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Luigi XIV e l'assolutismo francese Luigi XIV, salito al trono nel 1643, è considerato uno dei massimi esempi di sovrano assoluto. Il suo regno fu caratterizzato da un forte centralismo, una politica espansionistica e una grandiosa propaganda che lo celebrava come il centro di tutto il potere. Aspett...

Luigi XIV e l'assolutismo francese Luigi XIV, salito al trono nel 1643, è considerato uno dei massimi esempi di sovrano assoluto. Il suo regno fu caratterizzato da un forte centralismo, una politica espansionistica e una grandiosa propaganda che lo celebrava come il centro di tutto il potere. Aspetti politici e giuridici: Centralizzazione del potere: Luigi XIV concentrò nelle sue mani tutti i poteri dello Stato, eliminando ogni forma di opposizione e di autonomia locale, in particolare quella dei Parlamenti, cioè le corti di giustizia che potevano contestare le leggi promulgate dal re. Questo avvenne anche in risposta alla minaccia determinata dalla “fronda” cioè la rivolta nobiliare che minacciò il re quando era ancora un bambino sotto la tutela del primo ministro cardinale Mazzarino (che lo mise in salvo portandolo via da Parigi) Creazione di un apparato burocratico: Istituì una complessa rete di funzionari statali, gli intendenti, che controllavano direttamente le province francesi. Potenziamento dell'esercito: L'esercito francese divenne uno dei più potenti d'Europa, permettendo a Luigi XIV di condurre numerose guerre. Costruzione di una nuova nobiltà: La nobiltà tradizionale di spada fu allontanata dal potere e sostituita da una nuova nobiltà di corte, completamente dipendente dal re, cioè ministri di ascendenza borghese: concedendo ad alcuni il titolo di nobile di toga si circondava di fedeli collaboratori, spesso anche molto ambiziosi e capaci ( i nobili di toga quindi erano la nobiltà acquisita, mentre quella di spada costituiva l’antica e influente nobiltà del passato, spesso in contrasto con la monarchia) La lettre de cachet (si pronuncia lettr d cascé) un documento timbrato dalla cancelleria reale, con cui il re poteva fa arrestare e detenere in carcere chiunque (in genere nel carcere parigino della Bastiglia, quello che fu abbattuto durante la riv. Francese un secolo dopo) senza passare attraverso un giudice e senza possibilità, per il carcerato, di difendersi o di chiedere un processo e neppure sapere le ragioni dell’arresto, in pratica il re poteva eliminare col carcere i nemici politici o le persone sgradite senza alcuna giustificazione. Aspetti economici: Jean-Baptiste Colbert, ministro delle finanze di Luigi XIV, fu il principale artefice della politica economica francese del XVII secolo. Il suo approccio, noto come colbertismo, detto anche mercantilismo ( dottrina economica che vede la ricchezza di una nazione legata all'accumulo di metalli preziosi e all'attivo della bilancia commerciale ), era basato su una serie di principi: Potenziamento dell'industria: Colbert promosse lo sviluppo di industrie nazionali, come quelle tessili, manifatturiere e dell'armatura, attraverso incentivi fiscali, la creazione di compagnie commerciali e la tutela dei prodotti nazionali. Sostegno all'agricoltura: L'agricoltura era considerata il settore fondamentale dell'economia. Colbert promosse l'innovazione agricola, la bonifica delle terre e la costruzione di infrastrutture per facilitare il trasporto dei prodotti agricoli. Sviluppo del commercio: Colbert cercò di favorire il commercio sia interno che esterno. Fece costruire strade e canali, come il Canal du Midi, per migliorare i collegamenti interni e sostenne le compagnie commerciali che operavano nelle colonie francesi, in particolare iniziò la penetrazione nei Caraibi dove si coltivava la canna da zucchero e nell'America del nord (viene fondata la colonia Louisiana in onore del re, Louis in francese) Protezionismo: Per proteggere l'industria nazionale, Colbert istituì elevate tariffe doganali sui prodotti importati per impedire che le importazioni determinassero l’impoverimento dell’economia francese. Centralizzazione economica: Colbert creò un complesso sistema di regolamentazione economica, con l'obiettivo di controllare tutte le attività produttive e commerciali, un sistema che può dirsi “autarchico” proprio del mercantilismo Aspetti religiosi: Intolleranza religiosa: Luigi XIV perseguitò i protestanti (ugonotti), revocando l'Editto di Nantes nel 1685. La ragione derivava dal fatto che l’Editto, promulgato da Enrico IV nel 1598 che aveva chiuso la feroce guerra di religione tra ugonotti e cattolici nella Francia della seconda metà del 1500 (Enrico era stato ugonotto ma si era convertito per poter diventare re), permetteva agli ugonotti di autogovernarsi nelle loro città borghesi e portuali, si trattava cioè non soltanto di una questione religiosa ma di natura politica. Gli ugonotti vennero prima perseguitati in vario modo, quindi privati del diritto di professare il loro culto calvinista e gli fu impedito ufficialmente di espatriare. In realtà la maggior parte lo fece fuggendo dalla Francia e rifugiandosi nei Paesi Bassi. Ciò determinò un danno economico per la Francia, perché si trattava di una popolazione attiva nei commerci, nella finanza e nell’artigianato. Portarono via le loro risorse e capacità. Giansenismo: Si scontrò con i giansenisti, un movimento religioso che criticava il potere temporale della Chiesa cattolica e di conseguenza del re. La reggia di Versailles: Versailles non fu solo una residenza reale, ma un vero e proprio strumento di potere. La sua costruzione serviva a: La vita di corte a Versailles Versailles, sotto Luigi XIV, non era solo una residenza reale, ma il centro politico, sociale e culturale della Francia. La vita di corte era regolata da un rigido cerimoniale e da una meticolosa organizzazione: Etichetta e cerimoniale: Ogni aspetto della vita di corte era scandito da precise regole di comportamento. Le cerimonie, come il lever (risveglio) e il coucher du roi (l’andare a dormire), erano eventi sontuosi che sottolineavano l'autorità del sovrano. Vita sociale: La corte era un luogo di intrattenimento, dove si organizzavano balli, feste, rappresentazioni teatrali e opere liriche, balletti, concerti (ricordiamo il musicista di origine italiana Lulli e il commediografo Moliere). La vita sociale era strettamente legata alla politica, e le relazioni tra i cortigiani erano spesso influenzate dalle alleanze e dalle rivalità politiche. Potere e controllo: La vita a Versailles era un modo per controllare la nobiltà. Obbligando i nobili di spada, i più pericolosi, a risiedere a corte, Luigi XIV li teneva sotto controllo e li allontanava dalle loro terre. Propaganda: La magnificenza di Versailles era uno strumento di propaganda, che serviva a esaltare la potenza e la ricchezza del re. Versailles era un palcoscenico dove venivano rappresentate le cerimonie di corte, rafforzando così l'immagine del re come figura divina. Galleria degli specchi: Simbolo del potere assoluto del re, la Galleria degli Specchi era anche un luogo di propaganda religiosa e politica, dove venivano celebrate le vittorie militari e le gesta del re. Le guerre di Luigi XIV Luigi XIV fu un re estremamente ambizioso e desideroso di accrescere il potere e l'influenza della Francia in Europa. Durante il suo regno, intraprese numerose guerre che lo portarono a scontrarsi con molte delle principali potenze europee. Le motivazioni di queste guerre erano molteplici: Espansione territoriale: Luigi XIV mirava ad ampliare i confini della Francia, conquistando territori limitrofi. Affermazione dell'egemonia francese: Desiderava fare della Francia la potenza dominante in Europa, imponendo la sua volontà agli altri stati. Rafforzamento dell'assolutismo: Le vittorie militari servivano a consolidare il suo potere assoluto e ad accrescere il prestigio della monarchia. La Guerra di Successione Spagnola: il culmine dei conflitti La Guerra di Successione Spagnola (1701-1714) fu il conflitto più importante e complesso del regno di Luigi XIV. Scoppiò in seguito alla morte senza eredi diretti di Carlo II (Asburgo) di Spagna. La questione dell'eredità: Carlo II designò come suo erede Filippo d'Angiò, nipote di Luigi XIV. Questa decisione minacciava l'equilibrio europeo, poiché l'unione delle corone di Francia e Spagna avrebbe creato un impero troppo potente. Al contrario l’imperatore Leopoldo I d’Asburgo aveva candidato il figlio Carlo, con l’intento di mantenere il legame con il trono di Spagna che risaliva a Carlo V d’Asburgo. Ovviamente questa soluzione ripresentava il problema di una Francia stretta come in una morsa tra gli Asburgo dell’area tedesco-austriaca e la Spagna con un discendente a sua volta asburgico. La Grande Alleanza: Per contrastare l'espansionismo francese, si formò la Grande Alleanza, composta da Inghilterra, Paesi Bassi, Austria. Le fasi del conflitto: La guerra fu combattuta su più fronti, dall'Europa all'America e all'India. Vide scontri navali, assedi e grandi battaglie. Le conseguenze: La guerra si concluse con la Pace di Utrecht nel 1713. Luigi XIV fu costretto a rinunciare alle sue pretese e a restituire alcuni territori conquistati. La Francia uscì dal conflitto indebolita e con un debito pubblico enorme. Tuttavia gli Asburgo dovettero accettare sul trono di Spagna il candidato francese Filippo (denominato Filippo V), che dovette solennemente promettere che mai il trono di Spagna sarebbe stato unito al francese. A sua volta la Spagna dopo un primo tentativo di sovvertire gli accordi, dopo il 1720 dovette cedere tutti i territori italiani: Regno di Sardegna, di Sicilia, di Napoli e Ducato di Milano che furono ridistribuiti tra le potenze europee. In questo momento ricordiamoci che il regno di Sardegna, dapprima affidato all’Austria, passò ai duchi Savoia, che quindi diventarono re, re di Sardegna, mantenendo la capitale a Torino e ponendo le basi di quello che sarà con il Risorgimento, il regno d’Italia (unificato) nel 1861.

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