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This document details the study of tissues (Histology) and cells (Cytology). It provides information on the structure and function of cells and tissues, with an emphasis on cellular organization.

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ISTOLOGIA L’istologia è una disciplina che studia e descrive i tessuti. Il tessuto è l’insieme di cellule che vanno a formare una struttura con caratteristiche morfologiche e proprietà simili. I tessuti si organizzano e formano organi e diversi organi formano un apparato. I tessuti dell’uomo e della...

ISTOLOGIA L’istologia è una disciplina che studia e descrive i tessuti. Il tessuto è l’insieme di cellule che vanno a formare una struttura con caratteristiche morfologiche e proprietà simili. I tessuti si organizzano e formano organi e diversi organi formano un apparato. I tessuti dell’uomo e della donna mostrano delle differenze. Il tessuto è composto da cellule e da matrice extra cellulare La citologia è la disciplina che studia e descrive la funzione della cellula. La cellula è l’unità funzionale e morfologica degli organismi viventi. Il nostro corpo è una simbiosi tra le nostre cellule eucariote e batteri (cellule procariote) ossia che nel nostro corpo abbiamo la presenza di batteri che è 10 volte quella delle cellule eucariote. Il tipo di batteri che abbiamo è diverso, dipende dal fatto se si è stati allattati, da ciò che mangiamo, dai farmaci che assumiamo. Si è visto che in alcuni casi le terapie funzionano meglio. Ci sono batteri patogenici ossia batteri che dobbiamo combattere perché portano malattie (come batterio tubercolosi o meningococco). LA CELLULA EUCARIOTE È una cellula che ha un buon nucleo. Tutte le cellule hanno il nucleo tranne i globuli rossi. Se noi vogliamo vedere una cellula possiamo usare il microscopio ottico ma se vogliamo vedere gli organelli cellulare dobbiamo usare un microscopio elettronico. La parola cellula deriva dall’osservazione che ha fatto Hooke. Hooke vede nella composizione di un pezzo di sughero, delle piccole celle, come quelle dei monasteri, coniando la parola cellula per definire tali strutture. Man mano che si sviluppa la microscopia possiamo vedere la forma delle cellule e cosa contengono, gli organelli cellulari. Quando si parla di cellule eucariote animale possiamo definire delle caratteristiche ma la cosa che deve essere chiara è l’eterogeneità delle cellule per quanto riguarda: à Dimensioni: le cellule hanno dimensione compresa tra i 20 e i 30 micron, ma esistono cellule molto piccole come i globuli rossi (7 micron) e cellule molto grandi come le cellule uovo mature (200 micron) à Forma: alcune cellule sono piatte (es. cellule endoteliali), cubiche, cilindriche o fusiformi, altre ancora presentano prolungamenti (es. cellule nervose). La forma cellulare è correlata alla funzione Organizzazione della cellula eucariote Una cellula è sempre provvista di una membrana plasmatica cioè l’involucro che separa l’ambiente intra cellulare dall’esterno (separa senza isolare perché attraverso la membrana sono presenti scambi di sostanze). L’interno della cellula contiene un ambiente acquoso che è il citosol e in questo ambiente sono immersi gli organelli cellulari. MEMBRANA PLASMATICA La membrana plasmatica è un sottile involucro che delimita la cellula separandola dall’ambiente esterno. Ha diverse funzioni: 1. Separazione ambiente intracellulare ed extra cellulare 2. scambio fra ambiente intracellulare ed extra cellulare 3. controllo moltiplicazione cellulare 4. controllo interazioni cellula-cellula e cellula-sostanza intercellulare È formata da un doppio strato fosfolipidico. I fosfolipidi sono molecole che hanno una testa idrofila e due code idrofobiche. Le teste sono ambientate verso l’ambiente extracellulare, le code sono ambientante nell’ambiente intracellulare quindi nell’ambiente acquoso. La membrana è composta da: 40-80% di lipidi coniugati (complessi) I lipidi che costituiscono la membrana cellulare sono rappresentati da fosfolipidi e colesterolo. FOSFOLIPIDI Formata da: -1 molecola di glicerolo (testa) -1 gruppo fosforico (testa) -1 base azotata (testa) -2 molecole di acidi grassi (code) Gli acidi grassi (es. acido oleico, arachidonico) sono lipidi semplici formati da sole catene di idrocarburi (idrogeno e carbonio) e per questo insolubili in acqua. Gli acidi grassi che formano le code dei fosfolipidi possono essere insaturi, cioè possono presentare doppi legami. Il legame insaturo determina un ripiegamento della molecola che contribuisce sia a rendere la membrana più fluida sia a creare spazi dove si colloca il colesterolo. COLESTEROLO È una molecola lipidica che presenta un gruppo ossidrilico OH libero che attribuisce alla molecola caratteristiche anfipatiche che le permettono di essere un costituente delle membrane cellulari. È molto importante come regolatore della fluidità delle membrane. 20-80% di proteine Le proteine possono essere: - inserite nella membrana e quindi essere intrinseche o integrali. Sono legate ai lipidi mediante interazioni idrofobiche -estrinseche o periferiche ossia che non penetrano nel doppio strato lipidico e sono associate solo con la superficie esterna oppure interna della membrana Funzioni: - Proteine di trasporto (possono mediare lo scambio di sostanze fra l’ambiente extracellulare e il citoplasma) - Proteine recettori (possono avere nella porzione extracellulare delle parti in grado di legare altre molecole) - Giunzioni intercellulari (quando due cellule sono attaccate tra loro le proteine mediano delle interazioni che vanno a costituire le giunzioni cellulari) - Enzimi (possono avere delle caratteristiche enzimatiche ovvero possono avere delle parti che sono in grado di catalizzare delle reazioni) - Riconoscimento tra cellule (mediano il riconoscimento tra le cellule ed è evento che avviene fra cellule che avviene nel nostro sistema immunitario, le cellule del nostro sistema immunitario hanno la capacità di distinguere se le cellule del nostro organismo sono sane o vanno incontro ad una trasformazione) - Ancoraggio del citoscheletro e della matrice extracellulare (mediano delle interazioni con altre proteine che sono presenti nell’ambiente extracellulare e mediano altre interazioni con proteine intracellulari 2-10% di carboidrati Sono generalmente associati: alle proteine —> a formare Glicoproteine a lipidi —> a formare Glicolipidi L’insieme dei residui zuccherini delle glicoproteine e dei glicolipidi costituisce il Glicocalice —> rappresenta tutta la porzione zuccherina che si ritrova a livello della membrana plasmatica. Modalità di scambio tra ambiente esterno ed interno Gli scambi tra ambiente interno e quello esterno della cellula possono avvenire secondo tre modalità: § Diffusione semplice: attraverso il doppio strato della membrana plasmatica molecole idrofobiche apolari (ossigeno, anidride carbonica, benzene, azoto). Non richiede dispendio di energia e avviene dall’ambiente in cui la sostanza è più concentrata a quella in cui lo è meno. § Trasporto passivo: richiede l’intervento di proteine di membrana e non richiede dispendio di energia ma libera energia. Avviene dall’ambiente in cui la sostanza è più concentrata a quello in cui lo è meno. § Trasporto attivo: richiede l’intervento di proteine di membrana. Richiede dispendio di energia (che viene liberata demolendo quelle che sono le molecole energetiche che sono più utilizzate dalle nostre cellule ovvero ATP), quindi la sostanza viene trasportata con utilizzo di energia e utilizzando dei trasportatori. Avviene dall’ambiente in cui la sostanza è meno concentrata a quello in cui lo è di più. Grazie al trasporto attivo la membrana riesce a mantenere all’interno del suo citoplasma una concentrazione di ioni diversa da quella presente nell’ambiente esterno, concentrazioni che sono fondamentali per le caratteristiche della cellula. RIBOSOMI Sono organuli di natura ribonucleoproteica cioè formati da RNA ribosomiale (rRNA) + proteine strutturali. Sono presenti in tutte le cellule e adibiti alla sintesi delle proteine. Sono proteine formate da 2 sub-unità associate fra loro solo al momento della sintesi proteica, durante la quale vari ribosomi si allineano lungo l filamento di mRNA a formare polisomi o poli ribosomi. I ribosomi sono prevalentemente nel citosol però abbiamo ribosomi più piccoli dentro i mitocondri. I ribosomi possono trovarsi: à liberi nel citoplasma àvicino al reticolo endoplasmatica rugoso (RER) La sintesi proteica inizia sempre a livello dei ribosomi liberi nel citoplasma e può terminare in questo compartimento oppure nel RER. Questo dipende dalla presenza o meno di una sequenza segnale presente generalmente nel primo tratto della proteina nascente. Questa sequenza indica che la traduzione deve continuare a terminare nel RER. Il RER, insieme ad altri organelli fa parte del sistema membranoso interno. RETICOLO ENDOPLASMATICO RUGOSO Appartiene al sistema membranoso interno cioè un sistema costituito da tubuli, cisterne e vescicole delimitate da cito membrane di composizione simile alla membrana plasmatica. Il RER è un insieme di cisterne membranose appiattite delimitate da una membrana sulla cui faccia citoplasmatica ci sono i ribosomi. Sia i polisomi che il RER hanno come funzione quella di sintetizzare le proteine però cambiano i destini delle proteine: Le proteine dei poli ribosomi liberi o polisomi sono proteine che rimangono immerse nel citosol. Sono proteine che vanno a formare la struttura dei nostri organelli perché le nostre cellule sono piene di proteine. Sono proteine che vanno a formare le sub unità dei ribosomi stessi. Tutte queste proteine sono sintetizzare dai poli ribosomi Le proteine che vengono sintetizzate sul RER hanno tre destini: 1. La membrana plasmatica: le proteine integrali della membrana sono prodotte dal RER 2. Le vescicole di secrezione: sono proteine che vengono portate nell’ambiente extra cellulare (es. collagene, elastina). 3. Le proteine che vanno a far parte della struttura dei lisosomi. I lisosomi sono organelli intracellulari. Le glicoproteine prima di raggiungere questi destini attraversano un altro organello ossia l’apparato di Golgi che le modifica. Nel RER la proteina viene sintetizzata ma quando il primo pezzo di proteina entra nella cisterna, se abbiamo segnali particolari la proteina riceve degli zuccheri cioè la proteina viene glicosilata. La glicosilazione comincia nel RER e termina nell’apparato di Golgi. Questi zuccheri si trovano attaccati a un lipide e quando arriva il segnale gli enzimi trasferiscono gli zuccheri sulla proteina. RETICOLO ENDOPLASMATICO LISCIO (REL) È un organello formato da tubuli appiattiti sulla cui superficie non ci sono ribosomi. I due reticoli sono in continuità. Questi due organelli saranno più o meno abbondanti a seconda della funzione cellulare. Il REL serve alla sintesi dei lipidi, ad esempio, i fosfolipidi o il colesterolo. Il REL sintetizza anche ormoni steroidei come estrogeni e progesterone. Sono ormoni che vengono costruiti usando come base il colesterolo. È anche molto abbondante negli epatociti perché s trovano degli enzimi che hanno un’azione detossificate ma è abbondante anche nel tessuto muscolare perché il REL è anche una riserva di ioni calcio. La contrazione delle cellule muscolari avviene con il calcio. APPARATO DI GOLGI È un complesso che riceve le proteine dal RER e le elabora prima di trasferirle. È formato da cisterne appiattite che possono essere divide in porzioni: à Faccia CIS (porta di entrata)à guarda verso l’involucro nucleare ed è in stretto contatto con il RE. Le proteine e i lipidi arrivano alla parte CIS compartimentalizzati in piccole vescicole (microvescicole) che si distaccano dagli elementi transizionali del RE. à Parte medianaà il materiale contenuto nelle vescicole viene poi trasportato da altre vescicole alle cisterne del compartimento mediano e trans. à Faccia TRANS (porta di uscita): è più vicino alla membrana plasmatica e ai destini delle proteine. È orientata verso la periferia cellulare e si distende in un reticolo tubulare chiamato trans Golgi network (TGN) Viene elaborata la parte zuccherina di proteine glicosilate nel RER. Nell’apparato di Golgi vengono aggiunti zuccheri specifici. Tutte le proteine che passano attraverso il Golgi finiscono nella parte trans da dove poi vengono veicolate (attraversando il trans Golgi network) verso: à I lisosomi à Le vescicole secretorie à La membrana plasmatica LISOSOMI Sono organelli citoplasmatici contenenti enzimi idrolitici per la digestione intracellulare delle macromolecole. Si conoscono più di 40 enzimi, sono tutti idrolasi acide che funzionano a pH acido, ad un pH tra 4,5 e 5 (citosol pH= 7,2 quindi basico). L’acidità di un ambiente è alta tanto quanto sono maggiori i protoni. Il lisosoma digerisce del materiale che o non è più utile o materiale dannoso. à Materiale non utile: il lisosoma interviene per via endogena o autofagia che è una via con la quale vengono eliminati elementi intracellulari che non servono più. Ad esempio, la demolizione di organelli invecchiati come il mitocondrio. Membrane derivate dal RE rivestono il mitocondrio formando autofagosoma che si fonde poi con uno o più lisosomi formano un autofagolisosoma. à La via esogena è quella in cui il lisosoma interviene per eliminare sostanze estranee e che possono essere dannose per la cellula. Ad esempio i batteri. I batteri possono essere introdotti all’interno della cellula con diversi meccanismi, poi la vescicola che si forma si fonderà con il lisosoma e gli enzimi possono entrare a contatto con i batteri e degradare le macromolecole. TRASPORTO DI GRANDI MOLECOLE Il trasporto di macromolecole avviene attraverso endocitosi ed esocitosi. ENDOCITOSI Il materiale viene portato dentro la cellula. L’endocitosi può essere declinata in vari modi: 1. Pinocitosi: meccanismo generale che avviene in tutte le cellule ed è un meccanismo con il quale molecole vengono portate nella cellula insieme a liquido extracellulare. 2. Endocitosi mediata da recettori: meccanismo meno generale perché ha necessita di proteine sulla superficie cellulare per fare entrare proteine. Ad esempio colesterolo o transferrina 3. Fagocitosi: meccanismo specifico con il quale vengono introdotti batteri e microorganismi. Può essere fatta solo da cellule specializzate, i fagociti. La cellula fagocita i microorganismi che si trovano contenuti in una vescicola, il fagosoma, e il fagosoma si fonde con i lisosomi e genera il fagolisosoma dove avviene la degradazione del materiale ingerito. La fagocitosi può essere aiutata da recettori che vanno a legare il microorganismo. La fagocitosi può avvenire anche per materiale non organico ad esempio l’amianto perché l’amianto che viene respirato, a livello del polmone viene fagocitato. ESOCITOSI L’esocitosi è il meccanismo con cui un elemento viene portato all’esterno delle cellule. L’esocitosi può essere di due tipi: 1. Esocitosi regolata: riguarda il materiale che viene esocitato solo quando arriva uno stimolo. Ad esempio, molti ormoni, il muco vengono esocitati. 2. Esocitosi costitutiva (=costante): La via di sintesi di glicoproteine extracellulari è un esempio di esocitosi costituiva perché le cellule in un tessuto producono continuamente sostanze che vanno a rigenerare il tessuto. MITOCONDRI Sono la centrale energetica della cellula. Hanno una forma a bastoncello e ha una dimensione di 0,5-1 micrometri. La morfologia dei mitocondri è dinamica perché formano una rete che possiamo osservare bene con delle metodiche sperimentali in cui i mitocondri sono stati colorati con sostanze fluorescenti. Questa rete nasce da meccanismi di diffusione e fissione. La fissione avviene quando i batteri si dividono e si generanno due mitocondri differenti. Il mitocondrio è un organello membranoso, organizzato in due membrane: 1. Esterna: liscia 2. Interna: forma le creste mitocondriali. Queste due membrane formano: 1. Camera esterna: contiene vari enzimi 2. Camera interna: vi è materiale eterogeneo ricchissimo di proteine che si chiama matrice mitocondriale. Ci sono anche degli acidi nucleici come DNA, RNA e ribosomi. FUNZIONE à Centrale energetica delle cellule: produce ATP grazie al fatto che a livello delle membrane interne abbiamo ATP sintasi. Molte delle funzioni cellulari usano ATP. Il funzionamento dei neuroni, la contrazione delle cellule muscolari avvengono se abbiamo ATP in circolo. La sintesi dell’ATP da parte del mitocondrio richiede un certo dispendio di energia e calorie (7300 calorie). Le molecole che ci danno energia sono zuccheri, grassi. I grassi sono contenuti nelle cellule adipose per cui i mitocondri usano questi grassi e noi dimagriamo. Il mitocondrio non fa questo lavoro da solo perché una parte delle reazioni che portano alla sintesi avvengono nel citosol. Il mitocondrio coopera nella sintesi degli ormoni steroide, coopera nella sintesi del gruppo EME. I mitocondri al loro interno hanno tutto ciò che occorre per fare sintesi proteica, hanno ribosomi e producono calore in alcuni tessuti. TEORIA ENDOSIMBIOTICA Queste osservazioni sono legate al fatto che le due membrane del mitocondrio sono molto diverse tra loro. Quella esterna è simile alle nostre (ha colesterolo) mentre quella interna non ha colesterolo ed è ricca di altri lipidi presenti nei batteri. Tutto questo ha fatto nascere la teoria secondo la quale la cellula ha inglobato un procariote antico, questo è poi diventato il mitocondrio. Da questa endocitosi la membrana esterna sarebbe derivata dalla membrana della cellula eucariote. PEROSSISOMI Fa parte del sistema membranoso interno cioè hanno una membrana che li delimita mana differenza dei mitocondri hanno una sola membrana. All’interni contengono enzimi ossidanti cioè utilizzano ossigeno o derivate per eliminare sostanze tossiche per le cellule. I perossisomi sono abbondanti in cellule epatiche, intervengono in fenomeno di detossificazione. Demoliscono acidi grassi a catena lunga. Esiste una patologia in cui il perossisoma non demolisce gli acidi grassi i quale si accumulano nel tempo dando danni e portano alla deteriorazione del tessuto nervoso. CITOSCHELETRO È una rete di filamenti di natura proteica che contribuisce al movimento e al mantenimento della forma cellulare. È costituito da proteine filamentose e da microtubuli, microfilamenti e filamenti intermedi. MICROTUBULI Sono strutture allungate, cave all’interno. Sono formati da proteine chiamate tubuline (alfa e beta) che sia associano a trovare queste strutture. Esistono microtubuli: o Labili: si organizzano in particolari momenti cellulari. I microtubuli labili sono ad esempio quelli che vanno a formare il fuso mitotico che è una struttura che consente una equa distribuzione tra due cellule che si dividono. o Stabili: sono osservabili dall’origine della cellula fino alla morte (es microtubuli stabili= nei neuroni). I microtubuli stabili costituiscono la struttura portante di ciglia e flagelli FILAMENTI INTERMEDI Sistema di proteine filamentose che connettono microtubuli e microfilamenti. Sono formati da proteine di diverso tipo a seconda del tipo di filamento intermedio. Le cellule della nostra pelle, i cheratinociti, hanno filamenti cheratinici perché formati da cheratina proteina che interviene nelle giunzioni cellulari. MICROFILAMENTI Filamenti distribuiti in maniera particolare. Sono abbondanti nell’asse di strutture chiamati microvilli. I microvilli sono espansioni digitiformi tipiche delle cellule epiteliali intestinali. Sono delle espansioni che aumentano la capacità di assorbire le sostanze. Dentro i microvilli ci sono dei microfilamenti. La funzione è strutturale. I microfilamenti sono fatti prevalentemente da actina ma anche da miosina. I filamenti di actina sono abbondanti nelle cellule epiteliali intestinali ma anche nelle muscolari per la contrazione muscolare. IL NUCLEO La maggior parte delle cellule hanno un solo nucleo cioè sono mononucleate. Ma esistono anche cellule plurinucleate come le cellule muscolari. In questo caso si parla di sincizio. Un’altra cellula polinucleata è il megacariocita cioè una cellula che si trova all’interno del midollo osseo che a sua volta è contenuto all’interno dell’osso spugnoso. L’origine di tutti questi nuclei è diversa perché nel caso del sincizio tanti nuclei originano una cellula plurinucleata. L’origine del megacariocita è che il nucleo si divide in tante porzioni ma non si divide il citoplasma quindi rimane una cellula con diversi nuclei. Dal megacariocita originano le piastrine La forma nel nucleo può avere forme diverse: A ferro di cavallo: si trova nei monociti Sferica: si trova nei linfociti Plurilobata: non siamo in presenza di una cellula plurinucleata ma di una cellula plurilobata cioè il nucleo è uno solo e si formano tante porzioni unite da materiale genetico. Questo nucleo è tipico dei granulociti Il nucleo è un organello membranoso delimitato dall’involucro nucleare formato da una doppia membrana. o La membrana interna priva di ribosomi e separata dal resto del nucleo della lamina fibrosa che fa parte del nucleo scheletro. o La membrana esterna ricoperta da ribosomi e in connessione con il RER L’involucro nucleare è formato dai pori nucleari in cui il materiale entra ed esce dal nucleo e servono da comunicazione tra citoplasma e nucleo e tra nucleo e citoplasma (es RNA messaggero) Le proteine di una cellula vengono sintetizzate nel citoplasma. Dentro al nucleo abbiamo: Nucleo scheletro: rete di proteine formano il nucleo scheletro che mantiene la forma nucleare. È fatto da proteine che usano i pori. Nucleo plasma: Nel nucleo abbiamo il materiale genetico che è contenuto nel nucleo plasma. Il materiale genetico è complessato da proteine a formare la cromatina. La cromatina è un materiale filamentoso che nelle nostre cellule può essere più compatta (ETEROCROMATINA-inattiva cioè non trascritta) o può essere sciolta (EUCROMATINA- attiva cioè trascritta). La cromatina è costituita da: o DNA: è organizzato attorno a pacchetti di 8 proteine chiamati istoni. Gli istoni sono piccole proteine basiche quindi si assemblano molto bene con il DNA. Complessandosi in questo modo si formano strutture a filo di perle ossia i nucleosomi. o Proteine istoniche (piccole proteine basiche) o Proteine non istoniche Quando la cellula si divide la cromatina si avvolge su sé stessa per dare i cromosomi. Posso appaiare le 23 coppie di cromosomi per fare il cariotipo che è utile per renderci conto se abbiamo dei cromosomi soprannumerali. NUCLEOLO Dentro il nucleo si trova il nucleolo che è una struttura sferica. È la zona del nucleo dove si fabbricano i ribosomi. In particolare, se guardo il nucleo vedo che abbiamo due porzioni: o Parte Granulare: i granuli sono le sub unità dei ribosomi che si stanno formando. Sono formate da rRNA e da proteine. o Parte Fibrillare: ci sono fibrille e cromatina. La cromatina contiene i geni che codificano per gli rRNA che vanno a formare i ribosomi. Domanda esame Com’è organizzata una cellula eucariote? forma, dimensioni, membrana plasmatia, organelli (forma, composizione e funzione) TESSUTO EPITELIALE Nel tessuto epiteliale la matrice extracellulare è molto scarsa. È formato da cellule che formano lamine cellulari. Comprende epiteli di rivestimento ed epiteli ghiandolari. EPITELI DI RIVESTIMENTO o Rivestono la Superficie del nostro corpo sottoforma di epidermide o Rivestono le superfici interne degli organi cavi e dei condotti, ad esempio utero, vescica Caratteristiche generali à Rivestono tutte le superficie à Sono formati da cellule strettamente legate tra loro con scara matrice extra cellulare à Non sono vascolarizzati quindi ricevono nutrimento dai tessuti sottostanti à Sono presenti terminazioni nervose à Sono presenti cellule sensoriali che sono deputate alla ricezione di stimoli Gli epiteli sono formati da cellule che presentano specializzazioni che possono riguardare: à superfice laterale: es giunzioni intercellulari (giunzione serrata, giunzione aderente, desmosoma, gap Junction) GIUNZIONI INTERCELLULARI Queste giunzioni riguardano o il perimetro della cellula (come delle fasce) o ci sono delle macule (es desmosomi). Le macule sono delle giunzioni uniformi ma non sono funzioni continue. Tra le cellule possiamo avere: Giunzioni aderenti: connettono meccanicamente le cellule tra loro Giunzioni comunicanti: mettono in comunicazione le cellule epiteliali. Consentono il passaggio di piccole molecole da una cellula all’altra 1. Fasce occludenti: Si trovano sotto la superficie libera delle cellule. Fanno aderire le cellule in maniera stretta occludendo gli spazi intercellulari. 2. Fasce aderenti: Si trovano verso la porzione mediana delle cellule. Hanno bisogno dello ione calcio per funzionare. 3. Desmosomi: Ci sono strutture ricche di proteine che andando a interagire tra loro creano una giunzione stretta. Riguardano punti specifici della cellula. I filamenti intermedi sono molto abbondanti. 4. Gap Junction: Hanno la funzione di permettere una comunicazione tra cellule. Queste sono delle strutture proteiche che formano dei pori che attraversano le membrane. Questa comunicazione è regolata cioè il canale non è sempre aperto ma dipende dalle caratteristiche della membrana. Quando le Gap Junction sono aperte possono passare ioni. Sono abbondanti anche nel tessuto cardiaco perché viene distribuito tra le cellule lo ione calcio consentendo una contrazione ottimale. à Superficie apicale: può presentare microvilli, stereociglia, ciglia vibratili 1. Microvilli: sono espansioni digitiformi (a forma di dito) di lunghezza 1 micron, quindi, sono le strutture più corte. Sono rivestiti da una membrana plasmatica e al loro interno hanno microfilamenti di actina che mantengono il microvillo dritto. Questi filamenti di actina sono tenuti legate alla membrana plasmatica da una serie di proteine. I microvilli aumentano la superficie cellulare perché con queste estroflessioni la superficie esterna aumenta. Questo può essere un vantaggio quando le cellule devono assorbire delle sostanze. Infatti, sono molto presenti nelle cellule epiteliali della cavità addominale. Sono anche abbondanti in alcune cellule a livello del rene. 2. Ciglia vibratili: sono delle specializzazioni apicali perché al loro interno presentano elementi del citoscheletro cioè microtubuli fondamentali per mantenere la forma. Hanno una funzione meccanica, si muovono sulla superficie dell’epitelio rimuovendo elementi. Rivestono le vie respiratorie e le vie genitali femminili (tube). 3. Stereociglia: simili ai microvilli. Presenti a livello di cellule epiteliali che rivestono il canale dell’epididimo e il dotto deferente. à Superficie basale: es giunzioni quali emidesmosomi. La superficie basale è a contatto con la lamina basale. La lamina basale è costituita da tessuto connettivale su cui poggiano gli epiteli di rivestimento EPITELI DI RIVESTIMENTO: CLASSIFICAZIONE Per potere classificare l’epitelio considero: 1. Numero di strati cellulari Possiamo avere epiteli di rivestimento: o semplici o monostratificati: formato da un unico strato cellulare o composti o pluristratificati: formati da molti strati cellulari. Hanno funzione di rivestimento e protezione. Esistono due tipi di epiteli particolari: o pseudostratificati (semplice) o di transizione (composto) 2. Morfologia delle cellule Possono avere 3 forme: o Pavimentose: presenta cellule appiattite. Le riconosco perché il nucleo è piatto EPITELIO PAVIMENTOSO SEMPLICE Formato da un unico strato cellulare di cellule appiattite. Questo tipo di epitelio è adatto agli scambi quindi alla filtrazione e alla diffusione, quindi, riveste le cavità degli alveoli polmonari dove deve essere favorita la diffusione dei gas. Si trova anche nel rene perché abbiamo passaggio di sostanze, in particolar modo il passaggio di elementi che sono filtrati per generare l’urina. Nel rene si trova nella capsula di Bowman attraverso la quale viene filtrato il sangue generando una sostanza. Si trova anche nella cornea e nel mesotelio dove tappezza cavità seriose come pleura, pericardio e peritoneo. EPITELIO PAVIMENTOSO STRATIFICATO Molto distribuito. Lo strato apicale dell’epitelio avrà cellule appiattite. È un epitelio che presenta due tipologie diverse: 1. Non cheratinizzato: è molto diffuso. Ha la funzione di proteggere ed è abbondante nelle zone soggette ad attrito. Lo troviamo: o All’interno della bocca: nella bocca l’epitelio ci protegge da microorganismi. o Nell’esofago: connette la bocca allo stomaco. o Nella giunzione gastro esofagea o Nell’epitelio vaginale 2. Cheratinizzato: presenta uno strato di cheratina sulla superficie. Un esempio è l’epidermide. L’EPIDERMIDE riveste tutto il nostro corpo. L’epidermide inizia a livello della lamina basale poi si arriva allo strato corneo. Lo strato corneo è formato da filamenti di cheratina che ci proteggono da fenomeni. Si chiama epidermide perché si trova sopra il derma. I cheratinociti migrano dalla base alla superficie arricchendosi di cheratina. Quando le cellule raggiungono la superficie dell’epidermide muoiono e libera la cheratina. Posso distinguere degli strati dove le cellule hanno caratteristiche diverse: 1. Strato basale: abbiamo cellule staminali che generano i tessuti quindi sono delle riserve. Questi epiteli si trovano in zone con una superficie epiteliale che viene sfaldata da fenomeni do attrito, quindi, è necessario che ci sia una riserva di cellule staminali. 2. Strato spinoso: si chiama spinoso perché si vedono delle spine al microscopio. Le spine sono i desmosomi 3. Strato granuloso: le cellule hanno al loro interno dei granuli che contengono il precursore della cheratina. 4. Strato lucido: 5. Strato corneo: L’epidermide possiede anche i melanociti. I cheratinociti sono cellule autoctone e i melanociti non autoctone perché i melanociti migrano nell’epidermide quando questa si è già formata. I melanociti sono cellule grandi che occupano la porzione basale dell’epidermide, producono la melanina che è accumulati in organelli chiamati melanosomi. Questi melanosomi cedono la melanina alle cellule circostanti. La melanina ha una funzione di protezione. I melanociti si possono accumulare in zone particolari dell’epidermide ad esempio sui nei e nelle lentiggini. o Cubiche o isoprismatiche: il nucleo è sferico EPITELIO CUBICO O ISOPRISMATICO SEMPLICE Si trova nella tiroide, a livello del rene e a livello delle ghiandole. Se prendiamo una struttura ghiandolare vediamo che nel dotto si accumula il secreto per riversarlo all’esterno. Alcuni di questi dotti sono delimitati da epitelio cubico semplice EPITELIO CUBICO STRATIFICATO Due o più strati di cellule, quelle superficiali sono cubiche. È raro, tappezza i dotti escretori di alcune ghiandole. o Cilindriche: il nucleo è allungato EPITELIO CILINDRICO O BATIPRISMATICO SEMPLICE Si trova: -nell’apparato respiratorio -nell’apparato urinario -apparato digerente -dotti escretori ghiandolari -vie genitali maschili e femminili. L’epitelio che riveste l’intestino è anche intervallato da cellule mucipare o caliciformi. Le cellule mucipare producono muco e le riconosciamo perché sono bianche. Possiamo trovarlo nello stomaco. Lo stomaco è un organo cavo. Lo troviamo anche nelle tube uterine. Le tube uterine sono strutture connesse all’utero che captano l’ovocita che viene rilasciato durante ogni ciclo ovarico. Nel corpo dell’utero e nell’endocervice abbiamo un epitelio cilindrico semplice che presenta anche delle ciglia vibratili. Nell’esocervice non ci sono ciglia e l’epitelio cambia drasticamente perché siamo in una porzione esterna a contatto con la vagina quindi aggredibile da patogeni quindi l’epitelio diventa pavimentoso composto. EPITELIO CILINDRICO STRATIFICATO Le cellule superficiali sono cilindriche, le altre poliedriche. È raro, si trova in alcuni condotti ghiandolari, alcuni tratti della faringe e laringe. EPITELIO PSEUDOSTRATIFICATO (semplice) È un epitelio semplice che da una falsa impressione di essere composto. Alcune cellule raggiungono l’apice altre rimangono compresse dalle altre quindi il nucleo si posiziona in posizione basale. In questo tessuto vedo tante file di nuclei in cui tutte le cellule poggiano sulla lamina basale. Questo epitelio è provvisto da ciglia o stereociglia. Si trova: -Vie respiratorie (trachea): Nel caso della trachea abbiamo ciglia vibratili sulla superficie. -Vie genitali maschili (uretra, epididimo, deferente): Nel caso dell’apparato genitale maschile questo epitelio presenta stereociglia. -Dotti escretori di alcune ghiandole EPITELIO DI TRANSIZIONE O POLIMORMFO (composto) Si trova nelle vie urinarie. Si chiama di transizione o polimorfo perché presenza cellule la cui forma cambia a seconda dell’urina presente. L’epitelio polimorfo è costituito da 3 strati principali: 1. Strato superficiale: ha delle cellule cupoliformi o ad ombrello. Le cellule a ombrello cambiano la loro forma a seconda della quantità di urina. Quando la vescica queste cellule di distendono. 2. Strato medio: formato da cellule clavate o piriformi 3. Strato basale: formate da cellule dall’aspetto cubico o cilindrico 3. Presenza o assenza di specializzazioni EPITELI GHIANDOLARI Sono formati da cellule che durante lo sviluppo fetale hanno imparato a produrre secreto. Ci sono due tipi di ghiandole: Esocrine: si intende una struttura che produce un secreto che viene portato al di fuori dell’epitelio ghiandolare. Ad esempio, abbiamo ghiandole che producono sebo, il sudore, le lacrime, la saliva, i succhi gastrici e il muco. Endocrine: sono ghiandole che producono un secreto che si chiama ormone e questo secreto viene riversato all’interno della ghiandola nei vasi sanguigni. Tramite il sangue questo ormone può raggiugere distretti lontani. Ad esempio, l’ipofisi produce ormoni che vanno ad agire sul testicolo o sull’ovaio. Ghiandole esocrine ed endocrine sono diverse per struttura perché quelle esocrine hanno un dotto escretore cioè un tubo dove il secreto viene riversato sulla superficie dell’epitelio. Quelle endocrine hanno un sistema di capillari dove viene riversato l’ormone. Entrambe le ghiandole si sviluppano durante la vita fetale in un epitelio di rivestimento. Alcune cellule dell’epitelio di rivestimento assumono proprietà diverse. Alcune cellule differenziano in cellule secernenti che si approfondano nel tessuto connettivo. Le cellule secernenti formano una struttura con una cavità e sono connesse alle cellule epiteliali da cui hanno avuto origine. Una piccola parte di queste cellule epiteliali formano un piccolo dotto per cui con l’ingrandimento di questa struttura si ha una ghiandola esocrina semplice formata da cellule secernenti e un dotto escretore. Grazie al dotto escretore il secreto viene riversato sulla superficie dell’epitelio. GHIANDOLE ESOCRINE Unicellulari: sono le cellule mucipare o caliciformi che producono muco. Le cellule mucipare sono molto visibili nella mucosa intestinale perché il muco rende la mucosa meno danneggiabile dall’attrito. Per quanto riguarda l’apparato respiratorio, il muco ha la funzione di inglobare i microorganismi per evitare che vengano diffusi nel corpo. Pluricellulari: Le ghiandole esocrine sono per la maggior parte pluricellulari. Le ghiandole pluricellulari hanno: à Un adenomero: è la struttura formata da cellule epiteliali specializzate nella secrezione. L’adenomero ha un lume che poi viene espulso attraverso il dotto. L’adenomero può essere di forma differente: a. Adenomero tubulare b. Adenomero tubulo glomerulare: ad esempio le ghiandole sudoripare c. Adenomero alveolare: ha un lume molto grande. Ad esempio, la ghiandola mammaria e la ghiandola prostatica d. Adenomero acinoso: ha una forma che è una via di mezzo tra il tubulare e l’alveolare, ha un lume molto stretto. 4. Un dotto escretore: le cellule del dotto sono cellule epiteliali che non hanno caratteristiche secernenti. Le ghiandole possono essere: Le ghiandole semplici sono formate da un solo adenomero e un solo dotto, tipiche dello stomaco, dell’utero. Le ghiandole composte sono date dalla presenza di tanti adenomeri e dotti, ad esempio la ghiandola mammaria, le ghiandole salivari, il pancreas esocrino. GHIANDOLA MAMMARIA (composta) È composta da lobi e lobuli. Ogni lobo può avere un dotto escretore che si articola in tanti dotti più piccoli che vanno a recuperare il secreto di un adenomero. Il secreto in questo caso è il latte. Il latte viene prodotto dai lobuli. Oltre a una massa di adenomeri c’è anche tessuto adiposo che contiene grasso. Il grasso viene utilizzato dalle cellule per formare il latte. Contiene adenomeri alveolari. Il secreto in una ghiandola può avere una natura diversa, quindi caratteristiche chimiche-fisiche diverse. àGhiandole seriose: elaborano un secreto chiaro e acquoso, contenente enzimi e proteine. Sono basofile. Ad esempio, pancreas, parotide àGhiandole mucose: il muco è appiccicoso perché contiene tanti zuccheri. àGhiandole miste: ad esempio la ghiandola salivare in quanto in una porzione possiamo trovare una secrezione mucosa in un’altra una secrezione acinosa (le colorazioni servono a distinguere i vari tipi di secreto). ESEMPI di ghiandole tubulari semplici o ramificate STOMACO Le ghiandole riversano il succo tramite il dotto, sull’epitelio che riveste lo stomaco. La cavità dello stomaco è rivestita da un epitelio di rivestimento. GHIANDOLE UTERINE Diventano ghiandole grandi e preparano la mucosa uterina a un possibile impianto. Abbiamo anche una irrorazione della mucosa uterina che si prepara a ricevere l’embrione con le arterie che diventano a spirale. GHIANDOLE SUDORIPARE Ghiandole che si trovano a livello della cute-sottocute e producono il sudore (composto da acqua, zuccheri e Sali minerali). Sono ghiandole tubulari e gomitolo, formate da un dotto che riversa sudore sulla cute. Il dotto è collegato alla sezione secernente. Quando taglio la cute taglio il tubulo in tanti punti. Vedo al microscopio queste sezioni vicine le une alle altre. Vi sono ghiandole sudoripare con un lume molto grande e si trovano in zone particolare come ano, ascelle e genitali. GHIANDOLE SEBACEE Producono sebo. È formata da cellule che sono attaccate al dotto che coincide con il dotto pilifero. Quindi il sebo viene riversato dove è contenuto il pelo o il capello. Sono ghiandole olocrine cioè tutta la ghiandola si trasforma in sebo quindi il secreto deriva dal disfacimento della ghiandola. GHIANDOLE SALIVARI (composte) Le ghiandole salivari sono costituite da tessuto esocrino. Le maggiori sono: Le parotidi: si possono infiammare Le sottomandibolari: producono saliva Le sottolinguali: producono saliva IL PANCREAS (composta) Produce i succhi pancreatici. È sia una ghiandola esocrina che endocrina perché se osservo il tessuto pancreatico vedo che il 90% del pancreas è formato da tessuto viola (pancreas esocrino) che produce succhi pancreatici. In questo mare di tessuto esocrino vedo gli isolotti di Langerhans che sono tessuto endocrino che produce insulina e glucagone. Prevale il tessuto esocrino. GHIANDOLA PROSTATICA (composta) La prostata è una ghiandola che contribuisce alla formazione dello sperma. Gli spermatozoi hanno bisogno di un ambiente basico. La ghiandola prostatica è formata da adenomeri alveolari ampi quindi da cellule che producono liquido prostatico ma questi alveoli hanno anche la caratteristica di essere immersi nel tessuto muscolare liscio. Questo tessuto muscolare collabora all’espulsione del liquido prostatico e va a formare il liquido spermatico. GHIANDOLE ENDOCRINE Nelle ghiandole endocrine viene perso il contatto con l’epitelio di origine, quindi, manca il dotto escretore. Gli ormoni sono presento nel sangue in percentuali basse e poi raggiunge gli organi bersaglio. I tropo-ormoni stimolano la produzione di altri ormoni. Ad esempio, il TSH ha come bersaglio la tiroide e induce su di essa gli ormoni tiroidei. Gli ormoni possono avere una duplice natura: Proteica: quando è formato da una glicoproteina ad esempio l’insulina Ormoni steroidei: ormoni che derivano dall’elaborazione del colesterolo per cui questi ormoni sono ad esempio il progesterone-. Vengono prodotti dal reticolo endoplasmatico liscio. Delle ghiandole endocrine che producono ormoni steroide sono ghiandole che hanno un reticolo liscio sviluppato. Le ghiandole endocrine vengono classificate in base a come sono disposte le cellule: Ghiandole endocrine a cordoni solidi: ad esempio l’ipofisi, le paratiroidi, il corpo luteo. Se le osservo a microscopio vedo degli ammassi cellulari vascolarizzati. Ad esempio l’ipofisi, l’epifisi. IPOFISI L’ipofisi si trova nella sella turcica, chiamata anche ghiandola pituitaria. È composta da due porzioni: 1. Adenoipofisi: è composta da cellule che hanno caratteristiche diverse. Producono gruppi di ormoni che hanno proprietà diverse: o Prolattina: stimola il latte o Ormone della crescita: stimola muscolo, tessuto osseo o FSH: ormone follicolo stimolante che promuove la maturazione delle cellule e dei gameti o LH: stimola la produzione di ormoni sessuali o TSH: agisce a livello della tiroide e promuove gli ormoni tiroidei Sono ormoni che agiscono su alte ghiandole endocrine producendo altri ormoni. Sono definiti tronco-ormoni. 2. Neuroipofisi: è una estroflessione dell’ipotalamo. La neuroipofisi accoglie prolungamenti di neuroni. La neuroipofisi è formata solo da questi prolungamenti che rilasciano il secreto. Produce l’ADH e l’ossitocina che va ad agire sul muscolo liscio stimolandolo durante il parto. EPIFISI L’epifisi è un ammasso di cellule vicine. Si trova sopra il cervelletto e produce la melatonina che è un ormone che regola il sonno che si attiva con il buio. Ci sono dei Sali minerali che contengono anche melatonina calcificata. Sono degli elementi importanti perché sono osservabili radiologicamente e consentono di collocare l’epifisi nel cervello. Mi consente di verificare che l’epifisi sia in una posizione fisiologia perché quando ci sono masse tumorali l’epifisi si sposta. PARATIROIDI Le paratiroidi sono ghiandole costituite da 4 gruppi di cellule che si trovano sopra la tiroide. Se le osservo vedo degli aggregati cellulari. Producono il paratormone che favorisce il riassorbimento del tessuto osseo da parte degli osteoclasti. Quando il tessuto osseo viene riassorbito, essendo ricco di calcio, il calcio va nel sangue e il paratormone regola la calcemia ossia il calcio ematica. Il paratormone è antagonista alla calcitonina. La calcitonina viene prodotta a livello della tiroide. Ghiandole endocrine a vescicole chiuse: è formata da vescicola cioè da sacculi cavi in cui la parete è formata da uno strato cellulare che produce l’ormone.ad esempio la tiroide. TIROIDE La tiroide è formata da follicoli chiusi. Le cellule tiroide producono il precursore dell’ormone che viene.. Produce ormoni tiroidei (T3, T4) che sono importanti per il metabolismo. Le cellule che formano il follicolo producono gli ormoni tiroidei. Tra i follicoli abbiamo le cellule parafollicolari o cellule C perché producono la calcitonina. Ghiandole endocrine a isolotti: ad esempio le isole di Langerhans che sono ammassi si tessuto endocrino che va a essere presente nel tessuto esocrino pancreatico che produce i succhi pancreatici LE ISOLE DI LANGHERANS Raggruppamenti cellulari che formano delle strutture sferiche, delle isole immerse in un mare di tessuto esocrino. Sono cellule importanti perché sono formate da tanti tipi cellulari tra i quali: cellule alpha che producono il glucagone e le cellule beta che producono l’insulina. Glucagone e insulina sono ormoni antagonisti. Ghiandole endocrine interstiziali: producono ormoni che si trovano negli interstizi cioè spazi piccoli. Ad esempio, nel testicolo e nell’ovaio risiedono gruppi di cellule che producono ormoni sessuali come testosterone. Domanda esame: come si forma la ghiandola esocrina (adenomero, dotto e fare esempi) e ghiandola endocrina. TESSUTI CONNETTIVI I connettivi sono una famiglia di tessuti eterogenei tra loro. Sono tessuti di origine mesenchimale cioè si formano da un tessuto embrionale che si chiama mesenchima. Il mesenchima contiene delle cellule e da queste cellule si sviluppano: Connettivi propriamente detti Connettivi specializzati Connettivi di sostegno Connettivi a funzione trofica I tessuti connettivi comprendono l’osso e il sangue quindi duro e liquido. Accumuna questi tessuti il fatto di avere tanta matrice extracellulare (diverso dagli epiteli). La matrice extra cellulare è composta da: Sostanza fondamentale: sostanza che può contenere: o Glicosamminoglicani (GAG): sono zuccheri che vanno ad attaccarsi a una catena proteica a formare il proteoglicano. o Proteoglicani: sono abbondanti. È una molecola con un asse formato da una proteina a cui sono attaccati dei vermetti che sono catene di GAG. Il proteoglicano è molto ricco di zuccheri che hanno il ruolo di legare l’acqua, quindi, sono fondamentali per l’idratazione dei tessuti. o Glicoproteine: differisce da proteoglicano per il tipo di zuccheri perché nelle glicoproteine sono ramificati mentre nei proteoglicani sono continui. Si differenziano anche per la quantità quantità perché nelle glicoproteine sono meno. Fibre proteiche: costituita da o Fibre collagene: o Fibre reticolari: o Fibre elastiche: La quantità di sostanza fondamentale e fibre varia molto a seconda di ciò che andiamo a considerare. I tessuti connettivi hanno più funzioni strutturali: à Supporto strutturale per gli organi collegando cellule e tessuti à Supporto strutturale per il corpo: tessuto cartilagineo e osseo à Supporto metabolico nella tipologia di connettivo del sangue. Crea un ambiente idrofilo che media lo scambio di sostanze fra sangue e tessuto. TESSUTI CONNETTIVI PROPRIAMENTE DETTI TESSUTO MUCOSO MATURO Simile al mesenchima, è un tessuto molto idratato e gelatinoso, infatti, in una sua localizzazione particolare che è il cordone ombelicale prende nome di gelatina di Wharton. Nel cordone ombelicale abbiamo questo tessuto che è localizzato intorno ai vasi che uniscono il feto con la placenta ed ha un colore molto chiaro. L’idratazione del tessuto è dovuta dal fatto che ci sono molti proteoglicani e GAG. Consente ai vasi ombelicali di rimanere fermi. Questo tessuto si oppone alle forze pressorie e permette ai vasi di essere fermi. È presenta nella polpa del dente e nell’occhio (parte bianca) TESSUTO CONNETTIVO FIBRILLARE LASSO Ha poche fibre. Si trova in tuti i nostri organi ed è molto vascolarizzato quindi ha come funzione principale quella di fornire nutrimento. Si trova sotto tutti gli epiteli (privi di vasi). Se consideriamo l’epitelio che riveste l’intestino, sotto troviamo questo connettivo. Un’altra localizzazione è sotto l’epitelio delle vie respiratorie. Questo connettivo occupa tutti i nostri organi come: - Testicolo: ci sono tubuli dove maturano gli spermatozoi - Ghiandola mammaria: è data da tanti adenomeri e tra gli adenomeri c’è il connettivo Troviamo questo tessuto anche nell’ipoderma che si trova sotto il derma. TESSUTO CONNETIVO FIBRILLARE DENSO o COMPATTO Prevalgono le fibre proteiche. Sono proteine formate da collagene di tipo 1 (+ abbondante). Il tessuto denso ha queste fibre collagene che formano i fasci. I fasci di collagene sono formati da 4 fibre di collagene di cui ciascuna fibra è formato da fibrille del collagene. Queste fibre collagene possono disporsi in maniera differente: - fasci paralleli: ad esempio i tendini e legamenti. Hanno molta resistenza alla trazione. - A fibre intrecciate o irregolare: ad esempio nel derma. Il derma è un connettivo fibrillare denso che troviamo sotto l’epidermide. Questi tessuti ricchi di collagene si trovano anche a rivestire la cartilagine in particolare il pericondrio. Si trovano anche a rivestire il tessuto osseo, in particolare il periostio. DERMA Nel derma oltre alle fibre del collagene abbiamo le fibre elastiche che sono fibre formate da elastina, quindi, danno elasticità al tessuto in base alla nostra età. - Capsulare: si tratta sempre di un tessuto a fibre intrecciate e viene così chiamato per la sua localizzazione anatomica. La capsula può addentrarsi nell’organo e dividerlo in porzioni TESSUTI CONNETTIVI SPECIALIZZATI 1. Connettivo elastico 2. Connettivo reticolare 3. Connettivo adiposo TESSUTO CONNETTIVO ELASTICO Si chiama così perché è ricco di fibre elastiche fatte prevalentemente da elastina. Le fibre elastiche sono molto abbondanti nei nostri vasi. Quasi tutta la parete dell’aorta è formata da fibre elastiche perché l’aorta riceve il sangue e grazie alla sua componente elastica l’aorta non si dilata. TESSUTO CONNETTIVO RETICOLARE Formato da fibre reticolari ossia appaiono come una rete. Le fibre reticolari sono fibre di collagene di tipo 3. Ne consegue che le fibre che si formano sono diverse da quelle del collagene di tipo 1 perché nelle 1 le fibrille sono all’interno; invece, le fibre reticolari non riescono a disporsi parallelamente perché hanno delle forze chimiche quindi si formano delle reti. Le fibre reticolari sono argirofile quindi possono essere visualizzate da colorazione argentica che conferisce loro una colorazione nera. Una grossa quantità di fibre reticolari le troviamo nelle lamine basali. Le lamine basali sono le strutture che separano il tessuto epiteliale dai connettivi sottostanti. La lamina basale è formata da diversi elementi, vi è la lamina reticolare che è molto ricca di fibre reticolari. TESSUTO CONNETTIVO ADIPOSO Tessuto specializzato perché ha un ruolo metabolico. Il tessuto adiposo ha funzione di sostegno e supporto perché è contenuto anche nella cavità addominale ma la funzione principale è quella di riserva energetica. È formato da adipociti, fra loro è presente poca matrice e sono cellule riempite da grassi di riserva che sono i trigliceridi. Fornisce anche calore, è un tessuto che ammortizza infatti lo troviamo sotto la cute. Il 50% del tessuto adiposo è localizzato nel pannicolo sottocutaneo, il 45% è presente nella cavità addominale sottoforma di grasso viscerale. Il 5% si trova nel tessuto muscolare e si trova anche nel midollo osseo. Il grasso sottocutaneo è prevalentemente un grasso di deposito quindi la quantità può variare più rapidamente. Il tessuto adiposo ha due tipologie istologiche principali: 1. Costituito da tessuto adiposo bianco o giallo o uniloculare Si chiama bianco o giallo perché dipende dalla quantità di carotene assunto con la dieta. Ma è anche bianco se lo osservo al microscopio dopo averlo colorato. Le cellule sono occupate da grasso sottoforma di trigliceridi. È costituito da adipociti con all’interno un’unica grossa goccia lipidica che comprime tutto il citoplasma, compreso il nucleo, sotto la membrana plasmatica. La maggior parte del nostro tessuto è bianco volto a generare ATP perché gli acidi grassi demoliti generano energia. 2. Costituito da tessuto adiposo bruno o multiloculare Il colore bruno è dovuto dalla presenza dei mitocondri che contengono citocromi, ma anche per come sono organizzati i trigliceridi perché abbiamo delle piccole gocce lipidiche e grazie a queste il citoplasma si inserisce e il nucleo è inserito nella cellula. Visto che il citoplasma non è piu schiacciato il tessuto appare più colorato. Il tessuto adiposo bruno è abbondante anche durante la vita ultra-uterina e fetale. Questa tipologia di tessuto genera calore e questo è dovuto dalle caratteristiche dei mitocondri. TESSUTI CONNETIVI DI SOSTEGNO 1. Cartilagineo 2. Osseo TESSUTO CARTILAGINEO È scarsamente rappresentano. È eterogeneo quindi abbiamo diversi tipi di cartilagine. Caratteristiche: - Non è vascolarizzato (come gli epiteli) e non è innervato - Abbondante matrice extra cellulare - Componente cellulare composta da condroblasti (se consideriamo le cellule nella cartilagine immatura) e condrociti (se consideriamo le cellule nella cartilagine matura). I condrociti derivano dai condroblasti - I pezzi di cartilagine sono rivestiti da fibre di collagene che vanno a formare il pericondrio. La cartilagine comprende: 1. Cartilagine ialina Si trova nelle coste. Nella vita intrauterina questa cartilagine è molto rappresentata nell’organismo perché durante lo sviluppo prenatale quasi tutte le strutture che poi diventeranno strutture definitive costituite da tessuto osseo nascono come abbozzi di cartilagine ialina. Ad esempio, le osa della colonna vertebrale, il femore, l’omero. Nell’adulto la distribuzione è limitata. Si trova nella gabbia toracica, nel naso, laringe, trachea, bronchi. Nei bambini è localizzata anche nelle metafisi delle ossa lunghe e nell’epifisi. Le metafisi contengono un pezzetto di cartilagine ialina importante che si chiama cartilagine metafisaria o cartilagine di accrescimento. È importante perché è responsabile dell’allungamento delle ossa. Nell’adulto questa cartilagine metafisaria si trasforma in tessuto osseo. La cartilagine metafisaria ha colonne cellulari che proliferando allungano le ossa. La cartilagine ialina è così chiamata per come appare a livello delle articolazioni perché appare come un tessuto traslucido o vetroso. Proprietà: - Resiste alla compressione: è un tessuto molto idratato quindi resiste alle forze di pressione - Ha questa consistenza perché la matrice contiene molti proteoglicani che sono molecole che legano l’acqua molto bene. Quindi rende il tessuto idratato Formazione È un tessuto di origine mesenchimale quindi origina dal mesenchima. Il mesenchima ha delle cellule stellare immerse in una matrice povera di fibre. Dove si formano gli abbozzi di cartilagine compaiono cellule che hanno ritirato i prolungamenti diventano sferiche, ossia diventando condroblasti. I condroblasti hanno acquisito la proprietà di produrre ed esocitare molecole della matrice. Dopo si genera la cartilagine ialina dove i condroblasti sono immersi nella matrice extra cellulare che circonda le singole cellule. Nella matrice della cartilagine matura vedo i gruppi isogeni derivano dai condroblasti e ciascun gruppo di cellule derivano da un’unica cellula. Se i condroblasti sono molto attivi i condrociti, che si ritrovano nell’adulto, hanno scarsa capacità di produrre matrice extra cellulare il loro ruolo è quello di mantenere la matrice. Nella matrice extracellulare delle cartilagini ialine ci sono proteoglicani e GAG che legano l’acqua. L’idratazione è importante perché favorisce la diffusione dei nutrienti. Nelle matrici abbiamo anche del collagene di tipo 2 che contribuisce alla rete molecolare importante per l’idratazione. 2. Cartilagine fibrosa Si trova nei dischi intervertebrali ma anche ad unire le ossa pubiche e a livello dei menischi. Le fibre di questa cartilagine sono fibre di collagene di tipo 1, questa fibro cartilagine ha grossi fasci di collagene e abbiamo i condrociti che sono allineati. Il disco intervertebrali è formato tessuto violetto chiamato nucleo polposo che è molto idratato simile alla cartilagine ialina. Il nucleo polposo è circondato da fibrocartilagine. Quando il disco è vecchio diminuisce l’idratazione del nucleo polposo e quindi non si ha più forza di resistere alla compressioneà ernia 3. Cartilagine elastica È meno diffusa di quella ialina. Da’ sostegno al padiglione auricolare, a una parte del condotto uditivo esterno e nella tromba di Eustachio. C’è un elevato numero di fibre elastiche a basso contenuto di proteoglicani. I gruppi isogeni sono pochi, al massimo formano gruppi cellulare. TESSUTO OSSEO Forma lo scheletro a sostegno del corpo ma è un tessuto che per la sua durezza va anche a formare quelle strutture anatomiche a protezione di organi vitali. Ad esempio, la gabba toracica che è formata da ossa che vanno a proteggere polmoni e cuore; il cranio va a proteggere il cervello; le vertebre proteggono il midollo spinale. Il tessuto osseo è una riserva di calcio, infatti, la sua durezza è dovuta dalla quantità di Sali di calcio. Nell’osso abbiamo 65% di matrice inorganica formata da Sali minerali (carbonati e fosfati di calcio). Abbiamo un 35% di matrice organica formata di fibre collagene di tipo 1. L’osso può essere: - Lamellare: si trova nelle ossa dell’adulto. Osso lamellare significa che è formato da lamelle all’interno delle quali le fibre collagene sono disposte parallelamente fra loro. Queste lamelle formano delle strutture andando a disporsi in maniera concentrica attorno a un canale centrale. Nella matrice esistono delle lacune al cui interno sono localizzate le cellule dell’osso. L’osso lamellare si divide in: o Osso lamellare compatto: si chiama compatto perché non ha grosse cavità ma appare come un tessuto denso. Si chiama anche osso corticale perché è un osso che, come la corteccia di un albero, va a rivestire le ossa, per cui si trova sulla superficie esterna delle ossa lunghe e piatte. Le lamelle si organizzano nello spazio per formare: à Tubi ossei dove le lamelle sono proiettate in maniera concentrica a formare un canale centrale chiamato canale di Havers. I canali sono anche uniti trasversalmente chiamati canali di Volkmann dove sono presenti vasi e nervi. à Esistono degli spazi interstiziali per i cilindri à Le lamelle circonferenziali si trovano alla circonferenza dell’osso. queste lamelle sono a contatto con il periostio e l’endostio. I microcanalicoli sono molto piccoli ma sono fondamentali per la fisiologia dell’osso perché permettono alle cellule dell’osso di comunicare tra loro. Posso osservare l’osso in natura colorandolo per colorarlo devo decalcificarlo. Se lo decalcifico e poi lo coloro l’osso perde la sua struttura perché gli osteoni diventano irregolari. o Osso lamellare spugnoso: forma l’epifisi delle ossa lunghi. Si chiama spugnoso perché come la spugna presenta dei buchi. Questi buchi sono chiamate cavità midollari perché all’interno c’è il midollo osseo. La rete di tessuto osseo è formata da trabecole. L’osso spugnoso è all’interno delle ossa. Sulla superficie delle ossa abbiamo l’osso compatto per cui se prendo l’osso calcagno è formato prevalentemente da osso spugnoso però esternamente c’è uno strato di osso compatto. Le trabecole che si formano si orientano in maniera differente a seconda delle forze alle quali sono sottoposte. - Non lamellare: è un osso in cui la matrice è disorganizzata per cui non riesco a distinguere le lamelle. Il primo osso che si forma è il non lamellare poi la matrice acquista ordine, si formano le lamelle e l’osso si trasforma in lamellare. Componente cellulare del tessuto osseo Nel tessuto osseo possiamo osservare delle cellule che dipendono dalla fase del tessuto. La cellula mesenchimale inizia a differenziare e diventa un osteoblasto. L’osteoblasto è molto attivo nell’esocitosi di matrice extra cellulare, quindi, va a formare le matrici ossee. Quando questa cellula ha prodotto la matrice ossea si trasforma nell’osteocita (tessuto osseo maturo). Queste cellule diventano di rivestimento cioè poco produttrici di matrice. Un caso a parte sono gli osteoclasti. Gli osteoclasti sono cellule che riassorbono la matrice ossea, quindi, hanno una funzione opposta da quella degli osteoblasti e osteociti. Derivano dal differenziamento di cellule UFC-GM ossia derivano da precursori che danno origine a cellule del sangue. Gli osteoclasti riassorbono la matrice e sono localizzati nelle fossette di Howship. Gli osteoclasti sono cellule enormi e hanno fino a 50 nuclei. È un esempio di sincizio perché nasce da altre cellule. L’osteoclasto aderisce all’osso in maniera molto forte, per cui crea nella parte centrale una zona sigillata ed è in questa zona che l’osteoclasto riveste sostanze che vanno a riassorbire l’osso. queta zona deve essere sigillata perché le sostanze sono molto aggressive. In questa zona vengono pompati dei protoni cioè la zona viene acidificata. L’acidificazione di questa zona fa si che i Sali minerali diventino disgregati dopo di che li riversa negli enzimi collagenasi che vanno a tagliare il collagene. L’osso si forma tramite due vie principali: 1. Ossificazione diretta: tipica dell’osso del cranio o della scapola. Diretta vuol dire che l’osso di forma direttamente dal mesenchima 2. Ossificazione indiretta: è tipica delle ossa lunghe. L’osso si viene a formare per sostituzione di cartilagine. Il femore durante la vita ultra- uterina nasce come un piccolo abbozzo di cartilagine ialina che viene poi sostituito da tessuto osseo. Prevede la formazione di due centri di ossificazione: o Centro di ossificazione primario: si sviluppa nella porzione dell’abbozzo cartilagineo destinato a diventare la diafisi. Compare nel corso del secondo mese di vita embrionale. o Centri di ossificazione secondari: si sviluppano alle due estremità dell’abbozzo cartilagineo, destinate a diventare le epifisi. L’ossificazione delle due estremità non avviene simultaneamente, ma inizi prima ad una estremità. Compaiono intorno alla nascita. Domanda esame: Osso lamellare-non lamellare; Cellule presenti nell’osso IL SANGUE Tessuto connettivo particolarmente differenziato. Costituito per il 55% da plasma e per il 45% da elementi figurati (eritrociti, leucociti, piastrine). La porzione che sedimenta il colore rosso scuro è ricca di globuli rossi. Questa porzione contiene anche globuli bianche e piastrine. Insieme globuli rossi, bianchi e piastrine costituiscono l’ematocrito. Le piastrine sono frammenti di cellule. Il plasma è un liquido composto dal 90% di acqua e il 10% è chiamato residuo Secco. Il 9% di questo residuo è formato da proteine, zuccheri e lipidi e l’1% fatto da ioni.

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