Impalcatura Osteo-Muscolare del Torace - LEZIONE 8 (16-10-2024) PDF

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2024

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anatomia anatomia umana ossa anatomia del torace

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Questi sono appunti di anatomia riguardanti l'impalcatura osteo-muscolare del torace. Si parla delle coste e delle vertebre toraciche, con descrizione di dettaglio e illustrazioni. Un'utile guida di anatomia per studenti universitari o di medicina.

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LEZIONE 8, 16-10-24 IMPALCATURA OSTEO-MUSCOLARE DEL TORACE Nelle lezioni precedenti abbiamo parlato del rachide. Ora andremo a trattare l’organizzazione osteo- muscolare del torace quella regione del tronco collocata tra il collo e l’addome all’interno della quale è collocata la cav...

LEZIONE 8, 16-10-24 IMPALCATURA OSTEO-MUSCOLARE DEL TORACE Nelle lezioni precedenti abbiamo parlato del rachide. Ora andremo a trattare l’organizzazione osteo- muscolare del torace quella regione del tronco collocata tra il collo e l’addome all’interno della quale è collocata la cavità toracica. GABBIA TORACICA Il torace presenta un’impalcatura ossea definita cardiotoracica, visibile nell’immagine dal vero sottostante secondo un piano frontale/coronale in visione anteriore e posteriore. La gabbia toracica comprende posteriormente 12 vertebre toraciche e lateralmente 12 paia di coste (12 coste per lato), e anteriormente un osso impari e mediano che è lo sterno. COSTE Dalle immagini si vede che le 12 paia di coste sono fatte da una porzione ossea posteriore, che è chiamata “costa vera e propria”, ed una cartilaginea anteriore (colorata di marrone rossiccio), chiamata cartilagine costale, di dimensione variabile. Quando parliamo di ‘costa’ a livello anatomico si intende sia la porzione ossea che la porzione cartilaginea. Non sono tutte uguali, come per le vertebre ognuna ha le sue caratteristiche tipiche. Ognuna ha dimensione diversa. Le coste dalla prima alla settima si articolano posteriormente con le vertebre toraciche e anteriormente con lo sterno e vengono chiamate coste vere o coste vertebro-sternali Hanno dimensione crescente dalla 1, che è la più corta in assoluto, fino alla 7. Dopodiché diminuiscono progressivamente fino alla dodicesima. Per quanto riguarda l’inclinazione sono tutte inclinate dall’alto verso il basso e dall’indietro all’avanti. L’inclinazione aumenta progressivamente fino alla nona costa per poi diminuire progressivamente. 1 Le prime 7 coste (1-7) si articolano posteriormente con le vertebre toraciche corrispondenti e anteriormente con lo sterno. Vengono chiamate coste “vere” o coste “vertebro-sternali” (facendo riferimento alle due articolazioni posteriore e anteriore). Le coste 8-9-10 vengono chiamate “false” o, meglio, “vertebro-condrali”, perché sono articolate posteriormente con le vertebre toraciche ma anteriormente non arrivano allo sterno ma sono articolate con la vertebra precedente. Quindi la cartilagine costale dall’8° alla 10° costa si articola con la cartilagine costale della costa precedente. Il termine “condro” fa riferimento alla cartilagine. Le coste 11-12 vengono chiamate “fluttuanti” o “libere” perché posteriormente si articolano sempre con le vertebre toraciche ma anteriormente non si articolano con le coste precedenti, pur mantenendo però la cartilagine. C’è un rapporto diverso tra la parte cartilaginea e la parte ossea delle singole coste: La prima costa presenta una cartilagine anteriore che è disposta come la costa stessa, cioè inclinata verso il basso dall’indietro all’avanti; La cartilagine costale della seconda costa è disposta quasi orizzontalmente; Dalla terza costa in poi la cartilagine costale è diretta in alto e medialmente, formando un angolo aperto superiormente con la parte ossea; La dodicesima cartilagine però non è sempre presente, a volte c’è ma è comunque piccola. La prima costa è quasi orizzontale, ha cioè una faccia superiore ed una faccia inferiore, ma già dalla 2 costa diventano verticali con una faccia anteriore ed una posteriore e hanno una superficie esterna convessa e una superficie interna concava. Sono ossa piatte, perché nonostante siano lunghe mancano di canale vertebrale. La forma è arcuata, sono tutte disposte inclinate verso in avanti. Le coste sono normalmente 12 paia, ma alcuni individui possono presentare 1-2 in più o in meno. Questo perché solitamente sono coste articolate alle vertebre lombari (il processo trasverso delle vertebre lombari lo avevamo infatti chiamato “costiforme”). Viene da questo abbozzo di coste che in alcuni individui diviene una costa vera e propria. Ci sono più variabili fisiologiche in cui si possono presentare queste coste della gabbia toracica, noi consideriamo questa sopra indicata, che è la situazione più tipica. Dalle immagini si possono apprezzare (con una visione anteriore) anche altre due ossa: la clavicola di sinistra e la scapola di sinistra, che formano il cingolo scapolare (la parte fissa dell’arto superiore), importanti perché danno inserzione a muscoli che muovono la gabbia toracica. 2 CARATTERISTICHE DELLA SINGOLA COSTA Nell’immagine è possibile osservare l’aspetto che ha una costa tipo (quindi dalla seconda posta in poi); essendo le coste delle ossa piatte queste avranno le caratteristiche delineate durante la lezione dedicata all’ introduzione delle ossa piatte. Presentano un’estremità posteriore o vertebrale e un’estremità anteriore o sternale che darà inserzione alla cartilagine costale ialina. Tutte presentano una parte slargata/rotondeggiante posteriore chiamata testa della costa. Qui sono presenti 2 superfici articolari/emi-faccette articolari destinate ad articolarsi con 2 vertebre toraciche. Ogni costa si articola con due vertebre adiacenti: con la faccetta articolare inferiore si articolerà alla vertebra corrispondente (seconda costa con seconda vertebra). con la faccetta articolare superiore si articolerà alla vertebra precedente (seconda costa con prima vertebra) C’è poi la cresta della costa o “costa interarticolare” che separa le due faccette. La prima costa, l’undicesima e la dodicesima hanno invece una sola faccetta articolare per il corpo della vertebra corrispondente. A parte la prima costa che presenta una faccia superiore e una faccia inferiore, le altre coste hanno una faccia esterna convessa, una faccia interna concava e un margine superiore e un margine inferiore molto sottili. Alla testa della costa, dirigendoci lateralmente, segue una parte più ristretta chiamata collo e più lateralmente un altro processo (rilievo/sporgenza) chiamato tubercolo della costa. Sul tubercolo è presente un’altra superficie articolare che è chiamata faccetta articolare del tubercolo destinata ad articolarsi con una superficie sul processo trasverso della vertebra toracica corrispondente. N.B. Non c’è quasi mai il tubercolo nell’undicesima o dodicesima costa! Se lo hanno è comunque molto piccolo. La costa prosegue poi anteriormente e verso il basso, formando l’angolo della costa (la prima costa invece è quasi orizzontale). A finire, dopo l’angolo, nella parte più anteriore c’è il corpo della costa. Esso ha una superficie esterna convessa ed una superficie interna concava. Nel passaggio dalla parte posteriore alla parte anteriore la costa subisce una torsione lungo il suo asse maggiore. In corrispondenza dell’estremità posteriore le coste sono dilatate a livello della testa della costa. Sulla faccia interna del corpo della costa è presente quello che viene chiamato solco costale, che rende il margine inferiore più sottile rispetto al margine superiore, nel quale sono accolti vasi e nervi intercostali, che gli hanno lasciato l’impronta appunto. 3 Esempi di vasi che passano in corrispondenza della prima costa sono le vene ed arterie succlavie: l’arteria succlavia è un grosso vaso che passa al di sopra della prima costa e sotto la clavicola, per arrivare poi al braccio. Più anteriormente passa sempre tra la prima costa e la clavicola la vena succlavia che sarà il vaso di ritorno della vena ascellare che trasporta il sangue refluo dall’arto superiore. Le impronte rimangono dagli abbozzi cartilaginei (meno rigidi delle ossa) che, prima di ossificare, hanno avuto l’impronta dei vasi, e quando si ossificano rimane. L’ossificazione, dunque, comprende tutta la parte posteriore della costa, ma si arresta un po’ prima di finire tutto l’abbozzo (circa 4° mese), ed è così che permane la porzione di cartilagine costale (è cartilagine ialina che appunto non ossifica, ma nel corso della vita va incontro ad ossificazione parziale) La cartilagine costale è importante che ci sia, perché permette l’elasticità della gabbia toracica, ed essa se è elastica fa espandere i polmoni. La gabbia toracica, infatti, oltre a proteggere gli organi vitali permette la respirazione, permette l’entrata dell’aria nei polmoni. Se infatti la gabbia toracica si irrigidisce ci saranno grossi problemi nella respirazione. La prof prosegue con una digressione sulle funzioni della gabbia toracica:essa è prima di tutto un contenitore chiuso che serve per proteggere gli organi in esso contenuti in particolare polmoni, cuore.Essa però non ricopre solo organi della cavità toracica ma anche alcuni della cavità addominale come il fegato sulla destra che in condizioni fisiologiche è totalmente coperto dalla gabbia toracica, mentre sulla sinistra la milza che ,come il fegato ,è un organo molto fragile (anche se non vitale a differenza del fegato). Sempre sulla prima costa ci sono altri elementi di interesse: dei rilievi/tubercoli. Solitamente dove c’è un rilievo c’è un’inserzione muscolare. Ad esempio, sulla faccia superiore c’è il tubercolo del muscolo scaleno anteriore, posteriormente c’è un altro tubercolo del dentato anteriore. Su questa prima costa quindi si inseriranno vari muscoli, ma approfondiremo questo argomento più avanti. Anche sulla seconda costa c’è un altro rilievo destinato all’inserzione del muscolo scaleno posteriore. ARTICOLAZIONI COSTO-VERTEBRALI (PRINCIPALE) Vediamo come le coste si articolano posteriormente con le vertebre. L’estremità posteriore delle coste si articola con le vertebre toraciche; l’articolazione che coinvolge la testa della costa e i corpi delle vertebre toraciche viene chiamata articolazione costo-vertebrale o costo- vertebrale propriamente detta. Le articolazioni costo-vertebrali (o articolazione costovertebrale principale) si trovano tra la testa (faccette) delle coste ed il corpo delle vertebre. La costa tipo (dalla seconda alla decima) si articola, tramite le due faccette della testa della costa, con le due emifaccette articolari presenti sul margine inferiore e sul margine superiore di due vertebre adiacenti. Cioè: la faccetta articolare superiore si articola con la faccetta del margine inferiore del corpo della vertebra precedente, e con la faccetta inferiore si articola con la faccetta articolare superiore del corpo della vertebra corrispondente. 4 (Se per esempio è la 6 costa, è articolata in basso con la sua vertebra corrispondente ovvero la sesta, mentre in alto è articolata con la quinta vertebra) La prima costa, che ha solo una faccetta, si articola solo con la prima vertebra. Le undicesime-dodicesime coste che anche loro hanno una sola faccetta, si articolano solo con la undicesima- dodicesima vertebra. Il rilievo tra le due faccette della testa della costa (cresta orizzontale), prende rapporto col disco intervertebrale e anche con l’anello fibroso del disco intervertebrale e separa le due superfici articolari. Per la forma delle superfici articolari, l’articolazione che stiamo descrivendo è una artrodia: le faccette articolari sono pianeggianti e consentono solo piccoli movimenti in tutte le direzioni. Questa tipologia di articolazione caratterizza sia le vertebre tipo che le coste tipo; fanno eccezione la 1° costa che presenta una sola faccetta articolare per la 1° vertebra toracica, l’11°e la 12° costa che presentano una singola faccetta articolare per l’11° e 12° vertebra toracica. ARTICOLAZIONI COSTO-TRASVERSARIE Le coste si articolano con le vertebre anche attraverso l’articolazione costotrasversaria che coinvolge la faccetta articolare presente sul tubercolo della costa e la faccetta articolare presente sul processo trasverso delle vertebre toraciche (si parla sempre di coste e vertebre tipo). Non c’è però nelle 11°-12° coste. Nell’immagine sono presenti entrambe le articolazioni: sia quella costovertebrale tra la testa della costa e il corpo della vertebra toracica, sia quella costotrasversaria appena descritta. Anche l’articolazione costotrasversaria per la forma della faccetta articolare è un’artrodia. Trattandosi di artrodia si sta parlando di articolazioni sinoviali che avranno le caratteristiche tipiche di quest’ultima. Sono articolazioni artrodie, perché hanno delle superfici pianeggianti e sono mobili in modo limitato, possono cioè scivolare in tutte le direzioni tra le due superfici. Hanno poi capsula articolare e cavità articolari, e sono rinforzate da legamenti. 5 LEGAMENTI DELLE ARTICOLAZIONI COSTO-VERTEBRALI Nell’immagine sottostante si può osservare che le articolazioni costovertebrale e costotrasversaria sono rinforzate da legamenti estrinseci. Abbiamo tre tipologie di legamenti costo-vertebrali: legamento costo-trasversario superiore: fissa la testa di una costa al processo trasverso delle due vertebre tipo con cui la costa tipo si articola; legamento raggiato della testa della costa: è a sinistra, una sorta di raggiera di fibre connettivali che fissano la costa ai due corpi vertebrali delle due vertebre delle due vertebre tipo con le quali la testa della costa tipo si articola; legamento interarticolare della testa della costa: fissa la cresta intertubercolare della testa della costa, attraverso la cresta intervertebrale, all’anello fibroso del disco intervertebrale (tra le due vertebre), nella porzione toracica della colonna. Inoltre, abbiamo due tipologie di legamenti costo- trasversari: legamento del collo della costa: collega e fissa medialmente il collo della costa al processo trasverso della vertebra corrispondente; legamento costo-trasversario laterale: teso tra il margine superiore del collo della costa, in prossimità del tubercolo costale, e la base del processo trasverso e la parte inferiore della lamina dell'arco vertebrale soprastante. 6 MOVIMENTI ARTICOLAZIONI COSTOVERTEBRALI SUPERIORI In corrispondenza delle articolazioni costovertebrali superiori l’asse che passa attraverso l’articolazione costovertebrale vera e propria e la costa trasversaria, rappresentata dal segmento segmento rosso in entrambe le figure (la prima secondo una sezione frontale e la seconda secondo una sezione sagittale), è molto vicino al piano orizzontale (nell’immagine è mostrato un angolo di circa 35°). Quando la costa si muove rispetto alla vertebra lungo l’asse indicato, per il fatto che le coste sono inclinate in avanti, la costa si sposta verso l’alto: dalla posizione inferiore (grigia) a quella superiore (rosa) come indicato in figura. Quindi grazie allo scivolamento in corrispondenza delle artrodie a livello dell’articolazione costovertebrale, la costa si sposta provocando anche uno spostamento anteriore del margine sternale della costa. MOVIMENTI ARTICOLAZIONI COSTOVERTEBRALI INFERIORI In corrispondenza delle articolazioni costovertebrali inferiori (vedi immagini sottostanti) l’asse che passa per le due articolazioni costovertebrale e costotrasversaria (rappresentato nell’immagine dal segmento rosso) è più vicino al piano sagittale. Nella figura si può vedere un angolo di circa 35° con il piano sagittale mediano. Quindi quando la costa inferiore si muove rispetto alla vertebra, essendo inclinata in basso in avanti, per la posizione assunta nello spazio dall’articolazione costovertebrale la costa si solleverà passando dalla posizione inferiore (nell’immagine è grigia) alla posizione superiore, ma allo stesso momento subirà uno spostamento laterale. Le coste superiori, perciò, si sposteranno in alto e in avanti mentre quelle inferiori si sposteranno in alto ma anche lateralmente. 7 LO STERNO Anteriormente la gabbia toracica è completata da un osso impari piatto collocato medialmente, lo sterno, che considerando la sua proiezione sulla colonna vertebrale è compreso tra il corpo della seconda e della nona vertebra toracica. Lo sterno è formato da tre porzioni: 1. Il manubrio (parte superiore): struttura di forma pressoché quadrangolare/poligonale con una superficie esterna (o anteriore) convessa e leggermente sporgente e una superficie invece posteriore leggermente concava. Ha un margine superiore che non è regolare ma ha delle incisure: al centro del margine superiore c’è l’incisura giugulare o sovra-sternale (punto di repere perché comprimendo in quel punto si può apprezzare il battito, la pulsazione dell’arco aortico) ai lati dell’incisura giugulare vi sono le incisure clavicolari, portano le faccette articolari destinate all’articolazione con la clavicola e quindi per le articolazioni sterno clavicolari (l’unico modo con cui l’arto superiore, attraverso un’articolazione ossea, si collega al tronco). 8 Al margine laterale del manubrio troviamo altre incisure destinate all’articolazione con le coste, in particolar modo in prossimità del margine superiore c’è la faccetta articolare della prima costa. Il margine inferiore presenta una superficie articolare, quindi un rivestimento di cartilagine ialina destinata all’articolazione con il corpo. Questa viene definita in due modi: sincondrosi, per l’interposizione di cartilagine ialina; sinfisi per la presenza di un certo contingente di fibre adipose; Al confine tra il manubrio e il corpo sul margine laterale è presente la superficie articolare per il secondo paio di coste. 2. Il corpo (parte centrale): porzione più allungata dello sterno. Formato inizialmente da 4 abbozzi che ossificandosi si sono poi fusi, e spesso sono visibili sulla sua faccia esterna leggermente convessa 3 rilievi orizzontali (creste trasversali) che segnano il confine delle porzioni. Le porzioni fuse si chiamano “sternebre”. Tra manubrio e corpo c’è un’articolazione che perdura gran parte della vita: o una sincondrosi (cartilagine tra due ossa) oppure una sinfisi (fibrocartilagine). Si mantiene ma tende ad irrigidirsi nel corso della vita. Il corpo ed il manubrio non sono sullo stesso piano, ma c’è un “angolo sternale” o “del Louis” tra l’asse maggiore del manubrio e l’asse maggiore del corpo (aperto posteriormente, destinato a modificarsi in seguito al movimento della gabbia toracica) che fa sì che lo sterno sporga anteriormente, punto importante che segna il confine tra il mediastino superiore e il mediastino inferiore (punto di repere) che sono due porzioni in cui è possibile suddividere la parte centrale della cavità toracica. Corrisponde all’articolazione della seconda costa. Sui margini laterali del corpo sono presenti le incisure per ogni lato per le articolazioni con la 3°, 4°, 5°, 6° e 7° costa. La superficie articolare della settima costa è a cavallo tra il corpo e il processo xifoideo. 9 3. Il processo xifoideo (parte inferiore): ha una forma piramidale o a tronco di cono con la base rivolta verso l’alto e l’apice decisamente irregolare e a volte bifido disposto verso il basso. Si articola con il corpo attraverso una sinfisi fibro-cartilaginea. Il processo xifoideo è l’ultima parte dello sterno che si ossifica (ma può anche rimanere cartilagine tutta la vita); questo dà flessibilità per la respirazione. Lo sterno presenta delle trabecole spugnose molto ampie, dove contiene midollo osseo. Nell’immagine a lato è possibile apprezzare lo sterno nelle sue sezioni: il manubrio, il corpo (che hanno una superficie anteriore leggermente convessa e quella posteriore leggermente concava) e il processo xifoideo in questo caso bifido. Sulla superficie laterale del manubrio sono visibili le superfici articolari per le coste. In alto si vede l’incisura clavicolare e l’articolazione tra il manubrio e il corpo in corrispondenza dell’angolo sternale. Nell’immagine (vedi pag.10) si osserva il modo in cui le coste si articolano con lo sterno attraverso la loro cartilagine costale. CARTILAGINE COSTALE Che cos’è la cartilagine costale? È una lamina appiattita di cartilagine ialina che è fusa con il margine anteriore quindi sternale della porzione ossea della costa vera e propria. Che funzione ha la cartilagine costale? Ha la funzione di aumentare l’elasticità dell’intera gabbia toracica. Essendo però cartilagine ialina con l’età è fisiologico che vada incontro a una parziale ossificazione, un irrigidimento, motivo per cui con l’avanzare dell’età è fisiologico che l’intera gabbia toracica sia più rigida e quindi meno flessibile. ARTICOLAZIONI DELLE CARTILAGINI COSTALI CON LO STERNO La 1° costa si articola con il manubrio attraverso un’articolazione che è inizialmente una sincondrosi (cartilagine ialina interposta), ma che ben presto diventa una sinostosi, quindi ossifica. Presto nella nostra vita la prima costa si fonde con il manubrio dello sterno (all’inizio è cartilaginea quindi semi-mobile). Ogni volta che si muove la prima costa questa trascina con sé anche lo sterno, e poi tutto il resto della gabbia toracica. Le articolazioni dalla 2° alla 7° costa con il margine laterale dello sterno sono delle artrodie; quindi, sono 10 articolazioni mobili anche se consentono un lieve movimento, in cui è presente la cavità articolare (nell’immagine è rappresentata in rosso) e tutte le altre componenti delle diartrosi. Sono articolazioni condro-sternali Le articolazioni dall’8° alla 10° costa, destinate ad articolarsi alla cartilagine costale della costa precedente, vengono chiamate articolazioni intercondrali o condrocondrali, perché riguardano l’articolazione fra due cartilagini. È interposto connettivo fibroso, infatti sono considerate articolazioni fibrose a tutti gli effetti poiché tra le cartilagini è interposto connettivo fibroso. È inoltre possibile rinvenire in alcune di queste articolazioni una cavità articolare, effettivamente le articolazioni condrocondrali possono quindi essere anche delle diartrosi. Al centro della figura sono presenti le capsule articolari ma anche dei legamenti di rinforzo (in figura sono rosa) estrinseci chiamati legamenti raggiati esterno costali che rinforzano il legamento tra la cartilagine costale e lo sterno. Hanno una capsula articolare con la cavità articolare e con il fluido (sono artrodie, cioè delle diartrosi) Le articolazioni sono poi rinforzate da legamenti. IMPALCATURA COMPLESSIVA DELLA GABBIA TORACICA L’impalcatura della gabbia toracica è data dalle coste, dallo sterno e dalla colonna vertebrale. Si nota anche dall’immagine che c’è un’apertura toracica superiore ed una inferiore. L'apertura superiore del torace è delimitata dal corpo della prima vertebra toracica, dal margine superiore della prima costa e dal margine superiore del manubrio. Non si può modificare di dimensione, non si può allargare. L’apertura inferiore del torace è delimitata dal corpo della dodicesima vertebra toracica, dal margine inferiore della dodicesima costa e dell'undicesima costa, dall’arcata costale e dalla parte inferiore dello sterno che termina con il processo xifoideo. Questa invece si può allargare. Il processo xifoideo è lasciato fuori, perché è molto mobile; infatti, è considerato da vari autori già addominale e non concorre a delimitare l’apertura inferiore toracica. (L’arcata costale è formata dalle cartilagini costali della settima, ottava, nona e decima costa ed è chiamata così perché disegna un arco). 11 MOVIMENTI DELLA GABBIA TORACICA MOVIMENTI COMPLESSIVI Nelle immagini viene illustrato, secondo un piano sagittale, cosa succede complessivamente alla gabbia toracica quando le coste si muovono rispetto alle vertebre. Come mostrato nelle diapositive precedenti, le coste superiori quando si muovono si sollevano (si spostano verso l’alto) e si spostano anteriormente (in avanti), diminuendo il diametro verticale. Mentre quelle inferiori si sollevano (verso l’alto) e si spostano lateralmente, aumentano di diametro antero-posteriore e trasverso. Quando le coste si sollevano essendo collegate quasi tutte allo sterno, tutta la gabbia toracica si sposta in alto. Essendo la 1° costa fusa con il manubrio dello sterno quando essa si solleva, solleva, trascinandolo verso l’alto, l’intero sterno, formato da porzioni tra di loro articolate attraverso articolazioni semimobili ed è quindi possibile che lo sterno modifichi la sua posizione, spostandosi in alto, ma anche l’angolo sternale (del Luois), riducendolo, formato tra il manubrio e il corpo o tra il corpo e il processo xifoideo. Complessivamente la posizione che la gabbia toracica, quindi coste e sterno, assumono quando le coste si sollevano è quella che dalla posizione iniziale (più chiara nella figura) giunge alla posizione finale (più scura e tratteggiata nella figura). MOVIMENTI DURANTE LA RESPIRAZIONE Il movimento delle coste è fondamentale per comprendere la respirazione. In questa immagine è mostrata secondo un piano frontale e sagittale la gabbia toracica, in grigio viene indicata la componente ossea e in azzurro quella cartilaginea. Un piccolo frammento di cartilagine ialina è presente anche in corrispondenza della dodicesima costa sebbene non sia apprezzabile nell’immagine. In azzurro viene mostrato anche il processo xifoideo perché può contenere variabili contingenti di cartilagine ialina, quindi non è completamente ossificato. Le cartilagini costali dalla 7° alla 10° costa formano le due arcate costali. 12 Che significato ha la struttura della gabbia toracica e la capacità di modificare la sua forma? L’impalcatura ossea della gabbia toracica ha lo scopo primario di proteggere i visceri contenuti nella gabbia toracica e anche parte dei visceri della cavità addominale. Il fatto che la gabbia toracica si possa modificare, grazie alle articolazioni tra vertebre e coste, ha il fine di provvedere alla respirazione. La respirazione è quel processo per cui l’aria entra nei polmoni, all’interno del quale avviene lo scambio di ossigeno e anidride carbonica con il sangue circolante. Durante l’inspirazione, cioè quando noi facciamo entrare aria nei polmoni, le coste si sollevano rispetto alle vertebre; quindi, complessivamente la dimensione verticale della gabbia toracica diminuisce, mentre aumenta la dimensione anteroposteriore (soprattutto in corrispondenza delle coste superiori) e aumenta il diametro trasverso (soprattutto a livello delle coste inferiori); Durante l’espirazione, fenomeno per cui noi facciamo uscire l’aria dai polmoni, la gabbia toracica compie il movimento opposto: le coste si abbassano e complessivamente la dimensione verticale aumenta, mentre diminuiscono diametro trasverso e anteroposteriore della gabbia. Questi movimenti sono essenziali affinché avvenga la respirazione, se ciò non avvenisse l’aria non entrerebbe nei polmoni. Nel terzo spazio intercostale di sinistra c’è un punto di refere ‘’punto di erb’’ cardiologico. Su questo punto ci sono le valvole cardiache, si può mettere lo stetoscopio ed apprezzare il battito, si può sentire se vi è un eventuale soffio cardiaco o altre patologie cardiache. 13

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