Psicologia Cognitiva PDF
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This document provides an outline of different chapters on cognitive psychology. It covers topics such as the introduction to general psychology, including figures like Wilhelm Wundt and William James, and major schools of thought like functionalism and behaviorism. It further delves into areas of the mind and associated concepts, from emotion to cognitive revolution.
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Indice Capitolo 1 Introduzione alla psicologia cogni va (pagina 2) Capitolo 2 Personalità (pagina 13) Capitolo 3 Emozioni (pagina 38) Capitolo 4 Alessi mia ed Anedonia (pagina 57) Capitolo 5 Intelligenza (pagina 59) Capitolo 6 La psicologia dello Stres...
Indice Capitolo 1 Introduzione alla psicologia cogni va (pagina 2) Capitolo 2 Personalità (pagina 13) Capitolo 3 Emozioni (pagina 38) Capitolo 4 Alessi mia ed Anedonia (pagina 57) Capitolo 5 Intelligenza (pagina 59) Capitolo 6 La psicologia dello Stress (pagina 68) Capitolo 7 Decision Making (pagina 72) 1 CAPITOLO 1 INTRODUZIONE ALLA PSICOLOGIA GENERALE La psicologia generale L’interesse per il funzionamento della mente ha una lunga storia che si può far risalire all’an ca Grecia, ma l’avvento del metodo sperimentale ha rivoluzionato lo studio della persona umana, concentrandosi sul rapporto tra il funzionamento della mente e le sue basi cerebrali. Wilhelm Wundt Wilhelm Wundt, nel 1879 a Lipsia is tuì il primo laboratorio di Psicologia Sperimentale. Egli configurò la psicologia come una "scienza di laboratorio", con specifici problemi e metodi sperimentali, assai diversi da quelli della tradizionale psicologia di derivazione filosofica. L'idea che portò alla fondazione del laboratorio di Wundt era che la mente e il comportamento potessero essere sogge ad analisi scien fica. Secondo Wundt, infa , i processi mentali e i processi fisici dell’organismo umano sono paralleli: né i primi causano i secondi né i secondi causano i primi, ma a ciascun cambiamento dei primi corrisponde puntualmente un cambiamento dei secondi. Approfondì la ricerca nell’ambito della percezione sensoriale, cioè analizzò le esperienze sensoriali primarie (anche de e esperienze dire e), in par colare la percezione visiva. La psicologia sperimentale è nata per stabilire il rapporto tra uno s molo fisico e l'impressione psichica sensoriale che se ne riceve. Questo rapporto può essere verificato non solo sperimentalmente (in laboratorio), ma anche misurato, quan ficato e formulato addiri ura matema camente. Il metodo sperimentale che u lizzo Wundt fu l’introspezione: L’introspezione è un metodo che ha origini filosofiche, ma che fu “perfezionato” per studiare processi mentali. Indaga i fenomeni “interni” e implica il «guardarsi dentro» per descrivere i contenu e/o i processi psichici che si stanno/si sono sviluppa nella propria mente. Per studiare dire amente tale realtà ci si avvaleva delle descrizioni che i sogge fornivano circa i loro processi mentali, sulla base dell’esperienza dire a “interna” di ques ul mi. Per studiare dire amente tale realtà ci si avvaleva delle descrizioni che i sogge fornivano circa i loro processi mentali, sulla base dell’esperienza dire a “interna” di ques ul mi. William James Questo scienziato sosteneva che non esiste una sensazione semplice, poiché la coscienza è un con nuo pullulare di ogge e relazioni. Ogni azione è reazione al mondo esterno, e gli sta intermedi, come il pensiero, sono solo un luogo ed un momento transitorio che indirizzano verso un’azione. 2 La teoria di James viene denominata Funzionalismo: lo studio di come lavora la mente per consen re all’organismo di ada arsi all’ambiente e funzionare Secondo questa teoria la psicologia, la scienza della mente, assume come propri da : - pensieri e sen men - un mondo fisico, nello spazio e nel tempo, con cui esse coesistono - la con nua interazione con l’ambiente James so olineò che: - lo studio della coscienza non è riducibile ai singoli elemen , contenu , e stru ure - la coscienza è una proprietà della mente in con nua interazione con l’ambiente Watson e il Comportamen smo Le cara eris che della teoria di Watson, de a comportamen smo, sono: - rifiuto dell’introspezione come metodo di indagine - rifiuto dell’inna smo e importanza dell’esperienza, i comportamen sono conseguen al condizionamento e l’ambiente modella il comportamento rinforzando specifiche abitudini. - centralità dell’apprendimento, gli studi sul comportamento animale o dei bambini piccoli possono delineare dei modelli adegua alla psicologia dell’uomo adulto Operazionismo: i conce corrispondono alle operazioni a raverso cui vengono misura Empirismo logico: è possibile dare ad ogni conce o teorico una definizione esplicita in termini osservabili. Pavlov e il Condizionamento classico Ivan Petrovitch Pavlov (1849-1936), premio Nobel, riuscì a condizionare il riflesso di salivazione (RIFLESSO INCONDIZIONATO) che si presenta ogni qualvolta siamo di fronte ad uno STIMOLO APPETITIVO PRIMARIO. L’esperimento di Pavlov consisteva nel far precedere (appena qualche secondo prima) la somministrazione di uno STIMOLO APPETITIVO PRIMARIO (cibo per un cane affamato) da uno s molo, inizialmente NEUTRALE (ad es., suono di una campanella). Ripetendo l'abbinamento fra i due s moli un numero sufficiente di volte, alla fine la campanella causava la salivazione prima della somministrazione del cibo (Il riflesso era stato condizionato). Quindi la salivazione diviene un riflesso condizionato e la campanella uno s molo condizionato. Watson prese spunto dai risulta di Pavlov per mostrare come le reazioni emo ve possano essere condizionate nelle persone, da qui l’esperimento del piccolo Albert. Il caso del Piccolo Albert Il protagonista fu un bambino di 9 mesi, noto come il piccolo Albert. A questo bambino vengono presenta : un topolino bianco, una maschera e un coniglio. Inizialmente il piccolo non mostra segni di spavento. 3 In una seconda fase, quando il bimbo fu avvicinato al topolino, Watson produsse un rumore forte con un martello su un tubo di metallo: il bimbo saltò dallo spavento e iniziò a piangere. Ripetendo l'associazione di topo-rumore, Albert iniziò a piangere alla semplice vista del roditore. Watson e Raynor scrivevano: "nell'istante in cui è stato mostrato il topo, il bimbo ha iniziato a piangere e a ga onare così velocemente nella direzione opposta che siamo riusci non senza difficoltà ad afferrarlo prima che cadesse dal tavolo". Dopo il condizionamento, il Piccolo Albert non aveva solo paura dei topolini bianchi, ma anche di un'ampia varietà di ogge bianchi dalla forma in qualche modo simile (generalizzazione). Watson e Raynor non furono in grado di eliminare la paura nel bimbo, che si dice abbia sviluppato da grande una strana fobia degli ogge bianchi e pelosi. Di recente, tu avia, la vera iden tà del bimbo è stata svelata dopo una ricerca durata ben 7 anni: il piccolo si chiamava Douglas Merri e. Douglas morì all'età di 6 anni, nel 1925. Il comportamen smo e il modello S molo-Risposta Secondo il principio associazionista vi è apprendimento solo nel caso in cui si osservi la comparsa frequente di un comportamento in presenza di un determinato s molo. STIMOLO RISPOSTA Vi sono quindi tre elemen fondamentali: - lo s molo discrimina vo - la risposta - gli effe della risposta ESPERIMENTO SKINNER BOX Rinforzo Posi vo: aumento della probabilità di emissione di una risposta che conduce ad uno s molo “appe vo” Rinforzo Nega vo: aumento della probabilità di emissione di una risposta che conduce alla cessazione di uno s molo spiacevole Punizione: cessazione nell’emissione di una risposta quando essa è seguita da uno s molo avversivo (spiacevole) Soppressione: cessazione nell’emissione di una risposta quando essa è seguita dalla cessazione di uno s molo appe vo Es nzione: cessazione nell’emissione di una risposta rinforzata precedentemente quando essa non è seguita più da un rinforzo 4 La Rivoluzione Cogni vista Dopo la fine della II guerra mondiale vi è stata la necessità di studiare i processi cogni vi superiori, nasce dunque la Psicologia Cogni va. Psicologia Cogni va; Tenta vo di specificare come i contenu mentali (o informazioni) sono rappresenta internamente. Lo sviluppo tecnologico negli anni ‘60 permise di proge are computer in grado di eseguire compi , come giocare a scacchi e me ere alla prova teoremi matema ci, che precedentemente potevano essere effe ua solo dagli esseri umani. Queste tecnologie offrirono agli psicologi uno strumento potente per approntare nuove teorie sui processi psicologici. Molte ques oni psicologiche sono state riformulate in termini di modelli di elaborazione delle informazioni (Human informa on processing, analogia mentecomputer. Quando si parla di metafora computazionale si fa riferimento al parallelismo che si può creare tra un computer e un cervello. Un computer, infa , dispone di par fisse (hardware) e processi (so ware); la mente umana ha un funzionamento simile. 5 Bisogna precisare una differenza tra IA e simulazione sul computer - Intelligenza ar ficiale: ha come scopo la realizzazione di una macchina che effe ui un determinato lavoro - simulazione sul computer: ha come scopo quello di modellare le prestazioni umane nella macchina (grado e po di somiglianza tra uomo e macchina) Alla fine degli anni '50, Herbert Simon (che riceve e in seguito il premio Nobel) e i suoi colleghi descrissero il modo in cui simulare al computer i fenomeni psicologici, u lizzando terminologie e metodi in ne o contrasto con le prescrizioni comportamen ste Miller nel 1956 evidenziò l’esistenza di un limite di quan tà di informazioni che l’individuo era in grado di elaborare. Fissava questo limite a 7 pezzi di informazione alla volta. Ques sono soltanto alcuni esempi. Gli psicologi tornano nuovamente, dopo il dominio comportamen sta, a proporre teorie sugli aspe implici della mente, questa volta servendosi di strumen nuovi e più poten. Il cogni vismo classico U. Neisser pubblica Cogni ve Psychology nel 1967, uno dei volumi più importan nella storia della psicologia moderna. In esso sistema zza ed esprime i cara eri fondamentali del cogni vismo. Il cogni vismo non risponde alla definizione di scuola, in quanto è un approccio teorico generale (e non omogeneo). Mentalismo: esistenza di conce teorici che non sono osservabili Approccio modellis co Micromodelli: abbandono della ricerca di una teoria integrata del comportamento Approccio ciberne co: analisi del flusso e dell’elaborazione dell’informazione. Il Pandemonium di Selfridge Il Pandemonium è il modello di riconoscimento perce vo sviluppato da Selfridge nel 1959. Inizialmente pensato per il riconoscimento automa co dei codici morse, questo modello può essere considerato come uno dei primi modelli cogni vis. Il pandemonio è stato sviluppato da Lindsay e Norman (1972) in una teoria BOTTOM-UP per il riconoscimento di le ere. Nel modello, le unità di analisi sono "assemblee" di cellule che sono specializzate al riconoscimento di par colari cara eris che dello s molo. 6 è lo stesso Neisser che ha mosso tre aspre cri che al cogni vismo: - denuncia il progressivo restringimento di campo, con l'a enzione morbosa all'esperimento di laboratorio e al disinteresse della vita quo diana; - so olinea l’incertezza sulla produ vità delle ricerche ingegnose e sofis cate; il ripiegarsi della ricerca su sé stessa disa endeva la comprensione del funzionamento dell'uomo; - cri ca l'elaborazione dell'informazione conce o fondamentale del cogni vismo, il significato dell'informazione non è univoco ma variabile. L'informazione elaborate dall'individuo vanno viste nell'ambiente perché ad esso appartengono. Dal Cogni vismo alla scienza cogni va Nel 1979 vi è la definizione della scienza cogni va, un ramo del cogni vismo che si dis ngue per la sua mul disciplinarità e per la sua autonomia. Norman stabilisce in 12 pun le aree di indagine: Sistemi di Credenze-Coscienza–Evoluzione-Emozione-Interazione socialeLinguaggio- Apprendimento-Memoria-Percezione-Prestazione-AbilitàPensiero. 7 La Scienza cogni va, insieme all'approccio “ecologico”, è uno dei filoni lungo cui si diversifica il cogni vismo negli anni 80 e 90. Entrambe rifiutano i micro-modelli. La Neuropsicologia Vi è un tenta vo di stabilire le basi neurali delle operazioni mentali. La neuropsicologia è la disciplina che ha come obie vo lo studio dei processi cogni vi e comportamentali correlandoli con i meccanismi anatomo-fisiologici a livello del sistema nervoso centrale. Studia nell’uomo le alterazioni delle funzioni cogni ve causate da lesioni o disfunzioni focali o diffuse del sistema nervoso centrale (siano esse acquisite, congenite o gene camente determinate). Paul Broca: localizza il centro della produzione delle parole in una porzione limitata del lobo frontale di sinistra del cervello. Si inizia a parlare del principio della scomposizione: il cervello è composto di molte aree isolabili. L’obie vo a uale della psicologia cogni va è capire il funzionamento dell’insieme mente (operazioni mentali) /cervello umano (basi neurali). L’approccio scien fico ai processi cogni vi Anche nella neuropsicologia è necessario acquisire conoscenze ogge ve che non dipendano da esperienze e valutazioni personali, quindi servono osservazioni a raverso uno strumento di misura che perme ano replicabilità delle osservazioni. Occorre dis nguere tra: - VARIABILI INDIPENDENTI: sono controllate dallo scienziato - VARIABILI DIPENDENTI: variano in dipendenza delle variazioni delle prime Il cuore del metodo sperimentale consiste nel manipolare una variabile indipendente per verificare l’effe o sulla variabile dipendente. È impossibile tenere so o controllo tu e le variabili, altrimen l’esisto sarebbe l’incomprensione del fenomeno esaminato a causa dell’eccessiva e ingovernabile complessità. Quindi, lo sperimentatore manipola un fa ore (variabile indipendente) e misura i cambiamen di valore di un parametro prescelto (variabile dipendente) che dipende dal fa ore. Vantaggi e svantaggi degli studi correzionali Studi correlazionali: Mol studi non sono sperimentali, ma questo non significa che non siano scien fici. Negli studi correzionali lo sperimentatore non manipola sistema camente le variabili studiate. Vanno solo alla ricerca di relazioni (le cosidde e correlazioni) tra le variabili di studio. Negli studi correlazionali si usa come parametro il Coefficiente di Pearson r. 8 Gli studi correlazionali non danno indicazioni sull’esistenza di una relazione casuale (i.e. causa- effe o) tra due variabili ma: - servono come fase esplora va sulle relazioni tra variabili che poi possono essere indagate sperimentalmente. - spesso sono l’unico mezzo a disposizione quando non si possono manipolare alcune variabili per mo vi e ci o pra ci (es. farmaco-placebo; psicoterapia-tra amento fasullo). La Psicofisica I metodi psicofisici nascono nella prima metà dell’800, con le ricerche del fisiologo tedesco Ernst Heinrich Weber (1795-1878). La psicofisica inves ga capacità, potenzialità e cara eris che degli organi di senso, offrendo metodi accura per la sperimentazione in psicologia. Lo scopo di tali studi era stabilire: a) quale sia la quan tà minima di s molazione necessaria ad evocare una sensazione (soglia assoluta) b) quale sia la quan tà minima di s molazione necessaria a rilevare un cambiamento di intensità (soglia differenziale) Nello specifico La soglia assoluta è quel valore fisico per cui lo s molo è percepibile nel 50% dei casi. Parliamo quindi di quel minimo (o massimo) valore fisico capace di elicitare una sensazione. Ovviamente se le misurazioni avvengono più volte la soglia assoluta non è rappresentata sempre dallo stesso valore d’intensità, ciò che descrive questa gradualità è la funzione psicometrica. La soglia differenziale è la differenza tra due s moli tale per cui essi sono diversifica nel 50% dei casi. Perciò la soglia differenziale è la differenza minima tra due s moli tale da consen re al sogge o di percepire due s moli diversi. Teoria di detenzione del segnale La teoria di detenzione del segnale nega la validità del conce o di soglia. Questo perché esiste il conce o di “criterio di risposta”. La performance di un sogge o non è determinata solo dalle potenzialità dei suoi sensi ma anche da come decide di rispondere. Esempio: - supponiamo di udire un rumore con nuo e ad intervalli in tale rumore compaia un suono la cui intensità è appena percepibile. (la soglia di udibilità di un suono in un rumore). A intervalli regolari lo sperimentatore vi chiedete se udite il suono o meno. Realtà/Risposta “si” “no” Il suono c’è Hit miss 9 Il suono non c’è False alarm Correct rejec on PROVA 1: - supponiamo l’informazione è che il suono c’è 5 volte su 10 ed ogni qual volta indovinate ricevete 100$, se sbagliate ne perdete 10$. In questo caso verranno forni mol “si” Quindi tan “hit” ma anche tan “false alarm” PROVA 2: Supponiamo che l’informazione è che il suono c’è 5 volte su 10 ed ogni qual volta indovinate ricevete 10$, ma se si sbaglia si perdono 100$. Sicuramente verranno forni mol “no” Quindi tan rifiu corre ma anche mol miss. La detenzione del segnale Gli esperimen 1 e 2 sono iden ci. I partecipan fanno l’esperimento sempre con le stesse orecchie. Ciò nonostante, la soglia assoluta per l’udibilità del suono sarà diversa nei due casi, nella prima prova è più bassa, mentre nella seconda prova è più alta. La Cronometria mentale: i tempi di reazione La cronometria mentale nasce con gli studi del fisiologo olandese Donders che ipo zzò la possibilità di misurare la durata di esecuzione delle operazioni mentali a raverso la misurazione dei tempi di reazione. Questo studioso introdusse i conce di: - elaborazione seriale dell’informazione - misura delle operazioni mentali - tempi di reazione - metodo so ra vo I tempi di reazione TR sono forma dalla successione di: 1. Segnale di allerta 2. Intervallo 3. S molo impera vo 4. Risposta esplicita Per Tempo di Reazione si intende l’intervallo temporale che intercorre tra uno s molo (3) e la risposta esplicita (4). Il tempo di reazione viene anche definito latenza di risposta. Nel tempo di reazione abbiamo due fasi: - fase centrale cogni va: dai processi di codifica ed elaborazione del segnale dell’informazione in 10 input alla selezione della risposta. - fase periferica motoria: prima contrazione muscolare dell’effe ore deputato alla risposta Classificazione dei tempi di reazione - Tempo di reazione semplice: premere il tasto quando la luce si accende (un tasto, una luce) - Tempo di reazione di discriminazione: premere il tasto se si accende la luce di sinistra ma non premere se si accende la luce di destra (un tasto, due luci) - Tempo di reazione di scelta: premere il tasto di sinistra se si accende la luce di sinistra e quello di destra se si accende la luce di destra (due luci, due tas ) Secondo Donders, dal confronto tra le diverse performance dei sogge si potevano trarre inferenze riguardo le operazioni mentali so ostan. Ad esempio: - Se il compito 1(compito con un tasto e una luce) richiede la sola detenzione, il compito 2 (compito con un tasto e due luci) richiede sia la detenzione che la discriminazione; quindi, SOTTRAENDO al TR 2 il TR1 avremo quan ficato la durata dell’operazione mentale di discriminazione. - Analogamente, se il compito 2 (un tasto, due luci) richiede la discriminazione, il compito 3 richiede oltre la discriminazione anche la selezione della risposta; quindi, SOTTRAENDO al TR3 il TR2 avremo quan ficato la durata dell’operazione mentale corrispondente alla selezione della risposta. Con ques due esempi si può spiegare il metodo so ra vo spiegato da Donders in questo modo: se il TR rifle e la durata di una sequenza di processi mentali discre , non sovrappos e se possiamo trovare una coppia di compi tale che il compito A è cos tuito da tu gli stadi che compongono il compito B + uno stadio aggiun vo allora per calcolare la componente di elaborazione mentale aggiun va basterà so rare al compito A il compito B. COMPITO A (tempo di reazione di scelta, due tas due luci) – COMPITO B (tempo di reazione di discriminazione, un tasto due luci) = tempo per la selezione della risposta Il Metodo so ra vo di Donders a ualmente non viene acce ato, perché si basa sull’errato presupposto che aggiungere o togliere un’operazione mentale ad un compito non modifichi le altre operazioni. EFFETTO STROPP 11 Ai sogge vengono presentate parole che designano colori stampate con inchiostro colorato; il colore indicato dalla parola può essere congruente oppure incongruente con il colore dell’inchiostro. Compito: denominare il colore dell’inchiostro ignorando la parola scri a. Abbiamo tre pannelli: Pannello 1: 25 parole che designano un colore congruente con l’inchiostro con il quale sono scri e Pannello 2: 25 parole fa e di simboli insignifican , con vari inchiostri per ogni parola Pannello 3: 25 parole che designano un colore incongruente all’inchiostro con cui sono scri e. Risulta : - pannello 1: congruenza inchiostro - significato 12 secondi per completare il pannello - pannello 2: simboli senza significato linguis co 15 secondi per completare il panello - pannello 3: incongruenza inchiostro – significato 25 secondi per completare il pannello Il significato della parola scri a produce sulla performance un effe o FACILITANTE se c’è congruenza mentre produce un effe o INTERFERENTE se c’è incongruenza. Il processo di le ura e di accesso al significato della parola avviene dunque automa camente ed influenza la performance nonostante il sogge o si sforzi di ignorare l’informazione. La Neuropsicologia La neuropsicologia studia le basi neurali delle funzioni mentali. Il metodo neuropsicologico classico nasce nella seconda metà del 800 con lo studio della relazione tra disturbi del linguaggio e lesioni di aree specifiche del cervello (Broca e Wernicke). Negli anni 70 del 900 nasce la Neuropsicologia cogni va: essa studia il comportamento dei pazien con disturbi psicologici allo scopo di capire meglio il funzionamento dei processi mentali normali. Paul Broca localizza il centro della produzione delle parole in una porzione limitata del lobo frontale di sinistra del cervello. Il principale strumento di indagine della neuropsicologia cogni va è la dissociazione. Si ha la dissociazione quando un paziente mostra un danno sele vo a una par colare componente del sistema cogni vo. 12 CAPITOLO 2 LA PERSONALITA Dalle numerose definizioni di personalità possiamo dire che “la personalità può essere definita come l’insieme dis n vo e cara eris co di pensieri, emozioni e comportamen che definiscono lo s le personale con cui l’individuo interagisce con l’ambiente fisico e sociale. L'u lizzo del termine temperamento, rispe o al termine personalità, implica un'accentuazione dell'importanza dei fa ori biologici nel determinare l'organizzazione psicologica, ma esso viene u lizzato a volte come parte, altre come sinonimo e altre ancora come precursore e base della personalità. i criteri fondamentali per dis nguere il temperamento dagli altri tra della personalità sono due: la precocità con cui si manifesta un tra o e la base gene ca. Per misurare la personalità si possono usare: - documen personali (diari) - analisi del profondo - autovalutazione (da Q, ques onari) - valutazioni(ra ng) e campioni di condo a (da L) - test e scale (da T, test) - tecniche proie ve Le variabili misurate dai Ques onari di Personalità sono: - tra sociali (es. midezza, dominanza) - mo vazioni, bisogni, tendenze) - concezioni personali - ada amento/disada amento, psicopatologia - dinamiche di personalità 13 Gli approcci allo studio della personalità sono di due pi: - Approcci differenziali (studio dei tra ) - Approcci olis ci (vedere la persona nel suo insieme senza un confronto con altri) Il conce o di tra o è il più amato e vilipeso in tu a la storia della psicologia della personalità. Allport ha definito i tra come sistemi neuropsichici con funzione di integrazione comportamentale, sono il risultato dell’integrazione tra le diverse abitudini ed avrebbero, rispe o a queste, un cara ere più generale. Quindi per tra o si intende:” il presentarsi ripetutamente di un’azione che ha lo stesso significato e che segue un definito s molo che ha lo stesso significato per la persona.” I tra non vengono mai osserva ma derivano dall’osservazione di una somiglianza di alcune specifiche risposte del sogge o. Il tra o viene inferito quando l’individuo eme e ripetutamente comportamen tra loro correla : inferenza probabilis ca. I tra vengono quindi considera delle tendenze a compiere determina comportamen. Gli strumen più usa per misurare i tra di personalità sono gli inventa (o ques onari) di personalità. I tra vengono misura da un certo numero di item(domande) che indagano la frequenza di alcuni comportamen. Due item sono considera come indica vi dello stesso tra o se le risposte fornite dai sogge ai due item sono correlate (sia nega vamente che posi vamente) in modo elevato. Indicatori mul pli e correlazione Qualunque sia la scala di risposta che si ri ene di usare, occorre considerare che valutare un costru o psicologico a raverso indicatori mul pli corrisponde a ipo zzare che ciascuno di essi rifle a una sfacce atura di un unico costru o. Ci si aspe a quindi che siano tu correla. I metodi più usa per evitare di considerare come indicatori dello stesso costru o domande che invece si riferiscono ad aspe diversi e non collega prevedono l’u lizzo di tecniche sta s che legate all’analisi fa oriale e alla valutazione della coerenza interna (ATTENDIBILITA’) a raverso l’alfa di Cronbach. 14 La gerarchia a qua ro livelli dei tra Vi è stato un acceso diba to su quali siano le dimensioni di base della personalità. Un autore importante in questo ambito è stato Raymond Ca ell (1966; 1957) che analizzando le etero-valutazioni (valutazioni fa e dal sogge o X della personalità del sogge o Y) e auto- valutazioni di personalità (valutazioni fa e dal sogge o X della propria personalità) evidenziò 16 fa ori di base della personalità. Tu avia, negli altri modelli teorici più rilevan vengono postula un numero minore tra di base. La tassonomia dei tra di personalità è un sistema di classificazione all’interno del quale ogni persona può essere descri a. 15 I criteri principali per la valutazione delle diverse tassonomie sono: - cara eris che metriche e a endibilità delle misure - stabilità fa oriale e universalità dei tra nelle diverse culture - stabilità temporale dei tra misura - validità predi va dei tra. 16 La Teoria di Eysenck La sua teoria si sviluppa sull’approccio psicobiologico nello studio dei tra. Ha analizzato le relazioni tra tra e indici di funzionamento del sistema nervoso centrale e periferico u lizzando modelli teorici falsificabili. Eysenck sos ene che i tra di base devono avere una base gene ca e devono poter essere osserva anche negli animali. La teoria di Eysenck ha individuato tre grossi super fa ori: - Estroversione - Nevro cismo - Psico cismo 17 Nella tabella abbiamo delle domande che se correlano posi vamente (a raverso risposte dicotomiche si/no) rappresentano i 3 grandi super fa ori di Eysenck. La scala LIE indica quanto il sogge o sia onesto nel dare le risposte. Se un sogge o risponde sempre si non è stato onesto ed ha paura di essere giudicato. L’EPQ-R ha buone cara eris che metriche, anche se la scala P mostra livelli più bassi di coerenza interna. In generale «Se vogliamo una misura a endibile e valida di ques tre fa ori di base della personalità, allora non c’è nulla di meglio dell'Eysenck Personality Ques onnaire-R, che rappresenta un buon indicatore dello spazio fa oriale della personalità» Diverse ricerche hanno replicato il modello PEN e la stru ura fa oriale degli ada amen in molte lingue diverse dell’EPQ-R. Ad esempio, una ricerca cross culturale su 25 paesi ha mostrato una elevata stabilità della stru ura a 4 fa ori del EPQ-R (E, P, N, L) in quasi tu i campioni, con una minore congruenza per il fa ore P. È stata dimostrata una buona validità predi va delle scale N e P rispe vamente per la previsione di disturbi ansiosi e an sociali. Alcuni studi sembrano indicare che il tra o E sia predi vo di alcune rilevan differenze individuali (ad esempio, soglie del dolore, sugges onabilità, condizionamento classico e operante). Eysenck definisce la dimensione dell’estroversione come dipendente dalle differenze individuali nei livelli di a vità (arousal) del sistema corteccia- formazione re colare, definendo così gli introversi come sogge più a va a livello cerebrale rispe o agli estroversi. 18 Gli introversi di base sono ad un livello o male di a vità (arousal) una situazione che determina un aumento dell’a vità (situazione sociale, ansia, fa ca) porta quindi a una prestazione nega va per livello eccessivo di a vità. Gli estroversi di base sono ad un livello basso di a vità (arousal) una situazione quindi che determina un aumento dell’a vità (situazione sociale, ansia, fa ca) aiuta il sogge o estroverso ad aumentare il livello arousal raggiungendo un buon livello di prestazione. Il Nevro cismo (instabilità- stabilità) è una dimensione dell’emo vità, che cara erizza individui ansiosi, instabili e disada a all’estremità nevro ca o instabile della scala e individui calmi e ben ada a all’altra estremità. Lo Psico cismo è una dimensione che cara erizza individui tenden a disturbi di po psico co o a comportamen an sociali. Diversamente dalle due dimensioni dell'Estroversione e del Nevro cismo, l'introduzione della dimensione dello Psico cismo (Eysenck, 1976) non è stata accompagnata dalla proposta di un modello psicobiologico preciso, né sono sta iden fica i meccanismi fisiologici responsabili delle differenze individuali rispe o a questa dimensione. Infa , è proprio rela vamente alla dimensione dello Psico cismo che si sono avute le cri che più for al modello di Eysenck. 19 La Teoria dei Big Five Ca el definisce che “Tu gli aspe della personalità umana che hanno o hanno avuto importanza, interesse, u lità sono già sta registra all'interno del linguaggio”. Goldberg definisce "Tu e o quasi tu e le lingue del mondo arriveranno a codificare le più importan differenze individuali nelle transazioni umane con singoli termini" Kagan definisce “Nessun'altra scienza naturale ha stabilito i suoi conce più importan affidandosi al dizionario" Si sos ene quindi che ci vi sia una origine lessicale per quanto riguarda la definizione dei vari tra di personalità. Basandosi sulle ricerche di Allport e Ca ell, Tupes e Cristal (1961) e Norman (1963) si è evidenziato a raverso un’analisi fa oriale, una stru ura a cinque fa ori di base, impiegando da provenien sia da autovalutazioni (DATI S) che da eterovalutazioni (DATI O) basandosi sull’ipotesi lessicale. OCEAN (I BIG FIVE): 1- Openness to Experience - Apertura all’esperienza (o intelle o) 2- Conscien ousness - Coscienziosità 3- Extraversion - estroversione (o energia) 4- Agreeableness - Gradevolezza (o amicalità) 5- Neuro cism – Nevro cismo Strumen di misura u lizza per valutare i BIG FIVE. Sono state sviluppate molte misure diverse per misurare i 5 grandi fa ori, che hanno nella maggior parte dei casi delle o me cara eris che metriche. Il NEO-PI-R è a ualmente considerata la misurazione più solida dei 5 fa ori. Inoltre, si osserva un notevole accordo tra autovalutazioni ed eterovalutazioni (da parte di coniugi, amici, ecc) rela vamente ai tra del BIG FIVE. Meno convincen sono i risulta rela vi alle misure del Big Five che u lizzano esclusivamente agge vi. Per quanto riguarda invece gli studi che hanno u lizzato un approccio lessicale, i da sono più contrastan. Estroversione, Gradevolezza e Coscienziosità hanno una maggiore stabilità trans- culturale, mentre gli altri due fa ori (Stabilità Emo va e apertura all'esperienza) non si presentano in modo chiaro in alcune culture. Alcune recen ricerche (con test-retest) hanno dimostrato ripetutamente una certa stabilità nel tempo dei BIG FIVE nelle varie fasi della vita. Non bisogna interpretare i coefficien test-retest di stabilità come un indice del fa o che non vi siano cambiamen nella personalità degli individui nel corso della vita. È stato più volte riscontrato, in studi trasversali, che con l’età: - Openness to Experience - Apertura all’esperienza diminuisce 20 - Conscien ousness – Coscienziosità aumenta - Extraversion - estroversione diminuisce - Agreeableness - Gradevolezza aumenta - Neuro cism – Nevro cismo diminuisce Uno dei pun di forza dei BIG FIVE è la capacità dei cinque fa ori di prevedere una serie molto ampia di comportamen che sono rilevan al livello individuale e sociale. Vi è un elevato potere predi vo delle misurazioni dei BIG FIVE su mol comportamen rilevan per la salute dell’individuo (benessere percepito, rischio di mala e cardiovascolari, rischio di depressione, efficacia del coping, ecc) e sulle sue relazioni interpersonali (soddisfazione nella vita familiare, rete sociale e amicizie, stabilità e soddisfazione nelle relazioni di coppia). Nella definizione feno pica I tra sono costru con funzione esclusivamente descri va delle differenze interindividuali. Dire che Y è una persona “coscienziosa” corrisponde esclusivamente alla descrizione del suo comportamento abituale. Nella definizione geno pica I tra sono costru ipote ci responsabili in termini causali delle tendenze disposizionali degli individui. Dire che Y è una persona “coscienziosa” indica che le sue cara eris che psicobiologiche causano un comportamento “coscienzioso”. 21 - Descrivere e prevedere Il modello PEN e il Modello BIG FIVE convergono nell’iden ficazione di Estroversione e Nevro cismo come i due tra di base della personalità. La validità del tra o dello Psico cismo è stato ogge o di cri che in le eratura. I BIG FIVE sono un u le descrizione dei tra feno pici ma non possono essere considera tra geno pici della personalità. Prevedere un comportamento NON corrisponde a spiegare un comportamento. Gene ca e personalità Uno degli studi più importan sulle basi gene che della personalità è il Minnesota Study of Twins Reared Apart. I gemelli monozigo hanno cara eris che di personalità più simili dei gemelli eterozigo. I gemelli monozigo alleva separatamente hanno personalità che sono simili tra loro tanto quanto lo sono quelle dei gemelli monozigo alleva insieme. È evidente quindi che ci sono delle Influenze gene che sulla personalità, come dimostrato in un’ampia serie di studi. 22 I livelli di ereditarietà osserva per le misure di personalità sono di circa il 50%. Alcuni studi hanno rivelato che anche tra più specifici come la midezza e aggressività hanno dimostrato un'ereditarietà compresa tra il 30 e il 50%. Geni ambiente e personalità Nel modellare la personalità individuale, le influenze gene che e ambientali si intrecciano fin dal momento della nascita. Determina ambien , infa , possono inibire/facilitare l’espressione di tendenze gene camente determinate. I genitori forniscono ai figli sia i loro geni sia l’ambiente domes co, e entrambi sono funzioni dei geni dei genitori. Alcuni genitori possono deliberatamente costruire un ambiente nega vamente correlato con il geno po del figlio. (Per esempio, genitori introversi possono incoraggiare le a vità sociali allo scopo di controbilanciare la probabile introversione del figlio). L’ambiente varia in funzione dell’iniziale personalità del bambino a raverso tre forme di interazione: rea va, evoca va e proa va. Vi è un generale consenso degli psicologi della personalità sul fa o che il comportamento sia funzione dell’interazione tra la persona e la situazione. Esistono 3 pi di interazione: 1) non reagiamo semplicemente alle cara eris che ogge ve delle situazioni, ma alle nostre interpretazioni sogge ve (interazione rea va). 2) le nostre personalità evocano risposte dis n ve da parte degli altri (interazione evoca va). 3) la nostra personalità ci induce a cercare alcune situazioni e ad evitarne altre (interazione proa va) coerenza comportamentale nelle diverse situazioni perché noi selezioniamo e creiamo intenzionalmente situazioni in cui possiamo comportarci nei modi che ci sono più confacen ed evi amo in modo sele vo le situazioni in cui potremmo comportarci diversamente. L’approccio olis co L'approccio dei tra rappresenta un orientamento generale in cui è prestata par colare a enzione all’insieme di metodi per valutare cara eris che stabili delle persone. Diversi autori sostengono, però, che i tra di personalità da soli non possano fornirci informazioni sui processi dinamici che guidano il comportamento. Infa , è nota la cri ca che viene portata ai sostenitori della psicologia dei tra , che so olinea come essi si occupino fondamentalmente di differenze individuali e non di personalità. Gli psicologi dei tra , che hanno cercato teorie complete di personalità, hanno dovuto guardare ad altri approcci per rispondere alla necessità fondamentale della psicologia della personalità. Hanno dovuto quindi sinte zzare i mol processi che influenzano le interazioni della persona con gli ambien fisici e sociali (biologia, sviluppo, apprendimento, pensiero, emozioni, mo vazione e 23 interazione sociale) in una descrizione integrata della persona nel suo insieme (APPROCCI OLISTICI). Alcuni degli approcci olis ci principali sono: - approccio psicoanali co - approccio socio-cogni vo - approccio fenomenologico Approccio psicoanali co Freud Nel corso degli anni Freud sviluppò un modello stru urale che divideva la personalità in tre sistemi fondamentali che interagiscono nel governare il comportamento umano: - ES - IO - SUPER IO ES L'ES è la parte più primi va della personalità, da cui si sviluppano in seguito l'Io e il Super-io. È presente nel neonato e consiste negli impulsi biologici fondamentali (o pulsioni): il bisogno di mangiare, di bere, di eliminare i rifiu , di evitare il dolore e di o enere piacere sensuale, ma anche l'aggressività. Gli Impulsi sessuali ed aggressivi sono vis come le determinan is n ve più importan della personalità. L'Es, come un bambino, cerca di raggiungere il piacere e di evitare il dolore (principio del piacere), il bambino inoltre cerca la gra ficazione immediata degli impulsi. 24 IO Impariamo che i nostri impulsi non possono sempre essere gra fica immediatamente. L'Io si sviluppa quando il bambino impara a prendere in considerazione le esigenze della realtà. Per soddisfare alcuni impulsi (ad es., fame) si deve a endere di averne la possibilità. Altri pi di impulsi (ad es., l’aggressività) se persegui possono causare una punizione (ad es., da parte di un genitore). L'Io obbedisce al principio di realtà: la gra ficazione degli impulsi deve essere rimandata fino a quando la situazione è adeguata. L’Io decide quali azioni sono adeguate e che po di impulsi dell'Es verranno soddisfa e in quale modo. L'Io media fra le richieste dell'Es, le realtà del mondo e le richieste del Super-io. SUPER IO In senso generale, il Super-io è la rappresentazione interiorizzata dei valori e della morale della società, e include la coscienza dell'individuo e la sua immagine della persona moralmente ideale (definito l'Io ideale). Il Super-io è un giudice che stabilisce se le azioni sono giuste o sbagliate. Inizialmente sono i genitori che controllano dire amente il comportamento del bambino con premi e punizioni. Il Super-io si sviluppa in risposta alle gra ficazioni e alle punizioni dei genitori. Durante la crescita il bambino assimila gli standard (valori) parentali nel Super-io. Avviene così un passaggio fondamentale: il bambino trasferisce il comportamento so o il proprio controllo. Violare gli standard del Super-io causa l’ansia e le manifestazioni più precoci si riferiscono alla paura di perdere l'amore dei genitori. Freud ri ene che tale ansia sia in gran parte inconscia, ma può divenire cosciente nella forma di “senso di colpa”. S li parentali estremamente rigidi o lassis possono far sì che il comportamento dell'individuo sia cara erizzato, rispe vamente, da sensi di colpa (eccessiva severità verso sé stessi, Super-io forte) o da condo e non socialmente acce abili (eccessiva indulgenza verso sé stessi, Super-io debole) Il modello stru urale e la logica del confli o Le tre componen della personalità sono spesso in opposizione: l'IO rimanda la gra ficazione che l'ES vuole immediatamente, e il Super io “contrasta” sia l'ES che l'IO. Nella personalità “normale”, l'IO controlla in modo deciso ma flessibile il comportamento, che di conseguenza è governato dal principio di realtà. Secondo Freud una parte dell'IO e del SUPER IO sono sommersi nell'inconscio e piccole par di ES 25 sono invece sia nel conscio che nel preconscio. Ispirandosi al principio di conservazione dell’energia (l'energia può essere modificata in forme diverse ma non viene né creata né distru a), Freud ha postulato l’esistenza di una quan tà costante di energia psichica per ciascun individuo, che chiama libido (in la no, desiderio). Se si reprime un'azione o un impulso, la corrispondente energia cercherà sbocco altrove all'interno del sistema, probabilmente in forma trasformata (ad esempio, tramite un lapsus o nei sogni o a raverso sintomi nevro ci). I desideri dell'ES contengono un'energia psichica che in qualche modo deve esprimersi, se si proibisce l'espressione dire a, si arriva ad una espressione indire a di ES, ad esempio nei sogni. Gli impulsi aggressivi, per esempio, possono essere sos tui dalle corse in macchina, dal gioco compe vo o dall’ umorismo. Anche i sogni e i sintomi nevro ci sono manifestazioni dell'energia psichica cui è stato impedito di esprimersi dire amente. Secondo Freud un individuo può u lizzare parecchie strategie alterna ve per prevenire o ridurre l'ansia conseguente le “trasgressioni” delle norme del Super-Io. Tali strategie vengono chiamate meccanismi di difesa dell'Io. I meccanismi di difesa Rimozione: Eliminare la consapevolezza conscia di impulsi o ricordi troppo spaventosi o dolorosi. È il meccanismo di difesa più importante e primi vo (rimuovere sen men di os lità verso una persona cara; rimuovere ricordi dolorosi) Razionalizzazione: A ribuire mo vazioni logiche o socialmente desiderabili a ciò che facciamo, in modo che le nostre azioni sembrino razionali (la volpe e l’uva della favola di Esopo; Cercare una ragione fi zia ma plausibile, invece di quella vera) Formazione rea va: Sos tuire i nostri pensieri o sen men inacce abili con comportamen , pensieri o sen men oppos (una madre che si senta colpevole per non desiderare il figlio, può diventare troppo indulgente e prote va per assicurare al figlio il suo amore e rassicurare sé stessa di essere una buona madre). Proiezione: A ribuire agli altri in modo esagerato le nostre qualità indesiderabili (un figlio che prova sen men nega vi verso il padre potrebbe dire “mio padre mi detesta”) Intelle ualizzazione: Cercare di prendere le distanze da una situazione stressante tra andola in termini intelle uali, astra (un medico che affronta quo dianamente problemi di vita o di morte evita di essere coinvolto emo vamente con ogni paziente) Negazione: Negare l'esistenza di una realtà spiacevole (alcuni individui che ignorano costantemente le cri che, non percepiscono che gli altri sono arrabbia con loro, o non riconoscono i vari indizi che suggeriscono che il coniuge ha un amante). 26 Lo sviluppo della personalità Nei primi cinque anni di vita il bambino passa a raverso varie fasi che influenzano lo sviluppo della sua personalità, e gli impulsi dell'Es si concentrano su un'area par colare del corpo. - Studio orale (0-2 anni): i bambini traggono piacere dall'essere accudi ed alla a e iniziano a me ere in bocca tu o quanto riescono a raggiungere. - Studio anale (2-3 anni): i bambini trovano piacere sia tra enendo che espellendo le feci. Ques piaceri sono in confli o con le richieste di controllo da parte dei genitori. - Studio fallico (3-6 anni): i bambini iniziano a ricavare piacere ad accarezzare i propri genitali. Osservano le differenze tra maschi e femmine ed iniziano ad indirizzare verso il genitore di sesso opposto gli impulsi sessuali che si stanno “svegliando”. Il complesso di Edipo Durante lo stadio fallico i bambini devono risolvere il complesso di Edipo, descri o più precisamente per i bambini maschi, mentre per le bambine (il complesso di Ele ra) il modello non è stato altre anto sviluppato. Gli impulsi sessuali del maschio vengono dire verso la madre. Il padre è considerato un rivale nel rapporto affe vo con la madre. Secondo Freud, il bambino ha paura che il padre voglia reagire contro ques impulsi sessuali castrandolo. Freud chiamò tale paura angoscia di castrazione e la considerava il proto po di tu e le successive angosce provocate da desideri interni proibi. Nel corso di un normale sviluppo, il bambino riduce questa ansia e si accontenta di soddisfazioni sos tu ve dei suoi sen men verso la madre; si iden fica con il padre, interiorizzando una percezione idealizzata degli a eggiamen e dei valori del padre. Il complesso di Edipo è così risolto. Con la risoluzione del complesso di Edipo si conclude lo stadio fallico, e si arriva ad un periodo di latenza che copre l’arco di vita che va dai 7 ai 12 anni. Durante questo periodo, secondo Freud il bambino è sessualmente quiescente. Con l'adolescenza e la pubertà si arriva allo stadio genitale, la fase matura della sessualità e del funzionamento adulto. Misurare l’inconscio? 27 Gli psicologi della personalità che hanno seguito la tradizione psicoanali ca freudiana sono rivol principalmente a valutare desideri, mo vazioni e confli inconsci. Per questo u lizzano test proie vi. Un test proie vo è cos tuito da uno s molo ambiguo, al quale la persona può rispondere come desidera. I test proie vi sono sta u li anche in aree di personalità diverse da quelle prese in considerazione dalla teoria psicoanali ca. Due delle tecniche proie ve maggiormente u lizzate sono il Test di Rorschach e il Test di Appercezione Tema ca (TAT). TEST DI RORSCHACH Ideato negli anni '20, è cos tuito da una serie di 10 tavole, raffiguran ciascuna una complessa macchia di inchiostro. Al sogge o viene chiesto di guardare una tavola alla volta e riferire tu o quello che la macchia d'inchiostro gli fa venire in mente. Dopo che il sogge o ha completato le 10 tavole, l'esaminatore di solito ritorna su ogni risposta e chiede al sogge o di chiarirne alcune e indicare quali cara eris che della macchia gli hanno dato la par colare impressione riportata. TEST DI APPERCEZIONE TEMATICA Al sogge o vengono mostrate 20 immagini ambigue di persone e scene e gli si chiede di costruire una storia su ogni immagine. Lo scopo è rivelare i temi fondamentali che ricorrono nelle produzioni fantas che di una persona e dei suoi problemi personali e valutare i bisogni e le mo vazioni centrali per l’individuo. MMPI-2 28 Per misurare i tra patologici della personalità viene usato Il Minnesota Mul phasic Personality Inventory (MMPI) è il più noto inventario di personalità che è stato costruito per valutare tra patologici. L'MMPI si compone di circa 550 affermazioni sugli a eggiamen , reazioni emo ve, sintomi fisici e psicologici ed esperienze passate. Il sogge o risponde a ciascuna affermazione con "vero", "falso" oppure "non so". È composto da 10 scale cliniche. 1. SCALA 1-Hs: Ipocondria. È cos tuita da 32 item rela vi a problemi fisici (“Soffro di acidità di stomaco diverse volte alla se mana”) e riguardan sintomi generici ineren la diges one, l’appe to, la vista ed il sonno. (“Ho il sonno turbato ed agitato”). Eleva punteggi possono indicare indifferentemente persone con diversi problemi a livello soma co, persone eccessivamente preoccupate per la propria salute e persone che u lizzano le sofferenze fisiche per a rare l’a enzione. La preoccupazione eccessiva per la propria salute può portare il sogge o a restringere l’ambito delle a vità e dei rappor interpersonali. 2. SCALA 2-D: Depressione. È cos tuita da 57 item che si riferiscono alla perdita di interessi, apa a, negazione di esperienze piacevoli, riduzione della capacità lavora va e fornisce indicazioni sull’incapacità del sogge o di guardare con o mismo verso il futuro. (“A volte mi sento proprio inu le” “Vorrei essere felice così felice come sembrano esserlo gli altri”). Eleva punteggi indicano una modalità di reazione di po depressivo, scarsa fiducia nelle proprie capacità, bassa autos ma, autocolpevolizzazione. In questa scala ritroviamo item rela vi al sonno (ad es. “Vengo facilmente svegliato dai rumori”, “La maggior parte delle no mi addormento senza che pensieri ed idee par colari mi disturbino”). 3. SCALA 3-Hy: Isteria. Cos tuita da 60 item, la scala si cara erizza per due categorie di item: quelli che segnalano problemi fisici e soma ci (“Molte volte mi sento un nodo alla gola”) e item dal contenuto fortemente o mista che indicano una tendenza a negare qualsiasi problema (“A volte mi viene voglia di imprecare” con risposta falso “Mi sveglio fresco e riposato quasi tu e le ma ne”). Eleva punteggi possono indicare sogge che tendono ad u lizzare sintomi fisici per risolvere i propri confli o per evitarli, che ricercano la dipendenza e i conta interpersonali. 4. SCALA 4-Pd: Deviazione psicopa ca. Questa scala cos tuita da 50 item fu sviluppata con quelle persone che hanno di con nuo problemi con l’autorità e con la legge. Gli item rifle ono un disinteresse per le regole morali e sociali, problemi familiari, tendenza alla leadership. Al punteggi indicano sogge che tendono a vedere il torto solo negli altri, sono molto impulsivi, aggressivi, non acce ano limitazioni alla propria libertà individuale (“Ho fa o uso eccessivo di bevande alcoliche” “Faccio molte cose di cui poi mi pento). 5. SCALA 5-Mf:Mascolinità-Femminilità. La scala è formata da 56 item che riguardano interessi este ci, scelte di vita, modi di esprimere le proprie emozioni, a eggiamen e sen men verso il lavoro (“Mi piace leggere storie d’amore”). La scala può essere interpretata anche come un’adesione allo stereo po sessuale. Questa scala è rovesciata per i due sessi ad eccezione per cinque item che vanno nella stessa direzione. È la scala più sensibile alle variazioni culturali e sociali. 29 6. SCALA 6-Pa: Paranoia. I 40 item che compongono questa scala rifle ono una tendenza a fraintendere le mo vazioni e le intenzioni degli altri. (“Qualcuno ha cercato di avvelenarmi”, “Nessuno sembra capirmi”). Al punteggi spesso rifle ono personalità che temono di essere discriminate, con tendenza ad interpretare ogni cri ca in chiave personale. 7. SCALA 7-Pt: Psicastenia. Questa scala misura aspe durevoli dell’ansia, preoccupazioni generali (“Spesso sono preoccupato per qualcosa”), bassa autos ma, dubbi circa le proprie capacità. Al punteggi sono indica vi di persone grossolanamente ansiose, che tendono ad essere più ordinate della media, cara erizzate da fobie, paure esagerate, sensi di colpa, difficoltà nel sonno. “A volte sono così eccitato che mi riesce difficile addormentarmi”. 8. SCALA 8-Sc: Schizofrenia. Il contenuto degli item riguarda un’ampia varietà di bizzarre convinzioni, esperienze insolite, percezioni par colari (“Io odo strane cose quando sto da solo”, A volte penso cose così ca ve da non poterne parlare”) e deterioramento dei processi cogni vi (“Ho avuto dei periodi nei quali facevo le cose di cui non mi ricordavo) ma anche sensi di persecuzione, carenza del controllo degli impulsi. Al punteggi sono indica vi di sogge che evitano la realtà preferendo le fantasie e i sogni ad occhi aper o semplicemente persone insoddisfa e di sé che preferiscono la solitudine e l’isolamento sociale. È fortemente correlata con la scala di Psicoastenia e si compone di 78 item. 9. SCALA 9-Ma: Ipomania. I 46 item che vanno a comporre questa scala valutano il grado di energia della persona. più è alto è il valore di questa scala, maggiore è l’energia di questo individuo. Tale energia viene spesso espressa a livello idea vo o emo vo (“A volte i mie pensieri si susseguono così rapidamente che non riesco ad esprimerli”). La scala sembra anche misurare la fiducia in sé stessi (“Io valgo assai più degli altri”). 10. SCALA 10-SI: Introversione sociale. È cos tuita da 69 item che si riferiscono a difficoltà sperimentate in situazioni sociali, accentuata sensibilità, senso di insicurezza ed ansietà. Non è una scala clinica in senso stre o, infa , punteggi superiori alla media rispecchiano livelli crescen di midezza sociale, preferenza per a vità da svolgere da soli, viceversa, punteggi so o la media indicano partecipazione e dominanza sociale (“Io sono di buona compagnia” falso). Le scale di validità Oltre a queste scale di contenu , l’MMPI fu il primo importante inventario ad incorporare diverse scale di validità. Queste scale tentano di determinare se la persona ha risposto a entamente ed onestamente agli item del test. Se il punteggio di un individuo, in una qualsiasi di queste scale, è troppo alto, bisogna interpretare i risulta del suo test in modo molto cauto o addiri ura non interpretarli del tu o. Oggi esistono decine di migliaia di studi pubblica sul MMPI e l’MMPI-2 ed è stato trado o in almeno 15 lingue. Vi sono persino diverse società private che, con l'aiuto del computer, forniscono punteggi ed interpretazioni dell'inventario. 30 Con l'andare del tempo l'MMPI è stato cri cato per la scarsa a endibilità e validità di alcune sue scale. Nonostante questo, esso viene ancora molto u lizzato, anche perché è possibile confrontare i propri da con una mole immensa di ricerche e studi clinici. Gli item che cos tuiscono il ques onario vanno a comporre oltre alle scale cliniche anche le scale di controllo (L, F, K, “?”, TRIN, VRIN). La scala F è una misura delle risposte estremamente devian o date a caso per una mancata adesione alle istruzioni o simulazione dell’esecuzione del test. In seguito si è aggiunto un ulteriore indicatore di validità, la scala K (Correzione) che serve a valutare i meccanismi difensivi al test, in altre parole, se il sogge o risponde all’MMPI con una so le tendenza a nascondere (alto punteggio) o ad esagerare (basso punteggio) le proprie difficoltà. La scala “?” non è una vera e propria scala ma consiste nel conteggio delle mancate risposte. Il numero di mancate risposte agli item di un ques onario è un’informazione preziosa che dovrebbe essere sempre computata. La scala L misura il grado in cui la persona tenta di mostrare una buona immagine di sé, ossia valuta gli effe della desiderabilità sociale. Gli item della scala si riferiscono infa a piccoli dife e scorre ezze pici di tu e le persone (Qualche volta mi capita di men re, con risposta falso). Le scale TRIN e VRIN I punteggi di queste scale forniscono un indice della tendenza delle persone a dare risposte incoeren Entrambe le scale consistono di coppie di item appositamente scel La scala VRIN fornisce una misura di incoerenza (Risposte “Falso” e “Vero” a coppie di item di contenuto iden co) La scala TRIN fornisce una misura di acquiescenza (risposte True a coppie di item di contenuto opposto) Punteggi eleva in questa scale indicano che il protocollo non è valido e che i punteggi alle scale cliniche possono essere artefa. Approccio dell’apprendimento sociale: cri ca ai fa L'approccio dell'apprendimento sociale ha messo ripetutamente in dubbio l'idea comune che le persone dimostrino coerenza comportamentale nelle diverse situazioni; si ricordi che tale assunto sta alla base della nozione di tra o di personalità. Tale posizione non è ovviamente recente: “Alla luce della naturale instabilità della nostra condo a, mi è spesso sembrato che anche bravi autori sbagliassero quando insistevano a volerci tessere addosso un tessuto coerente e solido... La cosa più sicura, a mio parere, sarebbe di far risalire [le nostre azioni] alle circostanze intorno a noi, senza ulteriori ricerche e senza trarre da esse nessun’altra conclusione” (de Montaigne, 1580). Quando una persona riceve una ricompensa per la medesima risposta in diverse situazioni, si ha la generalizzazione, che garan sce che quel medesimo comportamento si verificherà in varie situazioni. Tu avia, so olineano i teorici dell’apprendimento sociale, più spesso le risposte dei sogge danno luogo a diverse conseguenze in diversi ambi. Per tale mo vo, i teorici 31 dell'apprendimento sociale me ono in discussione l'u lità di cara erizzare le persone in termini di tra generali, sostenendo che tali tra non spiegano la variabilità del comportamento che dipende dalle diverse situazioni. Teoria dell’apprendimento sociale La teoria dell'apprendimento sociale deriva dalla precedente teoria comportamentale, benché sia stata considerata come un radicale allontanamento dal comportamen smo, al momento della sua introduzione. Per i comportamen s è più appropriato parlare di copioni comportamentali che vengono rinforza , a raverso i processi di condizionamento classico e operante, piu osto che di personalità. Per esempio, la punizione viene associata nel bambino alle risposte fisiologiche piche dell'ansia. Il comportamento punito diventa uno s molo condizionato, tramite l'accoppiamento con la punizione, e l'ansia diventa la risposta condizionata. In seguito, il comportamento stesso del bambino potrebbe suscitare quelle stesse risposte; il bambino, o la bambina, potranno sen rsi colpevoli quando compiono un'azione proibita. Secondo l’apprendimento sociale è il condizionamento classico che produce la fonte interiorizzata dell'ansia che Freud denominava Super-io. Si deve a Julian Ro er l’introduzione delle variabili cogni ve nell'approccio comportamentale (1954, 1982). Egli propose il conce o di potenziale comportamentale, cioè la possibilità che si verificasse un par colare comportamento in una par colare situazione. La forza del potenziale comportamentale è determinata da due variabili: l'aspe a va di risultato (una variabile cogni va) e il valore del rinforzo. Bandura, uno dei teorici contemporanei più autorevoli in quest'area, ha ampliato l'approccio, sviluppando la cosidde a teoria socio-cogni va (1986, 2000). Egli enfa zza il determinismo reciproco, nel quale le determinan esterne del comportamento (come i premi e le punizioni) e le determinan interne (come le credenze, i pensieri e le aspe a ve) sono in con nua interazione. Bandura, inoltre, so olinea che la maggior parte dei comportamen si verifica in assenza di punizioni o rinforzi esterni. Invece di spiegare il comportamento semplicemente in termini di condizionamento, enfa zza il ruolo dell'apprendimento osserva vo. "Le prospe ve di sopravvivenza sarebbero davvero scarse se si potesse apprendere solo dalle conseguenze di prove ed errori. Non si insegna ai bambini a nuotare, agli adolescen a guidare automobili e ai nuovi studen di medicina a pra care la chirurgia facendogli scoprire il comportamento richiesto dalle conseguenze dei loro successi e fallimen " A. Bandura 32 Uno dei più importan teorici dell'apprendimento sociale, Walter Mischel, ha cercato di incorporare le differenze individuali nella teoria dell'apprendimento sociale, introducendo il seguente insieme di variabili cogni ve: Competenze: Cosa sapete fare? Le competenze comprendono le capacità intelle uali, le capacità sociali e fisiche e altre abilità par colari. Strategie di codifica: Come lo vedete? Un evento può essere percepito da una persona come minaccioso e s molante da un'altra. Aspe a ve: Cosa succederà? Le aspe a ve sulle conseguenze dei diversi comportamen guidano la scelta di comportamento dell'individuo. Valori sogge vi: Che cosa vale la pena di fare? Sistemi e piani di autoregolazione: Come potete arrivarci? la capacità di fare programmi realis ci per raggiungere l'obie vo (Mischel, 1973, 1993). Tu e queste variabili individuali (a volte denominate variabili cogni ve individuali dell'apprendimento sociale) interagiscono con le condizioni di una par colare situazione nel determinare quello che l'individuo farà, in quella situazione. Approccio fenomenologico "II punto migliore da dove par re per comprendere il comportamento è la stru ura di riferimento interna dell'individuo stesso. L'organismo possiede un'unica tendenza ed aspirazione – a ualizzare, conservare e dare impulso al proprio campo di esperienza. Quando l'individuo percepisce ed acce a all’interno di un sistema coerente ed integrato tu e le sue esperienze sensi ve e viscerali, allora egli avrà certamente una migliore comprensione degli altri e li saprà meglio acce are come individui dis n ". (Rogers, 1951) La maggior parte degli psicologi umanis ci non me e in dubbio che le variabili biologiche ed ambientali possano influenzare il comportamento, ma enfa zza il ruolo proprio dell'individuo nel determinare e creare il suo des no, in una logica diversa dal determinismo cara eris co degli altri approcci. Gli individui sono fondamentalmente buoni, aspirano alla crescita e all'autorealizzazione. Il criterio di salute psicologica è par colarmente elevato: soltanto un individuo che sta progredendo verso l'autorealizzazione può essere definito psicologicamente sano. In altre parole, la salute psicologica è un processo, non un punto di arrivo. Nel 1962 un gruppo di psicologi fondarono l'Associa on of Humanis c Psychology. Gordon Allport, Carl Rogers e Abraham Maslow sono tra gli esponen più illustri di questo approccio. Tale approccio si basava su un insieme di qua ro principi: L'esperienza della persona è di primario interesse per il ricercatore Scelta umana, crea vità e autorealizzazione sono gli argomen ele vi di questa ricerca. Nel selezionare i problemi di ricerca, è più importante valutarne il significato piu osto che ricercare il perfe o controllo sperimentale e postulare un’obie vità intesa come indipendenza 33 completa del ricercatore dai valori. Par colare a enzione viene a ribuita alla dignità della persona. Carl Rogers (19021987) sviluppò la sua teoria lavorando con pazien. Secondo Rogers vi è un'innata tendenza dell'individuo a muoversi in direzione della crescita, della maturità e del cambiamento posi vo. Tendenza a ualizzante = una tendenza verso il compimento o la realizzazione di tu e le capacità dell'organismo. Rogers non negava l'esistenza di altri bisogni, alcuni dei quali biologici, ma li considerava subordina alla mo vazione dell'organismo a migliorare sé stesso. Il conce o di sé Il conce o fondamentale della teoria della personalità di Rogers è il Sé. Il Sé è cos tuito da tu e le idee, le percezioni ed i valori che cara erizzano l’”io”, compresa la consapevolezza di "quello che io sono" e "quello che io posso fare". Questa percezione di sé, a sua volta, influenza sia il modo in cui la persona percepisce il mondo sia il suo comportamento. Una donna che percepisce sé stessa forte e competente, percepisce ed agisce nei confron del mondo in maniera decisamente diversa rispe o ad una donna che considera sé stessa debole ed inu le. Il conce o di sé non rifle e necessariamente la realtà. Secondo Rogers, l'individuo valuta ogni esperienza in relazione al proprio conce o di sé. La gente vuole comportarsi in modo coerente con l'immagine che ha di sé stessa; le esperienze ed i sen men non coeren cos tuiscono una minaccia e possono non essere acce a dalla coscienza (simile al conce o di rimozione freudiano). Maggiore è il numero delle aree di esperienza che una persona nega, perché in contrasto col suo conce o di Sé, più ampio sarà il potenziale disada amento. Inoltre, percezioni incoeren con il proprio Sé, producono sta di ansia e l’a vazione di meccanismi difensivi. L'altro sé nella teoria di Rogers è il Sé ideale. più il Sé ideale si avvicina al Sé reale, più l'individuo è realizzato e felice. Un ampio divario tra Sé ideale e Sé reale determina una persona infelice ed insoddisfa a. Due pi di incoerenza: - Tra il Sé reale e le esperienze della realtà; 34 - Tra il Sé reale e il Sé ideale. Rogers fece alcune ipotesi su come tali incoerenze si possono sviluppare nei bambini. Vi è un maggiore benessere se i bambini vengono alleva con una considerazione posi va incondizionata. Se i genitori si limitano ad offrire una considerazione posi va condizionata – apprezzando il bambino soltanto quando si comporta, pensa e sente corre amente – il bambino avrà probabilmente un conce o distorto di sé (per esempio, i sen men di compe zione e os lità verso un fratellino più piccolo sono naturali, e se i genitori agiscono rigidamente, i bambini non riescono a integrare questa esperienza nel loro conce o di sé. Possono percepirsi come ca vi, sen rsi rifiuta , oppure negare i propri sen men. Ognuno di ques a eggiamen con ene una distorsione della realtà). più le persone vengono forzate a negare i propri sen men e ad acce are i valori degli altri, più si sen ranno a disagio verso sé stessi. La piramide di Maslow Nel modello di crescita mo vazionale di Maslow, vengono messe in evidenza sia la gerarchia, sia l’ontogenesi delle diverse mo vazioni. 35 I bisogni sono gerarchici: perché nasca il desiderio di soddisfare quelli della categoria successiva, è necessario che quelli della categoria precedente siano già sta soddisfa (in questa logica, una persona che ha una bassa s ma di sé difficilmente riuscirà a realizzarsi). Secondo Maslow, quindi, una persona può evolvere se i suoi bisogni primari sono sta soddisfa : se non lo sono, la persona non potrà essere sana né fisicamente, né mentalmente. Maslow sosteneva che i bisogni di natura superiore sono fondamentali quanto quelli primari, anche se non sono vitali. Ciascuno di noi può raccogliere la sfida del proprio sviluppo, oppure rifiutarla. La sua posizione teorica generale è simile a quella di Carl Rogers. Per capire la personalità, Maslow decise di studiare gli autorealizzatori, cioè uomini e donne che avevano fa o un uso eccezionale delle loro potenzialità. Cominciò studiando la vita di figure storiche di primo piano, come Spinoza, Thomas Jefferson, Abraham Lincoln, Albert Einstein ed Eleanor Roosevelt. L’obie vo era quello di delineare i tra comuni e di definire un quadro composito delle cara eris che di una persona autorealizzata. Le cara eris che personali degli autorealizzatori: - Percepiscono la realtà in modo efficiente e sono in grado di tollerare l'incertezza - Acce ano sé stessi e gli altri per quello che sono - Spontanei nei pensieri e nei comportamen - Concentra sul problema piu osto che su sé stessi - Hanno un buon senso dell'umorismo - Altamente crea vi - Refra ari all'incanalamento culturale sebbene non intenzionalmente non convenzionali - Interessa al benessere dell'umanità - Capaci di apprezzare profondamente le esperienze fondamentali della vita - Creano rappor interpersonali profondi e soddisfacen con poche persone, piu osto che con molte - Capaci di guardare alla vita in modo obie vo I comportamen che portano alla autorealizzazione: - Vivere la vita come farebbe un bambino, completamente assorbi e concentra - Provare qualcosa di nuovo piu osto di fossilizzarsi in qualcosa di sicuro - Ascoltare le proprie sensazioni quando si valutano le esperienze, piu osto che le voci della tradizione, dell'autorità o della maggioranza - Essere ones ; evitare le finzioni o "simulare dei ruoli" - Essere pronto a diventare impopolare se il tuo punto di vista non coincide con quello degli altri - Assumersi le responsabilità - Lavorare sodo a qualsiasi cosa si decida di fare - Cercare di iden ficare le proprie difese, ed avere il coraggio di rinunciarvi 36 La concezione della natura umana negli psicologi fenomenologici e la valutazione di questo approccio La maggior parte degli psicologi umanis ci non me e in dubbio che le variabili biologiche ed ambientali possano influenzare il comportamento, ma enfa zza il ruolo proprio dell'individuo nel determinare e creare il suo des no, in una logica diversa dal determinismo cara eris co degli altri due approcci. Gli individui sono fondamentalmente buoni, aspirano alla crescita e all'autorealizzazione. Il criterio di salute psicologica è par colarmente elevato: soltanto un individuo che sta progredendo verso l'autorealizzazione può essere definito psicologicamente sano. In altre parole, la salute psicologica è un processo, non un punto di arrivo. Le teorie di Rogers e Maslow si concentrano sulla persona sana nel suo insieme, ed enfa zzano una visione posi va ed o mis ca della personalità umana. Ai metodi rigorosi, si preferiscono metodi più ada per studiare le esperienze quo diane degli individui. Tu avia, la scarsa qualità metodologica dei da raccol è stata spesso cri cata. L’area di studi privilegiata è il conce o di Sé in persone sane. Viene cri cata l’assunzione che le teorie sviluppate in tal modo possano essere u li per spiegare la patologia. Diventa difficile applicare tali teorie ad individui gravemente disturba oppure socialmente, culturalmente o economicamente svantaggia , che hanno bisogni di base oltre all’autorealizzazione. Inoltre, la filosofia dell’autorealizzazione so ostante all’approccio umanis co viene cri cata come manifestazione dell’individualismo pico delle società occidentali. 37 CAPITOLO 3 LE EMOZIONI Lo studio delle emozioni ha avuto come fulcro alcune domande teoriche rilevan : - Quali sistemi sono coinvol nella risposta emozionale? - Quale relazione esiste tra modificazioni corporee periferiche (ad es., il ba to cardiaco) ed esperienza sogge va di un’emozione? - Quali e quante sono le emozioni di base? - Le emozioni sono innate e indipenden dalla cultura? Le esperienze emo ve sono sempre associate a un evento specifico che le suscita. Gli even mitogeni possono essere even interni (un ricordo improvviso) o esterni (la morte di qualcuno). L’emozione segnala che vi è stato un cambiamento sogge vamente percepito e saliente nel mondo esterno o interno. La relazione peculiare con un evento specifico dis ngue l’emozione dall’umore che è una tendenza emozionale generalizzata. Le emozioni picamente hanno una causa chiara, sono legate ad un evento/ogge o/persona, mentre gli umori sono spesso sta affe vi diffusi e liberamente flu uan Le emozioni sono picamente brevi - durano solo secondi o minu - mentre gli umori possono 38 persistere a lungo, per ore o persino giorni. Le emozioni picamente implicano il sistema a componen mul ple, mentre gli umori possono essere rilevan principalmente a livello dell'esperienza sogge va. Le emozioni sono spesso concepite all'interno di una categoria discreta, mentre gli umori sono frequentemente concepi come variabili lungo le dimensioni di piacevolezza e livello di a vazione. Un’emozione è un processo con un decorso temporale ar colato in più componen. Le emozioni si dis nguono le une dalle altre sulla base di criteri o dimensioni discriminan , ad esempio: - valenza o tonalità edonica (dimensione piacere-dolore o bene-male) - localizzazione dell’evento emo geno nel tempo (passato-futuro) - desiderabilità sogge va dell’evento L’esperienza emo va L’esperienza emo va è stru urata intorno a un nucleo di componen : - valutazione cogni va dell’evento - risposte fisiologiche ed espressive - tendenze all’azione - comportamen In qualunque punto del corso temporale del processo emo vo può intervenire la regolazione dell’individuo. La valutazione degli even emo geni Gli even emo geni sono parte dell’esperienza emo va non di per sé ma in quanto ogge o cui l’individuo si rivolge (non necessariamente in modo consapevole) Spesso è il beneficio o il danno agli interessi individuali a rendere un evento emo vamente rilevante. Perciò le emozioni dipendono dalle credenze e dalle conoscenze dell’individuo (sue proprie e della cultura cui appar ene) La cultura di appartenenza contribuisce a definire gli even che suscitano emozione in una persona. Anche all’interno di una data cultura la valutazione di un evento dipende da parecchie variabili individuali. La variabilità delle esperienze emo ve è anche dovuta alla mul dimensionalità delle esperienze emo ve. Un’emozione può essere definita da specifiche configurazioni delle dimensioni valuta ve. Ad esempio: - la gelosia ha valenza nega va, è scatenata da even ina esi e causa da altre persone - la gioia ha valenza posi va, è prodo a da even ina esi ma che possono essere causa anche da chi la prova. 39 La valutazione dell’evento si basa su una conoscenza dello stesso. Ma ciò significa che l’emozione insorga sempre in base a valutazioni cogni ve complesse e anali che. Il significato di un evento emo geno può essere il risultato di valutazioni automa che e inconsapevoli della realtà. (parlare in pubblico può essere imbarazzante per una persona ansiosa mentre non lo è per un a ore). Gli even emo geni sono riconducibili a un ristre o numero di categorie o pi in relazione alle emozioni che provocano. Di conseguenza cer even possono diventare proto pici di certe emozioni (perdita suscita tristezza, pericolo suscita paura). In quanto proto pici i legami evento-emozione diventano parte di schemi emozionali con un significa socialmente condiviso Tale significato comprende norme morali e sociali (per esempio le regole di sen mento e le regole di esibizione). Lessico emozionale Il significato dei termini emozionali può specificare aspe di tu e le componen del processo emo vo. Quasi sempre i termini specificano qualcosa dell’evento emo geno: sorpresa (evento inaspe ato) o paura (evento pericoloso). L’emozione è una Risposta Mul componenziale a s moli (esterni o interni). Ciascuna emozione è suscitata da una situazione s molo che comprende diverse componen : - risposte fisiologiche: a vazione del SNC e del SNA - risposte espressivo- comportamentali: risposte espressive e tendenze all’azione - esperienza sogge va dell’emozione o sen mento I tre sistemi che cara erizzano la risposta emozionale sono coinvol nello svolgimento di diverse funzioni delle emozioni: a) preparare l’organismo all’azione: a raverso l’a vazione del SNA b) segnalazione intersogge va: comunicano all’esterno lo stato dell’organismo. Le risposte motorie espressive e tonico-posturali assolvono questa funzione insieme alle modificazioni fisiologiche autonome osservabili (cambio colore pelle del viso) c) la dimensione esperienziale assolve la funzione di segnalazione intersogge va. Essa è in grado di informare l’organismo del suo stato rispe o ai suoi bisogni, scopi e aspe a ve. I sistemi coinvol nella risposta emozionale sono 3: 1. Sistema sogge vo: riguarda l’esperienza sogge va che ognuno di noi prova quando è felice, spaventato, disgustato, ecc. Il vissuto è determinato dalla percezione dello stato interno e dalla percezione degli effe dell’a vazione autonoma. Il vissuto modella la realtà, portandoci a cogliere le qualità 40 fisiognomiche per cui percependo, ad esempio, gli ogge come minacciosi, confermiamo e intensifichiamo il vissuto iniziale di paura. 2. Sistema Comportamentale: comprende le risposte motorie espressive, le risposte tonico- posturali, e le risposte motorie strumentali. Le risposte motorie espressive riguardano la mimica facciale, i ges , le vocalizzazioni (come grida, sospiri, ecc.) e gli indici paralinguis ci (tonalità e inflessioni della voce, pause nel discorso, velocità nell’eloquio). Le risposte tonico-posturali concernono gli sta di tensione o rilassamento del corpo nel suo complesso. Le risposte motorie strumentali comprendono sia azioni come mordere, colpire, scappare, sia gli sta di prontezza ad a uarle. 3. Sistema Fisiologico: è coinvolto nella risposta emozionale sia come determinante sia come cos tuente. Le modificazioni a carico del sistema nervoso centrale sono necessarie perché si verifichi la risposta emozionale, che poi si può cara erizzare e cos tuire come a vazione del sistema nervoso autonomo, endocrino e immunitario. Le modificazioni autonome possono influenzare l’a vità del sistema nervoso centrale e/o possono essere percepite dal sogge o. Le basi fisiologiche delle emozioni sono: - sistema Simpa co e Parasimpa co: causa reazioni fisiologiche periferiche - sistema limbico con amigdala e corteccia cerebrale: causa reazioni fisiologiche centrali - via cor cale e via talamica SISTEMA NERVOSO AUTONOMO È il responsabile della maggior parte dei cambiamen fisiologici che hanno luogo durante un’a vazione emozionale. Il sistema nervoso autonomo si divide in simpa co e parasimpa co, che sono complementari tra loro. 41 Sistema limbico L’a vazione fisiologica è funzionale alla preparazione di una azione (reazione di a acco-fuga). La risposta fisiologica è determinata dall’a vazione dell’IPOTALAMO e del SISTEMA LIMBICO. A livello cor cale, le informazioni vengono trasmesse alle AREE ASSOCIATIVE CEREBRALI a raverso connessioni con TALAMO e AMIGDALA. Sono state individuate due vie anatomicamente dis nte per la trasmissione di informazioni emozionali: - VIA CORTICALE: perme e l’elaborazione completa dello s molo. - VIA TALAMICA: perme e una elaborazione rapida (ma incompleta) delle cara eris che salien dello s molo. Amigdala Circuito so ocor cale talamo-amigdala perme e l’elaborazione molto rapida ed automa ca degli s moli emo geni. Circuito cor cale amigdala-talamo-corteccia perme e l’elaborazione cogni va degli s moli emo geni. Lesioni dell’amigdala possono portare: - mancanza di risposte emo ve - comportamento orale (portare qualsiasi ogge o alla bocca) - ipersessualità 42 - risposte alterate al cibo - mancanza di condizionamento tra s moli neutri e s moli primari Corteccia orbitofrontale, il caso di Phineas Gage Lo sfortunato sogge o di questo studio si chiamava Phineas Gage ed era un capocan ere di 25 anni in un sito di costruzione della ferrovia del Vermount. Il 13 se embre 1848, mentre stava comprimendo in un buco della polvere esplosiva, commise un errore; il ferro di pigiatura che teneva in mano toccò una roccia e la polvere esplose. Le conseguenze di questo sono descri e dal Do. John Harlow: “Il passaggio di una sbarra di ferro a raverso il capo. Dopo aver a raversato il lobo frontale destro, la sbarra uscì dalla parte superiore della testa” Gage, quando incredibilmente guarì dalla ferita era apparentemente normale, con un’eccezione: la sua personalità era cambiata in modo dras co e permanente; secondo il Do. Harlow, prima dell’incidente Gage era considerato “il capo can ere più efficace e capace. Egli possedeva una mente equilibrata ed era s mato da quelli che lo conoscevano come uomo d’affari intelligente e perspicace”. Dopo l’incidente, lo descrivevano così: “Egli è sregolato, irriverente, indulge talvolta nella bestemmia più volgare, manifestando poco rispe o per i suoi compagni; intollerante, os nato e capriccioso”. Gage si comportava come un bambino maleducato, dando espressione ad una interminabile successione di for emozioni. Mol ssime ricerche dimostrano che la corteccia prefrontale ha un ruolo fondamentale nella regolazione dell’espressione delle emozioni e nell’inibizione comportamentale. Tra le modifiche del comportamento manifestate a seguito della lesione: - Gage si trasforma dal ven cinquenne affabile che era in una persona intra abile, preda di al e bassi dell'umore, irriverente e blasfema. - Si era trasformato in una persona talmente priva di freni inibitori sul piano verbale, da risultare irosa e asociale, ed un cambiamento della sua capacità di fare previsioni sulla base dei da acquisi , rendendolo incapace di valutare i rischi delle sue azioni. Teoria delle emozioni 43 Potremmo raccogliere le numerose teorie sulle emozioni in due grandi aree: 1. Approccio dall’alto al basso 2. approccio dal basso verso l’alto Teoria periferica 44 La risposta emo va (fuga) di fronte a uno s molo emo geno (orso) non è preceduta dal sen mento cosciente (paura), il sen mento sarebbe invece prodo o dall’elaborazione delle informazioni che provengono dal corpo quando la risposta emo va è già in corso. La teoria periferica delle emozioni di James Quando incontriamo un orso scappiamo perché abbiamo paura o abbiamo paura perché scappiamo? La risposta emo va (fuga) di fronte a uno s molo emo geno (orso) non è preceduta dal sen mento cosciente (paura), il sen mento sarebbe invece prodo o dall’elaborazione delle informazioni che provengono dal corpo quando la risposta emo va è già in corso. 45 Lo s molo emo vo (1) viene elaborato dalla corteccia sensoriale, da qui si collega con la corteccia motoria che dà avvio (2) alla risposta emo va con le varie modificazioni fisiche, dalla loro retroazione (3) analizzata a livello cor cale si originerà l’emozione cosciente. Come agiscono le lesioni spinali sulle emozioni: - uno studio su pazien con lesioni spinali ha evidenziato che l’intensità delle emozioni (autovalutata dal paziente) diminuisce in funzione del sito della lesione maggiore è la lesione spinale e più sarà meno intensa l’emozione Lesioni al midollo riducono l’intensità dell’esperienza emozionale. Tale riduzione è maggiore tanto più la lesione è ad un livello più elevato del midollo spinale. Tanto più alta è la lesione del midollo spinale, tanto minore sarà il feedback del sistema nervoso autonomo al cervello. Molte ricerche suggeriscono che la percezione viscerale gioca un ruolo nell'intensità esperita delle emozioni. Ipotesi del feedback facciale: le espressioni facciali forniscono informazioni proprioce ve, motorie, cutanee e vascolari che influenzano il processo emo vo La teoria centrale delle emozioni di Cannon Il fisiologo Walter Cannon (1927) formulò tre cri che principali alla teoria di James e Lange: 1. I cambiamen periferici avvengono troppo lentamente per cos tuire la fonte primaria di un'emozione. 2. L'induzione ar ficiale (ad esempio, inie ando l'adrenalina) dei cambiamen corporei associa con un'emozione non causa l'esperienza di un'emozione vera. 46 3. Lo schema di a vazione del sistema nervoso autonomo non sembra differire molto fra uno stato emo vo e l'altro. Secondo la teoria centrale quindi, uno s molo emo vo causa un’a vazione cerebrale che a sua volta provoca un’esperienza sogge va con un’a vazione fisiologica. In opposizione alla teoria periferica Cannon propone la teoria centrale delle emozioni: esse sono a vate e regolate da centri nervosi centrali che si trovano nella regione talamica. 47 Fu così che nel 1937 Papez si occupò di scovare il circuito di stru ure nervose coinvolte nell’elaborazione e regolazione delle emozioni (circuito di Papez). Le manifestazioni emo ve che coinvolgono il controllo ipotalamico degli organi viscerali e il vissuto emo vo si originano dalle connessioni di un circuito che include l’ipotalamo, i corpi mamillari, il talamo anteriore e il giro del cingolo. Teoria Cogni vo-A vazionale di Schacter e Singer Nel 1962 avviene un tenta vo di risolvere il diba to periferico/centrale scaturito tra James e Cannon, si sviluppa così la teoria cogni vo-a vazionale di Schacter e Singer. Questa teoria sos ene che: l’esperienza emozionale si verifica quando un sogge o è in uno stato di alto arousal ed a ribuisce tale stato ad un evento emozionale. 48 Secondo Schachter e Singer, la paura, come ogni altra emozione, sarebbe un’e che a che applichiamo all’eccitazione non specifica dopo averla interpretata in relazione alla situazione e al po di emozioni che generalmente si producono in tale contesto. L’eccitazione è fondamentale per dare origine al sen mento (in accordo con James), ma è non specifica (in accordo con Cannon). La specificità delle emozioni deriva dalla interpretazione cogni va dell’eccitazione indifferenziata in relazione al contesto fisico e sociale. Rispe o alle teorie periferiche e centrali (entrambi vere ma parziali), viene introdo a una componente psicologica-cogni va. ESPERIMENTO EPINEFRINA: FASE A: somministrazione 1. Epinefrina - informa. L’epinefrina ha effe quasi uguali alle scariche di adrenalina (aumento pressione, ritmo cardiaco e respiratorio, glicemia, acido la co) dopo 5-10 min per una durata di 15-20 min. Ai sogge venivano descri esa amente i sintomi associa e che la sostanza era innocua. 2. Epinefrina - non informa. Stessa dose di epinefrina del gruppo 1, ma veniva solo de o che la sostanza era innocua. 3. Epinefrina - disinforma. Stessa dose dei gruppi 1 e 2, ma venivano informa che il preparato avrebbe causato sonnolenza, prurito e un leggero mal di testa. 49 4. Placebo - non informa. Iniezione di una sostanza salina ina va. Veniva solo de o che la sostanza era innocua (gruppo di controllo rispe o al gruppo 2). FASE B: manipolazione stato dell’umore I sogge vengono pos in delle situazioni di manipolazione dello stato dell’umore, cioè si creano una “condizione di allegria” e una “condizione di rabbia”. FASE C: risulta 1. I sogge non informa degli effe del farmaco pos nella situazione di allegria valutavano i propri sen men come più allegri di quanto facessero i sogge informa nella stessa situazione. Analogamente, sogge non informa degli effe del farmaco pos nella situazione di “collera” valutavano i propri sen men come più collerici di quanto facessero i sogge informa. 2. I sogge informa non provano le emozioni indo e mentre quelli non informa provano più intensamente le emozioni se ricevono adrenalina. L’elemento comune alle varie teorie cogni ve delle emozioni è quello della valutazione dello s molo emo geno che dà avvio al sen mento. Stato emo vo = interazione tra a vazione fisiologica e interpretazione cogni va di tale a vazione. L’emozione dipende però non solo dall’interazione ma anche dalla percezione dell’esistenza di un nesso casuale tra eccitazione e componente cogni va (Reisenzein, 1983). Altre teorie psicobiologiche moderne L'esperimento di Schachter e Singer ha avuto una profonda influenza anche se non sono mancate cri che e i risulta di Schachter e Singer non sono sta replica in tu gli studi successivi (ad esempio, Mezzacappa, Katkin & Palmer, 1999). Un fenomeno invece ampiamente replicato è quello dell’effe o di “a ribuzione erronea dell'a vazione”. Quest'effe o significa che l'a vazione fisiologica persistente (per esempio, in seguito ad un’a vità fisica sostenuta) può essere erroneamente a ribuita a circostanze successive, intensificando le reazioni emo ve. Diversamente da Schachter e Singer, la maggior parte dei teorici contemporanei so olinea che per comprendere le emozioni occorre comprendere l’influenza delle valutazioni cogni ve che avvengono prima dell'a vazione fisiologica e non dopo di essa. Analogamente a quanto abbiamo visto per quanto riguarda la memoria, tendiamo a prestare una maggiore a enzione agli even congruen con i sen men che s amo provando rispe o a quelli incongruen. Dopo induzione ipno ca dello stato emo vo (allegro o triste), leggendo una storia, i sogge si iden ficavano e davano più importanza e prestavano maggiore a enzione al personaggio (allegro o 50 triste) e agli even congruen (allegri o tris ) con i loro sen men , rispe o a quelli incongruen (Bower, 1981). Esperimen più recen hanno dimostrato che i sen men a uali guidano automa camente l'a enzione, producendo tempi di reazione più veloci agli s moli il cui significato è congruente con lo stato emo vo (Derryberry & Tucker, 1994). L’esistenza di emozioni discrete Secondo alcuni autori (ad esempio, Levenson), vi sono un numero limitato di emozioni di base, reazioni che sono state selezionate nel corso dell’evoluzione di fronte a sfide e problemi proto pici (le relazioni con gli altri, le reazioni alla perdita, la difesa delle proprietà, l'evitamento delle sostanze nocive e il bisogno di calmare sé stessi e gli altri). In questa logica, le emozioni possono essere considerate “soluzioni” verificate nel tempo di problemi senza tempo. Un problema in questa prospe va, è che non vi è accordo su quali siano le emozioni di base! Il modello categoriale afferma l’esistenza di specifiche emozioni di base, che vengono dis nte in base a: - condizioni s mo in grado di elicitarle - esperienza sogge va - risposta fisiologica autonomica ed espressivo-comportamentale Espressione facciale ed emozione Nel 1872 Charles Darwin nel libro “L’espressione delle emozioni nell’uomo e negli animali” propone che le espressioni emo ve abbiano un’importanza fondamentale da un punto di vista di ada amento (p.e., essere in grado di capire quando un’altra persona oppure un animale rappresenta una minaccia ha un valore ovvio per la sopravvivenza). Secondo Darwin, le espressioni facciali rappresentano un mezzo efficace di espressione non verbale, sono innate e interpretabili indipendentemente dalla cultura. Certe espressioni del viso sembrano avere un significato universale, indipendentemente dalla cultura nella quale un individuo è allevato. Perfino i membri di tribù remote che non avevano avuto alcun conta o effe vo con le culture occidentali (le tribù dei Dani, in Nuova Guinea) sono sta in grado di iden ficare corre amente le espressioni facciali occidentali. Secondo Darwin, mol dei modi in cui esprimiamo un'emozione sono modelli eredita che in origine avevano un qualche valore per la sopravvivenza. 51 Ad esempio, lo sputare sembra un gesto di disprezzo o ripugnanza quasi universale, e lo sputare ovviamente rappresenta il rige o dalla bocca di qualcosa di sgradevole. L’ espressione facciale di una persona può modificare di per sé il comportamento di un'altra, come avviene nelle interazioni tra bambini e madri. La teoria di Ekman sulle espressioni facciali Ekman e colleghi, basandosi sulle ipotesi di Darwin, hanno elaborato una teoria secondo la quale ogni emozione a va uno specifico programma facciale-affe vo. Queste espressioni sono universalmente condivise e specifiche per ogni emozione. Le espressioni facciali hanno un valore emo vo in quanto emergenza immediata, spontanea e involontaria delle emozioni provate. Le espressioni facciali pur essendo specifiche per un’emozione (un’emozione causa una specifica espressione facciale). Sono però aspecifiche per quanto riguarda la risposta fisiologica (ad un’espressione facciale non è associata sempre la stessa risposta fisiologica. Le espressioni facciali primarie secondo Ekman: 52 Il FACS Ekman ha studiato l’espressione delle emozioni in diverse culture, e ha messo a punto un sistema per la codifica delle espressioni facciali. Il FACS (Facial Ac on Coding System) è un sistema a base anatomica, che divide il viso in unità muscolari de e AU (ac on units). L’ EMFACS è un sistema derivato, che u lizza le AU dis n ve per ricostruire il significato emo vo di un’espressione. A ualmente il FACS è il sistema di codifica di riferimento, per la sua capacità di codificare pra camente tu i possibili movimen del viso. Il FACS è puramente descri vo. Convertendo i pa ern FACS in EMFACS, i vol possono essere codifica e raggruppa in base alle emozioni specifiche. 53 Il superamento del modello categoriale: verso un modello dimensionale delle emozioni Russell (1980) ha chiesto ai sogge di classificare per mezzo di o o categorie le parole usate per descrivere le emozioni e di giudicare il grado di somiglianza tra le categorie. I risulta indicano che le parole usate per fare riferimento alle emozioni possono essere ordinate sulla circonferenza di un cerchio (de a circonflesso). Ne segue quindi il Modello Dimensionale di Lang e Bradley, dove le emozioni piacevoli corrispondono a uno stato di a vazione posi vo mentre le emozioni spiacevoli corrispondono ad uno stato di a vazione nega vo. 54 Le parole in posizioni opposte del cerchio hanno significa oppos. Secondo l’approccio dimensionale, quindi, le principali dimensioni dell’esperienza emozionale sono la valenza affe va (piacevole-spiacevole) e il livello di arousal(a vazione-disa vazione). La valenza rappresenta la disposizione dell’organismo all’avvicinamento (comportamento appe vo) o all’allontanamento (comportamento difensivo), l’arousal si riferisce alla disposizione dell’organismo a reagire con diversi livelli di intensità. L’a vazione dei due sistemi mo vazionali è provocata dalla percezione di s moli (interni o esterni), che predispongono l’organismo ad un’azione (riconducibile ai pa ern di base APPROCCIO vs. EVITAMENTO), determinando l’appropriato pa ern di risposte fisiologiche (centrali e periferiche), sogge ve e comportamentali. Nella ricerca animale risulta evidente che: - s moli appe vi, in grado di promuovere la sopravvivenza, elicitano comportamen di APPROCCIO/AVVICINAMENTO. - s moli avversivi, in grado di minacciare la sopravvivenza, provocano comportamen di EVITAMENTO/FUGA. Ques comportamen possono verificarsi con differen gradi di intensità (forza, velocità e vigore) Emozioni e il ruolo dell’amigdala Joseph Le Doux ha condo o una serie di studi che evidenziano come l’amigdala sia la stru ura anatomica responsabile della valutazione del valore emo vo degli s moli. 55 Mol studi confermano tale punto di vista. Ad esempio, pazien con danno bilaterale dell’amigdala presentano un’alterata percezione dell’espressione facciale di paura ma capacità conservata di riconoscere l’iden tà delle facce, descrivere le emozioni, esprimere le emozioni. La percezione dell’espressione di paura a va l’amigdala in maniera parametrica, perciò, si può affermare che: l’’aumento dell’intensità dell’espressione di paura provoca un incremento della risposta dell’amigdala. L’a vazione dell’amigdala da parte dell’espressione di paura non richiede a enzione. L’amigdala, quindi, risponde in maniera più forte alle espressioni di paura rispe o alle espressioni di rabbia, per quanto anche una faccia arrabbiata rappresen un chiaro segno di minaccia. Secondo Paul Whalen ques da sono interpretabili seguendo l’ipotesi che l’amigdala risponde in maniera specifica, non tanto a segni eviden di minaccia quanto all’ambiguità delle situazioni: la percezione di una faccia con un’espressione di paura indica un pericolo imminente nell’ambiente di cui ancora non conosciamo l’en tà (infa non sappiamo di che cosa ha paura quella persona che s amo guardando). I pazien con danno bilaterale dell’amigdala: un paziente con l’amigdala calcificata bilateralmente ha incapacità di giudicare l’intensità della paura ma normale capacità di riconoscimento dell’iden tà delle facce e normale capacità nell’esprimere il conce o di paura; capacità compromessa di ricostruire immagini che esprimono paura. Quindi: - un danno dell’amigdala ha come conseguenza un’alterazione nella valutazione delle espressioni emo ve - persone normali possono valutare l’affidabilità di una persona anche da una fotografia, ma persone con un danno all’amigdala hanno delle difficoltà - anche danni alla corteccia prefrontale provocano dei deficit socio-emo vi Il ruolo dell’amigdala nel comportamento sociale Persone con un danno sele vo dell’amigdala hanno delle difficoltà a esprimere giudizi interpersonali: giudicano degne di fiducia facce che individui normali giudicano invece assolutamente poco raccomandabili. Gli stra cerebrali 56 Il cervello può essere stra ficato in 3 diversi stra dal più interno a quello più esterno: 1. Strato più an co e profondo, nel tronco dell’encefalo, corrisponde a ciò che abbiamo ereditato dai re li → controlla il repertorio di azioni altamente stereo pate, essenziali per la sopravvivenza (es. respirazione, meccanismi alla base della nutrizione). 2. Secondo strato, comprende l’apparato neurale del sistema limbico che controlla le emozioni, la nutrizione, la fuga da s moli dolorosi e i