Periodo Edo (1603-1867) - Giappone
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Il documento descrive il periodo Edo, meglio conosciuto come periodo Tokugawa, in Giappone (1603-1867). Si concentra sul periodo di unificazione militare e sul sistema di governo feudale stabilito dai Tokugawa. Vengono analizzate le strategie di Hideyoshi e le riforme attuate da Tokugawa Ieyasu.
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Periodo di Edo 江戸時代, Periodo Tokugawa 徳川時代 (1603-1867) ============================================================== Il carattere militare della struttura governativa Tokugawa fu risultato di più di un secolo e mezzo di guerra civile. I Tokugawa costruirono nella prima metà del XVII secolo...
Periodo di Edo 江戸時代, Periodo Tokugawa 徳川時代 (1603-1867) ============================================================== Il carattere militare della struttura governativa Tokugawa fu risultato di più di un secolo e mezzo di guerra civile. I Tokugawa costruirono nella prima metà del XVII secolo un sistema di governo abbastanza stabile, che durò per più di due secoli e mezzo fino alla Restaurazione Meiji nel 1868. Nel XV- XVI secolo il Giappone era frammentato politicamente in 250 territori, dominati da signori in lotta fra loro per espandere i propri possedimenti. Il processo di unificazione militare iniziato negli anni sessanta del XVI secolo con Oda Nobunaga, il primo dei «tre eroi» o «Grandi Unificatori» del Giappone, fu portato a termine da Toyotomi Hideyoshi nel 1591. Hideyoshi adottò diverse strategie e promosse riforme, poi riprese e perfezionate dal successivo governo dei Tokugawa. Hideyoshi di umili origini, comincia a servire Nobunaga quando è ancora un ragazzo privo del cognome con il quale diventerà famoso. Si distingue per le sue qualità politiche e militari e alla morte di Nobunaga ne assume l'eredità politica. Stabilisce un solido controllo sulla capitale, facendo del castello di Osaka la base del suo potere. Nel 1585 ottiene la nomina di «reggente imperiale (kanpaku)» e l'anno seguente il cognome Toyotomi. Non rivendica mai il titolo di shōgun, perché secondo una tradizione consolidata tale carica era riservata ai discendenti della stirpe Minamoto. TOYOTOMI HIDEYOSHI (1537 -- 1598) aveva provveduto a - stringere alleanze matrimoniali ed esigere formali giuramenti di lealtà che riconoscessero il suo ruolo di unico governante; - disporre strategicamente i daimyō (大名) nelle varie regioni. Un ostaggio nel suo castello di Ōsaka; - riformare sistema di registrazione e tassazione dei terreni. Riforma nota come taikō kenchi: revisione catastale e determinazione rendita media di un terreno calcolata in koku di riso (1 koku = 150 kg ca); - concedere ai daimyō pieni diritti sulle risorse agricole del proprio han. Con i proventi del proprio han i daimyō pagavano i samurai che erano alle loro dipendenze e vivevano all'interno delle jōkamachi (城下町) - disarmare i contadini (katana gari刀狩), vietare il cambiamento di status → separazione dei ceti rurali dalla classe militare e rigido sistema gerarchico. - emanare editto di proscrizione del Cristianesimo (1587); arrestare 26 cristiani a Nagasaki. Nel 1595 Hideyoshi istituisce il Consiglio dei «cinque Grandi anziani» (五大老, gotairō) con il compito di vegliare sul figlio Toyotomi Hideyori, che all'epoca aveva solo 5 anni, e si dimette da ruolo di kanpaku e assume quello di taikō (reggente in ritiro). Dopo la morte di Hideyoshi nel 1598 i cinque grandi anziani iniziarono a rivaleggiare per la supremazia. Le sorti del Giappone si decisero nella battaglia di Sekigahara (21 ottobre 1600) nella quale Tokugawa Ieyasu, a capo di una coalizione di signori a lui fedeli, sconfisse i rivali, diventando il daimyō più importante del paese. Il successo militare di Ieyasu a Sekigahara gli permise di diventare capo assoluto del Paese. Due grandi coalizioni condussero le rispettive armate di 80.000 soldati ciascuna nella grande battaglia di Sekigahara durante la quale furono impiegati oltre alle armi tradizionali anche gli archibugi. Nel corso degli scontri che si protrassero nell'arco della giornata del 21 ottobre 1600 e nei giorni successivi, alcuni signori cambiarono bandiera passando dalla parte dei Tokugawa. Alla fine degli scontri, i signori sconfitti videro scomparire o ridimensionare in modo considerevole i propri territori. Tokugawa Ieyasu, originario della provincia di Mikawa e discendente del clan Matsudaira. Il suo nome alla nascita era Matsudaira Takechiyo (松平 竹千代). Nel 1567 avanzò una petizione all\'Imperatore del Giappone Ōgimachi per cambiare il suo nome familiare in Tokugawa e prendere il nomedi Tokugawa Ieyasu. All'età di sette anni fu mandato in ostaggio alla famiglia Imagawa e lì rimase finché questa non venne sconfitta da Oda Nobunaga. Durante il periodo trascorso presso gli Imagawa Ieyasu fu iniziato all'uso delle armi e alla gestione dell'amministrazione. Con la disfatta degli Imagawa, riprese il controllo della regione di Mikawa e si schierò dalla parte di Nobunaga. Quando Hideyoshi conquistò il potere, Ieyasu dapprima gli si oppose, poi cambiò idea diventando un suo vassallo. Hideyoshi lo allontanò dalla sua provincia di origine e Ieyasu scelse Edo come suo quartier generale. TOKUGAWA IEYASU (徳川家康1543--1616) - 1603: all'età di sessant\'anni Ieyasu ottiene dall'imperatore il titolo di shōgun 将軍 (abbr. seii taishōgun 征夷大将軍 «grande generale che sottomette i barbari») assumendo così i diritti del governo nazionale che esercita da Edo, sede del bakufu 幕府. Promuove una profonda riorganizzazione fondiaria, amministrativa e ideologica del Paese. - Espropria i daimyō che gli si erano opposti, ricompensa quelli a lui alleati, ma impone a tutti di avere un solo castello nei propri possedimenti e di distruggere gli altri. Li obbliga a contribuire alla costruzione del castello di Edo che tra il 1604 e il 1614 diventa il più grande del paese. - 1605: rinuncia alla carica di shōgun che trasferisce al figlio Hidetada e assume quella di shōgun in ritiro. Si trasferisce in quella che oggi è l'odierna città di Shizuoka, ma continua dietro le quinte a prendere le decisioni più importanti. - Ieyasu favorisce il commercio con l'estero, ponendolo però sotto il controllo shogunale. Per evitare che i daimyō delle province occidentali traggano lauti profitti dal commercio privato con l'estero, solo le navi autorizzate dallo shōgun con un certificato recante un sigillo rosso (shuin jō, 朱印状) possono salpare per la Cina, le Filippine e il Messico. - Oltre che con commercianti spagnoli e portoghesi, cerca di trattare anche con quelli olandesi e inglesi. William Adams, inglese giunto in Giappone nel 1600, entra nelle grazie di Ieyasu diventando consigliere tecnico dei Tokugawa. Insegna le tecniche occidentali di costruzioni navali e l'importanza dello sviluppo delle rotte e contribuisce a convincere lo shōgun della pericolosità della presenza su suolo giapponese di portoghesi e spagnoli di ogni ordine. - 1614: Attraverso Hidetada il cristianesimo viene definito «dottrina perversa» e posto al bando. - 1615: invia le truppe shogunali contro il castello di Ōsaka roccaforte del figlio di Toyotomi Hideyoshi. Hideyori compie seppuku. - 1615: emanazione dei quadri legali fondamentali per il nuovo regime: il Buke shohatto (武家諸法度Leggi per le classi militari) e Kinchū narabini kuge shohatto (禁中並公家諸法度Leggi per gli ufficiali e la nobiltà di corte). - 1616: muore e viene divinizzato in un imponente mausoleo edificato in suo onore a Nikkō che diventa uno dei più importanti centri religiosi del paese e meta di numerosi pellegrinaggi. Nikkō Tōshōgū 日光東照宮 Santuario shintoista mausoleo di Tokugawa Ieyasu. Costruito dallo shogunato durante il XVII secolo per ospitare le spoglie di Ieyasu, divinizzato come Tōshō Dai Gogen «la grande incarnazione che illumina l'est» Si tratta di un complesso di santuari di varie dimensioni dall'architettura multicolore e ricca di decori che ben rappresentava il potere e la ricchezza dei Tokugawa. Oggi è sito Unesco e rinomata meta turistica, specie nella stagione autunnale. - BAKUFU E BAKUHAN Tokugawa Ieyasu (1545-1616) gettò le fondamenta delle istituzioni politiche dello shogunato Tokugawa e i due successivi shōgun- Tokugawa Hidetada (c.1605 1623) e Tokugawa Iemitsu (c. 1623-165) -- le sistemarono. Dando vita a quel sistema che gli storici giapponesi chiamano bakuhan 幕藩. 幕府bakufu (lett. «sede del governo al riparo delle tende»; originariamente quartiere generale dell'accampamento) governo della classe militare \+ 藩han(dominio feudale) governati dai daimyō = 幕藩sistema politico con un governo centrale con al vertice lo shōgun e governi locali gestiti autonomamente dai daimyō. Essendo un sistema basato su un equilibrio tra autorità centrale e autonomie locali, gli storici occidentali hanno proposto la definizione di «feudalesimo centralizzato» T. Takeshita, Il Giappone e la sua civiltà. Profilo storico, Clueb 2012 - MECCANISMI DI CONTROLLO: I DAIMYŌ. - Divisione gerarchica dei daimyō in base alla loro fedeltà allo shōgun: - Shinpan (親藩 «han imparentati») fidati signori parenti dello shōgun Tokugawa. Tra questi, più importanti i discendenti delle gosanke (御三家), «le tre auguste famiglie» aventi come capostipiti gli ultimi tre degli undici figli di Ieyasu: Yoshinao, Yorinobu, Yorifusa. Originariamente solo da queste tre famiglie poteva essere scelto il successore di uno shōgun Tokugawa, qualora questi fosse morto senza lasciare eredi. - Fudai daimyō (譜代大名 «signori vassalli ereditari») sostenitori dei Tokugawa prima della battaglia di Sekigahara. Vassalli ereditari con importanti funzioni di governo. - Tozama daimyō (外様大名 «signori esterni») ex-rivali, sottomessi dopo Sekigahara. Meno di un centinaio e particolarmente forti nelle regioni occidentali. - Piazzamento strategico dei daimyō fedeli e di quelli potenzialmente ostili. Evita che due signori ostili siano vicini e si coalizzino, colloca quelli fedeli in posizioni strategiche. Es: le «tre famiglie» erano dislocate in posizioni cruciali han di Mito (nord di Edo), di Owari (tra Edo e Kyoto) e di Kii (sud di Osaka). - Riconoscimento dell'autorità shogunale Il daimyō deve giurare di lealtà allo shōgun Tokugawa che in cambio gli concede l'investitura e gli assegna i territori. Il daimyō ha diritto di governare su uno han, ma lo shōgun si riserva la facoltà di compiere ispezioni, di richiedere invio di milizie, trasferimento di fondi e manodopera per costruzione e manutenzione di infrastrutture o opere pubbliche. Lo shōgun dà approvazione in caso di matrimonio o successione, pone limiti al potenziamento militare dello han; vieta la costruzioni di navi d'alto mare, proibisce di aderire al Cristianesimo, ecc. - 1615: prima versione del Buke shohatto (武家諸法度) serie di decreti promulgati dallo shogunato Tokugawa in Giappone per regolamentare le responsabilità e le attività dei daimyō e del resto dell\'aristocrazia militare. - 1615: prima versione del Buke shohatto (武家諸法度) serie di decreti promulgati dallo shogunato Tokugawa in Giappone per regolamentare le responsabilità e le attività dei daimyō e del resto dell\'aristocrazia militare. - Sistema del sankin kōtai (参勤交代 «residenza alterna») Sistema già utilizzato da Hideyoshi impone ai daimyō l'obbligo di costruire una residenza (yashiki 屋敷) a Edo dove devono dimorare per un certo periodo e, in loro assenza, lasciare familiari e alti funzionari al loro servizio, garantendo così la propria lealtà al governo. La frequentazione di Edo impone anche ai più lontani e meno fedeli daimyō di conoscere e rispettare i decreti del bakufu. Ideato anche con lo scopo di prosciugare le risorse finanziare dei daimyō perché questi dovevano provvedere agli spostamenti da e per Edo e alla manutenzione del castello nel proprio han e della residenza a Edo. Sia il castello che la residenza dovevano essere forniti di un numero di servitori e di un livello di lusso adeguato al rango del daimyō e ad accogliere in qualsiasi momento una visita dello shōgun. → sviluppo dei trasporti e della rete di comunicazione, nascita di aree urbane più piccole, espansione di un'economia commerciale MECCANSIMI DI CONTROLLO: NOBILTA' DI CORTE - Il bakufu mostra rispetto formale per la famiglia imperiale e la nobiltà di corte (公家kuge). È l'imperatore che legittima il pieno diritto a governare dello shōgun, ma è una legittimazione solo formale che non dipende dalla volontà dell'imperatore. L'influenza influenza politica dell'imperatore è assai limitata così come le risorse economiche a cui ha libero accesso. È solo grazie al sostengo finanziario dai Tokugawa che la nobiltà può continuare a condurre uno stile di vita consono alla sua posizione. - 1615 Kinchū narabini kuge shohatto (禁中並びに公家諸法度 Norme di divieto nei confronti della famiglia imperiale e della nobiltà) impediscono al sovrano di partecipare agli affari di stato. - A Kyōto viene fatto erigere il castello di Nijō, dove un governatore dei Tokugawa è incaricato di controllare l'attività della corte grazie anche a un presidio armato. Castello di Nijō 二条城 Costruzione terminata nei primi anni del Seicento per volontà di Ieyasu che qui soggiornò nel 1603 in occasione del conferimento del titolo di shōgun. Esempio di castello residenziale. Costruito non su un'altura ma su un terreno pianeggiante, con solo la parte principale rialzata e circondata da possenti mura e da un fossato esterno. Composto secondo lo stile architettonico delle residenze nobiliari (shoinzukuri) è tesoro nazionale e Patrimonio Unesco. Esterno molto semplice ma riccamente decorato all'interno. L'architettura dei corridoi interni è singolare per le travi in legno che, quando calpestate, emettono un cigolio simile al canto dell'usignolo, che allertava i residenti sulla presenza di intrusi e tentativi di attacco di sorpresa. - MECCANSIMI DI CONTROLLO: ORDINI RELIGIOSI - Il bakufu ridimensionò santuari shintoisti e templi buddhisti, riducendo terreni a essi assegnati e subordinandoli al controllo del governo centrale. L'attività del clero buddhista è rigidamente regolata sulla base di una serie di norme imposte a più riprese dal 1615. - Templi buddhisti al servizio del bakufu. Per contrastare la diffusione del cristianesimo, i templi buddhisti diventano una sorta di ufficio anagrafe del bakufu. Tutti i cittadini, uomini e donne, dovevano iscriversi presso un tempio buddhista che doveva attestare la loro adesione al buddhismo. Senza il certificato, che fungeva da carta di identità, era impossibile celebrare funerali, sposarsi, trovare impiego, mettersi in viaggio ecc. - Persecuzione dei cristiani. 1612: Ordinanza di divieto del cristianesimo (Kinkyōrei, 禁教令) definito «dottrina perversa». Dal 1629 ca, chi si rifiuta di calpestare fumie (踏絵) rischia tortura o pena di morte. I kirishitan (キリシタン) devono vivere in clandestinità fino alla seconda metà del 1800. - MECCANSIMI DI CONTROLLO: CONTATTI CON GLI STRANIERI L'istituzione di restrizioni sul commercio estero, procede di pari passo con le limitazioni sulla fede cristiana. - 1624: divieto di approdo alle navi spagnole. - 1635: divieto per le navi giapponesi di recarsi oltre mare (il sigillo rosso non viene più rilasciato). Divieto per i giapponesi di recarsi all'estero e per i giapponesi all'estero di rientrare in patria. - 1637-38: viene sedata a Shimabara (non lontano da Nagasaki) una grande rivolta di contadini cristiani che si sospettava fosse stata fomentata da samurai convertitisi al cristianesimo. - 1639: espulsione di mercanti e missionari portoghesi (divieto di approdo alle navi portoghesi) - 1641: olandesi confinati a Dejima e cinesi in un quartiere di Nagasaki. →il Giappone entra nella fase di isolamento nazionale (sakoku 鎖国) L'isolamento nazionale (sakoku 鎖国 lett. «paese incatenato» termine usato per la prima volta nel 1801) durerà fino al 1854. Tutti i contatti con il mondo esterno sono controllati da Edo e limitati. Tutti gli europei vennero espulsi a eccezione degli olandesi, confinati sull'isola artificiale di Dejima nel porto di Nagasaki. Nonostante la politica di isolamento notevoli eccezioni furono i permessi concessi agli han di: - Tsushima dove i Sō commerciavano con la Corea e fungevano da intermediari nelle relazioni tra Corea e Giappone. - Satsuma dove gli Shimazu intrattenevo relazioni commerciali con le isole Ryūkyū a sud; - Matsumae (estremità meridionale di Hokkaidō) dove i daimyō commerciavano con la popolazione ainu; Ragione per cui l'immagine di un paese totalmente chiuso non deve essere enfatizzata. - MECCANSIMI DI CONTROLLO: ASSOCIAZIONI DI VICINATO In ogni villaggio un capo (shōya nanushi) sovraintendeva al rispetto dell'ordine, raccolta e versamento delle tasse, manutenzione e costruzione delle opere pubbliche. Si avvaleva dell'opera dei goningumi («gruppi di cinque famiglie»), nei quali erano suddivisi gli abitanti del villaggio. - Mutua assistenza tra i membri del gruppo e reciproca sorveglianza a livello locale. - Ciascuno dei cinque capifamiglia è responsabile degli atti degli altri membri. La responsabilità non è più individuale ma collettiva in caso di matrimoni, testamenti, contratti, delitti.. Se uno dei membri commette un errore, viene punito il gruppo e non solo il colpevole. Assetto sociale del bakufu Tokugawa - NEOCONFUCIANESIMO (Shinjugaku 新儒学o Shushi gaku 朱子学«scuola di ZhuXi») Nel corso del XVII secolo, il neoconfucianesimo offrì un fondamento filosofico non solo all'ordine politico ma anche a quello socio economico dei Tokugawa. - Sviluppatosi nella Cina Song (960-1279) a partire dal XII sia come reazione alla diffusione e al dominio delle dottrine taoiste e buddhiste sia come vigorosa riaffermazione della tradizione confuciana classica, cioè quella fondata e animata dall'insegnamento di Confucio (VI-V a.C.) - Grazie allo studioso cinese Zhu Xi (朱熹 1130-1200) si affermò anche al di fuori dell'impero cinese arrivando in Giappone in periodo Kamakura. In epoca Edo Fujiwara Seika (1561-1619) e Hayashi Razan (1583-1657), entrambi insoddisfatti degli insegnamenti buddhisti e uniti dal rapporto maestro/allievo, studiarono le dottrine di Zhu Xi (in giapp. Shushi) - Hayashi diventa consigliere politico degli shōgun, Tokugawa Hidetada (II), Iemitsu (III) e Ietsuna (IV). La famiglia Hayashi diventa responsabile dell'educazione degli shōgun e così le dottrine di Zhu Xi diventano la dottrina neoconfuciana ufficiale dei Tokugawa. - La dottrina di Zhu Xi non è una fede religiosa ma piuttosto una filosofia. È imperniata sull'idea che esistano due principi 理 (ri) «principio, norma» e 気 (ki) «energia vitale, forza materiale». Se il principio dà ragione della realtà e universalità delle cose, pur restando uno, incorporeo, eterno, immutabile, il ki a sua volta rende plausibile la singolarità e il mutamento delle cose, pur conservandosi molteplice, corporeo, transitorio, mutevole. Sono intimamente inscindibili, ossia il principio necessita del ki affinché possa inerire a qualcosa e il ki del principio, come della propria essenza o sostanza. - La natura umana, intrinsecamente buona è il ri, la varietà e molteplicità delle emozioni e dei sentimenti sono il ki. Le passioni e le emozioni spesso oscurano la natura umana e solo la mente può aiutare a mantenere permanetemene il legame e l'unione con il ri. Scopo della pratica confuciana è allora calmare il torbido ki, per permettere al ri di brillare. Lo studio, soprattutto della storia, una morale rigorosa, la soppressione dei desideri e la meditazione sono strumenti per purificare il ri. - Come l'innata natura umana deve essere coltivata, così anche l'ordine sociale. Secondo l'etica neoconfuciana esiste un ordine gerarchico presente naturalmente nella società a cui tutti devono conformarsi. Nel paese regnano ordine, armonia e stabilità quando: - si coltivano le cinque virtù costanti (solidarietà, giustizia, senso del decoro e del rituale, conoscenza, sincerità) - si rispettano le cinque relazioni fondamentali (padre/figlio, marito/moglie, fratello o sorella maggiore/minore, governante/suddito, amico/amico) - ciascuno svolge i doveri e adempie gli obblighi legati al posto che occupa nella società. - Per il neoconfucianesimo è essenziale il buongoverno condotto da uomini colti, moralmente inattaccabili, autoritari, ma giusti e benevoli nei confronti dei sudditi. Il samurai deve attenersi a una rigida condotta coltivando la via delle lettere e della spada (essenza del bushidō). - NEOCONFUCIANESIMO E ORDINE SOCIALE - Il regime Tokugawa utilizzò l'etica neoconfuciana per regolare il rapporto fra governanti e governati, ma la adattò alla realtà politica e sociale giapponese. Se in Cina, delle cinque relazioni, la più importante era quella padre/figlio, in Giappone, lo divenne quella signore (non imperatore!)/suddito. La pietà filiale era meno importante quindi della lealtà e dell'obbedienza verso il proprio signore. Non solo, mentre in Cina l'accesso alla burocrazia era consentito, almeno in teoria, a tutti coloro che riuscivano a superare i concorsi pubblici, in Giappone ci si accedeva per censo. Se in Cina esisteva dunque la possibilità di ascesa sociale, in Giappone no. - Su questa base etica, il bakufu divise gerarchicamente l'intera popolazione del paese in quattro ceti sociali in base alla loro presunta maggiore o minore utilità sociale. Il sistema chiamato mibunseido 身分制度 comprendeva quattro principali classi (身分 mibun) Sistema SHI-NŌ-KŌ-SHŌ - Guerrieri (武士) bushi - Contadini (農民)nōmin - Artigiani (職工) shokkō - Mercanti (商人)shōnin Il sistema non prevedeva alcuna mobilità ascendente professioni così che e mestieri rimasero ereditari. In realtà gli spostamenti di classe non furono infrequenti e in questo la ricchezza poteva fare miracoli. - I SAMURAI - In cima alla piramide sociale per la loro autorità morale. Costituiscono, in teoria, un esempio di virtù da seguire per gli appartenenti alle classi inferiori. Non praticano solo le arti marziali ma coltivano le arti e la cultura. Beneficiano di una serie di privilegi (portare la spada, uccidere sul posto). Durante la pax Tokugawa si trasformano essenzialmente in funzionari, burocrati e amministratori che vivono nelle città fortificate e percepiscono uno stipendio in riso. Beneficiano solo marginalmente del progresso economico dell'epoca. - Differenze di status: «samurai superiori» (daimyō, rami cadetti delle grandi casate: possiedono la maggior parte degli han; monopolio delle cariche amministrative più prestigiose), «samurai di mezzo» (circa la metà di tutti i samurai: diritto di udienza con il proprio signore; ranghi mediani nei ministeri; stipendi dai 20 ai 300 koku); «samurai inferiori» (più eterogenei: soldati di fanteria, messi, impiegati, vassalli di rango inferiore, comuni cittadini che hanno ottenuto il rango di samurai come ricompensa per i servizi prestati a un certo han, ecc...). Mobilità sociale all'interno della classe nominalmente possibile ma più facile scendere che salire. - Dal rango dipende stile di residenza, tipo di abbigliamento, mezzo di trasporto consono, numero di membri della scorta, ecc... - I CONTADINI - I contadini occupano la seconda posizione per via della loro capacità di produrre cibo, in linea con i valori confuciani che vedono nell\'agricoltura una delle attività fondamentali per la sopravvivenza della società. Producono il riso, che non mangiano, e altri prodotti agricoli su cui si fonda il sistema di tassazione. Pagano in riso imposta sul terreno (40-50% del raccolto) più altri tributi. Vita quotidiana regolata nei minimi particolari perché non diminuiscano le entrate tributarie. - Differenze di status: nel villaggio rurale al vertice latifondisti molto ricchi, a metà medi e piccoli proprietari terrieri, in basso fittavoli senza terre, lavoratori salariali e servi. Grazie all'espansione del commercio agricolo durante il periodo Edo, le famiglie contadine più agiate conducono una vita relativamente lussuosa (educazione, diritto di partecipare al governo del villaggio, avviare attività imprenditoriali). La maggioranza dei contadini non ha diritti legali, è assai meno ricca e non ha alcun potere. La differenziazione all'interno della classe, accentuata dalla crescita dell'economia di mercato, tende a incrinare i rapporti di cooperazione tra i membri del villaggio e lo spirito di solidarietà. - ARTIGIANI E MERCANTI - Artigiani al penultimo posto della gerarchia perché, secondo l'etica confuciana, non producono beni essenziali. I mercanti, considerati come la classe più bassa perché non producono alcun bene e trattano con il denaro. In realtà hanno un potere economico che non corrisponde a quello gerarchico stabilito dalla dottrina sociale neoconfuciana. - Artigiani e mercanti, vivono principalmente nelle città fortificate e sono chiamati chōnin 町人 (lett. «gente del 町 \[unità comunitaria dotata di una certa autonomia in città\]»). Lo spostamento dei samurai nelle città castello 城下町 (jōkamachi) e la pratica della residenza alternata porta a una crescita della domanda di beni di consumo soddisfatta dalla classe dei chōnin. - Versano tasse ma di importanza secondaria agli occhi del bakufu, quindi non così gravose come quelle imposte ai contadini. A differenza dei samurai e dei contadini non dipendono economicamente dai proventi dell'agricoltura. La classe dei samurai si affida ai mercanti per convertire i prodotti agricoli in merci necessarie → acquisiscono nel tempo forza economica e diventano promotori di cultura. - GLIOUTSIDERS - Categorie privilegiate fuori dalla scala gerarchica: kuge (aristocrazia curtense) e il clero - Categoria di infima reputazione i senmin («persone di basso rango») eta (穢多«grande sozzura») svolgono occupazioni «impure»: uccisione di animali, conciatura delle pelli, esecuzione della pena capitale, sepoltura dei morti, sorveglianza carceraria, ecc.. hinin (非人«non umani»): mendicanti, ciminali, prostitute e attori. Tenuti ai margini della società, vivono segregati nei «ghetti» 部落 (\>部落民 burakumin) e discriminati nelle relazioni sociali. Eccezione: nella regione del Kantō, a partire dal 1720, tutti gli eta riuniti in un\'associazione guidata da una figura chiamata, Danzaemon. Il primo Danzaemon, agli inizi del 1600, controllava circa cinquanta gruppi di emarginati e vari territori a Edo. Il suo ruolo nel mantenere l'ordine sociale era considerato così importante che gli fu permesso di portare due spade e di comportarsi come un daimyō minore. - CONDIZIONE FEMMINILE - Donne relegate a una condizione subordinata in base alla tesi buddhista dell'inferiorità della donna. Secondo Kaibara Eiken, autore di Onna daigaku (女大学 «Il grande studio per le donne», 1776) la maggior parte delle donne soffriva delle cinque infermità: indocilità, scontentezza, gelosia, stupidità e maldicenza. Nell'Onna daigaku si sottolinea il dovere della donna di obbedire al marito, ai suoceri con cui coabitava, agli anziani e di praticare frugalità e modestia. - Le donne della classe samuraica e delle famiglie contadine più agiate ricevevano un'istruzione prima del matrimonio finalizzato alla procreazione. - Le donne delle famiglie più povere lavoravano nei campi, e oltre ai lavori di casa facevano lavori di artigianato. Le figlie spesso andavano a lavorare come serve a contratto o venivano vendute al mondo della prostituzione. - Tuttavia in alcuni ambiti culturali, come la cerimonia del tè, le donne prendevano parte come professioniste esperte ed artiste. L'economia sotto i Tokugawa La definizione di «feudalesimo centralizzato», non deve dunque far dimenticare che nell'epoca Tokugawa si registrò una crescita economica marcata seppur eterogenea a livello geografico e sociale. - Nel periodo Tokugawa, i contadini furono privati di qualsiasi possibilità di autodifesa e del diritto di abbandonare i campi e vennero obbligati a pagare tasse e prestare varie forme di corvée. D'altra parte venne concesso loro il possesso (ereditabile) della terra, sebbene non la piena proprietà. L'assegnazione del possesso di un lotto di terra venne garantita e formalizzata attraverso l'istituzione di un grande catasto nazionale e per molti contadini rappresentò la conquista di una certa sicurezza economica. Il legame con la terra si profilava dopo secoli di guerre civili e veniva quindi percepito come una garanzia. Con l'instaurazione della pax Tokugawa, i contadini, ma anche mercanti e artigiani, potevano dedicarsi alle proprie occupazioni senza la costante minaccia che qualche guerra fra signorotti li costringesse ogni momento a rifugiarsi sui monti lasciando case e raccolti in preda a truppe devastatrici. - Le campagne risentirono favorevolmente anche della politica scolastica promossa dallo shōgun. Accanto alle hankō, le scuole dello han dove si formavano i samurai, nacquero localmente le gōkō, le scuole di villaggio per contadini e commercianti e terakoya, scuole private per la gente comune. I contadini più benestanti imparavano a leggere e scrivere soprattutto per apprendere come coltivare al meglio la terra. Dunque, pur in assenza di una teorizzazione scientifica e sistematica, non mancarono significativi progressi nelle tecniche di produzione agricola. - Dalla fine del XVII secolo, ad esempio, cominciarono a diffondersi nelle campagne manuali d'agronomia e botanica. Passati di mano in mano per generazioni e fatti circolare nell'ambito di villaggio o a livello provinciale, questi manuali contenevano osservazioni e integrazioni sperimentali inserite dai vari utilizzatori nello sforzo di ampliare e arricchire il patrimonio condiviso di informazioni pratiche. Proprio questi manuali agronomici permettono di cogliere due aspetti solo apparentemente marginali dello sviluppo agricolo: (a) la selezione costante delle migliori varietà produttive e (b) la progressiva miglioria delle pratiche di concimazione dei terreni. - i coltivatori più abbienti, spesso le famiglie dei capi villaggio, accumularono progressivamente una ricchezza che poteva essere investita in realtà manifatturiere proto industriali. Per quanto frazionate e di piccole dimensioni, queste realtà manifatturiere seppero apportare tutta una serie di piccole e modeste, ma ingegnose, soluzioni tecniche, che resero i loro prodotti qualitativamente superiori a quelli dei centri urbani. La produzione delle campagne fu in grado così di scalzare tra il 1840 e 50 la produzione urbana, spostando verso le aree rurali tutto il peso economico del paese. Vita di città nel periodo Tokugawa ================================== LE CITTA' La concentrazione dei samurai intorno al castello, facilitò la nascita di nuove città. In epoca Tokugawa sorsero oltre duecento città. - Edo, da piccolo borgo di pescatori, divenne le capitale più popolosa del mondo con oltre un milione di abitanti. Nel 1700 Londra contava appena cinquecento mila abitanti! - Ōsaka raggiunse quota 400 mila abitanti e similmente aumentò la popolazione di Kyōto. Ōsaka, in particolare, svolse un ruolo fondamentale per la nascita di un mercato nazionale basato sulle transazioni del riso. Nella metà del 1600 quasi tutto il riso-imposta riscosso dalle campagne era infatti immagazzinato a Ōsaka, città facilmente accessibile e che permetteva di convertire prontamente il riso in beni e servizi. EDO 江戸 A Edo si assiste a un processo inarrestabile di trasformazione della città che coinvolge tutti i campi: ☉ urbanistico, \$ socio-economico, ✍ culturale. ☉ Nella parte alta della capitale detta yamanote, la zona residenziale, si trovavano il castello shogunale e le residenze dei daimyō (1536! fra il 1700 e il 1704), nella parte bassa della città, lo shitamachi le abitazioni e le botteghe dei chōnin. ☉ Le aree residenziali non si sviluppano seguendo una struttura rettangolare e geometrica tipica delle prime capitali di stile cinese (Nara, Heian), si sviluppano a ventaglio dal castello dello shōgun. Lo schema a spirale o circolare rifletteva la discesa nella scala sociale: il castello al centro, poi le residenze dei daimyō a lui più vicini, quelle dei servitori dello shōgun di livello superiore, ecc... Le diverse aree più che dalle strade erano divise da grandi fossati e canali, con doppia funzione: difensiva e di via di transito per le merci. Avendo proibito tutti i veicoli a ruota, le strade erano spesso strette, pensate più per i pedoni che per le carrozze. ☉ Nelle zone dei residenziali dei samurai, predominanza di incroci a T per impedire accesso diretto a eventuali forze ribelli. Caratteristica che permane nella planimetria di alcune aree della Tokyo moderna. Le strade fiancheggiate da alte mura imbiancate nascondevano eleganti dimore con giardini o baracche per i samurai di basso livello. ☉ I comuni cittadini risiedevano in aree con griglia più regolare e barriere a ogni importante incrocio per condurre accurati controlli. Mercanti e artigiani vivevano in case a schiera il cui costo era determinato dalla maggiore o minore esposizione sulla strada, motivo per cui tendevano a essere strette ma profonde. Gli affari erano condotti nella parte sulla strada, le stanze di abitazione occupavano la parte mediana, sul retro c'era un magazzino o una piccola corte. ☉ Le costruzioni si ammassavano le une sulle altre in un disordine urbanistico che non sembrava piegarsi nemmeno davanti ai numerosi e terribili incendi, poeticamente chiamati dagli Edokko Edo no hana «i fiori di Edo». Uno di questi, il più terribile, il cosiddetto furisode no kaji («L'incendio del kimono dalle lunghe maniche») distrusse nel gennaio del 1657 il castello shogunale completato da pochi anni e buona parte della città con esso. \$ La presenza dei signori feudali e dei loro vassalli accrebbe l'afflusso di beni di consumo, specie di lusso, dai centri di produzione di Ōsaka e Kyōto, e diede lavoro in loco a molti chōnin: artigiani (ceramisti, fabbri, carpentieri, etc.) e mercanti. In particolare, questi ultimi, pur disprezzati dai samurai perché manipolavano il denaro, riuscirono ad accumulare risorse finanziarie impensabili per gli esponenti della la classe guerriera. Anche perché, non essendo ufficialmente produttori di riso, non dovevano pagare tasse in natura. Il governo shogunale tentò con editti suntuari, espropriazioni e svalutazioni del denaro di limitare l'accumulo di ricchezza dei mercanti, ma il vantaggioso rapporto simbiotico che venne ben presto a crearsi tra questi e la classe guerriera rese impossibili misure troppo drastiche. I mercanti avevano infatti bisogno della protezione dei samurai, ma questi necessitavano della loro ricchezza. \$ A Edo, la zona commerciale si concentrava attorno al ponte in legno di Edobashi (江戸橋), poi ribattezzato Nihonbashi, ed era altrimenti nota come kuramae 蔵前, (lett. «davanti ai magazzini»). Qui arrivava la Tōkaidō, (東海道) attraccavano le imbarcazioni da Ōsaka e sorgeva il mercato del pesce. \$ «Sebbene il ruolo della classe dei chōnin fosse per alcuni versi analogo a quello della borghesia, tuttavia essi non divennero mai una classe media sul modello occidentale. Due furono le ragioni principali: - Lo spirito individualista di libera impresa e concorrenza fece scarsi progressi e l'organizzazione in corporazioni dei chōnin rimase pressoché statica, a somiglianza di quella della gerarchia feudale (...). - Un altro aspetto importante che distingueva i chōnin dalle emergenti classi medie dell'Occidente è rappresentato dall'incapacità di convertire in potere politico la loro supremazia economica. Incanalarono piuttosto la loro forza verso la cultura e l'edonismo. Gli interessi culturali ed edonistici dei cittadini trovarono un terreno fertile in alcuni ambienti, come il teatro kabuki e i quartieri di piacere, da cui i membri della classe guerriera erano teoricamente banditi». ✍ I centri urbani come Edo diventano la culla di una nuova e vivacissima cultura popolare che si sviluppa nelle grandi città e poi si diffonde anche nelle realtà urbane minori. Non avendo accesso alla sfera politica e amministrativa, ed essendo precluso l'avanzamento nella gerarchia sociale, i nouveax riches di città, i chōnin si orientarono verso la ricerca di ciò che risultava piacevole e divertente. ✍ Conditio sine qua non per lo sviluppo della cultura fu l'alfabetizzazione diffusa grazie alla capillare presenza di scuole distinte per ogni classe sociale. In quelle aperte alla gente comune in teoria possono accedere tutti, in pratica vi studiano soprattutto i figli dei mercanti e contadini o artigiani più benestanti. Vi si insegnava non solo a leggere e scrivere, ma anche a far di conto con l'abaco (soroban). Si studiava dalla matematica alla botanica, all'astronomia e all'ingegneria civile. Inoltre si imparava a redigere documenti ufficiali e non, si studiavano testi giuridici e si imparava il cinese scritto. Alle ragazze si insegnavano invece, oltre alla scrittura, anche le arti tradizionali come la cerimonia del tè e ikebana. ✍ L'alfabetizzazione «portò con sé lo sviluppo dei mezzi di comunicazione, la nascita di gazzette kawaraban, 瓦版 (fogli volanti, il cui primo esemplare risale al 1615, venduti agli angoli delle strade che annunciavano avvenimenti importanti, calamità, rivolte e feste) e l'aumento esponenziale della produzione libraria». ✍ L'alfabetizzazione diffusa comporta uno sviluppo dell'editoria - Kanda, a Edo, diventa il quartiere delle librerie- e uno sviluppo significativo delle tecniche di stampa. L\'uso della stampa per la circolazione dei testi ebbe conseguenze importanti: - Portò a una progressiva mercificazione della letteratura trasformando il libro che diventa in un prodotto di mercato. Accanto alle stamperie-librerie professioniste (tra i nomi più celebri si ricorda quello di Tsutaya Jūzaburō 蔦屋重三郎, 1750-- 1797), i libri vengono messi in circolazione anche attraverso biblioteche ambulanti kashihonya, 貸 本屋,percoloroche nonpossono permettersidi acquistare un libro. - i vari generi letterari acquisiscono formati editoriali precisi. - la cerchia dei lettori si allarga al punto da influenzare le scelte letterarie degli scrittori. - o nasce la figura dello scrittore professionista che vive del suo mestiere. Cultura e arte nel periodo Tokugawa ✍ Mentre l'élite guerriera guardava a modelli culturali elevati, il ceto urbano-mercantile dei chōnin con i suoi gusti, pregiudizi, sentimenti, aspirazioni e sogni sviluppò nuove forme di divertimento che costituirono una vera e propria cultura urbana e popolare. Per la prima volta, i cittadini comuni che lavoravano nelle botteghe e nei mercati acquisirono un privilegio unico: spendere il proprio denaro per divertirsi. Il denaro circolante andava speso e goduto nel modo più piacevole. Per questa nuova umanità a era importante assaporare intensamente il fascino del mondo moderno, alla moda, sensuale, pur nella sua transitorietà. Nell'introduzione al suo Ukiyo monogatari (浮世物語 «Racconto del mondo fluttuante») del 1661, Asai Ryōi (1612-1691) dà la prima definizione di uikyo 浮世 ✍ Il momento fuggevole va goduto e afferrato e le occasioni per farlo vengono create soprattutto nei teatri o nei quartieri di piacere. I quartieri di piacere sono il luogo in cui si respira aria di libertà e il controllo sociale si fa meno forte. A Edo, non c'era chōnin che non avesse avuto almeno una volta a che fare con Yoshiwara, a Osaka con Shinmachi e a Kyoto con Shimabara. Scrittori, poeti, uomini di teatro e artisti descrissero la vita che vi pulsava, vi ambientarono le proprie opere e ne ritrassero le donne più famose. ✍ L'ideale dello ukiyo (mondo fluttuante) si esprime in varie forme: nelle stampe e nei dipinti ukiyoe, resi celebri da Katsushika Hokusai(1760-1849), Utagawa Hiroshige(1797 1858), Kitagawa Utamaro (1753-1806); nella narrativa popolare dove primeggiano gli ukiyozōshi di Ihara Saikaku (1642-1693); nel teatro dei burattini e nel kabuki con le celebri opere di Chikamatsu Monzaemon (1653-1724); nella poesia haiku, in cui eccelsero Matsuo Bashō (1644-1694) e i suoi seguaci Yosa Buson (1716-1783) e Kobayashi Hissa (1763-1827); nelle arti figurative con artisti del calibro di Ogata Kōrin (1658-1716). ✍ L'apogeo della cultura chōnin è rappresentato in primo luogo dall'era Genroku (1688-1704) quando le novità culturali generatesi nei grandi centri urbani di Osaka e Kyoto arrivano anche a Edo che nel frattempo è diventata una grande e affollata metropoli. ✍ Una nuova ondata di creatività e vitalità si ha nelle ere Bunka-Bunsei (1804 1830) in cui Edo ha ormai assunto il ruolo centrale di capitale culturale. Patria di artisti, scrittori e intellettuali e mecca di editori e eruditi. UKIYOE 浮世絵 Hishikawa Monorobu (1618-1694) pittore e incisore giapponese, considerato il primo rappresentante della scuola ukiyo-e. Adatta le tecniche tradizionali della pittura alla xilografia. Anziché stampare l'illustrazione come accessoria all'interno di un libro, ne fa un'opera d'arte singola che firma a suo nome. Il fatto di usare la tecnica della stampa con matrice in legno rende possibile una produzione su larga scala, contribuendo alla diffusione di ukiyo-e anche tra le classi più modeste. I primi ukiyo-e sono semplici stampe in bianco e nero. Gradualmente si arrivò a produrre stampe policrome (nishiki-e) con immagini variopinte e molto più elaborate. Le librerie iniziano a vendere queste stampe che rappresentano attori famosi di kabuki, cortigiane di alto rango dei quartieri di piacere, lottatori di sumo. Diventano molto popolari anche i paesaggi e i soggetti a tema mitologico-leggendario, nonché le stampe parodistiche e satiriche. Alcuni ukiyo-e sono vere e proprie guide turistiche perché illustrano le località più famose lungo le vie dei pellegrinaggi. Essendo spesso a tema licenzioso o «immorale» furono oggetto di censura da parte dello shogunato, come nel caso degli shunga Il processo richiedeva la stretta collaborazione di almeto tre persone: artista, incisore delle matrici in legno e lo stampatore. - l'artista crea un disegno dettagliato dell'immagine su un foglio sottile. - l'incisore incolla su una tavola di legno il foglio a faccia in giù e riporta sul legno tutte le linee del disegno. Con sgorbie e scalpellini incide il legno per ottenere il negativo del disegno. Le parti sulle quali va steso il colore sono in rilievo. Nel caso di stampe policrome sono necessari più tavole, ognuna con parti diverse dello stesso disegno. E' un lavoro che richiede grande precisione e molto tempo. - lo stampatore applica il/i colore/i sulla/e tavola/e la/le pressa su un foglio di carta di gelso per ricreare il disegno dell'artista. Deve essere sicuro di avere sufficiente quantità di colore per stampare più copie. Importante era anche il ruolo dell'editore che commissionava l'opera all'artista e controllava la qualità della stampa finale. L'editore doveva intercettare il trend del momento per assicurarsi la vendita del maggior numero di copie. Namazu-e 鯰絵, "immagine del pesce gatto". Le immagini ukiyo di namazu divennero popolari in periodo Edo dopo i c atastrofici terremoti susseguitisi nel corso dell'era Ansei (1854-60). Il pesce gatto era considerato una divinità e per tanto non veniva mangiato pena il rischio di malattie cutanee. Si credeva, inoltre, che i terremoti fossero provocati dai namazu che si agitavano nel fango sottoterra perché qualcuno o qualcosa li aveva fatti imbestialire. I namazu-e rappresentavano la vendetta degli umani contro i pesci gatto. OGATA KŌRIN 尾形光琳 (1658-1716) OGATA KENZAN 尾形乾山 (1663 1743) I due fratelli, cresciuti in una ricca e colta famiglia di artigiani del tessile di Kyoto, misero la loro arte al servizio della classe abbiente dei chōnin e dei samurai. - Kōrin, di carattere più aperto fu anche attore di teatro nō e si specializzò nella pittura su tessuti, paraventi, rotoli e ceramiche. È considerato il fondatore della scuola Rinpa (琳 派). Usa la sua cultura e dimestichezza con i motivi decorativi e il design dei tessuti per creare uno stile fortemente personalizzato: amore per il lusso e la magnificenza, qualità piatta e semplificata del disegno come si temi trattati fossero motivi decorativi tessili più che ricreazioni naturali e reinterpretazione dello yamatoe. - Kenzan, più introverso, si dedicò alla cerimonia del tè e allo zen, specializzandosi nell'arte della ceramica. Famosissima coppia di paraventi, commissionata nel 1701 dalla famiglia Nijō che li donò al tempio Nishi Hongaji di Kyoto dove rimasero fino alla vendita al Nezu Museum di Tokyo nel 1913. Appare l'esuberanza dello stile di Kōrin con sfondo dorato (ammirazione per la pittura yamatoe) sul quale si dispiegano e risaltano iris viola, dipinti senza contorni in inchiostro nero La rappresentazione astratta sembra ispirata a un episodio dello Ise monogatari (IX-X sec9 ambientato in una località chiamata Yatsuhashi (Ottuplice ponte) nei pressi di Nagoya. Qui crescono iris lungo otto piccoli canali attraversati ognuno da un ponticello. La vista dei fiori porta il principe Ariwara no Narihira a comporre una poesia d'amore carica di nostalgia in cui le prime sillabe di ciascun verso formano la parola giapponese kakitsubata (燕子花 «iris»). La ripetizione del motivo richiama la ripetizione di pattern decorativi sui tessuti. Kōhakubai (紅白梅) Tema del susino che si piega sull'acqua di derivazione poetica Heian. Curva S del fiume con onde stilizzate lega i due paraventi. Senso di recessione prospettica con il corso d'acqua più stretto alla sommità per poi allargarsi verso il basso. Sulla sponda di sinistra compare solo la base del tronco del susino bianco, che ricompare in alto con un ramo a V che si specchia nell'acqua. A destra il susino rosso a rami che come braccia aperte si spiegano verso l'altro. Geometrizzazione del fiume e trattamento quasi impressionistico dei boccioli e dei tronchi. KATSURA RIKYŪ 桂離宮 La Villa imperiale di Katsura, a sud-ovest di Kyoto sul fiume Katsura, eretta tra il 1616 1660. Capolavoro dell'architettura giapponese che avrà profonda influenza sugli architetti occidentali nel XX secolo (Frank Lloyd Wrigth, Le Corbousier, etc) La residenza aristocratica è in stile shoin: pavimento in tatami, porte scorrevoli (fusuma e shōji) nicchia (tokonoma). Comprende edifici principali disallineati, è circondata da un giardino con sentieri che conducono a piccoli padiglioni dove bere il tè in mezzo alla natura. Le case da tè sono costruite con materiali semplici, sono in legno grezzo e hanno pareti non dipinte per suggerire l'idea di una raffinata povertà (coerenza con ideale del 和 敬清寂wa-kei-sei-jaku) NINGYŌ JŌRURI 人形浄瑠璃 (jōruri delle marionette) è un raffinato e suggestivo genere teatrale sviluppatosi nel periodo Edo. Ono Otsū (1559 o 1568-- 1631), una dama di corte degli shōgun Ieyasu e Hidetada, abile calligrafa, pittrice e musicista, fece musicare un dramma per cantastorie risalente al XV° sec., il Jōrurihime Monogatari (Storia della principessa Jōruri «Puro Cristallo»), particolarmente adatto a essere declamato sulla musica di shamisen. La combinazione tra suonatori di shamisen, una figura di narratore-cantore e i burattinai ebbe un successo tale da dare il nome a questo nuovo genere teatrale. Il ningyō jōruri è anche più comunemente noto con il nome di bunraku 文楽. Adottato per quest'arte solo nel 1805, quando un impresario chiamato Uemura Bunrakuken (1737-1810) costruì il primo teatro permanente e fondò una compagnia stabile, cui fecero seguito molte altre, soprattutto a Ōsaka, dove esiste ancor oggi il Teatro Nazionale delle Marionette. Il teatro dei burattini combina "tre pratiche": - la manipolazione dei burattini (ningyō人形); - la recitazione del testo drammatico da parte di un narratore-cantore (tayū太夫). Non si limita a narrare la storia, ma presta le voci ai vari personaggi; - l'accompagnamento alla narrazione di uno strumento a tre corde percosse da un grande plettro lo shamisen三味線; Dal 1705 il marionettista, che prima operava nascosto agli occhi del pubblico, cominciò a manovrare a vista. In seguito all'aumento delle dimensioni delle marionette (ora possono essere alte 120, 130 cm.) e al loro perfezionamento, un solo manipolatore non fu più sufficiente: nel 1734 fu introdotto l'attuale sistema di far muovere le marionette da un gruppo di tre uomini. È un processo complesso e raffinato in cui l'omo-zukai, il manovratore principale, indossa un elegante kimono da cerimonia e opera a viso scoperto, muovendo il corpo, la testa e la mano destra della marionetta (che è in grado anche di muovere gli occhi, le sopracciglia, la mascella e le dita). I suoi due aiutanti sono vestiti di nero e hanno il volto coperto da un cappuccio (come per i servi di scena del kabuki, chiamati kuroko, lett. "uomo nero", vi è la convenzione che il pubblico non li veda). Sono lo hidari-zukai, che muove solo il braccio sinistro della marionetta, e lo ashi-zukai, che muove i piedi. I marionettisti devono compiere un apprendistato lungo trent'anni-- dieci anni in ognuna di queste posizioni-- prima di potersi qualificare come manipolatori maturi. Il cantore Takemoto Gidayū (1651-1714) inaugura a Ōsaka, il teatro Takemoto nel 1684 mentre un suo allievo Toyotake Wakatayū fonda sempre a Ōsaka il teatro Toyotake nel 1703. La competizione tra i due teatri contribuirà allo sviluppo del teatro dei burattini, con una fioritura tale da oscurare, verso la metà del 18°secolo anche la fama del teatro kabuki. Chikamatsu Monzaemon (1653-1724) scrisse anche per il ningyō jōruri sia opere grandiose in cinque atti che rielaborano materia e personaggi della tradizione mitologica, epica e narrativa (jidaimono) sia opere più semplici in tre atti, ispirate a eventi di cronaca (sewamono). Le sue opere portano sul palcoscenico il conflitto tra giri 義理 e ninjō人情, obbligazione sociale e sentimento, che spesso viene risolto con lo shinjū心中, il doppio suicidio d'amore, dei due amanti protagonisti. «Gli amanti suicidi di Sonezaki» (Sonezaki shinjū) è il primo dramma per il teatro dei burattini a portare in scena un fatto d'attualità: il suicidio di due giovani amanti. Un tema che avrà una lunga fortuna. KANADEON CHŪSHINGURA (仮名手本忠臣蔵 lett. «Il manuale sillabico: il magazzino di vassalli fedeli») Testo jōruri che narra la storia della vendetta dei quarantasette rōnin (versione più popolare quella del 1748) I fatti: Asano Naganori, signore di Akō, durante una disputa verbale con Kira Yoshinaka, il maestro di cerimonie del V° shōgun Tsunayoshi, estrae la spada. Atto considerato un'offesa verso lo shōgun visto che i due sono all'interno della sua residenza. Ciò comporta l'ordine per Asano di fare seppuku. Il suo territorio viene confiscato e i suoi seguaci diventano rōnin 浪人. Quarantasette di loro, guidati da Ōishi Kuranosuke, preparano la vendetta per un lungo anno e all'alba della dodicesima lunazione del 1702, attaccano la residenza di Kira e lo uccidono portando la testa sulla tomba del loro signore sepolto al Sengakuji di Edo. Quindi attendono il verdetto delle autorità. Il bakufu prima li fa arrestare e poi ordina loro di fare seppuku (morte onorevole a differenza della decapitazione). KABUKI ( 歌舞伎 ) Uno degli elementi più rappresentativi della cultura urbana. Uno spazio di libertà e trasgressione al pari dei quartieri del piacere e, analogamente a quelli, un luogo di annullamento delle differenze sociali. Il kabuki aveva già ai suoi inizi un pubblico variegato ed esigente, costituito in massima parte dai chōnin. Anche se non erano infrequenti le visite di guerrieri (en travesti, camuffati con ampi copricapi per sfuggire alla proibizione di frequentare i teatri) e la protezione di qualche daimyō appassionato di questo genere di teatro. La tradizione vuole che all'origine del kabuki ci sia il kabuki odori: la danza creata dalla danzatrice Okuni, sacerdotessa del grande santuario shintō di Izumo (Izumo Taisha), nel 1603, per racimolare soldi utili alla ricostruzione del tempio di Izumo distrutto in un incendio. Elaborando vivaci danze popolari accompagnate da canzoni tradizionali ed eseguite in costumi colorati e allegri durante i matsuri (le feste religiose), mise in scena una rappresentazione con danze, pantomime e accompagnamento musicale. Il successo fu travolgente e spinse alcuni gruppi di prostitute a imitare la danza di Okuni per attirare i clienti. Alla danza unirono pantomime e scene comiche, spesso ricche di allusioni sessuali, utilizzando costumi provocanti e materiali scenici esotici, come le kiseru (ossia le pipe, appena introdotte dagli olandesi) e rarissime pellicce (provenienti dal continente). Questo tipo di spettacolo fu chiamato onna kabuki 女歌舞伎 o yujō kabuki («kabuki delle prostitute» 遊女歌舞伎). Il successo fu tale che alcuni daimyō arrivarono a invitare le cortigiane e le loro compagnie a esibirsi nei loro castelli e nelle loro residenze in occasione di feste particolari. Il bakufu già dal 1608 iniziò a emanare decreti contro questo tipo di spettacolo considerato immorale. Nel 1629, si ha la proibizione definitiva del kabuki delle donne. Le donne però avevano già introdotto nelle loro compagnie ragazzi fra gli 11 e i 15 e furono proprio questi a mantenere in vita la nuova forma di spettacolo, chiamato wakashu kabuki, ossia «il kabuki dei ragazzi» (若衆歌舞伎). Questi introdussero nel kabuki forme di destrezza e acrobazie e iniziarono a elaborare canovacci per costruire veri e propri spettacoli. Ma anche il kabuki dei ragazzi degenerò: il bakufu non vedeva di buon grado la protezione che molti daimyō concedevano alle compagnie e lo proibì definitivamente il wakashu kabuki nel 1652. La proibizione fu aggirata attraverso la rasatura dei capelli sulla fronte (maegami), l'atto che segna ufficialmente l'ingresso di un giovane nell'età adulta. Il kabuki diventa quindi il yarō kabuki, il kabuki degli uomini (野郎歌舞伎), nel quale nasce la figura peculiare dell'onnagata, l'attore specializzato in ruoli femminili. Dal punto di vista ufficiale l'attore era posto dal bakufu Tokugawa sul gradino più basso della scala sociale. Gli attori del kabuki, infatti, piuttosto che yakusha, attore, venivano chiamati kawarakojiki, cioè mendicanti o kawaramono cioè, letteralmente, «persone del fiume» e non potevano vivere al di fuori del quartiere dei teatri e la loro vita era quindi regolata da un sistema di "ghettizzazione". In realtà però gli attori attiravano l'ammirazione delle folle che li idolatravano e godevano della protezione di ricchi mercanti e perfino di daimyō. I grandi attori del kabuki divennero arbitri del gusto e dell'eleganza e arrivarono a pubblicizzare con i loro nomi vari prodotti. Una fama che cresceva anche grazie alle stampe che li ritraevano, dette yakusha-e, e che, essendo economiche, erano molto alla portata di tutti o quasi. Il palco del kabuki è provvisto di macchinari utili a dare effetti drammatici. Uno di questi è il seri, 迫, una piattaforma che può essere sollevata e abbassata da sotto il palco per fare comparire e scomparire l'attore. 回り舞台, mawaributai, è il palco girevole che permette di cambiare la scenografia, kakiwari 書き割り. Hanamichi花道è un passaggio rialzato che attraversa la platea del teatro dal fondo della sala fino al palcoscenico. 黒子kuroko, è l'assistente di scena vestito di nero che talvolta compare per aiutare gli attori, ad esempio, nei cambi di costume. Per convenzione è considerato invisibile dal pubblico in sala. Caratteristica della recitazione del kabuki è il mie (見 え). Una posa che, alla fine di una sequenza di kata, viene mantenuta per qualche istante dall'attore per comunicare al pubblico il culmine di una certa emozione. La durata del mie varia a seconda della bravura dell'attore e le posizioni sono codificate a seconda dei ruoli. Nei mie più energici l'attore incrocia gli occhi uno sull'altro in segno di fierezza: è il nirami mie. Il mie sottolinea con un grande effetto drammatico un momento importante. I mie generalmente non vengono eseguiti in silenzio ma vengono accompagnati dal battito degli tsuke (assicelle rettangolari di legno) su una tavola di legno posta alla sinistra del palcoscenico (per il pubblico che assiste). Gli tsuke aggiungono enfasi alla stilizzazione della performance e accompagnano l'attore in questo momento clou. Tendenze eterodosse =================== FERMENTO INTELLETTUALE - Durante tutto il periodo Edo si registra un fermento intellettuale che interessa diversi livelli della società e riguarda vari ambiti, dalla sfera politica, sociale e filosofica, sino al campo scientifico, letterario e artistico, costituendo un essenziale sostrato su cui si sarebbero fondati i progressi che il Paese avrebbe compiuto dopo la «riapertura» e con la modernizzazione. - Importanti furono lo sviluppo degli studi neoconfuciani ortodossi ed eterodossi (yōmeigaku 陽明学, kogaku古学) per trovare soluzioni concrete ai problemi dello shogunato e la nascita di scuole di studi con orientamenti specifici (kokugaku 国学, rangaku蘭学,Mitogaku水戸学). YŌMEIGAKU 陽明学 Il neoconfucianesimo di Zhu Xi si era affermato attraverso gli studi di Hayashi Razan e il ruolo ereditario di consiglieri ed educatori del bakufu che i membri della sua famiglia avevano acquisito. Ma esistono anche correnti eterodosse come quelle dello «studio di Yangming». - NAKAE TŌJU (1608-1648) figlio di contadini, poi adottato dal nonno samurai, ottenne il rango di bushi e una rendita di 100 koku alla morte del nonno. All\'età di 27 anni, lasciò la sua posizione e dopo essersi nascosto per un certo periodo a Kyoto, tornò nel suo villaggio natale di Ogawa a Ōmi dove aprì un\'accademia privata per gli studi confuciani, il Tōju Shoin. Riprende il pensiero di Wang Yangming (王陽明1472-1528) altro filosofo neoconfuciano giunto a conclusioni diametralmente opposte a quelle di Zhu Xi. Secondo Wang Yangming l'animo umano è dotato di senso morale, quindi la norma fondamentale di condotta sta nel seguire quanto comanda spontaneamente il cuore. L'uomo possiede una capacità innata e intuitiva per agire moralmente. Non dovrebbe dunque essere ostacolato dalla necessità di conformarsi arbitrariamente a norme di comportamento sociale, perché dovrebbe agire secondo il suo intuito. KOGAKUHA 古学派 «Scuola degli studi antichi» a cui danno vita studiosi che non si accontentano di essere passivi trasmettitori-divulgatori del pensiero neoconfuciano cinese. Con un approccio razionale e «scientifico» vogliono riscoprire gli insegnamenti originali della tradizione confuciana tramite la lettura puntuale dei testi e l'indagine filologica. - YAMAGA SOKŌ (1622-1685) confuciano, allievo di Hayashi Razan, interessato alle scienze militari, è ritenuto il codificatore dell'etica dei bushi (武 士道, bushidō). Più che delle dottrine metafisiche neoconfuciane, ritiene importante occuparsi dell'etica nel vivere quotidiano riprendendo gli insegnamenti di Confucio. Per le sue posizioni critiche nei confronti della scuola neoconfuciana ortodossa espresse nel suo testo Lessicografia essenziale dei saggi insegnamenti confuciani (Seikyō yōroku) è esiliato da Edo e ripara nello han di Akō (oggi prefettura di Hyōgo) - Per Sokō importante un'etica pratica per mantenere l'ordine sociale. Riflette anche su come giustificare l'esistenza della classe samuraica. I samurai non producono né commerciano nulla, in tempi di pace non esercitano l'arte della guerra, ma sono ugualmente stipendiati. - Il compito dei samurai è quello di servire da esempio di alta risolutezza morale per tutte le altre classi. Il samurai deve essere consapevole del proprio ruolo, avere autodisciplina nelle avversità, altissimo senso del dovere (義理), e lealtà assoluta (忠) nei confronti del suo signore. - Le virtù e il coraggio dinnanzi alla morte, ritualizzata nel seppuku (切腹) giustificano la guida del paese da parte di questa élite guerriera, per la quale fonda una scuola di addestramento militare. \[Maestro di Ōishi Kuranosuke (1659 1703) - Sokō è anche uno dei primi pensatori a rivendicare la superiorità della cultura e dei valori autoctoni rispetto a quelli cinesi. Il Giappone e non la Cina dovrebbe essere il «paese di mezzo». - OGYŪ SORAI (1666--1728) cerca soluzioni per rafforzare l'istituzione shogunale in un momento in cui il progresso economico, la burocratizzazione della classe militare, figure di shōgun più deboli, cominciano a minare l'equilibrio del sistema. - Originale nel proporre un recupero, filologicamente e storicamente obiettivo dei testi pre-confuciani e nell\'operare una netta distinzione tra questioni politiche e problemi esistenziali individuali. La conoscenza della storia è per lui forma suprema di conoscenza e mezzo per comprendere il mondo. - La Via (道) è solamente il nome della politica degli uomini e non qualcosa di prefissato da seguire né qualcosa di innato nell\'essere umano. Anziché insistere sul tentativo di elevare gli uomini a uno stato utopistico di moralità, egli ritiene importante come controllarli. - Il leader ideale deve seguire la via indicata dagli antichi saggi cinesi, i quali stabilivano leggi senza ricercarne l\'origine nella natura o nei "principi celesti". - ARAI HAKUSEKI (1657-1725) uno dei più autorevoli intellettuali del periodo, consigliere di Tokugawa Ienobu (VI) e Ietsugu (VII) si impegnò per riaffermare un modello di governo coerente con i principi neoconfuciani. - Nel 1715 viene pubblicata la sua opera «Note sull'Occidente» (Seiyō kibun西洋記聞), nel quale riporta i contenuti dell'interrogatorio a cui aveva sottoposto un missionario italiano giunto clandestinamente in Giappone nel 1708- Giovanni Battista Sidotti (1668-1715)- insieme a informazioni su geografia, storia occidentale e religione cristiana. Mostrando vivo apprezzamento per la scienza e la tecnologia occidentali (\> Nel 1720 fu eliminato il bado all'importazione di opere occidentali escluse quelle relative al Cristianesimo). - Sollecita una ricerca sulle cronache cinesi e coreane per fare luce sulla preistoria nipponica, senza limitarsi ad accettare le versioni mitiche dell'origine del Giappone riportate nel Kojiki e nel Nihon Shoki. E nei suoi «Pensieri sulla storia» (Dokushi yoron), presenta una minuziosa analisi della storia giapponese a partire dal periodo di insediamento della reggenza Fujiwara fino all'unificazione del Paese sotto Hideyoshi. KOKUGAKUHA 国学派 «Scuola di studi nazionali» si sviluppa nel XVIII secolo. Attraverso studi e ricerche filologiche di opere classiche giapponesi come il Kojiki古事記, Man'yōshū万葉集, Genji monogatari源氏物語 mira a liberare i classici dall'interpretazione secondo gli schemi confuciani e buddhisti e propugna un ritorno alla vita spirituale pura e originaria dei giapponesi, non ancora corrotto dai sistemi di pensiero e comportamento introdotti nel millennio precedente. Tra le personalità di spicco: Kamo no Mabuchi (1697-1769) e il suo lavoro sul Man'yōshū. - MOTOORI NORINAGA (1730-1801) discepolo di Kamo no Mabuchi, dedica 39 anni alla redazione del Kojiki-den (Commentario del Kojiki) che rende nuovamente accessibile il Kojiki- all'epoca considerato indecifrabile perché scritto con caratteri cinesi che riproducevano la fonetica della lingua giapponese antica. - Nel Kojiki Norinaga ravvisa il genuino spirito giapponese non ancora contaminato da elementi esterni. Idealizza la via degli antichi che vivono in accordo con la volontà dei kami dei quali fornisce una prima importante definizione: «qualunque cosa esca dall'ordinario, che possiede un potere superiore e straordinario, che provoca timore» - Non solo rivaluta i miti antichi ma anche il ruolo del tennō. - L'autorevolezza del commentario creò una tendenza, destinata a durare, che considerava il Kojiki una sorta di sacra scrittura attraverso cui è possibile attingere alla fonte di una 'giapponesità' incontaminata dal pensiero cinese. Inoltre getta le basi ideologiche su cui si sarebbe fondata la Restaurazione del potere imperiale nel 1868. - Mentre il neoconfucianesimo impone a ogni singolo individuo rigidi canoni di comportamento quotidiano, enfatizzando l'importanza del rigore e della forza mentale, Norinaga enfatizza l'importanza del sentimento e della commozione facendone oggetto di studio e ricerche. Nei suoi studi sul Genji monogatari, Man'yōshū, Kokinshū, Shinkokinshū, Motoori si interroga su quale sia la qualità più importante dello spirito indigeno giapponese e la ravvisa nel mono no aware: la «sensibilità». - Così, per esempio, se in un'ottica confuciana e buddhista, Genji è un donnaiolo colpevole di azioni inique e immorali, per Motoori ha una bontà d'animo e una profonda consapevolezza dell'intensità e del dolore dell'umana esistenza. Arricchito dal grande contributo di Motoori Norinaga, il movimento degli studi nazionali kokugakuha si sviluppò in varie direzioni. - HIRATA ATSUTANE (1776-1843) estremizza il pensiero dei primi kokugakusha, dando alle sue opere un esasperato tono nazionalista e xenofobo. Dichiara la superiorità dello shintoismo rispetto a tutti gli altri culti e afferma che il Giappone è un paese unico e sacro perché creato dai kami. Riconosce la natura divina della dinastia regnante e il suo inalienabile diritto sovrano. Affermazioni queste, che le autorità shogunali reputano sovversive al punto da esiliare Atsutane ad Akita proibendo proibire la pubblicazione dei suoi scritti In generale, l'attività dei kokugakusha in epoca Edo, è importante perché: - Gettale basi per gli studi filologici sulla lingua giapponese; - Segna il distacco dalla concezione sino-centrica che aveva a lungo dominato il mondointellettuale e culturale giapponese; - Prepara il terreno al ritorno allo shintoismo e alla sua trasformazione in culto di Stato nel periodo Meiji; - Consolida un'idea di identità nazionale ispirata al principio di esclusività e unicità. Questa idea darà una connotazione razziale al nazionalismo moderno e sarà drammaticamente ripresa nel corso degli anni '30 e '40 del Novecento. RANGAKUHA 蘭学派 «La scuola di studi olandesi» nasce nell'alveo della tendenza positivistica che si sviluppa in periodo Tokugawa in alcuni campi di studio. Sono chiamati «studi «olandesi» (rangaku) perché mediati dall'Olanda presente a Dejima nel porto di Nagasaki. In sostanza sono però «studi occidentali» (yōgaku 洋学): - riguardano principalmente le tecniche e le conoscenze pratico-scientifiche in vari ambiti: militare, medico, botanico, astronomico, geografico, chimico, ecc.. Non l'ideologia e il pensiero illuminista. - beneficiano dell'allentamento delle restrizioni sull'importazione di libri stranieri nel 1720-- ammessi solo testi olandesi e cinesi e che non trattano di cristianesimo- e all'incoraggiamento dell'ottavo shōgun Yoshimune all'apprendimento dell'olandese per avere accesso al sapere tecnico-scientifico occidentale: - promossi dai signori di alcuni han per risollevare la produttività agricola e risanare le finanze. Es: Shimazu Shigehide (1745-1833), 8° daimyō di Satsuma, soprannominato ranpeki daimyō, «daimyō olandofilo». Nonostante i contatti con i giapponesi fossero assai limitati e i mercanti olandesi interessati più che altro al profitto, molte informazioni soprattutto in campo medico filtrarono dall'esterno, grazie anche alla curiosità di dottori assegnati al contingente olandese. Esempi: - Il medico tedesco Engelbert Kaempfer (1651 1716) a Dejima nel 1690-2, è ricevuto due volte dallo shōgun Tsunayoshi, come riporta nella sua Storia del Giappone, pubblicata in Europa nel 1727. - Philipp Franz von Siebold (1796-1866) a Dejima nel 1823. Nel 1824, con l'autorizzazione eccezionale del bakufu, apre a Nagasaki, una scuola privata di medicina e scienze naturali. ❖Hiraga Gennai (1729-1779) samurai eclettico. Fu scrittore di romanzi di grande successo, autore di libretti per il teatro del burattini, ma anche versato nelle scienze fisiche e nella farmacopea, inventore e imprenditore. Importante è il suo soggiorno a Nagasaki nel 1752 dove studia la lingua olandese e le scienze naturali. Tra le altre cose si interessò alla composizione dei colori a olio realizzando nel 1760 ca un dipinto oggi conservato nel museo di Kōbe: una riproduzione di una tela del tardo Settecento capitata a Nagasaki. Stupisce che senza avere un'idea precisa e basandosi unicamente sui manuali sia riuscito a fabbricare colori simili a quelli a olio che saranno importanti solo un secolo dopo. MITOGAKU 水戸学 «La scuola di Mito», nasce nello han di Mito, uno dei tre shinpan. Originariamente nata come scuola di storiografia che produce Dai Nihonshi (Grande storia del Giappone 1657 1906), concorre ad alimentare lo sviluppo dell'ideologia nazionalista e, ironia della sorte, il movimento antifeudale. Per gli studiosi di Mito, infatti, l'autorità destinataria ultima della lealtà (chū, 忠) non è né il 大名 né lo 将軍, ma il天皇. - Aizawa Seishisai (1782-1863) è uno dei maggiori esponenti di questa scuola. Nella sua opera Shinron (Nuove tesi, 1825) che circola clandestinamente, egli formula la teoria del kokutai «sistema nazionale»: esalta il carattere sacro del Paese, la figura divina e il ruolo dell'imperatore e condanna le pericolose dottrine straniere (buddhismo). Per lui il confronto con l'Occidente deve essere occasione storica per un rinnovamento morale del Giappone e per forgiare una solida identità nazionale. Le sue idee saranno la base ideologica del cosiddetto sonnō jōi (尊王攘夷 «reverenza all'imperatore, espulsione dei barbari») un movimento xenofobo e lealista che si fa strada dopo la «riapertura» del Paese nel 1854. I maestri dell'ukiyoe KATSUSHIKA HOKUSAI (1760 1849) Fin dalla fine dell'Ottocento è l'artista giapponese, più conosciuto al mondo. Le sue opere sono migliaia e comprendono ogni formato, dai dipinti alle xilografie, dai manuali didattici per pittori dilettanti e artigiani, ai manuali di schizzi veloci e ironici da cui si svilupparono anche i moderni manga. Infinti i soggetti: beltà comuni e cortigiane d'alto rango, vita di città, quartieri di piacere, teatri, località celebri dove godere della fioritura dei ciliegi o del foliage autunnale. Centrale è la natura, analizzata sin nei minimi particolari, e la vita dell'uomo all'interno della grande Natura, come si può apprezzare nella sua serie più famosa: Le Trentasei vedute del monte Fuji (富嶽三十六景, Fugaku sanjūrokkei) realizzata tra il 1830 1832. UTAGAWA HIROSHIGE (1797 1858) Andō Tokutarō, figlio di un pompiere, perse i suoi genitori a dodici anni. Cambiò il suo nome in Utagawa Hiroshighe dopo essere entrato nel 1811, nello studio di Utagawa Toyohiro, per studiare le tecniche dell'ukiyoe. - Il suo successo fu, ed è legato ai temi della natura e del paesaggio. Produsse migliaia di stampe con soggetto la città di Edo, ma anche molte altre serie su località e vie celebri del Giappone. Famosissima è la serie delle Cinquantatré stazioni di posta del Tōkaidō, realizzata tra il 1832 e il 1834, con la quale raggiunse i livelli di popolarità di Hokusai nel paesaggio. Venne definito il «maestro della pioggia» per la densità e la forza che sapeva trasmettere nelle sue stampe di paesaggi sotto uno scroscio improvviso, reso con molte linee nere o grigie, sottili e fittissime. Morì durante l'epidemia di colera che colpì Edo nel 1858. KITAGAWA UTAMARO (1754 1806) Il nome di Utamaro cominciò ad affermarsi tra il 1780 e il 1790 in abbinata a quello che sarebbe divenuto l'editore di tutte le sue opere più famose: Tsutaya Jūzaburō. Utamaro esordì come illustratore di libri naturalistici su flora e fauna. Il suo nome è soprattutto legato alla produzione di bijinga (美人画, «dipinti di belle donne»). - Soggetti favoriti dei suoi ukiyoe sono infatti le cortigiane più raffinate, ma anche le inservienti e le prostitute di basso rango dei quartieri di piacere che Utamaro frequentava e conosceva. Forse anche per questo riuscì a carpirne il fascino, le movenze, la raffinatezza delle vesti ma anche il temperamento di ognuna. Le rappresentava spesso in ritratti ravvicinati a mezzo busto (formato ōkubie大首絵). - Perfezionò e rese popolari le nuove incisioni a sfondo giallo (kizuri) e grigio (nezumi tsubushi), anche se l'innovazione più importante fu l'introduzione dello sfondo in mica (kirae) che dava alle sue stampe una luminosità particolare. - Divenne uno degli artisti giapponesi più noti in Europa grazie a una esposizione di sue opere avvenuta a Parigi nel 1889 e alla sua biografia scritta da E. de Goncourt (1891), Outamaro, le peintre des maisons vertes. Bakumatsu 幕末 LA CRISI DELL'ERA TENPŌ La cosiddetta «crisi Tenpō», dal nome dato dell'era che va dal 1830 al 1843, racchiude in sé l'insieme di problemi di natura socio-economica posti al governo Tokugawa. Il fallimento della risposta a questi problemi è spesso visto dagli storici come il fattore di fondo che determinerà il crollo del regime Tokugawa trent'anni più tardi. A dispetto del nome propiziatorio (天保 «protezione celeste»), l'era Tenpō tempo fu in realtà un decennio di disastri naturali, carestie, rivolte nelle campagne e insurrezioni nelle città. - Nel 1833 un eccezionale ondata di gelo portò una tremenda carestia nel Giappone settentrionale, favorendo epidemie di vaiolo, morbillo e influenza. Il numero delle proteste di contadini stremati dalla fame nelle campagne salì a centinaia. - Ci furono anche sollevazioni urbane. La più allarmante di queste fu guidata dal samurai Ōshio Heiachirō nel 1837. Vedendo in quali tremende condizioni versava il popolo al culmine della carestia, chiese aiuto prima ai ricchi mercati della città di Ōsaka che rifiutarono. Poi esortò i contadini delle province intorno alla città a insorgere per uccidere i mercanti senza cuore. Il suo tentativo di rivolta fu soffocato dalle forze shogunali, ma colpì profondamente i giapponesi in tutto il paese. - L'inquietudine popolare si manifestò anche nel crescente numero di pellegrinaggi ai tradizionali centri religiosi. Nel 1830 una folla di pellegrini di proporzioni straordinarie, 5 milioni in soli quattro mesi, si diresse verso il grande santuario di Ise. Le vittime sono ospitate in una capanna di soccorso e ricevono protezione durante la carestia dell'era Tenpō che si protrasse dal 1833 al 1837. La scarsa produttività delle campagne e il malessere economico si tradusse in crescenti difficoltà finanziarie anche per il bakufu e gli han. Il bakufu sotto la guida del dodicesimo shōgun, Tokugawa Ieyoshi (in c. 1837--1853) avvertì la necessità di riforme, ma anziché proporre una ristrutturazione del sistema politico, propose tra il 1841 e il 1843, un ritorno agli standard della morale e della frugalità neoconfuciana. In pratica: - Venne varata una serie di provvedimenti volti a porre un freno alla prostituzione illegale al gioco d'azzardo e altre attività che potevano corrompere la moralità. Stravaganze e lussi furono colpiti dalle leggi suntuarie; si cercò di arginare le spese governative e la corruzione di funzionari. - Si cercò di porre un freno all'abbandono delle coltivazioni da parte dei contadini proibendo le assunzioni di agricoltori nelle manifatture sorte nelle aree rurali; o si cercò di controllare più strettamente il commercio abbassando o congelando i prezzi di alcune materie prime; - Per riaffermare la superiorità dello shogunato e controllare le proprietà dei daimyō, Tokugawa Ieyoshi, fece visita alle tombe dei suoi grandi antenati a Nikkō nella primavera del 1843, ripristinando un rituale simbolico dopo quasi settant'anni. La visita non era un semplice atto di amore filiale perché lo shōgun impose un notevole onere finanziario ai daimyō che dovevano scortarlo, ospitarlo e proteggerlo con il suo seguito durante il lungo corteo da Edo a Nikkō; - Nel 1844 il re olandese Guglielmo II inviò una lettera indirizzata al «sovrano del grande Impero del Giappone, il quale siede sul trono nel palazzo imperiale di Edo, la dimora della pace» nella quale esortava le autorità giapponesi a mutare la propria politica estera prima di esservi costretti dalla forza militare degli occidentali. Ma l'anno successivo il bakufu rifiutò categoricamente la proposta, ribadendo di voler mantenere lo status quo. - Nel corso dell'era Tenpō emerge anche l'inadeguatezza del bakufu in politica estera e, soprattutto, la mancanza di adeguate infrastrutture e di una preparazione militare per la difesa nazionale. - Negli anni '30 si erano registrati scontri tra giapponesi e stranieri nella lontana Hokkaidō e nel 1837 il confronto diretto si era spostato nella baia di Edo. Qui infatti il bakufu aveva aperto il fuoco sulla "Morrison" (Morison-gō jiken) una nave di proprietà di un privato cittadino americano che cercava di riportare in patria sette naufraghi giapponesi con la speranza di avviare relazioni commerciali e evangelizzare il paese. - Queste schermaglie furono il preambolo all'evento che gli storici prendono come data della fine del bakufu: 1853. Le baleniere americane già operavano nel Pacifico occidentale da oltre un decennio e i mercanti americani che, stavano incrementando il commercio con la Cina, avevano bisogno di porti dove fare scalo per rifornirsi di combustibile e provviste. Nel luglio del 1853 il commodoro Matthew Perry al comando di una flotta di quattro navi da guerra americane fece improvviso ingresso nella baia di Edo. I pescatori giapponesi di Uraga vedendo per la prima volta all'orizzonte il fumo nero dei motori a vapore alimentati a carbone e il colore dei vascelli le chiamarono «le navi nere» (kurofune,黒船) descrivendole grandi come montagne e veloci come uccelli. Il commodoro Matthew Perry, senza seguire il protocollo diplomatico giapponese pretese che la lettera del presidente americano Millard Fillmore fosse consegnata allo shōgun Tokugawa Iesada (in c. 1853 1858) nel corso di una cerimonia ufficiale a Uraga, lasciando intendere che un rifiuto alle sua richiesta avrebbe indotto gli americani all'uso della forza. Gli Stati Uniti chiedevano al Giappone di: - stabilire relazioni pacifiche; - fornire basi di rifornimento e garantire soccorso alle navi e agli equipaggi statunitensi che intraprendevano la lunga traversata verso la Cina; - Concludere possibilmente un accordo commerciale. Il bakufu accolse la lettera di Fillmore, non avendo altra scelta, e Perry promise che sarebbe tornato la primavera successiva per avere una risposta. Salpò dalla baia di Edo e presentò un'analoga richiesta al governo del regno delle Ryūkyū. Lo shōgun per la prima volta volle consultarsi non solo con tutti i daimyō e i funzionari del bakufu, ma perfino con i comuni cittadini. Le soluzioni proposte furono molto varie: - Da una parte c'erano coloro che chiedevano a gran voce di mantenere la politica di isolamento scacciando con ogni mezzo i barbari (jōi). Portavoce di questo schieramento era il daimyō dello han di Mito. - Dalla parte opposta vi erano coloro favorevoli all'apertura del paese (kaikoku), non solo perché il Giappone non aveva altra scelta ma perché questo avrebbe reso possibile l'adozione di tecnologie occidentali per costruire una difesa adeguata contro la colonizzazione. Era giunta ormai voce infatti della sconfitta inflitta ai cinesi dagli inglesi nella Guerra dell'Oppio (1839-1841). Il ritorno di Perry nel 1854, con otto navi anziché quattro, ebbe come risultato il Trattato di Kanagawa: - apertura alle navi americane dei porti di Shimoda e Hakodate per il rifornimento di combustibile e vettovaglie (no commercio); - apertura di una sede consolare americana a Shimoda sotto la guida del console Townsend Harris. Harris si attivò per negoziare un altro trattato che venne ratificato il 29 luglio del 1858, il Trattato di amicizia e libero commercio con gli Stati Uniti (Trattato Harris): - bassi dazi stabiliti dal trattato sulle importazioni; - apertura di porti come Yokohama agli stranieri che potevano risiedervi e avviare attività di commercio; - principio di extra territorialità; In breve tempo a Inghilterra, Francia, Russia e Paesi Bassi furono fatte le stesse concessioni. Questi trattati ineguali includevano la disgraziata clausola della "nazione massimamente favorita" che trasferiva automaticamente a tutte le potenze occidentali qualsiasi privilegio fosse stato concesso in futuro anche a una sola di esse. Nell'ottobre 1855 un forte terremoto di magnitudine 6,9 secondo la scala Richter uccise a Edo migliaia di persone e molti collegarono il terremoto all'apparizione delle navi nere. Interpretando il sisma come un segno che il Giappone doveva tenere lontani gli stranieri, visti da molti come una calamità. Le differenze culturali si fecero immediatamente evidenti con frequenti risse tra marinai e abitanti del luogo. A subire l'impatto maggiore dell'apertura del paese furono i comuni agricoltori giapponesi: - Avendo perso il diritto di controllare le importazioni, il bakufu non poteva proteggere le proprie industrie nazionali. I filatori e tessitori giapponesi non riuscirono più a competere con le importazioni dall'estero di tessuti a basso costo. Ciò privò molte famiglie di agricoltori delle entrate che derivavano dal loro lavoro nelle manifatture rurali. Le famiglie contadine spesso dipendevano da questo guadagno supplementare per acquistare prodotti per l'agricoltura così come oggetti d'uso quotidiano. Il 2 ottobre 1855, secondo anno dell'era Ansei (1854-60), intorno alle 10, si verificò un terremoto con epicentro a Edo. Ricerche successive hanno stimato una magnitudo di 6,9 sulla scala Richter. Subito dopo il terremoto scoppiarono incendi. Morirono più di 7.000 persone. Lo shock per la popolazione fu tale che vennero pubblicati numerosi kawaraban e altri materiali stampati che riferivano del terremoto. Si riteneva che i primi esemplari fossero stampati utilizzando come matrice delle tegole piatte di ceramica da cui il nome kawara. In realtà furono stampati con matrici di legno. Su questi fogli volanti erano pubblicate soprattutto notizie di incendi, disastri, cronaca nera , ecc. Quelli che trattavano di politica e costumi erano spesso censurati e anche per questo uscivano anonimi. Vennero stampati finché in periodo Meiji non vennero rimpiazzati dai quotidiani. Le questioni di politica estera, i problemi socio-economici interni e le controversie sul possibile successore dello shōgun Tokugawa Iesada, spinse membri della classe samuraica a impegnarsi attivamente per cercare soluzioni anche estreme: - Particolarmente attivi furono gli shishi «uomini di spirito» (志士) che diedero vita al "movimento lealista" tra la fine degli anni 50 e gli inizi degli anni 60, spargendo terrore a Kyōto e in altre zone del Giappone al grido di «sonnō jōi»(Riverire l'imperatore, scacciare i barbari). Organizzarono attentati per uccidere stranieri e funzionari del bakufu considerati responsabili di aver ceduto alle potenze occidentali. ✓ Tra gli shishi più famosi: Yoshida Shōin del feudo di Chōshū. Aveva tentato invano di lasciare il paese a bordo della nave del Commodoro Perry per studiare la cultura occidentale, ma era stato arrestato e poi rilasciato. Fu proprio lui a organizzare l'assassinio dell'emissario shogunale che viaggiava verso Kyōto per avere il beneplacito dell'imperatore al Trattato di Harris. Il complotto fu però scoperto e Yoshida fu giustiziato alle fine del 1859. In questo clima di incertezza e terrore, i leader degli han di Chōshū e Satsuma intrapresero azioni politiche perché venisse loro riconosciuto un ruolo politico a livello nazionale. - Dopo aver tentato di scacciare i barbari cannoneggiando le navi americane, francesi e inglesi nelle acque costiere e aver subito per questo dure rappresaglie, si convinsero della necessità di aprirsi all'Occidente soprattutto per acquisire le conoscenze tecniche scientifiche in fatto di armamenti. - Questi han, che avevo stretto un'alleanza segreta per rovesciare i Tokugawa, a cui si unirono le forze di quelli di Tosa e Hizen, organizzarono il 3 gennaio 1868 il colpo di stato destinato a «ripristinare il governo dell'imperatore» (ōsei fukko 王 政復古) Il colpo di stato segnò l'inizio della cosiddetta guerra Boshin (戊辰戦争, Boshin sensō, lett. «guerra dell\'anno del drago» ), una guerra civile combattuta tra il gennaio del 1868 ed il maggio del 1869, che vide contrapposti i sostenitori dello shogunato Tokugawa da un lato ed i fautori della restaurazione dell'autorità imperiale dall'altra. Finì con la resa degli ultimi sostenitori dei Tokugawa. Contemporaneamente, un altro tipo di rivolte di massa scoppiò in città grandi e piccole e nei villaggi di tutto il paese. Eccitata dalla misteriosa caduta dal cielo di migliaia di talismani, la folla si abbandonò ovunque a danze frenetiche e canti per le strade, con uomini e donne, giovani e vecchi che si scambiavano gli abiti e terminavano immancabilmente i loro canti con il ritornello ee ja nai ka ええじゃないか ("Non è forse un bene?" Oanche "Mache diavolo mene importa!"). Nel 1868 pubblica due tomi intitolati "Photographic Views of Japan with Historical and Descriptive Notes". La prima parte, "Views of Japan", presenta immagini di paesaggi, la seconda, "Native Types", una galleria di ritratti di tutti gli strati sociali. Gli album erano destinati alla clientela occidentale come souvenir di viaggio. Le stampe all'albumina erano colorate a mano a olio o ad acquerello da artigiani giapponesi che hanno alle spalle una secolare tradizione di xilografie policrome, le stampe ukiyo-e. Era Meiji 明治時代 (1868-1912) - Storia e società ================================================= ❖ MEIJI ISHIN 明治維新 - Mutsuhito come, nengō (年号) sceglie "Meiji" ossia "governo illuminato ". - Inizia il sistema di datazione cosiddetto issei ichigen, 一 世 一元 (lett. «una generazione, un'era») secondo cui la durata di un'era coincide con il regno di ciascuno sovrano). - Ishin di per «rinnovamento». sé significa «Restaurazione» probabilmente dalla storiografia inglese che parla di «Meiji Restoration». - «Rivoluzione» Non nel senso di evento risolutivo di una lotta tra classi antagoniste dotate di consapevolezza politica. - Fautori del cambiamento furono soprattutto i membri dell'élite samuraica degli han di Satsuma, Chōshū Tosa, Hisen, i quali avrebbero poi costituto buona parte della classe dirigente Meiji. In tal senso il «rinnovamento» fu un processo imposto dall'alto e promosso da un'oligarchia composta da una ventina di persone che avevano idee e opinioni piuttosto diverse ma erano accumunate dall'essere nati e cresciuti in uno han e aver ricevuto una formazione neoconfuciana. (Es: Ōkubo Toshimichi, Kido Takayoshi, Saigō Takamori) - La questione centrale: il Giappone è costretto a fare i conti con una presenza altra che non è più la Cina. Le potenze dell'epoca, a cominciare dagli Stati Uniti, diventano i nuovi interlocutori che rappresentano contemporaneamente una minaccia e un modello con cui confrontarsi. Il dilemma che il Giappone si trova ad affrontare è dunque come rispondere a questa sfida modernizzante, ossia come salvaguardare la propria identità nazionale ed essere al contempo una nazione forte e moderna in grado di tenere testa all'Occidente (fukoku kyōhei 富国強兵 «ricco il paese, forte l'esercito») - Si possono individuare due fasi all'interno dell'era Meiji: - Anni '70 dell'800 all'insegna del bunmei kaika 文明開化«civiltà e progresso». Internazionalismo ed entusiasmo, talvolta ingenuo e indiscriminato, per tutto ciò che arriva dall'Occidente. "Rottura" con tutto ciò che era stato il passato Tokugawa. - Dagli anni '80 dell'800 ritorno alla tradizione e affermazione di un nazionalismo illiberale e virulento. Del motto wakon yōsai, 和魂洋才«spirito giapponese, conoscenze occidentali», si enfatizza soprattutto la componente «spirito giapponese». Più che copiare modelli occidentali li si adatta con maggiore consapevolezza e selettività. ❖ TAPPE FONDAMENTALI DEL PROCESSO DI RIFORMA - Marzo 1868 « Giuramento l'imperatore si impegnava a: in cinque articoli» (五箇条の誓文Gokajō no seimon): - allargare la partecipazione politica al processo decisionale; - abrogare il sistema delle classi sociali per il benessere del paese; - adottare nome giuridiche internazionali. - promulgare una Costituzione Art. 5: «La conoscenza sarà ricercata in tutto il mondo in modo che l\'Impero possa svilupparsi e rafforzarsi ulteriormente». L'obiettivo è quello di fare del Giappone un paese ricco con un esercito forte per eliminare i trattati ineguali e conquistare una posizione paritaria con le potenze imperialiste dell'occidente. - 1871 abolizione dei feudi e istituzione delle province; abolizione classi sociali e formale unificazione di tutte le classi \[eccetto famiglia imperiale, aristocrazia di corte e ex daimyō\]; libertà di matrimonio, spostamento e impiego; i cittadini heimin 平民, abolizione delle categorie eta e hinin (ma registrati come shinheimin 新平民!); - 1871 missione Iwakura. Prima missione ufficiale del governo Meiji per gli Stati Uniti e l'Europa per la revisione dei «trattati ineguali». - 1872 riforma del sistema educativo: sistema scolastico con scuole elementari, medie, istituti tecnici e università. Quattro anni di istruzione obbligatoria. - 1873 riforma dell'imposta fondiaria da pagare in denaro. Tassa fissata al 3% del valore legale della terra → fondi da investire nella costruzione di una moderna rete di trasporti, negli armamenti e nel settore industriale - 1873 coscrizione obbligatoria: 3 anni di servizio militare per tutti maschi che hanno compiuto vent'anni. I samurai ricevono una liquidazione ma malcontento sfocia in rivolte. Es: Saigō Takamori e la ribellione di Satsuma 1877. - 11 febbraio 1889: nel giorno dell'anniversario della mitica fondazione dell\'impero giapponese (660 a.C.), la Costituzione (Dainihon teikoku kenpō, 大日本帝国憲法) è presentata al paese come un dono dell'imperatore Meiji. Rimane in vigore fino al 1947. - Il Primo ministro Itō Hirobumi (originario di Chōshū) presiede il consiglio ristretto degli estensori della costituzione tra questi anche due tedeschi Hermann Roesler e Albert Mosse che orientano i lavori nell\'alveo della tradizione giuridica tedesca; La Costituzione Meji stabilisce una forma di monarchia costituzionale basata sul modello prussiano; - La Costituzione Meiji rimarca la centralità della figura dell'imperatore, sancendo la nascita del tennōsei, 天皇制 «il sistema imperiale». All'imperatore spetta il controllo delle forze armate e l\'ultima parola in materia legislativa. I membri del governo devono rendere conto del proprio operato non al Parlamento bensì all\'imperatore. - Il Parlamento è composto da una Camera alta dei Pari riservata alla nobiltà e da una Camera bassa dei Rappresentanti eletti a suffragio ristretto (Eletti solo individui maschi in grado di versare una quota di tasse superiore ai 15 yen = 5% pop. maschile). Svincolati da ogni controllo sono il Consiglio Privato, creato per approvare la costituzione, e il Ministero della Casa Imperiale. - «Art. 1. L'impero del Giappone è governato da un imperatore ininterrotta da tempi immemorabili; Art. 2. Il trono imperiale si trasmette fra i discendenti maschi dell'imperatore, conforme a ciò che è determinato dallo Statuto della Casa imperiale. Art. 3. L'imperatore è sacro ed inviolabile» - I cittadini sono sudditi di un sovrano discendente dal cielo, il cui potere politico si basa sulla legittimazione divina. Le libertà civili non sono diritti naturali e inalienabili ma privilegi concessi dall'imperatore. La visione laica dello Stato è rigettata sulla base di una rielaborazione politicizzata della tradizione shintoista. Nasce il cosiddetto kokka shintō 国家神道, lo Shintō di Stato. - Lo Shintō di Stato mira a diffondere e radicare sentimenti di devozione e patriottismo, insistendo sul mito dell'omogeneità razziale e culturale, accentuando l'importanza del culto dello stato e della figura imperiale e valorizzando i principi confuciani di lealtà e obbedienza. E' un complesso di miti, simboli e valori ai quali ciascun giapponese è tenuto a prestare omaggio. In teoria, ciascuno è libero di professare la propria fede, ma di fatto Art. 28: « i sudditi giapponesi godono di libertà di credo religioso, purché entro i limiti non pregiudiziali per la pace e l'ordine e non in contrasto con il dovere di sudditi». - L'imperatore presentò la Costituzione come un regalo al suo popolo. - Nel pomeriggio cerimonie con bimbi che gridano banzai e intonano Kimi ga yo. Il testo, leggermente modificato, riprende una poesia (waka) di autore anonimo inclusa nella raccolta Kokinshū risalente al periodo Heian (794-1185) Dal 1868 al 1945 «Kimigayo» è stato l\'inno nazionale non ufficiale dell\'Impero giapponese. Al termine della seconda guerra mondiale, in seguito alla resa incondizionata dell\'Impero, «Kimigayo» mantenne di fatto la funzione di inno nazionale fino al 1999, anno in cui venne legalmente riconosciuto con l\'entrata in vigore della Legge sulla bandiera e inno nazionale. - 23 ottobre 1890: Rescritto imperiale sull'Educazione (Kyōiku ni kansuru chokugo, 教育 ニ関スル勅語). Fu distribuito in tutte le scuole del Giappone assieme al ritratto del sovrano. - Pietra miliare per creare una cultura nazionale omogenea. Rappresenta «il matrimonio fra il Tennoismo (devozione dei sentimenti all'Imperatore) ed il Confucianesimo, o più precisamente, la modernizzazione della vecchia concezione confuciana dello stato e della scuola attraverso le pedagogie tedesche \[Herbart e il primato dell'educazione morale su quelle intellettuale\]» - La Costituzione e il Rescritto imperiale sull'educazione alla base dell'ortodossia socio politica chiamata kokutai «sistema nazionale» (lett: «il corpo della nazione»). - Lo Stato giapponese è come una famiglia governata dal capofamiglia nella persona del tennō 天皇(kazokukokka家族国家). - Il tennō discende in linea diretta dai kami celesti ed è egli stesso un kami personificato arahitogami 現人神 - Le due virtù fondamentali nell'etica confuciana- chū 忠 «la lealtà» e kō 孝 «la devozione al padre» - vengono dunque a coincidere (chūkō ippon忠孝一本). Essendo il Giappone una grande famiglia, all'imperatore/padre della nazione si è «leali» in quanto sudditi e «devoti» in quanto figli. ❖ POLITICA ESTERA SEMPRE PIÙ AGGRESSIVA - 1873: Dibattito sull\'invasione della Corea (seikanron 征韓論). Non viene messa in dubbio la necessità per il Giappone di ricorrere a una politica estera aggressiva verso l\'Asia. «Interventisti» e «procrastinatori» si scontrano sulla tempistica e sulle modalità dell\'invasione. \[→ Corea protettorato nel 1905 → Annessa nel 1910\] - 1894-1895: Prima guerra con la Cina (Nisshin sensō日清戦争). La pace di Shimonoseki (marzo-aprile 1895) impone pesanti clausole al governo di Pechino che deve riconoscere le conquiste giapponesi \[Liadong, Taiwan\], aprire forzatamente i propri porti al commercio giapponese e pagare un risarcimento bellico. Liadong poi torna alla Cina per intervento di Russia, Francia e Germania (!!) - 1904-1905: Guerra con la Russia (Nichiro sensō日露戦争). Il trattato di Portsmouth (New Hampshire) riconosce gli interessi del Giappone in Corea, nel Liadong e in Manciuria meridionale. Viene trasferita al controllo giapponese la ferrovia sud-manciuriana e la metà meridionale dell'isola di Sakhalin. - 1906: fondazione della Società ferroviaria della Manciuria Meridionale (南満州鉄道株式 会社, Minami manshū tetsudō kabushiki-gaisha o 満鉄, Mantetsu). Formalmente compagnia di trasporto, nei fatti avamposto penetrazione giapponese in Manciuria. ❖ LA REVISIONE DEI TRATTATI INEGUALI - Incoraggiato dalla promulgazione della Costituzione e dallo sviluppo industriale e favorito da un riavvicinamento dell'Inghilterra che sperava di bloccare l'espansione verso sud della Russia, il ministero degli affari esteri giapponese riuscì finalmente a siglare