Merceologia Parte 2 PDF
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This document, Merceologia Parte 2, covers the basics of the chemical industry in detail including the history, role, challenges, and sustainable development aspects. It provides an overview of the subject, including different types of chemical processes, and their relationship to industrial sectors and environmental concerns. The text also touches on green chemistry principles.
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MERCEOLOGIA PARTE 2 CAPITOLO 1 L’INDUSTRIA CHIMICA 1. Storia dell'Industria Chimica: - 1700: Nascita dell'industria chimica inorganica durante la rivoluzione industriale. - Metà dell'Ottocento - Metà del Novecento: Affermazione dell'industria chimica organica per la produzione di "fine c...
MERCEOLOGIA PARTE 2 CAPITOLO 1 L’INDUSTRIA CHIMICA 1. Storia dell'Industria Chimica: - 1700: Nascita dell'industria chimica inorganica durante la rivoluzione industriale. - Metà dell'Ottocento - Metà del Novecento: Affermazione dell'industria chimica organica per la produzione di "fine chemicals". - Primi decenni del XX secolo: Rinnovamento delle tecnologie di sintesi, con focus sulle condizioni di reazione estreme. - Fino ai giorni nostri: Affermazione dell'industria chimica organica attuale e delle tecniche sintetiche legate alle biotecnologie. 2. Ruolo e Importanza dell'Industria Chimica: - Trasformare conoscenze scientifiche in tecnologie e prodotti per migliorare la qualità della vita. - Contribuire al progresso in vari settori, dall'igiene alla comunicazione, dal trasporto al tempo libero. - Razionalizzare l'uso delle risorse naturali, ridurre l'inquinamento e migliorare l'efficienza energetica in vari settori. 3. Sfide e Stereotipi: - Difficoltà nel percepire il ruolo della chimica nella vita quotidiana. - Stereotipi riguardanti l'impatto ambientale e la sicurezza dei prodotti chimici. 4. Sviluppo Sostenibile e Nuove Frontiere: - Necessità di riconvertire vecchie tecnologie in processi più puliti e progettare nuovi prodotti e processi eco-compatibili. - Impegno nella chimica circolare per il riutilizzo degli scarti dei processi, per affrontare i danni ambientali. In breve, l'industria chimica ha attraversato varie fasi storiche ed è fondamentale per il progresso tecnologico e il benessere, anche se spesso il suo ruolo e la sua importanza non sono pienamente compresi. CHIMICA VERDE 1. Filosofia della Chimica Verde: - Nuova approccio per prevenire problemi ambientali futuri sostituendo pratiche esistenti. - Consapevolezza dell'inquinamento globale, richiedendo politiche internazionali di controllo. - Necessità di politiche di controllo internazionalmente accettate - Grandi agenzie ambientali, industria e settore chimico svillupano codice di comportamento 2. Principi della Chimica Verde(da Anastas e Warner, 1998): 1. Prevenire la formazione di rifiuti anziché trattarli dopo. 2. Sintesi che incorpora tutti i materiali nel prodotto finale. 3. Utilizzo e generazione di sostanze poco o non tossiche. 4. Mantenere efficacia funzionale riducendo la tossicità. 5. Evitare l'uso di sostanze ausiliarie quando possibile. 3. Contributi della Chimica Verde: - Nuovi materiali isolanti per la casa del futuro. - Materiali a cambiamento di fase per la termoregolazione. - Pannelli solari e fotovoltaici per l'energia sostenibile. 4. Ruolo nella Sicurezza Alimentare: - Preservazione delle colture con agrofarmaci. - Innovazioni tecnologiche per incrementare produttività agricola. - Contributo alla purificazione dell'acqua per combattere la mancanza di accesso all'acqua potabile. La chimica verde si concentra sulla prevenzione dell'inquinamento, l'uso responsabile delle risorse e il contributo alla sostenibilità ambientale e alla sicurezza alimentare. LA STRUTTURA DELL’INDUSTRIA CHIMICA 1. Tipologie di Settori: - Settori interni alla chimica. - Settori serventi altre industrie. - Settori che forniscono direttamente ai consumatori finali. 2. Chimica Primaria e Secondaria: - Chimica Primaria: Produce sostanze di base come cloro, idrossido di sodio, e etilene da minerali, petrolio o gas naturale. - Chimica Secondaria: Utilizza i prodotti della chimica primaria per creare prodotti finali ad alto valore aggiunto come farmaci, detergenti, cosmetici. 3. Caratteristiche della Chimica Primaria: - Dominio di grandi imprese. - Investimenti elevati con produzioni di massa ed economie di scala. - Innovazione tecnica concentrata sui processi produttivi per migliorare efficienza ed economia. 4. Caratteristiche della Chimica Secondaria: - Produzione in strutture medio-piccole. - Alta elasticità di produzione per soddisfare il mercato. - Suddivisione in chimica fine (alta qualità e purezza) e chimica delle specialità (altamente specializzata). 5. Differenze tra Chimica Primaria e Secondaria: - In chimica secondaria, le economie di scala sono meno importanti. - Maggiore variabilità dei costi. - L'innovazione si concentra maggiormente sul prodotto e richiede investimenti significativi in ricerca e sviluppo. In sintesi, l'industria chimica si articola tra produzioni di base e produzioni di valore aggiunto, con differenti dinamiche e obiettivi a seconda del settore di appartenenza. LA CHIMICA INORGANICA E LA CHIMICA ORGANICA 1. Chimica Inorganica vs Organica: - Inorganica: Produce acido solforico, soda, ammoniaca, fertilizzanti. Materie prime: minerali, petrolio, gas naturale. - Organica: Produce plastomeri, elastomeri, detergenti. Materie prime: petrolio, gas naturale, grassi animali e vegetali. 2. Principali Prodotti della Chimica Inorganica: Lo zolfo e l’acido solforico I derivati del cloruro di sodio L’ammoniaca L’acido nitrico LO ZOLFO 1. Origine e Localizzazione: - Trovato vicino ai vulcani, in gesso o calcare. - Giacimenti in Italia (specialmente Sicilia), Louisiana, Texas e Giappone. 2. Combinazioni: - Combinato con metalli come pirite, blenda e galena. - Presente come solfato di bario e idrogeno solforato. 3. Storia e Processo Frasch: - Sicilia: monopolio zolfifero ma mancanza di investimenti. - Herman Frasch: innovativo processo di estrazione negli USA. - Processo Frasch: uso di aria e vapore per estrarre lo zolfo. 4. Nuove Fonti di Zolfo: - Produzione da idrogeno solforato nel petrolio o gas naturale. - Processi catalitici per rendimenti elevati. 5. Implicazioni Economiche: - Riserve mondiali di idrogeno solforato abbondanti. - Bassi costi rendono antieconomica l'escavazione tradizionale. L’ACIDO SOLFORICO 1. Bruciatura dello Zolfo: - S + O2 → SO2 (anidride solforosa). - Reazione fortemente esotermica. 2. Ossidazione della SO2: - SO2 ossidata a SO3 con catalizzatore (pentossido di vanadio). - Reazione ancora esotermica. - Raffreddamenti intermedi necessari. 3. Formazione dell'Acido Solforico: - SO3 reagisce con H2O a formare H2SO4. Reazioni: - 2SO2 + O2 → 2SO3 - SO3 + H2O → H2SO4. 4. Produzione di Oleum: - Aggiunta di SO3 all'acido solforico produce H2S2O7 (acido disolforico). - Aumenta la concentrazione dell'acido. 5. Ritorno all'Acido Solforico: - Oleum trattato con acqua ritorna ad H2SO4. - Reazione altamente esotermica. Utilizzi dell'Acido Solforico: - Fertilizzanti: 2/3 della produzione. - Raffinerie di petrolio: importante utilizzo. - Altri utilizzi: vulcanizzazione della gomma, esplosivi, fiammiferi, e come anticrittogamico in agricoltura. IL CLORURO DI SODIO 1. Fonti di Estrazione: - Saline con concentrazione di circa 30g/l e miniere di salgemma. 2. Derivati del Cloruro di Sodio: - Carbonato di sodio (Na2CO3). - Idrossido di sodio o soda caustica (NaOH). - Cloro (Cl2). 3. Utilizzi Industriali: - Industria tessile. - Detergenza. - Vetro. - Materie plastiche. - Fertilizzanti. - Esplosivi. - Solventi. Il cloruro di sodio è la base per la produzione di vari composti chimici ampiamente utilizzati in diversi settori industriali. IL CARBONATO DI SODIO Processi di Produzione del Carbonato di Sodio 1. Processo Leblanc: - Sviluppato da Nicolas Leblanc nel 1792. - Produceva carbonato di sodio, ma anche acido cloridrico e solfuro di calcio tossici e inquinanti. - Sostituito dal processo Solvay dopo il 1863 per ridurre l'inquinamento. 2. Processo Solvay: - Utilizza cloruro di sodio ed anidride carbonica con ammoniaca. - Bassi costi, modesto consumo di ammoniaca, e produce cloruro di calcio meno nocivo. - Principalmente usato in Europa e negli USA e Turchia per la trona. 3. Processo Cloro-Soda: - Elettrolisi delle salamoie per produrre idrossido di sodio, cloro e idrogeno. - Produzione a costi congiunti, con utile ricavato dalla vendita di tutti i coprodotti. - Utilizza tre tipi di celle: amalgama di mercurio (eliminata progressivamente), diaframma di amianto (in via di abbandono) e membrana perfluorurata (più moderna e vantaggiosa). Questi processi forniscono il carbonato di sodio utilizzato in numerose industrie tra cui vetro, sapone, carta, tessile, polimeri, detergenti e reagenti base. PROBLEMATICHE AMBIENTALI (DERIVATE DEL CLORURO DI SODIO) Problematiche Ambientali: Derivati del Cloruro di Sodio 1. Trattamento della Salamoia: - La salamoia contiene impurità solide in sospensione e altre sostanze chimiche disciolte. - Tecnologia di elettrolisi a membrana richiede una depurazione spinta per rimuovere impurezze come lo iodio. 2. Reflui Liquidi: - Contengono elevati quantitativi di solidi in sospensione di diversa granulometria (carbonato di calcio, silice, argille, ecc.). - Le particelle più grosse formano le "spiagge bianche" Solvay lungo la costa. - Le particelle più fini contribuiscono a una torbidità superficiale estesa delle acque marine, depositandosi verso il largo. Queste problematiche richiedono un trattamento adeguato dei reflui liquidi e una depurazione accurata della salamoia per ridurre l'impatto ambientale delle industrie che utilizzano derivati del cloruro di sodio. AMMONIACA 1. Sviluppo dell'Industria dei Fertilizzanti: - Dopo i lavori di Liebig nel 1840, la chimica dei fertilizzanti ebbe un vigoroso sviluppo. - La necessità di concimi azotati portò allo sfruttamento di sottoprodotti come il solfato d'ammonio. 2. Sintesi dell'Ammoniaca: - Verso la fine del 1800, si cercò di fissare l'azoto atmosferico per produrre ammoniaca. - Processo Haber-Bosch: permette la sintesi industriale dell'ammoniaca utilizzando azoto e idrogeno con un catalizzatore. - Risoluzione del problema della difficoltà nello scindere il legame triplo nell'azoto per formare ammoniaca, grazie a un catalizzatore adoperato da Fritz Haber e Carl Bosch. 3. Utilizzi dell'Ammoniaca: - Fertilizzante. - Produzione di materie plastiche, farmaceutica, tintura, tessuti, esplosivi, detergenti e acido nitrico. La sintesi dell'ammoniaca attraverso il processo Haber-Bosch ha rivoluzionato l'agricoltura e l'industria, permettendo la produzione su larga scala di questo importante composto chimico. LA PRODUZIONE DI AMMONIACA 1. Reagenti: Azoto (N2) e idrogeno (H2) in rapporto 1:3. 2. Condizioni di reazione: Temperatura tra 350-550 °C, pressione tra 140-320 atm, magnetite come catalizzatore. 3. Equazione chimica: N2 (g) + 3H2 (g) ⇄ 2NH3 (g) 4. Energia: La reazione è esotermica, con rilascio di 92,4 kJ/mol. 5. Equilibrio chimico: - L'equilibrio si sposta verso destra grazie alle alte pressioni e alla rimozione dell'ammoniaca prodotta dal reattore. LE MATERIE PRIME DEL PROCESSO 1. Idrogeno: Derivato dal syngas (miscela di CO e H2, talvolta con CH4 e CO2) o dalla fermentazione anaerobica, biomassa, o rifiuti solidi urbani. 2. Azoto: Prodotto per frazionamento dell'aria tramite processi Linde o Claude. 3. Catalizzatori: In passato osmio e uranio, ora prevalentemente ferro. 4. Ammoniaca (NH3): - Importante materia prima. - Utilizzata per produrre acido nitrico (HNO3) tramite metodo Ostwald. - Utilizzata nella sintesi di altri prodotti come nitrato d'ammonio (NH4NO3) per fertilizzanti e vari composti chimici. ACIDO NITRICO (HNO3): - Principalmente utilizzato per nitrato d'ammonio per fertilizzanti. - Applicazioni in sintesi di vari prodotti chimici. - Uso in metallurgia e raffinazione dei metalli. - Componente dell'acqua regia, utilizzata per sciogliere oro e platino. - Contribuisce alle piogge acide insieme all'acido solforico. Questi materiali e processi sono fondamentali nella produzione di ammoniaca e dei suoi derivati L’INDUSTRIA DELLA CHIMICA ORGANICA 1. Produzione Industriale: Circa la metà della produzione industriale chimica è costituita da composti organici. Il 90% di questi composti proviene dal petrolio o dal gas naturale. Il restante 10% ha origine da fonti come residui carboniosi delle cokerie, grassi animali e vegetali, resine e semi vegetali. 2. Verticalizzazione: Le industrie che producono prodotti organici spesso integrano diversi stadi di produzione fino al prodotto finito. 3. Etilene e Propilene: Due delle materie prime più importanti dell'industria chimica organica sono l'etilene e il propilene. Questi composti sono prodotti come derivati dei processi di raffinazione del petrolio. Questa industria gioca un ruolo significativo nell'economia globale, fornendo una vasta gamma di composti chimici utilizzati in molteplici settori, dall'industria farmaceutica all'agricoltura e all'industria manifatturiera. LE MACROMOLECOLE 1. Definizione: Le macromolecole sono composti chimici costituiti da una grande ripetizione di unità chiamate monomeri, ottenute attraverso specifiche reazioni chimiche. 2. Terminologia: Benché improprio in alcuni casi, il termine "polimero" è ampiamente usato per indicare le macromolecole. 3. Classificazioni: Classificazione Tecnologica: - Plastomeri: Macromolecole con scarse proprietà elastiche che diventano plastiche sotto pressione e temperature elevate. - Elastomeri: Macromolecole caratterizzate da elevata deformabilità ed elasticità, ritornando alla loro forma iniziale dopo la deformazione. - Fibre: Macromolecole con lunghezza predominante sulle altre dimensioni. Classificazione basata sul comportamento termico: - Termoplastici: Rammolliscono al riscaldamento e ritornano alla consistenza solida a bassa temperatura, ripetendo questo ciclo. - Termoindurenti: Rammolliscono al riscaldamento una sola volta durante la formatura dei componenti e poi si consolidano definitivamente. 4. Tipi di polimeri: - Omopolimeri: Derivati dalla polimerizzazione di un solo tipo di monomero. - Copolimeri: Derivati dalla polimerizzazione di due o più monomeri. 5. Origine: - Naturali: Come il caucciù o la cellulosa. - Artificiali: Modificazioni chimiche di polimeri naturali, come la celluloide. - Sintetici: Creati chimicamente. 6.Produzione: - I polimeri sintetici sono prodotti attraverso reazioni di polimerizzazione, che possono essere di tipo di poliaddizione o policondensazione. I PLASTOMERI 1. Composizione: Costituiti da polimeri sintetici con l'aggiunta di vari additivi per migliorarne le proprietà. 2. Proprietà: - Proprietà plastiche accentuate: Subiscono variazioni di forma e dimensione sotto sollecitazioni meccaniche, che si conservano nel tempo. - Leggerezza. - Buon potere isolante termico, acustico ed elettrico. - Buona resistenza a trazione. - Ottima resistenza chimica. - Resistenza agli agenti atmosferici. 3. Svantaggi: - Maggior parte infiammabili. - Alcuni liberano gas tossici. - Non sono biodegradabili. Nonostante gli svantaggi, i plastomeri sono ampiamente utilizzati in diversi settori grazie alle loro molteplici caratteristiche positive. IL PROBLEMA DELLA PLASTICA - Nell'Oceano Pacifico settentrionale si è formata un'isola di plastica estesa quanto due volte il Texas e profonda 10 metri, causata da 4 milioni di tonnellate di rifiuti. - Il Mare Nostrum è una delle zone più colpite dalla plastica, soprattutto dalle microplastiche, che possono finire nei nostri piatti attraverso i pesci. - Le bottiglie e i sacchetti di plastica non biodegradabili richiedono centinaia di anni per decomporsi. I biopolimeri: - Motivi economici: Le fonti di combustibili fossili si stanno esaurendo, quindi sono necessarie fonti di materie prime rinnovabili. - Motivi ecologici: La maggior parte dei polimeri sintetici non sono biodegradabili. I biopolimeri possono essere divisi in tre categorie principali: 1. Estratti direttamente da materiali naturali, come piante (polisaccaridi come amido e cellulosa, proteine come caseina e glutine). 2. Prodotti tramite sintesi chimica usando monomeri biologici e rinnovabili. 3. Prodotti da microrganismi o batteri geneticamente modificati. I POLIMERI DA AMIDO Polimeri da amido (Acido polilattico - PLA): - Derivato da monomeri di acido lattico, prodotti dalla fermentazione di carboidrati come il granturco. - Utilizzato per vaschette, contenitori, stoviglie usa e getta. - Potenziale sostituto del PET nelle bottiglie. - Direttiva europea SUP vieta molti prodotti in plastica monouso entro il 2021 e richiede un contenuto obbligatorio minimo di materiale riciclato nelle bottiglie in plastica. Elastomeri (gomme): - Caratterizzati dalla notevole elasticità. - Due tipi: naturali e sintetiche. Le gomme naturali: - vengono ottenute coagulando il lattice ricavato da piante tropicali come l'Hevea brasiliensis. - Hanno ottime caratteristiche meccaniche ma scarsa resistenza agli agenti atmosferici, alla temperatura e a molti composti chimici Le gomme sintetiche : 1. Produzione: Idrocarburi → Polimerizzazione → Lattici artificiali → Coagulazione 2. Tipi comuni: Gomme a base di stirolo-butadiene (SBR) 3. Caratteristiche: Discrete caratteristiche meccaniche, basso costo 4. Applicazioni: Pneumatici e altre applicazioni non impegnative 5. Processo di vulcanizzazione: Trattamento a caldo con zolfo e altri additivi 6. Risultato della vulcanizzazione: Elasticità, durezza, insensibilità alle variazioni di temperatura 7. Formati disponibili: Stampati, trafilati, fustellati 8. Utilizzi: Attenuazione delle vibrazioni, guarnizioni, elementi di appoggio, tappeti antiscivolo CAPITOLO 2 IL PROBLEMA AMBIENTALE: 1. Definizione di Ambiente - Ambiente: Complesso di fattori fisici (temperatura, pressione, luce), chimici (elementi e composti organici/inorganici) e biologici (esseri viventi) in cui si svolge la vita di una comunità. - Ecosistema: Unità funzionale in cui organismi animali e vegetali convivono e interagiscono tra loro e con l'ambiente, mantenendo un equilibrio biologico. 2. Definizione di Inquinamento Ambientale - Inquinamento Ambientale: Immissione di componenti estranei alla normale composizione di un comparto ambientale (atmosfera, idrosfera, litosfera) che provoca modificazioni apprezzabili e rischiose. - Approcci all'inquinamento: Naturalista: Tutela dell'ambiente e conservazione delle risorse. Sanitario: Salvaguardia delle popolazioni esposte. 3. Inquinamento del Suolo - Componenti del suolo: Frazione organica e minerale con pori pieni di aria e acqua. - Tipologie di degradazione: Erosione idrica Erosione eolica Degradazione fisica Degradazione chimica Degradazione biologica - Effetti: Contaminazione globale Trasferimento dell'inquinamento alle falde acquifere Alterazione dell'ecosistema suolo 4. Rifiuti - Definizione: Sostanze o oggetti di cui il detentore si disfi. - Principio delle 4 R(Decreto Ronchi 22/97): Ridurre Riutilizzare Riciclare Recuperare 5. Smaltimento dei Rifiuti - Incenerimento: Riduzione del volume dei rifiuti mediante ossidazione. Usato anche per rifiuti sanitari. - Termovalorizzazione: Recupero energetico attraverso la combustione controllata. - Discarica controllata: Smaltimento in strati sovrapposti per agevolare la fermentazione della materia organica. 6. Inquinamento Idrico - Modalità: Diretta: Scarico di sostanze inquinanti direttamente in mare o fiumi senza trattamento. Indiretta: Attraverso il suolo o l'aria. - Tipologie di inquinamento: Civile: Scarichi delle città non trattati. Industriale: Scarichi industriali non trattati. Agricolo: Uso di pesticidi e fertilizzanti chimici 7. Inquinamento Atmosferico Definizione: Introduzione nell'atmosfera di sostanze o energia da parte dell'uomo che alterano la qualità dell'aria. Fonti: Industriali (emissioni da fabbriche) Trasporti (gas di scarico) Agricoltura (pesticidi volatili) Effetti: Problemi respiratori, malattie cardiache, cambiamenti climatici. 8. Misure di Prevenzione Riduzione delle emissioni: Migliorare le tecnologie industriali e dei trasporti. Legislazione ambientale: Regole per limitare l'inquinamento e proteggere le risorse naturali. Educazione e consapevolezza: Informare il pubblico sull'importanza della tutela ambientale. 9. Effetti sulla Salute Umana Inquinamento atmosferico: Problemi respiratori, cardiovascolari, cancro. Inquinamento idrico: Malattie gastrointestinali, avvelenamento da metalli pesanti. Inquinamento del suolo: Esposizione a sostanze tossiche, impatto sulla catena alimentare. Questo riassunto copre i principali punti trattati nel documento fornendo una visione chiara e schematica dei problemi ambientali, delle loro cause, effetti e possibili soluzioni. CAPITOLO 3 IL PROBLEMA ALIMENTARE - La sopravvivenza umana dipende dalle risorse umane - La gestione corretta delle risorse è cruciale - Origini del problema : sovrappopolazione in alcune aree con sottoproduzione alimentare e modelli di consumo insostenibili - Soluzione : alimentazione sostenibile CRESCITA DEMOGRAFICA - Thomas Malthus (1798) sosteneva che la popolazione cresce geometricamente mentre il cibo solo aritmeticamente ACCESSO AGLI ALIMENTI - Vita sana richiede cibo in quantità, qualità e varietà sufficienti - Nutrizione inadeguata limita lo svillupo dei bambini e il benessere degli adulti - Molti non hanno accesso sufficienti ai cibi necessari, causando fame e malnutrizione globale LA DENUTRIZIONE E LA MALNUTRIZIONE - Fabbisogno energetico dipende da peso, età, sesso, attività fisica e condizioni fisiologiche - Denutrizione: assobirmento alimentare inferiore al fabbisogno energetico,può essere cronica - Malnutrizione: squilibrio nella composizione qualitativa della dieta o scarsa assunzione - Include sotto-nutrizione e iper-nutrizione - Sicurezza alimentare: accesso fisico ed economico a cibo sufficienti, sicuro e nutriente - Iper-nutrizione: eccesso di cibo rispetto al fabbisogno energetico CAMBIAMENTI NEGLI STILI DI VITA - Modificazione della dietà con eccesso di carne e sostanze grasse - Obesità associata a problemi di salute nei bambini e negli adoloscenti, con rischi per la salute a lungo termine IL PROBLEMA DELLA FAME Esistono due scuole di pensiero sulla sconfitta della fame nel mondo: - Una enfatizza la necessità di una miglore distribuzione delle risorse naturali alimentari - Un’altra sottolinea l’importanza di aumentare le capacità produttive CAMBIAMENTI GLOBALI IN ATTO : - Cambiamenti socio-demografici - Cambiamenti socio-economici - Cambiamenti socio-culturali - Cambiamenti socio-ambientali CAMBIAMENTI SOCIO-DEMOGRAFICI - Invecchiamento della popolazione - Famiglie più piccole e aumento delle famiglie mononucleari - Diversità etnica crescente CAMBIAMENTI SOCIO-ECONOMICI - Estensione del lavoro salariato e orario lavorativo, anche tra le donne - Aumento delle famiglie con entrambi i genitori che lavorano e riduzione del tempo per la preparazione dei pasti - Crescente attenzioni ai pezzi - Aumento dei prodotti a servizio rapido e vasta gamma di prodotti economici CAMBIAMENTI SOCIO-CULTURALI - Aumento della consapevolezza del consumatore - Maggiori investimenti nell’istruzione e nel capitale umano - Aspettative più elevate per gli standard qualitativi dei prodotti alimentari - Miglioramento delle informazioni e dell’etichettatura dei prodotti - Introduzione di sistemi di tracciabilità per i prodotti alimetari CAMBIAMENTI SOCIO-AMBIENTALI - Aumento della rischiesta di prodotti alimentari ecologici - Maggiore considerazione dell’impatto sociale nella produzione alimentare - Crescita dei prodotti biologici e sostenibile - Utilizzo di packaging ecologici e materiali ridotti - Crescita del commercio equo e solidale e dei prodotti tipici/etnici PRODUZIONE ALIMENTARE E CRESCITA DELLA POPOLAZIONE - La popolazione umana è cresciuta di 12 volte rispetto 50 anni fa, portando una maggiore rischiesta di cibo - I metodi di agricoltura e allevamento sono diventati intensivi per massimizzare la produttività dei terreni e del bestiame COSTO AMBIENTALE DELLA PRODUZIONE ALIMENTARE: - Il modo in cui ci alimentano ha un costo ambientale misurabile attraverso indicatori come l’impronta di carbonio, l’impronta idrica, l’impronta ecologica, l’efficienza energetica e la raccolta differenziata SOSTENIBILITA NELLA PRODUZIONE ALIMENTARE: - La produzione di risorse alimentari può diventare più sostenibile riducendo il valore degli indicatori ambientali e quindi l’impatto delle attività sulla Terra RUOLO DEL CONSUMATORE NELLA SOSTENIBILITA ALIMENTARE: - Il consumatore può contribuire alla sostenibilità scegliendo prodotti alimentari più sostenibili nella propria dietà - L’impegno nella riduzione dello spreco di cibo è fondamentale per promuovere la sostenibilità alimentare - Lo spreco alimentare riguarda tutte le fasi della filiera - Il consumatore può avere un ruolo attivo e determinante nella riduzione dello spreco nella fase finale e più impattante di tutto il processo CAPITOLO 4 QUALITA E LA CERTIFICAZIONE DELLE MERCI DEFINIZIONE DI QUALITA SECONDO LA NORMA UNI EN ISO 9000:2015: - La qualità è definita come l’insieme delle caratteristiche intrinsenche di un prodotto/servizio che soddisfano dei requisiti - Le caratteristiche intrinseche sono quelle permanenti e non assegnate - I requisiti sono le aspettative espresse ed implicite dell’acquirente/utente e i requisiti cogenti QUALITA OGGETTIVA: - Concetto strettamente correlato al prodotto/servizio - Comprende attributi fisici e tecnico-funzionali che il prodotto/servizio deve necessariamente possedere per essere considerato di qualità QUALITA SOGGETTIVA - Rappresentazione l’immagine del prodotto/servizio nella mente del consumatore, elaborata contestualmente all’esperienza di consumo VALUTAZIONE DELLA QUALITA OGGETTIVA E SOGGETTIVA - La qualità oggettiva si valuta confrontando il prodotto/servizio rispetto alle specifiche di progettazione - La qualità soggettiva si valuta solo successivamente all’esperienza di consumo da parte del cliente EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI QUALITA Periodo pre-indrustriale: - La qualità del prodotto è legata all’abilità dell’artigiano e è progettata insieme al cliente Periodo industriale - Razionalizzazione della produzione e parcellizzazione delle mansioni - Produzione di serie con mercati caratterizzati dalla domanda superiore all’offerta - L’obiettivo principale è la quantita a discapito della qualità - Divisione verticale del lavoro tra progettazione, produzione e controllo, con una mancanza di visione d’insieme del prodotto - Nasce il concetto del controllo statistico della qualità con l’introduzione di metodi statistici per il controllo dei prodotti Dopo la seconda guerra mondiale Gli “guru” della Qualità - Feingenbaum (Total Quality Control) - Deming (PDCA) - Juran (Breakthrough del Management) - Crosby (La griglia della qualità) Negli Stati uniti: - Possedevano il più grande potenziale industriale del mondo e il mercato interno non era saturo - Iniziano il processo di apertura e internazionalizzazione - Tuttavia, i livelli dirigenziali non comprendono appieno l’importanza delle teoriche statistiche, i tecnici non hanno il potere decisionale per risolvere i problemi, e gli imprenditori vedono il controllo di qualità come un costo aggiuntivo La garanzia della qualità negli USA: - Nasce il concetto di Garanzia della Qualità, applicato in settori come quello bellico, nucleare, aerospaziale e petrolchimico, dove l’affidabilità del prodotto è fondamentale La qualità in Giappone - Dopo la guerra, il tessuto industriale giapponese era in rovina - Esperti americani come Deming, Juran e Crosby si trasferiscono in Giappone per aiutare le imprese locali a migliorare i metodi di produzione - Nasce il concetto il Company Wide Quality Control (CWQC) - Si sposta l’attenzione dal prodotto al cliente, diventando il giudice ultimo della conformità dei prodotti ANNI 70’ E 80 - Le aziende giapponesi irrompono sul mercato con prodotti copiati, ma con riduzione radicale delle difettosità e costi più bassi - I consumatori, soprattutto americani, si orientano verso i prodotti giapponesi per la loro qualità superiore - Le aziende giapponesi si concentrano sull’ascolto delle esigenze del cliente e sull’innovazione dei processi per ridurre difettosità e costi LA QUALITA OGGI - Gli otto principi (oggi sette) di Gestione della Qualità forniscono un modello e una guida per il miglioramento delle prestazioni di un’organizzazione - Questi principi sono progettati per aiutare l’alta direzione aziendale nella realizzazione degli obbiettivi stabiliti dalla propria organizzazione NORME DI QUALITA Norme tecniche - Specificazione tecniche approvate da un organismo normativo, la cui osservanza non è obbligatoria - Definiscono le caratteristiche di un prodotto, processo, servizio o sistema, e corrispondenza a requisiti tecnici adottati spontaneamente dagli operatori Regole tecniche - Specificazioni o requisiti obbligatori per la commercializzazione o l’utilizzazione di un prodotto, comprese le disposizioni legislative e regolamentari degli stati membri - Stabiliscono requisiti essenziali per la sicurezza, la salute e l’ambiente, ed è obbligatorio rispettarli per i soggetti che operano nell’ambito territoriale in cui si applicano Enti di Normazione - Possono operare a livello internazionale, europeo/comunitario e nazionale - A livello internazionale ci sono organismi intergovernativi (come l’Organizzazione Mondiale del Commercio) e volontari (come ISO, IEC, ITU) - A livello europeo, ci sono tre organismi riconosciuti dalla Direttiva 98/34/CE: CEN, CENELEC, ETSI - A livello nazionale, ci sono enti come UNI, CEI e CONCIT per l’italia, DIN e DKE per la Germania, AFNOR e UTE per la Francia, BSI e BEC per il Regno Unito LA CERTIFICAZIONE - È l’azione di determinare, verificare ed attestare per iscritto che personale, procedimenti, procedure e/o i prodotti siano rispondenti alle prescrizioni specificate - Può essere eseguita direttamente dal produttore, dall’acquirente o da un’organizzazione indipendente chiamata Ente di certificazione - Per i prodotti, la certificazione garantisce la presenza o l’assenza di determinate caratteristiche o rischi - Per le figure professionali, la certificazione garantisce il posseso di determinate conoscenze o abilità - Per i sistemi di gestione, la certificazione verifica e attesta la conformità di un sistema ai requisiti previsti dalla normativa di riferimento ACCREDITAMENTO: - L’organismo di accreditamento garantisce il rispetto dei requisiti di correttezza, trasparenza e professionalità degli Enti Certificatori - In italia, l’ente preposto è ACCREDIA, sistema italiano per l’accreditamento, nato dalla fusione di SINAL e SINCERT PRINCIPI NORME PER LA QUALITA: - ISO 9000:2015: Sistemi di gestione per la qualità – Fondamenti e vocabolario - ISO 9001:2015: Sistemi di gestione per la qualità – Requisiti - ISO 9004:2018: Gestione per la qualità – Qualità di un’organizzazione – Linee guida per conseguiew il successo durevole - ISO 14000: Famiglia di norme sui Sistemi di Gestione Ambientale - ISO 45001:2018: Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza dei lavoratori - SA 8000:2014: Sistemi di Gestione per la Responsabilità Sociale Queste norme sono fondamentali per garantire la qualità, la sicurezza, la salute e la responsabilità sociale nelle organizzazioni e nei loro processi