Alleanze e accordi aziendali PDF
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Catholic University of the Sacred Heart
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This presentation outlines different types of business collaborations, including alliances, agreements, and joint ventures. It covers the various business purposes of these agreements, such as achieving competitive advantages, sharing risks, or accessing new markets. The presentation also explains franchising and licensing agreements, highlighting specific examples like McDonald's and others.
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Economia Aziendale Alleanze e accordi aziendali Economia Aziendale Alleanze e accordi tra aziende (imprese) Il successo e la sopravvivenza di un’azienda dipendono in larga parte dalla sintonia con il contesto ambientale di cui fa parte. Può essere conveniente instaurare collab...
Economia Aziendale Alleanze e accordi aziendali Economia Aziendale Alleanze e accordi tra aziende (imprese) Il successo e la sopravvivenza di un’azienda dipendono in larga parte dalla sintonia con il contesto ambientale di cui fa parte. Può essere conveniente instaurare collaborazioni, accordi o alleanze di varia natura e tipo, con altre aziende che operano nello stesso contesto. 2 Economia Aziendale Alleanze e accordi: i diversi scopi Conquistare o consolidare vantaggi Sviluppare nuove Ripartire i rischi tecnologie competitivi Condividere e Incrementare accrescere capacità nell’area Accedere a nuovi esperienze e produttiva e/o mercati conoscenze commerciale 3 Economia Aziendale Alleanze strategiche Particolare tipologia di accordi: di scadenza non breve; visibili, percepiti all’esterno; informali o precisamente regolati su base contrattuale. Servono, ad esempio: per accedere al mercato della controparte, tra concorrenti per esercitare insieme alcune funzioni, per acquisire una maggiore forza contrattuale nei confronti delle istituzioni. 4 Economia Aziendale Alleanze strategiche: esempio Volkswagen e Ford "i mercati e la domanda dei clienti stanno cambiando a una velocità incredibile. Entrambe le società hanno già posizioni forti e complementari in diversi segmenti di veicoli commerciali. Per adattarsi all'ambiente difficile, è della massima importanza ottenere flessibilità attraverso le alleanze. [...] La potenziale cooperazione industriale con Ford è vista come un'opportunità per migliorare la competitività a livello globale". Thomas Sedran Responsabile della strategia del gruppo Volkswagen 5 Economia Aziendale Accordi di licenza Concede temporaneamente il diritto d’uso (del brevetto, del marchio, etc.) Licenziante Licenziatario Pagamento di un compenso o royalty (solitamente si applica una % sulle vendite derivanti dall’utilizzo) 6 Economia Aziendale Accordi di licenza: esempio Microsoft e Asus « Un accordo che prevede anche una stretta collaborazione per integrare al meglio i servizi di Microsoft nei nuovi smartphone e tablet, nonché sviluppare nuove soluzioni software pensate per interagire al meglio con l’interfaccia ZenUI di Asus. […] niente guerra ai sistemi operativi concorrenti (che siano Android o iOS), ma integrazione dei servizi Microsoft sul maggior numero di dispositivi mobili possibile » Satya Nadella Ceo Microsoft 7 Economia Aziendale Franchising Particolare accordo di licenza Diritto a vendere i propri beni ed a usare il proprio marchio (in una determinata area o secondo specifiche modalità) Franchiser Franchisee Pagamento di una % sul fatturato (royalty) e rispetto delle norme contrattuali che regolano il rapporto 8 Economia Aziendale Franchising (continua) Un’ulteriore peculiarità del franchising rispetto al generico « accordo di licenza » è che, solitamente: il franchiser s’impegna anche a trasmettere al franchisee knowhow, conoscenze, competenze, offrire formazione ed assistenza. 9 Economia Aziendale Franchising: esempio McDonald’s In Italia, l’85% dei punti vendita McDonald’s sono condotti attraverso accordi di franchising, mediante i quali l’affiliato corrisponde a McDonald’s royalties nella misura del 5% delle vendite nette a fronte dell’utilizzo del brand e di altri servizi, oltre ad ulteriori somme, sempre calcolate in percentuale dei ricavi di vendita, per la pubblicità e per gli affitti delle strutture. 10 Economia Aziendale Joint Venture Strutture organizzative comuni: con un’autonomia giuridica; costituite da due (o più) soggetti imprenditoriali – che ne hanno il controllo congiunto e paritario – ciascuno dei quali conserva la propria indipendenza operativa; ben formalizzate e a tempo determinato. 11 Economia Aziendale Joint Ventures: esempio Renault e Nissan Nel 1999 la casa automobilistica francese Renault e quella giapponese Nissan Motor hanno costituito con quote paritetiche una società di diritto olandese – Renault-Nissan BV – per elaborare una strategia comune e sviluppare sinergie, divenendo, nel 2001, il terzo gruppo automobilistico mondiale, dietro General Motors e Volkswagen. Nel 2016 Mitsubishi è entrata nell’accordo. Attualmente RNB costituisce il terzo produttore mondiale di automobili. 12 Economia Aziendale Consorzi Sono alleanze tra imprese ben formalizzate e regolate anche sul piano giuridico (art. 2602 ss. c.c.), con cui due o più imprese creano un’organizzazione comune per svolgere alcune attività che si predeterminano all’inizio del rapporto, pur conservando ciascuna di esse autonomia economica e giuridica. Consorzi con Consorzi con attività attività ESTERNA INTERNA 13 Economia Aziendale Consorzi attività esterna vs interna Consorzi con Consorzi con Attività Esterna Attività Interna Servono a svolgere alcune Servono a svolgere alcune funzioni all’interno e funzioni volte all’esterno a nell’interesse dei consorziati. vantaggio dei consorziati, attraverso un ufficio comune e un fondo consortile. 14 Economia Aziendale Consorzi: esempio Consorzio del Parmigiano-Reggiano Nato nel 1934, il Consorzio del Parmigiano-Reggiano ha riunito tutti i caseifici produttori, perseguendo diversi obiettivi, ad esempio: tutela della Denominazione di Origine Protetta (D.O.P.); vigilanza sulla produzione e sul commercio del formaggio "Parmigiano-Reggiano"; valorizzazione della sua produzione "; promozione del suo consumo in Italia e all’estero, vigilanza sull’uso corretto dei marchi e tutela dalle contraffazioni, etc. 15 Economia Aziendale Reti o Networks Sono collaborazioni organizzate in diverse forme fra una pluralità di aziende, che oggi peraltro possono trarre vantaggio dalla diffusione delle tecnologie informatiche. Sono caratterizzate dall’interdipendenza e dalla complementarietà che si creano fra le aziende partecipanti. 16 Economia Aziendale Reti o Networks: esempio Rete Mondobio La rete Mondobio è formata da quattro aziende agroalimentari emiliano-romagnole che insieme soddisfano tutte le fasi della filiera. L’obiettivo è offrire al consumatore finale prodotti privi di sostanze chimiche, riducendo al minimo l’impatto ambientale dell’attività agricola. « La rete […] consente di realizzare progetti comuni ma non vincola in modo permanente le aziende, che mantengono la propria autonomia. Ogni impresa fa quello che ha sempre fatto e soprattutto ciò che sa fare meglio » Arturo Santini Chairman 17 Economia Aziendale Distretti industriali Pluralità di imprese, in generale di piccola e media dimensione: legate ad un medesimo territorio; appartenenti ad uno stesso settore; specializzate in una o più fasi di un processo produttivo. Decidono di condividere le loro conoscenze e di cooperare sotto diversi profili, pur restando indipendenti e concorrenti fra loro. 18 Economia Aziendale Distretti industriali: esempi italiani 19 Economia Aziendale Affitto d’azienda Oggetto di locazione: Azienda Locatore Cede temporaneamente la gestione Affittuario (proprietario) Sia il locatore che l’affittuario possono essere persone fisiche o società. Regolato da norme di legge 20 Economia Aziendale Affitto d’azienda: implicazioni Dal punto di vista del proprietario/locatore: Reddito Convertito temporaneamente in Provento variabile fisso Rischio tipico di Convertito temporaneamente in Rischio impresa inadempienza Ulteriore rischio: l’affittuario potrebbe orientare la gestione al breve termine. Il proprietario potrà tutelarsi attraverso specifiche clausole contrattuali. 21 Economia Aziendale I gruppi aziendali Pluralità (variamente estesa e configurata) di aziende tutte controllate, direttamente o indirettamente, da una capogruppo o holding. Holding A B C D α β 22 Economia Aziendale I gruppi aziendali: caratteristiche Un solo soggetto economico: Holding o Capogruppo Svolge attività di indirizzo e coordinamento delle singole aziende appartenenti al gruppo. Più soggetti giuridici: la pluralità di aziende Pertanto, le diverse aziende restano indipendenti dal punto di vista giuridico. Tuttavia, l’autonomia decisionale risulta limitata. Connotati sfumati dell’autonomia (carattere distintivo dell’azienda) 23 Economia Aziendale I gruppi come crescita aziendale La formazione dei gruppi rientra nei processi di crescita aziendale. Fronteggiare la complessità ambientale, raggiungere un vantaggio competitivo e garantirsi la sopravvivenza. Crescita qualitativa Crescita (cd. Sviluppo) dimensionale 24 Economia Aziendale Crescita interna vs esterna Crescita Crescita Interna Esterna Si usano mezzi e capacità di Si acquisiscono altre cui si dispone, portando a imprese, combinando i punti compimento adeguati di forza dell’acquirente e programmi di dell’acquisita. investimento. Attuabile secondo diverse modalità 25 Economia Aziendale Le differenti modalità di acquisizione Acquisto di un’altra Proprietà dell’impresa impresa Condivisione del Fusione complesso aziendale risultate dall’unificazione Acquisto del capitale Partecipazione di della società che controllo possiede l’impresa 26 Economia Aziendale Alcune politiche seguite nell’acquisizione Acquisizione di imprese che svolgono la medesima attività, ma in diverse aree (diversificazione del rischio per area geografica); Acquisizione di imprese che operano in settori diversi (diversificazione del rischio per attività); Acquisizione di imprese per fini puramente finanziari e speculativi (es. cash pooling). 27 Economia Aziendale I gruppi aziendali: realtà assai variegate I percorsi di formazione dei gruppi, così come gli obiettivi perseguiti, sono i più diversi. I gruppi si presentano come realtà assai variegate. Essi possono distinguersi, ad esempio: in base alla natura della capogruppo: holding pura e holding mista oppure holding pubblica e privata (ed eventuali subholding); in base al tipo di integrazione economica fra le aziende: gruppi ad integrazione verticale, orizzontale e conglomerati; in base alla struttura formale delle partecipazioni: gruppi a struttura semplice, complessa e a catena; Etc… 28 Gli aggregati di istituti: una classificazione Grado di Presenza di un Gruppo di Legame con uno formalizzazione istituto leader controllo unitario specifico territorio Gruppi di imprese Elevato Sì Sì No Joint venture Elevato No No No Costellazioni / reti Basso Sì No No (salvo quelle di subfornitura interne a un distretto) Reti in franchising Elevato Sì No No Consorzi Elevato No No No Associazioni di Sì (per le sezioni categoria locali) Elevato No No Distretti industriali Basso No No Sì (è elemento caratterizzante) Partnership Variabile da caso a In genere sì pubblico-privato caso (istituto pubblico) No In genere sì 29 Gruppi di impres e: L’esempio di Walt Disney 30 Gruppi di imprese: L’esempio del gruppo globale del lusso LVMH 31