Sviluppo del concetto di sé nei bambini

Il concetto di sé si sviluppa comprendendo non solo il proprio aspetto ma anche attività, preferenze e capacità.

In questa fase, i bambini descrivono se stessi basandosi su elementi concreti e visibili agli altri.

I bambini enfatizzano le caratteristiche positive di sé e tendono a sottovalutare le caratteristiche negative.

Il confronto con altri e la consapevolezza dei propri limiti si sviluppano solo intorno ai 7-8 anni.

Freud e Piaget ritengono che la visione irrealistica del Sé sia dovuta all'incapacità di distinguere i desideri dalla realtà.

Gli psicologi evoluzionisti vedono la visione positiva del Sé come un meccanismo di protezione che aiuta i bambini a concentrarsi sui propri progressi.

L'atteggiamento positivo dei genitori, che enfatizza le abilità dei figli, contribuisce al loro sviluppo psicologico.

Il concetto di Sé può essere considerato una teoria specifica della mente, ovvero la psicologia ingenua.

I bambini prescolari pensano che la bontà e la cattiveria siano tratti immutabili. Chi sbaglia è considerato cattivo.

I bambini imparano che la bontà e la cattiveria non sono tratti permanenti. Un errore non significa che qualcuno sarà sempre cattivo.

Le emozioni come il senso di colpa, la vergogna e l'empatia si sviluppano durante la fanciullezza. I bambini iniziano a comprendere le emozioni degli altri e le proprie.

Il test TEC (Pons e Harris) valuta la comprensione delle emozioni dei bambini mostrando loro situazioni e chiedendo loro di associare le emozioni ad un soggetto descritto.

I bambini di 5 anni riconoscono le espressioni di base delle emozioni e gli eventi che le scatenano.

I bambini di 7 anni comprendono il ruolo di credenze, desideri e ricordi nello sviluppo delle emozioni. Capiscono che le emozioni possono cambiare nel tempo.

I bambini di 9-11 anni comprendono che le emozioni possono essere modulate e che le persone possono avere sentimenti diversi e anche contrastanti.

Le regole di esibizione implicano nascondere o intensificare le emozioni in base alle situazioni sociali per evitare conseguenze negative.

Le figure di riferimento aiutano i bambini a regolare le emozioni durante tutta la fanciullezza. I metodi includono coprirsi gli occhi, chiedere aiuto e parlare a sé stessi.

Il gioco simbolico, in cui i bambini fingono, ha una funzione emotiva oltre a quella cognitiva. Aiuta i bambini a dominare le emozioni negative.

Il gioco simbolico può aiutare i bambini a dominare la realtà in tre modi: compensazione, liquidazione e anticipazione.

La vergogna è una valutazione negativa di sé in generale, accompagnata da un senso di inadeguatezza e dal desiderio di scomparire.

Il senso di colpa è una valutazione negativa di azioni specifiche, con attenzione rivolta al comportamento o alla vittima. È un'emozione positiva legata all'empatia.

Il senso di colpa predisp. si presenta nelle situazioni appropriate, mentre il senso di colpa cronico è sempre presente e può indicare problemi mentali.

La capacità di comprendere e rispondere alle emozioni degli altri, soprattutto alla loro sofferenza.

Il processo di apprendimento delle regole morali, che comporta la conoscenza, l'osservanza e la valutazione di norme di comportamento.

Il dispiacere provato per la sofferenza altrui, che ci motiva a voler aiutare.

La capacità di comprendere che le persone hanno pensieri, emozioni e prospettive diverse dalla nostra.

Il primo stadio dello sviluppo del dispiacere empatico, in cui il bambino confonde il suo stato emotivo con quello dell'altro.

Un sentimento positivo che si prova quando si beneficia della sofferenza di qualcun altro.

Un tipo di intervento disciplinare in cui si spiega al bambino le conseguenze delle sue azioni e si suggerisce come riparare il danno.

Un tipo di intervento disciplinare che si basa sull'imposizione di regole e limiti.

Un tipo di intervento disciplinare che si basa sul ritiro dell'amore e dell'affetto per punire un comportamento indesiderato.

Una sequenza di esperienze che porta il bambino ad anticipare la sensazione di colpa prima di commettere una trasgressione.

Un processo che coinvolge la ripetizione degli interventi disciplinari e la conseguente interiorizzazione delle regole morali.

Stato in cui si prova empatia per la sofferenza di un gruppo, che può portare ad azioni di impegno sociale e politico.

La capacità di comprendere che le persone hanno storie di vita diverse, che influenzano le loro esperienze e le loro emozioni.

L'ambito in cui un individuo agisce liberamente, senza vincoli esterni. Questo spazio rappresenta la base per la libertà personale ed evolve durante la crescita, espandendosi sempre di più.

La capacità di comprendere e valutare la moralità, come la giustizia e l'equità, è presente già in tenera età. Studi dimostrano che i bambini molto piccoli sono sensibili a comportamenti di aiuto e punizione.

Studi condotti su bambini di diverse età hanno mostrato che la capacità di comprendere e valutare la giustizia e l'equità si sviluppa gradualmente nel tempo.

I bambini di 12-18 mesi sono in grado di distinguere tra un'azione equa e una iniqua, preferendo chi distribuisce risorse in modo equo.

A partire dai 3 anni, i bambini sono in grado di valutare la quantità di lavoro e di ricompensare di conseguenza, mostrando una comprensione di base della giustizia.

Un senso di colpa che si prova quando si è consapevoli di aver fatto qualcosa di sbagliato e si prova empatia per la persona che ha subito il danno.

Un'area del cervello responsabile della sensibilità alla sofferenza altrui.

Un disturbo caratterizzato dall'assenza di empatia e senso di colpa.

Lo sviluppo di un senso di colpa appropriato nei bambini è influenzato dal modo in cui sono stati cresciuti.

Condotte che attuano coloro che cercano di giustificare o minimizzare le proprie azioni immorali.

Riconoscere l'errore e la sua gravità, ma giustificare l'azione minimizzando le conseguenze o svalutando la vittima.

Riconoscere l'errore ma attribuire la colpa a fattori esterni o a altri individui.

Un comportamento per cui si considera una propria azione accettabile se vista come un mezzo per un fine superiore.

Confronto tra una propria azione con un'altra più grave, reale o immaginaria.

Utilizzo di termini neutrali o rispettabili per mascherare azioni immorali.

Attribuire la responsabilità del proprio comportamento a forze esterne.

Dividere la colpa tra più persone coinvolte.

Ridurre o ignorare le conseguenze negative delle proprie azioni.

Prevedere il comportamento di un bambino nell'utilizzo di meccanismi di disimpegno morale.

La capacità di controllare gli impulsi e resistere alle tentazioni, che si sviluppa tra i 18 e i 30 mesi. Richiede la capacità di rappresentazione, lo sviluppo dei lobi frontali e una buona regolazione delle emozioni.

Le strategie che si imparano con l'età per resistere alle tentazioni, come distogliere l'attenzione dallo stimolo o cambiare i propri obiettivi.

La capacità di comprendere e applicare le regole morali, che si sviluppa con l'apprendimento e l'esperienza.

La concezione della morale che deriva dall'obbedienza alle regole imposte dagli adulti, tipica dei bambini fino agli 8 anni. Il comportamento giusto è definito dall'obbedienza, indipendentemente dalla comprensione delle regole.

Lo stadio di sviluppo etico in cui l'individuo interiorizza le regole morali in modo autonomo, a partire dai 9 anni. Si basa sulla comprensione del rispetto reciproco e sulla capacità di ragionare sulle conseguenze delle proprie azioni.

Il tipo di giustizia che si basa sulla relazione tra colpa e punizione, tipica della morale eteronoma.

il tipo di giustizia che riguarda l'equità nella distribuzione di risorse o compiti, che si sviluppa con l'età e la maturazione.

La spiegazione psicologica evoluzionistica per il comportamento morale. Agire in modo reciproco significa tenere conto delle azioni passate dell'altro, sia nei confronti nostri che nei confronti degli altri.

L'influenza della reputazione sul comportamento morale, secondo la teoria della reciprocità indiretta.

Il ruolo dell'osservazione e della reazione immediata nel giudizio morale dei bambini. A partire dai 5 anni, i bambini sono meno inclini a compiere azioni ingiuste se vengono osservati da altri.

La concezione delle sanzioni che corrisponde alla morale eteronoma. Si basa sull'idea che ogni infrazione deve essere punita severamente, indipendentemente dalle intenzioni.

La concezione delle sanzioni che corrisponde alla morale autonoma. Si basa sull'idea che le punizioni devono essere educative, volte a far comprendere le conseguenze delle proprie azioni.

Lo sviluppo dell'idea di giustizia distributiva secondo Piaget, che evidenzia tre fasi: il dominio dell'adulto, l'uguaglianza e l'equità.

Un metodo di intervento per promuovere lo sviluppo morale nei ragazzi deviati, basato sui dilemmi morali e sulla discussione.

Lo studio di Dunn, Turiel, Smetana e Nucci che ha mostrato che i bambini, anche in giovane età, distinguono tra regole morali e convenzionali.