttivo), il restante a scopo ricreativo.** La Green Belt non è presente ovunque, ma ci sono alcune interruzioni, infatti essa è densamente irrorata da strade e connessioni viarie. Vi sono inoltre delle piccole designazioni o zone che presentano invece una tutela accentuata (divieto di costruzione e tutela della fauna/flora). **\ Confronto tra aree agricole, parchi e campi da golf:\ **La **presenza** di **aree agricole** (verde) è **preponderante** perché è l\'origine di un territorio produttivo e necessario all\'**approvvigionamento urbano** della città. I **parchi** (verde chiaro), al contrario, sono **adibiti alle attività creative** e quindi hanno un\'origine più recente (risalgono probabilmente da aree inutilizzate, vuote, dismesse dall'agricoltura o ex industriali ecc...). Inoltre vengono evidenziati anche i **campi da golf** (rosso). Si può osservare, inoltre, come le aree agricole vadano a sfociare in quelle aree a parco, dove quest\'ultime rappresentano probabilmente un\'area dell\'azienda non più utilizzata. I parchi, giardini ecc... è bene che abbiano un\'**accessibilità massima** affinché non siano zone degradate, abbandonate, che divengano luoghi pericolosi, in cui la sicurezza sociale è compromessa. **Confronto tra 2 scuole di pensiero: 1)Green Belts: a greener future, natural England**: **associazione ambientalista che difende la Green Belt**, londinese e non, dalle speculazioni urbane. Si propone la tutela di quelle aree che si considerano delle riserve naturali (specialmente dell\'Inghilterra meridionale).\ **2)The Green Belt: A place for Londoners? Sostiene come la Green Belt non debba essere solo un luogo ricreativo, ma anche un luogo edificativo** per quegli abitanti desiderosi di un ambiente migliore. Cresce la necessità di nuovi alloggi, ma quest\'ultimi non possono essere posizionati nella citv, a causa di un'occupazione massima, ma neppure nella parte periferica della città. Nasce il desiderio di alcuni politici di andare a **intaccare il territorio della Green Belt per** placare questa nuova **richiesta abitativa.** Alcuni sostengono che la green belt, non raggiungibile da tutti, debba essere smantellata e debbano essere privilegiate le piccole quantità di verde. **AL DI FUORI DELL'INGHILTERRA** **GREEN BELT DI HONG KONG** Ad **Abercrombie**, urbanista che realizza la green belt di Londra, viene richiesto di **esportare il modello della green belt londinese nel territorio coloniale** (**anni 40-50**). Tuttavia Hong Kong, a differenza di Londra che è caratterizzata da un territorio omogeno, presenta una morfologia del territorio (arcipelagico, presenza di isole e fasce costiere) che rende quasi impossibile la realizzazione di una green belt. La **green belt** realizzata **non è molto estesa**, essa **si trova in territori impervi, difficilmente utilizzabili** per altri scopi, **non edificabili** e di **complicata e limitata accessibilità**: la green belt di HongKong è più un tocco urbanistico/attrattivo piuttosto che caratterizzata per avere un'efficacia pratica, è importante invece che la green belt venga fruita dalla popolazione. Tale progetto, nonostante la scarsa efficacia, è riuscito tuttavia a mettere un **vincolo allo sviluppo edilizio.** Il territorio di Hong Kong è caratterizzato anche da quelli che sono definiti **Country Parks: parchi regionali** più estesi della green belt, **aree verdi inedificabili** e di alta qualità ambientale/ecologica. Essi sono realizzati negli **anni 70**, in un contesto politico cambiato e grazie alla popolazione locale che richiede la loro creazione per preservare la naturalità dell'ambiente dallo sviluppo industriale e per incrementare la presenza di spazi verdi. L\'estensione notevole delle Country Parks è un continuo oggetto di speculazione e cresce la volontà di sottrarre questi territori all\'aspetto naturalistico. Hong Kong è, infatti, una zona molto appetibile dal punto di vista del mercato e del commercio mondiale, per suoi porti che danno sul Pacifico. **Al giorno d\'oggi sia la Green Belt che i Country Parks sono a rischio dall\'espansione edilizia.** **BACINO DELLA RUHR E EMSCHER PARK (GERMANIA)** **La Germania è lo stato con il maggior numero di Green Belt** (es: Francoforte, Monaco di Baviera ecc\...), **di parchi connettivi tra città** (es: Emscher Park) **e di parchi regionali** (es: Regional park RheinMain). È un paese ricco di medie e piccole città sparse nel territorio federale, che controllano ognuna una porzione di spazio agricolo e che hanno in dotazione una larga porzione di foresta (foresta \> agricoltura). Il Ruhrgebiet (= bacino carbonifero), cioè l'area della **Ruhr è costituita da un insieme di città** che, con il progredire dell\'industria pesante, si sono **stabilite lungo l\'asse fluviale**, la presenza del fiume rendeva infatti + conveniente il trasporto e ha agevolato lo sviluppo della regione. La Ruhr è una regione composta da borghi agricoli che si sono accresciuti e fusi tra loro creando città medie. **Anni 70-80: processo di deindustrializzazione**, nella maggior parte a causa dell'esaurimento dei bacini minerari. **Le città sono intervallate da una fascia lineare di verde senza abitazioni o fabbriche.** **Tutta questa area divisa è stata ricollegata nel 1989**, per opera dell\'IBA (forma di pianificazione territoriale che punta alla creazione di luoghi utili alla città, ha anche ricomposto Berlino dopo la caduta del muro), **attraverso l\'Emscher Park: parco regionale creato per ripristinare la qualità ecologica e combattere il degrado lasciato dall'industria, per una funzione di connessione urbana attraverso il verde e per dare ad ogni città uno spazio ricreativo** (memoria sociale). L'Emscher Park ha una **forma particolare che richiama una cicatrice**: la ferita, rappresentata dal territorio degradato dalle industrie, è stata ricucita dal verde, ripristinando la qualità ambientale. **Tale progetto si sviluppa lungo il percorso fluviale degli affluenti del Reno: Lippe, Emscher** (corso d\'acqua centrale e limite geofisico dell\'industrializzazione) **e Ruhr**. Il parco, frequentato quotidianamente ha generato **turismo** e la **nascita di attività economiche** nel suo territorio, presenta **percorsi ciclopedonali** (quotidianità, escursionismo e turismo) e **manufatti industriali riqualificati come spazi espositivi** (es: gasometro riadattato come palestra per scalate, torre storica diventa panoramica). **L\'obiettivo è rendere l\'area appetibile e attirare nuovi investimenti** che, grazie alla riqualificazione del territorio, ha comportato una maggiore qualità della vita che ha generato l'attrazione di società/aziende quaternarie e avanzate tecnologicamente di insediarsi in questo territorio, ciò ha creato nuova occupazione e crescita demografica. **Negli anni 80 si inizia a parlare del parco come Green Belt.** **GREEN BELT DI FRANCOFORTE** Francoforte è **l'esempio tedesco di Green Belt + noto.** La Green Belt esaminata **si chiama Frankfurter Grungurtel.** Al suo interno ci sono boschi (parte meridionale compatta), campi, orti (parte meridionale frammentata), cimiteri, piste ciclabili, percorsi pedonali, aree per mangiare, panchine ecc... **E' voluta dal comune nel 1991**, che è responsabile della stessa. La Green Belt ha una **cintura ad anello contenuto dalla presenza di 2 corsi d'acqua: il Nidda e il Meno.** La Green Belt di Francoforte **è un importante mezzo di dialogo tra città e campagna**, dove il verde privato e pubblico si intersecano, e dove i cittadini sono messi in contatto con una **zona verde semi-attrezzata fruibile e a scopo ricreativo**. Il verde periurbano di Francoforte si compone di **ampie estensioni agricole**: oltre all'**agricoltura produttiva tradizionale** (coltivazione della colza) si diffondono sul territorio forme di **agricoltura sociale**, cioè i **Kleingarten: orti urbani recintati** che hanno come obiettivo un uso appropriato del terreno ed evitare fenomeni di abbandono e degrado. Tali orti rispondono ad una precisa normativa e devono essere tenuti in ordine e coltivati con varietà esteticamente gradevoli. Inoltre vige il divieto dell'uso di questi suoli a fini commerciali, divieto di uso dei fertilizzanti, limitazioni della coltivazione di alberi da frutto ecc\... **Esempi di soluzioni ambientali in Italia: confronto tra Parco Nord e Parco Sud agricolo di Milano.** **La città di Milano è circondata da 2 parchi**: il primo occupa la periferia urbana e industriale settentrionale, il secondo l'hinterland meridionale (ha carattere agricolo). I due parchi sono separati ma facilmente saldabili in modo da formare un'unica Green Belt. **PARCO NORD DI MILANO** **Parco suburbano che ha una forma singolare** per un parco. E\' presente una Green Belt molto recente non ancora definita dal punto di vista giuridico. Vi è una **grande presenza dell'abitato**: è un territorio con elevata capacità insediativa, poiché il costo del terreno edificabile è minore (causa lontananza dal centro) e l'appetibilità ambientale è cresciuta negli ultimi anni. Vi troviamo abitazioni studentesche/lavorative.\ Vi è una **somiglianza con l'Emscher Park nell\'origine dei 2 parchi: entrambi nati per il recupero di un\'area ex industriale.** Milano già dagli anni 50 aveva un\'industria sviluppata, in grado di realizzare prodotti finiti (es. stabilimenti meccanici della Breda, quelli siderurgici della Falk e quelli automobilistici della Marelli), ma fortemente inquinante, inoltre lo sviluppo industriale portò ad un grande inurbamento (fenomeno dell\'immigrazione dalle regioni dell\'Italia meridionale). Quando l\'industrializzazione perse vigore, si cercò di rendere i territori, in passato occupati da industrie, e poi dismessi, nuovamente appetibili, da un lato mediante una **riqualificazione del territorio ad area naturale**, dall\'altro mediante la riproposizione in chiave culturale del recente passato, con il **riuso di alcuni manufatti industriali** (es: rifugio antiaerei delle officine Breda: fu costruito dall\'azienda automobilistica Breda per continuare il lavoro durante la seconda guerra mondiale, oggi è oggetto di visite didattiche). **Differenza con il caso tedesco: A Milano il parco regionale si viene a formare a partire da richieste spontanee della popolazione che inizia a piantare il verde**, mentre l'Emscher Park nasce come frutto di una pianificazione precisa per il recupero della zona industriale. Inoltre **nella Ruhr la deindustrializzazione ha comportato disoccupazione e l'allontanamento della popolazione** da questi territori per cercare altrove nuove occasioni di lavoro, mentre **a Milano la popolazione è rimasta** poiché la città è fortemente attrattiva e appetibile dal punto di vista residenziale, ed è un territorio in cui ci si può muovere facilmente grazie al pendolarismo. **Evoluzione normativa del Parco Nord di Milano** **-1970: prima norma istitutiva di un parco di interesse pubblico.** **-1975: riconoscimento di "parco regionale"** con forma di gestione consortile, ma questo rallenta i tempi delle iniziative proposte. **-1983: inizio opera di forestazione e costruzione di piste ciclabili.** **-2012: attribuisce la gestione ad un ente di diritto pubblico** (+ efficace per l'attribuzione/utilizzo dei finanziamenti). **Il progetto generale (per il 2030) vede la realizzazione di una Green Belt completa intorno alla città.** Pertanto il **Parco Nord di Milano è composto da parchi utilizzabili come parchi direttamente gestiti dall'area protetta o di pertinenza dei singoli comuni** (verde urbano, parcheggio, impianti sportivi). Interessa i comuni di Sesto San Giovanni, Bresso, Cinisello Balsamo, Cornano e Cusano Milanino. **Inoltre è attraversato da una linea ferroviaria metropolitana ed è dotato di apposita stazione.** **OXYGEN (2014)→ Edificio museale su palafitte** (collocato sopra un lago artificiale, soluzione ecologica per ripristinare una situazione escavatica, riempita con l'acqua una grossa cava nel terreno) **a forma di bolla d'aria realizzata dalla casa farmaceutica Zambon**, emblema dell'architettura post-industriale. Si tratta di un'iniziativa incentrata sul **tema del respiro**, infatti al suo interno si svolgono attività divulgative, sessioni di yoga e altre attività connesse al respiro. Vi si svolgono anche manifestazioni come concerti, si trasforma perciò in uno spazio di ritrovo e socialità. Oxygen ha una **valenza sia pratica che estetica.** **ORTI SOCIALI**→ Sono presenti circa **350 orti sociali** (regolamentati dagli anni 80): la messa a norma degli orti ha permesso sia un **miglioramento dell\'estetica del parco** sia un **proficuo utilizzo delle aree**. Il regolamento attuale (2004) indirizza i bandi di assegnazione ai pensionati e alla popolazione (residente nel territorio del Parco) con età superiore ai 60 anni: la durata della concessione è di 6 anni (rinnovabile). **Si raccomanda la coltivazione di specie ornamentali, l\'ordine, l\'aspetto estetico e igienico, si fa divieto di allevare animali, piantare alberi da frutto, affittare, abbandonare rifiuti, edificare, creare disturbo.** **\ PARCO SUD AGRICOLO DI MILANO** Si estende per 46.300 ettari e comprende il territorio di 61 comuni della provincia di Milano: è stato riconosciuto Sito di Importanza Comunitaria (SIC) grazie alle sue componenti. Il parco era direttamente gestito dall\'ente provinciale, dal 2015 la gestione è passata al nuovo ente Città metropolitana. **L\'elemento naturale e quello antropico convivono nelle aree protette periurbane.** **Iniziative del parco riguardano la modernizzazione/intensificazione dell'agricoltura e l'offerta di attività didattiche, esse sono:** 1)Ricostruire il paesaggio agrario tradizionale (presenza di monumenti storici importanti come l\'Abbazia di Chiaravalle, castelli storici ecc\...), attraverso la riqualificazione di cascine, mulini e marcite.\ 2)Elevata intensificazione della produzione agricola (una delle zone più densamente coltivate in Italia) di cereali, riso, prati e allevamento di bovini e suini. A Milano esistono dei mercanti interni, collocati abbastanza al centro della città, che accolgono le produzioni del parco.\ 3)Utilizzo di metodi moderni nell\'agricoltura.\ 4)Istituzione di una Commissione per lo studio del paesaggio del parco.\ 5)Introduzione di specie commestibili etniche (es: ocra, topinambur, coriandolo, cardamomo, curcuma).\ 6)Offerta di attività didattiche (es: apertura di un percorso natura, agriturismi, corsi di educazione ambientale, campi di lavoro promossi da Legambiente).\ **La sua vocazione è prettamente agricola, in quanto in prossimità della Pianura Padana.** **FINGER PLAN (= PIANO DELLE DITA)** Si tratta del **piano urbanistico di Copenaghen**, realizzato intorno agli anni 40 del 900. Questo piano urbanistico ebbe diversi ripensamenti e revisioni e sarà **approvato solo nel primo 2000.** In che consiste tale modello? **Il Finger Plan è il piano delle dita corrispondenti a direttrici dell'espansione urbana, industriale e infrastrutturale**. La **città compatta**, in particolare il centro storico, è compresa in quell'area simbolicamente costituita dal **palmo della mano**. Successivamente la città si è riversata fuori dal centro storico per un'esigenza produttiva e abitativa, pertanto **la città compatta si espande sull'intero territorio a disposizione** (per mancanza di ostacoli naturali dato che il territorio è pianeggiante), **fuoriuscendo dal palmo della mano.** In corrispondenza delle **dita** ci sono dei **centri periurbani**. **Per incoraggiare lo sviluppo del Finger Plan, si cerca di rafforzare le linee di comunicazione** (ferrovie, autostrade, corsi d'acqua ecc...) dal centro del palmo verso l'esterno fino ad arrivare alle dita, così da ridurre la distanza e il tempo per avvicinarsi al nucleo centrale (lo ritroviamo nel modello di Hoyt). **Ognuna di queste direttrici (dita) è frammentata da cunei di verde a scopo ricreativo/agricolo.** L'idea è quella di sviluppare le dita e si mantenere il verde tra di esse per evitare che i centri si espandessero a macchia d'olio che avrebbe deturpato il territorio. Tuttavia si verificò il **problema del rispetto dei confini, nel tempo le dita si sono inspessite e i cunei di verde si sono assottigliati**, per la mancanza di pianificazione, che comportò uno stato di abbandono dei cunei di verde e ad un loro sfruttamento edilizio. **Nel Finger plan le aree agricole non avevano nessun ruolo** poiché erano difficilmente fruibili in quanto aree produttive, non furono oggetto di pianificazione e si volle fare a meno di essere per reintrodurre l'agricoltura intensiva e l'orticultura. Perciò **la tradizionale agricoltura iniziò a scomparire nei cunei verdi per far spazio al verde extraurbano, che oggi in parte eroso necessitava di una Green Belt più tradizionale.** Si giunse all'idea di una **Green Belt a semicerchio**, concependola come un **elemento di raccordo tra i singoli cunei.** Solamente nel 2007, grazie al concetto di "ecoregione", fu riconosciuto il piano degli anni 40. **GROENE HART OLANDESE** La Groene Hart Olandese è una **vasta area verde centrale del Paese**, con zone torbose e acquitrinose, **intorno alle quali si sono sviluppate le principali città**: Amsterdam, l\'Aja, Rotterdam, Utrecht, Leida ecc\... Il suo **carattere rurale** contrasta con alcune le città molto popolate sopracitate che segnano i suoi confini e che costituiscono il **Randstad** (= conurbazione policentrica dei Paesi Bassi chiamata "città circolare", che comprende 17 città collegate tra loro da una rete mista composta da vie stradali, ferroviarie e fluviali). E\' un territorio vulnerabile in cui sarebbe importante preservare meglio la biodiversità, tuttavia quest'ultimo è spesso **aggredito dalla cementificazione** con l'apertura di nuove vie di comunicazione e la costruzione di edifici residenziali, industriali o commerciali. La richiesta di immobili è elevata nei Paesi Bassi e le città premono sul Groene Hart, rosicchiandone piccole porzioni anno dopo anno. Anche l\'agricoltura intensiva rischia di danneggiare irreparabilmente queste zone, oltre ai problemi legati alla geomorfologia poiché il territorio del Groene Hart sprofonda di pochi millimetri all\'anno. Si stanno cercando di elaborare dei **piani per preservare il Groene Hart e cercare di far coesistere natura e agricoltura** con quello che la nuova mobilità ed il piano di sviluppo del paese richiedono per i prossimi anni. **In passato questa zona era una gigantesca palude non idonea alla costruzione di centri urbani.** **Tra l'11°-12° sec., tale zona viene bonificata** e vi si costruiscono numerosi mulini, oltre all\'escavazione di molti canali per portare l\'acqua ai fiumi. **La zona divenne fondamentale per la coltivazione, l\'allevamento di bestiame e la produzione di torba.** Il Groene Hart è stato quindi inizialmente destinato a zona di orticoltura periurbana, mentre solo **dagli anni 80 si è pensato ad una organizzazione in termini ecosistemici ed ecologici dell\'area verde, vietando anche l\'edificazione entro i suoi confini.** Fisicamente presenta una grande varietà di paesaggi: laghi/boschi/stagni/ripopolamento di specie acquatiche e altre specie delle foreste/aree coltivate, sono presenti molti ettari di parchi e riserve naturali. Tra quest\'ultime ricordiamo le cosiddette \"**Stelle verdi**\", cioè delle entità delimitate sotto il profilo ambientale, collocate a ridosso dell\'abitato, e che contrastano la spinta edilizia, fungendo anche da spazio ricreativo di eccellente qualità. **Manca tuttavia un organismo unitario interessato alla cura dello spazio verde del Groene Hart.** Non c\'è una vera e propria cooperazione tra le 17 città coinvolte, ed un\'unanimità di vedute sulla sua utilità: infatti alcuni puntano + ad una crescita urbana inframezzata dal verde piuttosto che ad un unico spazio centrale. Il Groene Hart tutt\'oggi non ha il riconoscimento ufficiale di sistema ambientale naturale. **MERCATI** **MERCATI GIORNALIERI**→ Tipologia di esercizio a cui si può accedere giornalmente ed ha una maggiore varietà di merceologie alimentari. **MERCATI SETTIMANALI O MENSILI**→ Sono saltuari o periodici, hanno una preponderante presenza merceologica di abbigliamento, vestiti, casalinghi ecc...\ Questi mercati **si differenziano dagli esercizi privati poiché non hanno un affitto** (i mercati non implicano l\'acquisto del suolo commerciale) o delle tasse da pagare, poiché occupano una sede comunale non privata, **e seguono più facilmente la domanda** (il numero degli operatori può variare notevolmente a seconda della popolazione circostante), inoltre **in base all'andamento del mercato aumentano/diminuiscono i banchi.** Anche se negli ultimi decenni i costi di manutenzione sono aumentati (es: posteggio più costoso, costi di elettricità, riscaldamento ecc\...), **rimane la convenienza di stare su un suolo pubblico**. **Modello che definisce la variazione dei mercati legata alle dinamiche demografiche della popolazione in Italia\ **Si tratta di un **cartogramma a base provinciale con istogrammi** (in nero), **riferiti al numero di mercati presenti in ogni capoluogo di provincia.** ![](media/image5.png) Nero = numero di mercati in ogni capoluogo di provincia. Grigio = numero dei mercati rispetto alla superficie comunale (100 Kmq), cioè la densità territoriale. Grigio chiaro = numero dei mercati rispetto alla popolazione del comune (densità demografica), si parla di potenziale acquirente. Es: nel caso di Roma si nota una notevole consistenza di mercati rispetto alla popolazione e alla superficie del territorio. **Dal cartogramma si può notare:** **-Distribuzione varia su tutto il territorio italiano.\ -Elevato numero di mercati in corrispondenza di Roma.\ -Nel sud Italia vi è una presenza di mercati più uniforme in ogni capoluogo provinciale.\ -Maggior numero di mercati al coperto al nord, al contrario vi è un maggior numero di mercati all\'aperto al sud** (per una questione climatica).\ \ **N.B.→ Differenza tra mercati rionali/giornalieri e fiere.** Entrambi occupano una sede pubblica, ma i primi, in particolare occupano un edificio o un\'area specifica destinata all\'esercizio quotidiano. Le fiere, invece, sono un tipo di allestimento commerciale, che hanno una cadenza molto diluita nel tempo (cadenza annuale). Anche loro sono normate ed hanno un proprio luogo di attrazione/posteggio. Variando così tanto la cadenza, i singoli comuni hanno un elenco distinto per le fiere e per i mercati. **CARTOGRAMMI DEI MERCATI GIORNALIERI** **TORINO→ La distribuzione dei mercati è sufficientemente omogenea** poiché ogni circoscrizione (zone in cui il comune è diviso) ha almeno un mercato. **Nel centro storico c\'è una buona presenza di mercati**, il servizio è più che soddisfacente rispetto al numero della popolazione. Invece, si ha una **limitata presenza di mercati nella parte sud**-orientale, probabilmente perché si tratta di una zona periferica più montuosa, e quindi con una minore popolazione (minore popolazione = minor presenza di mercati). **MILANO**→ Milano **non ha un numero di mercati molto alto**, nonostante l\'elevata densità territoriale e demografica. Un dato che salta subito all\'occhio è la totale **mancanza di mercati nel centro della città.** Questo aspetto è giustificato dal fatto che il centro, più che essere storico, è ormai adibito ad una funzione quaternaria. La funzione residenziale non ha più lo stesso peso che aveva una volta (giustifica l\'assenza di un mercato che aveva successo come negli anni 70 del secolo scorso), in quanto la percentuale di popolazione è ormai molto bassa. A Milano c'è un numero elevato di mercati periodici e settimanali, nati per sopperire ai mercati quotidiani. **GENOVA**→ Il centro storico di quasi tutte le città marittime non è al centro, ma periferico, lungo la costa. Inoltre, nel caso di Genova, le montagne sono a ridosso della città, perciò si ha una **crescita litoranea dei mercati**. **A sud (centro storico) vi è una concentrazione maggiore di mercati, sovradimensionata rispetto alla domanda** (nonostante ciò i mercati sono rimasti). **BOLOGNA→ I mercati sono presenti nella parte centrale, e risultano essere sovradimensionati** rispetto alla poca popolazione (tanti mercati rispetto alla popolazione). **FIRENZE→ Concentrazione centrale di mercati** evidente. La presenza dei mercati è **uniforme** rispetto alla superficie e alla popolazione. **Nelle aree periferiche non interessa molto** il servizio del mercato. **ROMA→ In centro vi è una fortissima concentrazione di mercati, ma comunque ve ne è una buona presenza ovunque nel territorio**, anche nelle circoscrizioni periferiche. La richiesta produttiva di diversi mercati, a Roma è più diffusa rispetto ad altre città, forse per ragioni storiche. **NAPOLI→ La distribuzione dei mercati non è uniforme**, vi è una **maggiore concentrazione di mercati nell'area portuale del centro storico** (come Genova), **sovradimensionati** rispetto al territorio/popolazione, mentre **nelle aree + esterne vi è una totale mancanza poiché il servizio non interessa**. **BARI→ Presenza di mercati nelle aree storiche, sovradimensionati** rispetto alla popolazione. **Nelle aree + esterne vi è una minore concentrazione** di mercati. **CASO DEL COMUNE DI PERUGIA**→ Cartogramma a mosaico in cui è analizzata la popolazione residente, cioè il numero degli abitanti che vivono all\'interno del comune. Le zone più densamente popolate sono indicate dal colore nero, mentre quelle meno dense sono indicate con colori più chiari. Che zone sono? Circoscrizioni = zone in cui è diviso il comune, ovvero le sezioni di censimento (piccole unità amministrative da cui parte il singolo dato, che dà la possibilità al comune di contare la popolazione e di vedere variazioni piccole di quest\'ultima). **Fondamentale è la distribuzione della popolazione per capire il fenomeno dei mercati**. **I ritagli ci danno dei dati molto diversi**, si alternano ad esempio bianco e nero (= un'area + densa, vicino ad un'area -- densa), **e ciò dipende da una morfologia territoriale estremamente variegata** (ci sono delle aree non edificabili), **che fa variare a sua volta la concentrazione dei mercati nelle varie zone.**\ **La tabella esprime la presenza dei mercati periodici (settimanali, quindicinali, mensili ecc...) all\'interno dei comuni**. Nel caso di Perugia è presente **un solo mercato giornaliero**. Sono presenti invece **molti mercati periodici**. Il mercato con il maggior numero di posteggi è periferico, quindi ben accessibile sia dall'interno che dall'esterno (è il mercato di Pian di Massiano). **Perché c'è un solo mercato giornaliero e circa 16 periodici? Perché nel tempo il centro storico si è sempre + spopolato e la popolazione si è spostata progressivamente sempre + in periferia, favorendo la nascita di mercati periodici periferici.** In una situazione di città compatta vi era un unico mercato giornaliero di grandi dimensioni, ma con lo spostamento della popolazione verso l'esterno quest'ultimo non è più facilmente raggiungibile da tutti coloro che si trovano lontani dal centro, la soluzione sta nella nascita di un gran numero di mercati periodici che riescano a servire le aree periferiche. Negli ultimi decenni questi si rafforzano anche a seguito di uno stile di vita che concentra la spesa settimanale in un giorno (sabato). **MERCATI IN ITALIA** **MERCATO COPERTO DI PERUGIA**→ Riaperto da poco dopo 5/6 anni di ristrutturazione e qualificazione. Al suo interno vi sono 3 posteggi (macelleria, pescheria, ortofrutta) molto ampi, con strutture efficienti. Sono presenti delle panchine concepite come banchi per altri produttori, che si pensava ritornassero nella propria sede originaria come in passato. Non si tratta di un mercato turistico, ma offre prodotti alimentari di uso quotidiano. La struttura è organizzata su più piani, ma non c\'è una fruizione dei piani sottostanti. Essendo lo spazio sviluppato in altezza si poteva evitare di distruggere il mercato, ma al tempo stesso lo si poteva qualificare in vista di una nuova funzione. Negli inni 30 del secolo scorso, il mercato coperto era un luogo molto vivace, di incontro sociale. C'è veramente il bisogno di dar nuova vita a questo mercato coperto nel centro di Perugia? Il mercato coperto potrebbe costituire un\'importante forma di attrazione e di gravitazione, capace di donare nuova vita ai centri storici. Si è visto, infatti, come i mercati di diverse città italiane, permangono concentrati in centro. Si tratta di una sorta di pigrizia culturale? No, perché effettivamente permane una richiesta del prodotto quotidiano, anche in forma diversa rispetto al passato, e gli operatori iniziano a trasformare le proprie attività in base alla richiesta, specializzandosi, per esempio, nello street food (richiesto da lavoratori, turisti, city users ecc\...). **MERCATO COPERTO DI SANT'AMBROGIO, FIRENZE**→ Il mercato coperto sorge in un\'area sempre centrale, ma più legata ad una residenzialità di quartiere. È un mercato che ha mantenuto un\'anima tradizionale e questa si riflette anche nel rapporto con la popolazione circostante. L\'offerta propone prodotti genuini di filiera corta, tipicità locali ed eccellenze italiane. Il mercato di Sant\' Ambrogio conserva le radici col passato ma, al tempo stesso, cambia e si evolve. Infatti si coglie anche la volontà di ampliare il proprio raggio di azione ad un\'utenza che non sia solo locale, grazie ad un servizio a domicilio. Anche l\'interno si mantiene come un classico mercato di quartiere, attraverso la vendita di prodotti freschi, non trasformati. Il mercato Sant\'Ambrogio, in questo senso, si contrappone a quello di San Lorenzo. Inoltre essendo collocato in una zona residenziale è facilmente raggiungibile da più parti, ed è dotato di un parcheggio. **MERCATO COPERTO DI BOLOGNA**→ Ha ottenuto un prolungamento orario di apertura serale.\ Alla sera si mette da parte la vendita tradizionale, e si trasforma in una vendita diversa (di ristorazione e non solo). Questo è un modo per vitalizzare il luogo. Ritroviamo la struttura in ferro battuto tipico di molti mercati. Nella parte centrale vi è un gran numero di operatori, nonostante la popolazione residente sia una minoranza. Diversi servizi possiedono un proprio accesso autonomo che garantisce loro una certa indipendenza. **MERCATO CENTRALE** II modello mercatale di Firenze fu assorbito da altre realtà in modo da arrivare, in pochi anni, ad una denominazione unica: \"Mercato Centrale\", una sorta di catena di strutture che si riconoscono in questa nuova modalità di offerta. L\'aspetto comune, infatti, è la volontà di riqualificazione del territorio, poi ognuno ha avuto una storia evolutiva ed un sistema di gestione interna diversi. **MERCATO CENTRALE DI FIRENZE (MERCATO DI SAN LORENZO)**→ E\' collocato in pieno centro storico, vicino alla stazione e ai principali luoghi di valenza turistica. Il mercato ha cambiato, nel corso degli anni, la propria natura, poiché la tradizionale utenza (la popolazione residente), non consentiva più la sopravvivenza del mercato stesso. Contrariamente è cresciuta la popolazione turistica. Nel 2014, si compie una riqualificazione del complesso, modificando sia la parte strutturale che l\'offerta. Attraverso questa riqualificazione, L\'affluenza della popolazione è divenuta massima. Oggigiorno il mercato centrale di Firenze è anche un luogo di ritrovo, di manifestazioni culturali, di giochi per bambini ecc... Al piano superiore sono ubicate le strutture della ristorazione, con un evidente richiamo alla genuinità del prodotto e all\'eventuale trasformazione del prodotto venduto al piano sottostante. Dal pdv strutturale, uno sfoggio di tentativi per illuminare la struttura, attraverso una serie di vetrate, cerca di evitare lo sforzo di un\'illuminazione artificiale. Il mercato è concepito come una struttura a basso costo, accessibile a famiglie, lavoratori ecc..., pertanto anche la struttura stessa deve avere un basso costo. Osservazione: le strutture mercatali sono pensate dal comune. Le architetture richiamano ad uno stile liberty. Non c\'è nella tradizionalità il fine di concentrare lo spettatore esclusivamente negli acquisti, facendogli perdere il senso del tempo (aspetto presente in diversi centri commerciali), ma, al contrario si cerca di accoglierlo in una struttura confortevole. L\'aspetto ristorativo è diventato più che prevalente. Nella riqualificazione del complesso mercatale si è perso qualcosa, poiché questa trasformazione non è stata spontanea e progressiva come nei mercati spagnoli, ma si percepisce un distacco tra il prima e il dopo. Durante gli anni della ristrutturazione non c\'è stata una vera e propria chiusura (come nel caso di Perugia), grazie alla presenza di due piani. **MERCATO CENTRALE DI TORINO**→ Situato a Porta Palazzo, nella piazza del mercato all\'aperto più grande d\'Europa. E\' una struttura divisa su 3 piani, con botteghe di artigiani, aule didattiche, laboratori e uno spazio dedicato agli eventi. Una delle tradizioni del mercato, cioè quella di ritrovo e incontro, è stata ripresa adattandola alla sua nuova forma. Il tema dell\'alimentare rimane, tuttavia Porta Palazzo non è più solo un luogo di commercializzazione, ma anche un luogo di incontro tra diverse etnie (infatti sorge nel quartiere più multietnico di Torino). **MERCATO CENTRALE DI ROMA**→ Si trova vicino alla stazione Termini.\ Siamo ormai fuori dall\'idea di mercato poiché non si parla più di un edificio precedentemente adibito a mercato, che si è riqualificato per evitare di chiudere o per offrire un miglioramento sociale alla città. Infatti si tratta di un luogo pubblico (ex stazione ferroviaria) riutilizzato per fare ristorazione e somministrazione, in cui si vendono prodotti di alta qualità. L\'accessibilità non si limita all\'esclusiva popolazione in transito, ma anche ad altre tipologie di individui (city users, lavoratori, turisti ecc...).\ \ **MERCATO CENTRALE DI MILANO**→ E' situato dentro la stazione centrale, è un non mercato ed è una parte della stazione. Gli artigiani sono sempre messi in primo piano. Tuttavia ci si sta allontanando sempre più dall\'idea di mercato, infatti, all\'interno di stazioni ferroviarie, è facile trovare degli ambienti opportunamente destinati alla ristorazione e alla somministrazione, destinata specialmente alla popolazione in transito. Per mercato negli anni 2000 si inizia ad intendere una struttura di aggregazione, incontro, momento culturale da condividere.\ **MERCATO 24 MAGGIO, MILANO**→ Fu un mercato che nacque negli anni 50 del secolo scorso, a seguito di una forte industrializzazione. Sorge nella zona relativamente periferica dei Navigli. Una riqualificazione del luogo circostante ha portato ad una riqualificazione del mercato stesso. Dal pdv strutturale, l\'edificio riprende il colore verde per inserirsi meglio con il paesaggio circostante. Nei primi tempi il mercato offriva solo 2-3 banchi di prodotti sofisticati, biologici, vegani, e sembrava essere poco frequentato. Successivamente, invece, fu data una nuova veste agli operatori tradizionali. Infatti, al giorno d\'oggi il mercato propone sia prodotti locali, che etnici (es: prodotti del Sud America, indiani, dolciumi asiatici ecc\...). Pertanto l\'offerta è atta ad accogliere una popolazione multiforme, in prevalenza residente, ma con una percentuale di stranieri e frequentatori serali del Naviglio. Il mercato rimane in buona parte tradizionale anche se si integra bene con i locali serali del Naviglio.\ **MERCATO DI CATANIA (IN +)**→ Si tratta di un mercato all\'aperto e giornaliero molto frequentato.\ Nonostante l\'interesse turistico sia presente, il mercato si mantiene come luogo di incontro e di ritrovo, rimanendo un\'abitudine specialmente per gli anziani. L\'utenza è perlo+ maschile. Sorgendo in pieno centro, è difficilmente raggiungibile con un mezzo proprio, anche a causa della difficoltà di trovare parcheggio. **ORTI URBANI** Un orto urbano è uno **spazio verde di proprietà comunale e di dimensione variabile la cui gestione è affidata per un periodo di tempo definito ai singoli cittadini, più spesso riuniti in specifiche associazioni.** **Gli orti urbani in Italia costituiscono un fenomeno relativamente recente**, a differenza di altri paesi europei in cui troviamo tipologie di orti urbani già a partire dal 19° secolo. Ad esempio in Francia a fine secolo furono creati i lardins ouvries, letteralmente \"giardini degli operai\", coltivati sia per ottenere risorse economiche e alimentari che per usi didattici e sociali. Successivamente con la Seconda Guerra Mondiale vengono creati gli orti di guerra: aree verdi all\'interno della città che vengono destinate alla coltivazione di ortaggi e legumi per supplire alla carenza alimentare, fenomeno che investe anche la città di Torino. **Al giorno d\'oggi l\'orto urbano italiano occupa spazi vuoti, interstiziali o ex-industriali, con l\'intento di ricercare nuove aree da adibire alla socializzazione, per le attività all\'aria aperta e per la coltivazione di prodotti** salutari da integrare alla dieta. **Nel nostro paese le nuove esperienze legate agli orti urbani sono spesso frutto di scelte spontanee da parte di associazioni, enti pubblici e privati cittadini.** **Esistono vari tipi di orti che assolvono diverse esigenze:** **-Orti sociali** (rivolti a pensionati, famiglie numerose e a basso reddito, vi si accede con pubblica graduatoria). **-Orti terapeutici** (rivoti a soggetti con disabilità, o per scopi salutistici. Es: fattorie sociali, orti in cassetta ecc...). **-Orti didattici** (perlo+ all'interno dei pressi scolastici). **-Orti comunitari/collettivi** (pensati a livello di quartiere o accesso libero). **-Orti con valore commerciale**. Gli orti urbani sono meno diffusi in Italia meridionale e **+ diffusi al Nord Italia** (81% dei capoluoghi possiede orti urbani), nascono progetti in grado di declinare e diversificare l'offerta in base alle nuove richieste. **TORINO**→ Il comune di Torino presenta una delle prime normative sugli orti urbani in Italia, risalente al 1986. Le indicazioni contenute in essa prevedevano l\'assegnazione degli orti a privati cittadini, selezionati sulla base del reddito e dell\'età, andando a regolarizzare le situazioni di abusivismo. Nel 2013 fu approvato un nuovo regolamento comunale per l\'assegnazione degli orti urbani, in cui fu previsto un aumento dei terreni disponibili da destinare all\'orticultura. L\'assegnazione degli appezzamenti fu fatta con un bando circoscrizionale, in cui possono fare richiesta persone maggiorenni e l\'affidamento viene concesso per un periodo di 5 anni rinnovabili. Inoltre il ritorno di attenzione da parte delle nuove generazioni verso l'agricoltura, il km zero, la filiera corta e il biologico ha riportato in auge l\'orto urbano. Torino è definita la "capitale italiana degli orti urbani" per la grande diffusione di questi ultimi e per l'incremento recente nelle periferie industriali. **BOLOGNA**→ Prima regolamentazione negli anni 80, lo spettro degli aventi diritto si è ampliato: oltre agli anziani è prevista la destinazione di orti a "famiglie numerose o cittadini di qualsiasi età che rientrino in specifici progetti o finalità di carattere sociale". Orti dell'integrazione: "Coltiviamo insieme", progetto portato avanti dall'associazione di donne migranti "Assim", nata nel 2004. Si tratta di un tentativo di emancipazione di donne musulmane giunte in Italia per il ricongiungimento familiare e abitualmente perlo+ relegate all'interno delle mura domestiche. Attualmente è rivolto ad una decina di donne provenienti dal Marocco e dall'Egitto, assegnatarie di 8 appezzamenti. **MILANO**→ Gli orti sono destinati perlo+ ad associazioni, che perseguono lo scopo di potenziamento della socializzazione in area urbana, soprattutto in riferimento a gruppi marginali e multietnici. La cura dell'ambiente è perseguita attraverso il recupero delle aree vuote o degradate. All'interno del Parco Agricolo Sud Milano ci sono orti urbani che inizialmente venivano concessi ad anziani. All'interno del parco si aggiunge il progetto "Nutrire la città che cambia": progetto di agricoltura etnica che vuole introdurre coltivazioni esotiche nel territorio dell'area metropolitana di Milano. L'idea parte dalla constatazione dell'esistenza di un potenziale mercato di dimensioni notevoli ed esteso all'intero spazio regionale. La sperimentazione inizia nel 2014 con coltivazioni come l'ampalaya, la quinoa, l'ora, dunque di provenienza asiatica, americana e africana. **PISA**→ Orto sociale mira a divenire uno strumento di integrazione degli stranieri. **PERUGIA**→ Prevalenza di orti familiari/privati, meno diffusi gli orti terapeutici. Orti sociali: Parco urbano di S. Margherita, l'Orto Sole (centro storico), Orto Bello ecc... **BERLINO**→ Orti urbani presenti. Vi troviamo il caso interessante dell'orto comunitario Tempelhof, esso occupa una parte della superficie dell'aeroporto dismesso ed è diventato oggi un importante luogo di svago e occupato da biciclette, aquiloni ecc... La posizione centrale è preziosa: l'edificio aeroportuale viene usato oggi per festival e concerti, inoltre c'è un ampio spazio (in parte verde e in parte cementato) disponibile per attività libere e lontane dal traffico veicolare. Tempelhof ha ottenuto di recente di poter stabilizzare e radicare nel tempo l'uso spontaneo degli orti. L'intera area è stata riconosciuta come parco pubblico e dal 2011 si provvede alla realizzazione di progetti miranti ad una migliore fruizione della popolazione. A Berlino ci sono anche i community garden: è definito giardino mobile, esso inizia la sua attività nel 2009, con la bonifica dei rifiuti presenti nell'area e l'introduzione delle prime piante da parte dei residenti del quartiere, dal 2010 viene inoltre ospitato anche un Garden Cafè.