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This document appears to be a chapter from an Italian history textbook or study guide, covering topics such as the Byzantine Empire, the Great Schism, Islam in the 11th century, the Crusades, the Mongol Empire, and the Italian maritime republics.

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VERIFICA DI STORIA Capitolo 4: 1) L’IMPERO BIZANTINO – Dal Mille al XII secolo, sotto la dinastia macedone, l'Impero bizantino divenne una grande potenza, espandendosi in Asia minore, Balcani e Mediterraneo. Dopo la dinastia macedone, l'impero attraversò un lungo periodo di instabi...

VERIFICA DI STORIA Capitolo 4: 1) L’IMPERO BIZANTINO – Dal Mille al XII secolo, sotto la dinastia macedone, l'Impero bizantino divenne una grande potenza, espandendosi in Asia minore, Balcani e Mediterraneo. Dopo la dinastia macedone, l'impero attraversò un lungo periodo di instabilità politica, con minacce esterne da normanni, nomadi balcanici e turchi selgiuchidi. Solo dal 1081, con l'ascesa di Alessio Comneno, l'impero tornò a essere una vera potenza. 2) LO SCISMA D’ORIENTE – Nell'XI secolo, l'Impero bizantino contribuì alla divisione del cristianesimo tra la Chiesa cattolica dell'Occidente e le Chiese ortodosse d'Oriente. Il cristianesimo bizantino, di lingua e cultura greca, differiva per teologia e liturgia dalla Chiesa latina. L'imperatore bizantino, simbolo di unità religiosa, aveva un ruolo centrale nella Chiesa. Questo fenomeno era spesso chiamato "cesaropapismo". Inoltre i bizantini si dedicarono alla missione di convertire i pagani nei Balcani e nella Rus' di Kiev. I fratelli Cirillo e Metodio crearono anche un alfabeto apposta per i popoli slavi, che divenne poi l'alfabeto cirillico. Queste missioni gettarono le basi per lo sviluppo delle culture slave nei Balcani e nella Rus' di Kiev. Nel 1054, inevitabilmente, avvenne lo scisma tra le Chiese cristiane orientali e occidentali, separando la Chiesa greca da quella d'Occidente. 3) L’ISLAM NEL XI SECOLO – A partire dall'anno Mille, il califfato arabo-musulmano subì profonde trasformazioni. A Baghdad, la dinastia abbaside deteneva ancora la carica di califfo un potere politico e religioso su tutti i credenti in Allah. In Africa settentrionale, la dinastia dei Fatimidi, musulmani sciiti, ostili agli Abbasidi sunniti, si affermò in Algeria, Tunisia, Egitto, Palestina e Penisola Arabica, attribuendosi anche loro il titolo di califfi. Nello stesso periodo, i turchi selgiuchidi dall'Asia centrale raggiunsero Baghdad, dove si misero al servizio degli Abbasidi, ottenendo il titolo di sultani. I selgiuchidi si espansero poi fino a Gerusalemme, sottraendola ai Fatimidi. 4) LE CROCIATE – A partire dal Mille, la Palestina divenne un terreno di scontro tra selgiuchidi e Fatimidi, complicando i pellegrinaggi cristiani in Terrasanta. Nel 1095, papa Urbano II proclamò una mobilitazione armata per liberare Gerusalemme, promettendo la remissione dei peccati ai partecipanti: questo diede inizio alle crociate. La prima crociata ufficiale (era avvenuta quella “dei pezzenti”) portò alla conquista di Gerusalemme nel 1099 e alla nascita di “Regni Latini”, regni creati nei territori sottomessi affidati ai capi delle spedizioni. L'instabilità del mondo turco selgiuchide e il declino dell'Egitto fatimide frenarono inizialmente la rivincita musulmana. Il papa allora chiamò a una nuova crociata, la seconda, predicata da Bernardo di Chiaravalle, con la partecipazione dei re Luigi VII e Corrado III. Le armate partono nel 1147, ma l'assedio di Damasco fallì miseramente e la seconda crociata terminò lì tra polemiche. Nel 1169 il califfato fatimide chiese aiuto a Salah ad-Din Yusuf, noto come Saladino. Quest'ultimo prese il potere abolendo il califfato fatimita e ripristinando l'islam sunnita. Saladino poi conquistò Egitto e Siria ed unì tutto il mondo islamico inclusa Gerusalemme. Seguì la terza crociata che coinvolse Riccardo Cuor di Leone, Filippo II di Francia e Federico Barbarossa. Mentre i primi due viaggiarono via mare, Federico partì via terra nel 1189, ma morì lungo il percorso. Nel 1191 dissensi tra i cristiani portarono alla partenza dei francesi e tedeschi, lasciando Riccardo a guidare i combattimenti. Riccardo raggiunse un accordo con Saladino: Gerusalemme rimaneva a Saladino, con libero accesso per i pellegrini cristiani. 5) L’IMPERO MONGOLO – Tra il XII e il XIII secolo, l'Impero mongolo si espanse notevolmente dalla Cina all'Europa orientale e alla Persia. Gengis Khan nel 1206, unificò le tribù mongole e le trasformò in un popolo di conquistatori. Dopo la morte di Gengis Khan nel 1227, l'impero continuò ad espandersi e consolidarsi politicamente, amministrativamente e fiscalmente. Si espansero a ovest, verso la Rus', con centro politico a Kiev, divenne facile preda dei mongoli insieme a Polonia e Ungheria. A est, l'impero mongolo si espanse fino all'attuale Iraq, distruggendo Baghdad e ponendo fine al califfato abbaside. Nella seconda metà del XIII secolo, l'impero si frammentò in quattro khanati, raggiungendo una stabilità interna nota come pax Mongolica. 6) LE REPUBBLICHE MARINARE – Nel Mediterraneo medievale, città italiane come Amalfi, Venezia, Pisa e Genova furono importanti centri commerciali. Queste città marinare, indipendenti da poteri esterni, erano protagoniste dei traffici e degli scambi. Amalfi, organizzata come ducato, cadde nel 1131 sotto il Regno normanno di Sicilia. Venezia, con un controllo politico su isole e coste adriatiche, ottenne privilegi dall'Impero bizantino, La concorrenza tra le città marinare portò a guerre navali e attività di pirateria, ma ci furono anche collaborazioni come quella tra Genova e Pisa contro la pirateria saracena. Le repubbliche non appoggiavano solo i Regni Latini con cui commerciavano seta, datteri e cotone, ma anche i nemici; infatti con l’Egitto musulmano commerciavano merci di lusso indiane. Nel 1198, papa Innocenzo III bandì la quarta crociata per conquistare Gerusalemme, puntando a invadere l'Egitto. Venezia fornì la flotta necessaria, ma la somma pretesa dai veneziani per il prestito non poté essere saldata. Così, per saldare il debito, partirono e conquistarono Zara, poi diressero su Costantinopoli e la città fu saccheggiata. Venezia dopo questa crociata ottenne un vasto controllo, inclusa Creta. Capitolo 5: 1) I COMUNI – In Italia durante l'evoluzione politica delle città il potere passò ai milites, vassalli del vescovo e cavalieri, formando un'aristocrazia urbana. La ricerca di equilibrio politico portò alla formazione di consolati, organismi collegiali nati a Pisa ed imitati da altre città. I consoli garantivano l'ordine pubblico. Anche se inizialmente legittimati dal vescovo o dall'imperatore, i governi consolari divennero autonomi da ogni altra autorità. La giustizia era una funzione essenziale del potere consolare, gestita dai consoli, per risolvere i conflitti sulle proprietà. Inizialmente, mancavano gli strumenti per far rispettare le sentenze, e chi non obbediva veniva bandito. La giustizia consolare si estese oltre le mura cittadine, attraverso accordi fino a controllare il contado. Gli abitanti delle campagne, chiamati "contadini", erano soggetti alle norme cittadine ma privi di diritti politici, a meno che non si trasferissero in città. Queste città iniziarono a definirsi Comuni. Fuori dall'Italia, "Comune" indicava un'associazione tra alcuni cittadini, in Italia, invece, il Comune era un'autorità pubblica che governava su tutti i cittadini basandosi sul luogo di nascita. 2) PODESTÀ & CORPORAZIONI – Alla fine del XII secolo la competizione tra le famiglie di milites per il potere politico aumentò, causando disordini pubblici. Il governo collegiale dei consoli non riusciva più a mantenere l'ordine. Quando una famiglia prevaleva, il potere si concentrava in un'unica persona; il nome del governatore passò quindi da console a podestà (potere in latino). I Comuni però per arginare questo problema istituirono un podestà annuale, ma forestiero, per garantire una maggiore neutralità fra le famiglie potenti. Il podestà coordinava i consigli, stabilendo l'ordine del giorno e mantenendo la discussione. Un notaio trascriveva le deliberazioni e riassumeva in latino i discorsi fatti in volgare. Si passò dalle singole pergamene ai registri aggiornabili. Entro la prima metà del XIII secolo, il nuovo assetto dei poteri affrontò le richieste di partecipazione alla politica da parte di gruppi organizzati in corporazioni di mestieri. Questi gruppi erano composti da professionisti del diritto, ricchi operatori economici e artigiani ed iniziarono a farsi chiamare “Popolo”. 3) IL COMUNE DI POPOLO – Alla metà del XIII secolo, il Popolo fece ulteriori progressi, attraverso sommovimenti armati. Città come Firenze, Piacenza e Pisa limitarono il potere del podestà forestiero senza abolirlo, istituendo un Consiglio del Popolo con poteri di veto. Presieduto da un capitano annuale, il Consiglio del Popolo prevaleva sulle istituzioni comunali; questo predominio portò all'istituzione di un Collegio ristretto chiamato "dei priori", che assunse la guida politica della città, emanando ordinanze e nominando commissioni. Le forme di supremazia politica del Popolo però variavano tra città, rendendo l'assetto dei regimi di Popolo disomogeneo. Nella visione del Popolo, il maggior ostacolo al bene comune erano le fazioni interne che si erano sviluppate. Nei Comuni italiani le lotte tra fazioni si inquadrarono nel conflitto tra i papi e gli Hohenstaufen, creando le parti ghibelline (filoimperiali) e guelfe (filopapali). Nelle città, la lotta tra le parti era intensa; i vincitori cacciavano gli avversari, che trovavano rifugio in Comuni alleati. I Comuni guelfi principali erano Milano e Firenze; quelli ghibellini erano Pisa e Pavia. 4) FEDERICO BARBAROSSA – Dopo aver ottenuto una maggiore autonomia, i Comuni italiani iniziarono a condurre una propria politica estera. Questo portò a scontri armati tra Comuni per definire i confini e stringere alleanze. Il potere imperiale in questo periodo era debole, specialmente dopo la morte senza eredi di Enrico V. Il nuovo re Federico I riportò la concordia in Germania, rafforzando il ruolo del re come vertice feudale. Tuttavia, ciò non trasformò la Germania in una monarchia centralizzata, ma aumentò la consapevolezza dei grandi signori del loro status di vassalli. Federico I Barbarossa ribadì che il suo potere derivava direttamente da Dio (veniva eletto da principi tedeschi) rendendo simile la sua elezione a quella del papa da parte dei cardinali. Proprio durante il suo regno, comparve la denominazione "Sacro romano impero" nei documenti ufficiali. 5) BARBAROSSA E IL NORD ITALIA – Federico Barbarossa intervenne nell'Italia settentrionale a seguito delle lamentele di città lombarde, come Lodi, contro l'espansionismo di Milano. Non poteva permettere che una città dominasse un vasto territorio e altre città. Inoltre, non tollerava l'arroganza dei milanesi che cercarono di comprare il suo consenso con monete d'argento. Nel 1158, Federico piegò Milano. La Dieta di Roncaglia espresse le rivendicazioni imperiali, proclamando numerosi diritti, come regalia, spettanti agli imperatori dell'antica Roma e quindi all'Impero germanico. I provvedimenti presi da Barbarossa colpirono duramente Milano che, dopo aver opposto resistenza, fu rasa al suolo. La distruzione di Milano, anziché segnare il trionfo imperiale, provocò la reazione dei Comuni veneti e lombardi che, con l'appoggio del papa e dell'imperatore bizantino, formarono la Lega lombarda. Dopo numerose sconfitte Barbarossa cercò la pace. Con Il Trattato di Venezia stabilì una tregua con la Lega lombarda, tregua che divenne pace con il Trattato di Costanza del 1183. Capitolo 6 : 1) LA CHIESA DI INNOCENZO III – Dopo la riforma ecclesiastica che seguì la lotta per le investiture anche la dottrina cattolica conobbe novità significative. Una delle più rilevanti fu l'introduzione del Purgatorio nel 1274. Questa dottrina riguardava le anime che, pur in comunione con Dio, non avevano espiato tutti i loro peccati in vita. Si credeva che queste anime potessero lasciare il Purgatorio e accedere al Paradiso grazie alle preghiere, opere e indulgenze dei vivi. Innocenzo III teorizzò la supremazia della Chiesa sia spiritualmente che temporalmente, intervenendo in situazioni critiche. Appena eletto sfruttò la vacanza del trono imperiale dopo la morte di Enrico VI per influire sulla successione, favorendo Federico Hohenstaufen. Innocenzo paragonò l'autorità pontificia al Sole e quella imperiale alla Luna, sottolineando la superiorità della Chiesa. Durante il suo pontificato fu elaborata l'idea di crociata per difendere la cristianità. La lotta all'eresia fu centrale per Innocenzo III, infatti bandì crociate “interne “ contro movimenti eretici. 2) LE ERESIE E L’INQUISIZIONE – I movimenti di rinnovamento spirituale del XII secolo spesso esprimevano dissenso verso la Chiesa istituzionale. I Catari, apparsi in Germania nel XII secolo, credevano in un dualismo tra il bene (Dio) e il male (Satana). Ritenevano che il mondo terreno fosse opera di Satana e che solo l'anima umana fosse creazione di Dio. Rifiutavano i sacramenti e l'esistenza dell'Inferno, considerato come il mondo terreno stesso. Anche altri movimenti, meno radicali ma dissidenti, furono bollati come eretici dalle autorità ecclesiastiche. Nel 1208, Innocenzo III bandì una crociata contro i catari della Linguadoca. La spedizione portò a cinque anni di massacri. In Francia, Germania e Italia, i papi delegarono inquisitori specializzati nella repressione dell'eresia. L'Inquisizione, un'innovativa procedura giudiziaria, permetteva ai giudici di indagare basandosi su una semplice notizia di crimine, senza necessità di denuncia formale. Introdotta nei tribunali ecclesiastici, si estese all'eresia e ai tribunali laici. L'Inquisizione divenne ben presto una vera e propria istituzione della Chiesa. Se l’imputato nel tribunale non abiurava il peccato commesso veniva affidato ai tribunali secolari che procedevano con la pena capitale. 3) DOMENICANI E FRANCESCANI – L'esperienza dei domenicani e dei francescani nacque all'insegna della ricerca di una vita di esemplare povertà materiale. Domenico di Guzman, da cui prese il nome l'ordine dei frati domenicani, organizzò un gruppo di predicatori, che avevano il compito di riavvicinare il popolo alla Chiesa e contrastare le dottrine considerate eretiche. All'incirca nello stesso periodo, all'inizio del XIII secolo, Francesco d'Assisi, figlio di un ricco mercante, abbracciò la povertà e, sull'esempio della vita del Cristo, si dedicò ad aiutare i bisognosi. In occasione della quinta crociata, Francesco ottenne il permesso di recarsi presso il sultano di Gerusalemme. Gli ordini dei domenicani e dei francescani furono definiti “mendicanti”, poiché entrambi predicavano la povertà e rifiutavano il possesso di beni materiali. 4) FEDERICO II – Nei primi decenni del Duecento, Innocenzo III intervenne con veemenza nella crisi dinastica dell'Impero, crisi che coinvolgeva anche i Comuni italiani. Dopo la morte di Enrico VI, si aprì una duplice crisi riguardante la corona imperiale e il trono normanno ereditato da Enrico. I principi tedeschi si divisero tra due candidati contrapposti: Filippo di Svevia e Ottone di Brunswick, mentre sul trono di Sicilia sedeva ora il giovane Federico, sotto la tutela del papa poiché il Regno di Sicilia era formalmente vassallo della Santa Sede. Innocenzo III voleva evitare che il nuovo imperatore accorpasse il Mezzogiorno all'Impero, minacciando lo Stato pontificio. Sostenne quindi Ottone di Brunswick in cambio della promessa di lasciare la Sicilia a Federico. Tuttavia, una volta incoronato, Ottone mosse comunque verso la Sicilia. Il papa reagì con la scomunica e aizzò uno scontro tra imperatore e re di Sicilia con al fianco il re di Francia. Questo scontro fu vinto dai francesi, l’imperatore abdicò e lasciò il posto a Federico II nuovo Imperatore e re del Regno di Sicilia. Come primo atto da nuovo re e imperatore Federico promulgò in Sicilia le Costituzioni melfitane, grande raccolta di tutte le leggi del regno. 5) LA SCONFITTA DEGLI HOHENSTAUFEN – Anche la Chiesa temeva l'unificazione del Regno di Sicilia e dell'Impero; così il papa, Gregorio IX, che cercava un pretesto per aprire un conflitto con Federico, sollecitò l'imperatore ad intraprendere una crociata, che si risolse in un successo diplomatico ( riconquistò Nazareth, Betlemme e Gerusalemme). Rientrato in Italia, Federico decise di affrontare i Comuni che gli erano ostili. Ne scaturì una guerra, che si estese anche alla Chiesa. Il nuovo pontefice, Innocenzo IV, promulgò una bolla di deposizione di Federico da imperatore e da re. Nel 1250, Federico II morì e la guerra interna alla penisola fu proseguita da suo figlio Manfredi e da suo nipote Corradino. Il conflitto si concluse nel momento in cui la Chiesa, governata da papi francesi, si rivolse a Carlo d'Angiò, fratello del re di Francia, che sconfisse gli eredi di Federico II e acquisì la corona di Sicilia. 6) LA DIVISIONE DEL REGNO DI SICILIA – La discesa di Carlo d'Angiò in Italia separò definitivamente la Penisola Italiana dalla Germania, creando una nuova alleanza tra il papato, il Regno di Sicilia angioino e il Regno di Francia dei Capetingi. Questa alleanza però causò una contesa tra cardinali francesi e italiani, rendendo difficile l'elezione del papa. In questo periodo ci furono quasi tre anni di sede vacante, portando all'introduzione del conclave per accelerare l'elezione papale. Il dominio degli Angiò in Italia meridionale (la capitale era stata spostata a Napoli) suscitò avversione in Sicilia, portando alla rivolta del Vespro nel 1282 contro i francesi angioini. I capi della rivolta chiamarono Pietro III d'Aragona per resistere agli Angiò. La lunga guerra navale tra angioini e aragonesi si concluse nel 1302 con la Pace di Caltabellotta, che assegnò la Sicilia agli aragonesi con il nome di Regno di Trinacria e il Mezzogiorno peninsulare agli Angiò con il nome di Regno di Napoli.

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