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PEDAGOGIA ESAME 1^J 2 ^J 3.pdf

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La storia della pedagogia Che cosa s’intende per pedagogia? → studia i processi di formazione dell'uomo e i metodi per realizzarla Vi sono processi attraverso cui il soggetto diviene un individuo completo in tutte le proprie potenzialità, capace di "trasformarsi" d...

La storia della pedagogia Che cosa s’intende per pedagogia? → studia i processi di formazione dell'uomo e i metodi per realizzarla Vi sono processi attraverso cui il soggetto diviene un individuo completo in tutte le proprie potenzialità, capace di "trasformarsi" dalla primitiva condizione infantile → assume particolare importanza nel corso dello sviluppo, ma dura tutta la vita. La formazione implica un'educazione a valori e comportamenti e un'istruzione attraverso saperi e tecniche. La pedagogia indaga su tali processi, ne individua le radici psicologiche, sociali e culturali e studia i mezzi per renderli più efficaci. L’oggetto di studio della pedagogia: la persona Con il termine persona si indica il singolo soggetto umano come individuo consapevole, distinto dagli altri, con proprie caratteristiche e capace di scegliere liberamente la propria condotta. Le persone sono uniche e irripetibili, portatrici di valori e ne va riconosciuta la dignità in qualsiasi situazione. Esse hanno tra loro delle relazioni e le modalità di entrare in relazione è libera solo in parte, essendo determinata dal tipo di società in cui il soggetto vive e dai ruoli sociali che tale società prescrive per i singoli individui. La persona come soggetto di educazione costituisce uno dei temi della riflessione filosofica e pedagogica: queste discipline si interrogano su come formare individui liberi di sviluppare le proprie inclinazioni e, allo stesso tempo, capaci di adattarsi alle esigenze della società. Le agenzie educative → istituzioni sociali che svolgono un’attività formativa Si classificano in base al grado di strutturazione formativi: educazione formale, non formale, informale. Questa suddivisione si basa sulle caratteristiche delle modalità con cui avviene l'apprendimento → reperibile nei documenti di alcuni organismi europei che si occupano di educazione permanente (che ha come progetto che dura per l'intera esistenza). educazione formale: costituita da ogni tipo di educazione strutturata e regolare, organizzata da istituzioni riconosciute → soggetto ottiene una certificazione delle abilità conseguite, riconosciuto ufficialmente dalla società di cui fa parte (es. scuola o la famiglia). - famiglia: socializzazione primaria (avviene nei primi anni di vita) - scuola: socializzazione secondaria (avviene dopo gli anni di vita in contesti sociali al di fuori della famiglia) → agenzia educativa e comunità educante, un luogo di società allargata ⇒ il soggetto riconosce la propria dipendenza delle regole e dove acquisirà conoscenze. E molto importante. Per l'educazione di un bambino, che la scuola sia uno spazio di espressione e non un luogo dove si va perché si è obbligati. Le caratteristiche di un ambiente scolastico sono: ✦ appartenenza: il soggetto, deve sentirsi appartenente ad un ambiente. ✦ durata: le attività svolte nel gruppo devono durare per tempo. ✦ totalità: il soggetto dovrà sentirsi accettato in tutti gli aspetti della sua personalità ✦ crescita della persona: l'ambiente deve consentire al soggetto di accrescere le proprie conoscenze, di modificarsi. educazione non formale: si svolge al di fuori delle principali strutture di formazione → non fa conseguire certificazioni ufficiali (es. attività svolte da gruppi, organizzazioni gestite dagli enti locali) educazione informale: tutte le iniziative che danno luogo a un apprendimento non pianificato, che si verificano nel normale svolgimento della vita quotidiana, costituiscono il processo informale dell'educazione. Si svolgono nell'ambito della famiglia, degli amici e del gruppo dei pari (gruppi di bambini e di adolescenti di uguali età) o i media, il cinema, la televisione o Internet. famiglia: un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi dimoranti abitualmente nella stessa abitazione → un'istituzione fondamentale per le funzioni che esercita (es. regolare la vita affettiva e sessuale dei propri componenti). Storicamente la famiglia è stata prima di un nucleo produttivo e poi un nucleo economico. 1 1 L’educazione nel mondo antico A partire dal III millennio fino alle soglie del I millennio a.C., nell'area geografica della Mesopotamia, posta tra i due fiumi Tigri ed Eufrate, nel delta del Nilo e in Grecia si sviluppano tre importanti civiltà: Sumeri, Egizi e Greci. La scrittura Prima della scrittura le comunità affidavano le loro testimonianze all'oralità, erano presenti: i miti, i canti e i proverbi. i sumeri: la scrittura nasce nel 3500 a.C. circa in Mesopotamia; era inizialmente formato da pittogrammi (disegni stilizzati) in seguito si passò agli ideogrammi (rappresentavano idee). gli egizi: intorno al 3200 a.C. la scrittura arrivò nell'antico Egitto, era costituita inizialmente dai pittogrammi (geroglifici) che si trasformarono poi in fonogrammi (segni che rappresentano suoni). i fenici: il cambiamento verso la scrittura alfabetica si deve ai Fenici che già dal 1° millennio a.C. diffusero il primo alfabeto fonetico composto da 22 segni che corrispondevano ai corrispettivi suoni. Prime istituzioni educative In Mesopotamia e in Egitto si poteva accedere al potere sacerdotale attraverso un'iniziazione entravano a far parte di un gruppo di privilegiati, i sacerdoti si dedicavano all'insegnamento della scrittura così il tempio divenne luogo di apprendimento. La diffusione della scrittura e del sapere aumentò e anche gli scribi si specializzarono dando vita alle prime scuole. La preparazione degli scribi prevedeva una fase di istruzione primaria mentre per la classe sociale più alta era disponibile il percorso di istruzione superiore; erano inoltre presenti punizioni e castighi fisici. L’educazione in Egitto In Egitto credevano che il mondo fosse governato da una regola cosmica: ogni persona doveva conoscere il volere di Maat (era all'ordine superiore) in modo che questo sapere possa essere tradotto in un comportamento corretto. C'erano due principali istituzioni educative: scuola per la formazione degli scribi e la scuola reale. La formazione degli scribi venne ampliata con insegnamenti specifici per le diverse cariche amministrative, queste lezioni le frequentavano i giovani nelle classi dei sacerdoti e dei funzionari, i pittori e gli scrittori; gli insegnamenti venivano appresi con il dettato e le ripetizioni a memoria, i requisiti richiesti erano una rigida disciplina e un impegno costante. Il sistema educativo ebraico: Gli Ebrei grazie alla religione sono sempre stati un popolo molto unito e con una forte personalità, grazie alla stessa svilupparono un ampio senso di appartenenza. La Bibbia fu il fondamento di questa civiltà poiché divenne la loro guida di vita, i suoi primi cinque libri furono il centro del sistema educativo ebraico: questi presero il nome di Torah; divennero importanti perché sono regole che indicavano non solo il modo per essere onesti con Dio (Timore di Dio) ma anche per essere giusti nella vita comune. Riconoscono il percorso educativo come formazione religiosa, infatti anche i genitori trovano all'interno della Torah delle indicazioni sul come formare i figli secondo l'insegnamento di Dio; i sacerdoti erano fondamentali nell'istruzione del popolo, questi provvedevano all'istruzione dei fedeli nei luoghi di culto ma anche i profeti svolsero un compito indispensabile nella preparazione della civiltà, infatti, vengono considerati i primi educatori pubblici. I rabbini e il Talmud Dai sacerdoti si passò ai rabbini ai quali, ancora oggi, viene affidato l'insegnamento; questi si cominciarono ad occuparsi della Torah in maniera più seria per mantenere vivo lo spirito della Legge religiosa, la raccolta di riflessioni sulla Torah viene chiama Talmud. La scuola ebraica Nel I secolo a.C. furono formate le prime scuole elementari obbligatorie e le scuole superiori per l'approfondimento dei temi religiosi, per queste scuole vennero dedicati degli spazi alla periferia dei centri urbani. L'istruzione cominciava attorno ai 6 anni e l'apprendimento prevedeva nelle capacità di leggere e scrivere e nello studio della Torah; gli insegnanti prestavano attenzione alla didattica, alle valutazioni e ai bisogni psicologici. La formazione dei rabbini invece si svolgeva in una scuola superiore chiamata accademia rabbinica. 2 2 L’educazione a Sparta e Atene Sparta e Atene. Sparta è una monarchia e Atene è una democrazia. In base alla loro organizzazione politica hanno elaborato due diversi modelli di educazione. Sparta ha elaborato un'organizzazione di carattere militare. La sua società è divisa in tre classi: Gli spartiati: i cui membri hanno pieni diritti politici e si possono dedicare all'attività militare, ma non possono svolgere altre attività; I perièci: sono uomini liberi, artigiani e commercianti, non hanno diritti politici, ma possono avere proprietà, e non sono considerati cittadini; Gli ilòti: sono schiavi senza alcun tipo di diritto, sono in genere i contadini. A Sparta: A Sparta prevale l'aretè eroica. Lo Stato si occupa della formazione dei ragazzi, che dovranno diventare dei soldati. I bambini restano nelle famiglie fino a 7 anni, poi i maschi vengono presi dallo Stato che li inserisce in fratellanze che cambiano in base all'età: dai 7 agli 11 anni sono fanciulli, ragazzi dai 12 ai 15, éirenes o efebi dai 16 ai 20, e dai 20 vengono ritenuti adulti. I giovani che fanno parte dei sottogruppi sono a capo di un paidônomos "colui che detta le leggi al fanciullo". Durante l'efabato i ragazzi vengono sottoposti a prove dure di resistenza fisica, per esempio devono rubare la legna o erbaggi negli orti, chi viene scoperto viene punito. I maschi di 18-20 anni devono superare prove di adattamento e devono mostrare abilità militari e di comando. Anche le ragazze vanno a scuola all'età di 6-7 anni ed entrano a far parte di sorellanze. Ad Atene: Ad Atene prevale il principio della Dike, della giustizia. L'arete ad Atene coincide con una vita condotta secondo la giustizia. Questo ideale viene proposto da Solone attraverso i suoi testi poetici, che a Dike, la giustizia sostituisce a Eunomia, la buona legge. I cittadini maschi ateniesi partecipano alla vita politica. Vengono coltivate l'educazione fisica, la musica ma anche la letteratura e la scrittura. La scuola era privata. Ci sono più figure educative nella scuola ateniese: grammatistes: insegnante di grammatica e letteratura; kitharistes:il maestro di musica; paidotribes: l'istruttore di ginnastica. pedagogo "colui che guida il fanciullo" accompagna i ragazzi a scuola. Il ciclo formativo ad Atene è diviso in diverse fasi: i bambini vengono formati in famiglia fino a 7 anni; dai 7 ai 14 anni vanno in una scuola elementare o in una scuola privata; dopo le elementari alcuni ragazzi seguono corsi di studio superiori per quattro anni; dai 18 anni fino ai 20 i ragazzi vanno nella scuola militare. Il pensiero greco L’insegnamento sofistico I Sofisti provengono da varie città ma si riuniscono ad Atene intorno al V a.C., dove per avere successo nella vita pubblica è necessario saper catturare l’attenzione e l’interesse dei cittadini, loro si occupano di questo, facendosi pagare. dialettica: saper discutere di qualsiasi questione (Protagora) → diventa eristica (l’arte per confutare l’avversario) retorica: tecnica per rendere un discorso convincente (Gorgia) Il metodo socratico Socrate diceva di non essere capace di insegnare ma soltanto di interrogare, lui infatti non dava mai risposte ad allievi che lo interrogavano su argomenti di loro interesse ma formulava delle domande in modo rigoroso secondo una logica per far si che li allievi riuscissero ad eliminare delle convinzioni false e aprirsi a nuove idee. Si approccia ai suoi allievi chiedendo loro di dare delle risposte, di avere chiarimenti su dubbi che lui nutriva rispetto gli argomenti dell'uomo, psicologia, atteggiamento dato che apparteneva al periodo antropologico. Socrate si metteva quindi nella posizione iniziale di chi non sapeva nulla, con una sorta di ironia = Maieutica (metodo educativo, pedagogico), questa include appunto l'ironia. 2 3 Come funziona il metodo di Socrate? 1. Socrate pone quindi la domanda, accetta la risposta che gli diedero ma subito incalza con delle richieste, approfondimenti conducendo l'allievo a confondersi, contraddirsi dando prova della sua ignoranza. Questo il momento negativo del dialogo socratico in cui Socrate utilizza in modo sofisticato l'ironia. Una volta sgombrato il terreno dalle fallaci opinioni inizia un secondo momento. 2. Il momento positivo: la ricerca della verità; nel momento negativo decostruisce le convinzioni, opinioni cristallizzate in credenze dei suoi incauti interlocutori, un momento di decostruzione, una volta decostruito si passa al momento positivo: la ricostruzione di nuove idee ma più valide, più vicine alla verità. Neanche, in questo momento, però Socrate diventa supponente (monta in cattedra, fa il sapiente) È quindi SEMPRE in un momento di ricerca quando dialoga con i suoi interlocutori, lui vuole giungere alla verità in collaborazione con l'altro, in un rapporto dialogico. d'incontro, vuole sollecitare nella mente dell'altro il movimento verso la verità, quindi il dialogo continua sempre, l'uomo infatti non approva dai nella verità assoluta, questa si scoprirà solo dopo la morte. L’Accademia di Platone Nel 387 a.C. fonda ad Atene una scuola filosofica: l’Accademia (può essere paragonata ad un’università), che nasce come una confraternita religiosa dedicata alle Muse. L’Accademia è fondata da uomini di tutte le età → fondata sul rapporto scolaro-maestro (sempre presente nell’ideale di paideia) → La filosofia nell’Accademia è intesa come la ricerca del bene comune, diventa un centro di formazione politico- religiosa di futuri cittadini. Il Liceo di Aristotele La fondazione del Liceo di Aristotele risale al 335-334 a.C.: tornato ad Atene dopo tredici anni, il filosofo diede vita alla scuola. Non essendo però ateniese, non poteva acquistare un terreno in città. Scelse quindi di aprire la sua scuola in un ginnasio pubblico nel santuario di Apollo Licio, da cui il nome di Liceo. Aristotele inoltre amava passeggiare mentre teneva lezione. Aristotele si occupa di studiare tutto lo scibile umano, scrivendo molte opere. E insegna: scienza, l’anima e la teologia (filosofia teoretica) affiancata alla filosofia pratica (etica, politica, poetica e tecniche) oltre che la poetica. → Aristotele non teorizza uno stato ideale (come Platone) ma analizza le costituzioni esistenti: monarchia, aristocrazia e democrazia. La paideia ellenistica Gustav Droysen (1808-1884) nell'opera Storia dell'Ellenismo nel 1877 coniò il termine ellenismo (periodo di mediazione tra il mondo antico e il mondo occidentale e cristiano). La civiltà ellenistica nasce con le conquiste di Alessandro Magno, vuole favorire l'unità del suo impero, unificare e fondere le diverse popolazioni e le culture dei paesi conquistati. Alla sua morte, però, il regno viene diviso in: il Regno di Siria, Regno di Macedonia, il Regno d'Egitto e il Regno di Pergamo (separati politicamente, ma unificati dalle lingue della cultura greca) → nasce il cittadino ellenistico, per il quale si creano istituzioni educative, corsi di studi specifici e si fondano biblioteche, musei. Nel IV secolo a.C. la funzione intellettuale dei ginnasi viene istituita con l'efesia (periodo di formazione intellettuale e ginnico militare). Gli ideali educativi dell’ellenismo L'unificazione è determinata dalla koinè → la formazione dell'uomo adulto è finalizzata a farli diventare uomini completi ⇒ nascono scuole private e le scuole per fondazione, realizzate attraverso i finanziamenti privati e pubblici Il ciclo di studi → il ciclo di studi inizia a sette anni e termina intorno a venti anni (fino a sette anni il bambino rimane con le donne, dai sette anni ai quattordici anni si ha la prima istruzione, che è collettiva). Nella prima fase di istruzione il bambino impara a leggere, scrivere, contare e a mandare a memoria. Il metodo è analitico: si parte dall'elemento per risalire alla struttura (alfabeto, sillabe e parole). Dai quattordici ai diciassette anni circa si svolgono gli studi secondari. L'allievo non affronta direttamente lo studio degli autori, all'inizio gli viene proposto un riassunto del testo → lettura espressiva, che richiede uno studio attento del brano, a causa della scriptio continua (parole scritte in modo consequenziale senza punteggiatura), recitazione a memoria. 4 L’educazione a Roma La studiosa francese Janine Assa divide la storia romana in tre fasi: 1. anteriore alla cultura ellenistica, 2. forte contatto con la cultura ellenistica e 3. Roma ha assimilato la cultura greca. La società romana antica: → classe di patrizi, proletari, la classe di cavalieri e gli schiavi. Il ruolo educativo della famiglia Nel periodo antico l'educazione dei giovani è affidata essenzialmente alla famiglia, fino ai 7 anni è educato dalla madre mentre dopo il padre fornisce un'istruzione di base (in assenza del padre può essere affidato alle cure di un parente o di un amico). Quando il figlio cresce provvede la formazione attraverso lo studio di discipline che abbiano un valore pratico: oratoria, medicina, l'arte della guerra, agricoltura e giurisprudenza. La scuola durante l'influenza ellenistica William Boyd sostiene che le scuole sono nate intorno al III secolo a.C. durante il quale Roma subisce sempre di più un'influenza da parte della cultura greca. I più ricchi avevano un precettore privato, mentre i fanciulli della classe media, venivano accompagnate da scuola da uno schiavo. Si recavano alla scuola primaria (ludus litterarius) con il maestro (litterator). Mentre all'età di 12 e 13 anni frequentavano la scuola del grammatico, dove imparavano la letteratura greca e latina. La società e la scuola nella cultura imperiale Acquistano importanza la classe media, l’aristocrazia latifondista, l'ordine equestre e i liberti (ex schiavi) mentre i professionisti sono apprezzati, ma non vengono più ritenuti in grande considerazione, gli artigiani sono numerosi e nasce la nuova classe sociale del cambiavalute. La schiavitù è molto diffusa, anche a causa delle numerose guerre. La scuola nell'epoca imperiale è sostanzialmente privata e si insegnano due materie: diritto e la stenografia (tecnica per annotare velocemente per iscritto qualsiasi comunicazione orale che risale intorno al quarto secolo a.C.) Cicerone e l’humanitas Marco Tullio Cicerone nasce nella città laziale di Arpino nel 106 a.C. da una famiglia agiata, appartenente all'ordine equestre. Il padre, uomo sensibile alla cultura, si preoccupa che Marco Tullio e il fratello Quinto ricevano una formazione letteraria completa e accurata. Cicerone compie studi di retorica e filosofia a Roma, dove è discepolo del giurista Quinto Muzio Scevola e ascoltatore assiduo di Marco Antonio e di Licinio Crasso, i due oratori più apprezzati nella Roma dell'epoca. Esordisce presto come avvocato. Si reca poi in Grecia dove completa i suoi studi e soprattutto si perfeziona nella retorica. Ritornato a Roma, intraprende, benché homo novus il cursus honorum (il succedersi delle magistrature e delle cariche politiche di chi intraprende la vita politica). E, infatti, questore in Sicilia, console e governatore della Cilicia. Dopo che Pompeo viene sconfitto da Giulio Cesare, Cicerone si allontana dal foro e si occupa di filosofia, trovandovi conforto anche ai dolori familiari che lo colpiscono: in particolare la morte dell’amatissima figlia Tullia. Dopo l'assassinio di Cesare, Cicerone si scaglia contro Antonio in una serie di orazioni, le Filippiche. L'attacco ad Antonio gli costerà la vita: nel 43 a.C. è ucciso a Formia dai sicari di Antonio. L’humanitas → Cicerone sostiene che alla base di ogni miglioramento umano e sociale vi sono la cultura e il sapere. Egli traduce il concetto greco di paideia con la parola latina humanitas → si intende la formazione dell'uomo colto nel senso più ampio e completo. L'idea di humanitas, rispetto alla paideia greca, contiene in più una connotazione morale di benevolenza verso i propri simili. 5 Quintilliano e l’istitutio oratoria Quintiliano nasce a Calaguris in Spagna tra il 35 e il 40 d.C. Segue a Roma in giovane età il padre, retore e maestro di retorica, e vi compie gli studi. Finiti gli studi, torna in Spagna dove rimane fino al 68 d.C. In seguito, ritorna a Roma, dove svolge con successo l'attività forense e apre una scuola di retorica. L'imperatore Vespasiano, che comprende l'importanza della retorica come strumento per la formazione del futuro "ceto dirigente", gli conferisce una cattedra di oratoria con uno "stipendio" a carico del fisco imperiale che egli mantiene per circa venti anni. Intorno al 90 d.C. abbandona l'incarico affidatogli e si dedica alla stesura della sua opera più importante, l'Institutio oratoria, ovvero "L'educazione dell'oratore". Quintiliano muore intorno al 96 d.C. L’istitutio oratoria → è un vero e proprio manuale sistematico di pedagogia e di retorica, suddiviso in dodici libri. - I e II: argomento pedagogico - dal III al IX: si occupano delle parti del discorso e dell'eloquenza. - VII: tratta la strutturazione del discorso - nell'VIII e IX, l'elocutio o stile, e delle varie figure retoriche. Quintiliano ritiene che formare l'oratore non significa semplicemente creare una - X: insegna all'oratore come figura destinata alla professione forense, ma procedere, attraverso l'educazione acquisire la disinvoltura linguistica e retorica, alla formazione culturale e morale completa di un perfetto nell'espressione e indica gli autori da intellettuale che conosce a fondo il diritto. leggere e da imitare. - XI: è dedicato alle mnemotecniche e all'actio (arte di porgere i discorsi) - XII: Quintiliano presenta la figura dell'oratore ideale. Il cristianesimo e Agostino d’Ippona Il cristianesimo e le civiltà: Inizialmente il messaggio di Gesù (uguaglianza davanti a Dio) si diffonde fra i poveri d'Israele poi anche tra l'aristocrazia romana = l'ostilità dei Romani per la loro estraneità alla vita civile e per il mancato riconoscimento della natura divina ⇒ persecuzioni (assumono un carattere politico quando la chiesa diviene un'organizzazione in competizione con l'impero). L'ideale educativo cristiano Gesù è riconosciuto come il primo e più importante maestro, l'educazione familiare, morale e religiosa ai nuovi valori è importantissima sia per il ruolo assegnato ai genitori sia per la presenza della cultura pagana nelle scuole del tempo. Vi è poi l'insegnamento religioso (che comprende un'istruzione elementare) impartito ai catecumeni, giovani e adulti. Agostino d’Ippona e il pensiero pedagogico Agostino nasce a Tagaste (attualmente Souk Ahras in Algeria) nel 354 d.C. La famiglia di Agostino non è ricca, ma è rispettata dalla comunità. Patrizio, il padre del filosofo, pagano convertito al cristianesimo per influenza della moglie Monica, è uno dei curiales (consiglieri municipali). Dalla madre Agostino riceve un'istruzione cristiana e viene iscritto fra i catecumeni. Il padre, orgoglioso dei risultati lusinghieri conseguiti dal figlio nelle scuole di Tagaste e Madaura, decide di mandarlo a Cartagine per prepararlo alla carriera forense. Agostino si diploma "oratore" ma morto il padre nel 371 d.C., non può proseguire gli studi per motivi economici, allora si dedica all'insegnamento privato della retorica a Tagaste e a Cartagine con grande successo. Si reca poi con la madre a Roma, dove apre una propria scuola di retorica e, infine a Milano, dove ottiene una cattedra pubblica di retorica. Nel 385 d.C. decide di abbracciare definitivamente il cristianesimo e, fallito un progetto di matrimonio, si dedica agli studi. Nel 386 d.C. Agostino viene battezzato dal vescovo di Milano, Ambrogio, insieme al figlio Adeodato, avuto a diciassette anni da una concubina. Decide di tornare in Africa, ma a Ostia muore la madre e il filosofo torna a Roma dove rimane fino al 388 d.C. continuando la propria attività di scrittore. Si ritira a Tagaste, in Africa, conducendo un programma di vita ascetica e viene ordinato a Ippona, prima sacerdote, nel 391 d.C., e poi vescovo, nel 396 d.C. Agostino fonda un monastero, di cui redige la regola, che funziona anche come una specie di seminario per la formazione dei preti (scuola episcopale). Il filosofo, infine, lavora intensamente alle proprie opere fino al 430 d.C., anno della sua morte. 6 Il percorso intellettuale e la conversione Agostino comincia con la lettura di Cicerone che lo entusiasma per la sua sapienza e acutezza e lo introduce alla riflessione filosofica. Rimane poi affascinato dalla religione orientale di Mani (manicheismo) che cerca di spiegare le contraddizioni del mondo attraverso l'antagonismo tra due principi opposti e coeterni: Bene-Luce-Dio da una parte e Male-Satana dall'altra. L'incontro fondamentale per Agostino è, però, quello con il vescovo di Milano, Ambrogio. Agostino rimane impressionato dall'interpretazione di Ambrogio delle Sacre Scritture → non considera tutte le affermazioni delle Sacre Scritture in senso letterale. Il pensiero pedagogico Agostino nelle Confessioni critica i metodi educativi della sua epoca: l'eccessiva severità delle punizioni, il culto della vanità, la cultura vista come strumento di successo e legata a contenuti pagani. Notevole è anche la penetrazione psicologica del filosofo nell'individuare i turbamenti della gioventù. Nelle opere retoriche, Agostino compila un'enciclopedia per il retore, più tardi afferma che tale sapienza terrena deve servire all'esegesi biblica. Nel De magistro si interroga su quanto sia possibile insegnare tramite il linguaggio di cui analizza le caratteristiche: elabora delle intuizioni profonde sulla natura strumentale delle parole, rispetto all'esperienza materiale (dei sensi) e spirituale (interiore). È quindi l'esperienza alla base della conoscenza e non il linguaggio. L'esperienza sensibile però è limitata e l'uomo ha in sé i criteri di valutazione e di ragionamento per scoprire la verità: tali criteri derivano da Dio che è l'unico criterio di verità. Il monachesimo e l’educazione cavalleresca In oriente: Il monachesimo (dal greco antico monachós, "solo, unico") è un modo di vivere la religiosità caratterizzato dalla rinuncia ai beni terreni per dedicarsi alla vita spirituale. In ambito cristiano si sviluppa nel IV secolo in Oriente in due forme: eremitismo (dal greco antico èremos, "solitario") è praticato da coloro che scelgono di vivere miseramente, in solitudine e in dimore occasionali, in luoghi lontani dal contesto civile, come i deserti. cenobitismo (dal greco antico koinòs biòs, "vita in comune") ha origine dall'iniziativa dell'egiziano Pacomio (292-348), poi proclamato santo, che nel 320 dà vita a Tabennisi, sul fiume Nilo, a una comunità costituita da più case, circondate da un muro. Lo stile di vita della comunità è affidato al rispetto di una regola scritta da Pacomio. In occidente: Promotori della diffusione del monachesimo in Occidente sono il vescovo Atanasio e lo studioso, poi proclamato santo, Sofronio Eusebio Girolamo (347-419/20). Verso la fine del IV secolo cominciano a circolare le regole dei monaci orientali tradotte in latino e molti aristocratici trovano nel convento un luogo di rigenerazione spirituale, ma, nello stesso tempo, per alcuni di loro questa esperienza viene considerata una fase di passaggio per la futura carriera di vescovo; La riforma scolastica di Carlo Magno Uno degli obiettivi principali di Carlo Magno è rendere più efficiente l'amministrazione dei propri territori. I funzionari imperiali sono quasi privi di istruzione e anche i chierici (sacerdote) spesso sono ignoranti. Carlo Magno riorganizza la Scuola di Palazzo, le scuole monastiche episcopali e presbiteriali (avvenivano verso l’episcopato che è la sede del vescovo) aprendo l'istruzione anche ai laici. Affida al monaco Alcuino di York la realizzazione della riforma scolastica e promulga capitolari per sostenerla. Le scuole acquistano nuova vitalità e in esse sono introdotte le arti liberali. L'istruzione rimane però un patrimonio dei chierici e così sarà per molto tempo. La società feudale Tra il IX e il X secolo l'Europa ripiomba nell'insicurezza a causa della mancanza di un potere centrale e delle invasioni del Saraceni, degli Ungari e del Normanni. In questi secoli si riorganizza la vita politica, sociale ed economica e nasce il feudalesimo. Chi possiede terre e uomini per lavorarle si comporta da sovrano assoluto sui suoi possedimenti e sugli uomini che vi lavorano ed è garante della loro incolumità. I territori sono divisi in feudi con il beneficio, cioè con concessione di terre da parte del sovrano, il principe è soggetto a vassallaggio, cioè dipende dal re; infine, il vassallo ha l'immunità, cioè il diritto di esercitare nel proprio feudo i pieni poteri. Questa classe di proprietari costituisce la nobiltà e i loro titoli divengono ereditari. Nella società vi è poi il clero, più potente della nobiltà, per il prestigio spirituale oltre che per la ricchezza, e, in condizione di sottomissione più o meno grande al feudatario, i servi della gleba, i contadini liberi e alcuni artigiani e commercianti. 7 La nobiltà e l’educazione cavalleresca I cavalieri, uomini liberi in grado di armarsi a cui spesso sono assegnati piccoli feudi, fanno parte della nobiltà. Essi sono spesso rozzi e ignoranti ma, grazie anche all'influenza della chiesa, tra loro si afferma un codice cavalleresco che ne raffina i costumi. Esso prevede la fedeltà alla chiesa e la difesa dei deboli e degli oppressi. Si diventa cavalieri con una cerimonia di investitura che prevede l'intervento di un esponente della chiesa. Il cavaliere cura il maneggio delle armi, l'arte di cavalcare e la caccia. L'educazione dei cavalieri avviene attraverso tre fasi successive: tra i sette e i quindici anni prestano servizio come paggi alla corte del sovrano e alcuni imparano anche a leggere. Tra i quindici e i ventuno anni diventano scudieri del loro sovrano, imparano a cavalcare, a maneggiare le armi, a cacciare e studiano l'araldica. A ventuno anni diventano cavalieri mediante la cerimonia dell'investitura. Le donne della società feudale sono in posizione subalterna, la dama presta però una nuova attenzione alla cura del corpo e diviene un simbolo di onestà e bellezza per i cavalieri. La pedagogia nel medioevo Nel secolo XI, cessate le invasioni degli Ungari e dei Normanni provenienti dal Nord e aumentati gli scambi nel bacino del Mediterraneo originati dalle Crociate, si creano in Europa le condizioni per il risorgere di una civiltà urbana basata sull'attività commerciale. Nelle città si forma un ceto borghese la cui attività richiede un'organizzazione sociale e politica più libera rispetto alla tradizionale divisione dei poteri tra il clero e la nobiltà. In tal modo si sviluppano i comuni con le loro istituzioni politiche libere e con le corporazioni delle arti che regolano l'esercizio e l'apprendimento. delle attività produttive. Il nuovo ceto richiede un'istruzione più pratica e i mercanti conoscono la matematica e le lingue straniere. Sorgono le scuole comunali in cui si impara a leggere, a scrivere, a fare di conto e si impartisce un insegnamento superiore di grammatica e retorica. La nascita delle università Presso i comuni nasce anche un insegnamento superiore privato non istituzionale da cui sorgerà l'università medioevale. I clerici vagantes (studenti vagabondi) si recano in varie città in cerca di magistri esperti delle arti liberali e di materie specialistiche come il diritto, la teologia e la medicina. Studenti e insegnanti costituiranno delle corporazioni con il nome di università a cui daranno un ordine e una struttura. L'autorità religiosa cerca di controllarle, ma esse riescono a mantenere per molto tempo una notevole autonomia. L'università di Bologna diventa famosa per il diritto, quella di Parigi per la teologia, quella di Salerno per la medicina. L'organizzazione degli studi universitari La facoltà delle arti è propedeutica alle altre tre di carattere specialistico (diritto, medicina, teologia), è la più frequentata e, con il tempo, assume un carattere più complesso con l'inserimento di corsi filosofici. Il curriculum universitario prevede tre gradi: baccelliere che è il titolo specialistico, licenziato che dà adito all'insegnamento, dottore che è il completamento degli studi con l'assegnazione di una cattedra universitaria. Il metodo didattico universitario prevede un corso con la lettura di un testo su un determinato argomento scritto da un autore ritenuto un'autorità nel settore. Si ha quindi l'expositio del contenuto a cui segue una disputa in cui si esaminano le parti controverse. I Gesuiti L'ordine dei gesuiti (detto anche Compagnia di Gesù) viene fondato nel 1534 dal nobile cavaliere basco Ignazio di Loyola (nome italianizzato di Íñigo López Loiola, 1491-1556). Viene riconosciuto formalmente dal papa nel 1540. Le finalità della Compagnia sono: restituire alla Chiesa il controllo su tutte le manifestazioni della vita umana, messo in crisi dai cambiamenti economici e sociali introdotti dal Rinascimento e dalla Riforma. La struttura organizzativa della Compagnia: fortemente gerarchizzata I gesuiti riconoscono solo quella del proprio ordine a cominciare dal superiore (Preposto generale, una carica elettiva) che è eletto dalla Congregazione generale e il governo periferico è diviso in Province. L'insieme delle Province di una o più nazioni affini costituisce un'Assistenza. Appartengono alla Compagnia, sacerdoti, destinati al ministero spirituale, e non sacerdoti, destinati alle funzioni domestiche. I primi ricevono una formazione lunga e accuratissima e si dividono, a loro volta, in Professi, tenuti a fare quattro voti, e Coadiutori spirituali, tenuti a tre voti. I Professi ricevono una lunga formazione che dura almeno quindici anni e, se si sono dimostrati all'altezza, possono accedere alle cariche più elevate e far parte della Congregazione. 8 La formazione del gesuita: avviene in un collegio per creare un vero e proprio tipo d'uomo nuovo. L’istruzione è costituita da un corso umanistico di cinque anni ma, prima di iniziare il corso di filosofia di durata triennale devono dedicare due anni esclusivamente agli esercizi spirituali → “ogni forma di esame di coscienza, di meditazione, di contemplazione, di preghiera vocale e mentale, e di altre attività spirituali”. Qualche anno dopo (una sorta di tirocinio) sono poi ammessi a frequentare il corso quadriennale di teologia o di qualche altra materia di ordine superiore. Nel corso di tali studi essi sono continuamente soggetti a esami. La Ratio studiorum Dopo una lunga e laboriosa ricerca effettuata analizzando trattati pedagogici, ispezionando varie scuole europee (cattoliche e protestanti). I gesuiti elaborano nel 1586 la Ratio studiorum: un dettagliato piano educativo che assume nel 1599 la propria forma definitiva. La didattica: prevede sei strumenti (prelezione, composizioni, ripetizioni, declamazioni, dispute e accademie) prelezioni: l’insegnante legge e spiega i passi degli autori previsti nel programma composizioni: scritte soprattutto in latino e in greco ripetizioni: sono svolte in continuazione accademie: quasi come seminari universitari Comenio Johan Amos Komensky, nato nell’odierna Repubblica Ceca il 28 Comenio parte dal presupposto che l'uomo è un microcosmo che riassume in sé le marzo 1592, è morto cad caratteristiche del macrocosmo (l'universo nella sua interezza). Amsterdam il 15 novembre 1670. Originario di una famiglia appartenente all’Unione dei Fratelli Boemi, a 16 anni ha iniziato a frequentare la scuola latina di Přerov e nel 1612 si è iscritto all’università di Herborn e, in seguito, di Heidelberg. Dal 1614 al 1616 fu il direttore della scuola latina fino a quando divenne pastore della comunità protestante alla quale appartiene. A causa delle persecuzioni che colpiscono la sua comunità religiosa, si ritira in esilio in Polonia, ma i suoi viaggi lo hanno portato anche in Inghilterra, Ungheria e Svezia. Comenio è considerato un anticipatore di diverse idee educative, è il primo a parlare di Didattica come arte che fornisce metodi e strumenti per insegnare; ogni disciplina che viene insegnata a scuola deve possedere la propria didattica in modo da raggiungere fini determinati e valutabili, a prescindere dai docenti e dai discenti. L’educazione per Comenio e le affinità con Lutero: entrambi mettono al centro l'istruzione come diritto di ogni essere umano → il cui scopo è la creazione di un "uomo virtuoso" a cui affidare la riforma della società, dei suoi costumi e la sua pacificazione. Il concetto di “pansofia”: che indica la sintesi della totalità del sapere (“omnibus, omnia, omnino, cioè insegnare "a tutti, tutto, completamente"). Insegnare "tutto" per Comenio non significa fornire una conoscenza enciclopedica, cioè riempire le menti di nozioni per far conoscere tutta l'area dello scibile universale, ma far conoscere i principi, le ragioni e gli scopi di ciò che è essenziale per la vita dell'uomo, in modo che ciascuno possa vedere con i propri occhi e pensare con la propria mente. Il metodo → secondo il pedagogista, deve essere graduale e procedere in maniera tale che ai diversi gradi di sviluppo della mente del fanciullo corrispondano analoghi gradi di sviluppo dell'insegnamento. Occorre, usare metodi didattici diversi per ciascuna materia. universalità: tutto a tutti (omnibus, omnia, omnino) spontaneità: occorre proseguire per gradi semplicità: occorre presentare gli argomenti in modo piacevole, stimolando interesse e partecipazione ciclicità: le nozioni sono sempre le stesse ma la difficoltà è crescente consequenzialità: il passaggio da una conoscenza all'altra deve essere legato logicamente con le altre conoscenze. 9 Il corso degli studi: Lo studioso suddivide in quattro periodi il tempo che il giovane deve dedicare agli studi, infanzia, puerizia, adolescenza e giovinezza, ognuno dei quali dura sei anni. A questi periodi corrispondono quattro diversi tipi di istituzioni scolastiche: la scuola materna o "del grembo materno"; la scuola della lingua nazionale o "vernacolare", da realizzare in ogni villaggio; il ginnasio, che deve essere presente in ogni città; l'università, che deve essere presente in ogni regno o provincia. L’illuminismo e Rousseau Con il termine "Illuminismo" (in tedesco Aufklärung) si indica il movimento spirituale europeo, sviluppatosi soprattutto nel secolo XVIII, che mostra piena fiducia nella capacità della ragione di rendere migliori e felici gli uomini, illuminandoli e istruendoli. Tale movimento si propone di: 1. abbattere il principio di autorità e quindi di non accettare nessun principio o valore soltanto in virtù della tradizione; 2. liberare lo spirito umano dall'ignoranza, dalle superstizioni e dai pregiudizi; 3. educare la mente a chiedere ragione e prova di ogni cosa; 4 dare alle istituzioni sociali un'impronta di razionalità, distruggendo quelle contrarie alla ragione e alla natura. Gli illuministi concepiscono un rinnovamento dei fini, dei metodi educativi e delle istituzioni formative, delle istituzioni formative, in particolare della scuola. Il bisogno di rinnovamento in campo pedagogico riguarda tutta l'Europa, ma si esprime in forme differenti nelle diverse nazioni. Jean-Jacques Rousseau e il suo pensiero pedagogico Jean-Jacques Rousseau nasce a Ginevra nel 1712; la madre muore dandolo alla luce. Rousseau trascorre i primi dieci anni della sua vita con il padre, di professione orologiaio e maestro di ballo, dal carattere non molto equilibrato. L'educazione che Rousseau riceve è discontinua ed episodica, ma ricca di letture, tra cui le Vite di Plutarco. Rousseau vive una giovinezza disordinata e passa da un mestiere a un altro. All'età di diciassette anni va a vivere in Savoia, presso Madame de Warens, da lui chiamata affettuosamente "maman", e si converte al cattolicesimo. Gli anni che trascorre con "maman" Rousseau li ricorda come molto felici. Si trasferisce, in seguito, a Lione dove fa il precettore dei figli di Monsieur de Mably, sindaco della città. Dopo un anno, lascia questo lavoro, ma continua a mantenere un interesse profondo per i problemi educativi che sfocerà nella creazione dell'Emilio. Nel 1742 si trasferisce a Parigi e si guadagna da vivere come copista di musica. Qui entra in contatto con l'ambiente degli illuministi, stringe amicizia con Diderot e D'Alembert che gli affidano la redazione degli articoli musicali dell'Encyclopédie. Si lega sentimentalmente a Teresa giovane cucitrice di scarsa istruzione, da cui ha dei figli. Nel 1749 legge sulla rivista letteraria "Mercure de France" il tema di un concorso bandito dall'Accademia di Digione, Se la rinascita delle scienze e delle arti ha contribuito a migliorare i costumi e, incoraggiato da Diderot, vi partecipa scrivendo il Discorso sulle scienze e le arti. Vince il concorso e il saggio lo rende famoso, ma gli procura anche numerose critiche. Nel 1754 scrive, partecipando a un secondo concorso dell'Accademia, il Discorso sull'origine della disuguaglianza tra gli uomini, che pure ha grande risonanza. Riavvicinatosi al calvinismo è accolto a Ginevra con tutti gli onori, mentre si crea una rottura con i philosophes. Dal 1756 lavora al romanzo La nuova Eloisa (1761) e al trattato educativo Emilio o dell'educazione che stampa nel 1762 insieme al Contratto sociale, la sua opera di riflessione politica. Le condanne dell'Emilio e del Contratto sociale da parte delle autorità religiose e civili lo portano ad accettare l'ospitalità offertagli dal filosofo David Hume (1711-1776) in Inghilterra. Ben presto Rousseau rompe i rapporti anche con il filosofo inglese e ritorna a Parigi. Inizia a scrivere le Confessioni (1782-1789), un'opera autobiografica in cui rivela al pubblico alcune verità, anche dolorose, come l'aver abbandonato, appena nati, i suoi cinque figli in un orfanatrofio. Seguono i Dialoghi e le Considerazioni sul governo di Polonia, le Fantasticherie del passeggiatore solitario. Il pedagogista ginevrino trascorre gli ultimi dieci anni della sua vita guadagnandosi da vivere copiando musica, quasi senza amici e turbato da manie di persecuzione. Muore a Ermenonville nel 1778. 10 Il pensiero pedagogico: Il pensiero pedagogico di Rousseau ha come base la convinzione che ogni riforma delle istituzioni e dei costumi di una società ha inizio con una riforma dell'educazione. Individua le cause del male nella società che ha portato l'uomo ad allontanarsi dal suo stato di natura, a causa della divisione del lavoro e dell'affermarsi della proprietà privata. Nel Contratto sociale si propone il problema del cambiamento dell'uomo nella vita sociale, nell'Emilio o dell'educazione si pone il problema della formazione del nuovo uomo attraverso l'educazione individuale. Entrambi gli scritti prendono in considerazione due dimensioni significative per la formazione dell'uomo: la costruzione di uno Stato che, come organismo politico, possa costituire il fondamento di una società giusta e l'educazione dell'individuo che possa integrarsi con gli altri e divenire una buona persona e un buon cittadino. Emilio o dell’educazione: un nuovo modello pedagogico Il senso dell'opera è nella critica alla società e ai suoi costumi e nella convinzione di Rousseau che, per avere una società "rinnovata", non bastano l'uguaglianza politica e la libertà, ma occorre un sano sviluppo della personalità dell'uomo e del cittadino. I principi fondamentali della sua pedagogia sono: educazione naturale, negativa e indiretta: - positiva: senza forzature, utilizzando una metodologia rispettosa dell'evoluzione di ciascun individuo - negativa: consiste cioè nell'eliminare gli impedimenti al naturale sviluppo del suo allievo: toglierà dunque, le cattive influenze, e non fornirà precetti. - indiretta: tutto ciò che si apprende nei diversi ambienti senza che ci sia una volontà precisa di comunicare e trasmettere queste informazioni Ogni età ha una sua disposizione, la vita di Emilio è divisa in quattro periodi, a ogni periodo corrispondono capacità e apprendimenti specifici. Il primo periodo va dalla nascita a due anni: egli impara con i sensi, il suo linguaggio è il pianto. Il secondo periodo va da due a dodici anni: in questo periodo Emilio deve imparare più dalle azioni che dai discorsi. Il terzo periodo va da dodici a quattordici anni: egli apprende le conoscenze attraverso l'osservazione dei fenomeni naturali, impara il lavoro manuale di falegname e legge Robinson Crusoe. Il quarto periodo va da quindici a venti anni: legge le Vite di Plutarco, studia la storia, la morale e la religione. A venti anni Emilio entra in società, legge gli autori latini e greci. 11

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