Codice Deontologico degli PsicologiPDF.pdf

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I 4 principi etici I. Rispetto e promozione dei diritti e la dignità delle persone e degli animali Le psicologhe e gli psicologi rispettano e promuovono i diritti fondamentali della dignità e del valore delle persone e degli animali, inoltre, operano per la promozione della libertà, dell’autonomia...

I 4 principi etici I. Rispetto e promozione dei diritti e la dignità delle persone e degli animali Le psicologhe e gli psicologi rispettano e promuovono i diritti fondamentali della dignità e del valore delle persone e degli animali, inoltre, operano per la promozione della libertà, dell’autonomia e del benessere psicologico nel rispetto di ciascuna persone, gruppo o comunità. II. Competenza La competenza delle psicologhe e degli psicologi è data dalle conoscenze teoriche acquisite nel corso di studio Universitario, integrate e aggiornate dalla formazione di tirocinio, dalle scuole di specializzazione e dal confronto continuo tra i pari in supervisione con colleghi esperti e altamente qualificati e in fine la formazione continua. III. Responsabilità Le psicologhe e gli psicologhi hanno la responsabilità professione e scientifica verso le persone che a loro si rivolgono, verso la comunità, verso la società in cui lavorano e vivono e verso l’ambiente che li circonda. Si assumono la responsabilità della scelta dei metodi, degli strumenti e delle tecniche, della loro applicazione e delle prevedibili conseguenze. Prestando attenzione affinché le loro prestazioni non vengano usate in modo strumentale e in contrasto con il principio del rispetto dei diritti e della dignità delle persone e degli animali. IV. Onestà e integrità, lealtà e trasparenza Le psicologhe e gli psicologhi operano nella loro attività professionale con onestà intellettuale, integrità professionale, lealtà umana e l’impegno alla trasparenza. Il tempo della comunicazione è tempo di cura. I principi enunciati sono essenziali e devono essere rispettati da tutte le psicologhe e gli psicologi. Essi si impegnano a seguirli, a diffonderli e a basarsi su di essi nei rapporti con i colleghi e con le altre professioni. Art. 1 Campo di Applicazione Questo articolo dice che il codice deontologico esprime delle regole vincolanti per tutti gli iscritti all’albo. Tutti gli iscritti sono tenuti alla conoscenza e non è ammessa ignoranza delle medesime e le stesse regole vengono applicate anche nei casi in cui le prestazioni avvengano a distanza, via internet, telematica o elettronica. Art. 2 Procedure disciplinari e sanzioni (richiami e pagamento) La psicologa e lo psicologo non devono compiere azioni o comportamenti che danneggino il decoro e la dignità della professione. Se non rispettano le regole del Codice Deontologico o se compiono azioni che vanno contro il corretto esercizio della professione, saranno sanzionati secondo quanto stabilito dall'articolo 26, comma 1 della Legge 56 del 18 febbraio 1989. Per esempio io Psicologa iscritta all'Ordine, inizio a promuovere pubblicamente tecniche di terapia non riconosciute scientificamente, con dichiarazioni che promettono guarigioni miracolose. Questo comportamento non solo può indurre in errore i pazienti, ma può anche danneggiare l'immagine della professione psicologica. Art. 26 Principio dell’astensione Uno psicologo deve astenersi dall'intraprendere o continuare qualsiasi attività professionale se i suoi problemi personali o conflitti interferiscono con l'efficacia del suo lavoro e potrebbero risultare inadeguati o dannosi per le persone a cui si rivolgono i suoi servizi. Inoltre, lo psicologo deve evitare di assumere ruoli professionali o fornire servizi a persone con cui ha avuto rapporti precedenti che potrebbero compromettere la sua credibilità e efficacia professionale, anche se richiesto dall'autorità giudiziaria. Questo è importante per garantire che lo psicologo possa offrire servizi professionali in modo imparziale e efficace, senza che problemi personali o rapporti passati influenzino il suo lavoro e il benessere dei suoi clienti. Esempio io psicologa, sto attraversando un periodo di forte stress emotivo dovuto a problemi familiari. Questo stress sta iniziando a interferire con la sua capacità di concentrarsi e di offrire un supporto adeguato ai suoi pazienti. Si rende conto che la qualità del suo lavoro ne sta risentendo e che potrebbe non essere in grado di fornire il livello di attenzione e cura necessario. In conformità con il principio dell'astensione, decido di sospendere temporaneamente la mia attività professionale. Informando i pazienti e organizzando per loro delle alternative temporanee, garantisce che continuino a ricevere l'assistenza di cui hanno bisogno senza che i suoi problemi personali compromettano la loro cura. In un altro caso, ricevo una richiesta di consulenza da una persona con cui ho avuto una relazione personale molto stretta in passato. Nonostante l'autorità giudiziaria abbia richiesto la sua consulenza, riconosco che il precedente rapporto potrebbe compromettere la mia capacità di essere imparziale e efficace. Per questo motivo, decido di astenermi dall'assumere quel ruolo, informando l'autorità giudiziaria e suggerendo un collega qualificato che possa prendere il mio posto. Queste decisioni, basate sul principio dell'astensione, dimostrano l'importanza di mantenere l'integrità professionale e di garantire che i servizi offerti dagli psicologi siano sempre nel miglior interesse dei clienti, senza interferenze derivanti da problemi personali o rapporti precedenti. Art. 3 Principi di responsabilità Le psicologhe e gli psicologi devono usare le loro conoscenze per migliorare il benessere psicologico di persone, gruppi e comunità. Devono aiutare gli altri a capire se stessi e a comportarsi in modo consapevole e efficace. Essendo consapevoli della loro responsabilità sociale, gli psicologi devono evitare abusi della loro influenza e rispettare la fiducia dei loro clienti, considerando attentamente i fattori personali, sociali, culturali e politici. Art. 4 Principio del rispetto e della laicità Le psicologhe e gli psicologi, all'inizio della relazione professionale, spiegano chiaramente le loro prestazioni, gli obiettivi, i metodi usati e i limiti della riservatezza. Rispettano le differenze individuali e culturali, promuovendo inclusività e rispetto per le opinioni altrui, senza imporre i propri valori. Utilizzano metodi che rispettano questi principi e si rifiutano di collaborare a iniziative che li violano. In caso di conflitti di interesse, chiariscono le proprie responsabilità alle parti coinvolte. Art. 5 Competenza professionale Gli psicologi devono mantenere una preparazione aggiornata, soprattutto nei settori in cui operano. Se non lo fanno, possono essere sanzionati. Devono conoscere i propri limiti e usare solo metodi per cui sono formati e autorizzati. Devono basarsi su fonti scientifiche riconosciute e non creare aspettative irrealistiche. Esempio io ipotetica psicologa clinica, mi sono specializzata nel trattamento dei disturbi d'ansia e seguo regolarmente corsi di aggiornamento e formazione continua per mantenere le mie competenze al passo con le ultime ricerche scientifiche. Recentemente, decido di ampliare la mia pratica per includere la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) per adolescenti con disturbi alimentari. Prima di iniziare a trattare questi nuovi casi, frequento un corso intensivo di formazione certificata sulla CBT applicata ai disturbi alimentari negli adolescenti e consulto la letteratura scientifica più recente per assicurarmi di avere una solida base di conoscenze. Durante le sessioni con i nuovi pazienti adolescenti, utilizzo solo le tecniche per le quali ho ricevuto formazione adeguata e che sono supportate da evidenze scientifiche. Evito di promettere risultati rapidi o miracolosi, spiegando ai pazienti e alle loro famiglie che la terapia richiede tempo e impegno e che i progressi possono variare da persona a persona. Art. 6 Autonomia professionale Gli psicologi accettano solo condizioni di lavoro che garantiscano la loro autonomia professionale e rispettino il Codice Deontologico. Se queste condizioni non sono rispettate, devono informare l'Ordine regionale. Gli psicologi scelgono liberamente metodi e strumenti, e sono responsabili dei risultati. Nelle collaborazioni con altri professionisti, mantengono sempre la propria autonomia, rispettando le competenze altrui. Art. 7 Validità dei dati e delle informazioni Gli psicologi devono valutare con attenzione la validità e l'affidabilità dei dati e delle fonti su cui basano le loro conclusioni, sia nella ricerca che nella pratica. Devono considerare ipotesi alternative e chiarire i limiti dei risultati. Possono esprimere giudizi professionali solo se basati su conoscenze dirette o documentazione affidabile e pertinente. Art. 8 Tutela della professione e contrasto dell’esercizio abusivo Gli psicologi devono combattere l'abuso della professione, segnalando al Consiglio dell'Ordine i casi sospetti di esercizio abusivo o uso improprio del titolo. Devono usare il loro titolo solo per attività legate alla psicologia e non devono sostenere o avallare pratiche ingannevoli o abusive con il loro titolo.

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