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lOMoARcPSD|5160292 Domande Esercitazioni Storia Economica AA 20-21 Pegaso Storia Economica (Università Telematica Pegaso) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o suppo...

lOMoARcPSD|5160292 Domande Esercitazioni Storia Economica AA 20-21 Pegaso Storia Economica (Università Telematica Pegaso) Scansiona per aprire su Studocu Studocu non è sponsorizzato o supportato da nessuna università o ateneo. Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 Domande Storia Economica 1. La Storia Economica studia: studia il succedersi degli avvenimenti economici e delle politiche economiche dei diversi paesi e delle diverse aree geo-economiche mondiali nella loro evoluzione nel tempo e nello spazio 2. La Storia Economica assume: una propria metodologia che deriva dall'essere in grado di comporre e valutare diversi elementi a partire da un approccio fortemente interdisciplinare 3. La Storia Economica aspira a una lettura integrata dei processi economico-sociali attraverso: analisi di breve o lungo periodo 4. L'interpretazione di breve periodo prende in considerazione: una variazione congiunturale 5. Le interpretazioni di lungo periodo considerano: i mutamenti strutturali dei fattori della produzione 6. La Storia Economica si nutre: della interdisciplinarità del metodo e delle fonti 7. La Storia Economica nasce: dall'applicazione del metodo induttivo all'economia politica, ovvero dal tentativo di analizzare i casi specifici e le esperienze storiche e a partire da queste definire le interpretazioni economiche di carattere generale 8. Storia Economica nasce: con la diffusione e l'espansione della rivoluzione industriale 9. Nella seconda metà del novecento: si diffondono le teorie dello sviluppo 10. Nel corso degli anni duemila: gran parte della pubblicistica ha rivalutato i concetti di “sistema paese” o “sviluppo di lungo periodo”, alla base delle interpretazioni di ampio respiro degli storici economici 11. Il sistema economico può essere definito come: l'insieme delle forme istituzionali, dei rapporti giuridici, delle relazioni sociali ed economiche, storicamente determinate, di cui gli individui si servono per corrispondere ai bisogni 12. La determinazione storica dei sistemi: presuppone il loro essere frutto della complessità dei processi sociali di medio o lungo periodo 13. I bisogni possono essere suddivisi in: bisogni primari e secondari 14. Le principali funzioni del sistema economico sono: produzione, distribuzione, consumo e scambio 15. La remunerazione dei fattori della produzione: contribuisce a spiegare la funzione di distribuzione del sistema 16. L'analisi dei rapporti di produzione rappresenta: una condizione necessaria (anche se non sufficiente) per capire il funzionamento del sistema e la sua evoluzione storica 17. L'avvento del capitalismo industriale tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento: ha determinato oltre che un ulteriore apertura dei commerci, anche una progressiva specializzazione è divisione del lavoro, così da rendere ancora più urgente l'esigenza dello scambio 18. I mutamenti di un sistema economico possono essere di carattere: inter-sistemico e intra- sistemico 19. Le fasi di transizione tra sistemi economici possono essere di carattere: rivoluzionario o graduale 20. Dopo la crisi del 1929, il capitalismo industriale: ha conosciuto alcuni mutamenti che non hanno cambiato la natura del modello, ma ne hanno modificato in maniera rilevante una parte significativa del modo di funzionare 21. Il sistema economico può essere definito come: l'insieme delle forme istituzionali, dei rapporti giuridici, delle relazioni sociali ed economiche, storicamente determinate, di cui gli individui si servono per corrispondere ai bisogni 22. I mutamenti di un sistema economico possono essere di carattere: inter-sistemico e intra- sistemico 23. È possibile leggere i mutamenti di un sistema economico attraverso: lo studio incrociato delle funzioni del sistema, dei rapporti di produzione, dei fattori della produzione e della loro remunerazione 24. L'economia medievale: assume la centralità del fattore terra quale elemento intorno al quale ruota non solo la capacità del sistema di riprodursi e di generare ricchezza, ma anche l'intera struttura sociale e giuridica di riferimento 25. In una visione di lungo periodo, il sistema feudale: seppure segnala alcune importanti differenziazioni con il passato, non riesce però a determinare una crescita sostenuta della ricchezza paragonabile a quella che si realizzerà nei secoli successivi, in particolare nell'epoca del capitalismo industriale Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 26. L'espansione del mercantilismo: è favorita e in parte preparata dalle prime scoperte geografiche che modificano la struttura e l'organizzazione dei commerci mondiali e dalla nascita dei grandi Stati nazionali moderni 27. Il capitalismo mercantile: assume la centralità del fattore capitale quale elemento intorno al quale ruota la capacità del sistema di riprodursi e di acquisire ricchezza rallentando la concorrenza internazionale 28. Il capitalismo industriale: assume la centralità del fattore capitale quale elemento intorno al quale ruota la capacità del sistema di riprodursi e di produrre ricchezza 29. Nel capitalismo industriale, i mutamenti strutturali rispetto al passato risiedono, tra le altre cose: negli incrementi di produzione e produttività, nelle modificazioni nelle forme organizzative, nella specializzazione del lavoro 30. I mutamenti introdotti dal capitalismo industriale: sono accompagnati da un analogo mutamento nella teoria economica che vede proprio tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento la nascita del cosiddetto pensiero liberale classico di matrice inglese 31. Il ciclo economico: può essere utilizzato come chiave per indagare le ragioni e le cause che stanno alla base delle variazioni economiche di medio-lungo periodo 32. La scoperta da parte degli studiosi del concetto contemporaneo di ciclo economico: coincide con la nascita e, soprattutto, con l'espansione del capitalismo industriale nell'Europa della metà dell'Ottocento 33. L'interpretazione di lungo periodo presuppone: un'analisi delle modificazioni strutturali presenti in un dato intervallo di tempo nel processo di riproduzione del sistema economico 34. Ogni ciclo economico è composto: da una fase A di espansione e da una fase B di caduta a loro volta suddivise al proprio interno ciascuna in due sottoperiodi 35. Clement Juglar propone un’interpretazione: dei cicli di economia di breve durata 6/10 anni basati sull'evoluzione delle crisi commerciali e dalle fluttuazioni finanziarie legate all'espansione del credito e del tasso di interesse 36. Nikolai Kondratev propone: una nuova interpretazione dei cicli basata su un'analisi di lungo periodo di 40/60 anni determinati d un incremento della quantità di oro e materie prime e da una crescita dei prezzi 37. Secondo la teoria organica dei cicli economici elaborata da Schumpeter: è l'innovazione tecnologica a consentire la crescita quantitativa e qualitativa della produzione 38. Secondo la teoria organica dei cicli economici elaborata da Schumpeter: l'innovazione può presentarsi attraverso varie forme, come l'applicazione su scala industriale dell’invenzione scientifica o una modificazione delle modalità di gestione della produzione 39. Secondo la teoria organica dei cicli economici elaborata da Schumpeter: la crisi economica può essere, molto schematicamente, interpretata come la conseguenza della progressiva estensione a tutto il sistema delle innovazioni e della riduzione del saggio di profitto dell'imprenditore-innovatore 40. A ogni fase di espansione del ciclo corrisponde: un incremento delle risorse e l'affermazione di nuovi paradigmi tecnologici, spesso, ma non sempre, accompagnati da innovazioni anche nel modello energetico di sostegno 41. Il primo ciclo economico del capitalismo industriale: si afferma in contemporanea con la rivoluzione industriale inglese 42. Nel secondo ciclo economico della prima rivoluzione industriale, collocato tra il 1850 e il 1890: la fase A di espansione si struttura a partire dalla fine delle guerre europee del 1848 e dal contemporaneo processo di diffusione del capitalismo industriale sul continente 43. Nel ciclo economico della seconda rivoluzione industriale: la fase A detta anche di espansione, si registra a partire dalla fine dell'Ottocento ed è basata su, uova espansione coloniale europea, apertura internazionale dei commerci, scoperta di nuovi giacimenti di oro, sviluppo dell'industria pesante, utilizzo del l'elettricità e del petrolio 44. La fase B di caduta del ciclo economico della seconda rivoluzione industriale: si avvia con lo scoppio e le conseguenze della prima guerra mondiale e conosce un’accelerazione a seguito della crisi del 1929 45. Il ciclo economico dell'età dell'oro, compreso tra il 1945 e la fine degli anni ottanta: segna la fase di massima espansione delle economie occidentali o, quanto meno il periodo nel quale si registrano i maggiori tassi di crescita medi annui della ricchezza e del PIL 46. Nel ciclo economico dell'età dell'oro, la fase A di espansione è strutturata: sulle implementazioni delle innovazioni avviate durante la seconda rivoluzione industriale (elettricità, petrolio, industria chimica, meccanica, siderurgica..) ma si nutre di un contesto internazionale e di un'organizzazione dei fattori della produzione profondamente modificato Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 47. La fase B di caduta del ciclo economico dell'età dell'oro: è contraddistinta dalla cosiddetta crisi di stag-flazione, ovvero dalla contemporanea presenza di stagnazione produttiva e aumento dell’inflazione 48. La fase A di espansione del ciclo della terza rivoluzione industriale: consente di registrare a partire dagli anni Novanta del XX secolo una crescita che coinvolge i nuovi protagonisti sulla scena economica internazionale e, in misura differente, i paesi tradizionalmente leader dello sviluppo 49. La costruzione di una concezione dinamica dell'economia e dei processi di sviluppo: si afferma in particolare con l'avvio dell’industrializzazione e con la cesura storica determinata dalla prima rivoluzione industriale 50. Le società pre-industriali: sono generalmente caratterizzate da una centralità del fattore “terra” per la riproduzione del sistema economico e da un diverso comportamento dei cicli economici rispetto all'epoca contemporanea 51. La costruzione di una concezione dinamica dell'economia: è basata, tra le altre cose, sullo stretto collegamento tra teorie dello sviluppo e le teorie della crisi come parte dell’alternanza di fasi cicliche di crescita e caduta del sistema economico e come categorie utili a spiegarne i movimenti di fondo 52. Secondo l'approccio di Marx allo studio dei processi di sviluppo: il materialismo storico e la dinamica capitale/lavoro sono alcuni degli elementi che consentono di indagare i meccanismi di funzionamento del capitalismo industriale 53. La costruzione del pensiero marginalista: si basa su un approccio metodologico di tipo deduttivo-normativo, ovvero sulla ricerca di quelle norme teoriche di funzionamento del sistema di carattere universale che consentono di spiegare i meccanismi fattuali storicamente determinati 54. Secondo il pensiero marginalista: il sistema economico è dotato di un unico punto di equilibrio quale espressione della piena efficienza del sistema e dei fattori della produzione 55. Secondo la teoria Keynesiana della domanda effettiva: non esiste un solo punto di equilibrio del mercato 56. Secondo la teoria Keynesiana della domanda effettiva: l'intervento temporaneo e congiunturale dello stato può sostenere un maggiore utilizzo dei fattori portando il sistema a un nuovo punto di equilibrio 57. Contemporaneamente all'avvio della prima rivoluzione industriale: si registra una rottura nel modello demografico pre-industriale e si avvia il processo di dualismo demografico 58. La curva demografica e le variazioni del tasso di crescita naturale della popolazione: dipendono da una pluralità di fattori legati, tra le altre cose, alle condizioni storiche e sistemiche presenti nelle diverse aree geografiche e nelle diverse epoche che si intende analizzare 59. Durante la rottura del modello demografico pre-industriale alla fine del Settecento: non tutti i paesi che contribuiscono a comporre la curva generale della popolazione mondiale seguono le stesse variazioni, percentuali e assolute, della crescita demografica 60. Il modello demografico delle società pre-industriali: riflette innanzitutto gli andamenti ciclici del rapporto tra variazione della popolazione e pressione sulle risorse 61. Il modello Maltusiano: appare per molti aspetti ancora legato a una concezione di carattere pre-industriale del rapporto che lega elementi come tecnologia, produttività, risorse e popolazione 62. La rottura della trappola maltusiana delle società pre-industriali: è figlia sia delle innovazioni prodotte in campo agricolo e industriale con la rivoluzione industriale, sia delle trasformazioni secolari e di lungo periodo che consentono alle società europee di modificare la piramide della popolazione attraverso un iniziale abbattimento del tasso di mortalità 63. L'evoluzione del tasso di accrescimento della popolazione nelle società industriali prevede tre diverse fasi: una sostenuta crescita in contemporanea con l'avvio del processo di industrializzazione, un incremento massimo del tasso negli anni del boom economico e della società dei consumi di massa, una decelerazione nel periodo della società dei servizi o del terziario avanzato 64. L'aumento del tasso di accrescimento naturale della popolazione nella prima fase della transizione demografica: dipende dal crollo della mortalità (in particolare infantile) e del mantenimento costante dei livelli di natalità 65. La terza fase della transizione demografica, quella del terziario avanzato o della società dei servizi, è caratterizzata: da un progressivo riallineamento delle due curve dovuto alla forte diminuzione della natalità imposta dai mutamenti degli stili di vita e dell'organizzazione sociale Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 66. Durante la transizione demografica: non tutti i paesi industrializzati registrano una contemporanea rottura della trappola maltusiana 67. La presenza di un paradigma energetico: non presuppone il suo utilizzo assoluto o monopolistico, al contrario, nel corso della storia si sono ampiamente verificati modelli di organizzazione della produzione che prevedevano la compresenza di diverse forme energetiche, spesso tra loro complementari 68. Il processo di sostituzione di un paradigma rispetto a un altro: avviene in misura graduale e richiede evidentemente un periodo di adattamento e di riconversione del sistema economico 69. Secondo alcuni storici, la particolare ricchezza di legno: avrebbe favorito un vantaggio competitivo degli europei in età moderna rispetto ad altre aree geo-economiche mondiali, pure in assenza di altri prerequisiti sistemici 70. Nell'Inghilterra del secondo Seicento e del Settecento comincia a determinarsi: il passaggio dall'uso del legno a quello del carbone 71. Il circolo virtuoso deriva essenzialmente dall'essere il carbone: una risorsa energetica utile per diversi settori e una materia prima necessaria per completare alcuni processi industriali 72. Il binomio carbone/vapore diventa: il paradigma della prima rivoluzione industriale, aderendo alle caratteristiche dei settori chiave dell’industrializzazione britannica 73. Il binomio carbone/vapore: è accompagnato dalla permanenza e dalla complementarietà con gli altri sistemi energetici precedenti utilizzati nelle manifatture (il legno e l'energia idraulica su tutti) 74. L'utilizzo dell'elettricità su scala industriale: rivoluziona i tempi della fabbrica, non solo sotto il profilo del prolungamento dell'orario, ma anche eliminando le diseconomie e incrementando la produttività dei fattori 75. Il petrolio riesce ad affermarsi grazie: al contemporaneo processo di espansione dei nuovi settori industriali (chimica, automobilistica, aviazione, ecc.) che saranno trainanti nel corso del Novecento e sono strutturati sull'uso della materia 76. A partire dal 1973 che si modificano strutturalmente le condizioni di accesso al petrolio causa: dell'aumento unilaterale del prezzo deciso dai paesi dell’OPEC 77. Nelle società preindustriali: è meno diffusa una canonizzazione o disciplina teorica del rapporto tra istituzioni ed economia, quanto meno sino all'età del mercantilismo e all'affermazione dello stato moderno in Europa 78. Con l'affermazione delle società industriali si modifica: l'intensità del ruolo dello stato e la costruzione di una teoria del rapporto tra istituzioni ed economia 79. Con l'affermazione degli Stati-nazione tra il Cinquecento e il Seicento: si modifica anche il rapporto tra Stato ed economia e la necessità di offrire un supporto teorico a queste modificazioni 80. Secondo Douglas North, Nobel nel 1990: la Storia Economica può essere letta come la successione dei mutamenti istituzionali e delle loro forme di interazione con lo sviluppo 81. La schematizzazione del rapporto tra stato ed economia è basta sui possibili paradigmi: stato minimale, economia mista, stato massimale 82. L'economia mista di diffonde in Europa in particolare: dopo la seconda guerra mondiale 83. Il modello di stato massimale: è tipico delle società socialiste 84. Le forme di intervento pubblico nell'economia possono essere: dirette e indirette 85. In un regime virtuoso, la politica fiscale può sostenere lo sviluppo con: spesa pubblica utile a costruire le infrastrutture funzionali allo sviluppo, ad allocare investimenti pubblici in determinati settori, a sostenere la crescita di alcuni apparati tramite incentivi 86. Nel rapporto tra stato ed economia, nella seconda metà dell'Ottocento comincia a definirsi quella divaricazione tra: il modello continentale basato su una maggiore presenza diretta dello stato nei processi economici e quello Atlantico nel quale si registra una tendenziale minore capacità di inferenza delle istituzioni nell'economia 87. Applicare il concetto di tecnologia allo studio dei sistemi economici significa: studiare l'applicazione della conoscenza (e delle conseguenze che da essa derivano in termini materiali e immateriali) ai mezzi di produzione e alle relazioni tra fattori 88. L'innovazione di processo - e la tecnologia che ne è la precondizione - rappresenta: la chiave per comprendere i meccanismi dei processi di sviluppo economico, così come del resto aveva dimostrato uno dei più importanti economisti del Novecento, Schumpeter 89. Tra le altre cose, per comprendere il rapporto tra tecnologia e sviluppo economico è necessario considerare: le condizioni storico-sociali che consentono o meno la scoperta, l'introduzione e l'affermazione di una data tecnologia, nonché la capacità di diffusione della tecnologia Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 90. David Landes, nella sua opera dedicata al processo di affermazione della prima rivoluzione industriale inglese: pone l'accento sulla bassa intensità di capitale necessaria per garantire le innovazioni tecnologiche funzionali agli incrementi di produttività e sottolinea l'importanza del rapporto tra tecnologia e razionalismo per lo sviluppo industriale della Gran Bretagna della fine del Settecento 91. Il paradigma tecnologico della prima rivoluzione industriale: è strettamente legato a quello energetico e ruota intorno al binomio carbone/vapore 92. L'applicazione della macchina a vapore ai telai, nell'Inghilterra del XVIII e XIX secolo: porta a incrementi di produttività sino allora senza precedenti 93. Il rapporto tra tecnologia e processi produttivi nella seconda rivoluzione industriale: richiede maggiori spese in ricerca scientifica da parte delle imprese per corrispondere alle esigenze di questi nuovi settori di investimento 94. Le forme di intervento pubblico nell'economia possono essere: dirette e indirette 95. L'ascesa della grande impresa tra il XIX e il XX secolo: richiede una diversa organizzazione rispetto al passato del sistema produttivo e dell'impresa, funzionale a definire innovazioni di processo verticali e orizzontali 96. L'affermazione della nuova, recente, rivoluzione tecnologica avviata tra gli anni ottanta e novanta con la diffusione ai processi produttivi delle information technologies: è figlia della maturazione di un percorso di lungo periodo, cominciato nella seconda metà del novecento 97. Le relazioni tra sviluppo e sistemi finanziari nelle società pre-industriali: sono presenti anche se con forme, modalità e intensità differenti rispetto alle società contemporanee 98. L'evoluzione dei sistemi economici industriali nelle società contemporanee: porta a una sempre maggiore interazione e inferenza tra gli elementi dello sviluppo e i sistemi creditizi di supporto 99. Nell'analisi di Alexander Gerschenkron sulle caratteristiche del processo di sviluppo dei cosiddetti second comers: il sistema bancario assume un ruolo fondamentale per consentire a molti dei paesi “ritardatari” di avviare il processo di industrializzazione 100.Il cosiddetto rough parallelism tra sistemi finanziari e sviluppo economico proposto da Goldsmith dimostra: la presenza di una correlazione tra i due elementi per la quale la crescita di uno è eseguita o accompagnata dall’evoluzione dell'altro 101.L'analisi del Financial Internationals Ratio di Goldsmith evidenzia, tra le altre cose: che le attività finanziarie tendono a crescere a un ritmo superiore a quello delle attività reali e che i sistemi economici tendono verso una specializzazione del credito e della finanza 102.Analizzando il rapporto tra sistemi finanziari e sviluppo economico, Rondo Cameron ha sottolineato: che la correlazione tra crescita economica e sistema creditizio si manifesta in forme differenti a seconda dei diversi casi nazionali con effetti variabili a partire dalle diverse situazioni di partenza 103.Le banche centrali contemporanee: dopo le prime esperienze inglesi e svedesi, cominciano a diffondersi in maniera sistematica in Europa tra la seconda metà dell'Ottocento e la prima metà del novecento 104.Soprattutto a partire dagli anni Trenta, dopo la crisi del 1929, le moderne banche centrali assumono sempre più funzioni di carattere macroeconomico, in uno stretto collegamento - quando non dipendenza diretta o indiretta, dallo Stato. Tra queste funzioni ricordiamo: la regolamentazione tasso di sconto, la gestione delle riserve auree, gli interventi sui titoli pubblici, il ruolo di prestatore di ultima istanza 105.I modelli industriali market oriented, sono quelli: nei quali il finanziamento dei capitali industriali è legato soprattutto agli intermediari e alla raccolta dei capitali sul mercato 106.I modelli industriali bank oriented, sono quelli: nei quali il finanziamento dei capitali industriali è legato soprattutto agli operatori bancari, pubblici o privati 107.Le origini della crisi del modello feudale risiedono: nei limiti stessi di quel sistema che non consente di incrementare oltre a una certa misura i livelli di produttività, in particolare della terra, a causa della scarsa capacità di innovazione tecnologica 108.L'ingresso del vecchio continente nella cosiddetta età moderna è caratterizzato da: l'ascesa degli stati moderni e le nuove scoperte geografiche 109.Lo spostamento del baricentro economico dall’area del Mediterraneo all’Europa centro- occidentale: dipende dalle diverse capacità dei vari sistemi-paesi di sapere cogliere le opportunità presenti dal nuovo contesto 110.Lo stato moderno si afferma sul continente in concomitanza di tre elementi peculiari: assolutismo, dirigismo, protezionismo Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 111.Il colonialismo, la diffusione dello Stato moderno nazionale e la nuova stagione dei commerci mondiali portano: a una complessiva ridefinizione degli equilibri geo-economici sia in Europa che a livello globale che consentono l'ingresso di diverse aree europee nel modello del capitalismo mercantile 112.La lettura delle diverse forme assunte dalla prima espansione coloniale europea: può essere funzionale a comprendere perché alcuni paesi riuscirono a maturare prima di altri processi di sviluppo capitalistico e di tipo industriale 113.In una prima fase, tra la fine del quattrocento e la fine del cinquecento: furono soprattutto Spagna e Portogallo a determinare flussi coloniali 114.Il colonialismo imperiale praticato da Spagna e Portogallo: consentì alla Spagna di accumulare beni preziosi che le permisero di incrementare i consumi ma non furono utilizzati per investimenti produttivi 115.L'arrivo dei coloni europei nelle Americhe all'inizio del Cinquecento: fu accompagnato da un impatto drammatico sulla vita delle popolazioni autoctone a causa delle malattie, della riduzione in schiavitù e delle uccisioni perpetrate 116.Il modello coloniale commerciale anglo-olandese si basa: sulla costruzione di un “ciclo integrato” tra colonia e madre patria in grado di favorire il passaggio verso il modello del cosiddetto capitalismo mercantile 117.Nella logica del sistema mercantilista, il controllo monopolistico dei mercati permetteva: di determinare il prezzo dei prodotti e di escludere i propri rivali dall’accesso a nuove materie prime e ai mercati di sbocco 118.Nella logica del sistema mercantilista, lo sviluppo dei commerci deve essere basato: sull’acquisizione, anche militare, delle colonie, dei mercati e delle materie prime da parte dello Stato o di organismi da questo deputato (compagnie commerciali, ecc.) 119.Nella logica del sistema mercantilista: il profitto non deriva dalla produzione, ma dalla compravendita di merci 120.Nella logica del sistema mercantilista: è presente una visione quantitativamente statica della ricchezza 121.In un'ottica di lungo periodo, il capitalismo mercantile: consentì di segnare un cambio di passo rispetto alla società feudale e ai sistemi economici precedenti, aprendo la strada alla nascita del successivo sistema industriale 122.Lo sviluppo del sistema manifatturiero: determina una cesura con la struttura produttiva tipica dell'età preindustriale 123.Secondo lo storico David Landes, la prima rivoluzione industriale: inaugurò un'avanzata cumulativa e autopropulsiva della tecnica, le cui ripercussioni dovevano avvertirsi in tutti gli aspetti della vita economica 124.La nascita della società industriale: determina una graduale, ma progressiva modificazione dei rapporti sociali e familiari rompendo gran parte delle tradizionali forme di relazioni presenti nelle società contadine 125.Il termine “rivoluzione industriale” deve essere utilizzato: per indicare le conseguenze dell’affermazione del capitalismo industriale e il passaggio d'epoca senza precedenti da esso determinato 126.Il modello coloniale inglese si basava: sulla costruzione di un “ciclo integrato” tra colonia e madre patria in grado di favorire il passaggio verso il modello del cosiddetto capitalismo mercantile 127.La particolarità della prima rivoluzione industriale risiedeva: nel suo essere stato un fenomeno principalmente inglese, solo a partire dagli anni venti dell'Ottocento l'industrializzazione cominciò a diffondersi sul continente europeo 128.Tra le precondizioni della prima rivoluzione industriale inglese c'era: la presenza di un sistema politico basato su una struttura monarchica proto-parlamentare, che valorizza il ruolo dei ceti emergenti 129.Tra le precondizioni della prima rivoluzione industriale inglese c'era: la presenza di materie prime (carbone) sul territorio inglese o nelle colonie (cotone) a costi ridotti 130.Tra le precondizioni della prima rivoluzione industriale inglese c'era: la nascita di un sistema di piccole e medie banche di credito al commercio e all'industria diffuse sul territorio 131.Tra le precondizioni della prima rivoluzione industriale inglese c'era: lo sviluppo tra il XVII e XVIII secolo del capitalismo mercantile che permise un accumulazione di capitali utili a essere reinvestiti nel nascente sistema di fabbrica Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 132.David Landes ha posto l'accento: sull’importanza dell'Innovazione tecnologica quale elemento fondamentale per capire il processo di trasformazione della fine del XVIII secolo, soprattutto in virtù dei bassi costi di produzione che essa richiedeva nell’industria tessile 133.Douglas North: ha individuato nei cambiamenti istituzionali e sociali (ad esempio lo sviluppo delle recensioni e della proprietà privata) il contributo decisivo per lo sviluppo inglese di fine Settecento 134.Tra le precondizioni della prima rivoluzione industriale inglese c'era: la presenza di un sistema politico basato su una struttura monarchica nella quale il ruolo del parlamento valorizza le esigenze dei ceti economici emergenti 135.La prima rivoluzione industriale inglese fu trainata inizialmente dallo sviluppo di due settori strategici: siderurgico e tessile 136.L'utilizzo della macchina a vapore a scopi industriali si basava: sul binomio carbone-vapore 137.Il percorso di diffusione del modello industriale sul continente nel XIX secolo può essere definito: rapido, intenso, diversificato a seconda dei casi nazionali 138.Il concetto di modernizzazione si sposa nel XIX secolo a quello di industrializzazione anche in virtù: della sua velocità e della sua irreversibilità 139.A partire dagli anni cinquanta del Novecento si intensificano le cosiddette teorie dello sviluppo, ovvero: quel ramo della Storia Economica e dell'economia politica che cerca di indagare le cause dei processi di industrializzazione dei paesi ricchi 140.Secondo la teoria di Walt Rostow: ciascun paese, per arrivare a un certo grado di modernizzazione industriale deve attraversare alcune fasi (o stadi), tendenzialmente simili a prescindere dalle diverse realtà storica-sociali 141.Nell'ambito dello studio della diffusione del processo di industrializzazione in Europa nel corso del XIX secolo, la teoria dell’imitazione con differenze” rispetto al caso inglese: assume l’unitarietà del modello capitalismo industriale, composto cioè dalla centralità del fattore capitale e dei rapporti di produzione che da esso derivano, adattandolo, tuttavia, alla pluralità dei contesti storici differenti 142.Nell'ambito dello studio della diffusione del processo di industrializzazione in Europa nel corso del XIX secolo, Alexander Gerschenkron inserisce alcuni concetti basilari, tra cui: il catching up, l'arretratezza Economica, i fattori sostitutivi dei prerequisiti inglesi 143.Nell'ambito dello studio della diffusione del processo di industrializzazione in Europa nel corso del XIX secolo, l'analisi di Pollard si basa tra le altre cose: sul concetto differenziale della contemporaneità e di regionalizzazione dello sviluppo 144.Secondo Douglas North: l'evoluzione delle istituzioni è funzionale a contrarre i costi di transazione e a rendere l'economia più efficiente 145.Secondo Paul David: l'evoluzione di tecniche e istituzioni dipende da un processo storico e non da logiche deduttive-universali 146.Considerando gli effetti del processo di industrializzazione sul continente Europeo e in America, tra il 1870 e il 1913: la Germania e gli Stati Uniti raggiungono e superano il tasso medio annuo di crescita del PIL pro capite britannico 147.Nel ciclo economico della seconda rivoluzione industriale: la fase A data anche di espansione, si registra a partire dalla fine dell'Ottocento ed è basata su, nuova espansione coloniale europea, apertura internazionale dei commerci, scoperta di nuovi giacimenti di oro, sviluppo dell'industria pesante, utilizzo dell'elettricità e del petrolio 148.Nel secondo ciclo economico della prima rivoluzione industriale collocato tra il 1850 e il 1890: la fase A di espansione si struttura a partire dalla fine delle guerre europee del 1848 e del contemporaneo processo di diffusione del capitalismo industriale sul continente 149.I mutamenti assunti dal capitalismo industriale con la seconda rivoluzione industriale: interessano tra le altre cose il modo di produrre, il funzionamento del sistema, i rapporti di forza tra paesi e gli equilibri internazionali 150.Per capire la geografia della seconda rivoluzione industriale: può essere utile considerare le teorie di Wallerstein sull'economia-mondo 151.Al centro del sistema nell'economia mondo della seconda rivoluzione industriale: è presente la Gran Bretagna come paese leader 152.Nell'ambito dello studio della diffusione del processo di industrializzazione in Europa nel corso del XIX secolo, Alexander Gerschenkron evidenzia: come nel corso della storia si siano affermate diverse vie all’industrializzazione, tutte portatrici di possibili successi economici 153.Durante la seconda rivoluzione industriale, considerando la fase che coincide con la fine della prima guerra mondiale: gli Stati Uniti sono riusciti ad agganciare il centro del sistema economico mondiale Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 154.Negli anni della seconda rivoluzione industriale, tra il 1870 e il 1913: si registra un nuovo rapporto tra scienza, industria e tecnologia 155.La seconda rivoluzione industriale contribuisce a definire nel lungo periodo: un mutamento strutturale nei rapporti internazionali e negli equilibri economici e militari che porterà a rendere il Novecento il “secolo americano” 156.L'ascesa della potenza tedesca all'inizio del Novecento: porterà a mettere in discussione il primato inglese, tanto che alcuni studiosi leggono la prima guerra mondiale come la naturale (per l'epoca) conseguenza della lotta per il primato 157.Nel corso del lungo Ottocento la Gran Bretagna: grazie al vantaggio competitivo accumulato prima nell'epoca del capitalismo mercantile e poi durante la prima rivoluzione industriale, assunse pienamente il ruolo di leader nel mondo 158.Il mantenimento della leadership: oltre a produrre evidenti vantaggi politici ed economici determina anche un costo estremamente alto 159.Nel secondo ciclo economico della prima rivoluzione industriale collocato tra il 1850 e il 1890: la fase di espansione si struttura a partire dal 1850 grazie alla scoperta di nuovi giacimenti in California e la rivoluzione dei trasporti 160.Secondo alcuni autori il Belgio: presentava alcune similitudini con il caso inglese (commerci, manifatture, tradizione navale) 161.Nel Belgio della metà dell'Ottocento: cominciarono ad affermarsi l'industria chimica e siderurgica 162.Nella Francia della fine del Settecento: erano presenti alcune delle stesse precondizioni che avevano consentito all'Inghilterra di avviare la propria rivoluzione industriale 163.Il vero e proprio processo di industrializzazione francese: si avvia durante l'età di Napoleone III grazie al ruolo delle banche mobiliari 164.La battaglia di Sedan (1 Settembre 1870): segnò la vittoria del nuovo Reich tedesco e la sconfitta della Francia di Napoleone III 165.Lo sviluppo industriale della Germania: si avviò in maniera sostenuta a partire dall'ultimo trentennio dell'Ottocento 166.Alla base dei primi moti di rivolta dei coloni americani contro la corona inglese: vi era la politica di occupazione inglese, basata sulla volontà di mantenere in madre patria il monopolio industriale impedendo lo sviluppo autonomo delle colonie 167.La fine della guerra di indipendenza americana: si accompagna a un lungo periodo di espansione territoriale che prosegue per tutto il primo Ottocento, incrociando il secondo ciclo della prima rivoluzione industriale 168.Durante la seconda rivoluzione industriale, tra il 1890 e il 1945: il paese conoscerà il vero e proprio decollo economico, superando il livello di crescita degli altri paesi industrializzati 169.Già nella guerra d’indipendenza e nella dichiarazione di Philadelphia del 1776, sono presenti alcuni elementi peculiari: democrazia, liberismo, opportunità, responsabilità sociale, partecipazione 170.Il primo articolo della costituzione americana: si apre con l'affermazione che ciascun individuo ha il diritto di perseguire la propria felicità 171.Lo sviluppo del paese nel primo sessantennio dell'Ottocento fu possibile grazie anche a: cominciarono ad affermarsi l'industria chimica e siderurgica 172.Lo sviluppo del paese nel primo sessantennio dell'Ottocento: fu possibile grazie anche a un'espansione demografica senza precedenti, grazie alla quale la popolazione passò da 4 a 31 milioni di abitanti 173.La guerra civile americana tra il nord capitalista e il sud schiavista: fu anche uno scontro tra modelli di vita e tra sistemi economici 174.La vittoria del Nord nella guerra civile: consente l'affermazione di un modello capitalista liberale 175.Tra le precondizioni dello sviluppo economico americano è possibile ricordare: il fatto di essere una società aperta, con alta mobilità verticale e orizzontale 176.Gli Stati Uniti superarono la ricchezza britannica: all'alba della prima guerra mondiale 177.Tra i principali settori che consentirono lo sviluppo industriale americano è possibile ricordare: alta produttività e alti salari 178.Al momento dell’unificazione nazionale (1861): l'Italia era sostanzialmente ai margini del processo di industrializzazione inteso nel senso contemporaneo del termine a parte alcuni casi localmente isolati Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 179.Volendo adottare in uno sguardo di lungo periodo della Storia Economica italiana è giusto dire che si è trattato: di un percorso non lineare, ma segnato da momenti di accelerazione e di compressione 180.Volendo adottare in uno sguardo di lungo periodo della Storia Economica italiana è giusto dire che si è trattato: di un percorso che è riuscito a trovare maggiori spinte propulsive quando è stato inserito all'interno di un contesto internazionale di riferimento 181.A partire dalla lettura dei numeri della produzione industriale in Italia, è possibile dire che il take off o decollo si registrò: durante il decennio Giolittiano, tra il 1901 e il 1913 182.Il take off giolittiano si concentra soprattutto: nel nord ovest e nel triangolo Milano - Genova- Torino 183.Nel periodo della destra storica (1861-1876): l'Italia ancora non guarda al centro del sistema economico industriale 184.Nel periodo della sinistra storica (1876-1896): l'Italia comincia a guardare seriamente alla prospettiva di agganciare il centro del sistema economico industriale 185.Alla fine del ventennio fascista è della seconda guerra mondiale: l'Italia si è sostanzialmente riallontanata dal centro del sistema economico 186.Negli anni del miracolo economico (1950-1969): l'Italia aggancia finalmente il centro del sistema diventando un paese ricco e industrializzato 187.Tra i fattori che condizionarono le potenzialità di adesione dell'Italia all’industrializzazione al momento dell’unificazione è giusto ricordare: carenze infrastrutturali, mancanza di materie prime, scarsa fiducia di una parte della classe dirigente 188.La destra storica (1861-1876), per raggiungere il pareggio di bilancio: alza le tasse, inserendo l'odiosa tassa sul macinato, ovvero sul pane mangiato dai più poveri 189.Le politiche economiche dei governi della destra storica (1861-1876): sono segnate da un non interventismo pubblico ed espongono alla concorrenza internazionale quei settori dell'industria e dell'agricoltura meridionale prima riparati dal protezionismo del Regno delle Due Sicilie 190.Nel complesso tra la seconda metà degli anni Settanta e gli anni Ottanta dell'Ottocento si registra: una prima crescita di alcuni settori industriali che porranno le basi per il take off giolittiano, insieme a una parziale modernizzazione del sistema creditizio 191.La crisi di fine secolo è il risultato di una pluralità di fattori, tra cui: di una crisi finanziaria, scoppiata in seguito alla fine della bolla speculativa degli anni Ottanta 192.L'uscita dalla crisi di fine secolo passa: dalla riforma complessiva del sistema creditizio e finanziario negli anni Novanta 193.Nel periodo giolittiano, il connubio banca/industria: sostiene lo sviluppo economico del paese 194.Tra i fattori funzionali al take off giolittiano è possibile ricordare: il ruolo delle banche miste e l'alleanza con la grande industria 195.Anche l'Italia alla fine dell'Ottocento, assumerà alcune caratteristiche assunte dal capitalismo industriale con la seconda rivoluzione industriale che: interessano il modo di produrre, il funzionamento del sistema, i rapporti di forza tra paesi e gli equilibri internazionali 196.Nei decenni precedenti il decollo economico giolittiano: erano presenti importanti nuclei industriali, quello che mancava era la capacità di strutturarli e consolidarli 197.L'interpretazione di Gershenkron e Fenoaltea della crescita industriale nel periodo liberale: accentuano la crescita degli anni ottanta, come precondizione del successivo take off giolittiano 198.Secondo Romeo: nel primo ventennio postunitario si è registrata un’accumulazione di capitali tramite l'agricoltura e le tasse poi reinvestiti nel take off giolittiano 199.Il modello Cafagna-Bonelli: propone uno sviluppo a onde seguito dal take off giolittiano 200.Secondo Emilio Sereni: l’unificazione politica imprime un’accelerazione allo sviluppo capitalistico con la creazione di un mercato interno, mentre permangono i residui feudali, il latifondo, dualismo nord-sud 201.L'evoluzione dei sistemi economici industriali nelle società contemporanee: porta a una sempre maggiore interazione e inferenza tra gli elementi dello sviluppo e i sistemi creditizi di supporto 202.Nella cosiddetta fase segmentata del sistema bancario delle origini: si registra un processo ciclico di nascita e chiusura delle società anonime, ovvero banche ordinarie di credito o società mobiliari private, alcuni di maggiore tradizione e dedite al finanziamento dei commerci o delle industrie locali 203.Durante la fase delle origini, dopo la crisi del 1874, la ripresa fu possibile: nei primi anni Ottanta grazie agli investimenti pubblici e infrastrutturali su Roma e Napoli Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 204.La crisi di fine secolo: è il risultato di una pluralità di fattori tra cui lo scoppio della bolla finanziaria 205.L'uscita da quella che appare come una vera crisi di sistema: passa per una rifondazione complessiva del sistema del credito negli anni Novanta 206.Tra le riforme degli anni Novanta è bene ricordare: la nascita della Banca d'Italia e delle banche miste 207.La riorganizzazione del sistema del credito: è funzionale a consentire al paese di intercettare le potenzialità di sviluppo della seconda rivoluzione industriale 208.Il percorso di diffusione del modello industriale sul continente nel corso del XIX secolo può essere definito: diversificato a seconda delle diverse realtà storico-sociali 209.Tra il 1899 e il 1910, nel periodo generalmente denominato come la Belle Époque: l'Europa sembrava avere consolidato il proprio primato economico, culturale e sociale a livello planetario 210.L'Ottocento può essere considerato, sotto il profilo politico, economico e militare: il secolo inglese 211.Alcune delle caratteristiche assunte dal capitalismo tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento possono essere: una forte capacità espansiva del sistema, l'incremento degli scambi, l'adozione del gold standard 212.Tra gli elementi caratteristici dello sviluppo industriale della Belle Époque si possono ricordare: mobilità di beni e fattori della produzione, stabilità finanziaria, nuova espansione coloniale 213.Il gold standard: è lo strumento che consente di costruire un sistema di cambi fissi tra le valute internazionali, ancorando il valore di ogni divisa al corrispettivo in oro 214.La grande impresa americana garantisce, tra le altre cose: economie di scala, per ridurre i costi di produzione, assumendo la realizzazione del prodotto dall'inizio alla fine 215.L'ascesa delle grandi corporation in America porta: al collocamento dei titoli e all'avvio, in alcuni casi, di un primo processo di separazione tra proprietà azionaria e management che dirige l'azienda 216.Le prime organizzazioni associative di lavoratori: nacquero in Inghilterra sotto forma di società di mutuo soccorso 217.La rerum novarum di Leone XIII: chiedeva agli operai di non seguire le idee atee del marxismo, ma ammoniva i capitalisti della necessità di migliorare le condizioni di vita degli operai 218.La nascita della tiberina: è il frutto dell'incontro tra i capitali piemontesi raccolti nel Banco di Sconti e Sete e gli impieghi e i terreni rimasti immobilizzati in una serie di istituti sorti tra il 1869 e il 1871 219.La forza della Tiberina consisteva tra le altre cose: nelle relazioni con il mondo politico, bancario e amministrativo e con la capacità di fare accordi con le altre finanziarie 220.Il Banco di Sconto decise di fondare la Tiberina: con lo scopo iniziale di liquidare le attività della Italo-Germanica e realizzare una serie di guadagni speculativi tendenzialmente estranei alla tradizione dell’istituto 221.Le attività della Tiberina nel decennio di espansione: si concentrarono prevalentemente in operazioni immobiliari come aperture di credito a costruttori, compra vendita di terreni, joint venture con altre società 222.Negli anni dell'espansione, tra il 1877 e il 1887, la Tiberina si dimostrò: la prima banca italiana per crescita dell'attività di bilancio riuscendo a distribuire dividendi azionari crescenti fino al 1886 223.La crisi bancaria di fine secolo fu il risultato di una serie di fattori tra cui: una crisi finanziaria dovuta allo scoppio della bolla immobiliare che rese tutti i crediti inesigibili 224.In occasione della crisi della Tiberina e delle altre crisi analoghe di quegli anni, la Banca Nazionale: assunse il ruolo di prestatrice di ultima istanza per provare a salvare (invano) il crollo del sistema 225.La storia dei patrimoni nobiliari nel XIX secolo può essere utile a capire: l'evoluzione della struttura economica dei territori laziali nel passaggio dallo stato pontificio al regno d'Italia e il loro contributo alla formazione di un mercato nazionale del credito 226.La famiglia viene coinvolta dal 1885 nella febbre edilizia: perché proprietaria di villa Ludovico e di atout relazionali 227.Tra il 1842 e il 1883: si registra già uno spostamento dalla proprietà agraria a quella urbana 228.Tra il 1842 e il 1883: si registra già un incremento delle rendite lorde urbane rispetto a quelle agrarie Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 229.I ricavati ottenuti dalla lottizzazione furono usati: per estinguere le passività, costruire un nuovo palazzo e avviare nuovi investimenti 230.Rodolfo Boncompagni diede vita insieme al Barone Lazzaroni: a due società finanziarie immobiliari estere indebitandosi per milioni di lire con diversi istituti di credito 231.Dopo la bancarotta del 1896 il principe Rodolfo: perdette circa il 40% del proprio patrimonio 232.Tra le cause del conflitto possono essere rintracciate: l'incapacità dei paesi europei di contenere le conflittualità per l’egemonia e la corsa agli armamenti degli anni precedenti 233.Secondo Eric Hobsbawm, con la fine della grande guerra: si realizza il passaggio dal Lungo Ottocento al Secolo Breve 234.Le commesse pubbliche all'industria bellica italiana: sono allocate alle imprese già esistente del nord allargando il divario col sud 235.Il finanziamento della guerra è garantito da: tasse, debito pubblico, inflazione 236.Tra i principali problemi del 1918 è possibile ricordare: la crisi di riconversione dell'industria, l'inflazione e il reducismo 237.Di fronte alle problematiche comuni che colpivano tutti i paesi dopo la fine della guerra e proseguirono negli anni Venti: alcuni paesi scelsero di mantenere la via democratica, tenendo saldi i principi di libertà e democrazia, altri caddero nel vortice di regimi autoritari e dittatoriali 238.Tra le conseguenze strutturali della grande guerra: gli Stati Uniti conquistarono la leadership economica, tuttavia, fino al 1945 rifiuteranno di svolgere anche una leadership politica 239.Tra le conseguenze indirette della grande guerra: il problema dei debiti intralleati, ovvero i prestiti che gli Stati Uniti avevano fornito ai paesi alleati e che richiedevano indietro 240.Il trattato di Versailles: addebitò la colpa della guerra alla Germania, colpendola territorialmente e imponendo oltre 130 miliardi di marchi d'oro di riparazioni 241.L’iperinflazione in Germania del 1923: fu il frutto delle eccessive riparazioni imposte dai trattati di pace 242.Per tutti gli anni venti: si crea un disequilibrio tra la capacità degli usa di mantenere ritmi di crescita elevati e quella dell'Europa di trovar con maggiore difficoltà la via della ripresa 243.Durante gli anni venti, tra i paesi europei: fu principalmente la Francia quella che riuscì a mantenere un ritmo di crescita competitivo con l'America del nord 244.L'Inghilterra degli anni venti registra: alta disoccupazione, bassi investimenti, alti tassi di interesse 245.La Francia degli anni venti: ottenne una crescita sostenuta grazie alla svalutazione del franco e all'acquisizione dei bacini dell’Alsazia 246.Tra i principali problemi economici italiani del 1918 si possono ricordare: la crisi di riconversione dell'industria, l'inflazione e il reducismo 247.Tra i problemi invece di carattere politico-sociale del 1918 si possono ricordare: l'ingresso delle masse in politica, come la novità del Novecento 248.La classe dirigente proveniente dal vecchio partito liberale: non riesce a comprendere fino in fondo la novità imposta dalla modernizzazione della politica e dalla crisi della società 249.Volendo offrire una periodizzazione economica del ventennio fascista, è giusto dire che: il periodo del 1922-1925 può essere considerato come quello liberale 250.Nella prima fase (1922-1925): il ministro De Stefani realizzò una svalutazione della moneta per favorire le esportazioni, incrementò l'inflazione attuò una riduzione della spesa pubblica con un aumento delle imposte indirette a vantaggio di quelle dirette 251.Nella seconda fase (1926-1929): vengono attuati i primi provvedimenti di carattere dirigista per sbattere l'inflazione a stabilizzare il quadro (ad esempio quota 90) 252.L'arrivo della crisi del 1929 in Italia, tra le altre cose: spazzò, mettendola per sempre in crisi, la fratellanza siamese banca/industria 253.Per rispondere agli effetti della crisi del 1929 in Italia: nel 1933 nacque l’IRI, un ente pubblico che assumesse le quote delle banche e delle industrie in crisi 254.Tra il 1933 e il 1940: l'economia italiana si chiude in uno schema protezionistico, sostenendo un apolitica di import-substitution 255.Il ventennio fascista può essere complessivamente rappresentato: come un periodo di importanti mutamenti interni, tuttavia si amplia il divario con le principali potenze industrializzate e si rallenta la rincorsa al centro del sistema 256.La straordinarietà delle cause della crisi del 1929: in un insieme di straordinarie concomitanze e non nell'essere una semplice crisi di sovrapproduzione 257.Tra le cause principali della crisi del 1929: disequilibrio mondiale, tra una crescita sostenuta degli usa per tutti gli anni venti a confronto delle difficoltà complessive europee Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 258.Tra le cause principali della crisi del 1929: un progressivo scollamento tra L crescita dei valori della borsa di New York e lo sviluppo, per quanto anche esso molto sostenuto, dell'economia reale 259.La crisi: avviatasi negli Stati Uniti si spostò rapidamente sul continente europeo tramite il settore bancario 260.La straordinarietà della crisi del 1929: in deriva tanto dalle sue cause, quanto dai suoi effetti, assolutamente straordinari per l'epoca 261.Sotto alcuni punti di vista la crisi sembrò: mettere in ginocchio il funzionamento del capitalismo e dare ragione alle teorie marxiane che preconizzavano l'inevitabile caduta del sistema 262.Secondo la teoria Keynesiana della domanda effettiva: non esiste un solo punto di equilibrio del mercato 263.Secondo la teoria Keynesiana della domanda effettiva: l'intervento temporaneo e congiunturale dello stato può sostenere un maggiore utilizzo dei fattori portando il sistema a un nuovo punto di equilibrio 264.Tra i principali paesi colpiti dalla crisi, si evidenziano: due forme principali di risposte alla crisi, una di tipo autoritario l'altra di tipo democratico 265.Per rispondere agli effetti della crisi del 1929 in Germania: si affermò il regime nazista di Hitler che puntò su una politica di espansione e riarmo che portò alla II Guerra Mondiale 266.Negli anni Novanta, l'uscita da quella che appare come una vera crisi di sistema: passa per una rifondazione complessiva del sistema del credito 267.Il finanziamento e l'uscita dalla guerra provocano: una temporanea forte espansione delle attività degli istituti di emissione e delle società ordinarie di credito 268.Le difficoltà di riconversione cui andarono incontro le industrie italiane al termine del conflitto: si scaricarono sulle capacità di corrispondere ai finanziamenti ricevuti dal sistema bancario 269.La trasformazione del sistema bancario degli anni Venti: risente del peso delle immobilizzazioni effettuate nelle industrie belliche durante la guerra, della crisi di riconversione postbellica e ovviamente delle politiche economiche inaugurate dal 1922 dal regime fascista 270.Negli anni Venti le banche miste conoscono un'importante trasformazione: avvicinandosi sempre di più a un modello di banca holding, rafforzando il già stretto legame banca/industria e trasformandola in una vera e propria fratellanza siamese 271.Con l'arrivo della crisi in Italia: crollò la fratellanza siamese banca/industria 272.Con le riforme degli anni Trenta (Iri, Imi, Legge del 1936): si disegnano alcuni di quelli che saranno i caratteri salienti del sistema bancario e industriale, destinati ad influenzare, come si vedrà, l'intero sviluppo della storia italiana, ben oltre la fine del fascismo 273.Tra il 1890 e il 1910, nel periodo generalmente denominato la Belle Époque: l'Europa sembrava aver consolidato il proprio primato economico, culturale e sociale a livello planetario 274.Il processo di industrializzazione avviato dallo Zar negli anni Novanta fu caratterizzato: da taxi di crescita più elevata di altri paesi (dovuta sostanzialmente ai più bassi livelli di partenza) ma ancora in ritardo rispetto ai principali paesi industrializzati d'Europa 275.La partecipazione russa alla guerra: si rivelò quasi subito disastrosa sotto il profilo militare, economico e politico 276.Dall’ascesa al potere dei bolscevichi nel 1917 fino alla seconda guerra mondiale, si possono distinguere: tre fasi principali dell'attuazione del comunismo sovietico 277.Tra le principali politiche economiche portate avanti nella prima fase possiamo ricordare: la concessione delle terre agricole ai Soviet dei contadini, la socializzazione dei mezzi di produzione, la nazionalizzazione imprese e commerci 278.Durante la fase del cosiddetto comunismo di guerra si registrò tra le altre cose: una contrazione della produzione agricola, l'avvio di requisizioni forzate e un crollo della produzione industriale 279.La NEP si basava: su un parziale modello di economia mista 280.Nel complesso la nuova politica economica: riuscì a sollevare in parte l'economia sovietica, a incrementare la produzione agricola e a bloccare le carestie 281.Secondo Stalin: l’industrializzazione era un obiettivo economico funzionale al progetto politico di rafforzamento del comunismo in Russia 282.In seguito ai piani quinquennali: la crescita relativa dell'industria pesante sovietica fu, nel 1940 superiore a quella di Gran Bretagna, Francia e Germania 283.Negli anni Trenta, Francia e Inghilterra attuano: politiche di spesa pubbliche che non contemplano la preparazione dell'esercito alla imminente guerra con la Germania Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 284.La crisi della repubblica di Weimar: si basava su due presupposti uno la crisi economica l'altro l’instabilità politica 285.Tra le cause della crisi di Weimar vi era il trattato di Versailles che: addebitò la colpa della guerra alla Germania, colpendola territorialmente e imponendole oltre 130 miliardi di marchi oro di riparazioni 286.Il partito nazista riesce a conquistare consensi alla fine degli anni Venti: basando la sua propaganda contro il nemico interno (i militari che si sono arresi, i politici, la popolazione ebraica) e il nemico esterno (Francia e Inghilterra) 287.Le politiche economiche del nazismo tendevano a corrispondere a due obiettivi: debellare la disoccupazione e accompagnare, attraverso le scelte economiche, le politiche strategiche e di potenza del regime 288.La politica dello spazio vitale prevedeva: l’allargamento dei confini territoriali verso i territori germanizzabili e la costruzione di una rete di territori limitrofi, da utilizzare o come luoghi di deportazione della popolazione ebraica o come paesi il cui unico scopo era lavorare per sostenere la potenza tedesca 289.Le mire espansionistiche tedesche e la cosiddetta soluzione del problema ebraico: accompagnano tutta la campagna di guerra tedesca e sono parte di un'unica strategia che non a caso prosegue sino agli ultimi giorni di guerra 290.A partire dal 1943 la macchina da guerra tedesca: comincia a perdere colpi per la sottovalutazione della durata della guerra, manca il carburante e i rifornimenti, le industrie che avevano continuato a dedicarsi alle attività civili vengono rapidamente riconvertite verso quelle militari 291.La II guerra mondiale rappresenta una cesura nella storia sotto il profilo politico: perché rappresenta La vittoria delle democrazie occidentali, temporaneamente alleate con l’URSS, contro una ideologia totalitaria e anti democratica come quella nazista 292.La guerra ebbe alcune conseguenze di carattere economico particolarmente significative: accelera la crescita di alcuni settori industriali, modifica gli equilibri mondiali e il rapporto stato economia 293.La lunga ripresa del secondo novecento e gli straordinari risultati economici raggiunti: sono il frutto anche della costruzione di un nuovo ordine mondiale in grado di sostenere la ricostruzione di un Economica internazionale 294.Tra i caratteri dell’espansione del secondo novecento troviamo: rapidità , intensità e diversificazione 295.Il processo di espansione della ricchezza del secondo novecento: è stato concentrato, almeno fino alla fine degli anni Novanta del Novecento in particolare in alcune aree del pianeta che hanno saldamente mantenuto la leadership economica e politica mondiale 296.La crescita dei livelli assoluti del PIL pro capite mostra: che la stessa crisi degli anni settanta dopo la golden age può essere rivalutata in un'ottica di lungo periodo come una silver age 297.Nel secondo novecento i paesi che non avevano raggiunto il processo di industrializzazione nel secolo precedente: spezzeranno la loro trappola malthusiana nella seconda metà del Novecento 298.Sotto il profilo dei mutamenti strutturali nella produzione del settore primario nel secondo novecento: il settore agricolo conosce straordinari incrementi di produttività in occidente anche grazie all'applicazione di modelli di agricoltura capitalistica, mentre cresce nel frattempo anche la produzione nei paesi cosiddetti arretrati 299.Il processo di decolonizzazione avviato nel secondo dopoguerra: fu estremamente diversificato nelle forme, nei tempi e nelle conseguenze 300.Obiettivo dell'economia dello sviluppo: analizzare gli squilibri fra economie industrializzate e quelle economie arretrate o in via di sviluppo 301.L'economia dello sviluppo: è un ramo assolutamente peculiare della scienza economica, non solo per l'oggetto di studio ma per la necessità della conoscenza e dell'utilizzo è del metodo di studio ma per la necessità della conoscenza e dell'utilizzo e del metodo assolutamente interdisciplinare 302.Nelle società preindustriali era presente una teoria dei processi di sviluppo basata: una concezione tendenzialmente statica dei processi economici 303.Il passaggio verso la costruzione di una concezione dinamica dell'economia si registra: nella seconda metà dell'Ottocento con la nascita del pensiero marxista 304.Secondo l'approccio storicista: i paesi arretrati o in via di sviluppo devono seguire la stessa strada intrapresa da quelli di prima industrializzazione Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 305.Secondo l'approccio Keynesiana: un consistente investimento di capitali (pubblici e privati) produce un incremento del reddito, in una logica tipicamente legata alla teoria del moltiplicatore degli investimenti 306.Le teorie del cambiamento strutturale: si fondano sul tentativo di attivare politiche di sviluppo nei cosiddetti paesi late comers attraverso un intervento sulle strutture economiche, in particolare attraverso innovazioni nel settore agricolo che possano portare all'evoluzione di strutture economiche di tipo più moderno o industrializzato 307.La teoria del surplus: descrive le possibili condizioni di trasformazione strutturale di un'economia da prevalentemente agricola a manifatturiera ipotizzando una situazione di partenza che vede nei paesi arretrati la presenza di un surplus di manodopera nel settore primario 308.A partire dagli anni settanta/Ottanta: si sono sviluppate le teorie della dipendenza che vedo io nel forte legame dei paesi arretrai con gli aiuti internazionali una forma di neocolonialismo attraverso la questione del debito verso occidente 309.Applicando i principi del Washington Consensus, il fondo monetario internazionale e la banca mondiale: decisero di concedere prestiti t ai paesi in via di sviluppo (spesso già debitori) a condizione che questi attuassero le cosiddette politiche di aggiustamento strutturale con risultanti non particolarmente brillanti sotto il profilo della ripresa 310.Il secondo conflitto mondiale rappresenta una nuova cesura nella storia del cosiddetto secolo breve: in virtù dell’intensità e della durata della guerra, per l'impegno economico che essa richiede, perché non si tratta solo di uno scontro militare, ma di una battaglia tra modelli di società e di culture 311.Il secondo conflitto mondiale rappresenta una nuova cesura nella storia del cosiddetto secolo breve: sotto il profilo sociale, poiché coinvolge non solo i soldati al fronte, ma le popolazioni civili e cambia per sempre il rapporto tra individuo e società di massa 312.La II Guerra mondiale rappresenta una cesura nella storia sotto il profilo politico: segna l'ascesa non solo economica (come nel primo dopoguerra) ma anche politica di leadership tra i paesi degli Stati Uniti 313.La guerra ebbe alcune conseguenze di carattere economico particolarmente significative: accelera la crescita di alcuni settori industriali, modifica gli equilibri mondiali e il rapporto stato ed economia 314.Nel II dopoguerra la costruzione di un nuovo ordine mondiale passava attraverso due elementi di discontinuità principali con il passato: l'affermazione del nuovo ruolo USA nel bipolarismo mondiale e l'affermazione delle politiche neokeynesiane 315.In virtù di questa capacità di ricostruire un sistema complessivo internazionale di supporto: nel secondo novecento saranno raggiunti livelli di crescita particolarmente sostenuti 316.Lo schema dei cicli economici evidenzia che nel periodo successivo alla fine della seconda guerra mondiale: si apre una delle maggiori fasi di espansione del capitalismo industriale e per altri versi delle stesse economie socialiste orientali 317.La ripresa del periodo 1950-1970 è caratterizzata: dalla sempre maggiore interazione tra i due binomi economia/politica e fattore nazionale/fattore internazionale come chiave per comprendere i mutamenti delle singole economie e degli stessi contesti mondiali 318.La novità del Welfare del secondo novecento: è nella concezione dell’universalità del servizio che deve essere rivolto a tutti i cittadini, indipendentemente dalla propria posizione sociale 319.La nascita del Welfare state contemporaneo viene tradizionalmente fatta coincidere con: il rapporto Beveridge del 1942 320.Tra il 1950 e il 1973: l'Europa subito dopo il Giappone ha conosciuto i tassi medi annuali di crescita del PIL più alti nel periodo della golden age 321.Tra gli elementi caratteristici che segnano le modalità con cui il blocco occidentale prepara e gestisce la ricostruzione ancora prima della fine della guerra, si può ricordare: il nuovo ruolo dello stato e la sottoscrizione tra Stati Uniti e Gran Bretagna della Carta Atlantica nell'agosto del 1941 322.Tra gli elementi principali di questa nuova architettura dell'economia mondiale possiamo ricordare: la nascita del dollar standard, del FMI, della Banca per la ricostruzione e lo sviluppo, del GATT 323.Obiettivo del dollar standard: era ricostruire l'equilibrio finanziario internazionale attraverso un sistema di regole e procedure per regolare la politica monetaria ponendo al centro il dollaro come moneta di riferimento degli scambi mondiali 324.I due strumenti principali degli aiuti inviati dagli USA in Europa e agli alleati durante la guerra furono: il Lend-lease e l’UNRRA Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 325.L’UNRRA: era il programma di assistenza attivo dal 1943 al 1947, coordinato dalle nazioni unite per sostenere la tenuta dei paesi liberati dagli alleati attraverso la fornitura di prodotti di prima necessità 326.Il Piani Marshall: era il piano quadriennale di aiuti americani, composto da 12,5 miliardi di dollari in aiuti e prestiti, per lo più beni materiali con cui si gettano le basi dello sviluppo industriale della ripresa economica dei paesi europei 327.Tra gli obiettivi del Piani c'erano: agganciare i paesi europei occidentali alla sfera di influenza americana e rompere la spirale negativa dei paesi europei tra mancanza di materie prime e incapacità di riavviare la produzione 328.Tra le principali ragioni per cui utilizziamo il termine golden age vi sono: il fatto che sia periodo di maggiore sviluppo e crescita degli indici economici e di qualità della vita 329.Tra le principali ragioni per cui utilizziamo il termine golden age vi sono: è un processo che coinvolge, seppure in condizioni strutturali radicalmente diverse, anche l'Europa socialista e che vede il Giappone crescere ai tassi più alti 330.Tra le precondizioni dell'età dell'oro possiamo annoverare: la ricostruzione di un'architettura dell'economia internazionale di nuove istruzioni e l'avvio di un massiccio piano di aiuti degli USA all'Europa 331.Durante la golden age: gli USA oltre a confermare il primato economico esercitano la leadership politica 332.Tra le principali caratteristiche dell'età dell'oro vi sono: il basso costo del lavoro, i bassi costi energetici, l'apertura dei commerci mondiali, il sistema di cambi stabili del dollar standard 333.La Francia e la Gran Bretagna rappresentano: due casi opposti di utilizzo dei fondi di contropartita del Piano Marshall anche se, sotto alcuni punti di vista, entrambe sono accumunate, nel dopoguerra, da un’accelerazione del ruolo dello Stato 334.Tra le caratteristiche principali dello sviluppo della Germania Ovest nella golden age ricordiamo: l'utilizzo per scopi produttivi del Piano Marshall, l'inserimento nel Patto Atlantico e nella comunità Europea, gli accordi sindacati-imprenditori nelle industrie 335.Tra le caratteristiche principali dello sviluppo della Germania Ovest nella golden age ricordiamo: i piani di programmazione statale per sostenere la ripresa industriale e l'economia sociale di mercato 336. Con la dichiarazione Schuman: la Francia chiede al popolo tedesco e alle altre nazioni europee di collaborare nella gestione e distribuzione delle risorse carbonifere e minerarie 337.I risultati prodotti dalla CECA: aprono la strada cosiddetta via funzionalità e alla nascita della CEE 338.Gli anni sessanta sono anni caratterizzati: dallo sviluppo e dall’ampliamento delle funzioni della CEE ma anche dalla ricerca di difficili equilibri politici 339.La crisi del sistema del dollar standard: porta all’esperimento del Serpente monetario come modello di bilanciamento tra le valute dell'Unione, mentre viene redatto il piano Werner che, per la prima volta comincia a progettare una possibile unione monetaria 340.Le origini della comunità europea risiedono: nel nuovo contesto del secondo dopoguerra 341.Alle origini e nel corso dell'evoluzione della comunità permane e permarrà sempre: la tensione tra le spinte federaliste delle origini e il funzionalismo 342.La proposta Schuman: seguiva il fallimento dell’OECE per la gestione dei fondi ERP, e di fatto apriva la strategia funzionalista per la cooperazione europea 343.Il tentativo di costruire un esercito comune europeo nel 1954: fallisce perché rappresenta un passo in avanti forse eccessivo per l'epoca nella costruzione di un'Europa politica 344.Il primo più significativo ampliamento di funzioni della CEE negli anni sessanta: riguarda la politica Agricola comune 345.La crisi degli anni settanta: determina un rallentamento della crescita dei paesi della comunità e una crescita della disoccupazione 346.La straordinaria crescita registrata nel ventennio della golden age: conosce alcuni primi significativi segnali di arretramenti già alla fine degli anni sessanta in virtù della crescita dei salari e di un primo aumento dei prezzi delle materie prime 347.La crisi degli anni settanta segnò: l'avvio di una progressiva rottura del modello neokeynesiano che aveva determinato le politiche economiche del secondo dopoguerra 348.La stagflazione può essere definita: come la compresenza, all'interno dello stesso ciclo economico, dell'aumento dell’inflazione e della diminuzione della produzione industriale 349.Le cause principali della stagflazione degli anni settanta furono: la fine del dollar standard e l'aumento dei prezzi del petrolio Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 350.La fine del sistema di Bretton Woods: avviene con la fine della convertibilità del dollaro in oro dichiarata nel 1971 351.Tra le cause della fine del sistema di Bretton Woods: vi era la necessità USA di difendere le riserve auree e di finanziare la guerra nel Vietnam 352.Le crisi petrolifere del 1973 e del 1979: sono dovute all’incremento dei prezzi per motivi politici e non legati a possibili diminuzioni della produzione 353.Le origini della crisi del 1973 risiedono: nella volontà dei paesi dell’OPEC di decidere un incremento straordinario del prezzo del petrolio, indipendente dagli equilibri del mercato, ma per ritorsione nei confronti dei paesi occidentali accusati di avere appoggiato lo stato di Israele nella guerra dello Yom Kippur 354.Tra le principali conseguenze della crisi è possibile ricordare: l'aumento dei prezzi dell'energia, l'aumento della disoccupazione, la diminuzione della produzione, le ristrutturazioni industriali 355.Tra le principali conseguenze della crisi è possibile ricordare: la ricerca di nuovi modelli alternativi a quelli di stampo neokeynesiano e l'incremento della spesa pubblica per sostenere il welfare e per valorizzare politiche di sostegno all'offerta produttiva (offertismo) 356.L'impianto teorico della scuola di Chicago è caratterizzato tra le altre cose da: la necessità di attivare una politica monetaria per controllare la stabilità dell’inflazione come precondizione della crescita 357.L'impianto teorico della scuola di Chicago è caratterizzato tra le altre cose da: una riduzione dell'intervento pubblico nell'economia per favorire le privatizzazioni dei settori industriali, e laddove possibile, di welfare e in questo modo la ripresa del ciclo in forme più dinamiche e concorrenziali 358.Il concetto di Washington Consensus è comunemente usato per: indicare le politiche di tipo neoliberista diffuse tra gli anni Novanta e duemila nelle principali istituzioni internazionali, come ad esempio la FMI e la Banca Mondiale per aiutare i paesi in via di sviluppo o quelli in crisi finanziaria 359.Il modello teorico del Washington Consensus fu applicato in particolare in USA e GB negli anni ottanta attraverso: interventi tesi ad incentivare le privatizzazioni, la deregulation dei mercati finanziari, l'apertura dei mercati mondiali, la netta riduzione intervento pubblico nell'economia (eccettuati gli interventi in armamenti) una politica di stabilità monetaria 360.L'atto unico europeo scritto nel 1986: proponeva una progressiva unificazione doganale e libertà di circolazione dei fattori della produzione all'interno della CEE 361.Il rapporto Delors pubblicato nel 1990: aggiungeva agli obiettivi dell'atto unico quello dell'unificazione monetaria 362.L'avvio del processo costituente dell'euro si registra: tra la metà degli anni ottanta e Novanta quando si assiste a una parallela riorganizzazione della geografia politica ed Economica mondiale dopo il crollo del muro di Berlino e i mutamenti degli equilibri mondiali 363.Il compromesso Sanger da cui prese forma il Trattato di Maastricht: prevedeva la nascita di tre pilastri intorno a cui formare l'architettura istituzionale europea a)la comunità europea che avrebbe inglobato la CECA e la CEE b) la politica estera e sicurezza comune c) gli affari interni e giustizia 364.Il trattato imponeva alle nazioni che avessero voluto aderire alla moneta: le cosiddette clausole di convergenza tra cui il rispetto del rapporto del 3% tra deficit e PIL e del 60% tra debito e PIL 365.L’obiettivo del patto di stabilità e crescita era ed è: garantire la stabilità economica e finanziaria dell'Unione economica e monetaria dell'euro 366.A partire dagli anni duemila si affermano alcuni significativi mutamenti del contesto economico che condizionano in diverse fasi la tenuta e il rispetto dei vincoli del patto: la prima fase interessa soprattutto Francia e Germania, tra il 2000 e il 2005 367.Il percorso di sviluppo nel novecento estremamente diversificato dei paesi asiatici risente, tra le altre cose: dell’eredità del periodo coloniale e delle forme della decolonizzazione 368.Il Giappone del Novecento: ha conosciuto una sostenuta crescita industriale, maggiore degli altri competitors, negli anni del miracolo economico 369.Analizzando lo sviluppo delle potenze asiatiche, a partire dagli anni duemila, in coincidenza cioè con l'affermazione della nuova globalizzazione si registra: l'affermazione della Cina e dell'India che conoscono tasso di crescita medi annui del PIL particolarmente sostenuti spesso superiori al 9/10% annui Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 370.Il primo processo di industrializzazione giapponese comincia: nel secondo Ottocento in coincidenza con l'ascesa al potere dell'imperatore Mutsuhito, rimasto al governo del paese tra il 1868 e il 1912 371.Dopo la seconda guerra mondiale il Giappone: conosce una fase straordinaria di crescita Economica grazie anche al sostegno alla ricostruzione e alla ripresa dell'industria civile fornito dagli Stati Uniti 372.La nascita e lo sviluppo dell'India contemporanea prende le mosse: dall’indipendenza coloniale dalla Gran Bretagna ottenuta, dopo una lunga battaglia politica nel 1947 373.Le riforme degli anni sessanta e settanta attuate in india, si concentrarono tra le altre cose su: una forte presenza dello stato nell’industria pesante, lo sviluppo di una diffusa impresa privata rivolta soprattutto alla produzione di beni di consumo. Una politica di nazionalizzazione di banche, assicurazioni e miniere da parte del governo 374.Le riforme attuate in india a partire dagli anni ottanta si concentrarono, tra le altre cose su: la netta riduzione della presenza dello stato in economia e la privatizzazione di imprese e banche pubbliche precedentemente nazionalizzate o compartecipate 375.Dopo la nascita della repubblica cinese è possibile suddividere diverse fasi della crescita cinese: l'economia pianificata (1949—78) e l'economia socialista di mercato, o capitalismo di stato (1979-oggi) 376.Le riforme dell'economia socialista di mercato o capitalismo di stato, attuate in Cina a partire dagli anni ottanta si basavano tra le altre cose su: una progressiva liberalizzazione interna dell'economia, una politica di raccolta degli investimenti esteri, valorizzando le potenzialità attrattive della Cina, la redazione di piani quinquennali basati sulla formazione e di un'economia socialista di mercato 377.L'attuale fase di globalizzazione trae origine: dalle conseguenze della crisi degli anni settanta e dalla successiva riorganizzazione del capitalismo industriale e delle economie mondiali degli anni ottanta 378.Per capire il processo di affermazione della nuova globalizzazione è necessario analizzare l'insieme dei mutamenti registrati: tra la metà degli anni settanta e i giorni nostri 379.Il modello teorico del Washington Consensus fu applicato in particolare in USA negli anni ottanta attraverso: interventi tesi ad incentivare le privatizzazioni, la deregulation dei mercati finanziari, l'apertura dei mercati mondiali, la netta riduzione intervento pubblico nell'economia (eccettuati gli interventi in armamenti) 380.La crisi dei paesi comunisti dell'Europa occidentale negli anni ottanta porta: a una crescita estensiva inefficiente e a una sostanziale mancanza di competitività con il sistema capitalistico 381.Nel corso degli anni Novanta: è possibile parlare di un graduale ma progressivo percorso di ridefinizione degli equilibri internazionali destinato a strutturarli nei decenni duemila 382.Lo sviluppo della cosiddetta new economy: determina un vantaggio competitivo a chi era già pronto (usa e Gran Bretagna) anche in virtù delle riforme strutturali compiute negli anni ottanta 383.Tra le principali caratteristiche della seconda fase della nuova globalizzazione cominciata negli anni duemila è possibile ricordare: l'ascesa dei BRICS (Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa) come paesi competitors di Europa e Stati Uniti in grado anche di acquisire crescenti quote di mercato del PIL e della produzione industriale mondiale 384.Tra le principali caratteristiche della seconda fase della nuova globalizzazione cominciata negli anni duemila è possibile ricordare: l'avvento a partire dagli anni dieci e tuttora in corso dello sviluppo di industria 4.0 basata sull'applicazione della rivoluzione informatica al sistema di fabbrica 385.In un'ottica di lungo periodo lo sviluppo dell'attuale globalizzazione dei mercati e dei fattori produttivi della produzione trova origine: nei mutamenti degli anni settanta e ottanta del Novecento 386.La nascita del Washington Consensus: si registra negli anni ottanta del novecento e coincide con una progressiva e contemporanea riorganizzazione delle principali aree geoeconomiche globali in grado di segnare una forte discontinuità con il passato 387.Durante gli anni ottanta: la crisi del modello socialista dell'Europa orientale rappresenta una cesura storica rispetto al quarantennio precedente, parallelamente, la Cina comunista pone le basi per il sostenuto sviluppo dei decenni successivi 388.Tra le principali caratteristiche della seconda fase della nuova globalizzazione cominciata negli anni duemila è possibile ricordare: l’attacco delle torri gemelle del settembre 2001 che oltre a rappresentare uno degli episodi più drammatici della storia recente con migliaia di vittime civili, segna anche l'avvio di un nuovo modello delle relazioni internazionali tra Stati Uniti e resto del mondo Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 389.Analizzando la crisi del 2008: la manifestazione o l’epifenomeno della crisi è rintracciabile nello scoppio della bolla speculativa che lega il mercato finanziario e immobiliare americano e ha il suo momento apicale con il fallimento il 14 settembre 2008 della Lehman Brothers 390.Analizzando la crisi del 2008: le origini strutturali della crisi risiedono nel riassetto della globalizzazione dei mercati sulla base dei paradigmi del Washington Consensus 391.Analizzando l'andamento della crisi del 2008 nei mesi immediatamente successivi lo scoppio della bolla speculativa: si evidenzia il disallineamneto tra il comportamento dei paesi un tempo considerati in via di sviluppo BRICS e quelli tradizionalmente avanzati 392.La quarta rivoluzione industriale: è caratterizzata dall'applicazione dei sistemi informatici al modello di produzione di fabbrica, segnando importanti effetti anche per i modelli di consumo e distribuzione 393.La quarta rivoluzione industriale si basa: sulla progressiva diffusione di un nuovo modello di fabbrica, la Smart factory, in cui i fattori della produzione vengono combinati sia qualitativamente che quantitativamente in maniera differente rispetto al passato 394.Tra le diverse fasi dello sviluppo economico italiano nel secondo novecento, durante la ricostruzione (1948-1950): si compiono alcune scelte strategiche come atlantismo, europeismo, intervento pubblico, intervento nel mezzogiorno 395.Tra le diverse fasi dello sviluppo economico italiano nel secondo novecento, durante la crisi degli anni settanta (1971-1983): la crisi degli anni settanta investe pienamente l'Italia, tuttavia malgrado le importanti conseguenze che essa comporta, in questo decennio, l'Italia riesce comunque a consolidare il raggiungimento del centro del sistema economico 396.Durante i lavori dell’assemblea costituente, tra il giugno 1946 e il Dicembre 1947 si registra: quel compromesso costituzionale di alto profilo tra comunisti, socialisti azionisti, democristiani e partiti minori che segnerà la storia del primo cinquantennio repubblicano 397.La netta centralità della Democrazia cristiana nel quadro politico e di governo compreso tra il 1948 e il 1922, sarà favorita in particolare: dalla scelta degli elettori che daranno alla D.C. sempre la maggioranza relativa e dalla volontà di Togliatti di attuare un percorso al socialismo attraverso la democrazia progressiva 398.Le principali scelte strategiche di politica internazionale del secondo dopoguerra in Italia possono essere ricondotte a: atlantismo ed europeismo 399.La scelta dell'alleanza con gli Stati Uniti e con il blocco occidentale è preparata da alcuni elementi tra cui: le modalità della liberazione, le scelte delle classi dirigenti europee e italiane del secondo dopoguerra, accomunate dalla lotta per la liberazione, le scelte popolari compiute con il voto democratico 400.La seconda scelta strategica che segnerà il futuro del paese riguarda: l'incremento del ruolo dello stato in tutti i settori 401.L'economia italiana del secondo novecento, fino alla crisi degli anni Novanta, può essere considerata: un'economia capitalistica mista, con grande ruolo dell'industria privata e dell'industria dello stato 402.Tra gli elementi principali della crescita compresa tra il 1950 e la metà degli anni Ottanta possiamo individuare: l'assoluta rapidità della crescita e la velocità dei mutamenti che interessano diversi aspetti della vita sociale 403.Tra gli elementi principali della crescita compresa tra il 1950 e la metà degli anni ottanta possiamo individuare: l'intervento dello stato nell'economia e una prima forma di intervento organico per il mezzogiorno che diminuisce il divario nord-sud 404.Tra le eredità della guerra e del fascismo è possibile individuare tra le atre cose: l'Italia usciva da due anni di sostanziale divisione tra un centro sud liberato dagli Alleati e un centro nord segnato dell'occupazione nazi fascista da una difficile guerra civile, da un regime di occupazione militare 405.Tra le eredità della guerra e del fascismo è possibile individuare, tra le altre cose: la cronica carenza di materie prime utili a riattivare il circuito degli investimenti e a sostenere la bilancia commerciale del paese 406.Tra le eredità della guerra e del fascismo è possibile individuare tra le altre cose: nel 1948 la produzione industriale era inferiore all’8% rispetto a quella del 1938 407.Nell'immediato dopoguerra il paese conobbe: una crescita molto forte dell’inflazione sostenuta anche dalla diffusione delle AM lire 408.La linea Einaudi: era basata su una stretta monetaria funzionale a sostenere il cambio della Lira, garantendone la stabilità internazionale e il cui obiettivo era combattere l'inflazione 409.Intendiamo per economia mista italiana: un sistema nel quale accanto al ruolo dell'impresa privata, rimaneva forte e significativa la presenza dello stato non solo come soggetto Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 controllore del mercato, ma anche come operatore tramite la proprietà diretta o indiretta di grandi banche e grandi industrie o ad esempio delle holding come l’IRI o l’ENI 410.Rispetto agli obiettivi del piano Tremelloni 1948-1952: i risultati sono stati quasi tutti sostanzialmente superiori alle aspettative a eccezione dell’output agricolo e del trasporto merci 411.All'interno della periodizzazione di lungo periodo sullo sviluppo economico italiano dall’unità a oggi: negli anni del miracolo economico, compresi tra il 1950 e il 1969, l'Italia compie l'aggancio definitivo al centro del sistema economico mondiale 412.Tra le scelte e le riforme compiute tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta: l'atlantismo permise l'aggancio al modello al modello americano e lo sfruttamento dei fondi del piano Marshall, l'europeismo consentì l'ingresso in un nuovo mercato con un accesso alle materie prime a costi più accessibili e con maggiori potenzialità di esportazioni 413.Economia mista e intervento dello stato significavano concretamente attivare, ad esempio: il rilancio dell'industria siderurgica e la nascita dell’ENI 414.Economia mista e intervento dello stato significavano concretamente attivare, ad esempio: le prime forme di intervento organico per il mezzogiorno tramite la riforma agraria e la CasMez 415.Tra il 1955 e il 1969, il paese conosce mutamenti strutturali tra cui: una progressiva specializzazione settoriale dell'industria e un suo graduale allargamento geografico 416.Tra il 1955 e il 1969, il paese conosce mutamenti strutturali tra cui: una crescita dell'occupazione favorita anche dall’emigrazione estera 417.Tra il 1955 e il 1969, il paese conosce mutamenti strutturali tra cui: la curva del divario nord- sud nel paese conosce una sensibile flessione proprio a partire dalle politiche dell'intervento straordinario 418.Il miracolo economico e il boom degli anni sessanta: hanno segnato un passaggio decisivo per portare il nostro paese nell'alveo dei più ricchi e industrializzati del mondo e per modificare strutturalmente aspettative, modelli, qualità della vita di milioni di persone 419.Realizzare politiche industriali significava concretamente attivare ad esempio: il rilancio dell'industria siderurgica e la nascita dell’ENI 420.Realizzare politiche per ridurre le diseguaglianze tra nord e sud significava concretamente attivare ad esempio: le prime forme di intervento organico per il mezzogiorno tramite la riforma agraria e la CasMez 421.La cosiddetta crisi del 1963: rappresenta il primo momento di rallentamento, assolutamente congiunturale del boom economico 422.La risposta offerta dalla Banca d'Italia: fu basata su una manovra di carattere deflattivo e una breve, ma intensa, stretta monetaria 423.Tra gli elementi della ripresa del periodo 1964-1969si devono ricordare: la modificazione strutturale della componente della domanda, con un netto aumento degli investimenti e della propensione al consumo 424.Grazie al successo di alcune prime politiche di welfare e all'aumento progressivo dei salari: il paese conosce mutamenti strutturali di lungo periodo che coinvolgono la qualità della vita di milioni di cittadini. In tutti i diversi comparti della società 425.La crisi dei primi anni settanta interviene in un paese: che aveva conosciuto durante gli anni settanta importanti mutamenti 426.Durante gli anni sessanta vengono fatte alcune riforme economicamente particolarmente significative come: la nazionalizzazione dell'energia elettrica attraverso la nascita dell’ENEL nel 1962 427.Durante gli anni sessanta vengono fatte alcune riforme economicamente particolarmente significative come: un rilancio delle politiche di intervento per il mezzogiorno favorendo però questa volta il processo di industrializzazione 428.Tra le conseguenze più importanti della crisi, per quanto riguarda il caso italiano, possiamo ricordare: la riapertura di una questione energetica nazionale, una forte caduta di investimenti, consumi interni e PIL, durata fino ai primi anni Ottanta 429.Tra le politiche di risposta alla crisi dei diversi governi crisi, per quanto riguarda il caso italiano, possiamo ricordare: una netta riduzione delle importazioni di petrolio, compensata da politiche di risparmio energetico e la definizione del punto unico di contingenza nel 1975 per compensare la perdita di potere d'acquisto dei salari 430.Tra le politiche di risposta alla crisi dei diversi governi crisi, per quanto riguarda il caso italiano, possiamo ricordare: la crescita del debito pubblico e della spesa statale in rapporto al PIL per sostenere politiche anticicliche dal lato dell'offerta 431.Con l'arrivo della crisi del 1929 in Italia: crollò la fratellanza siamese banca/industria Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 432.All’indomani del secondo dopoguerra, la struttura del sistema bancario italiano: era articolata secondo le conseguenze delle riforme susseguitesi negli anni Trenta che avevano da un lato spezzato il rapporto Banca/industria e dall'altro ampliato le funzioni dello stato anche nella veste di controllore (diretto o indiretto) delle grandi banche di interesse nazionale 433.All'indomani del secondo dopoguerra, la struttura del sistema bancario italiano era composta tra le altre cose: dalla presenza delle grandi banche miste private 434.La politica di Menichella era basata su: una politica di contenimento dell’inflazione, la stabilità del tasso di sconto, l'introduzione della riserva obbligatoria 435.La politica di Carlo era basata su: una maggiore aderenza alle fluttuazioni del ciclo con una maggiore alternanza, rispetto al suo predecessore di fasi di espansione e contrazione della liquidità e della circolazione monetaria 436.Negli anni del boom, il finanziamento degli investimenti delle imprese avviene principalmente: tramite l’indebitamento con gli intermediari finanziari che emettono apposite obbligazioni, parallelamente cresce il risparmio degli italiani che viene veicolato tramite le banche di interesse nazionale, gli istituti di diritto pubblico, le casse postali e gli istituti locali 437.La terza rivoluzione industriale trae origine: dalla crisi degli anni settanta e dalla riorganizzazione del capitalismo industriale e delle economie mondiali cui segue, negli anni Novanta, il matrimonio tra la rivoluzione informatica e quella delle ICT 438.Tra il 1994 e il 2008: si compie un cambiamento strategico e strutturale nelle forme dei prodotti e nei processi di produzione, la rivoluzione informatica, cominciata alcuni anni prima sposa la rivoluzione di internet aprendo nuove prospettive 439.Per capire il processo di affermazione della terza rivoluzione industriale è necessario affrontare i mutamenti registrati: nel quarantennio precedente il 2008 440.Tra gli anni Ottanta e gli anni Duemila l'Italia: non fu in grado di attuare quelle riforme strutturali utili ad affrontare le sfide della nuova globalizzazione e del terzo dopoguerra, ovvero le possibilità (e i rischi) apertisi con la caduta del muro di Berlino e la fine della guerra fredda 441.Tra le varie misure prese per uscire dalla crisi degli anni settanta, negli anni ottanta l'Italia utilizzò: la definizione del punti unico di contingenza nel 1975 per compensare la perdita di potere di acquisto dei salari, 4) una politica di trasferimenti pubblici all'industria che passa dall’1,2% del PIL del 1961 all’8,9% del 1984, l'avvio di una serie di salvataggi industriali attraverso la GEPI 442.Tra le varie misure prese per uscire dalla crisi degli anni Settanta, negli anni Ottanta l'Italia utilizzò: l'aumento delle pensioni, già riformate verso un sistema retributivo tra il 1968 e il 1969, l'avvio della Cassa Integrazione Guadagni, la fiscalizzazione degli oneri sociali 443.In Italia, il governo Amato varò nell'autunno del 1992 una nuova straordinaria operazione di finanza pubblica basata su: un ama i manovra finanziaria pari a 93mila miliardi e l'uscita della lira dallo SME 444.La crisi italiana del 1992: era dovuta ai limiti della crescita drogata degli anni Ottanta 445.La crisi finanziaria e politica del 1992-1993 porterà nell'aprile del 1993: alla nascita del governo Ciampi 446.Per capire le origini dell'attuale concetto di rischio declino: è necessario capire come arriva l'economia italiana alla svolta internazionale dei primi anni Novanta e quali scelte vengono fatte tra gli anni Novanta e duemila 447.Il meccanismo che aveva sostenuto la crescita del PIL nella seconda metà degli anni Ottanta: si inceppa quando prende corpo il processo di unificazione monetaria con la firma del Trattato di Maastricht, che apre la strada al progressivo e graduale passaggio dallo SME all'euro, e quando si registra la riduzione del 6% al 2,25% delle bande di oscillazione della Lira nello SME 448.La crisi finanziaria e politica del 1992-1993 e i relativi attacchi speculativi sulla lira: era frutto della debolezza del sistema-paese di tipo politico, economico e finanziario dovuto a ragioni interne ed internazionali 449.L’aggancio all'euro nel 1997: rappresentò un traguardo condiviso da tutto il paese e una possibile via di uscita dalla crisi italiana poi non portata a termine dalle successive politiche 450.Le modificazioni strutturali dell'economia della nuova globalizzazione: trovano un paese, l'Italia, che in virtù dei limiti delle riforme attuate negli anni Novanta è particolarmente esposto alla concorrenza internazionale sia dal alto dell'innovazione sia da quello del costo della mano d'opera 451.Analizzando l'Italia preunitaria: molti studi hanno riconosciuto forti differenziazioni tra i vari stati preunitari tra nord e sud, mentre altri hanno invece cercato di evidenziare come fino al 1891 il divario tra le due aree del paese fosse meno netto Scaricato da Maksym Levenko ([email protected]) lOMoARcPSD|5160292 452.Durante la I Guerra Mondiale: la necessità di sostenere immediatamente lo sforzo bellico avvantaggia le imprese già operanti al nord Italia rispetto a quelle (poche) presenti nel meridione 453.Negli anni del miracolo economico: per la prima volta,

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