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14. anatomia 1 (1).pdf

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ANATOMIA UMANA I Giuseppe Anastasi LEZIONE 15 – 24/04/2024 SBOBINATORI: REBECCA ALBERGHINA (1A ORA); SOFIA AMATUCCI (2A ORA) CONTROLLORE: FRANCESCO LEOCI (1-2A O...

ANATOMIA UMANA I Giuseppe Anastasi LEZIONE 15 – 24/04/2024 SBOBINATORI: REBECCA ALBERGHINA (1A ORA); SOFIA AMATUCCI (2A ORA) CONTROLLORE: FRANCESCO LEOCI (1-2A ORA) ARGOMENTI TRATTATI: MIDOLLO SPINALE, CATENA TRINEURONALE, INTRODUZIONE AI NERVI CRANICI IL MIDOLLO SPINALE Riepilogando i concetti fondamentali: l’uomo possiede 31 paia di nervi spinali, detti così perché originano dal midollo spinale e 12 paia di nervi encefalici o cranici, chiamati così perché originano dall’encefalo e questi ultimi fuoriescano dalla scatola attraverso i fori della base cranica. I nervi spinali passano dall’interno del canale vertebrale all’esterno attraverso i forami intervertebrali che sono delimitati dai margini dei peduncoli vertebrali. L’uomo possiede 33 vertebre, mentre i nervi spinali sono 31. Perché? Nel midollo spinale sono presenti dei segmenti, definiti neuromeri. Un neuromero è un segmento del midollo spinale dal quale emerge una coppia di nervi spinali. Quindi il primo paio di nervi spinali, C1 (primo cervicale), corrisponde a un neuromero che si chiama primo cervicale. Dunque, perché l’uomo non ha 33 paia di nervi spinali? Perché i 3 neuroni coccigei formano un unico nervo e inoltre, nonostante la presenza di 7 vertebre cervicali, queste danno origine ad 8 nervi, perché il primo esce tra la prima vertebra e la base cranica (osso occipitale), dunque si avranno: 8 neuromeri cervicali 12 neuromeri toracici 5 neuromeri lombari 5 neuromeri sacrali 3 neuromeri coccigei (che danno origine ad un solo nervo) 1 Se si effettua la misurazione del midollo spinale al quinto mese di vita intrauterina si avrà che la lunghezza del midollo spinale è pari alla lunghezza della colonna vertebrale; alla nascita invece la colonna vertebrale si è accresciuta molto di più in direzione caudale rispetto al midollo spinale: questo ci dice che l’ultimo neuromero coccigeo del midollo spinale corrisponde alla seconda vertebra lombare. Se infatti si calcola l’angolo di emergenza di un nervo spinale rispetto al corrispondente foro intervertebrale sarà a 90° e il neuromero è grande quanto il corpo vertebrale; man mano che si scende, i neuromeri diventano più piccoli rispetto ai corpi vertebrali e l’inclinazione di emergenza diventa acuta. Quando si arriva alla fine del canale vertebrale toracico l’emergenza è quasi a 20° e quando si arriva alla 2ª lombare è quasi parallela (circa 5-6°) e tutti questi nervi spinali che sono dentro il canale vertebrale scendono per trovare il proprio foro d’uscita. Dunque, facendo una dissezione del canale vertebrale, si può dire che assomigliano alla coda di un cavallo, tant’è che prende il nome di cauda equina e il midollo spinale termina con un filamento connettivale che prende il nome di filum terminale. Quando si effettua una puntura lombare per aspirazione del liquido cefalorachidiano bisogna farla tra la seconda e la terza vertebra lobare: si fa sedere il paziente, ci si pone alle sue spalle e si chiede al paziente di inclinarsi in avanti in modo tale da divaricare gli spazi intervertebrali. Poi si contano gli spazi e fra la seconda e la terza vertebra si infila il mandrino attraverso cui entra l’ago. Questa operazione può essere fatta con sicurezza perché non c’è il midollo spinale, quindi l’ago scivola fra i nervi della cauda equina ed entra liberamente senza causare danni. Il segmento di cute innervato da un neuromero è il dermatomero, quindi per testare la funzionalità del midollo spinale in una lesione si stimolano i dermatomeri per capire in che zona è la lesione. Nel neuromero L4 c’è la pelvi e si trova a livello di T11: è chiaro che se il paziente ha un’ernia discale a livello di L1-L2 o T12-L1 avrà il dolore a livello degli arti inferiori, che è la zona di innervazione di quel neuromero. Tra un corpo vertebrale e l’altro c’è il disco intervertebrale che è un ammortizzatore in quanto ha degli anelli cartilaginei concentrici per cui le fibre collagene più esterne sembrano verticali e man mano che si va verso l’interno, le fibre collagene si piegano e assumono un passo a spirale in maniera tale che le due lamelle concentriche si incrocino e spezzino le linee di forza. Se quindi si esegue un movimento che porta a piegare la colonna vertebrale verso sinistra, il nucleo polposo sarebbe spinto verso destra, ma gli anelli impediscono questo scivolamento e anzi, lo portano verso sinistra. Nel momento in cui c’è una microlesione il nucleo polposo esce e trova i canali vertebrali e quindi comprime i nervi spinali e questo causa il dolore. Normalmente sono due le zone in cui sono frequenti le ernie: cervicale e lombare. Nell’ernia lombare è subito visibile il dolore forte agli arti. I muscoli innervati da un neuromero si definiscono miomeri. In neurologia l’esame dei riflessi muscolari, attraverso i miomeri, porta a vedere la lesione. 2 DIFFERENZA TRA SOSTANZA BIANCA E SOSTANZA GRIGIA ▪ Sostanza grigia è sinonimo di sinapsi ▪ La sostanza bianca corrisponde alle fibre nervose mieliniche o amieliniche e quindi sono fasci di fibre. Si possono paragonare a dei cavi elettrici che corrono o verso l’alto e quindi si parlerebbe di vie sensitive o verso il basso, le vie motrici. Il midollo spinale ha un colore biancastro, tant’è che facendo una sezione si vede la sostanza bianca all’esterno e la sostanza grigia all’interno. La sostanza grigia ha una forma particolare: ricorda le ali di una farfalla, anche se al giorno d’oggi si dice che è a forma di H; in particolare sono 2 C con concavità rivolta verso l’esterno, connesse tra di loro tramite la commessura. Il canale bianco centrale è il canale centrale dell’ependima che corrisponde al lume del primitivo tubo neurale. I due corni posteriori e i due corni anteriori si continuano l’uno nell’altro attraverso le rispettive basi (la base del corno anteriore si continua con la base del corno posteriore); i corni posteriori sono più snelli e allungati, gli anteriori sono più corti e tozzi. Qui sono situati i centri spinali. Nell’immagine sopra vediamo un disegno anatomico in cui sono state aperte le meningi e questa sezione trasversa mostra la sostanza grigia ad H e dal corno anteriore emerge la radice anteriore dei nervi spinali, mentre dai corni posteriori emerge la radice posteriore. I nervi spinali emergono dal midollo spinale attraverso due radici: una anteriore e una posteriore. 3 Nella radice posteriore c’è un rigonfiamento e subito dopo radice posteriore e anteriore si congiungono a formare un unico nervo. Quindi ciascun nervo che forma una coppia di nervi spinali viaggia attraverso due radici, una anteriore e una posteriore che convergono una verso l’altra; successivamente la radice posteriore presenta un rigonfiamento e subito dopo le due radici si fondono. In ciascun nervo spinale sono identificabili quattro tipi di fibre: - Sensitive somatiche - Sensitive viscerali - Motrici somatiche - Motrici viscerali Proprio per la presenza di queste quattro tipologie di fibre, i nervi spinali sono definibili nervi misti. Dunque: ▪ La radice posteriore è formata da fibre sensitive (viscerali e somatiche), quindi è una radice sensitiva ▪ La radice anteriore è formata da fibre motrici (viscerali e somatiche), quindi è una radice motrice Perché la radice posteriore presenta il ganglio? La radice posteriore possiede il ganglio perché i neuroni che costituiscono il primo neurone delle vie sensitive, sono neuroni pseudounipolari a forma di T asimmetrica con un braccio lungo che funge da dendrite e un braccio corto che funge da assone. Quindi il ganglio è la serie dei corpi cellulari dei neuroni pseudounipolari. In altri termini, tagliando il ganglio priviamo il midollo spinale di tutte le informazioni, non si avranno più ingressi sensitivi. Quindi dato che la radice anteriore è sensitiva e la posteriore è motrice, è possibile affermare che il corno posteriore è sensitivo e il corno anteriore è motore. Nell’immagine sopra, vediamo la sostanza grigia a forma di H, le cui corna posteriori sono circondat3 da un cappuccio che costituisce la sostanza gelatinosa di Rolando. È presente poi un altro cappuccio (quindi sono due cappucci, uno dentro l’altro) che forma lo strato di Waldeyer. Nell’anatomia classica sembrerebbe che la sostanza gelatinosa e lo strato di Waldeyer siano due sostanze accessorie, in realtà costituiscono il corno posteriore e sono la sede delle fibre che trasferiscono il dolore. Infatti, in passato si diceva che la testa del corno posteriore fosse somatosensitiva, il collo fosse propriocettivo e la base enterocettiva: l’esterocettività è la sensibilità 4 dei derivati ectodermici (cute e sistema nervoso), la propriocettività sono i fusi neuromuscolari e l’organo tendineo del Golgi, l’enterocettività è …? Inoltre, si credeva che la base del corno anteriore fosse visceromotrice e la testa fosse somatomotrice. L’immagine a sinistra mostra che le vie ascendenti, ovvero le vie della sensibilità sono catene trineuronali, quindi catene costituite da tre neuroni messi in serie e analizzando tutti quelli del midollo spinale li troveremo in serie in parallelo. Inoltre, esiste un quarto neurone che è un neurone virtuale, in quanto è in realtà una catena neuronale che trasferisce le informazioni da una zona a un’altra della corteccia cerebrale. Questo avviene perché se ci si fa male, si individua subito la zona del dolore e si stabilisce anche la tipologia di dolore. Ma come si fa a sapere che quello si chiama dolore e non è vista o udito? Il sistema che permette di discriminare vista, gusto, propriocettività ecc. è un sistema che prende il nome di codice della linea esclusiva che afferma che nella corteccia cerebrale ci sono delle zone in cui arrivato tutte le fibre esterocettive e propriocettive e quindi se quelle fibre arrivano in quella zona, vuol dire che in tutto il corpo umano le fibre che partono arrivano tutte a una piccolissima circonvoluzione che si trova nel lobo parietale e quindi tutti i potenziali elettrici che arrivano sono codificati in dolore, temperatura, sensibilità o tatto. Tutto il corpo umano si trova disegnato in quella circonvoluzione a formare il cosiddetto homunculus che ha una sensibilità recettoriale diversa: avrà delle grandi mani e una grande faccia, un corpo piccolo, delle gambe piccole così come i piedi. Questo mostra nello specifico il codice della linea esclusiva e dice che ad esempio un dito è proiettato in una determinata zona dell’altro emisfero e questo permette di dire se è tatto o dolore e dove è. Il codice elettrico indica invece, solo la frequenza di scarica e questa corrisponde all’intensità. Se le informazioni percepite, ad esempio toccando una superficie, si fermassero all’area della corteccia specifica noi potremmo dire soltanto se la superficie è liscia o no e la sua temperatura perché la modalità della vista è separata dalla modalità del tatto. Le modalità in genere si integrano tra loro e permettono di costruire tridimensionalmente l’ambiente in cui viviamo; per integrarsi, le informazioni hanno bisogno di una catena neuronale nella corteccia cerebrale e quini il quarto neurone rappresenta in realtà un numero n di neuroni che è deputato ad associare tra loro i diversi stimoli per dare alla fine una visione globale dell’ambiente. Quindi percepiamo tutto in una serie n di canali, ciascuno dei quali va dal recettore alla corteccia cerebrale attraverso una catena neuronale. Arrivate alla corteccia queste modalità si integrano nelle aree associative; infatti, nella corteccia sono presenti aree sensoriali, aree motrici e aree associative. Oggi possiamo fare una distinzione tra le aree associative, in quanto la zona temporo-parieto- occipitale rappresenta l’area associativa cognitiva di tipo sensoriale: in questa zona della corteccia c’è la mappa dello spazio peripersonale da vicino (ad esempio se si sta parlando e intanto sorseggiando un caffè non andremo a guardare dove si trova il caffè perché già lo sappiamo) e queste mappe (che sono 6) indicano una continua plasticità neuronale. Questa mappa viene disegnata attraverso informazioni visive, somatiche e acustiche, in sostanza con tutto quello che definiamo 5 meccanocettori e fotocettori (i chemiocettori dell’olfatto e del gusto arrivano in un’altra zona). Oltre alla sede associativa sensoriale, abbiamo anche l’associativa motoria, l’associativa emozionale (dove si costruisce anche la memoria). Detto questo, diventa fondamentale capire com’è fatta una catena trineuronale. Una dimostrazione del fatto che il segnale elettrico sensoriale è un motore sempre in continua attività è data dalla differenza tra un elettrocardiogramma e un elettroencefalogramma: l’elettrocardiogramma è un ciclo di onde sempre uguali e ripetitive tra loro (P-Q-R-S-T), l’elettroencefalogramma è invece una serie continua di onde, mai uguali fra loro (anche quando si dorme c’è l’onda, il ritmo basale α) e questo vuol dire che il flusso informativo/elettrico è costantemente diffuso nella corteccia cerebrale da un punto all’altro; se non ci fosse flusso, l’elettroencefalogramma sarebbe piatto e questo sarebbe segno di morte. CATENA TRINEURONALE Adesso bisogna capire com’è fatta una catena trineuronale, sia in salita che in discesa. Tutto è costituto da catene elettriche, ascendenti o discendenti e poi ci sono dei centri in cui queste catene formano delle sinapsi o si organizzano in maniera particolare. Sherrington ha dato molta significatività al movimento e tutto ciò che noi sappiamo è legato a lui. La classificazione che adoperiamo per il movimento è la classificazione di Sherrington e prevede tre tipi di movimento: Movimento volontario e cosciente (es. digitare sulla tastiera). Movimento riflesso (es. riflesso rotuleo) che è un movimento cosciente, ma non volontario. N.B. non bisogna confondere la volontà con la corteccia cerebrale: è ovvio che la corteccia cerebrale è sede della volontà, ma la volontà è un fenomeno metafisico a sé stante. Abbassare un braccio è un movimento volontario, ma ad esempio se ci si fa male si sposta il braccio anche se il movimento non è stato comandato. Anche in questo caso è presente la corteccia, perché se si fa un riflesso su un soggetto che ha avuto un ictus questo è assente, proprio perché si è danneggiata la corteccia (la volontà c’è, ma la corteccia non funziona). Nella foto sopra, in basso è segnato il recettore e costituisce il primo neurone delle vie della sensibilità che è un neurone pseudounipolare, quindi possiede il corpo cellulare a livello del ganglio spinale e va dal recettore al corno posteriore del midollo spinale dove forma sinapsi con il secondo neurone che è invece multipolare o interneurone ad assone lungo o proiettivo. L’assone del secondo neurone incrocia la linea mediana, passa nella sostanza bianca dall’altro lato e sale lungo tutto il midollo spinale, lungo il tronco dell’encefalo, arriva al diencefalo dove trova un raggruppamento di sostanza grigia. Si tratta di isole di sostanza grigia immerse nella sostanza bianca e prendono il nome di nuclei, quindi l’assone trova un raggruppamento nucleare che prende il nome di talamo, in cui c’è la sinapsi tra il secondo neurone e il terno neurone che, se parliamo si sensibilità somatica arriverà all’area somestesica, se stiamo invece parlando di sensibilità visiva arriverà alla corteccia visiva. Anche il terzo è un neurone multipolare ad assone lungo. Quindi neurone pseudounipolare → sinapsi nel corno posteriore della sostanza grigia → neurone multipolare o deutoneurone → l’assone si incrocia nella linea mediana e piega verso l’alto → risale nel midollo spinale formando la sostanza bianca → risale lungo tutto il midollo spinale e il tronco dell’encefalo → arriva al diencefalo dove prende sinapsi con uno dei nuclei del talamo → il terzo neurone è multipolare ed è detto talamo-corticale. 6 Quindi ci sono 3 neuroni e 2 sinapsi, nessuna di queste sinapsi è una sinapsi 1:1, qui abbiamo un sistema a piramide per cui per esempio 100 primi neuroni prendono sinapsi con 30 secondi neuroni e comincia l’integrazione; 30 secondi neuroni prendono sinapsi con 10 neuroni talamo-corticali (ingrandiamo ancora di più il campo, integrazione) e alla fine si arriva alla corteccia cerebrale. Forma proprio una piramide: 100 – 30 – 10 C’è quindi una legge stabile secondo cui tutte le vie della sensibilità, sia dei nervi spinali che dei nervi cranici, sono catene trineuronali alla quale si aggiunge un quarto neurone che costituisce una catena n di neuroni non quantificabile. Solo 2 sensi fanno eccezione: l’udito e l’olfatto. L’acustico …? l’olfattivo ne ha due. Inoltre, tutte le fibre nervose che vanno verso la corteccia cerebrale si devono formare dal talamo, quindi non è possibile che le fibre che si originano dal midollo spinale o da qualunque altro posto vadano direttamente alla corteccia, ma si fermano prima. Il talamo è quindi una sorta di stazione di distribuzione che invia le informazioni alle aree specifiche. “Le sinapsi non sono fedeli cantastorie”: infatti le sinapsi interpretano la realtà, modificandola secondo sensazioni soggettive. Quindi vuol dire che una prima processazione è presente già a livello neuronale, la seconda è presente a livello del talamo che infatti viene paragonato a un filtro, di tipo qualitativo, che dice, in collaborazione con la corteccia cerebrale, quali sono gli stimoli sui quali siamo concentrati (l’arrivo delle informazioni, ovviamente dipende anche dalla frequenza di scarica). Motivo per cui il talamo viene anche chiamato portinaio emozionale. Quindi il talamo è una stazione di processazione: ogni sinapsi è una processazione. A questo punto abbiamo il quarto neurone intracorticale che serve a connettere e ad associare le informazioni. La sensibilità viene classificata in tre modalità a seconda dei derivati embrionali in cui sono posti i recettori: - Sensibilità esterocettiva, dai derivati ectodermici (la cute) - Sensibilità propriocettiva, dai derivati mesodermici La sensibilità esterocettiva è legata a informazioni che provengono dall’esterno (i fotocettori sono esterocettori, ma sono anche chiamati telecettori perché recepiscono segnali a distanza); i propriocettori indicano invece uno stimolo proveniente dall’interno del corpo, in quanto il mesoderma è l’unica regione che non può scambiare informazioni né con l’ectoderma, né con il mesoderma (l’equilibrio ad esempio è una propriocezione) - Sensibilità viscerale Il professore ripropone lo schema presente a pagina 1 della sbobina, figura 13.3 In blu vediamo il compartimento sensitivo con visceri e vasi (fibre sensitive viscerali) sensibilità che provengono dalla cute e dal muscolo (fibre sensitive somatiche) e sensibilità che provengono dagli organi di senso (fibre sensitive specifiche). Queste informazioni entrano nel sistema nervoso e dal midollo spinale o dall’encefalo arrivano al talamo e da qui alla corteccia cerebrale. Nella corteccia avviene l’integrazione e l’elaborazione di una risposta, che è una risposa motoria che discende (poi vedremo lo schema motorio) fino al midollo spinale e da qui esce attraverso fibre 7 motrici viscerali della muscolatura liscia (del tratto gastroenterico, respiratorio, urinario…), muscolatura cardiaca e ghiandole o attraverso fibre motrici somatiche della muscolatura scheletrica. Tutte le componenti possibili sono quindi cinque e nei nervi spinali ci sono obbligatoriamente quattro componenti: - Componente sensitiva somatica - Componente sensitiva viscerale - Componente motrice somatica - Componente motrice viscerale Nei nervi spinali manca la componente relativa agli organi di senso. Questi nervi sono definiti nervi misti, perché hanno obbligatoriamente tutte le 4 componenti. Per quanto riguarda invece i nervi cranici, ci sono cinque componenti in quanto è presente anche la sensibilità specifica. Solo 3 nervi cranici sono misti: vago, glossofaringeo e facciale, dunque hanno 4 componenti. In realtà il nervo vago ne ha 5 (perché ha anche fibre gustative); anche il glossofaringeo ha fibre gustative, ma non le viscerosensitive generali. I nervi XII, XI, VI e IV hanno una sola componente, motrice somatica, quindi sono nervi somatomotori. Il V nervo ha due componenti: somatomotrice e somatosensitiva Il III ha solo le componenti somatomotrice e visceromotrice. La componente visceromotrice determina la miosi. Se arriva un paziente privo di sensi al PS gli si controllano le pupille con una lampada a fessura: se si vede miosi, si tratta di una perdita dei sensi temporanea; se la pupilla rimane immobile il paziente è in coma (che può essere reversibile o no) I nervi I, II e VIII possiedono solo sensibilità specifica Il professore ripropone nuovamente lo schema presente a pagina 1 della sbobina, figura 13.3 Dividiamo l’immagine in una parte che si trova a destra e una a sinistra. La parte a destra possiede fibre che provengono da cute, muscoli e organi di senso, quindi sensibilità cosciente e fibre che vanno alla muscolatura scheletrica. Nella parte sinistra ci sono fibre che provengono dai visceri (sensibilità viscerale) e fibre motrici che vanno ai visceri. Quindi è possibile divide in due questo schema: una metà destra e una metà sinistra. Nell’unico sistema nervoso che l’uomo possiede, centrale e periferico, abbiamo due sistemi nervosi funzionanti: - Prendendo in considerazione la metà destra dello schema abbiamo il sistema nervoso volontario e cosciente (è il sistema nervoso della vita di relazione). - Prendendo in considerazione la metà sinistra dello schema abbiamo il sistema nervoso autonomo e involontario (è il sistema nervoso vegetativo). In ognuno di noi questi due sistemi accoppiati e per ogni habitus motorio ed emozionale c’è un corrispondente habitus vegetativo. Nel momento in cui si ha un disaccoppiamento di questi sistemi, ovvero perdita della vita di relazione e mantenimento della vita vegetativa si ha il coma (che può 8 essere reversibile o meno). Il sistema nervoso si divide in due componenti: il sistema nervoso simpatico, l’altra è il sistema nervoso parasimpatico. Il punto focale è dove sono i centri dell’uno e dell’altro. Il sistema nervoso simpatico ha i suoi centri da T1(regione toracica) fino a L2 (secondo neurone neolombare). Nel sistema nervoso parasimpatico riconosco due componenti: una craniale (sono le fibre viscero sensitive dei nervi cranici VII, IV, X e il III che ha le fibre viscero motrici) che avvolge tutte le fibre toracica fino al polo discendente, e una sacrale che ha i centri nevrassiali rappresentati da una colonna di neuroni viscero-motori situata nella lamina VI tra S1 e S5. Le fibre raggiungono il plesso pelvico e poi il colon trasverso, il colon discendete, retto, vescica, uretra, genitali interni ed esterni. Il X nervo cranico controlla tutti i visceri del torace e dell’addome fino al colon discendente, esclude però la minzione, la defecazione, erezione ed eiaculazione. Il vago è un facilitatore che accelera la peristalsi gastro intestinale, aumenta la secrezione dei succhi gastrici salivari e intestinali, aumenta il tono bronchiolare. Gli apprezzamenti neuronali vengono definiti centri. Il simpatico invece è un inibitore. Il bilancio fra parasimpatico e simpatico genera il nostro temperamento vegetativo. Il più comune dei facilitatori è l’acido glutammico che funziona anche da inibitore, questo dipende dall’interazione fra neurotrasmettitore e recettore e dalla sua conformazione stereoisometrica. Se si passa dai visceri al cuore si inverte la funzione: il parasimpatico diventa inibitore e il simpatico diventa facilitatore. Il vago induce bradicardia e anche una trombofilia tardiva, senza effetti negativi. Diastole e sistole. Due atri non fanno una sistole, l’atrio è sottile, il ventricolo è spesso. L’atrio dopo il passaggio del sangue fa un fremito e si dilata il cuore. Fra 60 bpm o 90 bpm, qual è il più vantaggioso per il riempimento cardiaco? Il primo dura un secondo, l’altro tre quarti di secondo. La bradicardia ha un migliore riempimento ventricolare a 60 ppm, quando va in sistole espelle più sangue, lavoro meno e ottengo un rendimento maggiore. Fausto Coppi il bradicardico più famoso, sotto sforzo massimale, arrivava a 78 bpm. L’innervazione dei nostri visceri, bilanciandosi, dà le nostre caratteristiche vegetative. Il sistema nervoso vegetativo è controllato dall’ipotalamo. Vita vegetativa è controllata dal sistema nervoso autonomo, mentre la vita razionale dal sistema nervoso volontario che è unico nella sua distribuzione, continuo. Il sistema nervoso vegetativo presenta il parasimpatico craniale, il simpatico toraco-lombare e un parasimpatico sacrale. Abbiamo tre tipi di sensibilità: sensibilità esterocettiva, sensibilità propriocettiva e sensibilità viscerocettiva, esterocettiva e propriocettiva sono somatosensitive, mentre la sensibilità viscerocettiva è viscerosentiva. In passato si credeva che in tutta la sensibilità esterocettiva la sinapsi era tra il primo e secondo neurone nella testa del corno posteriore, la propriocettiva nel collo e la viscerocettiva nella base. La base del corno anteriore è visceromotrice, la testa del corno anteriore è somatomotore. Il corno posteriore è incappucciato da una sostanza gelatinosa, lateralmente sono presenti i centri viscero motori. Nel 1952 un neuroanatomista svedese scoprì che le sinapsi del corno anteriore e posteriore si condensano in lamine, nasce dunque il concetto della stratificazione in lamine dei neuroni della sostanza grigia del midollo spinale, quindi il concetto di stratificazione sinaptica. Le lamine numero VII e VIII sono interneuroni con l’assone corto che non escono dalla sostanza grigia del midollo spinale. Quando piego il braccio attivo i flessori, ma se non inibisco gli estensori non riesco a piegarlo. Ci sono dunque muscoli agonisti e antagonisti, se devo attivare gli agonisti devo inibire gli antagonisti. Nella dinamica del movimento i ruoli si possono invertire, le fibre che sono agoniste possono diventare antagoniste e viceversa, questo è possibile grazie alle innumerevoli informazioni processate dal sistema nervoso. La distonia è l’incapacità di modulare questo continuo movimento di attivazione e l’inibizione di muscoli agonisti o antagonisti. Le blu sono le lamine sensitive, le rosse sono interneuroni. (Dove c’è scritto 8 è 9, e viceversa) 9 I movimenti automatici come camminare e masticare, l’inspirazione e l’espirazione non hanno bisogno dell’indispensabilità della corteccia celebrale, possono continuare anche senza corteccia cerebrale perché ci sono centri ritmici generatori del ritmo. LE LAMINE: Nella lamina I ci sono i piccoli neuroni delle vie del dolore, c’è il secondo neurone della sintesi neuronale che trasferisce il dolore, sono assoni amielinici. Le lamine III, IV, V sono per tatto e temperatura. La III lamina funge da connessione tra dolore e tatto. Ad esempio se si effettua una puntura: il tatto anestetizza, sfregando, bloccano la sinapsi in quella zona della cute quindi o non sento dolore o è veramente infimo. Le fibre del tatto sono fibre beta che quando arrivano alla lamina IV associano una sinapsi con l’interneurone della lamina III e inibiscono la sinapsi e non si percepisce il dolore. La lamina VI è viscerosensitiva. La lamina VII è interneuronale. Ad esempio se mi pungo, allontano il braccio prima di sentire il dolore perché ho dei riflessi spinali, il primo neurone che arriva emette una frequenza di scarico che viene collegata agli interneuroni. Quindi non solo gli interneuroni permettono il coordinamento dei muscoli antagonisti e agonisti, ma da essi dipendono anche i riflessi spinali. Nella lamina IX troviamo i muscoli assiali (quella della colonna vertebrale) che si dividono in epiassiali (estensori) e ipoassiali(flessori). Troviamo anche il muscolo cingolo della spalla e i muscoli distali. Si ha quindi un’organizzazione somatotopica. Fibre che vanno in distretti vicini camminano vicine, i motoneuroni del midollo spinale sono organizzati secondo la legge prossimo distale. La seconda legge è quella flesso-estensoria, i flessori stanno dietro e gli estensori invece stanno davanti. I propriocettori si trovano nella lamina, in ciascuna lamina si possono avere ulteriori addensamenti chiamati nuclei. Nella lamina VII abbiamo tre nuclei, due di questi sono visceromotori: intermedio mediale e intermedio laterale in corrispondenza del corno da T1 a L2. Il terzo nucleo è il nucleo dorsale del Clarke, ed è quello dei propriocettori, ma questo nucleo è presente solo da T1 a L3. 10

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