Storia Contemporanea PDF
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Il documento esplora la storia contemporanea, analizzando la soggettività dello storico nell'approccio oggettivo alla storia. Discute la periodizzazione della storia, con particolare attenzione al passaggio tra Medioevo ed età moderna, e alle trasformazioni sociali ed economiche che hanno caratterizzato l'epoca contemporanea. Include la discussione su figure chiave della storiografia e su eventi come la Rivoluzione francese e l'Unificazione.
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STORIA CONTEMPORANEA Attraverso la soggettività, cioè attraverso documenti e pensieri dello storico si tende all’oggettività. La storia studia l’uomo e tutto ciò che gli appartiene. Fino al 1929 la storiografia privilegiava i grandi personaggi/avvenimenti mentre successivamente è presente un valore...
STORIA CONTEMPORANEA Attraverso la soggettività, cioè attraverso documenti e pensieri dello storico si tende all’oggettività. La storia studia l’uomo e tutto ciò che gli appartiene. Fino al 1929 la storiografia privilegiava i grandi personaggi/avvenimenti mentre successivamente è presente un valore negli avvenimenti quotidiani: alimentazione, cinema, criminalità. Questi definiscono la storia di lunga durata, cioè che si evolve nel tempo. La storia è costituita da un insieme di avvenimenti che prima non esistevano, è un continuo divenire, un mutamento ed è la creazione di nuove situazioni. Questi avvenimenti si collocano su vicende già consolidate: la storia è continuità, cioè è un permanere di avvenimenti vecchi accanto ad avvenimenti nuovi. Per stabilire quando finisce un’epoca e ne inizia un’altra bisogna vedere quando le cose nuove siano superiori/più importanti agli avvenimenti che persistono nel passato: si guarda all’evoluzione delle istituzioni, agli avvenimenti politici, all’evoluzione delle idee, ai fattori economici. La periodizzazione è legata anche alle differenze geografiche. Se si guarda all’evoluzione della vita quotidiana c’è una continuità tra i vari secoli: c’è un mondo antico che permane fino all’esordio del ‘900 e questo non permette di definire le varie epoche, per questo bisogna guardare agli avvenimenti più vistosi. PERIODIZZAZIONE DELLA STORIA La divisione delle epoche storiche è stata operata soprattutto dalla storiografia protestante, in particolare dallo storico tedesco George Horn in “Arca Noae” del 1666 che ha diviso le epoche in Età Antica/età romana, Medioevo e Storia Moderna. Questa ripartizione fu diffusa nel resto d’Europa anche se non tutti erano d’accordo sulla scelta delle date, per questo ognuna di esse è una data convenzionale. L'ETÀ MEDIEVALE L'ETA MEDIEVALE nasce nel 1476 con la caduta dell’Impero Romano. Si è scelta questa data perché dopo di essa le novità erano molto più importanti rispetto a quelle che erano le vecchie abitudini di vita del mondo romano, anche se alcune cose continuano a sopravvivere: permangono l’utilizzo della lingua latina scritta, il diritto Giustinianeo, l’idea dell’Impero ma sono comparse le monarchie romano barbariche ed esse hanno portato nuove istituzioni, nuove abitudini di vita e un nuovo diritto che si è armonizzato con quello romano ma che è stato predominante in moltissime zone. Il Medioevo è un'epoca nuova per diversi fattori: nascita del Sacro Romano Impero (fattore politico), la nascita di nuove nazionalità come quella francese e inglese, una nuova filosofia molto diversa da quella greca e romana, l’arte gotica che porta all’elevazione dell’uomo verso Dio, il mondo feudale e il feudalesimo; cominciano a essere importanti i valori i borghesi, le città stato e marinare. C’è uno sviluppo tecnologico e nuove abitudini legate allo sport dove l’idea del gioco sparisce per far prevalere un’idea aggressiva, agonistica dei giochi con tornei e cacce. L'ETÀ MODERNA L’ETÀ MODERNA inizia nel 1492 con la scoperta dell’America, anche se molti ritengono che nasca dall’età dei Ghiottoni o dalla caduta di Costantinopoli. Si differenzia dal Medioevo per diversi fattori: - politici: si affermano le monarchie Nazionali, cioè un nuovo Stato moderno che cerca di stabilire dei confini e un’identità nazionale; lo Stato non viene più smembrato a seconda dei figli del sovrano come accadeva nel Medioevo - religiosi: il mondo medievale era cristiano e questa uniformità religiosa si rompe nell’età moderna con la Riforma Protestante dove la religione del sovrano diventa la religione del popolo - culturali: umanesimo, Rinascimento. C’è una nuova visione nell’arte, che cerca di mettere l’uomo al centro e non tende più verso l’alto, nelle scienze e nella filosofia - economici e geografici: il Medioevo aveva al centro il Mar Mediterraneo con le Repubbliche Marinare, poi diventa un mare secondario e questo porta alla loro crisi; infatti, con l’Età Moderna ci si trova di fronte a commerci transoceanici dove cominciano ad avere valore i porti che si trovano in Olanda, in Portogallo, in Spagna e in Francia - la scuola analista francese del 1929 dà importanza alle storie del quotidiano come criminalità e agricoltura e se si guarda anche a questi elementi storici si può affermare che nell’Età Moderna è iniziata la stregoneria L'EPOCA CONTEMPORANEA L’EPOCA CONTEMPORANEA nasce alla fine del 1700 con diverse trasformazioni sociali/economiche: - Rivoluzione Industriale in Inghilterra: crea un nuovo sistema di economia con la comparsa della macchina - Rivoluzione Americana: comporta alla formazione di un nuovo stato, porta una costituzione che riporta l’idea di felicità e l’idea che la società debba favorire una crescita armonica dell’uomo - Rivoluzione Francese: porta l’idea di democrazia, di cosmopolitismo e di progresso Questi valori e principi sono ancora attuali anche se alcuni storici ritengono che l’Epoca Contemporanea inizi con l’età della Restaurazione, successiva al Congresso di Vienna, che affermò l’idea di Nazioni e di classi sociali. Altri invece affermano che nasce nel 1848 con rivoluzioni liberali, nazionali e sociali dove compaiono forze borghesi e popolari. Altri ancora partono dalla formazione della nazione italiana e tedesca nella seconda metà dell’800 con il Nazionalismo, il Liberalismo, le conquiste coloniali, le rivoluzioni industriali che coinvolgono la maggior parte degli Stati Europei, le scoperte scientifiche e tecnologiche, le nuove correnti culturali come il positivismo, l’ascesa economica e politica di nuove nazioni come gli Stati Uniti e il Giappone, la Comune di Parigi che è stata la prima lotta di classe dove il popolo ha preso il potere. Due storici partono invece dalla Prima guerra mondiale perché pensano che il '900 con le guerre di massa sia una società molto diversa da quella dell’800. Geoffrey Barraclough, un altro storico, afferma che non si dovrebbe parlare di una data ma di un periodo lungo che lui individua in un arco temporale che va dall’età di Bismarck (1800) all’avvento di Kennedy (1860); in questo periodo si sono affermati molti elementi nuovi: l’Europa perde centralità, si dividono il potere gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, cominciano a rinascere gli Stati che appartengono all’Asia e all’Africa, c’è un diverso rapporto razziale, inizia la rivoluzione tecnologica e del nucleare. UNIFICAZIONE TEDESCA E ITALIANA L’Italia realizza uno Stato Unitario mentre la Germania un Impero Nazionale Federale in cui permangono i vecchi stati prima dell’unificazione sotto una formulazione letterale e sotto la guida di un imperatore rappresentato dalla Prussia; in entrambi i casi questo processo è stato realizzato con la forza delle armi ad opera delle monarchie più rappresentative: i Savoia per l’Italia egli Hohenzollern per la Germania. UNIFICAZIONE ITALIANA L’Italia nel 1848 è costituta da 7 Stati: il Regno di Sardegna, il Lombardo Veneto, i ducati di Parma e di Piacenza, il Granducato di Toscana, lo Stato Pontificio e il Regno di Napoli/delle Due Sicilie; gli unici governati da dinastie che poi rimangono sono il Regno di Sardegna con i Savoia e il Regno delle Due Sicilie con i Borbone mentre tutti gli altri Stati sono sotto dominazione straniera. L’Italia ha quindi uno Stato straniero, l’Impero austriaco, che governa sul territorio in modo: - diretto: possiede il Lombardo Veneto - indiretto: tramite i sovrani che erano a lui imparentati Il problema di doversi liberare dagli austriaci non è così sentito in tutti i territori; infatti, il problema principale è riuscire ad arrivare ad un’affermazione di maggiore partecipazione politica alla cosa pubblica: la maggior parte degli Stati vuole un governo costituzionale attraverso un processo di democratizzazione: - ideologia liberale moderata: aspira ad avere la possibilità di partecipare al governo - ideologia repubblicana/mazziniana: ha l’obiettivo di realizzare un’indipendenza dagli stranieri e un’unità territoriale educando il popolo; questo pensiero è diffuso principalmente nelle città e nelle classi medio colte delle popolazioni, come ad esempio fra gli operai Dopo il 1848-49 c’è la necessità di mediare tra le due posizioni: anche i liberali si rendono conto che per arrivare ad una partecipazione pubblica è necessario lottare contro la dinastia austriaca ed ottenere l’indipendenza. Oltre a queste ideologie sono presenti: - ideologia neoguelfa di Gioberti: l’Italia deve avere un’Indipendenza Nazionale attraverso una federazione di stati sotto la guida del Papa, perché ogni Stato ha la propria storia e deve essere rispettata. La debolezza di questa posizione è il fatto che il Lombardo Veneto sia dell’Imperatore d’Austria, ma Gioberti sperava che l’Austria lasciasse il territorio per rivolgersi verso i Balcani - ideologia neoghibellina di Cattaneo: l’Italia deve essere una federazione di stati repubblicani, come la Svizzera e gli Stati Uniti Il biennio 1848-49 ha creato molte speranze nell’area democratica che purtroppo sono state deluse, ma che hanno contribuito a rafforzare alcune considerazioni e posizioni relative alle modalità che le varie ideologie hanno riguardo l’organizzazione dell’unificazione. STATUTO ALBERTINO Tutte le costituzioni emanate nel biennio sono state cancellate dopo la Rivoluzione tranne lo STATUTO ALBERTINO emanato da Carlo Alberto nel 1848 che garantisce allo Stato Piemontese l’avvio ad un sistema di tipo parlamentare simile a quello inglese; esso è una Carta costituzionale basata su libere elezioni censitarie. A questa attività politica del Piemonte partecipano non sono l’alta borghesia piemontese ma anche persone degli altri stati italiani: quelli che sono perseguitati riescono ad arrivare all’estero e in territori piemontesi --> 70000 persone, la maggior parte dal Regno di Napoli dove la persecuzione nei confronti di quelli che avevano voluto la costituzione e che erano stati esponenti dell’area democratica è stata particolarmente dura. Tra queste persone è stato ricordato Silvio Spaventa, grande rappresentante abruzzese dell’area liberare che venne incarcerato nel carcere di Santo Stefano durante le persecuzioni del governo Borbonico. Il sistema istituzionale descritto nello Statuto è parlamentare prevede il re alla sommità della piramide, un Parlamento costituito da un senato, con membri scelti dal sovrano, e una camera elettiva (solo il 2% dell’elettorato è quello che importa); il presidente del consiglio viene designato dal re ma deve avere la fiducia del parlamento. DECENNIO DI PREPARAZIONE Il Piemonte viene ricordato per il DECENNIO DI PREPARAZIONE (1848-1859) che serve per convogliare tutte le forze per la realizzazione dell'unificazione --> personaggio importante è Camillo Benso conte di Cavour che nel 1852 diventa presidente del Consiglio; precedentemente è stato ministro dell’agricoltura, dopo essersi formato nell’ambito dell’esperienza inglese dove ha ottenuto una profonda conoscenza del sistema liberale moderato e del modello inglese nell’ambito della politica e dell’economia. In questo decennio Cavour: - sviluppa delle integrazioni commerciali con la Francia e la Gran Bretagna --> viene abbandonato il sistema protezionistico che veniva utilizzato nelle nazioni con un’economia debole - parla di un costituzionalismo che cerca di non essere represso in un sistema democratico troppo pesante - sceglie sotto la sua guida una linea liberale laica --> le Leggi Siccardi del 1850 avevano la funzione di attenuare i privilegi ecclesiastici e ridimensionare il potere economico del clero; questo determina l’avvio di rapporti piuttosto aspri tra il Regno Sabaudo e lo Stato della Chiesa --> Cavour comincia a far maturare al Piemonte un’autorevolezza agli occhi della Francia e Gran Bretagna Cavour voleva realizzare un ampliamento territoriale del Piemonte, poi questo pensiero si unì alle aspettative che venivano dal basso, cioè dalle varie prospettive ideologiche: prima delle persecuzioni, già a metà del 1850, vari settori dell’aristocrazia liberale e dell’alta borghesia che appartenevano agli stati della penisola erano diventati sempre più insofferenti nei confronti del dispotismo e aspiravano a partecipare al governo --> vedono il Piemonte come la soluzione per le loro aspirazioni. Questo periodo si caratterizza anche per la funzione dell’IDEOLOGIA MAZZINIANA che ha favorito delle rivolte come quella di Genova (1853) e di Livorno (1857), l’impresa dei fratelli Bandiera e l’impresa di Pisacane. Si assiste ad un cambiamento e un recupero da parte di molti mazziniani che avevano condiviso l’idea dell’Italia come unita, indipendente e repubblicana --> essi capiscono che è impossibile da realizzare e cedono sull’idea repubblicana: molti di loro iniziano a condividere la posizione della monarchia Sabauda come capofila di questo processo di unificazione e nel 1857 viene costituita la SOCIETÀ NAZIONALE ITALIANA da Giuseppe La Farina e Daniele Manin. GUERRA DI CRIMEA E SECONDA GUERRA D’INDIPENDENZA Per ottenere l’unificazione c’è la necessità di conquistarsi delle simpatie dalla Francia e dalla Gran Bretagna --> il Piemonte coglie l’opportunità legata alla GUERRA DI CRIMEA del 1854, uno dei capitoli della Questione D’Oriente. Quest’ultima si fonda sull’atteggiamento di alcuni Stati nei confronti dei territori balcanici che facevano parte dell’Impero Ottomano: la Russia e l’Austria sono interessate a cambiare l’assetto geopolitico dei territori (stati di movimento), mentre la Francia e l’Inghilterra hanno grandi scambi commerciali con l’Impero Ottomano e tendono a tenere ferma la situazione. Come si svolge la guerra? - La Russia nel 1854 coglie l’occasione di una rivolta interna in Crimea che aveva coinvolto gli ortodossi (protetti dalla Russia) per intervenire --> in altri casi l’Austria sarebbe subito intervenuta a fermarli, ma nel 1848-49 era stata aiutata dalla Russia a sedare la Rivolta Ungherese e si trovava in debito con essa. - La Francia e l’Inghilterra intervengono e scendono in guerra --> il Piemonte si propone come alleato e manda il proprio esercito senza chiedere niente in cambio: può partecipare alla Pace di Parigi del 1856 dove Cavour descrive la situazione dell’Italia in maniera pesante per cercare di farsi alleanze. Il piano di Cavour funziona e il Piemonte si avvicina alla Francia di Napoleone III, che vuole rifare grande la Francia sostituendosi all’Austria --> viene firmato il Trattato di Plombières del 1858 che prepara la SECONDA GUERRA DI INDIPENDENZA: in caso di guerra difensiva la Francia sarebbe scesa in campo accanto al Piemonte guadagnando Nizza e Savoia, mentre l’Austria sconfitta avrebbe ceduto il Lombardo Veneto al Piemonte. Il trattato ridisegna la cartina geografica dell’Italia per riuscire ad ottenere una supremazia da parte della Francia sui territori italiani --> secondo Napoleone III ci doveva essere: Italia del Nord con Piemonte e Lombardo Veneto, Italia Centrale che sarebbe andata ad un principe francese, Lazio sotto il controllo del Papa e Italia del Sud governata da Gioacchino Murat (cognato di Napoleone). - Essendo un patto difensivo, il Piemonte deve farsi dichiarare Guerra e manda Giuseppe Garibaldi con i suoi uomini a disturbare le frontiere dell’Impero austriaco –> viene mandato un ultimatum a Vittorio Emanuele II in cui l’Austria chiede di allontanare Garibaldi dichiarando guerra. - La Francia scende a combattere accanto al Piemonte: in battaglie sanguinose come le Battaglie di San Martino. - Contestualmente allo scoppio della Guerra, cominciano a sollevarsi i vari Stati riuscendo a mandare via i loro sovrani chiedendo di far parte del Piemonte: il piano di Napoleone III di avere supremazia sugli Stati italiani non va a buon fine --> il sovrano francese si trova in difficoltà perché le battaglie sono state sanguinose e la Francia sta perdendo uomini per una causa non propria. - Nel 1859 la Francia firma l’armistizio di Villafranca con l’imperatore d’Austria, facendo una pace separata dal Piemonte ma Cavour vuole continuare la Guerra da solo --> il re Vittorio Emanuele II non è d’accordo con Cavour e firma anche lui l’armistizio. La Seconda Guerra d’Indipendenza si conclude con il Piemonte e la Francia mezze vincitrici: il Piemonte acquisisce la Lombardia ma non il Veneto, mentre la Francia non prende Nizza e Savoia. Cavour si dimette ma subito dopo ritorna alla guida del governo in quanto l’unico che possa trarre profitto dalle trasformazioni in atto --> i sovrani non hanno la forza di tornare negli altri Stati e il Piemonte non può annettersi questi ultimi; il contributo lo dà la Gran Bretagna che appoggia le aspirazioni italiane. Grazie ad essa si arriva ad un accordo: la Francia prende Nizza e Savoia mentre il Piemonte attraverso i plebisciti acquisisce tutti i territori dell'Italia centrale. LE DUE PARTI DELL’UNIFICAZIONE: L’IMPRESA DEI MILLE La prima parte dell’unificazione è avvenuta quindi grazie alla forza di una dinastia e di un esercito che ha avuto un’impronta dell’ala liberale moderata: aveva come obiettivo quello di sottrarsi al dominio autoritario dell’Austria e avviare un nuovo corso democratico che consentiva alle classi più abbienti di partecipare al governo. La seconda parte dell’Unificazione si deve a Garibaldi con l’IMPRESA DEI MILLE del 1860: Garibaldi con l’appoggio di Vittorio Emanuele II riesce a convogliare gli uomini in questa impresa che si può paragonare a quelle di Mazzini - il decennio di Preparazione ha dimostrato che il sovrano non è riuscito a guadagnarsi la fiducia del popolo; quindi, quando Garibaldi arriva in Sicilia a sollevare lo stato, la popolazione ha un atteggiamento diverso. L’esercito borbonico era uno dei migliori eserciti dell’epoca però la forza di determinazione era maggiore - Garibaldi, tuttavia, non realizza tutte le aspettative dei siciliani, come ad esempio la divisione delle terre, l’abbassamento della tassazione e l’abbattimento della tassa sul macinato. - A Napoli, dopo l’abbandono dei sovrani, arrivano Cattaneo e Mazzini che cercano di creare un governo repubblicano convincendo la popolazione a non dare i territori a Vittorio Emanuele II --> Garibaldi però non accetta questo invito: non può venir meno all’impegno che ha preso e alla scelta che ha fatto di accettazione della monarchia, visto che la sua impresa è stata fatta sotto lecito dal re. - Cavour, nel frattempo, con l’idea di andare a salvare le Terre Pontificie fa partire l’esercito piemontese conquistando le Marche, lasciando al Papa solo il Lazio. - Nella Battaglia del Volturno del 1860 le truppe borboniche vengono sconfitte dall’esercito piemontese/italiano --> Garibaldi dà il Meridione a Vittorio Emanuele II cercando di avere delle garanzie per i propri uomini, anche se queste poi non saranno rispettate A seguito di questa impresa nasce l’ITALIA UNITA. I PROBLEMI DELL’UNITÀ Dal momento dell’unificazione iniziano a comparire alcune problematiche che riguardano principalmente i territori meridionali, dovute al passaggio da una dinastia all’altra. La prima è la QUESTIONE DEMANIALE: risvegliarsi della necessità delle popolazioni meridionali, dei contadini, di avere un pezzo di terra; questo problema viene spesso trascurato ma è alla base di tutti i problemi dell’Italia Meridionale --> questa questione è il momento di trasformazione di una società basata sul rapporto feudale attraverso i latifondi, che deve cominciare a diventare capitalistica e affermare la proprietà privata; nel sistema precedente prevaleva il latifondo dove i braccianti traevano il minimo. La trasformazione è avvenuta in tutti gli stati europei: nell’Italia Meridionale si realizza con il DECENNIO FRANCESE con il governo di Gioacchino Murat, genero di Napoleone, che avvia il processo di quotizzazione: le terre vengono divise e date in quota ai richiedenti, in questo modo si comincia a costituire una piccola proprietà contadina. Questo passaggio si realizza solo parzialmente e determina non solo la nascita del latifondo dei feudatari ma anche quella del latifondo dei galantuomini, cioè gli appartenenti alla grande borghesia. Il periodo postunitario si caratterizza per questa richiesta molto pressante, che viene fatta al nuovo governo, di affrontare il problema della visione delle terre. Sul territorio sono presenti anche persone che rimangono fedeli al vecchio governo borbonico --> il momento di passaggio al nuovo Stato è stato vissuto con particolare attenzione anche dall’aristocrazia, che spesso è ancora fedele ai Borboni, ma che gradatamente si comincia a spostare su delle posizioni vicine di collaborazione con il nuovo Stato. BRIGANTAGGIO E INCHIESTA MASSARI In questo sfondo inizia ad affermarsi il BRIGANTAGGIO (1860), che ha tra le cause la richiesta di riforme agricole: non è una novità del periodo post-unitario; infatti, ogni volta che c’è stata una trasformazione istituzionale la richiesta di cambiamento è avvenuta in modo disordinato --> Nel periodo post-unitario il brigantaggio colpisce di più perché è diventato una vera e propria guerra civile; accanto al brigantaggio c’è una congeda di persone che lo sostengono e che consentono che ci sia. Al brigantaggio appartiene: - problema delle terre: questo scontento popolare, che non trova risposta in una legge dello Stato che favorisca un nuovo assetto proprietario, confluisce nel brigantaggio - Filoborbonici, ex soldati borbonici che sposano la causa unitaria e che nel brigantaggio vogliono portare avanti una loro dimostranza - Chiesa: nel periodo borbonico aveva una possibilità di risalto e di indipendenza che nell’Italia unitaria ha in modo meno clamoroso, dovuto alla Legge Siccardi --> La Chiesa è molto più vicina ai Borboni che al nuovo governo unitario Il brigantaggio oltre a finanziarsi da solo con le razzie, viene finanziato sia dai borbonici che dalla Chiesa --> inizia nel 1860 e destabilizza la situazione perché crea una divisione e delle problematiche. Ci sono nel brigantaggio cause: - politiche: legame con il vecchio regime borbonico - sociali ed economiche: sono quelle più vistose ma meno messe in evidenza --> in questi anni viene fatta l’INCHIESTA MASSARI per cercare le cause del fenomeno e come affrontarlo: arretratezza economica, servizio di leva, tassazione più evidente. Si afferma la necessità di investimenti, soprattutto nel processo di alfabetizzazione, e dell’uso della forza. Questa inchiesta precede le decisioni prese dal Regno di Italia, che non comprende le vere ragioni del brigantaggio ma le interpreta come ragioni prevalentemente politiche --> a seguito di questa interpretazione vengono fatte le leggi speciali: Legge Pica 1863 che limita le libertà civili, gli individui non erano più liberi di muoversi ma erano soggetti a persecuzioni immediate. Questa scelta veniva applicata attraverso tribunali speciali per il brigantaggio e attraverso l’ausilio delle forze speciali. Nel 1865 viene sconfitto il brigantaggio --> dopo quella data il fenomeno va sfumando perché sono sempre più episodici situazioni di comportamento anomalo da parte di queste forze. Le leggi sono state abbastanza pesanti perchè spesso sono state perseguitate anche persone che non c'entravano. Il brigantaggio, a differenza di altre problematiche, ha conservato un grande interesse anche attualmente e si basa su quello che era stato scritto in passato dai filoborbonici: il fenomeno riguarda prevalentemente l’Italia Meridionale, tranne la Sicilia anche se è stata vittima di rivolte molto violente, come la RIVOLTA Di PALERMO del 1866 dove per una settimana il governo e il sindaco vengono allontanati. C’è un legittimismo anche in altre regioni dell’Italia: - Stato della Chiesa: nasce un’opposizione nei territori dello stato pontificio - Nord: la Lombardia ha un sistema amministrativo superiore e una burocrazia austriaca ben organizzata --> ognuno di questi Stati ha una loro tradizione, anche superiore come sviluppo culturale, istituzionale rispetto allo stesso Piemonte e quindi si sono dovuti adattare. I PEZZI MANCANTI DELL’ITALIA La data di avvio del PROCESSO UNITARIO è il 17 marzo 1861: viene proclamato re di Italia Vittorio Emanuele II e viene unito per la prima volta il Parlamento italiano --> mancano però alcuni pezzi: - Veneto: viene preso grazie alla guerra Austro-Prussiana, cioè la TERZA GUERRA DI INDIPENDENZA nel 1866 --> l’Italia partecipa come alleata della Prussia uscendone abbastanza sconfitta sia per mare che per terra, ma guadagnando il territorio Veneto - Trentino e Friuli: vengono presi con la Prima Guerra Mondiale, quando l’Italia recupera una dignità bellica Per quanto riguarda Lazio e Roma che erano la sede del papato, la più alta entità spirituale a livello mondiale, ci sono due idee diverse riguardo al modo di conquistarla: - la destra storica (al governo), cioè un governo liberale che pensa di poter risolvere il problema di Roma attraverso un accordo diplomatico, ritiene di non dover usare la forza --> lo Stato pontificio era difeso dalla Francia dal 1849 quando c’era stata la Repubblica Romana e quindi le truppe francesi si trovano a Roma a difesa del Papa; viene firmata la CONVENZIONE DI SETTEMBRE che stabilisce che la Francia avrebbe ritirato le proprie truppe da Roma, l’Italia si sarebbe fatta garante dello Stato Pontificio e avrebbe spostato la capitale da Torino a Firenze. In questo modo l’Italia non ottiene Roma ma ci si avvicina. - la sinistra storica (all’opposizione), cioè i garibaldini e gli ex mazziniani, pensano che a Roma ci si debba arrivare con la forza delle armi (interventista): nel 1863 ad ASPROMONTE Garibaldi mette insieme un esercito e risale l’Italia per raggiungere Roma e liberarla, ma viene fermato dall’esercito italiano che non supporta l’azione. Il secondo tentativo di Garibaldi avviene nel 1867: supera il confine dello Stato Pontificio cercando di arrivare verso Roma; questa volta l’Italia non interviene e la Francia manda l’esercito a fermarlo a MENTANA --> entrambi i tentativi vedono come capo del governo Rattazzi, di sinistra, vicino alle scelte violente. Nel 1870 con la GUERRA FRANCO-PRUSSIANA, la Francia sta combattendo contro la Prussia e Napoleone III viene sconfitto e decade --> il 20 settembre 1870 viene fatta la BRECCIA DI PORTA PIA che è stata un’azione abbastanza simbolica: l’esercito italiano irrompe e le truppe francesi si ritirano su disposizione del Papa. L’Italia si è unita quindi seguendo la via diplomatica. UNIFICAZIONE TEDESCA La CONFEDERAZIONE GERMANICA è costituita da 39 stati con il proprio sovrano e la propria indipendenza: 35 sono governati da una dinastia mentre 4 sono considerate città libere. Tutti gli Stati sono tedeschi, cioè non hanno una dominazione straniera e per questo non hanno mai avuto il problema dell'indipendenza dallo straniero; unica eccezione sono lo Slesvig e l’Holstein, due piccoli ducati, che sono di proprietà del Re di Danimarca. Per la Germania il 1848-49 è un biennio in cui vengono fatte delle costituzioni emanate dagli Stati che si riuniscono nell’Assemblea Federale Tedesca a Francoforte, dove i rappresentanti vengono eletti a suffragio universale; qui nascono due ipotesi sulla Germania unificata: 1) GRANDE TEDESCA: l’unificazione deve avvenire sotto il controllo dell’Austria e deve comprendere tutti gli Stati della Confederazione, l’Austria e tutti gli Stati sotto il controllo austriaco; è l’ipotesi più conservatrice e meno democratica 2) PICCOLO TEDESCA: l’unificazione deve comprendere solo gli stati tedeschi sotto la guida della Prussia - -> essa si realizza nel 1849 in seguito all’approvazione a Francoforte. Il periodo che precede il processo di unificazione tedesca è caratterizzato da un forte conservatorismo: la maggior parte degli Stati ritira le costituzioni perché chi governa è la dinastia affiancata dagli esponenti più rappresentativi dell’aristocrazia e della borghesia. Questa unificazione si è tradotta in una riaffermazione dell’autoritarismo in cui le forze istituzionali sono rimaste silenziate. L’esempio italiano colpisce gli elementi liberali che continuano a permanere in Germania: è stata costruita un’associazione che rilancia l’idea di unificazione Piccolo Tedesca, la DEUTSCH NATIONALVEREIN --> dimostra in questo modo come nel territorio tedesco ci sia una preminenza della Prussia, l’unica ritenuta in grado di avviare il processo di unificazione. La Prussia è fortemente classista e autoritaria; il potere è nelle mani della monarchia che riconosce molto poco le aspettative e le esigenze del mondo liberale, in modo particolare il nuovo sovrano, Guglielmo I, salito al trono nel 1861 si presenta con un atteggiamento fortemente autoritario che emerge dalla richiesta, che viene fatta al Parlamento, di avere maggiori finanziamenti per il rafforzamento dell’esercito --> la richiesta viene negata e la scelta unitaria si realizza soltanto con l’ascesa alla carica di cancelliere del Regno di Otto von Bismarck. Lui è uno junker, conservatore che non ha alcuna simpatia verso la politica liberare e democratica: è interessato a realizzare l’affermazione della Prussia, vuole l’ascesa della Prussia tra le grandi Potenze del Risorgimento, per questo decide di rafforzare l’esercito. LA PRUSSIA AL CONTROLLO: LO SCIOGLIMENTO DELLA CONFEDERAZIONE GERMANICA La confederazione germanica è costituita da paesi tutti tedeschi, tranne lo SLESVIG e l’HOLSTEIN che appartengono al Regno di Danimarca --> Bismarck si allea con l’Austria e va in guerra contro la Danimarca: vince e i due Stati si liberano dalla presenza straniera: lo Slesvig va alla Prussia e l’Holstein all’Austria. Da questa pace però nasce una guerra: l’Austria è una presenza ingombrante perché, se si vuole realizzare un’unificazione Piccolo Tedesca, bisogna liberare l’Austria dalla confederazione germanica. Bismarck ha la necessità di trovare una ragione per fare guerra con l’Austria e la trova in un’interpretazione non condivisa della Pace dei due Ducati; scoppia quindi la Guerra Austro-Prussiana, che dimostrerà l’organizzazione dell’esercito prussiano, uno dei migliori dal punto di vista dell’alfabetizzazione e della preparazione culturale. L’esercito sconfigge l’Austria nella Battaglia di Sadowa del 1866 e in seguito viene sciolta la confederazione germanica che si divide in due: - CONFEDERAZIONE DEL NORD (Norddeutscher Bund): costituita da 21 Stati oltre la Prussia --> contiene l’Holstein, l’Hannover e l’Assia-Darmstadt - STATI A SUD DEL MENO: costituiti dalla Baviera e del Baden-Württemberg che hanno stipulato una piega doganale con la Prussia Tutti i territori tedeschi sono quindi sotto la guida della Prussia: in modo diretto i territori del Nord e in modo indiretto quelli del Sud. Dal 1866-1871 la politica di Bismarck che è iniziata come una politica che vuole rendere grande la Germania si coniuga come il cammino e la politica per realizzare l’unificazione nazionale: l’unificazione però non si sta realizzando secondo i principi del mondo democratico liberale, ma secondo i principi di uno Stato conservatore come quello della Prussia --> I liberali vengono sconfitti nelle elezioni del Reichstag, infatti scendono dal 70% al 49%. Grazie a questi risultati Bismarck ottiene senza difficoltà quei finanziamenti che Guglielmo I non aveva ottenuto. Nei confronti di questa ascesa della Prussia ci sono atteggiamenti contrastanti: - Democratici dei territori a sud temono l’autoritarismo della Prussia - Cattolici temono la Prussia perché è espressione del mondo protestante La posizione dei regnanti dei territori del Sud è abbastanza incerta: da una parte devono ascoltare i dubbi che provengono dai territori, dall’altra parte sono vicini alla Prussia, perché essa garantisce la loro autorità e li rafforza. IL PIANO DI BISMARCK Quello che Bismarck riesce ad ottenere per realizzare l’unificazione in questa situazione è riuscire a focalizzare il nemico comune, la Francia, contraria al processo di unificazione ai suoi confini perché non vuole vicino una nazione più forte --> Bismarck deve trovare un modo per scatenare guerra alla Francia e lo trova nella Spagna: - il trono di Spagna è libero perché la regina Isabella II era stata destituita e la Prussia propone di mandare al trono Leopoldo di Hohenzollern --> la Francia si dichiara contraria perché si sarebbe trovata la famiglia tedesca più importante da entrambi i lati; a questo punto il re di Prussia ritira la candidatura - L’ambasciatore francese manda un telegramma al suo imperatore dicendo che la candidatura è stata ritirata; Bismarck manipola il telegramma con lo scopo di far apparire la risposta di Guglielmo I irriguardosa nei confronti dell'ambasciatore e suscitare così l'irritazione di Napoleone III --> la Francia dichiara guerra alla Prussia: inizia la GUERRA FRANCO-PRUSSIANA - La Francia viene sconfitta a Sedan nel 1870 e Napoleone III viene arrestato e al posto della monarchia viene istituita un apparente Repubblica --> la Francia con il TRATTATO DI FRANCOFORTE perde l’Alsazia e la Lorena che vengono prese dalla Germania in quanto di lingua tedesca; inoltre deve pagare un ingente cifra per le spese di guerra. NASCITA DELL’IMPERO GERMANICO A Versailles i 25 Stati della Germania si riuniscono e proclamano la nascita dell’impero sotto la guida del re di Prussia che diventa imperatore. In tutti gli Stati rimangono i vecchi sovrani come figure rappresentative per l’amministrazione; essi non possono compiere scelte politiche diverse da quelle dell’imperatore --> lo Stato che ne fuoriesce è uno Stato prevalentemente continentale caratterizzato dal problema dell’accerchiamento. Dalla Guerra Franco-Prussiana è nata quindi una Nazione fatta dai principi e dagli eserciti: è una monarchia autoritaria, dove predomina una cultura idealista, che si basa sulla forza dell’esercito, che ha come classe fondamentale l’aristocrazia fondiaria. Ci sono due opinioni riguardo l’annessione dell’Alsazia e della Lorena che consentono di sottolineare come in quel periodo si stavano formando due idee di Nazione: - etnica: l’annessione non deve essere considerata come atto di ingrandimento da parte della Germania, ma come un passo ulteriore verso la creazione della Germania --> si sceglie la Nazione in base al sangue, all’appartenenza etnica - elettiva: uno storico francese, contrario alla Germania, richiama l’attenzione sul perché i due territori tedeschi durante la guerra hanno accolto l’esercito tedesco come nemico --> si sceglie la Nazione in base all’appartenenza culturale DIFFERENZE TRA GERMANIA E ITALIA: LE ORGANIZZAZIONI ISTITUZIONALI Le due unificazioni sono avvenute in tempi vicini tra di loro e hanno visto l’azione dominante di una monarchia: - il Piemonte si è fatto capofila del processo di unificazione italiana ma nello stesso tempo ha utilizzato forze democratiche che erano attive sul territorio: questa unificazione è stata nutrita dalle aspirazioni liberali che avevano contribuito a maturare quelle ideologie che poi hanno portato alla creazione dello Stato --> quest’unificazione è stata sostenuta dall’idea di una maggiore partecipazione all’azione politica unita all’idea di realizzazione dell’unità - In Germania l’azione è stata portata avanti da Bismarck e dai sovrani legittimi che c’erano nei vari stati precedenti all’unificazione --> non c’è alcun contributo dei gruppi liberali democratici, che di fatto non hanno partecipato al processo di unificazione Nell’uno e nell’altro caso l’idea democratica esce sconfitta: è vero che nell’idea di unificazione tedesca l’apporto del gruppo democratico è stato pressoché nullo, ma anche nel processo di unificazione italiana c’è una partecipazione di massa più consistente delle ideologie, che però sono liberali, non democratiche. Per quanto riguarda l’Italia si parla di unificazione perché è un REGNO UNITARIO, mentre per la Germania si parla di una FEDERAZIONE: i sovrani precedenti all’unificazione rimangono sui loro troni e conservano dei poteri territoriali amministrativi --> il potere centrale della Germania è nelle mani del Kaiser (imperatore) e del cancelliere che viene designato dall’Imperatore e deve rispondere a lui, non deve avere la fiducia del Parlamento per continuare ad operare: è irresponsabile nei confronti del Parlamento federale. L’organizzazione istituzionale della Germania è la seguente: - KAISER e CANCELLIERE - BUNDENSLAG: costituito da 58 rappresentanti che provengono da tutti gli Stati che fanno parte della federazione, mandati dai governi; di questi, ben 17 provengono dalla Prussia --> è una camera molto conservatrice - REICHSTAG: costituito da individui che vengono eletti con suffragio universale maschile --> rappresenta l’organo della sovranità della Nazione che bilancia la forza dell’altra camera Questi organi avrebbero dovuto svolgere una funzione di guida di quella che doveva essere la politica di tutta la Federazione; in realtà, quando alla guida della Germania c’è Bismarck, il potere di questi organi è molto ridotto --> in questo sistema le categorie vincenti sono i Junker, cioè la nobiltà proprietaria e i grandi industriali, anche se gradatamente si vanno affermando anche un NOTABILATO che è costituito dalla borghesia e da coloro che svolgono professioni: essi possono svolgere la funzione di veicolo per il voto a favore di un candidato nel momento delle elezioni. Questo sistema permane subito dopo l’unificazione: nel tempo, man mano che i cancellieri saranno meno forti e meno rappresentativi e quando si andranno formando dei partiti, è chiaro che questi organi costringeranno i cancellieri ad avere una maggiore necessità di confrontarsi con il Parlamento. La situazione italiana è costituita dal permanere dello STATUTO ALBERTINO, ma è necessario proporre una nuova costituzione perché il territorio è troppo ampio: tutti gli organi del Regno di Sardegna vengono transitati e applicati al nuovo Regno d’Italia --> lo Statuto prevede: - Re - PRIMO MINISTRO: proposto dal re su proposta del Parlamento --> deve avere la fiducia del Parlamento. Il numero di elettori era moto basso (2%): è una votazione profondamente censitaria e abbastanza conservatrice - SENATO: costituito da persone scelte dal re e da rappresentanti della Chiesa - CAMERA: costituito da persone scelte dal popolo a elezione censitaria In questo sistema è difficile favorire un’alternanza governativa. Importante anche in Italia è il NOTABILATO: costituito dagli avvocati, professori, notai e burocrati, cioè dai personaggi più rappresentativi del tempo, che hanno la funzione di portare voti al loro deputato di riferimento --> questo garantisce una stabilità di governo che viene perpetrata attraverso il notabilato ma anche attraverso i PREFETTI, che hanno una funzione di controllo su tante realtà: scuole, cimiteri, piccole industrie, ordine pubblico, voto. CONSEGUENZE DELL’UNIFICAZIONE TEDESCA: LA POLITICA DI BISMARCK Il modo con cui è avvenuta l’unificazione tedesca fa crollare ogni possibilità di avviare un processo di gestione governativa della cosa pubblica. Nella Germania di Bismarck si afferma l’IDEOLOGIA DELLA FORZA che ha un potere che viene esercitato attraverso il controllo e la forza dell’esercito; nonostante si parta da ciò, il periodo dell’età bismarckiana (1870-1890) garantisce all’Europa un periodo di pace. POLITICA ESTERA Con l’ascesa della Germania è stata disegnata una cartina geopolitica abbastanza stabile, che rimarrà così per molto tempo; questo non vuol dire che non ci fossero ragioni di rivalità tra i vari stati ma queste sono temperate da una politica che è stata inventata da Bismarck –> le uniche ragioni di conflitto si trovano nelle colonie, nella politica coloniale: ci sono stati molti conflitti ma al di fuori dell’Europa. La politica di Bismarck viene realizzata per l’EGEMONIA dell’impero tedesco: rappresenta l’impero a cui tutti fanno riferimento. Inoltre, la Germania deve tenere ferma ogni aspirazione della Francia, che ha visto perdere l’Alsazia e la Lorena e che sta sviluppando il revanscismo francese che durerà fino alla Prima Guerra Mondiale, cioè fino a quando non riavrà i due territori; Bismarck fa di tutto per isolare rancia --> la politica bismarckiana: - determina il rafforzamento della Germania a livello europeo, facendone lo Stato più rappresentativo - garantisce la Pace tenendo ferma la Francia, che rimane isolata --> Bismarck determina e stipula delle alleanze attraverso le quali la Francia non può muoversi Nel 1873 il cancelliere firma l’ALLEANZA DEI TRE IMPERATORI (Germania, Austria e Russia): alleanza dinastica che ha come finalità quella di conservare l’equilibro e una linea conservatrice in tutti gli Stati; nell’ambito dell’Alleanza c’erano dei conflitti molto profondi: Austria e Russia tra di loro sono rivali per i problemi balcanici, cioè entrambi gli Imperi vogliono annettersi i Balcani --> dopo la stipula del trattato, nel 1875, scoppia una guerra che coinvolge la Russia, perché interviene di fronte a dei sommovimenti che riguardano gli ortodossi; questo determina una trasformazione e viene firmata la PACE DI SANTO STEFANO nel 1878 con l’Impero Ottomano. Questa pace porta all’indipendenza della Serbia, del Montenegro, autonomia della Bosnia e dell’Erzegovina e la creazione di un grande Stato bulgaro --> tutta la cartina dei Balcani viene ridisegnata, ma c'è una supremazia della Russia in quell’area. Di fronte a questo risultato Bismarck ha la necessità di consolidare l’Alleanza perché, se venisse a meno, la Francia comincerebbe a muoversi --> il cancelliere nel 1878 riunisce il CONGRESSO DI BERLINO che determina un ridimensionamento di quelli che erano stati i risultati della guerra che avevano portato alla Pace di Santo Stefano; questo congresso stabilisce che: - la Serbia e il Montenegro rimangono indipendenti - la Bulgaria conserva l’indipendenza, ma vede il suo territorio fortemente ridotto rispetto a quello che era stato stabiliti - la Bosnia e l’Erzegovina, che avevano ottenuto l’autonomia, vengono assegnate all’Austria, la quale si ritrova ad avere un’amministrazione temporanea su di essi - la Gran Bretagna ottiene Cipro, anche se non ha interessi ad ampliamenti territoriali in Europa; il suo unico interesse è avere punti di attracco per le proprie navi --> Cipro è una posizione strategica - la Tunisia, territorio non colonizzato, viene offerta all’Italia dove al governo c’è Depretis, ma, essendo lo Stato non è ancora consolidato e sapendo che in Tunisia c’è una presenza italiana e francese molto consistente, rifiuta l’offerta --> la Francia occupa la Tunisia e questo gesto porta alla perdita dell’unico alleato della Francia, essendo che nel 1882 l’Italia si lega alla Germania e all’Austria nella TRIPLICE ALLEANZA, che rimane valida fino alla Prima Guerra Mondiale. L’Italia ottiene così una maggiore forza a livello internazionale; in questo periodo l’Alleanza ha buoni rapporti con la Gran Bretagna, che non entra nelle questioni europee se non quando può essere danneggiata L’Alleanza dei Tre Imperatori è abbastanza difficile, tanto che, nonostante sia stata di nuovo stipulata dopo il Congresso di Berlino, nel 1885-1886 ci sono una serie di contrasti che hanno come oggetto il Regno di Bulgaria --> nel 1887 Bismarck stipula il TRATTATO DI CONTROASSICURAZIONE che serve a tenere ferma la Francia e a tenere stabile la situazione in Europa; questo stabilisce che: - in caso di guerra tra la Germania e la Francia (per l’Alsazia e la Lorena), la Russia non avrebbe aiutato la Francia - in caso di guerra tra l’Austria e la Russia (per i Balcani), la Germania non avrebbe aiutato l’Austria POLITICA INTERNA Bismarck è considerato importante per la sua politica estera che ha garantito un periodo di pace e di stabilità e che ha consentito ai vari Stati che si erano formati di rafforzarsi; meno brillante Bismarck è stato nella politica interna. Le categorie dominanti fanno parte dell’area liberale costituita prevalentemente da personaggi che sono punti di riferimento nel momento delle elezioni --> nel tempo iniziano a formarsi dei partiti: - PARTITO CONSERVATORE: appartengono i Junker - PARTITO NAZIONALE LIBERALE: appartengono gli esponenti del mondo industriale e del commercio - PARTITO SOCIALDEMOCRATICO nel 1875: ha come base elettorale gli agricoltori e gli operai, cioè il mondo del lavoro - ZENTRUM nel 1870: ha come base elettorale la vecchia borghesia, il mondo cittadino e buona parte del mondo dell’agricoltura, diffuso soprattutto nella Baviera cioè nel mondo cattolico Una delle ragioni di conflitto prima dell’unificazione è la scarsa fiducia che i cattolici hanno nei confronti della Prussia perché è uno stato protestante --> cominciano i primi contrasti perché Bismarck pensa di temperare la forza politica dello Zentrum avviando una politica contro i cattolici, cioè il KULTURKAMPF: intorno al 1875 vengono emanate una serie di disposizioni che devono accentuare il carattere laico: legge che obbliga il matrimonio civile e leggi che limitano l’insegnamento della religione o in qualche modo lo controllano. Il mondo cattolico, soprattutto nelle regioni della Germania Meridionale, è molto forte e ha dei leader di riferimento di grande valore --> la politica di Bismarck comincia ad attenuarsi perché c’è un’opposizione da parte dei cattolici e perché contestualmente fa una politica contro i socialdemocratici che rappresentano la categoria dei lavoratori, che ancor più lo preoccupano. Verso il 1887 la Kulturkampf viene messa da parte, perché i cattolici possono rappresentare un partner con cui dialogare; una volta conclusa questa battaglia, comincia ad avviare nel 1888 le LEGGI SPECIALI contro la Sinistra (socialdemocratici), relative al diritto di associazioni, di assembleare, di voto --> questa politica repressiva crea grossi problemi alla socialdemocrazia, tantoché essi devono operare di nascosto. Accanto a questa politica, Bismarck avvia una POLITICA SOCIALE dal 1883-1890 con tutta una serie di disposizioni che sono legate a tutelare il mondo del lavoro: ad esempio vengono introdotte le assicurazioni obbligatorie che devono garantire il lavoratore di fronte alla vecchiaia, alla malattia, alla disoccupazione --> queste disposizioni vengono pagate dallo Stato e dagli imprenditori: Bismarck, dal più conservatore, diventa più aperto verso la politica sociale. LA DESTRA, LA SINISTRA STORICA LA DESTRA STORICA AL POTERE (1861-1876) Subito dopo il 1861, a guidare l’Italia unita sono i seguaci di Cavour, che muore poco dopo l’unificazione: a guidare il nuovo Stato è il governo che era venuto fuori dal connubio del tempo, cioè dalla Destra Moderata di Cavour e dalla Sinistra Moderata di Rattazzi --> queste forze hanno costituito la DESTRA STORICA e, successivamente, la Sinistra Storica. La politica di Cavour prevede: - grande rispetto verso le libertà costituzionali - forte accentramento amministrativo perché il timore della disgregazione di uno stato giovane impone un accentramento, che è residuo di tante indipendenze locali ma che garantisce maggiormente la stabilità - dal punto di vista economico il liberismo che deriva dal Piemonte ma che viene applicato a tutta l’Italia --> vede difficoltà per il territorio Meridionale che è in forte ritardo per quanto riguarda lo sviluppo economico - Italia laica: i rapporti con la Chiesa sono difficili in seguito alle Leggi Siccardi Il gruppo dirigente che governa non è diverso da quello che governava il Piemonte preunitario: gli uomini di governo appartengono prevalentemente al Piemonte e sono liberali (non c’è il sistema partito); oltre al nucleo Piemontese, sono importanti anche il nucleo Lombardo, il nucleo Emiliano e il nucleo Toscano --> dal punto di vista numerico è scarsa la rappresentanza Meridionale anche se ci sono personaggi di grande rilievo, interventisti, come Spaventa. Questo gruppo dirigente è abbastanza omogeneo sia dal punto di vista sociale, perché per la maggior parte sono tutte persone che provengono da famiglie proprietarie, sia dal punto di vista politico perché tutti convergono su quelle posizioni che vengono ereditate da Cavour. Quando si parla di Destra, bisogna ricordare che è una Destra moderata perché i conservatori veri e propri erano i cattolici, i quali hanno il divieto da parte della Chiesa di partecipare all’attività politica, e la vecchia nobiltà piemontese, che non ha una grossa voce perché è una minoranza. All’opposizione c’è la SINISTRA STORICA: costituita da ex mazziniani, che sono ancora legati all’idea di realizzare la repubblica, la sinistra piemontese, i garibaldini; sono tutte persone che hanno fatto la scelta monarchica. La base elettorale è costituita dalla media borghesia, da qualche esponente del mondo dell’artigianato: gli elettori provengono prevalentemente dalla città, cioè sono quelli che hanno una maggiore apertura mentale. Gli uomini dalla sinistra vogliono: - suffragio universale - decentramento amministrativo perché l’accentramento fa perdere alcune peculiarità che sono proprie delle realtà preunitarie - vogliono recuperare le regioni mancanti, cioè il Veneto, Trentino, Friuli e il Lazio Al di là di questa differenziazione tra Destra e Sinistra, la classe dirigente viene chiamata legale perché non comprende pienamente la realtà del paese reale: c’è questa contrapposizione tra paese legale e paese leale. Il voto è consentito solamente al 2% della popolazione: quelli che hanno almeno 25 anni, un’imposta di almeno 40.000 lire l’anno --> queste limitazioni si trovano anche nella realtà inglese dove però il tasso di analfabetismo è molto più basso: in Italia la media del tasso di analfabetismo è 78%, mentre il Meridione sta al 98%. Questo tasso non favorisce una condizione migliore per la crescita e l’ampliamento del diritto di voto. Il sistema elettorale era maggioritario e uninominale: è talmente basso il numero di persone votanti che spesso con pochi voti una persona può essere chiamata a ricoprire il ruolo di deputato. Il carattere di questo sistema politico è personalistico e oligarchico: questa facilità di controllo del voto favorito anche dal notabilato, fa sì che il sistema elettorale sia incentrato sulle personalità; c’è il voto di scambio e il pericolo del clientelismo --> queste persone favoriscono la mancanza del sistema partito; inoltre, il notabile fa comprendere al popolo alcune direttive del governo, essendo portatore di notizie politiche; questo sistema isola la classe dirigente, che appare distante dal popolo. La destra storica è ricordata perché nel tempo è stata la classe dirigente più onesta e rigorosa che l’Italia abbia mai avuto, lavorando per il bene dello Stato. LEGGI EMANATE La Destra Storica rimane al potere fino al 1876 e ha avuto il merito di delineare la fisionomia del nuovo Stato: i leader hanno come punto di riferimento dal punto di vista della gestione dello Stato la Gran Bretagna --> è una classe dirigente che deve risolvere alcune problematiche e deve realizzare l’impalcatura del nuovo Stato, estendendo a esso quelle che sono le leggi piemontesi: - leggi che riguardano sistema amministrativo, ad esempio, per quanto riguarda la gestione dei comuni - LEGGE RATTAZZI nel 1859 che si occupa della riorganizzazione del comune e delle province e che affida al governo centrale la nomina dei presidenti, eletti con nomina regia --> Le istituzioni locali erano tutte poste sotto il controllo dei prefetti Questo sistema amministrativo trova un completamento definitivo nella LEGGE DI UNIFICAZIONE AMMINISTRATIVA del 1865 ad opera di Rattazzi, che riporta le norme relative alla modalità di organizzazione amministrativa locale, comprese quelle che possono essere le funzioni prefettizie. Viene anche unificata la moneta utilizzando la moneta piemontese. Avviene un’estensione al regno unitario della LEGGE CASATI del 1859, che si occupa dell’istruzione e del sistema scolastico a livello nazionale; è una legge fortemente accentratrice --> il tasso di analfabetismo è estremamente alto e bisogna avvicinare le persone alla politica, poter concedere loro il voto, abituarli ad essere parte della nazione. Questa legge: prevede l’obbligo della scuola elementare di un solo anno: questa scuola era gestita e finanziata dai comuni; gradatamente vengono fatti dei finanziamenti per la costruzione delle scuole, soprattutto in comuni meno attrezzati --> il problema della scuola elementare si coniuga con i problemi dei rapporti con la Chiesa: la Chiesa non è favorevole alla scuola elementare in quanto laica; prima di questa legge, la scuola era in mano alla Chiesa, essendo l’unica in grado di saper leggere e scrivere - per la scuola superiore molto è stato fatto perché deve formare tutti quelli che sarebbero diventati la nuova classe dirigente --> il liceo ha cercato di favorire persone che diffondessero l’idea di Nazione, quasi in contrapposizione con l’istruzione ecclesiastica che è ancora largamente presente: il mondo ecclesiastico è contrario al processo di unificazione. Si vuole creare una classe dirigente laica che sapesse diffondere i valori del nuovo Stato. PROBLEMI LEGATI AL MERIDIONE Al di là di questo utilizzo delle leggi Piemontesi, la maggior parti delle cariche prefettizie sono affidate a uomini che provengono dal Piemonte, perché danno maggiori garanzie; soltanto con la Sinistra Storica si vede il Meridione offrire personale alle prefetture --> Il mezzogiorno ha condiviso l’unificazione ma non è stato capito: presenta un profondo malessere dei contadini desiderosi di una vita migliore, di abbandonare una vita di sottomissione nel latifondo come braccianti, e poter arrivare ad avere un pezzo di terra. Il nuovo Stato non risolve questo problema perchè molte di queste terre sono già usurpate e per dare le terre a tutti bisogna fare una scomposizione di una realtà preesistente che avrebbe creato uno sconquasso vero e proprio. Si tenta di risolvere in parte nel 1866 attraverso una LEGGE legata alla SOPPRESSIONE DEI MONASTERI e alla creazione dell’ASSE ECCLESIASTICO: in una situazione determinata da una difficoltà di tipo economico (bilancio in sofferenza) in seguito alla Terza Guerra di Indipendenza, gli ordini religiosi rimangono ma vengono tolti loro le proprietà; rimangono gli ordini che si occupano della beneficenza e della sanità, mentre gli altri vengono riuniti in conventi e le proprietà terriere vengono assortite dallo Stato --> da una parte si cerca di risanare il bilancio, dall’altra le terre possono essere divise in quote e essere messe all’asta al miglior offerente, cercando di privilegiare le persone che più hanno bisogno di un pezzo di terra. Effetti di questa legge: - radicalizza ancora di più i rapporti con la Chiesa: i cattolici non partecipavano alle elezioni quindi già era presente un problema con il mondo cattolico - il bilancio viene consolidato ma non risolto: le terre vengono prese da persone che hanno soldi --> non sortisce l’effetto di creare la piccola proprietà contadina, ma va rafforzare i proprietari e i borghesi che si appropriano di queste terre; 700.000 sono gli ettari di terra coltivati che vengono assegnati. Un altro problema è quello di aver imposto un sistema economico di tipo liberista che: da una parte ha portato dei vantaggi all’Italia Settentrionale, che ha un sistema economico più attrezzato e sviluppato, dall’altra ha portato degli svantaggi per l’Italia Meridionale --> al Sud: si cominciano a sviluppare delle coltivazioni specializzate, ma vanno in crisi le attività che non riescono a competere a livello internazionale. Il Meridione viene beneficato dallo sviluppo della LINEA FERROVIARIA NAPOLI-PORTICI: la rete ferroviaria ha la funzione di unificare l’Italia; essa serve per gli scambi commerciali e per portare i soldati al sud contro i briganti. Questo periodo si ricorda per una forte pressione fiscale, determinata dai costi dell’unificazione, che porta ad un inasprimento sia per quanto riguarda le imposte dirette che quelle indirette --> per cercare di alleviare questa pressione si tenta con la soppressione dei monasteri ma non è sufficiente. Per questo nel 1868 viene imposta la TASSA SUL MACINATO: tassazione di chi macina grano e mais ai mulini --> al tempo la maggior parte delle persone contadine vengono pagate con il grano; quindi, questa tassa determina una serie di agitazioni che prima in Italia non si erano mai viste. Questa legge è stata voluta da Quintino Sella: questa imposizione ottiene gli effetti sperati; infatti, nel 1875 viene ottenuto il pareggio del bilancio. PROBLEMI LEGATI ALLA CHIESA Un altro problema è la realizzazione del processo di unificazione: mancano Veneto e Roma, che vengono presi in questi anni. Una volta presa Roma si devono stabilire alcune norme di convivenza: il Papa si è rifugiato nei Palazzi Vaticani e, essendo anche un sovrano, per cercare di regolare i rapporti con lo Stato delle Chiesa vengono emanate nel 1871 le LEGGI DELLE GUARENTIGIE --> lo Stato italiano offre delle garanzie al Pontefice: - gli viene data una cifra molto alta per la perdita del territorio e l’uso di alcuni palazzi - gli viene concessa la libertà in tutte le azioni che deve esplicare dal punto di vista religioso (libera Chiesa libero Stato) - può continuare ad avere una rappresentanza diplomatica e continuare i rapporti con gli altri Stati Questa legge però non viene riconosciuta ed accettata dalla Chiesa: il Papa non può essere trattato come un suddito italiano --> si deve arrivare ad un concordato per stabilire alcune norme di comportamento; ad esso si arriverà soltanto nel 1929. Il Papa nel 1864 aveva emanato il SILLABO: documento in cui condanna sia gli errori che provengono da sinistra sia gli errori che provengono dal mondo liberale --> questo mondo è considerato laico; quindi, non risponde ai messaggi della Chiesa. Inoltre, dopo la presa di Roma, nel 1874 viene emanato il NON EXPEDIT: obbligo che viene rivolto ai cattolici di non partecipare alle elezioni né come elettori, né come eletti. LA SINISTRA STORICA AL POTERE La differenza tra la Destra e la Sinistra storica riguarda come arrivare a Roma: dopo la presa di Roma molti deputati (150 deputati) non si collocano in nessuno dei due raggruppamenti, ma si inseriscono tra quelli di Centro e tra gli indipendenti; questo dimostra che il mondo liberale ha raggiunto un’estrema uniformità di vedute: le vere e proprie contrapposizioni sono contrapposizioni di gruppi che si differenziano rifacendosi all’uno o all’altro personaggio, anche se sono tutti liberali. I gruppi più importanti sono quelli della Sinistra Piemontese che si rifà ad Agostino Depretis e quelli della Sinistra vera e propria che si rifà a Crispi; accanto a questi due gruppi si sta formando anche una Sinistra giovane, più aperta e desiderosa di riforme. Il Ministro dell’interno ha un potere estremamente forte perché governa i prefetti e può dare delle indicazioni molto veicolanti nel momento elettorale. RIVOLUZIONE PARLAMENTARE Il passaggio dalla Destra alla Sinistra si realizza nel momento in cui avviene la RIVOLUZIONE PARLAMENTARE nel 1876: - Minghetti (Destra Storica) ha portato in parlamento la LEGGE DI STATIZZAZIONE DELLE FERROVIE --> prima erano gestite da delle compagnie locali - di fronte a questa proposta di legge, i deputati toscani si oppongono e sfiduciano il governo: quando un governo si sfiducia, si deve andare al voto; ma in questo caso il re chiama alla guida del governo Agostino Depretis, capo dell’opposizione, moderato, che ha svolto qualche volta le funzioni di ministro --> non è stato il popolo a votare un uomo di Sinistra, ma è stata una scelta che è venuta dall’alto - nel 1876 vengono fatte le elezioni e il primo governo viene confermato dal sostegno popolare; in questo caso a votare ci sono stati anche alcuni meridionali, verso i quali la politica di Depretis si dimostra più morbida Qual è il programma di Depretis alle elezioni: - proposta finanziaria: si toglie la tassa sul macinato --> viene tolta nel 1884 perché si sa che senza questa legge il pareggio del bilancio cade immediatamente - decentramento amministrativo --> non viene realizzato - Riforma scolastica: nel 1876 viene fatta la LEGGE COPPINO che prevede un obbligo scolastico per almeno due anni fino a 9 anni di età, delle disposizioni che vincolano le famiglie e che le perseguitano dal punto di vista penale se non mandano i bambini a scuola --> non si può realizzare una riforma scolastica se prima non si interviene sulle condizioni economiche e sulla insufficiente capacità dei comuni di gestire le scuole - Riforma elettorale: nel 1882 viene fatta una che prevede il diritto di voto abbassato da 25 a 21 anni e lo sbarramento censitario azzerato; inoltre, possono andare a votare soltanto quelli che hanno superato positivamente il biennio elementare: questo serve a stimolare le persone ad un processo di alfabetizzazione, vincolandole anche per il voto. TRASFORMISMO E INCHIESTA JACINI La riforma elettorale porta anche ad un accordo politico tra Sinistra moderata e Destra moderata: la Sinistra Storica propone il TRASFORMISMO nel 1882, dettato dalla volontà di fare un accordo elettorale che metta insieme la Destra moderata di Minghetti con la Sinistra moderata di Depretis. Il trasformismo è una pratica di governo il cui obiettivo è la stabilità della maggioranza (dura nel tempo ma con nomi diversi) --> viene fatto perchè, di fronte ad un ampliamento elettorale (partecipa al voto il 7% delle persone), c’è pericolo da parte delle forze antisistema: - cattolici: pensano che il Papa perdendo il potere temporale veda ridursi le proprie capacità di gestione nell’ambito della religione, di questa supremazia spirituale --> sono contro lo Stato Unitario - Sinistra: è al di sopra degli Stati; per queste persone vale di più la fratellanza nel mondo del lavoro che gli stati stessi --> non sono dell’idea della sovranità nazionale Depretis e Minghetti vogliono quindi allearsi nel trasformismo per avere maggiore forza elettorale, per tenere ferme le forze antisistema e per rendere più stabili i governi --> il trasformismo porta al rafforzamento dei notabili, cioè del mondo delle professioni: avvocati, professori, medici e burocrati; essi hanno influenza perché possono manovrare la loro clientela e portare voti al deputato che vogliono in Parlamento --> questo funziona perché il sistema elettorale è maggioritario e uninominale. Anche in Francia è avvenuto il trasformismo, chiamato opportunismo: è durato solo in quel periodo, mentre quello italiano è durato nel tempo. Il periodo del trasformismo è stato un periodo di profonda crisi nel mondo dell’agricoltura: l’asse importante dell’economia del tempo è l’agricoltura, perché il mondo industriale si sta ancora formando --> di fronte a questa crisi viene fatta per tutta l’Italia l’INCHIESTA JACINI nel 1877, dal senatore Jacini: egli mette per ogni provincia un rappresentante, il quale, per tutti i capitoli che riguardano l’inchiesta, si rivolge ai sindaci e alle associazioni per raccogliere notizie relative alla propria provincia; viene bandito anche un concorso per chi presenta le migliori fotografie territoriali. Tutto questo materiale viene mandato a Jacini e ai suoi collaboratori, che lo unificano per arrivare al testo definitivo: questo documento è stato fondamentale --> Risultato dell’inchiesta: si devono cambiare i contratti agrari perchè erano diversi tra Nord e Sud, c’è un’arretratezza nei sistemi di produzione, ci sono tutte le implicazioni sulla vita dei contadini e la loro alimentazione. Tutto ciò dimostra il ritardo in cui si trova l’Italia in un periodo in cui cominciano ad affacciarsi i primi passi sulle migrazioni: nono solo per quanto riguarda il sud, ma c’è stata anche una migrazione che ha riguardato anche il Veneto. POLITICA ESTERA DI DEPRETIS Il mondo liberale dell’Italia Post-unitaria ha come alleato principale la Francia fino al 1878-1879, quando sorge il problema della TUNISIA: una delle terre rimaste libere dalla presenza coloniale --> viene proposta all’Italia in quanto si trova di fronte alla Sicilia e ha una presenza consistente di italiani, ma l’Italia rifiuta perchè non è ancora pronta a fare una politica coloniale e perchè sa che in Tunisia ci sono anche francesi; quindi, la proposta di annettersi la Tunisia passa alla Francia, la quale ha già delle colonie, come l’Algeria dal 1830 --> si sapeva che la Tunisia avrebbe iniziato a far vacillare i rapporti tra la Francia e l’Italia: la Francia, pur rischiando l’isolamento accetta la proposta di Bismarck. L’Italia si rende conto che è tempo di uscire dalla minorità: è un Paese immaturo dal punto di vista della politica estera, non è pronto ad affrontare delle diatribe a livello internazionale; così facendo, il Paese è isolato: con la Francia non ha più quell’affinità che ha avuto in passato e l’Italia si ritrova senza alternative --> comincia quel gioco diplomatico voluto da Bismarck: ha come obiettivo legare l’Italia alla Austria e alla Germania e viene costituita la TRIPLICE ALLEANZA nel 1882, la quale ha permesso all’Italia di avere una rilevanza internazionale. In Italia questa alleanza non viene accolta con grande fervore dalla maggior parte della popolazione (ci sono delle manifestazioni): questa reazione dipende dal fatto che ci si allea con l’Austria, la quale ha ancora Trento e Trieste --> mancano quei due territori per realizzare un’unità completa dal punto di vista geografico. L’alleanza viene varata e rinnovata ogni sette anni: nel primo rinnovo si cerca di migliorarla --> è un’alleanza difensiva ma con delle clausole: - CLAUSOLA BALCANICA: in caso di un eventuale guerra per cause legate ai Balcani, l’Italia non sarebbe entrata in guerra ma avrebbe avuto contropartite territoriali --> questa clausola sarà la ragione per cui l’Italia nella Prima Guerra Mondiale non potrà schierarsi con l’Austria e la Germania, essendo scaturita anche per ragioni legati ai territori balcanici - CLAUSOLA DELL’AREA MEDITERRANEA: in caso di guerra contro la Gran Bretagna sul Mediterraneo, l’Italia sarebbe stata neutrale perchè chi ha interesse in questa guerra sono la Germania e l’Austria che devono isolare la Francia Si creano dei sistemi difensivi per l’italia, ad esempio intorno a Roma si crea una barriera difensiva, che poi diventeranno i quartieri di oggi --> questo per l’idea che la Francia dovesse aggredire in qualche modo l’Italia. Per quanto riguarda la POLITICA COLONIALE, Depretis non fa la prima Campagna d’Africa ma fa i primi passi nel territorio dell’ERITREA/ETIOPIA dove c’è un piccolo avamposto occupato da una compagnia navale --> da questo avamposto comincia una gravitazione verso l’interno fino all’occupazione del territorio: il cammino non è stato fortunato perchè c’è una pressione da parte delle popolazioni locali contro il contingente italiano che viene sterminato a DOGALI nel 1887. Depretis conclude il suo mandato con la morte nel 1887 e viene sostituito da un altro esponente della Sinistra Storica, cioè Francesco Crispi. L’ETÀ CRISPINA (1887 AL 1898) E IL PRIMO GOVERNO DI GIOLITTI (1892-1893) L’ETÀ CRISPINA Francesco Crispi è un personaggio nuovo, diverso dai primi ministri dell’epoca: per la prima volta va al governo un meridionale che proviene dalla tradizione mazziniana e garibaldina e che ritiene che la monarchia possa favorire il processo di unificazione. È uno dei primi ministri più rigidi con una posizione abbastanza conservatrice. Nella prima fase del suo governo realizza: - riforma amministrativa: avvia un decentramento amministrativo, alleggerendo l’accentramento favorendo la possibilità di un’elezione locale dei sindaci. - riforma Penale: emana il CODICE ZANARDELLI che abolisce la pena di morte e favorisce dei rafforzi nella polizia, un grande controllo nei confronti delle associazioni, dei partiti, degli scioperi --> è innovativa ma abbastanza rigida sotto certi aspetti La politica di Crispi si caratterizza per un profondo avvicinamento alla politica bismarckiana: Crispi vede Bismarck come il suo punto di riferimento e interpreta la Triplice Alleanza come possibilità per avere maggiore risalto internazionale, essendo che essa porta a degli scambi commerciali con la Germania --> con l'afflusso di denaro tedesco può avviare il processo di industrializzazione; inoltre si formano due banche: il CREDITO ITALIANO e la BANCA COMMERCIALE che prendono soldi dai risparmiatori investendoli nella crescita industriale del territorio. In quest’età viene data grande importanza all’agricoltura, in difficoltà per annate fredde e perchè comincia ad affluire il grano americano che destabilizza i costi della produzione italiana --> viene emanata nuovamente l’INCHIESTA JACINI. Risultato: c’è bisogno di cambiamenti nei sistemi di conduzione dei rapporti agrari, di innovazioni. Crispi attua una GUERRA DOGANALE con la Francia e riprende la politica coloniale: manda truppe nell’Eritrea e questo crea degli scontenti in Italia perchè l’impresa non ha i successi che ci si aspettava --> questo porta Crispi a LASCIARE LA GUIDA del governo. IL PRIMO GOVERNO DI GIOLITTI E LA CRISI DELLA BANCA ROMANA L’’età Crispina non solo è interrotta da un governo di Benedetto Cairoli ma nel 1892 anche dal governo Giolitti. Giolitti non proviene dall’esperienza risorgimentale ma dall’amministrazione piemontese (è un burocrate): è molto legato alla buona amministrazione, è molto attento alla situazione finanziaria, ha l’appoggio del re ma non del Parlamento. Il primo governo di Giolitti che dura due anni viene citato perchè prepara l’Età giolittiana e perchè già si vedono i segni di quelle che saranno le scelte e i comportamenti di Giolitti nel primo quindicennio del ‘900. Il primo problema di questo periodo è una serie di rivolte in Sicilia sotto il nome di FASCI SICILIANI: sono rivolte fatte dei lavoratori contro le tassazioni dei comuni e contro le condizioni di vita, queste rivolte nascondono un profondo disagio economico e sociale --> si sviluppano particolarmente in Sicilia ma hanno anche delle influenze nel resto del territorio. Ci si aspetta che il governo intervenga con la forza delle armi, essendo che l’esercito viene usato anche come forza di polizia, ma ciò non avviene: secondo Giolitti in queste vicende il governo non deve intervenire; interviene soltanto quando queste diatribe possono portare a disordini che mettono in dubbio la tranquillità della popolazione. Il secondo problema è lo SCANDALO DELLA BANCA ROMANA, un istituto di credito dietro al quale c’è il Vaticano; fino a quel momento ci sono solo sei banche che possono emettere carta moneta per gli scambi: Banca Romana, Banca nazionale, il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la Banca nazionale toscana e la Banca toscana di credito. In questo periodo c’è un grosso investimento nell’edilizia perchè nel 1884 sono state emanate delle leggi per la costruzione abitativa a Roma e a Napoli: gli imprenditori che si occupano della costruzione delle case stanno investendo molto nelle banche --> mel 1892 c’è la necessità di fare una riforma per rendere più stabile questo sistema bancario: viene costituita una commissione d’inchiesta guidata da Alvise Biagini e si scopre che la Banca Romana: - ha emesso più carta moneta di quanto le era consentita - ha sovvenzionato molti uomini politici nelle elezioni Questo crea uno scompiglio perchè conferma il rapporto della Banca con lo Stato; viene fatta un’altra commissione d’inchiesta e anche la stampa comincia a dividersi per chi è a favore del governo e chi è contro -- > viene arrestato il governatore della Banca romana; il governatore della Banca di Sicilia si suicida. Si scopre che il re ha avuto dei prestiti da queste banche e anche gli eredi di Garibaldi: Giolitti viene considerato responsabile tanto che alla fine prende una decisione importante istituendo la BANCA D’ITALIA, che deve assumere il controllo monetario, ma è costretto a fuggire all’estero. Vengono fatte altre inchieste che hanno dimostrato che Giolitti non è così immischiato e che probabilmente questo attacco era stato voluto da Crispi. Nonostante questa situazione, tutte le persone arrestate vengono assolte al processo. IL RITORNO DI CRISPI La caduta di Giolitti sembra definitiva e torna alla guida del governo Crispi, il quale per chiudere il problema dei Fasci Siciliani manda l’esercito a reprimere il movimento --> Giolitti non fa nulla perchè interpreta il problema come un disagio sociale; Crispi invece lo vede come un problema politico. I colpevoli dei Fasci vengono incarcerati e condannati a pene severe perché hanno meno protettori. Il periodo di Crispi si caratterizza come periodo della prima comparsa di esponenti della Sinistra in Parlamento. L’età Crispina si conclude con i problemi dettati dalla questione coloniale: Crispi stabilisce con l’imperatore dell’Eritrea Menelik II degli accordi nel 1889 con il TRATTATO DI UCCIALLI, scritto nella lingua del posto e nella lingua italiana --> ci fu una grande incomprensione: - l'Italia riconosce il trattato come un riconoscimento di protettorato sull’Etiopia - Menelik II ritiene che sia soltanto un accordo tra pari Ciò scatena una guerra che si conclude con la BATTAGLIA DI ADUA nel 1896: battaglia sanguinosissima con l’esercito d'Italia largamente sconfitto; ha delle ripercussioni emotive molto forti sull’Italia --> molti inneggiano Menelik, come se avesse fatto bene a sconfiggere l’esercito italiano. Questo dimostra che Crispi ha vissuto la politica coloniale senza coinvolgere e rendere partecipe il resto dello Stato --> è costretto a lasciare il governo. I SUCCESSORI DI CRISPI L'autoritarismo di Crispi non muore con lui perché i governi che lo seguono sono i governi più autoritari che l’Italia attraversa nel corso della sua storia; sono dei governi conservatori: alla caduta di Crispi va al governo Antonio de Rudinì, nobile piemontese che addolcisce alcuni rapporti con i radicali e tempera alcune posizioni troppo rigide dal punto di vista sociale. In questo periodo importante è anche Sidney Sonnino, insieme a Franchetti, che ha attraversato il meridione e ha fatto una rilevazione dello stato dell’Italia Meridionale subito dopo l’unità --> ciò avrà un grande valore per quanto riguarda le problematiche circa le condizioni socioeconomiche del meridione. Sonnino è importante perchè scrive un articolo intitolato “Torniamo allo Statuto” dove ritiene che sarebbe stato utile tornare a dare maggior peso alla monarchia: ha questa idea di rafforzare le prerogative della corona --> questo andrà a rafforzare la posizione abbastanza conservatrice di de Rudinì. De Rudinì si trova ad affrontare le RIVOLTE del PANE nel 1898: il bisogno di pane è determinato dall’aumento del prezzo del grano, perchè c’è stato un problema con il grano americano che prima invade l’Europa e successivamente non viene commercializzato come sarebbe necessario; siccome il pane è l’alimento base, questo ha creato degli scompensi --> la RIVOLTA DI MILANO del 1898 viene sedata nel sangue: de Rudinì manda l’esercito e il generale Bava Beccaris spara sulla folla provocando 250 morti; Beccaris riceve una medaglia per l’opera che ha fatto. In seguito, il governo di de Rudinì cade e viene chiamato alla guida Luigi Gerolamo Pelloux, generale autoritario: questo governo viene ricordato perchè Pelloux emana dei decreti che limitano le libertà costituzionali --> es. relativi alla libertà di stampa, libertà di associazione. C’è una profonda PERSECUZIONE nei confronti di tutti quelli che appartengono all’area della Sinistra e al mondo cattolico; vengono sciolte le associazioni cattoliche, cosa che non era mai accaduta. Nel 1892 nasce il PARTITO SOCIALISTA con Filippo Turati e Arturo Labriola: questo partito presenta molte idee diverse e questo creerà molta disomogeneità all’interno del partito stesso --> Turati viene perseguitato non solo in quanto esponente della Sinistra, ma come capo del Partito che si era costituito qualche anno prima. Questi decreti devono essere approvati prima dal Parlamento e per la prima volta viene applicata la pratica dell’OSTRUZIONISMO: procedura politica in cui uno o più membri di un organo legislativo prolungano il dibattito su una proposta legislativa in modo da ritardare o impedire del tutto una decisione --> i decreti vengono ritirati; il sovrano, Umberto I, ha appoggiato i due governi, perchè ritiene che la corona debba prendere in mano la responsabilità politica. Vengono quindi indotte le ELEZIONI, nel 1900, le quali hanno determinano il rafforzamento del “Corriere della Sera”: il giornale vede la comparsa di Albertini che pubblica un articolo dove annuncia la sconfitta di Pelloux --> Pelloux non ha più l’autorevolezza per poter organizzare il governo, che viene affidato a Giuseppe Saracco e successivamente a Zanardelli, con cui inizierà l’età Giolittiana. NAZIONALIZZAZIONE DELLE MASSE Con NAZIONALIZZAZIONE DELLE MASSE si intende la partecipazione politica alla cosa pubblica da parte di fasce sempre più grandi della popolazione. Per quanto riguarda la prima metà del 1800, cioè l’800 liberale, c’era l’idea che della politica se ne potessero occupare solo: - i ricchi: possono essere corrotti - i colti: possono capire meglio le norme per cui spesso si discuteva per lo sviluppo della politica Nella seconda metà dell’800 si fa avanti l’idea che più ampi strati della popolazione debbano avvicinarsi all’esercizio delle libertà --> si avvia un processo di DEMOCRATIZZAZIONE DEI SISTEMI POLITICI, che deve favorire un progressivo ampliamento della cittadinanza politica --> i diritti di cittadinanza politica sono stati fondamentali in tutti gli Stati in questo arco di tempo, anche se non tutti hanno visto quest’evoluzione allo stesso modo e con la stessa radicalità. Nella seconda metà dell’800 si dà spazio a una maggiore partecipazione politica perchè in questo periodo, in tutti gli Stati Europei, deve diventare più interiorizzante l’idea di appartenere alla Nazione: essere parte di uno Stato è qualcosa che acquisisce sangue e forza. RUSSIA La Russia Zarista viene toccata in modo marginale da questo processo di evoluzione. Vigeva un sistema autocratico in cui a capo del quale c’è il sovrano che esercita tutti i poteri, che è tale per diritto divino, oltre che per il diritto dello Stato --> è un sistema di Antico Regime: è ammessa la SERVITÙ dei CONTADINI, considerati delle cose che appartenevano a un determinato terreno; è una situazione di grande arretratezza. Lo Zar Alessandro II: - nel 1864 emana una riforma che rende elettive le cariche provinciali: è un tentativo di graduale decentramento amministrativo - vara una RIFORMA del SISTEMA GIUDIZIARIO - nel 1863 emana una riforma che ABOLISCE LA SERVITÙ DELLA GLEBA --> i contadini cominciano a essere riscattati da questo stato di soggezione e di appartenenza al terreno. Questa legge serve per ampliare la partecipazione; ma in Russia ciò peggiora la condizione dei contadini, perchè si liberano delle persone, senza dargli alcun aiuto di sopravvivenza e di protezione --> la servitù della gleba dava la certezza della sopravvivenza Questa situazione di evoluzione sviluppa anche una posizione del mondo intellettuale che comincia ad affermare delle posizioni di SOCIALISMO AGRARIO: posizioni di populismo che sono state proprie della Russia -- > si pensa di aiutare il mondo contadino che era stato abbandonato a sé stesso attraverso delle sollevazioni e l’attacco diretto nei confronti dello Zar: questi sono dei tentativi di ucciderei sovrani --> Alessandro II nel 1881 subisce questa sorte in un attentato. Gli zar successivi, Alessandro III e Nicola II, non seguono queste riforme e il processo di trasformazione si interrompe: si dedicano a riforme autocratiche e conservatrici, senza dare voce a questo bisogno di partecipazione --> la situazione sociale rimane statica, non si registrano particolari miglioramenti e questo determinerà una Rivoluzione. REGNO UNITO Nel Regno Unito c’è un PROCESSO DI EVOLUZIONE MODERATO; ci si trova di fronte ad una situazione di sviluppo costituzionale che si può far partire dalla GLORIOSA RIVOLUZIONE del 1688-1689, quando il potere del re si tempera in nome del potere che viene riconosciuto ad altri organi istituzionali; essa non ha un grande valore politico, ma è significativa come punto di partenza per il processo di contenimento del potere del sovrano. Questo territorio è stato sempre considerato un punto di riferimento, anche se non c’è una costituzione scritta ma un insieme di norme, istituti e pratiche politiche che si sono affermate nel tempo --> organizzazione del potere: - RE: controllo del potere esecutivo, legislativo e giudiziario; è anche il capo della Chiesa Anglicana - CAMERA DEI COMUNI: è una camera elettiva che esercita il potere legislativo; nel tempo acquisisce sempre maggiore rilevanza, perchè costituito da maggioranze che negano la fiducia al Primo Ministro - CAMERA DEI LORDS: è una camera non elettiva, formata da principi che appartengono alla casa reale, da primogeniti delle principali famiglie aristocratiche; ma anche da rappresentanti della Chiesa, cioè i vescovi anglicani Il sistema inglese è quello di una MONARCHIA PARLAMENTARE dove il governo è esercitato da un Primo ministro scelto dal re, espressione di quel partito che ha raggiunto la maggioranza nella Camera dei Comuni. Questo sistema comincia ad evolversi dalla seconda metà del 1800: dal 1867 fino al 1911 ci sono una serie di riforme che modernizzano questo sistema e avvicinano i cittadini all’esercizio del potere politico: - le riforme del 1884-1885 ridisegnano le CIRCOSCRIZIONI ELETTORALI: in passato le circoscrizioni più forti erano quelle delle campagne; vengono trascurati i centri industrializzati --> con questa circoscrizione si dà maggior spazio in Parlamento anche alle aree industrializzate che sono in espansione: è necessario che ogni circoscrizione abbia almeno 50.000 abitanti; inoltre viene ampliato il CORPO ELETTORALE: tutti i maschi con non meno di cinque sterline di reddito possono votare --> il numero di elettori cresce notevolmente - nel 1872 il voto in Parlamento da palese diventa segreto --> questo dà maggiore libertà di esprimere il proprio consenso - nel 1911 viene fatta una riforma che stabilisce la DURATA DELLA LEGISLATURA, che passa da 7 anni a 5 anni - una volta che una legge passa dalla Camera dei Comuni, doveva passare da quella dei Lords; viene fatta una riforma che permette alla legge di ritornare nella Camera dei Comuni, per essere riproposta --> la Camera dei Comuni diventa l’organo più rappresentativo della Nazione Da parte del mondo femminile cominciano molte proteste per allargare il voto alle donne: le SUFFRAGETTE vogliono una partecipazione immediata e attiva al voto, facendo rivolte; le SUFFRAGISTE richiedono il voto con una pressione meno violenta --> il Paese che per primo ha dato il voto alle donne è stata la Nuova Zelanda e l’Australia nel 1903; in Francia si ottiene il voto nel 1945; in Italia nel 1946, in occasione del plebiscito per la scelta tra monarchia e Repubblica; in Inghilterra nel 1928. La Gran Bretagna ha un SISTEMA BIPARTITICO: - conservatori: provengono dalla provincia di minore partecipazione sociale - liberali: provengono dalla provincia più attiva di partecipazione sociale All’inizio del 1900 appaiono i LABORISITI, che pur non essendo un partito socialista, hanno una maggior apertura verso i problemi --> da questo momento in poi i governi hanno dovuto fare i conti con questo partito. Nelle comunità inglesi c’è l’abitudine, da parte degli esponenti politici, di fare partecipi di tutte le discussioni tutti i cittadini: c’è una grande partecipazione dal basso anche di parte di chi non può votare. FRANCIA La Francia ha superato la Rivoluzione del ‘48, conclusa con l’elezione di Luigi Napoleone come Presidente della SECONDA REPUBBLICA: nel 1852 con un COLPO DI STATO, seguito da un Plebiscito, si proclama IMPERATORE: è un impero di carattere ereditario; Luigi Napoleone diventa imperatore per grazia di Dio, ma per volontà della Nazione --> il sistema francese è un SISTEMA COSTITUZIONALE, perché prevede: - CAMERA: eletta a suffragio universale maschile - ASSEMBLEA LEGISLATIVA: costituita da un senato che vota per la camera - CONSIGLIO DI STATO: funzione di sovrintendere e coordinare tutta l’impalcatura amministrativa - IMPERATORE: tutto ruota intorno a lui; ha il controllo effettivo sull’esercito, sul potere legislativo, sul potere giudiziario --> si basa su un potere consensuale: il potere viene preso dal sistema plebiscitario; vengono superati la funzione, il pensiero e il volere del parlamento quando l’imperatore si rivolge direttamente alla popolazione. Questa DITTATURA viene sostenuta dal clero, che controlla le masse rurali, l’esercito, la borghesia finanziaria e industriale, che sono quelle che Napoleone III ha protetto e sostenuto --> questo sistema è di tipo paternalistico e consensuale (il consenso viene dal rapporto diretto); il sistema viene chiamato CESARISMO perchè si rifà alla vecchia posizione di Giulio Cesare che traeva seguito dai suoi soldati e dal popolo. La trasformazione politica avviene dopo la Guerra Franco-Prussiana del 1870 perchè viene varata la TERZA REPUBBLICA che nasce sotto auspici molto difficili: la Francia perde l’Alsazia e la Lorena e deve pagare un debito di guerra molto alto --> a Parigi continua a stanziare l’esercito tedesco: i francesi cominceranno a ripagare velocemente il debito, per riconquistare la propria autonomia. Nel 1871 avviene la COMUNE DI PARIGI: sfollamento tra quello che accade a Parigi e quello che accade nel resto del territorio --> nel resto del paese si vuole tornare alla normalità; infatti, vengono date indicazioni per un governo abbastanza moderato; a Parigi cominciano a confluire e a prendere potere le forze della Sinistra, grazie alle elezioni. La Comune di Parigi è stata un’ESPERIENZA DI MASSA che è durata pochi mesi perchè non è riuscita ad essere esportata fuori dai confini di Parigi --> questo ha portato Pierre, capo del governo repubblicano e primo Presidente della Terza Repubblica, a marciare su Parigi, insieme all’esercito tedesco, in una repressione sanguinosissima per entrambi i fronti. Viene emanata la COSTITUZIONE del 1875 e per un certo tempo sembra che la Terza Repubblica aspiri alla monarchia: si pensa ad una monarchia o borbonica o orleanista. Alla fine, è stata varata la REPUBBLICA con una serie di norme che stabiliscono l’organizzazione --> si ripete lo schema inglese: - CAMERA: eletta a suffragio universale - SENATO: rappresentanti delle provincie - PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA: ha un potere esecutivo molto forte Al di là di momenti difficili, la Terza Repubblica è stata il periodo in cui attraverso delle leggi, soprattutto quelle relative ad un maggiore decentramento amministrativo e all’istruzione, ci si è avviati verso la formazione della cittadinanza: il problema dell’istruzione non è risolto per alfabetizzare la popolazione, ma le riforme sono state fatte in funzione della crescita della cittadinanza, per arrivare ad un ampliamento elettorale. ITALIA Per l’Italia le leggi che vengono fatte nascono per avvicinare le persone allo Stato: l’esercizio dell’azione politica veniva attribuito solo ai ricchi e ai colti, che potevano essere corrotti. Il sistema per realizzare l’interiorizzazione della Nazione consiste in: - istruzione della storia perchè è la memoria di un popolo e della geografia --> uno dei libri fondamentali è il “Libro Cuore” di de Amicis che si colloca in una scuola elementare in cui si parla dell’accoglienza del diverso; è un manifesto - esercito con il servizio di leva --> importante perchè attraverso la coscrizione obbligatoria si riesce a conoscere meglio lo Stato: i soldati vengono mandati lontano dalla loro regione d’origine; si avvia un processo di alfabetizzazione, insegnando a leggere e a scrivere ai soldati - manifestazioni: feste dello Statuto, feste che segnano l’inizio di una Nazione --> in Francia, ad esempio, c’è stato l’episodio della Bastiglia - simboli: bandiera e inno nazionale --> Inno di Mameli è stato scritto riguardo l’esperienza del 1848-49 La Nazionalizzazione delle masse è un problema della seconda metà dell’800 e di alcuni decenni del 1900. INIZIO NOVECENTO IN EUROPA: LE GRANDI POTENZE E GLI STATI EMERGENTI NEL MONDO L’Europa è il centro del Mondo, tutto ruota intorno ad essa: lo sviluppo dei commerci, lo sviluppo dei sistemi di comunicazione, i sistemi dei trasporti --> è considerata l’orologio del mondo: il meridiano di Greenwich che attraversa Londra è il primo meridiano; tutto viene numerato intorno all’Europa. Anche alcuni valori come i valori del governo, l’importanza dei valori della democrazia, della libertà, del riconoscimento di una politica attenta al mondo sociale sono tutti principi che partono dall’Europa --> gli stati extraeuropei guardano all’Europa come punto di riferimento: è l’Europa che ha lo sviluppo democratico, lo sviluppo del sistema sociale e lo sviluppo dal punto di vista culturale. Questa centralità non presenta solo aspetti positivi: il nazionalismo porta ad un forte razzismo, ad esempio il “Saggio sull’ineguaglianza delle razze umane” è la base della persecuzione razziale, soprattutto nei confronti del mondo ebraico --> c’è l’idea di una superiorità del mondo Europeo come Nazione e come razza. C'è un rafforzamento di alcune categorie, c’è la ricerca della grandezza della nazione dimostrata attraverso gli esponenti del CETO MEDIO (tra mondo operaio e alta borghesia), venuto fuori attraverso il processo di industrializzazione e attraverso l’affermazione del sistema burocratico: vuole aspirare a crescere, ad affermarsi economicamente, dà grande valore all’onore, alla proprietà privata, alla famiglia e all’idea di patria; non assorbe i valori del mondo operaio, infatti, vuole essere come la borghesia che si è arricchita --> è il ceto verso il quale tutti si rivolgono perchè ha accesso all’acquisto dei beni di consumo e verso il quale si proiettano tutti gli esponenti del mondo politico per prendere voti. Questo ceto trova un valore di sé attraverso la grandezza della Nazione: sostiene le guerre e le battaglie perchè la grandezza della Nazione fa dimenticare una vita privata non particolarmente esaltante. LE GRANDI POTENZE GRAN BRETAGNA La Gran Bretagna è il più grande impero del pianeta: si estende dal Canada all’Australia, ha posizioni importanti in Africa e occupa gran parte dell’Asia Meridionale; la Royal Mary è la flotta più forte, capace di controllare i flussi commerciali del territorio indiano-americano --> questa presenza così ampia in tutto il pianeta, fa sì che l'Inghilterra sia la portatrice delle civiltà: ha una funzione di crescita e civilizzazione di tutto il continente. Questo impero comincia ad avere delle difficoltà che provengono dalla Germania e dagli Stati Uniti, che stanno diventando delle forze industriali molto significative e mettono in crisi la supremazia commerciale della Gran Bretagna: - Stati Uniti: minacciano la Gran Bretagna nella crescita del processo di industrializzazione - Germania: vuole penetrare verso la Cina, impero ancora arcaico, e in Africa --> Guglielmo II sta realizzando una flotta che può competere e quasi superare quella inglese Queste situazioni costringono l’Inghilterra ad uscire dallo SPLENDIDO ISOLAMENTO: la politica inglese ha scarsa attenzione verso le diatribe dell’Europa --> questa situazione obbliga la Gran Bretagna a camminare su una strada di accordi, di avvicinarsi alle problematiche Europee; un accordo viene stipulato con la Francia nel 1904, l’INTESA CORDIALE, che riguarda la penetrazione coloniale: - la Francia può estendersi verso il Marocco - l'Inghilterra può espandersi verso l’Egitto La Gran Bretagna del primo Novecento deve fare i conti con una profonda trasformazione sociale: i problemi sono la crescita democratica e le riforme sociali --> dal 1895 in seguito all’accordo tra i conservatori e i laboristi sono state varate una serie di riforme che devono migliorare l’assetto sociale: - istruzione: viene estesa ai ceti non abbienti - riforme riguardanti il mondo del lavoro: vengono creati gli uffici di collocamento e le assicurazioni per la vecchiaia a carico dello stato; avviene la riduzione dell’orario di lavoro, obiettivo molto combattuto che riguarda in particolare il mondo delle miniere - misure fiscali progressiste: cercano di gravare sulle categorie economicamente più forti --> c’è una migliore spartizione del peso delle imposte Nonostante queste riforme ci sono state molte battaglie sindacali in Inghilterra: ci sono stati scioperi che portano avanti le rivendicazioni economiche del mondo del proletariato, che spesso si sono trasformati in vere e proprie battaglie di Piazza --> ad esempio quelle del 1911 e del 1912 che interessano il mondo delle miniere, del trasporto per mare, delle ferrovie. La politica interna cerca di camminare sulla strada delle riforme, è uno Stato innovatore ma con un problema interno molto gravoso determinato dalle proteste del NAZIONALISMO IRLANDESE: l’Irlanda è considerata un Paese minore, che è stato attraversato da profondissime rivendicazioni di fronte alle quali si pensa di avviare un progetto di legge che prevede un autogoverno da parte del governo irlandese, ma, nello stesso tempo, i legami con la corona e politica estera inglese devono rimanere --> in questo modo viene salvaguardata un autonomia gestionale, anche se con un po’ di limitazioni; le reazioni in Irlanda: - l'ala dei nazionalisti cattolici pretende un’indipendenza nazionale subito --> questo determina tutta una serie di divisioni - nell'Irlanda del Nord è largamente presente il mondo protestante inglese il quale è contrario alla legge che avrebbe dato maggiore autonomia all’Irlanda L'Irlanda è un territorio di scontro esponenti del nazionalismo cattolico e del mondo protestante inglese: ci sono stati morti e feriti fino al 1921, quando l’IRLANDA riesce ad acquisire una TOTALE INDIPENDENZA. FRANCIA La Francia è una grande potenza coloniale che ha acquisito vasti territori del Vietnam, tutta la Penisola Indocinese ad eccezione della Tailandia, l’Algeria dal 1831; ha uno spazio estremamente ampio dal punto di vista coloniale in Africa Occidentale, confinando ai territori appartenenti al campo belga e tedesco --> è un impero coloniale molto ampio a cui però non corrisponde un altrettanto sviluppato livello nella crescita economica: non diventa competitiva a livello internazionale. La Francia ha una competizione storica con la Germania: i francesi dopo l’esperienza della guerra Franco- Prussiana si sentono oppressi; Bismarck ha fatto una politica che impedisce alla Francia di risollevarsi --> la situazione cambia alla fine dell’800 quando il trattato dei Tre imperatori viene messo da parte privilegiando un accordo diretto con l’Austria: la Russia rimanendo isolata avvia dei dialoghi con la Francia perchè è l’unica strada che le consente di uscire dall’isolamento --> nel 1894 viene firmata la DUPLICE INTESA tra la Francia e la Russia.: prevede che in caso di attacco tedesco, l’alleato intervenisse immediatamente. Il sistema di equilibrio internazionale voluto da Bismarck è andato in pezzi. Questa situazione di fine isolamento avrebbe dovuto garantire alla Francia un periodo di serenità ma, il Paese si dimostra particolarmente competitivo tra progressisti e conservatori, tra laici e tradizionalisti nella politica interna: ?