Il servizio sociale in sanità PDF
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Summary
Questi documenti descrivono il concetto di salute, il servizio sociale nella sanità italiana, e la figura dell'assistente sociale nel sistema sanitario. Sono importanti per capire i principi organizzativi e le attività di questo settore.
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IL SERVIZIO SOCIALE IN SANITA’ Concetto di salute: è stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia. è la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali,fisiche ed emotive. è una condizione di armonico equilibrio, fisico e psichic...
IL SERVIZIO SOCIALE IN SANITA’ Concetto di salute: è stato di completo benessere fisico, mentale e sociale e non semplice assenza di malattia. è la capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali,fisiche ed emotive. è una condizione di armonico equilibrio, fisico e psichico,dell’individuo, dinamicamente integrato nel suo ambiente naturale e sociale. è quindi intesa non solo come assenza di malattia ma come una condizione che riguarda più aspetti: - benessere psichico, - capacità di affrontare le sfide del quotidiano - e positivo inserimento nel tessuto sociale e comunitario art 32 della costituzione afferma che: - la repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. - nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. la legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana. l.833/79 istituzione del SSN : - prima di questa legge il diritto alla tutela della salute era strettamente collegato alla condizione lavorativa ed era basato su una forma di protezione assicurativo-previdenziale (Mutua). ↪Il diritto alla tutela della salute era quindi connesso non all’essere cittadino, quanto all’essere lavoratore. - con questa legge la tutela della salute diventa fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività (universalità), attraverso la promozione, il mantenimento ed il recupero della salute fisica e psichica (globalità) di tutta la popolazione senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino eguaglianza dei cittadini Principi organizzativi ❖ La Costituzione prevede per la tutela della salute competenze legislative a) dello Stato: che determina i LEA che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale.b) e delle Regioni: che programmano e gestiscono in piena autonomia la sanità nell’ambito territoriale di loro competenza. ❖ Viene sancita la Collaborazione Stato, Regioni, Aziende e Comuni, nei rispettivi ambiti di competenze e vengono istituite le USL al fine di assicurare condizioni e garanzie di salute uniformi su tutto il territorio nazionale. ❖ Integrazione socio-sanitaria: «è assicurato il collegamento ed il coordinamento con le attività e con gli interventi di tutti gli organi…che svolgono nel settore sociale attività incidenti sullo stato di salute degli individui» Servizio sociale e Sanità La figura dell’ Assistente Sociale nella sanità: ❖ è prevista dalla riforma ospedaliera del 1968 (Legge 132/68) ❖ e la sua presenza strutturata è sancita dalla riforma sanitaria ( Legge 833/78), 1 preceduta a sua volta da importanti leggi di settore quali: La legge 495/75 Istituzione dei consultori familiari. La legge 685/75 Sulle tossicodipendenze; La legge 194/78 sulla maternità ed interruzione di gravidanza; La legge n. 180/78 sull’assistenza ai malati psichiatrici ❖ Funzioni del servizio sociale professionale in sanità: ´“….il Servizio Sociale Professionale assicura l’efficacia e l’efficienza degli interventi, relativamente alla presa in carico globale della persona, al fine di incidere in modo significativo sul benessere della popolazione. Permette di realizzare un modello di intervento basato su un concetto multidimensionale ed integrato di salute, grazie alla specificità professionale insita nella formazione dell’Assistente Sociale ed alla capacità propria della professione a mettere in connessione tutti i settori del welfare. ´Il Servizio Sociale Professionale nel Sistema Sanitario Nazionale ha il compito di mettere in rete tutte le risorse presenti sul territorio, alfine di garantire interventi integrati e sinergici, svolgendo un ruolo di regia dei processi in ambito sanitario e socio sanitario, facendosi promotore di strategie di razionalizzazione ed integrazione fra il sistema sanitario e sociale, in un’ottica di raccordo, in forma continuativa, anche con gli organismi del terzo settore e del volontariato, in conformità agli obiettivi di integrazione tra ospedale e territorio”. ❖ Specificità e compiti dell’assistente sociale in sanità: ★ Promuove la salute e il benessere dei cittadini; ★ Costruisce reti tra professionisti ed enti differenti; ★ Garantisce la continuità della cure ★ Svolge funzioni di assessment e presa in carico e partecipa alla definizione del progetto individualizzato ★ Svolge funzioni di segretariato sociale e consulenza al fine di fornire informazioni ed indicazioni rispetto alle esigenze individuate ★ Attiva risorse formali ed informali ★ Garantisce uno spazio relazionale alla persona e alla sua famiglia ❖ servizio sociale ospedaliero ➔ Prime esperienze nell’Ospedale Gaslini di Genova nel 1945 al fine di dare«conforto morale» al paziente durante le lunghe degenze e si occupa in particolare di problematiche famigliari, previdenziali, lavorative etc. ➔ Primo riconoscimento normativo avviene con la legge 132/68 «Enti Ospedalieri ed assistenza ospedaliera»: - art. 22 riconosce il servizio di assistenza sociale come parte dell’ospedale - art 39 individua, nel personale, le assistenti sociali. ➔ Il DPR 128/69 (attuativo della L.132): - nell’art.2 istituisce i «servizi di assistenza sanitaria e sociale» e - nell’art. 28 stabilisce che gli ospedali regionali e provinciali «possono istituire i servizi distinti di assistenza sanitaria e assistenza sociale». ➔ Con la L. 328/00 e tutte le successive disposizioni normative, viene promossa la cura e l’assistenza presso il proprio territorio e domicilio che 2 viene considerato come luogo privilegiato di benessere e guarigione per la persona mentre la struttura ospedaliera viene considerata esclusivamente come il luogo dell’acuzie. ↪Cambia quindi progressivamente anche il ruolo che L’assistente Sociale svolge nell’ambito ospedaliero e la sua azione professionale si concentra in particolar modo sulla cura e l’accompagnamento alla dimissione. ➔ Il Servizio Sociale Ospedaliero opera presso L’Azienda Ospedaliera di parma dal 1968: offre consulenza e orientamento alle persone ricoverate e ai loro famigliari per affrontare le difficoltà legate allo stato di malattia, sia durante le fase di ricovero, che di dimissione in un’ottica di cura che cerca di coinvolgere l’insieme di servizi rivolti alla persona. ➔ funzioni specifiche dell’AS ospedaliera: Accompagnamento del paziente e della sua famiglia al passaggio nei differenti setting di cura (continuità ospedale-territorio); Accompagnamento alla dimissione (difficile - protetta) Supporto al paziente ed alla famiglia nel momento di crisi (malattia) e nella presa di consapevolezza degli esiti; Attivazione servizi territoriali; Attivazione volontariato e terzo settore interno ed esterno all’ospedale; Partecipazione ai processi valutativi multidisciplinari (UVM e UVG) Contatto e segnalazione all’Autorità Giudiziaria; Supporto nelle situazioni di violenza di genere; Collaborazione diretta con i differenti reparti e con gli operatori del PUD Riforme servizio sanitario D.lgs 502/1992 riguardante il “Riordino della disciplina in materia sanitaria” Aziendalizzazione Usl: gli organi pubblici tracciano linee essenziali ma la gestione è delle Aziende attraverso i propri dirigenti – Razionalizzazione della spesa ma perdita di logica di sistema Piano Sanitario Nazionale1998/2000: si ribadisce la necessità di un «sistema di servizi sanitari equo ed efficace…». Si tratta in modo organico il tema dell’integrazione socio-sanitaria «la complessità di molti bisogni richiede la capacità di erogare risposte tra loro integrate, in particolare socio-sanitarie» D.lgs 229/99 (Riforma Bindi) ➔ introduce alcuni correttivi agli aspetti di eccessiva aziendalizzazione introdottiin precedenza. ➔ Si conferma che il compito del Servizio Sanitario Nazionale è quello di assicurare ai cittadini livelli essenziali e uniformi d’assistenza in tutto il territorio nazionale, garantendo - principi d’equità nell’accesso ai servizi - e livelli di qualità di cura e di accortezza nell’impiego delle risorse economiche ➔ introduce il concetto di prestazioni sociosanitarie che sono definite come: - «tutte le attività atte a soddisfare, mediante percorsi assistenziali integrati, bisogni di salute della persona che richiedono unitamente prestazioni sanitarie e azioni di protezione sociale in grado di garantire, anche nel lungo periodo, la continuità tra le azioni di cura e 3 quelle di riabilitazione». ➔ Distingue le prestazioni socio-sanitarie secondo il principio della prevalenza: a) Prestazioni sanitarie a rilevanza sociale: «finalizzate alla «promozione della salute, alla prevenzione, individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite e acquisite» b) Prestazioni sanitarie a rilevanza sociale: «finalizzate alla «promozione della salute, alla prevenzione, individuazione, rimozione e contenimento di esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite e acquisite» c) Prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione sanitaria: «caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e intensità della componente sanitaria» legge 328/00 legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali ★ Ha come scopo quello di dare vita a un sistema di servizi rivolto a tutti i cittadini che metta al centro la persona nella sua globalità e complessità ★ E’ attraversata trasversalmente dal concetto di integrazione e sottolinea l’importanza della programmazione (nazionale, regionale e locale) Tre livelli di integrazione 1. livello istituzionale: fa riferimento ai rapporti tra istituzioni che hanno responsabilità di realizzare le politiche pubbliche attori: stato, regioni, ASL, comuni, AO strumenti: LEA, leggi e piani sanitari e socio-sanitari, piani di zona etc.. 2. livello gestionale: ➔ modalità con cui gli attori chiamati all’integrazione gestiscono i servizi sociali sanitari ➔ attori: ASL, comuni,aziende sociali e terzo settore ➔ strumenti: convenzioni,accordi di programma, linee guida, protocolli di intesa ecc 3. livello professionale: ★ fa riferimento alle relazioni tra operatori sanitari e sociali e alle modalità che utilizzano per effettuare valutazioni ed implementare intervento integrati basati su una visione globale della persona★ attori: operatori sanitari e sociali, pubblici e privati ★ strumenti: formazione, lavoro in equipe multidisciplinari, linee guida e tutti gli strumenti che permettono il veloce passaggio di informazione tra i professionisti (sistema informativo, cartelle socio-sanitarie) unità di valutazione multidisciplinare: gruppi di lavoro composti da operatori sociali e sanitari che effettuano una lettura multidimensionale di situazioni complesse per le quali definire dei progetti assistenziali individualizzati Integrazione socio-sanitaria ❖ Connessa all’idea di salute globale intesa non solo come assenza di malattia ma 4 come condizione di benessere ❖ interconnessione tra gli aspetti di cura (prettamente sanitari) e care (di natura sociale) in una logica che integra aspetti biologici e aspetti psico-sociali ❖ Fortemente legata alla dimensione territoriale e dei luoghi di vita delle persone; ❖ Significa - costruire ponti tra saperi differenti, - allargare il proprio sguardo sulla globalità della persona e delle sue reti, - condividere linguaggi ed interventi finalizzati ad offrire risposte complete a bisogni complessi e multidimensionali L’importanza della dimensione relazionale ★ All’interno della struttura ospedaliera: - Con i pazienti: empowerment, autodeterminazione, advocacy - Con gli altri professionisti: «portare un altro sguardo». ★ Ponte tra enti e attivatore di percorsi di sostegno: - Connettore di linguaggi, funzionamenti ed obiettivi differenti ★ Attivatore di risorse - Della persona, della sua famiglia e rete sociale, del volontariato Prospettive di integrazione (aspetti normativi e strutturazione servizi); Prospettive di integrazione scenari attuali: la casa della salute: In Emilia-Romagna il percorso di realizzazione delle Case della Salute è stato avviato nel 2010 (DGR 291/2010). Nel 2016 la Giunta della regione Emilia Romagna ha approvato le linee guida regionali per l’organizzazione delle Case della Salute: DGR 2128/2016: INDICAZIONI REGIONALI PER IL COORDINAMENTO E LO SVILUPPO DELLE COMUNITA' DI PROFESSIONISTI E DELLA MEDICINA D'INIZIATIVA vengono definite come «strutture facilmente riconoscibili e raggiungibili dalla popolazione di riferimento, per l’accesso, l’accoglienza e l’orientamento del cittadino. In esse operano comunità di professionisti (équipe multiprofessionali e interdisciplinari), secondo uno stile di lavoro orientato a programmi e percorsi integrati, tra servizi sanitari (territorio-ospedale), e tra servizi sanitari e sociali». scopo: l’accesso all’assistenza sanitaria, socio-sanitaria e socio-assistenziale in un luogo visibile e facilmente raggiungibile dalla popolazione di riferimento; la valutazione del bisogno della persona e l’accompagnamento alla rispostamaggiormente appropriata, L’attivazione di percorsi di cura multidisciplinari, che prevedono la integrazione tra servizi sanitari, ospedalieri e territoriali, e tra servizi sanitari e sociali; la partecipazione della comunità locale, delle associazioni di cittadini, dei pazienti, dei caregiver, dei Comitati Consultivi Misti; la promozione dell’integrazione con la Rete Ospedaliera e gli Ospedali di Comunità per garantire la continuità Nelle linee guida regionali la Casa della Salute viene riconosciuta come il luogo 5 privilegiato per un’adeguata integrazione tra i professionisti dei servizi sociali e sanitari. Nel DGR 2012/2014 inoltre, si afferma che “nella riorganizzazione del SST si ritiene utile privilegiare la scelta di integrazione anche logistica di tutto o di alcune sue parti con altri nodi della rete territoriale (ad esempio con le Case della Salute)”. Viene segnalata come opportuna la presenza nella Casa della Salute dello Sportello sociale, oppure del Punto unico di accesso sociale e sanitario per la valutazione integrata del bisogno, e dell’assistente sociale per le attività di presa in carico delle persone fragili. Sfide aperte nel processo di integrazione socio-sanitaria Prospettive di integrazione scenari futuri Il DM 77 del 23 maggio 2022 sancisce il passaggio dalle «Case della Salute» alle «Case della Comunità», previste già dal PNRR del 2021. Nella premessa viene evidenziato come l'Assistenza Primaria sia la porta d’accesso al Servizio sanitario nazionale e debba quindi garantire: - "l'erogazione di servizi universalmente accessibili, integrati, centrati sulla persona in risposta alla maggioranza dei problemi di salute del singolo e della comunità nel contesto di vita. - I servizi sono erogati da equipe multiprofessionali, in collaborazione con i pazienti e i loro caregiver, nei contesti più prossimi alla comunità e alle singole famiglie, e rivestono un ruolo centrale nel garantire il coordinamento e la continuità dell'assistenza alle persone". ⬍ come garantirla? a) «attraverso lo sviluppo di strutture di prossimita', come le Case della Comunita', quale punto di riferimento per la risposta ai bisogni di natura sanitaria, socio sanitaria a rilevanza sanitaria per la popolazione di riferimento» (Art 2) b) attraverso la valorizzazione della co-progettazione con gli utenti c) attraverso la valorizzazione della partecipazione di tutte le risorse della comunita' nelle diverse forme e attraverso il coinvolgimento dei diversi attori locali d) «attraverso l'integrazione tra assistenza sanitaria e sociale e lo sviluppo di equipe multiprofessionali che prendano in carico la persona in modo olistico, con particolare attenzione alla salute mentale e alle condizioni di maggiore fragilita' ("Planetary Health")» (art 2) e) attraverso il potenziamento delle cure domiciliari Le case della comunità ❖ sono un luogo fisico e di facile individuazione al quale i cittadini possono accedere per bisogni di assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale. Ha il compito di fornire interventi e servizi socio sanitari di base e di integrazione sociale. 6 ❖ Nella Casa della Comunità lavorano in modalità integrata e multidisciplinare professionisti sanitari e sociali: Medici di Medicina Generale (MMG), Pediatri diLibera Scelta (PLS), infermieri di famiglia, medici specialisti e altri professionisti sanitari, assistenti sociali. ❖ E’ un luogo che vuole inoltre valorizzare la partecipazione della comunità locale nelle sue varie forme: associazioni di cittadini, pazienti, caregiver, volontariato ❖ Le CdC si pongono quindi l’obiettivo di promuovere un modello di intervento multidisciplinare e a forte integrazione socio-sanitaria. ❖ Le Case della Comunità vorrebbero rappresentare un vero e proprio “modello organizzativo di prossimità” in cui il SSN si coordina e si integra con il sistema dei servizi sociali proponendo la creazione di percorsi e soluzioni basati sull'integrazione delle diverse dimensioni di intervento e dei diversi ambiti di competenza ❖ La comunità non è solo destinataria di servizi ma deve diventare parte attiva a tal fine sarà importante la valorizzazione delle competenze già presenti all'interno della comunità stessa. ❖ La costruzione del modello «Case della Comunità» è ancora in atto e dovrebbe concretizzarsi nei prossimi anni. PUA: PUNTO UNICO DI ACCESSO ★ viene descritto nel Piano nazionale degli interventi e dei servizi sociali 21-23 e favorisce l’accesso a integrato ai servizi ★ Il PUA costruisce percorsi di ascolto e risposta ai bisogni, diventando luogo dell’integrazione socio-sanitaria professionale e gestionale. ★ L’accesso è aperto alla cittadinanza e specialmente a chi è in una situazione di vulnerabilità sociale e sanitaria. ★ offrirà: - informazioni, formazione e orientamento alle persone e alle famiglie sul sistema di offerta dei Servizi - Garantisce ed agevola l’accesso ai servizi attraverso funzioni di supporto e «accompagnamento» - Nel caso in cui si riscontrino problematiche complesse, che necessitano di percorsi integrati di presa in carico, verrà valutata l’attivazione di un’equipe multidisciplinare integrata (back office secondo livello) Difficoltà e spunti riflessivi sul ruolo dell’assistente sociale in ambito sanitario; ➤ ASPETTI CRITICI: Sguardi differenti in cui il sociale rischia di portare una visione minoritaria; Difficoltà nel sentirsi «parte» dell’organizzazione; Scarse possibilità di accesso ai ruoli apicali; Difficile partecipazione ai processi decisionali; Prassi operative disomogenee e presenza in numero molto limitato all’interno dei servizi; Rischio di vedere compressa la propria autonomia decisionale e professionale; ➤ SAPERI E POTERI DIFFERENTI: a) il sapere medico viene considerato come forte-diagnosi come strumento di lettura 7 oggettivo ➜ visione parziale del ruolo dell’assistente sociale come strumento, di “alleggerimento” o burocratico/amministrativo b) il sapere sociale viene considerato debole- valutazione come attribuzione disignificati che genera un processo condiviso ➜difficoltà nel far comprendere e rappresentare la complessità proprio ruolo e delle proprie funzioni ➤ Aver chiaro il proprio ruolo professionale e la sua rilevanza non solo come erogatore di risorse ma come esperto nella relazione, nella lettura di bisogni e nell’accompagnare le persone nelle diverse fasi della propria vita; ➤ Ricordarsi che il prendersi cura è parte integrante dei percorsi di salute e che il ruolo dell’assistente sociale è anche quello di umanizzarne i processi, mettendo sempre la persona, nella sua complessità, al centro; ➤ Recuperare la dimensione comunitaria della professione oltre a quella del lavoro individuale; ➤ Ruolo politico insito nella professione: non solo destinatari di scelte altrui ma creatori di cambiamento anche a livello macro. ➤Compito dell’assistente sociale è quello di supportare non solo la persona a cui si rivolge direttamente l’intervento ma allargare lo sguardo alla sua famiglia e più in generale al suo contesto di vita: a) Quali risorse sono presenti? b) quali sono le fatiche/criticità? ⬍ Aspetti metodologici: -Presa in carico e cura della rete famigliare; La malattia rappresenta un «evento critico» per la persona ma anche per tutto il suo mondo familiare e sociale. Determina un cambiamento che può essere transitorio o permanente delle dinamiche relazionali, dell’organizzazione delle attività quotidiane, della condizione economica e lavorativa della persona e del suo nucleo E’ normale che le prime reazioni possano essere di disorientamento, preoccupazione o rabbia; il servizio sociale svolge un ruolo fondamentale nel supportare la famiglia e l’individuo nell’individuazione di strategie di fronteggiamento alla nuova situazione oltre che nell’attivazione di risorse e servizi aspetti da approfondire: - Il momento in cui si verifica la malattia all’interno ciclo vitale di quella famiglia - Quali sono le aspettative della persona e della sua famiglia sia da un punto di 8 vista sanitario che rispetto agli interventi attuabili a loro favore - Qual è il ruolo, all’interno del nucleo, della persona che si è ammalata? - Se e a che tipo di rete può appoggiarsi il nucleo - L’individuo e la sua famiglia sono aperti/disponibili all’aiuto? - Aspetti culturali legati alla malattia e alle cure -Definizione e normativa sui Caregiver; ➔ Col termine Caregiver s'intende 'colui che si prende cura' di un'altra persona in maniera continuativa e rilevante nel tempo; ➔ il Caregiver familiare, in particolare, si prende cura senza che questo impegno abbia fini di lucro. ➔ Viene quindi esclusa da questa definizione il ruolo degli assistenti che svolgono tale attività in forma di lavoro retribuito, ad esempio le badanti. ➔ Il caregiver familiare «assiste e cura la persona ed il suo ambiente domestico, lasupporta nella vita di relazione, concorre al suo benessere psico-fisico, l'aiuta nella mobilità e nel disbrigo delle pratiche amministrative, si integra con gli operatori che forniscono attività di assistenza e di cura». ➔ legge regionale n 2/2014(norme per il riconoscimento ed il sostegno del caregiver familiare) - «La Regione riconosce e valorizza la figura del caregiver familiare in quanto (…)risorsa del sistema integrato dei servizi sociali, socio-sanitari e sanitari» - «I servizi sociali dei Comuni e i servizi delle Aziende sanitarie riconoscono il caregiver familiare come un elemento della rete del welfare locale e gli assicurano il sostegno e l'affiancamento necessari a sostenerne la qualità dell'opera di assistenza prestata». - Nello svolgimento di tali attività il caregiver familiare può avvalersi dei servizi territoriali e di lavoro privato di cura ➔ da chi è composta in italia la rete dei caregiver? Donne in età compresa tra 45 e 55 anni, che spesso svolgono anche un lavoro fuori casa ma che nel 60% dei casi hanno abbandonato la propria attività per dedicarsi a tempo pieno (in media 7 ore al giorno di assistenza diretta e 11 ore di sorveglianza) alla cura nel contesto familiare di chi non è più autonomo. Anziani e malati a loro volta, che si occupano di loro cari ancora più in difficoltà. Giovani sotto i 18 anni, che in Italia sono 169mila e dividono il loro tempo tra scuola e cura. ➔ quali supporti per i caregiver? ★ Forme di sostegno economico attraverso l'erogazione dell'assegno di cura e di interventi economici per l'adattamento domestico ★ Attività di informazione, orientamento e affiancamento nell'accesso alla rete dei servizi; ★ Attività di formazione e l'addestramento finalizzati al corretto svolgimento del lavoro di cura; ★ Individuazione dei supporti più idonei al fine di evitare l'isolamento ed il rischio 9 di burnout (supporto psicologico, partecipazione a gruppi di auto mutuo aiuto, attivazioni delle reti di volontariato); ★ Partecipazione alla definizione del PAI ★ Previsione di periodi di sollievo programmati; ★ Individuazione di modalità di fronteggiamento delle situazioni di emergenza ★ Attivazione di cure al domicilio nel caso in cui gli spostamenti dalla casa siano difficoltosi. ★ Possibilità che vengano riconosciute le competenze maturate nell’attività di cura prestata al proprio famigliare Dimensioni etiche del lavoro sociale in contesti sanitari; DILEMMI ETICI Un dilemma etico può essere descritto come una decisione che richiede una scelta tra principi concorrenti, spesso in contesti complessi e con elevato carico di responsabilità. Ogni scelta avrà dei risvolti positivi ma determinerà anche un «costo» Spesso, come Assistenti Sociali, ci troviamo nella condizione di dover scegliere tra strade che si presentano contrapposte (azioni di tutela o rispetto dell’autodeterminazione dellepersone? Intensità o contenimento degli interventi?) LE RESPONSABILITA’ DELL’ASSISTENTE SOCIALE RESPONSABILITÀ PROFESSIONALE: dato dalle norme etiche e deontologiche che regolano la professione (Codice Deontologico), che devono guidare l’agire professionale e che impegnano l’Assistente Sociale nei confronti delle persone e della società. RESPONSABILITA’ ISTITUZIONALE: nascono dalle funzioni e dai compiti che vengono assegnati all’A.S. dall’organizzazione/ente per cui lavora e dalle norme generali presenti all’interno dell’ente di appartenenza. Il mandato istituzionale varia a seconda dell’ente, del servizio e del settore di intervento nel quale si esercita la professione. RESPONSABILITA’ SOCIALE: deriva dai bisogni e dalle necessità che i cittadini portano ai servizi sociali e socio-sanitari presenti sul territorio o che l’assistente sociale rileva nella sua attività professionale. CODICE DEONTOLOGICO «La professione si adopera per affrontare le ambiguità e i dilemmi connaturati al suo esercizio, anche attraverso pratiche riflessive e processi decisionali orientati a risultati etici. L’Assistente Sociale, quindi, in relazione agli sviluppi dei fenomeni sociali e della cultura politica, ha il dovere di aggiornarsi rispetto all’evoluzione della dimensione etica della professione». ART 14 - I dilemmi etici sono connaturati all’esercizio della professione. - L’assistente sociale li individua e li affronta evidenziando i valori ed i principi in contrasto. 10 - Le scelte professionali che ne risultano sono la sintesi della valutazione delle norme, del sapere scientifico, dell’esperienza professionale e sono comunque indirizzate al rispetto della libertà, dell’autodeterminazione e a conseguire il minor svantaggio per le persone coinvolte. - Il professionista orienta la propria condotta alla massima trasparenza circa le ragioni delle proprie scelte edom documenta, motivandolo, il processo decisionale. in cosa può aiutarci nelle situazioni complesse Il codice non ci da soluzioni ma sottolinea alcuni aspetti che possono guidare nell’operatività: a) Riflessività e lettura critica delle situazioni (prendersi il tempo per pensare e farsi delle domande); b) Sapere (conoscenza delle norme e del sapere scientifico), saper fare (esperienza e esperienze professionali) e saper essere. c) Ascolto, autodeterminazione e minor danno; d) Trasparenza sui processi di valutazione e sul senso e sulle finalità degli interventi. e) Essere capaci di «stare» nell’incertezza. f) Formazione e aggiornamento. 11