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This document is a collection of excerpts from the epic poem, providing snippets of the story. Includes discussion of characters and events.

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T9 - LA PASSIONE DI DIDONE Enea ha finito di raccontate le sue gesta e tutti vanno a dormire, tranne Didone, tormentata dal sentimento nascente per l’eroe e il voto di fedeltà al marito defunto. All’alba, allora, si confida con la sorella Anna, che la spinge a lasciarsi andare al sentimento per Ene...

T9 - LA PASSIONE DI DIDONE Enea ha finito di raccontate le sue gesta e tutti vanno a dormire, tranne Didone, tormentata dal sentimento nascente per l’eroe e il voto di fedeltà al marito defunto. All’alba, allora, si confida con la sorella Anna, che la spinge a lasciarsi andare al sentimento per Enea. Allora si recano a fare sacrifici agli dei. cieco fuoco —> amore τοπος —> ricorda la storia di medea e giasone nelle argonautiche luce febea —> di apollo (tira il carro del sole) concorde (sorella) —> stesso sangue “riconosco i segni dell’antica fiamma” —> agnosco vestigia veteris flammae pudore —> ciò di cui si vergogna (x via del voto al marito) “a Giunone prima di tutti, che tutela i vincoli nuziali” —> Giunone è detta Lucina, “colei che dà alla luce” —> dea del parto “e tacita vive la ferita nel cuore” —> ferita fatta dalla freccia di cupido didone vaga per la città —> paragonata a una cerva ferita porta enea in giro per tutta la città che sta crescendo al tramonto torna e continua a pensarlo —> prende in braccio ascanio xché gli assomiglia smette di coprire i panni di regina —> lei che era un esempio di pudor è impazzita discussione sull’olimpo venere vs giunone chiede la pace didone ed enea a caccia —> scoppia un temporale (divino xché sono in africa) —> tutti fuggono —> loro soli —> consumano il loro amore in una grotta lei si fa chiamare moglie di enea —> gli altri suoi pretendenti si adirano x lui non era una cosa seria lui deve andarsene —> didone è delusa come una moglie —> RABBIA E VENDETTA mercurio gli ricorda la missione T10 - L’ADDIO: LA VANA MISSIONE DI ANNA Didone, avuta la conferma da enea della sua partenza, si strugge osservando dalle mura i preparativi. Tuttavia, fa un ultimo disperato tentativo: chiede alla sorella anna di cercare di convincere l’eroe a rimanere. Anna lo implora, riferendogli la disperazione della sorella, ma lui deve, suo malgrado, salpare. “esegue i comandi degli dei” —> mercurio gli comunica il volere di giove unte (carene) —> x la pece usata x rendere impermeabile “potresti vederli migrare…” —> si riferisce al lettore “e come quando le formiche… quali pensieri avevi allora, o didone…” —> similitudine scorgendo dall’alta rocca —> teicoscopia (elena e priamo) “e supplice sottomette l’orgoglio all’amore” —> era una donna indipendente, ma anche lei cede all’amore perfido —> da perfidus, “che non rispetta la parola data” coniuge, ospite, perfido, superbo nemico —> climax x indicare la rabbia “conceda un estremo dono all’amante: aspetti una facile fuga e favorevoli venti” —> è inverno, non è il momento di partire “finché la mia sorte mi insegni a soffrire vinta” —> deve abituarsi “ma egli non cede a pianti…” —> enea sembra cattivo ma è costretto a partire dai fati tramontane alpine —> venti (fusto) annoso —> vecchio “e come le tramontane… così l’eroe…” —> similitudine T11 - SUICIDIO DI DIDONE Fallito il tentativo, Didone decide di togliersi la vita. Allontana la sorella con la scusa di cercare una maga che la liberi dall’amore e fa preparare una pira per “bruciare il letto nuziale”. Quando Didone vede le navi troiane allontanarsi, lancia una maledizione su Enea: se mai dovrà riuscire a fondare roma, dovrà affrontare difficoltà nel territorio italiano. Dopodiché organizza con la nutrice un finto sacrificio, ma appena questa si allontana lei appoggia la spada sul letto e ci si getta sopra. La notizia si diffonde immediatamente. La sorella anna si dispera: lei sarebbe morta insieme a didone se glielo avesse chiesto. Finalmente iride le stacca un capello e la vita la abbandona. scena patetica (pathos) Dire vendicatrici —> erinni, spiriti che inseguono gli omicidi Ecate —> regina dell’ade morente Elissa —> vero nome di didone “e voi, o tirii…” —> invoca i cartaginesi “e sorgi, vendicatore, dalle mie ossa…” —> annibale, sarà il cartaginese + forte giove stigio —> epiteto (lo stige è il fiume su cui gli dei giurano) ardere sul rogo l’effigie del dardanio —> bruciare l’immagine di enea “pallida della morte futura” —> anticipazione intime (soglie) —> interne spada dardania —> la spada di enea dono non a questo uso richiesto —> non gliel’ha data per questo “beva questo fuoco con gli occhi dal mare il crudele dardanio” —> vuole che enea in mare veda la pira e capisca che è morta “gettarsi sul ferro, la spada schiumante e le mani bagnate di sangue” —> muore come un vero eroe Fama —> mostro alato con tanti occhi —> dicerie “ferendosi il volto con le unghie e il petto coi pugni” —> gesto di lutto “tre volte poggiando sul gomito… tre volte s’arrovesciò” —> tre numero ricorrente iride —> dea dell’arcobaleno e messaggera, si pensava che quando in fin di vita ti staccava un capello potevi raggiungere l’ade SBARCO IN SICILIA: Enea vede il fumo della pira e ha dei brutti presentimenti, subito dopo il cielo si scurisce e sono costretti a ripararsi in sicilia INCENDIO DELLE NAVI: le donne troiane guidate da giunone incendiano le navi x costringere enea a rimanere, ma una pioggia mandata da zeus salva qualche nave. allora il popolo si separa: alcuni continuano il viaggio, altri rimangono. T12 - PALINURO Lasciata la sicilia, i troiani si dirigono verso l’italia. Venere chiede l’aiuto di Nettuno per garantire al figlio una navigazione tranquilla, ma lui in cambio vuole il sacrificio di un troiano, Palinuro, il nocchiero. Di notte, Palinuro si mantiene attento e governa la nave; nettuno si trasforma in Forbante e chiede a Palinuro di fare cambio, ma lui non si fida del mare. Allora nettuno lo addormenta con un ramo intinto nel fiume lete e lo spinge in mare. “il padre aggioga in oro i cavalli —> nettuno corteggio —> corteo di creature marine Sonno —> hypnos Forbante —> uno dei figli di Priamo o Palinuro —> apostrofe dell’autore, scena molto patetica un ramo stillante rugiada letea —> dal lete, fiume dell’ade (λανθανω), che fa dimenticare ai morti la vita passata “nudo, o palinuro, giacerai su un’ignota spiaggia” —> insepolto T13 - LA SIBILLA CUMANA le navi di Enea giungono a Cuma. Enea entra nel tempio di Apollo e consulta la sibilla, che, invasata dal Dio, predice luttuosi eventi nel Lazio. Allora Enea la prega di guidarlo negli inferi e lei acconsente ma gli dice che prima dovrà procurarsi il ramo d’oro da offrire a Proserpina e dare sepoltura ad un compagno morto. Enea torna dai suoi e scopre che il compagno morto e il trombettiere; i Troiani, mentre si recano a recuperare la legna per la pira, trovano il ramo d’oro. Celebrate le esequie, Enea si avvia verso il regno dei morti; compiuto il sacrificio, varca con la sibilla la soglia, dopo aver sacrificato bestie dal manto nero; i due giungono sulla riva dell’Acheronte e sulle acque appare Caronte. T14 - INFERI Enea sulle rive dell’Acheronte vede una grande folla e domanda alla sibilla chi siano e perché alcuni restino sulle rive e gli altri possano attraversare. la sacerdotessa spiega che quelle sono le anime dei morti: quelli sepolti possono attraversare l’Acheronte, gli altri no. I due si trovano davanti a Caronte, che chiede chi siano; grazie alla sibilla, enea ottiene il permesso per entrare e varcare l’Acheronte. giungono così nell’antinferno, custodito da Cerbero, che viene neutralizzato dalla sibilla con una focaccia soporifera. I due giungono poi nel luogo dove si trovano i morti prematuramente e i condannati ingiustamente: là incontrano Didone, che però disdegna Enea. Quando finalmente giungono nei campi elisi, dove si raccolgono i beati, Enea incontra il padre che, dopo un abbraccio mancato, gli mostra i suoi discendenti, tra cui Augusto. Dopo questi avvenimenti Enea finalmente lascia gli inferi. fiumi infernali: ancheronte, cocito, stige lete larga canizie incolta invade il mento —> barba bianca incolta sordido —> sporco vegliardo —> vecchio cruda e verde vecchiezza —> ossimoro (è un dio quindi la sua vecchiaia è ancora vivace “donne e uomini…” —> la morte azzera le differenze sociali “quante nelle selve…” —> similitudine x indicare che sono tantissimi livide (acque) —> scure palude stigia, sulla potenza dei quali temono di spergiurare gli dei —> gli dei giurano sullo stige guardiano tartareo —> Cerbero “Il battello stigio non può trasportare i viventi, e non mi rallegrai mai di avere ricevuto sul lago l’Alcide che scendeva, né Teseo e Piritoo” —> Enea non è il primo vivente nell’Ade “Gemette sotto il peso la barca intessuta di giunchi, e ricevette molta acqua dalle fessure” —> di solito la barca trasportava anime senza un peso corporeo ARRIVO NEL LAZIO: Enea giunge alla foce del Tevere; non lontano regna Latino, la cui figlia Lavinia è promessa al principe dei rutuli, Turno. I Troiani, molto affamati, si cibano anche delle “mense”, ossia le focacce dure su cui si ponevano i cibi: si avvera così la profezia tanto minacciosa di Celeno. ALLEANZA CON LATINO: dopo la ricognizione, Enea inizia a costruire una città invia degli ambasciatori a latino, che gli manda doni e propone un’alleanza. Ma giunone manda la furia Alecto a provocare la pazzia della regina Amata e instillare l’odio nel cuore di Turno. la dea spalanca le porte del tempio di giano, atto che ufficializzava la guerra. VIAGGIO A PALLANTEO: A Enea appare in sogno il Dio tiberino che gli suggerisce di recarsi a Pallanteo per chiedere l’aiuto del re Evandro; questo lo accoglie benevolmente e gli assicura l’invio di 400 cavalieri insieme al figlio Pallante; inoltre gli suggerisce di andare a chiedere l’aiuto degli etruschi, ostili a Turno. VULCANO FORGIA LE ARMI DI ENEA: intanto Venere fa costruire a vulcano, suo marito, le nuove armi di Enea, tra cui il suo scudo, rappresentante la storia romana TURNO ATTACCA I ROMANI: Mentre Enea è lontano iride suggerisce a turno di attaccare i Troiani, che però si ritirano nel campo fortificato. Allora il principe tenta di dare fuoco alle navi, ma Giove le sottrae trasformandole in ninfe. Turno allora fa accampare il suo esercito. T20 - EURIALO E NISO E' notte ed il campo troiano è assediato da Turno, Enea è assente perchè è presso gli Etruschi a cercare aiuti ed a stringere alleanze. Bramoso di gloria Niso progetta una sortita per raggiungere Enea ed avvertirlo dell’assedio; intende andare solo ma Eurialo insiste per seguirlo. Ottenuto il permesso degli anziani i due si avventurano fuori dal campo attraversando l’accampamento dei Rutuli che dormono pesantemente, storditi dal vino. Niso ed Eurialo ne approfittano per uccidere molti nemici ma mentre si allontanano attirano l’attenzione col luccichio dell’elmo rubato alle vittime, di un manipolo di nemici. Vulcente, capo del manipolo, intima loro di fermarsi ed i due giovani cercano rifugio in un bosco. Dopo breve tempo Niso si accorge che Eurialo è preda dei nemici. Cerca di aiutarlo con le sue frecce e riesce ad uccidere un paio di nemici ma quando Vulcente sta per colpire Eurialo, esce allo scoperto cercando di attirare su di se l'ira per distoglierla dall'amico, ma invano: Vulcente abbatte Eurialo con un colpo di spada. Furioso Niso si scaglia contro i nemici e prima di morire riesce ad uccidere Vulcente. rielaborazione dell’episodio di Ulisse e Diomede dell’Iliade sortita —> infiltrazione spalle inutilmente forti —> morirà presto e quella forza non gli servirà “ripercorrendo tutto l’incerto cammino della selva ingannevole, insieme scrutando le orme, le percorre a ritroso, ed erra tra i cespugli” —> rievocazione di enea e creusa “come un fiore purpureo… o come i papaveri che chinano il capo…” —> similitudine “Fortunati entrambi! Se possono qualcosa i miei versi, mai nessun giorno vi sottrarrà alla memoria del tempo” —> interviene virgilio e si rivolge ai personaggi —> momento patetico RITORNO DI ENEA: Giove riunisce gli dei a concilio e gli proibisce di prendere parte alla battaglia tra Troiani e latini. Enea, che ha stretto alleanza con gli etruschi, naviga con 30 navi cariche di guerrieri. Durante la notte gli si avvicinano le sue navi, in forma di ninfe e illustrano la situazione critica dell’assedio. Quando turno avvista le navi troiane tenta di impedire lo sbarco e ingaggia una battaglia tremenda MORTE DI PALLANTE: Per vendicarsi di Evandro, che ha stretto alleanza con i Troiani, turno uccide Pallante, strappandogli come trofeo il balteo d’oro. Questo scatena la reazione di Enea, che cerca di inseguirlo, ma Giunone crea un’ombra con le sue stesse sembianze che viene inseguita da turno fin sopra una nave; la dea taglia poi gli ormeggi e la nave si allontana portando via il re dei rutuli dalla battaglia PROPOSTA DI UN DUELLO: Preoccupato per le perdite turno decide di sfidare a duello enea per porre fine alla guerra: vincitore sposerà Lavinia e sottometterà l’altro popolo. Enea accetta e si stabilisce una tregua. ROTTURA DELLA TREGUA: giunone convince Giuturna, sorella di turno, a intervenire x ritardare la morte del fratello. Perciò ella spinge un rutulo a violare la tregua uccidendo un nemico. RICOMINCIA LA GUERRA: la guerra ricomincia e enea viene ferito; è subito guarito e deciso ad affrontare turno; ma giuturna, con le sembianze dell’auriga, sta guidando il carro di turno e lo tiene lontano T26 - ULTIMO DUELLO Turno viene informato della situazione di pericolo e, temendo di essere considerato vile, ordina di interrompere il combattimento per duellare con enea. il duello finale avviene in diverse fasi: entrambi gli eroi scagliano le aste ma sbagliano il tiro, poi turno tenta di colpire enea con la spada, che si distrugge contro lo scudo di enea; infine scappa dal troiano, fino a quando non gli viene data una spada dalla sorella. Nel frattempo sull’olimpo si sancisce l’accordo definitivo: Giunone abbandona turno al suo destino e lascia in pace enea, ma esige che i troiani assumano il nome e la lingua latina, con le nozze tra enea e lavinia. Giove allora manda una delle Dire da Giuturna, in forma di civetta, un cattivo presagio. Ora la sorella non può più aiutare Turno ed è costretta ad andarsene. Intanto il combattimento continua: Turno indugia, poi solleva un enorme masso e tenta di scagliarlo su enea, ma è indebolito dal volere degli dei; enea ne approfitta e lo colpisce alla coscia con l’asta. Turno implora pietà per il padre, e enea sta per cedere, quando vede il balteo di pallante e per tener fede alla promessa di evandro, lo uccide

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