Microbiologia del Cavo Orale - LEZIONE 10_CODA.pdf
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Università degli Studi di Foggia
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This document discusses the microbiology of the oral cavity, including the different types of oral mucosa, their characteristics, and the role of saliva. The document also features the various habitats of the oral cavity and explains related factors such as oral hygiene.
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MICROBIOLOGIA DEL CAVO ORALE Cavità Orale Presenta una grande varietà di habitat (labbra, guance, palato, denti, solco gengivale) con caratteristiche chimico-fisiche differenti. NB: In un mm di placca dentale sono presenti più di 10 specie batteriche Mucose della...
MICROBIOLOGIA DEL CAVO ORALE Cavità Orale Presenta una grande varietà di habitat (labbra, guance, palato, denti, solco gengivale) con caratteristiche chimico-fisiche differenti. NB: In un mm di placca dentale sono presenti più di 10 specie batteriche Mucose della cavità orale La cavità orale è oggi considerata, per la sua complessità, il secondo ecosistema del corpo umano dopo quello gastroenterico. La cavità orale presenta caratteristiche uniche a causa della presenza di tessuti molli desquamanti (mucose) e tessuti duri non desquamanti (denti). Nel cavo orale è possibile riconoscere diversi tipi di mucosa: - mucosa di rivestimento (pavimento orale, regione labiale, palato molle) - mucosa masticatoria (regione gengivale e palato duro) - mucosa specializzata (dorso della lingua) Habitat Tessuti duri non soggetti a sfaldamento, possono essere colonizzati sopra o sotto il margine gengivale. Tessuti molli sono caratterizzati da una continua desquamazione delle cellule epiteliali di superficie, che permette una rapida eliminazione dei batteri aderenti. - Sebbene la mucosa orale sia ricoperta da uno strato di epitelio squamoso, ogni struttura possiede una sua particolarità. - Differentemente dalla mucosa masticatoria, la mucosa di rivestimento è costituita da un epitelio non cheratinizzato. - La superficie della mucosa specializzata comprende diversi tipi di papille e ha una struttura complessa. - Un’altra peculiarità del cavo orale è legata ai diversi tipi di fluidi che la bagnano e cioè la saliva ed il fluido gengivo-crevicolare (fluido crevicolare). Saliva La saliva è un fluido complesso costituito per il 90% dai fluidi secreti dalle ghiandole salivari e per un 10% dal fluido crevicolare. Ogni giorno circa 0,5-1,5 litri di saliva sono secreti dalle ghiandole salivari nel cavo orale. La saliva è prodotta da tre coppie di ghiandole (parotidi, sotto-mandibolari e sublinguali) e differisce per viscosità, concentrazione di fosfati e bicarbonato a seconda della ghiandola produttrice. La saliva è composta da: - acqua (componente principale), - elettroliti, - sali - proteine di varia natura (enzimi, mucine, immunoglobuline). Principali ruoli della saliva La saliva, in condizioni fisiologiche, svolge diverse funzioni fondamentali: - lubrificare e detergere i tessuti orali - facilitare il linguaggio, la deglutizione e l’ingestione di cibi - facilitare la digestione degli amidi grazie all’amilasi salivare - mantenere stabile il pH (6,8-7,2) attraverso l’azione tamponante dei sali carbonato e fosfato. Comportamenti alimentari scorretti rendono più frequente la permanenza del pH al di sotto del valore critico aumentando di conseguenza il rischio di demineralizzazione dentale. Altre proprietà della saliva La saliva possiede la capacità di agglutinare i batteri attraverso le mucine, glicoproteine presenti su tutte le superfici mucose del corpo umano. Le mucine salivari sono prodotte principalmente dalle cellule mucose acinose delle ghiandole sottomandibolari, sublinguali e dalle ghiandole salivari minori. I tipi specifici di mucine che sono state caratterizzate nel cavo orale, comprendono MUC5B, MUC7, MUC19, MUC1 e MUC4. Poiché le mucine sono idrofile e contengono molta acqua, sono efficaci nel lubrificare e mantenere una superfice umida sui denti e sulla mucosa orale. Forniscono così una barriera protettiva efficiente contro l’essiccamento, la penetrazione di potenziali sostanze dannose nelle cellule epiteliali e contro le proteasi prodotte dai batteri. Saliva La saliva fornisce elementi che vanno a formare la “pellicola acquisita”, una sottile pellicola acellulare che si forma sulle superfici dei denti dopo l’esposizione all’ambiente orale. La pellicola acquisita è composta principalmente da proteine salivari, ma anche da carboidrati, proteine e lipidi non salivari. Tra le proteine salivari, le proteine ricche di prolina, le cistatine, le istatine, le mucine, la lattoferrina, il lisozima, l’amilasi e le IgA secretorie (sIgA) partecipano alla formazione della pellicola acquisita. La mucosa orale è anche coperta da una sottile pellicola salivare comprendente diverse proteine salivari, in particolare le mucine. Simile alla pellicola dentale, la pellicola della mucosa fornisce lubrificazione e una barriera protettiva contro potenziali sostanze nocive e patogeni esogeni. Saliva Un altro importante costituente della saliva è l’alfa-amilasi, presente anche nella pellicola salivare e nella placca dentale. L’amilasi salivare svolge un ruolo importante nel modulare l’adesione, l’aggregazione e la colonizzazione dei microrganismi. La funzione dell’amilasi salivare può essere alterata da condizioni associate all’ipofunzione delle ghiandole salivari, alla compromissione della clearance orale e alla acidificazione della saliva. lnoltre, la saliva svolge un’importante azione antimicrobica attraverso numerose sostanze quali il lisozima, la lattoferrina, le istatine, le cistatine, le staterine, le immunoglobuline e il sistema latto- perossidasico. NB: il lisozima e la lattoferrina sono tra i più importanti componenti dell’immunità naturale della saliva. Lisozima Il lisozima ha proprietà antibatteriche e può rompere il legame glicosidico β(1-4) del peptidoglicano. Questo effetto è più rilevante nei batteri gram-positivi in cui lo strato di peptidoglicano della parete cellulare è spesso. Nei batteri gram- negativi, lo strato di peptidoglicano è più sottile e protetto da una membrana esterna e per questo questi batteri risultano meno sensibili all’azione del lisozima. Inoltre, molte delle specie batteriche gram-positive residenti del cavo orale sono resistenti all’azione del lisozima in quanto presentano un legame glicosidico β(1-3)che rende il peptidoglicano non suscettibile all’azione del lisozima. Lattoferrina Glicoproteina cationica multifunzionale dell’immunità naturale. Secreta nell’uomo da cellule epiteliali ghiandolari e dai neutrofili nei siti dell’infezione e dell’infiammazione. Interagisce con la superficie microbica, esercitando un effetto microbicida. Inibisce anche l’ingresso nelle cellule ospiti dei batteri intracellulari obbligati e facoltativi. Fluido crevicolare È un essudato di origine plasmatica che attraverso l’epitelio giunzionale della gengiva, raggiunge il solco gengivale. La sua presenza è legata all’eruzione dei denti. Il flusso di circa 0,3 µL/dente/ora in siti sani, aumenta in condizione infiammatorie come ad esempio nella parodontite. La sua composizione è simile a quella del siero ed è, a differenza della saliva, molto ricca in proteine, meno in carboidrati. Contiene proteine, albumina, leucociti, immunoglobuline e complemento. Condiziona positivamente lo sviluppo di alcune popolazioni microbiche anaerobie e negativamente altri microrganismi come i batteri fermentanti. Nel fluido crevicolare si possono ritrovare cellule dell’immunità come neutrofili (95%), linfociti e monociti (5%). MICRORGANISMI DEL CAVO ORALE La flora normale del cavo orale (oro-faringe) è estremamente complessa: - Sono state stimate tra coltivabili e non coltivabili ̴ 700 specie batteriche, alcune residenti e altre transitorie ECOSISTEMA ORALE: insieme dei microrganismi che vive nel cavo orale PLACCA BATTERICA - Indipendentemente dalla ruvidità, dall’energia di superficie e dalla carica i meccanismi che portano alla formazione della placca sono simili sulle superfici dentali (smalto, dentina) od artificiali (metallo, resina acrilica). - Tutti i batteri hanno la possibilità di aderire, ma alcuni posseggono strutture specifiche (s. polimeriche extracellulari e fimbrie) che rendono l’adesione molto rapida. PLACCA BATTERICA 1.Pellicola acquisita: glicoproteine salivari (mucina),anticorpi. 2.I batteri aderiscono alla pellicola. 3.Ulteriore aumento della massa batterica per moltiplicazione e nuova adesione. 4.Negli strati più profondi si crea un ambiente anaerobio a causa dell’utilizzo dell’O da parte dei batteri di superficie e della scarsa diffusione. NUTRIMENTO DELLA PLACCA - I prodotti alimentari disciolti nella saliva rappresentano il maggiore nutrimento della placca sopragengivale. - Nelle tasche profonde la penetrazione è molto limitata pertanto la maggiore fonte di nutrimento deriva da dai tessuti parodontali e dal sangue. Molti batteri posseggono enzimi idrolitici capaci di scindere molecole complesse in peptidi ed aminoacidi. PLACCA SOPRAGENGIVALE - Superfici di smalto o di cemento esposti nel cavo orale sono ricoperti in pochi minuti da una pellicola acquisita di glicoproteine. Il primo strato che aderisce alla pellicola è costituito da: batteri coccoidi, cell. epiteliali, l.polimorfonucleati. - La presenza di Gengivite incrementa la formazione di placca. PLACCA SOTTOGENGIVALE Può essere considerata una continuazione della p. sopragengivale anche se le specie batteriche sono spesso diverse. I batteri contenuti hanno la capacità di invadere i tubuli dentinali e questo potrebbe spiegare la ricolonizzazione dello spazio in seguito a trattamento. TARTARO - Mineralizzazione della Placca Batterica. - La mineralizzazione della placca varia da individuo ad individuo e da zona a zona. In alcuni soggetti la formazione di depositi con almeno l’80% per cento di materiale inorganico richiede alcuni giorni mentre in altri mesi od anni. - In ogni caso il Tartaro rappresenta un prodotto secondario all’infezione e non una causa di periodontite. TARTARO - La forte adesione del T. ai tessuti dentari è dovuta alla calcificazione della pellicola che si trova al di sotto della placca batterica. - L’adesione al titanio implantare è meno tenace e questo spiega come la rimozione possa avvenire senza danneggiare la superficie (Matarasso,1996) TARTARO (composizione) - Materiale inorganico (Minerali) e organico (matrice cellulare ed extracellulare). La componente inorganica varia dal 40 al 60% ed è costituita da fosfato di Calcio, carbonato di Calcio,efosfato di Magnesio. Nel T. marginale vi è maggiore contenuto di Calcio, mentre in quello profondo di Sodio e Fosfati. - Le cellule all’interno del T. sono principalmente batteri e funghi mentre la matrice organica extracellulare è costituita da proteine e lipidi. - E’ possibile rinvenire residui alimentari. Definizione Se la placca non viene rimossa, può rompere lo smalto e portare alla formazione di carie. MICROBIOLOGIA DELLA CARIE DENTALE Definizione Localizzazione Incidenza: età Eziologia La carie è una malattia multifattoriale Batteri Teoria chimico-parassitaria o “della decalcificazione acida” (1890, Miller) Lattobacilli e carie (1915, Kliger) Teoria della proteolisi e chelazione (anni ’20) Cariogenicità sperimentale S. mutans e carie Fattore dieta Fattore tempo Fattore ospite Patogenesi della lesione Interventi sul dente Fluoroprofilassi Interventi sulla dieta Interventi sul fattore batterio ESEMPI DI DOMANDE D’ESAME: - Quale tra le seguenti affermazioni sulla salita è errata: 1. È costituita per il 30% da fluido crevicolare 2. È prodotta da 3 tipi di ghiandole 3. È capace di agglutinare i batteri 4. Forma una sottile pellicola acellulare - La carie: 1. Ha eziologia multifattoriale 2. Il protagonista è S. sanguis 3. Dipende solo da invasione batterica 4. Si localizza esclusivamente nel colletto dentario