Scienza Politica 2.0 Past Paper - Pre-Appello Dicembre - PDF

Summary

This document is a past paper for a Science of Politics 2.0 course, from the University of Turin. It focuses on the theory and practice of democracy. The paper covers various aspects of democracy and related political concepts.

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lOMoARcPSD|47463842 pre-appello dicembre Scienza Politica 2.0 (Università degli Studi di Torino) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Simone Rizzuto (simone.r...

lOMoARcPSD|47463842 pre-appello dicembre Scienza Politica 2.0 (Università degli Studi di Torino) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Simone Rizzuto ([email protected]) lOMoARcPSD|47463842 SCIENZA POLITICA 2.0 ESAME La democrazia Cos’è la democrazia? - concetto che risale all’antica Grecia - significato etimologico (demos-kratos) ha contribuito al formarsi di un’immagine ideale di questa pratica di governo Democrazia= metodo per arrivare a decisioni politiche Alcuni esempi: - Sartori: un sistema etico-politico nel quale l’influenza della maggioranza è affidata al potere di minoranze concorrenti - Bobbio: l’unico modo di intendersi quando si parla di democrazia è di considerarla caratterizzata da un insieme di regole, primarie o fondamentali, che stabiliscono chi è autorizzato a prendere le decisioni collettive e con quali procedure Schumpeter: il metodo democratico è quell’assetto istituzionale per giungere a decisioni politiche, in base al quale alcune persone ottengono il potere di decidere attraverso una lotta competitiva per il voto popolare Elementi per una definizione minima di democrazia Democratici sono tutti i regimi che presentano almeno: - suffragio universale - elezioni libere, competitive, ricorrenti e corrette - più di un partito - diverse e alternative forme di informazione Vantaggio fondamentale della definizione ‘’minima’’ di democrazia, è il fatto di essere empiricamente controllabile La democrazia, oltre le elezioni: i teorici della democrazia partecipativa La visione di Schumpeter e degli studiosi realisti, viene criticata da studiosi che tornano a sottolineare elementi che vanno oltre una visione di democrazia come metodo per prendere decisioni politiche. Sono i teorici della democrazia partecipativa Critiche più frequenti rivolte al modello realista: - la presunta riduzione della democrazia a semplice competizione elettorale - l’assegnazione di una delega a governare affidata a una squadra di persone dotate di enorme potere non controllabile per tutta la durata della loro carica L’approccio della democrazia partecipativa La partecipazione politica torna al centro della teoria democratica a partire dagli anni ’60. Nella democrazia partecipativa, i cittadini partecipano attivamente, intensamente, continuamente alla produzione delle decisioni politiche a tutti i livelli, al di là del momento elettorale. Gabriel Almond e Sidney Verba differenziano tra ‘cittadini’ e ‘sudditi’: una democrazia funzionante ha bisogno di ‘cittadini’ informati, attivamente impegnati, capaci di esercitare influenza su decisioni pubbliche. I sudditi si limitano a rispondere retroattivamente alle decisioni prese L’approccio di Dahl: una sintesi tra le due visioni di democrazia Democrazia ideale: perché un sistema sia computamente democratico, dovrà soddisfare 5 criteri (seguendo questi criteri, una democrazia si può definire ideale): - partecipazione effettiva: tutti i membri di una associazione devono avere pari ed effettive opportunità per comunicare agli altri le proprie opinioni, prima che una decisione venga adottata dall’associazione - parità di voto: tutti i membri devono avere effettive e pari opportunità di conoscere le principali alternative strategiche e le loro probabili conseguenze - controllo dell’ordine del giorno: tutti i membri devono avere la possibilità di decidere le priorità e di inserire argomenti nell’ordine del giorno. Così le strategie dell’associazione sono sempre passabili di cambiamento - universalità del suffragio (o criterio della piena inclusione: la totalità degli adulti che risiedono in permanenza nel territorio dovrebbero pienamente godere dei diritti indicati dai primi quattro criteri Essi ci forniscono lo standard per valutare l’efficienza delle associazioni che affermano di essere democratiche Perchè crediamo che le democrazia sia il migliore de sistemi politici? Ci sono 10 buone ragioni a favore della democrazia: - ostacola la tirannia: la democrazia contribuisce a preservare i governi dall’affermarsi di autocrati crudeli e malvagi Scaricato da Simone Rizzuto ([email protected]) lOMoARcPSD|47463842 - diritti essenziali: la democrazia garantisce ai suoi cittadini un numero di diritti fondamentali che i sistemi non democratici non possono garantire - libertà generale: la democrazia assicura ai suoi cittadini una più vasta gamma di libertà personali rispetto a ogni altra possibile alternativa - autodeterminazione: solo un governo democratico può fornire agli individui il massimo dell’opportunità di esercitare l’autodeterminazione, ossia di vivere sotto leggi scelte da loro - autonomia morale: solo un governo democratico può fornire la massima opportunità di esercitare la responsabilità morale - progresso umano: la democrazia favorisce lo sviluppo umano più pienamente di ogni possibile alternativa - tutela di interessi personali essenziali: la democrazia aiuta gli individui a tutelare i loro interessi fondamentali - uguaglianza politica: solo un governo democratico può favorire un grado relativamente elevato di uguaglianza politica - tendenza alla pace: le democrazie rappresentative non si fanno guerra l’un l’altra - prosperità: i paesi dove vige un governo democratico tendono ad essere più ricchi dei paesi dove vige un governo non democratico Questi sono i criteri di un perfetto sistema democratico, ma nessuno stato vi aderisce perfettamente Uguaglianza intrinseca La democrazia presuppone un’eguaglianza intrinseca, secondo cui tutti gli uomini sono stati creati uguali e sono dotati di diritti inalienabili. Perché accettare questo principio? - moralità etico o religiosa, per molte ragioni siamo uguali in quanto figlio di dio e molte concezioni morali o sistemi etici assumono un principio simile - prudenza, perché il governo di un grande stato non solo distribuisce grandi benefici ma provoca anche grandi danni - accettabilità, un sistema che garantisca uguale considerazione di tutti ha più probabilità di assicurarsi il consenso di tutti - debolezza di un trincio alternativo, se venisse considerato superiore, il bene e gli interessi si un’altra persona che non sia la nostra esso andrebbe a lenire i nostri interessi Uguaglianza politica: la competenza del cittadino Le persone comuni, sono competenti a governare? O è meglio che lo facciano persone ‘’intrinsecamente superiori’’ nella loro conoscenza del bene generale? La principale avversaria delle idee democratiche è la tesa dei custodi, essa presenta l’idea che il governo dovrebbe essere affidato a persone esperte, superiori agli altri nella conoscenza dei mezzi, dedite a governare per il bene comune; questa tesi nega dunque che le persone comuni siano competenti a governarsi da sé Contro l’obiezione dei Custodi: - delegare certe decisioni agli esperti non equivale a cedere il controllo sulle decisioni più importanti, si può seguirne le indicazioni ma non dare il potere a una élite il potere di decidere leggi e politiche a cui saremmo obbligati ad obbedire - le decisioni personali degli individui non equivalgono alle decisioni del governo dello stato, delegare certe decisioni personali a qualcuno che sia più esperto ma non delegare un élite l’autorità di controllare le principali decisioni dello stato - il governo dello stato richiede qualcosa in più della conoscenza scientifica, in quanto nel decidere in che misura siamo disposti a sacrificare un fine, un valore o uno scopo per ottenere altro si oltrepassa questa sfera a favore di giudizi etici e di transazione - per governare bene uno stato non basta la conoscenza, ma ci vogliono incorruttibilità, resistenza alle tentazioni del potere, dedizione continua e flessibile al bene pubblico; queste qualità vengono meno una volta che una élite si trova al potere poiché arriveranno ad abusarne, tendendo così a diventare despoti - tra gli adulti nessuno è meglio qualificato a governare da indurci a conferirgli pieno e definitivo potere sul governo dello stato, per il principio di autonomia ciascun adulto dei due sessi dovrebbe poter giudicare cosa è meglio per i suoi interessi, e per il suo bene, dunque ci dovremmo far governare da noi stessi - gli interessi fondamentali degli adulti a cui negata l’opportunità di partecipare al governo, non saranno adeguatamente tutelati a favoriti da coloro che governeranno Democrazia reale Allo scopo di realizzare al meglio i requisiti ideali, date le limitazioni del mondo reale, quali istituzioni politiche sono necessarie? Cosa occorre perché un paese sia governato democraticamente? - amministratori eletti: il controllo sulle decisioni politiche del governo è garantito costituzionalmente da amministratori eletti dai cittadini - libere, eque e frequenti votazioni: gli amministratori sono scelti attraverso votazioni libere, eque e ricorrenti Scaricato da Simone Rizzuto ([email protected]) lOMoARcPSD|47463842 - libertà di espressione: i cittadini hanno il diritto di esprimersi senza rischiare ritorsioni - accesso alle fonti alternative di informazione: i cittadini hanno il diritto di attingere a fonti di informazione alternative e indipendenti. Devono inoltre esistere fonti di informazione che non sano il controllo del governo. Le fonti di informazione devono essere protette dalla legge - autonomia associativa: i cittadini hanno il diritto di formare associazioni o organizzazioni indipendenti, tra cui partiti politici e gruppi di pressione - cittadinanza allargata: a nessuno che risieda stabilmente su un territorio e che sia soggetto alle leggi di quel territorio possono essere negati i diritti di cui godono gli altri cittadini Perché questi criteri? 1. perché non ci sono alternative alla democrazia rappresentativa per democrazie su larga scala 2. libere=andare ai seggi senza temere rappresaglie; eque=tutti i voti devono avere lo sesso valore; ricorrenti=senza elezioni ricorrenti i cittadini perderebbero il controllo sui propri rappresentanti 3. è necessaria alla effettiva partecipazione ed espressione politica dei cittadini 4. come altrimenti possono cittadini formarsi una opinione? 5. fondamentali come luoghi di discussione, educazione; ma anche di promozione di nuove idee politiche (es. partiti) 6. criterio di inclusione Ma le democrazie sono tutte uguali? Democrazia rappresentativa: è basata sulle regole e le istituzioni della rappresentanza ovvero è caratterizzata da elezioni libere, competitive, corrette e periodiche, e poi, da strutture rappresentative come il parlamento, e decisionali, come il governo. In una democrazia rappresentativa le decisioni vengono delegate Democrazia diretta: prevede invece un coinvolgimento diretto, tramite il voto, nelle scelte decisionali. Le scelte decisionali quindi non sono delegate a rappresentanti, ma sono in mano ai cittadini che esprimono il loro parere sull’una o l’altra decisone Lijphart: due tipi di democrazie Distingue tra due modelli di democrazia, che sono il prodotto di differenti configurazioni istituzionali che favoriscono o scoraggiano una maggiore o minore concentrazione del potere decisionale: - democrazia consensuale, potere più diffuso - democrazia maggioritaria, potere più concentrato Sono due modelli ‘polari’ (ovvero con caratteristiche opposte) che ispirano le loro forme istituzionali rispondendo a due principi, quello maggioritario e quello consensuale Principio maggioritario: come sono prese le decisioni politiche è determinato dal principio di maggioranza. Sulla base del principio maggioritario, la democrazia è un regime in cui i rappresentanti, eletti sulla base di elezioni libere, competitive e ricorrenti, raggiungono le proprie decisioni in base al principio di maggioranza; l’aspetto di fondo sta nel fatto che la maggioranza non deve prevalere solo in sede elettorale, ma in qualsiasi sede decisionale - governi monopartitici e a maggioranza risicata - predominio dell’esecutivo sul legislativo - sistema bipartitico - sistema elettorale maggioritario - sistema non coordinato dei gruppi di interesse (pluralismo) Principio consensuale: come sono prese le decisioni politiche è determinato dalla ricerca di un accordo, di un compromesso, di un consenso più ampio - concentrazione del potere politico nella sua diffusione e ripartizione - ripartizione del potere in ampie coalizioni multipartitiche - equilibrio tra potere esecutivo e legislativo - sistema multipartitico - sistema elettorale proporzionale - corporativismo dei gruppi di interesse La democrazia maggioritaria è criticata dai sostenitori del principio consensuale: la criticano soprattutto perché il principio maggioritario aliena le minoranze e inoltre sostengono che tale principio on viene nei fatti applicato nella maggior parte delle decisioni pubbliche prese in numerosi sistemi democratici Modelli diversi a seconda delle circostanze storiche Modello maggioritario: appare adatto a paesi con società omogenee (senza la presenza di minoranze), dove i maggiori partiti non sono politicamente molto distanti Scaricato da Simone Rizzuto ([email protected]) lOMoARcPSD|47463842 Modello consensuale: appare adatto a paesi con società poco omogenee, con molte minoranze di tipo religioso, ideologico, linguistico, culturale, etnico, razziale ecc In queste situazioni il governo maggioritario non funzionerebbe perché: - si rivela essere non democratico perché escluderebbe alcune minoranze - si rivela essere pericoloso e discriminante s perderemmo la loro fedeltà al regime L’obiettivo di Lijphart è quello di dimostrare che le democrazie consensuali non sono di qualità inferiore alle democrazie maggioritarie. Al contrario, giunge alla conclusione che le democrazie consensuali sono, nel loro rendimento, superiori rispetto a quelle maggioritarie, perché più miti e serene Democrazie rappresentative e liberali Quando si parla di moderne democrazie s’intende: sistemi di tipo rappresentativo (elezioni libere, competitive, corrette e ricorrenti; meccanismo della delega ai governanti di rappresentare i governati) e libera (principi presenti nelle costituzioni che limitano il potere dello stato e dei governanti e che distinguono ‘spazio pubblico’ da ‘spazio privato’) La democrazia liberale ha tutte le caratteristiche della democrazia elettorale, in più prevede la presenza di uno stato di diritto, in cui siano garantite la protezione delle libertà civili e la presenza di un sistema giudiziario indipendente Tendenze: - da un lato, è cresciuto nel lungo periodo il numero di paesi che abbracciano i principi democratici e si aprono all’istituzionalizzazione delle libertà civili - dall’altro i sistemi democratici suscitano, nei cittadini che ci vivono, sentimenti di insoddisfazione verso il loro funzionamento concreto e alla qualità del processo democratico Nel tempo si è venuto a creare un ‘vuoto’, in senso alle democrazie occidentali, tra il demos e la politica dei partiti. ‘Mutual disengagement’= allontanamento reciproco: cittadini sempre più indifferenti; partiti sempre più indifferenti Quali sono i sintomi del malessere democratico? E’ il derivato dalla lunga transazione alla postmodernità. I grandi motori di questo cambiamento sono i mass media e le innovazioni tecnologiche. Hanno accelerato la transazione postmoderna, incrementando le logiche della società dei consumi. La democrazia che ne deriva, è sempre mediatizzata e psicologica, i cui leader assumono le caratteristiche dei follower (inseguitori dell’opinione pubblica) e in cui l’opinione si fa emozione pubblica, diventata volatile e volubile. Cause del malessere democratico Calo della partecipazione elettorale - calo iscritti partiti politici - aumento volatilità elettorale - sfiducia dilagante nei confronti delle istituzioni rappresentative - aumento della partecipazione non convenzionale - frammentazione e/o frazionamento politico, adottando un comportamento che va contro il sistema, rifiutando in maniera drastica i principi cardine della democrazia - polarizzazione politica e affollamento di partiti sulle ali estreme Pierre Rosanvallon: controdemocrazia Sostiene che le società contemporanee sono strutturalmente segnate da un’erosione generale della fiducia nel loro funzionamento, così come una conseguente crescita delle relazioni di sfiducia. Sfiducia democratica e sfiducia strutturale s’intersecano e si consolidano. Una siile società costituisce la tela di fondo davanti alla quale bisogna ricollocare le trasformazioni della democrazia Ricerca di forme di ‘contropotere’’ che si manifesta con: - vigilanza, il cui scopo è mettere alla prova la reputazione del potere - interdizione, il cui scopo è bloccare il potere, non lasciarlo esprimere, revocarne i singoli atti ed azioni - il giudizio, emerge la figura del ‘popolo giudice’, il cui scopo è additare ed accusare i fallimenti del potere, esporli al pubblico disprezzo La sfiducia democratica Sostiene che sia al contempo un problema e una risorsa. In questa prospettiva, il problema di ogni democrazia è sempre stato di istituire o lasciar crescere, tutto un intreccio di pratiche, verifiche, contropoteri e istituzioni la cui funzione è di organizzare la sfiducia. Queste pratiche vanno comprese come ‘facenti politicamente parte del sistema’ Il popolo partecipa alla vita dello stato in maniera non tradizionale, anche se secondo lui il vero problema è quella che definisce ‘impolitica’: l’opinione pubblica è mancante di una comprensione globale dei problemi del mondo attuale. Tale tendenza si diffonde nella piazze virtuali e via internet. Distingue due concetti di sfiducia: Scaricato da Simone Rizzuto ([email protected]) lOMoARcPSD|47463842 - sfiducia liberale, orientata a prevenire l’accumulazione eccessiva dei poteri, il cui scopo è proteggere l’individuo dagli sconfinamenti del potere - sfiducia democratica, opposta a quella liberale, il suo scopo è sorvegliare il potere perché resti fedele al bene comune Queste trasformazioni del ruolo della fiducia portano alla sviluppo di quella che chiama controdemocrazia Le moderne democrazie liberal-rappresentative sono anche sfidate da cambiamenti più ampi della società globale. Le collettività hanno perso i loro riferimenti tradizionali: classiche appartenenze e identità sono progressivamente svanite. Inoltre, le nuove tecnologie della comunicazione hanno ridefinito un nuovo ecosistema mediale in cui si muove il cittadino di questa società Crisi della democrazia Vi è crisi democratica quando insorgono limiti e condizionamenti alla precedente espressione dei diritti politici e civili, ovvero quando si ha limitazione della competizione politica e/o della potenziale partecipazione in quando si è incrinato e/o rotto il compromesso democratico che ne è alla base I sistemi democratici hanno tracciato una parabola evolutiva, trasformandosi in postdemocrazie, pur nel rispetto delle norme di tipo democratico. Non si parla di sistema anti-democratico, ma viene denunciata una condizione in cui la partecipazione e le prassi politiche sono svuotate dei loro principi costitutivi a favore di derive decisioniste Un ruolo fondamentale viene giocato dalla burocrazia, dai tecnocrati, dalle lobbies e dalla istituzioni intergovernative, a scapito della centralità del cittadino Anche se le elezioni continuano a svolgersi e condizionare i governi, il dibattito elettorale è uno spettacolo saldamente controllato, condotto da gruppi rivali di professionisti esperti nelle tecniche di persuasione e si esercita su un numero ristretto di questioni selezionate da questi gruppi. La massa dei cittadini solge un ruolo passivo, acquiescente, persino apatico, limitandosi a reagire ai segnali che riceve. A parte lo spettacolo della lotta elettorale, la politica viene decisa in privato dall’integrazione tra i governi eletti e le élite che rappresentano quasi esclusivamente interessi economici Svolgimento della crisi democratica Prima fase - crescita di radicalizzazione nelle modalità di conflitti negli attori in campo: aumento della distanza tra posizioni reciproche di partiti, sindacati e associazioni di interesse su aspetti concreti. Tale distanza può aumentare fino a portare certe forze politiche a distaccarsi e a opporsi al regime stesso - polarizzazione: si allontanano le posizioni degli attori - frammentazione e/o frazionalizzazione partitica: 1. Aumento del numero dei partiti 2. Divisioni interne ai partiti - crescita di partecipazione non istituzionale (e calo partecipazione istituzionale): movimenti di protesta e mobilitazione (aumento delle proteste) - instabilità governativa: aumento delle crisi di governo, governi sempre più instabili Conseguenze - aumento dell’inefficacia decisionale: diventa sempre più complicato prendere decisioni - aumento dell’ineffettività: diventa difficile eseguire decisioni prese - aumento dell’illegittimità: aumenta il numero di persone che si oppongono al regime poiché non lo sostengono e lo rifiutano Seconda fase - rottura degli elementi di compromesso - crescente violenza - crescita di politicizzazione dei poteri neutrali: con questa espressione si intende il processo in seguito al quale i poteri neutrali come l’esercito e la magistratura (che solitamente hanno posizioni neutrali) iniziano a prendere posizioni di parte Se in questa fase si hanno contemporaneamente tutti questi 3 aspetti, allora si hanno le condizioni di base per il crollo del regime Alle origini della della democrazia rappresentativa Difficoltà strutturali: l’alleanza difficile tra rappresentanza e democrazia; i principi del governo rappresentativo Difficoltà congiunturali: crescente incertezza della società globale; cambiano i partiti politici Amplificate dallo sviluppo della tecnologia digitale e dai cambiamenti avvenuti nell’

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