Summary

Questo documento presenta informazioni sull'anatomia dell'apparato respiratorio, inclusa la struttura e le funzioni delle vie respiratorie superiori e inferiori e della pleura. Include descrizioni di organi come naso, faringe, laringe, trachea e polmoni, con un'enfasi particolare sulle diverse tipologie di epiteli coinvolti.

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(3) L'uretra spongiosa (peniena) è lunga ed assume una forma a S. Essa decorre verso il basso da sotto la vescica, volge anteriormente quando entra nella radice del pene, e poi fa una curva di circa 90° verso il basso di nuovo, quando entra nella parte esterna, pendula, del pene. La muco...

(3) L'uretra spongiosa (peniena) è lunga ed assume una forma a S. Essa decorre verso il basso da sotto la vescica, volge anteriormente quando entra nella radice del pene, e poi fa una curva di circa 90° verso il basso di nuovo, quando entra nella parte esterna, pendula, del pene. La mucosa è costituita da un epitelio di transizione in prossimità della vescica, un epitelio pseudostratificato per la maggior parte della sua lunghezza, ed infine un epitelio stratificato squamoso vicino al meato uretrale esterno. Vi sono ghiandole uretrali mucose all'interno della parete dell'uretra peniena. APPARATO RESPIRATORIO L’apparato respiratorio è un insieme di organi specializzati, principalmente, per fornire ossigeno al sangue e per rimuovere anidride carbonica dal sangue. L’apparato respiratorio è costituito da: naso, faringe, trachea, bronchi e polmoni. Durante l’inspirazione il flusso dell’aria segue un percorso cieco (Bronchi – Bronchioli – Alveoli) che termina a livello degli alveoli dove avviene lo scambio gassoso; mentre durante l’espirazione l’aria viene espulsa dai polmoni. - La porzione di conduzione dell’apparato respiratorio è costituita da quei condotti adibiti solo a permettere il passaggio del flusso dell’aria dalle narici fino ai bronchioli. - La porzione respiratoria è costituita dagli alveoli e da altre regioni poste distalmente, dove avvengono gli scambi di gas. Le vie aeree che vanno dal naso fino alla laringe prendono il nome di vie respiratorie superiori, e la porzione che va dalla trachea fino ai polmoni costituisce le vie respiratorie inferiori. Le funzioni dell’apparato respiratorio sono: 1. Fornire un’ampia area per gli scambi gassosi tra aria e sangue circolante. 2. Condurre l’aria da e verso le superfici polmonari di scambio. 3. Proteggere le superfici respiratorie da disidratazione, sbalzi di temperatura e altre variazioni ambientali. 4. Difendere l’apparato respiratorio stesso ed altri tessuti dall’invasione di microrganismi patogeni. 5. Produrre i suoni implicati nel linguaggio verbale e non verbale 6. Regolare il volume e la pressione del sangue, e controllare il pH dei fluidi corporei. Epitelio Respiratorio: Tutto il tratto respiratorio, ad eccezione della porzione inferiore della faringe e delle porzioni di conduzione più sottili e degli alveoli, sono rivestiti da epitelio respiratorio. L’epitelio respiratorio è un epitelio pseudostratificato, cilindrico e ciliato, con numerose cellule caliciformi. Le cellule caliciformi insieme alle ghiandole mucose, che si trovano nella lamina propria, producono un muco denso e viscoso che ricopre le superfici esterne dell’epitelio. I microrganismi e le particelle estranee inalate vengono intrappolate nel muco e spinte verso la 73 di 137 faringe, da cui possono passare nello stomaco, dove vengono distrutti dai succhi gastrici. Questo processo nelle vie respiratorie inferiori prende il nome di ascensore mucoso. La porzione inferiore della faringe (orofaringe e laringofaringe) è rivestita da epitelio pavimentoso stratificato per resistere all’abrasione e agli attacchi chimici, perché la faringe è responsabile della conduzione dell’aria nella laringe e del cibo (e muco) nell’esofago. Solitamente, la produzione di muco aumenta notevolmente dopo esposizione a stimoli dannosi, al fine di intrappolare tutti gli agenti patogeni e proteggere le porzioni più delicate del sistema respiratorio, gli alveoli. Polmoni: Il polmone è un organo di forma conica, con un’ampia base concava che poggia sul diaframma e un vertice smussato chiamato apice che sporge leggermente al di sopra della clavicola. L’ampia faccia costale è a contatto con la gabbia toracica; la faccia mediastinica, più piccola e concava, volge medialmente. La faccia mediastinica presenta una fessura chiamata ilo attraverso la quale il polmone riceve il bronco principale, i vasi sanguigni e linfatici e i nervi. Queste strutture costituiscono la radice del polmone. I polmoni sono circondati dai visceri adiacenti, non occupano tutta la gabbia toracica e non sono simmetrici. Sulla faccia mediale, il polmone sinistro presenta un’incisura chiamata impronta cardiaca in cui il cuore preme contro il polmone. Il polmone destro ha tre lobi: superiore, medio ed inferiore. La scissura orizzontale separa i lobi superiore e medio, e la scissura obliqua separa i lobi medio e inferiore. Il polmone sinistro ha solo un lobo superiore ed uno inferiore e un’unica scissura obliqua. PLEURA: La superficie del polmone è coperta da una membrana sierosa, la pleura viscerale, che si estende nelle scissure. Presso l’ilo, la pleura viscerale si ripiega su se stessa e forma la pleura parietale, che aderisce al mediastino, alla superficie interna della gabbia toracica e alla faccia superiore del diaframma. Lo spazio tra la pleura parietale e la pleura viscerale è chiamato cavità pleurica. Le due membrane sono separate solo da uno strato sottile di liquido pleurico viscido; così la cavità pleurica è solo uno spazio potenziale, il che significa che normalmente non c’è spazio tra le membrane. La pleura ed il liquido pleurico hanno tre funzioni: 1. Riduzione dell’attrito: Il fluido pleurico agisce come un lubrificante che permette ai polmoni di espandersi e contrarsi con il minimo attrito. 2. Creazione di un gradiente di pressione: Durante l’inspirazione, la gabbia toracica si espande e tira la pleura parietale verso l’esterno. La pleura viscerale aderisce strettamente alla pleura parietale e, poiché la pleura viscerale è la superficie del polmone, il suo movimento in fuori 74 di 137 espande il polmone. La pressione dell’aria dentro il polmone cade sotto la pressione atmosferica all’esterno del corpo e, per questo gradiente di pressione, l’aria esterna entra nel polmone. 3. Compartimentazione: La pleura, il mediastino, e il pericardio dividono gli organi toracici in compartimenti e prevengono la diffusione dell’infezione da un organo a quelli vicini. Vie respiratorie superiori: Il naso svolge diverse funzioni in base alle sue strutture anatomiche: riscalda e umidifica l’aria inspirata; rileva gli odori presenti nell’aria; e serve da camera di risonanza che amplifica la voce. Il naso presenta quattro aperture: due anteriori chiamate narici e due posteriori chiamate coane. Il naso esterno è costituito da ossa e cartilagine ialina. La parte superiore del naso esterno è costituita medialmente dalle piccole ossa nasali, e lateralmente dalle ossa mascellari. La parte inferiore del naso esterno è costituita dalle cartilagini laterali e dalle cartilagini alari. Le cavità nasali presentano una porzione anteroinferiore più piccola chiamata vestibolo, in continuazione con le narici e delimitata anteriormente dalle cartilagini alari. Questo spazio è rivestito da cute sottile da cui sporgono peli protettivi o vibrisse che bloccano l’ingresso di materiale corpuscolato o di insetti nelle vie respiratorie. La cavità nasale e divisa nella metà destra e sinistra, chiamate fosse nasali, dal setto nasale (parete sottile costituita da osso e cartilagine ialina). Il setto nasale è costituito dal vomere (osso che forma la parte inferiore), dalla lamina perpendicolare dell’etmoide (osso che forma la parte superiore) e da un setto nasale cartilagineo (che forma la parte anteriore). Il tetto della cavità nasale è formato dalle ossa etmoide e sfenoide, mentre il pavimento della cavità nasale è formato dal palato duro, che separa la cavità nasale dalla cavità orale. La cavità nasale è occupata dalle conche nasali superiore, media e inferiore, che delimitano uno stretto spazio chiamato meato, ricoperto da membrana mucosa. Lo stretto passaggio crea delle turbolenze che riscaldano l’aria e permettono all’aria di umidificarsi e purificarsi a contatto con la mucosa. Gli odori sono rilevati da cellule sensoriali presenti nell’epitelio olfattorio, che copre una piccola area localizzata nel tetto della cavità nasale, nella parte superiore del setto e nella conca superiore. Il resto della cavità nasale, escluso il vestibolo, è rivestito dall’epitelio respiratorio. 75 di 137 FARINGE: La faringe è un organo muscolare a forma di imbuto che si estende dalle coane fino alla laringe. È divisa in tre regioni: - Il RINOFARINGE è posteriore alle coane ed al palato molle. Riceve le tube uditive (di Eustachio) dall’orecchio medio ed ospita la tonsilla faringea. L’aria inalata devia di 90° verso il basso quando passa nel rinofaringe. Le particelle relativamente grandi generalmente non riescono a fare la curva per la loro inerzia. Esse urtano contro la parete posteriore del rinofaringe e si attaccano alla mucosa vicino alla tonsilla, che è nella posizione adatta per rispondere ai patogeni inalati con l’aria. Nel rinofaringe passa solo aria ed è, quindi, rivestito da epitelio colonnare pseudostratificato. - L’OROFARINGE è uno spazio posteriore alla radice della lingua. Si estende dalla punta inferiore del palato molle alla punta superiore dell’epiglottide e contiene le tonsille palatina e linguale. Il suo margine anteriore è formato dalla base della lingua e dalle fauci (l’apertura della cavità orale nella faringe). - Il LARINGOFARINGE inizia alla punta dell’epiglottide, si porta in basso dietro alla laringe e termina dove inizia l’esofago a livello della cartilagine cricoide. Nell’orofaringe e nel laringofaringe passano aria, cibo e bevande e pertanto sono rivestiti da epitelio squamoso stratificato. LARINGE: La laringe è una cavità cartilaginea che ha due funzioni: impedire l’ingresso di cibo nelle vie aeree, produrre suoni (fonazione). L’apertura superiore della laringe è caratterizzata dalla presenza di una particolare struttura simile ad una foglia chiamata epiglottide. A riposo l’epiglottide è posizionata quasi verticalmente. Durante la deglutizione i muscoli estrinseci della laringe tirano la laringe verso l’alto, in direzione dell’epiglottide, la lingua invece spinge l’epiglottide verso il basso, in modo che l’epiglottide chiuda le vie aeree e diriga cibo e liquidi nell’esofago che è localizzato dietro le vie aeree. La laringe è composta da nove cartilagini, le prime tre sono relativamente grandi e separate. La cartilagine epiglottica è a forma di cucchiaio e costituisce l’epiglottide. La cartilagine tiroide è chiamata così per la sua forma a scudo, e copre ampiamente la parte anteriore e laterale della laringe. Inferiormente, la cartilagine cricoide collega la laringe alla trachea. Le cartilagini tiroide e cricoide costituiscono la cassa della cavità da cui origina la voce. Le rimanenti cartilagini sono più piccole e si organizzano in tre paia: cartilagini aritenoidi, cartilagini corniculate e cartilagini cuneiformi. Vie respiratorie inferiori: La trachea è un tubo rigido di circa 12 cm di lunghezza e 2,5 cm di diametro, anteriore all’esofago. La trachea è costituita da quattro strati: - Epitelio colonnare pseudostratificato - Tessuto sottomucoso - Tessuto cartilagineo - Avventizia Il rivestimento interno della trachea è costituito da un epitelio colonnare pseudostratificato composto principalmente da cellule caliciformi mucosecernenti, da cellule ciliate e da piccole cellule staminali basali. Il tessuto sottomucoso, sottostante l’epitelio respiratorio, contiene noduli linfatici, ghiandole mucose e sierose, che si aprono sulla superficie epiteliale tramite i dotti escretori. 76 di 137 Ancor più esternamente troviamo tessuto cartilagineo che va a costituire gli anelli tracheali. La trachea è costituita da 16-20 anelli a forma di C di cartilagine ialiana. Gli anelli della cartilagine rinforzano la trachea ed evitano che collassi durante l’inspirazione. Inoltre, la parte aperta della C è rivolta verso l’esofago, lasciandogli la possibilità di dilatarsi quando passa il cibo deglutito. Questo spazio aperto è riempito da tessuto muscolare liscio chiamato muscolo tracheale, che restringe o allarga il diametro della trachea. Gli anelli cartilaginei, tra loro, sono uniti da legamenti tracheali elastici. Lo strato più esterno della trachea, chiamato avventizia, è tessuto connettivo fibroso che si fonde con l’avventizia di altri organi del mediastino. A livello dell’angolo sternale, la trachea si biforca a formare il bronco principale di destra e di sinistra. La cartilagine tracheale più bassa ha una cresta mediana interna chiamata carena, che dirige il flusso d’aria verso destra e sinistra. L’ALBERO BRONCHIALE: Ogni polmone ha un sistema ramificato di conduzione dell’aria chiamato albero bronchiale, che si estende dal bronco principale fino ai bronchioli. Derivante dalla biforcazione della trachea, il bronco principale (primario) destro emette un bronco lobare (secondario) superiore. Il bronco principale destro e il bronco secondario superiore entrano insieme nell’ilo del polmone. Il bronco principale destro entra nel lobo superiore, mentre bronco secondario superiore si divide nel bronco lobare medio e inferiore, per i lobi medio ed inferiore. Il bronco principale sinistro entra nell’ilo del polmone prima di dividersi di ramificarsi nei bronchi lobari superiore ed inferiore, per i rispettivi lobi. In entrambi i polmoni, ogni bronco lobare si suddivide nei bronchi segmentali (terziari). Ognuno di questi ventila un’unità di tessuto polmonare funzionalmente indipendente, chiamata segmento polmonare. Di questi segmenti ce ne sono 10 nel polmone destro e 8 nel polmone sinistro. I bronchi principali sono sostenuti, come la trachea, da anelli a forma di C di cartilagine ialina, mentre i bronchi lobari e segmentali sono supportati da placche cartilaginee disposte a semiluna. Tutti i bronchi sono rivestiti da epitelio respiratorio, ma la lamina propria è ricca di ghiandole mucose e noduli di linfociti (tessuto linfoide associato ai bronchi, BALT). Inoltre, la mucosa ha anche uno strato ben visibile di muscolaris mucosae, che si contrae o si rilassa, restringendo o dilatando le vie aeree. I bronchioli sono la continuazione delle vie respiratorie che hanno perso del tutto la cartilagine di sostegno. L’epitelio dei bronchioli inizia come epitelio colonnare pseudostratificato ciliato nei condotti più grandi, procedendo distalmente diventa colonnare semplice per poi terminare in cuboide semplice. Oltre che dall’epitelio, la mucosa dei bronchioli è formata principalmente da muscolo liscio. Un bronchiolo si divide in 50-80 bronchioli terminali, da ogni bronchiolo terminale si forma 2-6 bronchioli respiratori, ogni bronchiolo respiratorio si divide in 2-10 dotti alveolari che terminano nei sacchi alveolari. I dotti alveolari e le divisioni più piccole presentano un epitelio semplice squamoso. 77 di 137 Vie respiratorie inferiori - Alveoli: I sacchi alveolari sono alveoli organizzati a grappoli d’uva. Un alveolo è una sacca con un diametro di circa 0,2-0,5 mm. Sottili ed ampie cellule, chiamate pneumociti (tipo I), coprono circa il 95% della superficie alveolare. La loro sottigliezza consente la rapida diffusione dei gas tra gli alveoli e il sangue. Il rimanente 5% della superficie alveolare è coperto da pneumociti (tipo II) tondi e cuboidali. I pneumociti di II tipo: (1) riparano l’epitelio alveolare quando i pneumociti di I tipo sono danneggiati; (2) secernono il surfattante polmonare, soluzione che impedisce ai bronchioli e agli alveoli di collassare durante l’espirazione. Le cellule più numerose nel polmone sono i macrofagi alveolari che vagano tra il lume degli alveoli e il tessuto connettivo, fagocitando tutti gli agenti patogeni e polvere. Ogni alveolo è circondato da molti capillari forniti dall’arteria polmonare. La barriera tra l’aria contenuta nei polmoni ed il sangue, chiamata membrana respiratoria, è costituita solo da cellule squamose alveolari (pneumociti I), cellule squamose endoteliali dei capillari, e dalla loro membrana basale. APPARATO ENDOCRINO L’apparato endocrino è formato da ghiandole endocrine e cellule specializzate che producono ormoni. Gli ormoni possono essere definiti messaggeri chimici che sono secreti nel sangue circolante e che stimolano risposte fisiologiche in organi distanti. Le ghiandole endocrine hanno una densità insolitamente alta di capillari sanguigni, che servono a raccogliere ed a portar via i loro ormoni. Infatti, sono presenti i capillari fenestrati, particolarmente permeabili grazie alla presenza di grandi pori. Quando un ormone entra in circolo va dovunque va il sangue; non c’è la possibilità di inviarlo selettivamente ad un organo particolare. I soli organi o le sole cellule che rispondono ad un ormone sono quelli che hanno i recettori per quell’ormone e sono chiamati organi bersaglio o cellule bersaglio. Modalità di comunicazione di una sostanza: - Autocrina: è caratterizzata da cellule che agiscono contemporaneamente da segnale e da bersaglio. Le cellule rispondono alle sostanze che esse stesse hanno liberato. - Paracrina: avviene quando una sostanza chimica è secreta da una cellula ed agisce su cellule presenti nelle sue immediate vicinanze. - Endocrina: gli ormoni vengono rilasciati dalle ghiandole endocrine nel liquido interstiziale e da qui diffondono nel sangue. Attraverso la circolazione sanguigna gli ormoni aggiungono le rispettive cellule bersaglio, che possono essere localizzate anche a notevole distanza dal punto di secrezione. CLASSIFICAZIONE DEGLI ORMONI Gli ormoni, sulla base della loro composizione chimica, si classificano in: - Derivati degli amminoacidi: sono molecole strutturalmente simili agli amminoacidi (come ad esempio gli ormoni tiroidei, le catecolamine e la melatonina). - Ormoni peptidici: sono formati da catene di amminoacidi e sono i più rappresentati nel corpo umano (come ad esempio tutti gli ormoni ipofisari). - Ormoni steroidei: sono rilasciati dagli organi riproduttivi e la corticale delle ghiandole surrenali, sono derivati del colesterolo. 78 di 137 - Eicosanoidi: sono piccole molecole rilasciate dalla maggior parte delle cellule corporee. Coordinano le attività cellulari e influenzano processi enzimatici che si verificano nei liquidi extracellulari. La cellula endocrina produce l’ormone e lo riversa nel liquido interstiziale. A livello della cellula bersaglio l’ormone si lega ad una proteina recettoriale sita a livello della membrana plasmatica o nel citoplasma. Tale legame innesca una serie di eventi enzimatici all’interno della cellula che regolano l’attività cellulare. Gli enzimi controllano tutte le attività cellulari e le reazioni metaboliche. Gli ormoni modulano le diverse attività cellulari modificando tipologia, attività o quantità degli enzimi citoplasmatici. Quindi, un ormone può regolare il metabolismo delle cellule bersaglio. L’attività endocrina viene regolata dai riflessi endocrini avviati da: 1. Stimoli umorali (variazione della composizione del fluido extracellulare); 2. Stimoli ormonali (arrivo o rimozione di un particolare ormone); 3. Stimoli nervosi (arrivo di un neurotrasmettitore a livello delle giunzioni neuroendocrine). Ipotalamo e ipofisi: L’ipofisi (o ghiandola pituitaria) è attaccata all’ipotalamo da un peduncolo ed è accolta nella sella turcica dello sfenoide. L’ipofisi è composta da due strutture: - adenoipofisi - neuroipofisi. L’adenoipofisi è costituita dal lobo anteriore (pars distalis) e dalla pars tuberalis. L’adenoipofisi non ha una connessione strutturale con l’ipotalamo, al quale è collegata dal sistema portale ipofisario (presenza di due letti capillari). L’ipofisi è vascolarizzata da un’arteria ipofisaria superiore, che si suddivide in un letto di capillari primari nell’ipotalamo. Questi capillari drenano in venule portali che si portano in basso verso il peduncolo ipofisario fino ad un letto di capillari secondari nell’ipofisi anteriore. L’ipotalamo controlla l’ipofisi secernendo ormoni stimolanti ed inibitori che entrano nei capillari primari, si portano in basso tramite le venule portali e attraversano i capillari secondari, ed entrano nell’adenoipofisi. La neuroipofisi è costituita dal lobo posteriore (pars nervosa), il peduncolo (infundibulo) che la collega all’ipotalamo, e l’eminenza mediana, un’estensione del pavimento dell’ipotalamo. La neuroipofisi è una massa di tessuto nervoso: nevroglia mescolata con assoni che provengono da alcuni neuroni dell’ipotalamo. Gli assoni viaggiano lungo il peduncolo formando un fascio detto tratto ipotalamo-ipofisario e terminano nel lobo posteriore. I neuroni dell’ipotalamo secernono ormoni che sono trasportati inferiormente lungo gli assoni e conservati nell’ipofisi posteriore. 79 di 137 In seguito, un segnale nervoso che viaggia verso il basso lungo gli stessi assoni può determinare il rilascio nel sangue di questi ormoni. L’ipotalamo: L’ipotalamo forma il pavimento e le pareti del terzo ventricolo encefalico. Ha tre diversi meccanismi di funzionamento: L’ipotalamo controlla l’adenoipofisi secernendo 6 ormoni (ormoni di regolazione) che entrano nei capillari del sistema portale. Quattro di questi ormoni sono di rilascio (releasing hormones), che stimolano l’adenoipofisi a rilasciare ormoni; due sono ormoniminibitori (inhibiting hormones) che sopprimono la secrezione ipofisaria. Nella maggior parte dei casi il nome dell’ormone ipotalamico indica l’ormone ipofisario del quale stimola o inibisce la produzione. L’ipotalamo sintetizza due ormoni, ormone antidiuretico (ADH) e ossitocina (OT), che sono immagazzinati e secreti dall’ipofisi posteriore. L’ipotalamo possiede dei centri nervosi autonomi che esercitano un controllo nervoso diretto sulle cellule endocrine della zona midollare del surrene. ORMONI DELL’IPOFISI ANTERIORE Il lobo anteriore dell'ipofisi sintetizza e secerne 7 ormoni principali. Cinque di questi sono chiamati ormoni tropici o trofici perché stimolano la crescita di altre ghiandole endocrine. I primi due, che hanno come bersaglio le gonadi, sono chiamati gonadotropine. 1. Ormone follicolo – stimolante (FSH) è secreto da cellule ipofisarie chiamate gonadotrope. I suoi organi bersaglio sono le ovaie ed i testicoli. Nelle ovaie stimola la secrezione di ormoni ovarici e lo sviluppo di follicoli, strutture simil-vescicolari che contengono gli ovociti. Nei testicoli stimola la produzione di sperma. 2. Ormone luteinizzante (LH) è secreto dalle cellule gonadotrope. Nelle donne, stimola l'ovulazione, il rilascio di un ovocita. Viene denominato così perché, dopo l'ovulazione, stimola quanto rimane del follicolo a svilupparsi in una formazione giallastra, chiamata corpo luteo. L’LH stimola inoltre il corpo luteo a secernere progesterone, un ormone importante durante la gravidanza. Negli individui di sesso maschile, l'LH stimola i testicoli a secernere il testosterone. 3. Ormone stimolante la tiroide (TSH), o tireotropina è secreto da cellule chiamate tireotrope. Stimola la crescita della tiroide e la secrezione di ormoni tiroidei. 4. Ormone adrenocorticotropo (ACTH), o corticotropina. L'ACTH è secreto dalle cellule corticotrope. È importante nella regolazione delle risposte del corpo allo stress. Deve il suo nome ai suoi effetti sulla corticale surrenale, lo strato esterno della ghiandola endocrina che si trova vicino al rene. L'ACTH stimola la corteccia surrenale a secernere ormoni chiamati glucocorticoidi. 5. Prolattina (PRL) è secreta da cellule lattotrope (mammotrope), che aumentano molto in dimensioni e numero durante la gravidanza. Queste cellule secernano PRL durante la gravidanza e per tutto il periodo dell'allattamento, tuttavia ha effetto sulla ghiandola mammaria solo dopo la nascita, stimolando la produzione di latte. Nei maschi la PRL ha un effetto gonadotropo che rende i testicoli più sensibili a LH, così aumentano indirettamente la loro produzione di testosterone. 6. Ormone della crescita (GH) o somatotropina. Il GH è secreto dalle cellule somatotrope. L'effetto generale del GH è di favorire le mitosi e la differenziazione cellulare e così favorisce una crescita cellulare diffusa. A differenza degli ormoni precedenti non ha come bersaglio singoli organi, ma ha effetti diffusi su tutto il corpo e specialmente su cartilagine, osso, muscolo e grasso. Il GH non solo stimola questi tessuti direttamente, ma stimola il fegato ed altri tessuti a secernere fattori di crescita insulino – simili (somatomedine), o IGF. Questi ultimi sono ormoni che stimolano gli stessi organi bersaglio stimolati dal GH. Insieme essi sostengono la crescita tissutale ricavando energia dal grasso, aumentando i livelli di calcio e di altri elettroliti e stimolando la sintesi proteica. I loro effetti più cospicui avvengono durante l'infanzia e 80 di 137 l'adolescenza. Essi continuano a funzionare nel metabolismo energetico e nel mantenimento dei tessuti fino alla vita adulta. 7. Ormone melanotropo (MSH) è secreto dalle cellule corticotrope della pars intermedia dell’adenoipofisi, agisce stimolando la produzione e la distribuzione di melanina da parte dei melanociti cutanei. ORMONI DELL’IPOFISI POSTERIORE 1. Ormone antidiuretico (ADH) è sintetizzato principalmente in un paio di gruppi di neuroni chiamati nuclei sopraottici, localizzati sui lati destro e sinistro dell'ipotalamo, poco sopra il chiasma ottico. L'ADH incrementa la ritenzione idrica da parte dei reni, riduce il volume urinario e aiuta a impedire la disidratazione. E’ anche denominato vasopressina, perché può determinare vasocostrizione. 2. Ossitocina (OT) è sintetizzata principalmente da una coppia di nuclei ipotalamici chiamati nuclei paraventricolari, localizzati nelle pareti destra e sinistra del terzo ventricolo. Ha diversi ruoli nella riproduzione. Stimola le contrazioni del parto, e nelle madri che allattano, stimola il flusso di latte dagli acini ghiandolari, localizzati profondamente nella mammella, fino al capezzolo, dove si rende disponibile per il bambino. In entrambi i sessi, l‘OT aumenta durante l'eccitazione sessuale e l'orgasmo; questo incremento può giocare un ruolo nella produzione del seme lungo le vie riproduttive del maschio e nelle contrazioni uterine che facilitano il trasporto dello sperma verso l'alto nelle vie riproduttive della femmina. Funziona nelle sensazioni di soddisfazione sessuale, nel legame emotivo tra i partner e nel legame tra la madre ed il lattante. Timo, tiroide, ghiandole paratiroidi: 1) Il timo gioca un ruolo in tre apparati: endocrino, linfatico ed immunitario. È una ghiandola bilobata localizzata nel mediastino superiore, superiormente al cuore, posteriormente al manubrio sternale. Nel feto e nel neonato ha dimensioni gigantesche in confronto agli organi adiacenti; talvolta si spinge fino al diaframma o si estende in alto sino a livello del collo. Continua a crescere fino all'età di 5 o di 6 anni, anche se non rapidamente come altri organi toracici, cosicché le sue dimensioni relative 81 di 137 diminuiscono. Dopo i 14 anni d'età va incontro ad un'involuzione rapida. Pesa circa 20 g fino all'età di 60 anni, ma diventa sempre più invaso da grasso e con minor attività ghiandolare con l'età. Nella vecchiaia, è costituito da un residuo fibroso e grasso di piccole dimensioni, difficilmente distinguibile dai tessuti mediastinici circostanti. Il timo è una sede di maturazione dei linfociti T. È deputato alla secrezione di diversi ormoni (timopoietina, timosina e timulina) che stimolano lo sviluppo di altri organi linfatici e regolano lo sviluppo e l'attività delle cellule T. 2) La ghiandola tiroide è costituita da due lobi che avvolgono la trachea, immediatamente al di sotto della laringe. Deve il suo nome all'adiacente scudo formato dalla cartilagine tiroidea della laringe. Ogni lobo della ghiandola è di aspetto bulboso all'estremità inferiore e si assottiglia superiormente. In prossimità dell'estremità inferiore, i due lobi sono di solito uniti da un ristretto ponte anteriore di tessuto, l'istmo, che incrocia la parte anteriore della trachea. La tiroide è vascolarizzata da una coppia di arterie tiroidee superiori che provengono dalle carotidi esterne; e da una coppia di arterie tiroidee inferiori che provengono dalle arterie succlavie vicino alla clavicola. Il sangue drena in due o tre coppie di vene tiroidee (superiore, media e inferiore), che scaricano nelle vene giugulari interne le prime due e nelle vene brachiocefaliche l'ultima. La caratteristica istologica più importante della tiroide è che è composta in gran parte da strutture tondeggianti chiamate follicoli tiroidei, rivestiti da un epitelio semplice cubico di cellule follicolari e che contengono una sostanza proteica, la colloide. Le cellule follicolari secernono soprattutto l'ormone tiroxina, conosciuto anche come tetraiodotironina, o T4, per i quattro atomi di iodio contenuti nella sua struttura. La tiroide produce anche triiodotironina, o T3, con tre atomi di iodio. L'espressione ormone tiroideo (TH) si riferisce a T3 e T4 insieme. L'ormone tiroideo stimola lo sviluppo cerebrale e la crescita ossea nel periodo prenatale e nell'infanzia, promuove la secrezione ipofisaria di ormone della crescita, accelera i riflessi, aumenta il ritmo cardiaco ed il metabolismo basale, favorisce l'assorbimento intestinale dei carboidrati, diminuisce il livello del colesterolo nel plasma. La secrezione di TH aumenta durante la stagione fredda. L'aumento del metabolismo basale che ne risulta causa tipicamente un aumento dell'appetito e dell'assunzione calorica. L'aumento proporzionato della produzione di calorie, chiamato effetto calorigeno, compensa la perdita di calorie causata dal freddo. Tra i follicoli tiroidei ci sono ammassi di cellule C (chiare), che secernano l’ormone calcitonina quando il livello di calcio nel sangue aumenta sopra la norma (ipercalcemia). La calcitonina sposta l'equilibrio tra deposizione e riassorbimento di osso in favore della deposizione; il livello del calcio nel sangue diminuisce quando il calcio viene incorporato nelle ossa. 3) Le ghiandole paratiroidi sono piccole ghiandole ovoidali del collo. Di solito sono quattro, ma circa il 5% delle persone ne ha un numero maggiore. Nella maggior parte dei casi aderiscono alla superficie posteriore della tiroide, ma le paratiroidi sono molto variabili per sede e non sempre in rapporto con la tiroide. E' possibile trovarle più in alto, fino all’osso ioide, o più in basso, fino all'arco aortico. Hanno una sottile capsula fibrosa che le separa dal tessuto tiroideo, e suddivide il parenchima in piccoli lobuli irregolari. Sono vascolarizzate dagli stessi vasi della tiroide. L'ipocalcemia, una condizione di carenza di calcio, stimola le cellule principali delle paratiroidi a secernere l'ormone paratiroideo (PTH). Il PTH aumenta i livelli di calcio nel sangue promuovendone l'assorbimento 82 di 137 intestinale, inibendo l'escrezione urinaria e stimolando indirettamente gli osteoclasti a riassorbire calcio dall’osso. Surrene: La ghiandola surrenale aderisce al polo superiore e alla superficie mediale di ciascun rene. Le ghiandole surrenali sono retroperitoneali come i reni, comprese tra il peritoneo e la parete posteriore del corpo. La parte più interna, la midollare surrenale, rappresenta 10-20% della ghiandola. Attorno ad essa, si trova la più spessa corticale surrenale che costituisce 80-90% della ghiandola. La ghiandola è contenuta in una capsula fibrosa. La ghiandola surrenale riceve il sangue da tre arterie: un’arteria surrenale superiore, media ed inferiore. Il sangue è drenato da una vena surrenale. La midollare del surrene ha una duplice natura, dal momento che agisce sia come ghiandola endocrina che come un ganglio del sistema nervoso simpatico. Le fibre nervose pregagliari simpatiche penetrano attraverso la corticale per raggiungere le cellule cromaffini localizzate nella midollare. Queste cellule sono essenzialmente dei neuroni post-gangliari simpatici che rilasciano i propri prodotti direttamente in circolo. Per questo motivo sono considerate cellule neuroendocrine. La stimolazione, da parte delle fibre nervose, determina la secrezione di adrenalina, noradrenalina e dopamina. La secrezione aumenta in condizioni di paura, dolore ed altri tipi di stress. Questi ormoni imitano ed integrano gli effetti eccitatori del sistema nervoso simpatico. La corticale del surrene: La corteccia surrenale circonda la midollare e produce più di 25 ormoni steroidi, conosciuti collettivamente come corticosteroidi o corticoidi. La corteccia è costituita da tre strati che differiscono nella loro struttura e nella loro produzione di ormoni. - La zona glomerulare (strato esterno) secerne i mineralcorticoidi che regolano l’equilibrio elettrolitico del corpo. Il principale è aldosterone, che agisce sui reni trattenendo il sodio e acqua ed eliminando il potassio nelle urine. - La zona fascicolata (strato intermedio) secerne i glucocorticoidi in risposta all’ACTH dell’ipofisi. Il più importante è il cortisolo, che stimola il catabolismo dei grassi e delle proteine, la gluconeogenesi e il rilascio di acidi grassi e di glucosio nel sangue. - La zona reticolare (strato interno) secerne steroidi sessuali, androgeni ed in quantità più piccola estrogeni. Gli androgeni prodotti sono il deidroepiandrosterone (DHEA) e l’androstenedione, simili al testosterone ma meno potenti. Pancreas, gonadi ed altri tessuti ISOLE PANCREATICHE La maggior parte del pancreas è una ghiandola esocrina, ma dispersi nel tessuto esocrino ci sono dei raggruppamenti di cellule endocrine chiamate isole pancreatiche (o isole di Langerhans). 83 di 137 Le isole contengono cellule che possono essere divise in 5 classi: 1. Cellule alfa, che secernono glucagone. Il glucagone rilasciato tra i pasti per stimolare il rilascio del glucosio e degli acidi grassi nel sangue. 2. Cellule beta, che secernono insulina. L’insulina è secreta durante ed immediatamente dopo un pasto per stimolare l’assorbimento di glucosio. 3. Cellule delta, che secernono somatostatina (ormone inibente l’ormone della crescita). La somatostatina viene secreta insieme all’insulina per modulare l’attività delle isole pancreatiche. 4. Cellule PP o cellule F, che secernono il polipeptide pancreatico. Questo ormone inibisce la concentrazione della colecisti e la secrezione degli enzimi pancreatici. 5. Cellule G secernono gastrina che stimola la secrezione acida, la motilità e lo svuotamento dello stomaco. GONADI: Le gonadi (ovaie e testicoli) sono ghiandole sia esocrine che endocrine. I loro prodotti esocrini sono gli ovociti e gli spermatozoi e i loro prodotti endocrini sono gli ormoni gonadici. - Le ovaie secernono principalmente estradiolo, progesterone ed inibina. - Il testicolo secerne testosterone e in minore quantità androgeni, estrogeni e inibina. CELLULE ENDOCRINE IN ALTRI TESSUTI Oltre alle ghiandole endocrine classiche, molti altri tessuti ed organi contengono cellule che secernono ormoni: - La cute: I cheratinociti dell’epidermide producono colecalciferolo, la prima tappa nella sintesi del calcitriolo (vitamina D3), un ormone che regola il calcio. Il fegato ed i reni completano il processo. - Il fegato: È coinvolto nella produzione di almeno 5 ormoni: (1) Converte il colecalciferolo cutaneo in calcidiolo, la tappa successiva nella sintesi del calcitriolo. (2) Secerne una proteina chiamata angiotensinogeno, che reni, polmoni ed altri organi convertono in un ormone, l’angiotensina II, un regolatore della pressione arteriosa. (3) Secerne eritropoietina (EPO), un ormone che stimola la produzione dei globuli rossi. (4) Secerneml’epcidina, che regola il metabolismo del ferro. (5) Secerne il fattore di crescita insulino- simile (IGF-I), che media l’azione dell’ormone della crescita - I reni: Secernono la maggior parte (85%) dell’eritropoietina dell’organismo e terminano la terza e ultima tappa della sintesi del calcitriolo e la seconda tappa della sintesi dell’angiotensina II. - Il cuore: Secerne i peptidi natriuretici, ormoni che aumentano l’escrezione di sodio nelle urine e diminuiscono la pressione arteriosa. - Lo stomaco e l’intestino tenue: Questi organi hanno diverse cellule enteroendocrine, che secernono almeno dieci ormoni enterici. Essi regolano l’alimentazione e la digestione. Comprendono la gastrina, che stimola la secrezione acida da parte dello stomaco; la colecistochinina, che stimola la secrezione della bile; la grelina, che produce una sensazione di fame; il peptide YY, che crea una sensazione di sazietà (soddisfazione dell’appetito) e tende a far smettere di mangiare. - Il tessuto adiposo: Le cellule adipose secernono la leptina, che agisce sulla regolazione a lungo termine dell’appetito e gioca un ruolo sull’inizio della pubertà. - Il tessuto osseo: Gli osteoblasti secernono osteocalcina, che aumenta la secrezione e l’attività dell’insulina ed inibisce la deposizione di grasso (l’aumento di peso). 84 di 137 APPARATO DIGERENTE Introduzione all’apparato digerente L’apparato digerente ha due componenti anatomiche, il canale alimentare e gli organi accessori. Il canale alimentare (tubo digerente) è un tubo-membranoso esteso dalla bocca all’ano, comprende la bocca, la faringe, l’esofago, lo stomaco, l’intestino tenue e l’intestino crasso. Parte di questo, lo stomaco e l’intestino, costituiscono il tubo gastrointestinale. Gli organi accessori sono i denti, la lingua, le ghiandole salivari, il fegato, la cistifellea e il pancreas. Funzioni: L’apparato digerente è un insieme di organi che processa il cibo, estrae i nutrienti da questi, ed elimina i residui. Il canale digerente e gli organi accessori cooperano al fine di eseguire le seguenti funzioni: 1. Ingestione: Assunzione selettiva di cibo. 2. Elaborazione meccanica: Molti cibi solidi devono essere ridotti in poltiglia prima di essere deglutiti. 3. Digestione: Frammentazione chimica del cibo in una forma utilizzabile dall’organismo. 4. Secrezione: Acidi, enzimi e tamponi vengono rilasciati, prevalentemente dagli organi accessori, nel canale digerente. 5. Assorbimento delle molecole organiche, elettroliti e vitamine. 6. Escrezione: I rifiuti prodotti vengono secreti dalle ghiandole accessorie (soprattutto il fegato) nel canale digerente. 7. Compattazione: Assorbendo acqua e consolidando i residui delle sostanze ingerite nella formazione delle feci. 8. Defecazione: Eliminazione delle feci. Organizzazione istologica del canale digerente I principali strati di rivestimento del canale digerente sono, dall’interno all’esterno: (1) tonaca mucosa, (2) tonaca sottomucosa, (3) tonaca muscolare (4) tonaca sierosa. Questi 4 strati sono stati descritti nella lezione 19, sebbene si osservano delle variazioni lungo il canale digerente. Peritoneo e Mesenteri La cavità addominopelvica contiene una membrana a doppio strato detta peritorneo. - Il suo strato più esterno, il peritoneo parietale, delimita la parete della cavità. - Il peritoneo viscerale si ripiega verso l’interno dalla parete del corpo umano, avvolgendo i visceri addominali e legandoli alla parete addominale o sospendendoli e mantenendoli nel loro proprio sito. 85 di 137

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