I Primi Anni Dell'Italia Unita PDF
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Questo documento presenta un riassunto dei primi anni dell'unificazione italiana, partendo dal 1848. Il testo analizza i diversi fattori politici, sociali ed economici che hanno contribuito al processo di unificazione, con particolare attenzione alla monarchia sabauda, a Giuseppe Garibaldi e alla Spedizione dei Mille. Il documento conclude con la Terza Guerra d'Indipendenza e l'unificazione finale.
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**I PRIMI ANNI DELL'ITALIA UNITA** **L'Italia dopo il 1848** Dopo i moti rivoluzionari del 1848, in cui molti Stati italiani tentarono di ottenere l'indipendenza dal dominio austriaco, il panorama politico della penisola rimase instabile. Le rivolte non ebbero il successo sperato, sia a livello it...
**I PRIMI ANNI DELL'ITALIA UNITA** **L'Italia dopo il 1848** Dopo i moti rivoluzionari del 1848, in cui molti Stati italiani tentarono di ottenere l'indipendenza dal dominio austriaco, il panorama politico della penisola rimase instabile. Le rivolte non ebbero il successo sperato, sia a livello italiano che europeo, ma alimentarono il desiderio di unificazione. In Italia, i moti fallirono principalmente a causa dei particolarismi regionali, che ostacolavano una visione unitaria e condivisa. L'unica realtà politica stabile emersa da questo periodo fu il Regno di Sardegna, \"garantito\" dallo Statuto albertino, che continuava a rappresentare un punto di riferimento per le aspirazioni unitarie. Si evidenziarono, inoltre, i caratteri del divario tra Nord e Sud, una questione destinata a influenzare profondamente il processo di unificazione e lo sviluppo del paese negli anni successivi. Fu la monarchia sabauda, con il Regno di Sardegna guidato da Carlo Alberto e successivamente da suo figlio Vittorio Emanuele II, a prendere le redini del movimento risorgimentale. Il Piemonte si pose come baluardo delle aspirazioni unitarie, grazie anche all'opera del primo ministro Camillo Benso, conte di Cavour, che lavorò attivamente per consolidare l\'influenza sabauda sia all\'interno della penisola che a livello internazionale. **La monarchia sabauda e la Seconda Guerra d'Indipendenza** La monarchia sabauda, sotto Vittorio Emanuele II, continuò a lavorare per l\'unificazione italiana con una serie di riforme e strategie politiche. Il capo del governo, Massimo D\'Azeglio, prima di lasciare il posto a Camillo Benso, conte di Cavour nel 1852, introdusse le leggi Siccardi, che abolirono alcuni privilegi ecclesiastici, riducendo l\'influenza della Chiesa sugli affari di Stato. Quando Cavour prese il controllo del governo, cercò di consolidare ulteriormente la posizione del Regno di Sardegna a livello internazionale. Nel 1854 promosse la partecipazione del Piemonte alla guerra di Crimea, con l\'obiettivo di ottenere il sostegno delle grandi potenze, in particolare della Francia, per la liberazione dall\'occupazione austriaca. Nel 1859 scoppiò la Seconda Guerra d\'Indipendenza, che diede ai Savoia l\'occasione di estendere i propri domini anche al Centro Italia. L\'alleanza con la Francia di Napoleone III fu decisiva: in cambio del supporto militare, Cavour accettò di cedere Nizza e Savoia alla Francia. Le vittorie nelle battaglie di Magenta e Solferino portarono all\'annessione della Lombardia al Piemonte con la pace di Villafranca. Tuttavia, il Veneto rimase sotto controllo austriaco, e la completa unificazione della penisola richiedeva ulteriori passi. **Giuseppe Garibaldi e la Spedizione dei Mille** Mentre il Piemonte consolidava la sua posizione nel Nord, un altro grande protagonista dell'unificazione si distinse al Sud: Giuseppe Garibaldi. Già aderente alla Giovane Italia di Giuseppe Mazzini dal 1837 e fuggito in Sud America, Garibaldi tornò in Italia per partecipare attivamente al processo di unificazione. Combatté nella Seconda Guerra d\'Indipendenza con i suoi \"Cacciatori delle Alpi\", contribuendo alla causa piemontese contro l\'Austria. Nel 1860, Garibaldi organizzò la celebre Spedizione dei Mille, imbarcandosi a Quarto e sbarcando a Marsala. Il suo obiettivo era liberare il Regno delle Due Sicilie dal dominio borbonico. Tuttavia, mentre i garibaldini combattevano per l\'unità d\'Italia, in Sicilia i contadini speravano nella redistribuzione delle terre, come dimostra il dramma di Bronte, dove scoppiarono rivolte agrarie. Garibaldi riuscì a sconfiggere le forze borboniche e risalì la penisola, conquistando Napoli. Nel frattempo, Cavour, temendo che l\'iniziativa di Garibaldi potesse sfuggire al controllo sabaudo, occupò le Marche e l'Umbria per consolidare il dominio del Regno di Sardegna sull'Italia centrale. Il 26 ottobre 1860, Garibaldi e Vittorio Emanuele II si incontrarono a Teano, segnando simbolicamente l'unione tra le forze garibaldine e quelle piemontesi. Pochi mesi dopo, il 17 marzo 1861, venne proclamata ufficialmente l\'unificazione italiana, con Vittorio Emanuele II come primo re del neonato Regno d\'Italia. Nel 1865 la capitale fu spostata a Firenze, continuando il processo di consolidamento dello Stato italiano. **La Terza Guerra d'Indipendenza** Nonostante la proclamazione del Regno d'Italia, alcuni territori italiani, come il Veneto e Roma, non facevano ancora parte del nuovo Stato. Nel 1866, grazie a un\'alleanza con la Prussia, l'Italia partecipò alla Terza Guerra d'Indipendenza contro l'Austria. Sebbene l'Italia non riuscisse a distinguersi militarmente, la vittoria prussiana consentì al Regno d\'Italia di ottenere il Veneto attraverso il Trattato di Vienna. Roma, invece, rimaneva sotto il controllo del Papa e delle truppe francesi, protetta dall'appoggio di Napoleone III. Tuttavia, nel 1870, lo Stato Pontificio perse il sostegno della Francia a causa della guerra franco-prussiana. Questo permise alle truppe italiane di avanzare e, dopo la breccia di Porta Pia, Roma fu conquistata e divenne la capitale del Regno d\'Italia. **LA SITUAZIONE SOCIALE ED ECONOMICA DELL'ITALIA UNITA** **Torino e lo Statuto Albertino** Dopo l\'unificazione dell'Italia nel 1861, Torino divenne la prima capitale del Regno d\'Italia. Il nuovo Stato ereditò lo **Statuto Albertino**, concesso dal re Carlo Alberto di Savoia nel 1848. Lo Statuto era una costituzione flessibile e liberale per l'epoca, che garantiva alcune libertà fondamentali come quella di stampa e di religione. Tuttavia, lo Statuto concedeva ampi poteri al re e non garantiva il suffragio universale: solo una ristretta minoranza della popolazione maschile poteva votare. **Lo Statuto Albertino e la Costituzione Italiana** Lo Statuto Albertino rimase in vigore fino al 1948, quando fu sostituito dalla **Costituzione Italiana** della Repubblica. Quest'ultima, a differenza dello Statuto, prevedeva una democrazia parlamentare, il suffragio universale (anche femminile) e l\'uguaglianza dei cittadini davanti alla legge, segnando una netta evoluzione rispetto alla monarchia costituzionale sabauda. **La popolazione italiana nel 1861 e l\'analfabetismo** Nel 1861, quando fu proclamato il Regno d\'Italia, la popolazione era di circa **22 milioni di abitanti**, ma il Paese era estremamente frammentato dal punto di vista economico, sociale e culturale. Uno dei principali problemi dell'Italia unita era l'alto tasso di **analfabetismo**, che raggiungeva quasi l'80% della popolazione. La carenza di istruzione era particolarmente grave nelle regioni meridionali, dove si riscontrava una maggiore povertà e arretratezza. **Le leggi Casati (1859) e Coppino (1877)** Per affrontare il problema dell'analfabetismo, furono introdotte le **leggi Casati** (1859) e **Coppino** (1877). La legge Casati, promulgata prima dell'unità, stabilì un sistema scolastico pubblico e obbligatorio, anche se con risultati limitati. La legge Coppino, invece, rese l'istruzione primaria obbligatoria per i bambini dai 6 ai 9 anni, aumentando i tentativi di ridurre l'analfabetismo. Tuttavia, la povertà e le scarse risorse destinate all'istruzione limitarono l'impatto di queste riforme, soprattutto nel Sud. **La tassa sul macinato** Uno dei provvedimenti più impopolari del nuovo Stato italiano fu l\'introduzione della **tassa sul macinato** nel 1868. Questa imposta colpiva la macinazione del grano, aggravando le condizioni economiche delle classi popolari, già provate dalla povertà. La tassa provocò forti proteste e tensioni sociali, soprattutto nelle campagne. **La Questione Meridionale e il Brigantaggio** Subito dopo l'unificazione, emerse la cosiddetta **Questione Meridionale**, ovvero il divario economico, sociale e culturale tra il Nord, relativamente più sviluppato, e il Sud, caratterizzato da arretratezza, povertà e feudalismo. Il **brigantaggio**, fenomeno di ribellione armata nelle campagne meridionali, fu la manifestazione più evidente di questo malcontento. Il brigantaggio fu spesso alimentato dalle disuguaglianze e dalla difficile integrazione del Sud nel nuovo Stato. **Michelina De Cesare e il brigante Papa** Tra i briganti più noti del periodo c\'era **Michelina De Cesare**, una donna diventata una delle icone della resistenza armata contro le truppe sabaude nel Sud Italia. Insieme al brigante **Papa**, guidò numerose azioni contro le forze dell\'esercito piemontese, fino alla sua cattura e uccisione. I briganti erano visti come criminali dal governo, ma in molte comunità del Sud erano considerati eroi popolari che lottavano contro le ingiustizie. **Il completamento dell\'Unità Italiana** L'unità d'Italia si completò ufficialmente nel 1870, con l'annessione di **Roma**, che divenne la capitale del Regno. Tuttavia, le sfide legate all'unificazione, soprattutto sociali ed economiche, rimasero irrisolte per molto tempo, e il divario tra Nord e Sud si aggravò ulteriormente. **Il clima culturale europeo** I primi decenni dopo l\'unificazione italiana coincisero con un importante fermento culturale in Europa. Nel 1848, Karl Marx e Friedrich Engels pubblicarono il **Manifesto del Partito Comunista**, proponendo una visione rivoluzionaria per la lotta di classe. Nel 1859, Charles Darwin pubblicò **L'Origine delle Specie**, che rivoluzionò il pensiero scientifico sull'evoluzione e la selezione naturale. In campo letterario, lo scrittore francese Gustave Flaubert pubblicò opere come **Madame Bovary** (1857) e **L'Educazione Sentimentale** (1869), capolavori del **realismo**. **Realismo e Positivismo** Il **realismo** e il **positivismo** furono le correnti intellettuali più influenti dell\'epoca. Il realismo, soprattutto in letteratura e arte, cercava di rappresentare la vita quotidiana e le difficoltà sociali in modo fedele e dettagliato. Il positivismo, corrente filosofica guidata da Auguste Comte, esaltava la scienza e il progresso tecnologico come mezzi per migliorare la società. **Le grandi invenzioni della Seconda Rivoluzione Industriale** Durante la **Seconda Rivoluzione Industriale** (1870-1914), si svilupparono numerose innovazioni tecnologiche che cambiarono la vita delle persone. Tra le più importanti ci furono l'elettricità, il telefono, il telegrafo, il motore a scoppio e l\'acciaio. Queste invenzioni contribuirono alla nascita di nuove industrie e all'espansione dei trasporti e delle comunicazioni. **La borghesia** In questo contesto di industrializzazione, la **borghesia** assunse un ruolo sempre più importante. Questa classe sociale, formata da imprenditori, professionisti e commercianti, divenne il motore dell'economia e della vita politica. La borghesia sosteneva il progresso, il capitalismo e le riforme, ma spesso era in conflitto con le classi popolari e il proletariato, che vivevano in condizioni di povertà. **I flussi migratori** L\'Italia unita affrontò anche un importante fenomeno migratorio. A partire dagli anni \'70 dell'Ottocento, milioni di italiani emigrarono verso l'America e l'Europa settentrionale in cerca di lavoro e migliori condizioni di vita. Questi **flussi migratori** furono causati principalmente dalla povertà rurale, dalla mancanza di opportunità economiche e dalle disuguaglianze tra Nord e Sud. **ECONOMIA E SOCIETÀ NELL'ERA DELLA SECONDA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE** **Rallentamento dell\'economia nell\'ultimo trentennio dell\'800** Nell\'ultimo trentennio dell'Ottocento, l'economia europea attraversò una fase di rallentamento e crisi, nota come Grande Depressione (1873-1896). Questo periodo fu caratterizzato da una caduta dei prezzi agricoli e industriali, causata da un eccesso di produzione rispetto alla domanda. Le importazioni estere di cereali a basso costo, in particolare dagli Stati Uniti e dalla Russia, provocarono un crollo dei prezzi agricoli, innescando una crisi agricola in Europa. Allo stesso tempo, l\'eccesso di produzione industriale rispetto alla domanda portò a licenziamenti e disoccupazione in molti settori. Sebbene questa fase di instabilità economica colpisse soprattutto le economie più industrializzate, non si trattò di una crisi generalizzata. Molti settori agricoli e industriali subirono un calo, ma il rallentamento spinse anche verso innovazioni tecnologiche e riorganizzazioni produttive, che avrebbero poi alimentato lo sviluppo della Seconda Rivoluzione Industriale. **La Seconda Rivoluzione Industriale** La Seconda Rivoluzione Industriale, che si sviluppò a partire dagli anni \'70 dell'Ottocento, portò a un\'accelerazione del progresso tecnologico e a grandi cambiamenti economici e sociali. A differenza della prima rivoluzione industriale, incentrata sull'uso del vapore e del carbone, questa nuova fase si basò su nuove fonti di energia, come l\'elettricità e il petrolio, e su innovazioni tecnologiche che trasformarono l\'industria e la società. Si verificò un profondo cambiamento nella produzione e nei consumi, che modificò radicalmente la vita quotidiana delle masse. Si instaurò un legame più stretto tra la ricerca scientifica, lo sviluppo tecnologico e l'industria, con gli avanzamenti della chimica che trovarono applicazione in moltissimi settori diversi, come la metallurgia, la produzione di gomme, farmaci, concimi ed esplosivi. Questo interscambio tra scienza e industria contribuì a creare nuovi prodotti e a migliorare le condizioni di vita, segnando una nuova era di sviluppo economico e sociale. **Nuove fonti di energia** Tra le principali innovazioni della Seconda Rivoluzione Industriale vi furono le nuove fonti di energia: l'elettricità e il petrolio. L'elettricità rivoluzionò l'industria, i trasporti e la vita quotidiana, permettendo di alimentare macchinari in modo più efficiente e di illuminare le città. Grazie a nuove scoperte, si rese possibile controllare e trasportare l'energia elettrica, rendendo molto più semplice l'illuminazione delle case e delle città. Questa innovazione aprì la strada a invenzioni rivoluzionarie come il telefono, il telegrafo senza fili e il cinema. Il petrolio divenne la base per lo sviluppo del motore a scoppio, che aprì la strada all\'invenzione dell'automobile. Inoltre, la diffusione del petrolio andò a alimentare nuovi motori, mentre il motore elettrico iniziò a guadagnare terreno. Il miglioramento delle tecnologie siderurgiche, come il processo Bessemer, rese possibile la produzione di acciaio in grandi quantità e a basso costo, trasformando l'edilizia e i trasporti con la costruzione di ferrovie e navi più moderne. **Il capitalismo finanziario** In questa fase si affermò il capitalismo finanziario, che vide la crescita di grandi imprese e la fusione tra capitale industriale e capitale bancario. I rapporti divennero sempre più stretti tra le industrie e le banche, creando un ambiente favorevole alla nascita delle holding, società finanziarie che controllano una serie di imprese diverse. Le imprese divennero sempre più complesse e necessitavano di ingenti capitali per investire in nuove tecnologie e infrastrutture. Per ridurre la concorrenza e dominare il mercato, molte aziende formarono cartelli o concentrazioni, consolidando ulteriormente il loro potere economico. Nacquero i monopoli e i trust, che controllavano interi settori economici, e il ruolo delle banche divenne fondamentale per finanziare queste operazioni su larga scala. La Borsa si affermò come un centro vitale per gli scambi finanziari, e iniziò una stretta connessione tra finanza e industria, influenzando profondamente il panorama economico dell\'epoca. **La società borghese** In questo contesto si consolidò la società borghese, che era già emersa con la prima rivoluzione industriale. La borghesia, composta da imprenditori, commercianti, professionisti e intellettuali, rappresentava la classe dominante. Con la piena affermazione economica, politica e culturale dell'alta borghesia, si esaltavano l'intraprendenza, il successo personale e l'autocontrollo come valori fondamentali. Questo gruppo sociale vedeva il progresso economico e tecnologico come un'opportunità per migliorare il proprio benessere e consolidare il proprio potere. Tuttavia, all\'interno di questa società si osservava anche una netta separazione dei ruoli tra uomini e donne, sia in società sia nella vita privata. Mentre gli uomini erano maggiormente coinvolti nel lavoro e nella sfera pubblica, le donne erano spesso relegati a ruoli domestici e familiari, con limitate opportunità di partecipazione nella vita economica e politica. I valori della borghesia erano centrati sul lavoro, il successo individuale e il progresso, e la famiglia rimaneva un nucleo fondamentale della vita sociale. **Nuovi spazi nelle case e in città** Con lo sviluppo urbano e l'industrializzazione, anche le città e le abitazioni cambiarono. Le case borghesi cominciarono a differenziarsi in spazi specifici per diverse attività: il salotto per ricevere ospiti, la sala da pranzo per i pasti e le camere da letto private per la famiglia. Le abitazioni borghesi dovevano essere eleganti e dotate delle comodità moderne, con ogni stanza che aveva una funzione precisa. Anche le città si trasformarono con la costruzione di grandi viali, parchi pubblici, teatri, musei e nuovi quartieri residenziali. Nacquero spazi appositi per il tempo libero, come grandi magazzini, parchi e sale da concerto, che arricchirono l'offerta culturale e ricreativa. Si sviluppò anche il turismo, sia al mare che in montagna, diventando una parte importante della vita sociale e dell\'economia urbana. Le infrastrutture urbane, come le reti elettriche, i trasporti pubblici e le fognature, migliorarono ulteriormente la qualità della vita nelle città. **L'evoluzione del movimento operaio** Durante la Seconda Rivoluzione Industriale, il movimento operaio si rafforzò. Gli operai, spesso costretti a vivere in condizioni difficili, lottavano per migliori condizioni di lavoro, salari più equi e riduzione dell'orario lavorativo. I lavoratori continuavano a rivendicare salari più alti, migliori condizioni e maggiori diritti, e i sindacati ricorrevano a scioperi e manifestazioni per far sentire la loro voce. Si svilupparono i sindacati, organizzazioni che difendevano i diritti dei lavoratori, e il pensiero socialista guadagnò popolarità, ispirando le lotte operaie. Nel 1864 fu fondata la Prima Internazionale dei lavoratori, sotto la guida di Karl Marx, con l'obiettivo di unire i movimenti operai di diversi paesi nella lotta contro il capitalismo. Tuttavia, la Prima Internazionale si spaccò a causa delle divisioni tra le diverse correnti. Nel 1889, in risposta a queste divisioni, nacque la Seconda Internazionale, che cercò di rafforzare l'unità del movimento operaio a livello globale. **Charles Darwin e le nuove correnti di pensiero** Nel campo delle scienze, una delle figure più influenti fu Charles Darwin, un naturalista britannico, che con la pubblicazione de L\'Origine delle specie (1859) rivoluzionò il pensiero scientifico. La teoria dell'evoluzione, basata sul principio della selezione naturale, affermava che tutti gli esseri viventi si evolvono nel tempo e che gli individui e le specie che si adattano meglio all'ambiente finiscono per prevalere. Questa teoria implicava che anche gli esseri umani discendono da animali, una concezione che suscitò notevole dibattito e controversie. Nel 1871, Darwin pubblicò L'origine dell'uomo, in cui approfondì la sua teoria riguardo all'evoluzione umana e alla sua relazione con le altre specie. Le idee di Darwin sconvolsero il pensiero tradizionale, basato sulla creazione divina, e influenzarono anche altre discipline, come la sociologia e la filosofia, contribuendo a una nuova comprensione della vita e dell\'origine delle specie. **Positivismo e Darwinismo sociale** Due correnti di pensiero dominanti in questo periodo furono il Positivismo e il Darwinismo sociale. Il Positivismo, sostenuto da pensatori come Auguste Comte, promuoveva l'idea che la scienza e la tecnologia fossero i mezzi per comprendere e migliorare la società. Con un ottimismo e una grande fiducia nel progresso, i positivisti sostenevano che l\'umanità potesse raggiungere un futuro migliore attraverso lo sviluppo scientifico e razionale. Inoltre, il Positivismo affermava che anche la società umana potesse essere studiata mediante il metodo scientifico, dando origine a discipline come la sociologia. Il Darwinismo sociale, invece, era una distorsione delle teorie di Darwin applicata alla società umana. Secondo questa teoria, le leggi della selezione naturale si applicavano anche alle società umane: le classi più ricche e potenti erano viste come le più "adatte" alla sopravvivenza, giustificando così le disuguaglianze sociali ed economiche. Questo pensiero fu spesso utilizzato per giustificare il colonialismo e l'imperialismo, e, con il contributo di pensatori come Joseph Arthur de Gobineau, si svilupparono teorie razziste che proclamavano la superiorità di alcune classi e di alcuni popoli.