Sostenibilità Ambientale PDF
Document Details
Uploaded by Deleted User
Margherita Bozzano
Tags
Summary
This document discusses destination marketing and the image of tourist destinations. It explores the different types of motivations behind travel, such as physical, cultural, interpersonal, and status-oriented motives. It also analyzes the internal and external stimuli that influence the tourist decision-making process.
Full Transcript
Informazioni generali: - Libro di testo “ Il turismo diventa climate - sensitive” + Dispensa “Ripensare al futuro del turismo” da fare da pag. 183 a 199. - Esame: 2 domande aperte - Laboratorio: vale il 30 % (da consegnare 7 giorni prima dell’esame in formato PDF) Riassunto “ Rip...
Informazioni generali: - Libro di testo “ Il turismo diventa climate - sensitive” + Dispensa “Ripensare al futuro del turismo” da fare da pag. 183 a 199. - Esame: 2 domande aperte - Laboratorio: vale il 30 % (da consegnare 7 giorni prima dell’esame in formato PDF) Riassunto “ Ripensare al futuro del turismo “ da pag. 183 a 199 Cap. 7. 5 - l’immagine della destinazione turistica La quarta area di competenza del destination marketing è la gestione dell’immagine della destinazione turistica. Ciò che motiva i turisti non sono le destinazioni o le attrazioni ma è quanto la capacità di adattarsi ai bisogni specifici dei viaggiatori. La letteratura in merito alle motivazioni di viaggio è ampissima e per questo motivo, possiamo individuare 4 categorie di motivazione: 1. Motivo FISICO → motivi di salute, sport, benessere ecc. 2. Motivo CULTURALE → conoscere le tradizioni, la musica, lo stile, la vita dei luoghi, conoscere il patrimonio culturale. 3. Motivo INTERPERSONALE → incontrare persone, conoscere altre culture ecc. 4. Motivo di STATUS o PRESTIGIO → crescita culturale e spirituale, sviluppo personale. La letteratura individua inoltre anche una serie di stimoli, sia di carattere esterno che interno/personale che sono presenti nel turista nella sua fase decisionale. - Gli stimoli interni: sono ad esempio la personalità, la motivazione, i valori e la cultura, la capacità di spesa del potenziale viaggiatore. - Gli stimoli esterni invece sono divisi in 3 tipi: 1. Stimoli significativi → sono stimoli che provengono dall’esterno ma che sono relative a esperienze vissute. Il turista quando viaggia o visita delle destinazioni creerà una serie di associazioni e sensazioni. 2. stimoli sociali → sono stimoli che riescono a condizionarci sull’esperienza vissuta da altri turisti = il passaparola. 3. stimoli simbolici → sono stimoli che si legano all’immagine dei media, dalle promozioni. I media influenzano il processo di scelta. Stimoli esterni e stimoli interni formano le cosiddette strutture cognitive che spingono alla scelta delle possibili destinazioni alternative. Se da parte della domanda vi è un rapporto tra bisogni e offerta, si genera la motivazione a realizzare il viaggio. In questo processo, ovviamente, esistono fattori di "accelerazione" e "decelerazione"che svolgono un ruolo importante. Tra questi, l'immagine di una destinazione turistica svolge un ruolo fondamentale. 1 Con il termine “immagine” → ci riferiamo alla somma di idee, credenze e impressioni che una persona ha su un determinato luogo. L'immagine è la rappresentazione mentale di un luogo che si forma sulla base di stimoli ed esperienze, ma potrebbe anche formarsi questa immagine in assenza di una visita diretta. Infatti le persone “conoscono” i territori” pur non avendoli visitati o senza aver avuto nessuna esperienza diretta con quel territorio. Gunn, scrive che l'immagine di una destinazione turistica è data dalla somma di due tipologie di immagini: immagine organica e immagine indotta. Le due tipologie si distinguono sulla base della fonte e tipologia di informazioni che vengono trasmesse al turista: - Immagine organica: è data da tutte quelle informazioni, credenze ed opinioni che non sono strettamente collegate all'immaginario turistico, ma bensì provengono dall'immaginario collettivo, dalla storia, dai fatti di cronaca e geopolitica. Tali informazioni possono essere trasmesse tramite youtube, televisione, radio, film, documentari, libri di geografia o storia, giornali, riviste o direttamente dalle persone che vivono in una destinazione turistica. - Immagine indotta: è il risultato invece di tutte quelle informazioni create appositamente dalla DMO per promuovere e pubblicizzare una determinata destinazione. Può accadere che l'immagine, che il mercato possiede di una determinata città o di un Paese, non corrisponda a quella che la destinazione intende trasmettere. Diventa quindi essenziale esaminare in modo organizzato il percepito dal potenziale pubblico di riferimento rispetto a quello che desideriamo comunicare, perché l'eventuale contrasto può minare le strategie intraprese dalla destinazione o, viceversa, farle risultare non idonee in quanto non allineate rispetto alla percezione che il mercato ha di sé. Possiamo guidare queste analisi attraverso lo studio: 1. Dell’immagine percepita: ovvero il target vede e percepisce il brand territoriale 2. Dell'immagine reale : come la DMO e gli stakeholder locali percepiscono il proprio territorio 3. Dell'immagine desiderata: ovvero come l’azienda vuole essere percepita dai segmenti e dai target Lo studio di questi tre livelli è importante perché può far emergere eventuali differenze tanto positive che negative tra la realtà e la percezione che il mercato ha della destinazione. Sarà poi compito della DMO capire la natura di questo gap e come colmarlo attraverso idonee strategie di comunicazione e marketing. I tantissimi soggetti della filiera (attori) turistica che entrano in contatto con i turisti contribuiscono direttamente alla creazione dell'immagine della destinazione e diventano ambasciatori del brand di destinazione. In questa prospettiva non va quindi assolutamente sottostimato il ruolo giocato dal marketing interno alla destinazione. 2 Allo stesso modo le attività legate alle Relazioni Pubbliche (PR) e l'attività di ufficio stampa sono tra gli aspetti più importanti per la gestione dell'immagine e del brand di destinazione in quanto possono proteggere la reputazione. Nel mondo del turismo, l'immagine della destinazione e del prodotto turistico ricoprono un ruolo di notevole importanza in quanto, data la fluenza di aspetti immateriali, influenzano le scelte, le aspettative e, più in generale, tutto il processo di acquisto. Comprendere, gestire e comunicare l'immagine della destinazione in modo coerente è uno degli obiettivi principali di ogni Destination Management Organization, fra gli strumenti chiave da utilizzare, per costruire o potenziare l'immagine di una destinazione, va considerato il marchio identificativo del territorio. 7.5.1 - Il brand di destinazione Il brand permette ad una destinazione di esistere come prodotto, di poter essere raccontata attraverso i suoi elementi distintivi, ma soprattutto essere trovata e riconosciuta nel mercato. La letteratura definisce il brand di destinazione come il nome e/o il simbolo che identifica in modo chiaro il territorio e che ne garantisce la riconoscibilità. Il brand di una destinazione deve pertanto rientrare all'interno di una strategia di marketing territoriale. BRAND = Marchio (noi intendiamo invece il marchio di una località / destinazione) Con il termine branding (costruzione della marca) ci riferiamo al processo che serve a caricare la marca di significati, trasformandola in un'entità 'viva' con una propria capacità espressiva, attraverso il quale si pianifica e si realizzano azioni nel rispetto di un unico intento strategico: - favorire la crescita durevole del business grazie al consolidamento della reputazione e della distintività del brand. Dobbiamo ricordarci che la destinazione turistica è un sistema di prodotti offerte turistiche diverse tra loro e un sistema di soggetti e stakeholder con obiettivi e punti di vista propri. ll brand di una destinazione turistica assume un ruolo ancora diverso: il destination branding è quindi quell'insieme di attività strategiche che aiutano a comunicare la destinazione in modo univoco facendo sintesi della visione, dell'identità e personalità (e quindi dell'immagine che si vuole veicolare) nonché dei prodotti offerti. Un marchio territoriale deve avere l'obiettivo di generare valore aggiunto alla comunicazione della destinazione, dev’essere in grado di: - Agire sulla notorietà del territorio, rendendola riconoscibile e conosciuta sul mercato. - Agire sull'immagine del territorio, grazie ai valori del territorio e della personalità - Agire sul livello di qualità, dell’offerta e dei servizi proposti dalla destinazione, rendendo questo livello noto nel mercato e riconoscibile. - Agire sulla fiducia, trasmettendo affidabilità grazie alla fama del brand - Agire sulla motivazione e sulla spesa, stimolando comportamenti e decisioni ai target attraverso un posizionamento chiaro. 3 - Agire sulla sostituibilità, offrendo opportunità e motivazioni per combattere l'intercambiabilità con altri luoghi che offrono un valore migliore. Il brand è quindi uno degli strumenti più importanti per comunicare chi siamo, cosa offriamo, generare riconoscimento ed identificazione, con lo scopo di fidelizzare i clienti attuali e attirarne di nuovi. Ecco che avere una strategia di branding all'interno della propria destinazione è un fattore cruciale per decretarne il successo e garantire una presenza nel mercato sostenibile nel tempo. Lo sviluppo di un brand territoriale può essere schematizzato in quattro fasi: Sviluppo dell’identità del brand, design del brand, sviluppo della strategia di comunicazione del brand , monitoraggio e assestamento del brand. Esistono poi diverse strategie di realizzazione di un marchio territoriale. La DMO può scegliere se adottare un unico brand oppure più di uno. Prendendo i vari modelli presenti in letteratura legati alle strategie di brand portfolio e brand architecture, legati al mondo delle imprese, e adattandoli al destination branding, possiamo individuare tre macro-strategie: 1. Unico brand presso la destinazione - master brand→ Si tratta di un forte mother brand associato a tutta la destinazione e ai suoi prodotti. Generalmente lo si applica quando vi è coerenza ed omogeneità all'interno del territorio considerato in termini di valori, prodotti e mercati, oppure quando si è nelle prime fasi del ciclo di vita della destinazione. Esempio Brand South Africa lanciato nel 2002, realizzato per costruire un'immagine positiva e unica del Sudafrica. 2. Brand ombrello → Parliamo di brand ombrello quando è presente un brand principale e a questo vengono affiancati altri brand. In questo modo i marchi di secondo livello supportano il marchio principale e contemporaneamente ne beneficiano, collegandosi alle sue qualità, ai suoi valori e al suo messaggio, ma sviluppando una propria identità. Tale strategia presenta due vantaggi: da un lato assicura una certa autonomia nel posizionamento rispetto al master brand, dall'altro crea un forte legame con quest'ultimo. Questo modello permette quindi di creare un portfolio prodotti/servizi/destinazioni, mantenendo coerenza nella proposta dell'azienda. In questo caso, possono esserci diverse declinazioni: - Per marchi d'area o sotto-ambiti di destinazione: generalmente lo si applica nelle destinazioni medio-grandi, utilizzando il brand madre quando si vuole comunicare ai mercati internazionali. Esempio la destinazione turistica di Plan de Corones Kronplatz. - Per prodotto: quando si è in presenza di offerte turistiche di destinazione fortemente integrate e distintive. 4 - Declinazione per servizi : quando ad un unico brand vengono associati una gamma di molteplici servizi che possono appartenere sia alla filiera stessa del turismo quanto ad altre filiere, come a quella produttiva, culturale, agroalimentare ecc. Esempio Brand portfolio dell'Alto Adige 3. Molteplici brand → Quando li brand master è separato da tutti gli altri brand presenti nel territorio. Questo avviene quando nel corso degli anni non è stata applicata una strategia di brand ombrello o di gamma e, conseguentemente, i territori hanno sviluppato una propria brand strategy. Questa risulta essere l'approccio più costoso in quanto ogni brand diventa un centro di costo e vi è il rischio di creare concorrenza tra brand appartenenti alla diversa famiglia. Esempio Brand portfolio Australia Qualunque sia la decisione in merito alla strutturazione dell'architettura del brand, l'importante è comprendere che la gestione del portfolio debba prevedere un approccio tanto operativo quanto strategico. La diffusione dell'utilizzo del marchio dipende dal modo in cui viene gestito, diffuso e promosso da parte della DMO, stimolando il coinvolgimento dei vari stakeholder e l'adozione da parte di questi ultimi del brand territoriale. Da questo punto di vista, la DMO dovrà: - Qualità grafica e del valore simbolico → adottare un marchio di elevato livello (qualità del valore) - Sostenere il valore del marchio → gestendo il processo di generazione di brand value, in modo tale che gli attori siano incentivati a non trascurarlo come strumenti di valorizzazione della propria offerta ai clienti. - Incentivare gli utilizzi virtuosi del marchio da parte delle imprese - Vigilare costantemente sull’utilizzo del marchio - Definire forme di incentivazione all’uso del marchio - Facilitare il processo di adozione del marchio Il brand di destinazione possiamo affermare che il brand di destinazione ha la funzione di generare valore tanto agli occhi dei potenziali visitatori che sull'offerta stessa, generando benefici economici per tutti gli stakeholder, a prescindere dal loro diretto contributo in termini di risorse ed attività. Per mettere in pratica delle strategie di destination branding che siano efficaci non è sufficiente attivare delle risorse finanziarie e/o applicare i modelli e le strategie di branding d'impresa sui territori: non va mai dimenticato che si sta operando all'interno di destinazioni community, dobbiamo quindi avvalerci di competenze specifiche legate al destination management, in grado di comprendere la struttura di governance del territorio e di saper operare all'interno di un sistema territoriale. 5 7. 6 - La strategia di comunicazione Una comunicazione efficace richiede un uso articolato di metodi di comunicazione, strumenti e tecniche di contatto che devono essere ben formulate in base a chi stiamo comunicando e quindi chi vogliamo raggiungere. Prima di iniziare a intraprendere qualsiasi azione dobbiamo prima: - Elaborare una precisa strategia di comunicazione che tenga conto del Destination Management Plan, dei mercati e delle famiglie che vogliamo raggiungere, dalle risorse e del budget a disposizione della DMO. - La strategia e i contenuti della comunicazione devono infine essere coerenti con il posizionamento desiderato, con l'immagine e con quell'insieme di valori propri della destinazione. Visit England propone una guida operativa per la DMO regionali e locali che vogliono iniziare a costruire una strategia di comunicazione. La struttura ci propone 6 step: 1. Che cosa comunico 2. A chi comunico 3. Perchè lo comunico 4. Come lo comunico 5. Quando comunico 6. Dove comunico 1. Che cosa comunico? - What do i tell La prima domanda è proprio cosa voglio comunicare. Una DMO può avere la necessità di comunicare: La vision e i suoi valori , Il brand e la sua immagina coordinata , La strategia che si è data, Le azioni specifiche di destination management, Nuovi servizi o strumenti di gestione della destinazione (come: card turistiche, nuove piattaforme), I prodotti e l’offerta integrata della destinazione. 2. A chi comunico? - Who do i tell Le attività di destination marketing non sono orientate solo ai turisti, potenziali od attuali, ma anche ad altri gruppi di stakeholder, come: le organizzazioni di outgoing (tour operator, compagnie di trasporto, reti di agenzie, gestori di siti Web, circoli, gruppi e associazioni di turisti), i media, i possibili investitori, le imprese, potenziali partner, commerciali od istituzionali, ed anche la comunità e i residenti della destinazione. Esempio una destinazione giovane, probabilmente, si concentrerà maggiormente sull'offerta e sui visitatori, mentre destinazioni più consolidate o mature potranno concentrarsi sui residenti o nuovi investitori. 6 3. Perché lo comunico? - Why do i tell Una volta individuate cosa e a chi vogliamo comunicare è fondamentale chiedersi il perché: per quale motivo la DMO intende comunicare e per quale motivo il destinatario dovrebbe essere interessato? La motivazione è fondamentale per costruire la campagna di comunicazione: possono infatti variare il tone of voice, la scelta dei canali, la definizione del budget, la creazione di eventuali toolkit, le tempistiche e le priorità. 4. Come lo comunico ? - How do i tell ? Lo stesso messaggio può essere comunicato in modi molto diversi, la scelta delle modalità e delle tecniche utilizzate possono variare a seconda del cosa, a chi e il perché voglio comunicare. Le tecniche di comunicazione e i suoi strumenti possono essere: - Storytelling; Gamification; - Guerriglia Marketing; - Data visualization, infografiche ecc.; - Certificazioni e marchi; - Partnership e co-branding; PR; - Brand ambassador; 5. Quando comunico? - When do i tell Compresi i target e le finalità diventa cruciale comprendere cosa e come comunicare in quali momenti della customer journey. La struttura (dei 6 step) è utile per tracciare l'esperienza del turista, dalla ricerca alla prenotazione, dalla raccomandazione alla memoria e interrogarsi per ogni punto di contatto su cosa sia più coerente e strategico comunicare. 6. Dove lo comunico? - Where do i tell Sempre più destinazioni concentrano le proprie risorse nei canali digitali, considerati la grande rivoluzione tecnologica che il settore sta vivendo. Avere una presenza online di qualità è diventato ormai imprescindibile per ogni destinazione turistica: questo permette di pubblicare contenuti approfonditi e modificabili in tempo reale, di essere trovati durante una ricerca sui motori di ricerca e di relazionarsi in modo attivo con il turista permettendogli di compiere molteplici azioni, dall'interazione con gli operatori e i diversi stakeholder della destinazione, all'acquisto diretto di beni e servizi. → Schema posizionamento e Brand Identity. Tuttavia, questi canali, da soli, non sono sufficienti per ottenere un posizionamento distintivo o per raggiungere tutti i target desiderati e gli obiettivi prefissati. L'efficacia della strategia di comunicazione è data dall'insieme di più azioni su diversi canali di comunicazione, online e offline. Il canale di comunicazione varierà notevolmente a seconda del cosa, a chi, del perché e del quando si vuole 7 comunicare. I canali vengono distinti tra canali offline e online, anche se oggi tale distinzione potrebbe ritenersi superata. Al centro dello schema troviamo il posizionamento e la brand identity. Infatti, indipendentemente dall'azione scelta dobbiamo sempre far riferimento agli obiettivi di posizionamento e alla nostra identità di marchio. La trasformazione della brand identity non deve essere intesa come un semplice lavoro di adattamento, ma un'attenta declinazione del brand a seconda dei canali e dei contesti scelti: dal sito web, ai format grafici per i social network, dallo sviluppo di una attenta linea di merchandising, al packaging di eventuali prodotti tipici, vetrofanie, progetti di editoria, stand fieristici ecc. Ogni prodotto o canale deve essere infatti inteso come un mezzo di comunicazione con potenzialità specifiche a rendere la destinazione riconoscibile. L'immagine coordinata, oltre a permettere alla destinazione di comunicarsi in modo coerente e a presentarsi nel mercato attraverso un'unica immagine, definisce il modo in cui i turisti, la comunità e i vari stakeholder della destinazione fanno esperienza del brand: un'immagine coordinata efficace, in linea con i propri target, intrigante e distintiva, facilita la creazione di connessioni emotive e mnemoniche con il proprio pubblico. Lo scopo da raggiungere attraverso la realizzazione di un logo è creare un legame emotivo tra la destinazione e il consumatore. Come abbiamo già visto, infatti, nella scelta del viaggio, il turista mette in atto una componente razionale ma viene influenzato da quella emotiva. Per questo, la rilevanza data all'impatto emozionale dell'immagine coordinata di un brand gioca un ruolo importante nel piano di comunicazione. Riassunto del libro pdf “ Il turismo diventa climate- sensitive” Cap. 1 Di tempo (meteorologico) e clima, le basi Negli ultimi anni, soprattutto a causa di una serie di eventi disastrosi, il mondo del turismo si è modificato in maniera profonda. Probabilmente molti non se ne sono ancora accorti, ma questi eventi hanno influito in modo sensibile sul modo di viaggiare, sulle scelte delle destinazioni e degli alloggi, sui desideri di esperienze più autentiche, sulle nuove scale di valori che pongono più marcatamente l’accento su pratiche sostenibili e a minor impatto ambientale e hanno, di conseguenza, trasformato il modo di erogare e gestire prodotti e servizi da parte degli operatori turistici. Tempo e Clima Nel linguaggio comune i termini tempo e clima vengono usati in maniera confusa, le due espressioni si riferiscono a concetti e fenomeni diversi. - Il TEMPO → è l’insieme delle condizioni che caratterizzano l’atmosfera in un certo luogo in un periodo di tempo limitato (ore o giorni) - Il CLIMA → rappresenta l’insieme delle condizioni metereologiche di un certo luogo in un periodo di tempo lungo, di solito pari a 30 anni. Il clima è un luogo determinato da diversi fattori: la latitudine, l’altitudine, l’intensità del sole, la 8 distanza del mare, la copertura nuvolosa, la pressione, la temperatura dell’aria, l’umidità, la direzione e la velocità del vento, le precipitazioni. Quello che cambia è la scala temporale considerata, perchè per il TEMPO è molto variabile e le condizioni possono cambiare anche a distanza di poche ore. Invece per i cambiamenti del CLIMA sono molto più lenti e graduali e i loro effetti si percepiscono solo a distanza di molto tempo (anni o anche decenni). Meteorologia e climatologia sono le discipline che si occupano dei due fenomeni. L’atmosfera e l’effetto serra L’atmosfera terrestre è uno strato sottile di gas che avvolge la Terra, L'atmosfera è divisa in diversi “strati” ognuna con le sue caratteristiche → Troposfera: è lo strato più basso dell’atmosfera, a contatto con la crosta terrestre, dove si verificano i fenomeni meteorologici e si trova la maggior parte dell’aria che respiriamo. → Stratosfera: contiene lo strato di ozono, che assorbe la maggior parte delle radiazioni ultraviolette dannose che provengono dal Sole. → Mesosfera: lo strato più alto dell'atmosfera, dove le temperature aumentano con l’altitudine. → Termosfera: strato più alto dell’atmosfera dove le temperature aumentano con l’altitudine. In questo strato si trova anche uno strato chiamato “isonofera” che riflette le onde radio, lunghe, corte, medie e cortissime permettendo le comunicazioni a grande distanza. → Esosfera: lo strato più esterno, zona di transizione con lo spazio interstellare. Qui il campo magnetico terrestre trattiene e devia il vento solare, determinando la formazione delle aurore polari. L'atmosfera è composta principalmente da azoto (78%) e ossigeno (21%). I gas minori includono argon (0,9%), anidride carbonica (0,04%) e vapore acqueo (0,02%). Non tutti gli strati hanno le stesse concentrazioni di gas: - Il vapore acqueo è presente quasi soltanto nella troposfera, lo strato più basso, ed è praticamente assente nella termosfera e nell'esosfera. - Termosfera e Esosfera invece contengono quasi tutto l'elio e l'idrogeno. - L'ozono è contenuto in massima parte nella stratosfera. 9 L’atmosfera svolge diverse funzioni importanti: → Trasporta il calore trattenendo parte del calore proveniente dal Sole e contribuisce a mantenere la temperatura della superficie terrestre a livelli vivibili. → Protegge dal sole filtrando le radiazioni solari più dannose, come i raggi ultravioletti, che possano danneggiare la vita sulla terra. → Regola il clima contribuendo a distribuire le percezioni e le temperature. Effetto Serra L’effetto serra è un fenomeno naturale che avviene nell'atmosfera terrestre. Alcuni gas, detti gas serra, come l'anidride carbonica, il vapore acqueo, il metano e l'ozono, assorbono parte delle radiazioni provenienti dal Sole. In particolare contribuiscono a tenere una certa quantità di calore nell'atmosfera facendo in modo di mantenere la temperatura della superficie terrestre a livelli vivibili. In assenza di gas serra, la temperatura media della Terra sarebbe di circa -18°C, rendendo impossibile la vita come la conosciamo. Il calore trattenuto dipende dalla concentrazione di questi gas che svolgono quindi un ruolo importante per il bilancio energetico della Terra. In sintesi l’effetto serra è importante perché ha la capacità di regolare o trattenere l’energia solare. Non ha però una regolarità e non ha nemmeno dei valori fissi e costanti nel tempo, varia continuamente anche durante le diverse stagioni dell’anno. - L’effetto serra quando fa caldo è minore - L’effetto serra quando fa più freddo è massimo Il problema di oggi sono gli aumenti dei livelli di gas serra nell’atmosfera. La conseguenza è quella di avere un aumento di temperature rispetto alla media = riscaldamento globale. Esso anche per pochi gradi ha un impatto importante sul clima della terra portando a modificare delle condizioni climatiche generali come: innalzamento del livello del mare, tempeste, uragani ecc. 10 L'effetto serra agisce come un elemento riequilibratore del clima, operando a livello locale con continue modifiche dovute alle caratteristiche del territorio. Nonostante ciò, contribuisce a mantenere un equilibrio termico globale. L'equilibrio termico globale consente di compensare le variazioni locali, sia positive che negative, concorrendo così a preservare una stabilità termica complessiva. Previsioni metereologiche e modelli climatici Da sempre si è cercato di capire le cause all’origine di fenomeni atmosferici di prevedere il loro manifestarsi in tempo utile allo svolgimento di varie attività, soprattutto quelle che si svolgono all’aperto (agricoltura, pastorizia, allevamento, caccia, pesca ecc.) e perciò strettamente dipendenti dalle condizioni atmosferiche. I modelli di clima sono basati sulle leggi fisiche e chimiche che regolano le caratteristiche e il comportamento di atmosfera, oceani e superficie terrestre. Essi includono le equazioni e gli algoritmi numerici che rappresentano le interazioni complesse tra vari componenti del sistema climatico, come temperatura, umidità, vento, nuvole, e flussi di energia. Ci sono due principali modelli climatici: - Modelli climatici globali (GCM): simulano il clima su scala globale consentendo di studiare i fenomeni climatici a livello planetario. I GCM sono fondamentali per comprendere i cambiamenti climatici. - Modelli climatici regionali ( RCM): essi si focalizzano più sulle aree geografiche regionali. Questo modello fornisce dettagli più accurati su scala locale permettendo così una comprensione migliore degli impatti regionali dei cambiamenti climatici. Adattamento e mitigazione L’IPCC- Intergovernmental Panel on Climate Change, è un organismo dell’ONU che valuta le più recenti informazioni scientifiche, tecniche e socio economiche prodotte a livello mondiale per la comprensione dei cambiamenti climatici. L’ultima valutazione risale nel 2023 che ci mostra una situazione critica, e riguarda soprattutto l'aumento delle temperature e aumento delle emissioni di gas serra. E’ molto preoccupante se le emissioni non si modificano rispetto ad adesso. Gli interventi possibili che si possono fare si dividono in due categorie: la mitigazione e l'adattamento. - Mitigazione= dove si cerca di rendere meno gravi gli impatti dei cambiamenti climatici diminuendo drasticamente l’emissione di gas serra (GES) nell’atmosfera. La mitigazione si ottiene riducendo le fonti di questi gas (per esempio con l’aumento dell’uso energie rinnovabili o la creazione di sistemi di mobilità più puliti) o meglio eliminando le energie prodotte da materiali fossili come il petrolio) oppure potenziando sistemi in grado di assorbire gas serra, come le foreste. 11 - Adattamento = significa anticipare gli effetti dannosi dei cambiamenti climatici adottando delle misure, strategie che possano ridurre temporaneamente le conseguenze del cambiamento climatico a livello sociale ed economico. Esempio dobbiamo ridurre gli sprechi alimentari, proteggere l'innalzamento del mare, costruzione di ripari aiutare con eventuali eventi estremi come uragani o ondate di calore. Cap. 2 - Il turismo diventa climate-sensitive Turismo e clima Le emissioni di gas serra legate al turismo rappresentano attualmente circa l’8% delle emissioni globali (per la gran parte dovuta ai trasporti), e si prevede che aumenteranno sensibilmente nei prossimi anni. Le destinazioni turistiche sono molto sensibili alle condizioni climatiche e quindi colpite dai cambiamenti che sono in atto e quelli previsti. Questi impatti li possiamo classificare in 4 categorie: 1. impatti climatici diretti→ sono tutti quegli eventi estremi come uragani, tempeste, aumento del livello del mare. 2. impatti indiretti→ riguarda la disponibilità di acqua, abbiamo una perdita della biodiversità, aumento delle malattie contagiose, cambiamento della produzione agricola ecc. 3. impatti delle politiche di mitigazione→ cercando di ridurre le emissioni di gas serra portando un aumento dei costi di trasporto o far cambiare idea al turista e quindi cambiare la meta del viaggio. 4. impatti indiretti sui sistemi sociali ed economici → interessano la futura crescita economica o la stabilità politica di alcune azioni. Nel dettaglio gli effetti più importanti sono: - L'aumento delle temperature= sta rendendo le città d’arte, spiagge o anche località sciistiche meno attraenti. Il mare Tirreno ha subito un aumento di 5 gradi durante l’estate e questo compromette la qualità dell’acqua. Stessa cosa vale anche per gli impianti sciistici che porta ad una riorganizzazione e potrebbe avere anche un impatto notevole per le olimpiadi invernali milano cortina. - Innalzamento del livello del mare = sono colpite le cose e le isole che sono importanti per le destinazioni turistiche e per il turista. esempio l'isola dei conigli sul lago di garda ora è accessibile andare anche a piedi a casa della riduzione dell’acqua, - Diminuzione delle coperture nevose = rendendo le località turistiche meno attraenti. 12 Altri impatti legati alle modifiche del clima, che hanno effetti indiretti sul turismo sono: - Eventi meteorologici estremi, come tempeste, uragani e ondate di calore, stanno diventando più frequenti e intensi. Questi eventi possono causare danni alle infrastrutture turistiche, rendendole meno sicure e meno appetibili ai viaggiatori che sempre di più considerano le condizioni climatiche come fattore importante da prendere in considerazione. - Cambiamenti nella disponibilità di acqua, è importante come risorsa nell’industria turistica, soprattutto per le destinazioni di montagna, che in inverno cercano di sopravvivere alla mancanza di neve. - Ritiri dei ghiacciai, difficoltà di accesso, queste attività attraggono tantissimi turisti ora per questo problema non è possibile per la sua pericolosità. Impatti stagionali Le due stagioni più importanti (estivo e invernale) vendono altri impatti come per quello invernale: - Precipitazioni nevose insufficienti, si verifica a causa delle temperature troppo elevate, minore durata dell'attività sciistica. - Perdita di biodiversità, come i ghiacciai, ecosistemi delle foreste. - Ulteriore stress sulle infrastrutture turistiche, i costi sono molto più elevati per la manutenzione e la prevenzione dei rischi a causa di eventi meteorologici estremi. Per far sì che queste attività non chiudano bisogna ricorrere se necessario l'innevamento artificiale. Oltre a questo gli sciatori prenotano molto tardi perché valutano la condizione della neve. Per il turismo estivo, gli impatti dei cambiamenti climatici possono riguardare: - Esaurimento di coste e spiagge, logoramento delle spiagge dovuto all'innalzamento del mare e dovuta anche alla frequenza di tempeste e inondazioni. - Spostamento verso nord dei turisti, come preferenza si scelgono destinazioni diverse dalle coste del Mediterraneo. - Deficit idrico, disponibilità ridotta durante la stagione estiva - Condizioni di disagio estremo, abbiamo un aumento di inquinamento che ha causato un ‘innalzarsi dell’ozono nel periodo estivo, e che causa problemi di salute e aumento delle temperature con ondate di calore. 13 Impatti sulla domanda Il clima è un fattore determinante per la scelta della destinazione da parte dei turisti. Quando il clima cambia, cambia anche l’attrattività di un luogo e, probabilmente con un ritardo temporale, anche l’immagine percepita. Le condizioni metereologiche passate influiscono sulla domanda, mostrando importanza delle aspettative metereologiche nelle decisioni dei turisti. Sensibilità alle condizioni metereologiche varia a seconda delle stagioni. Il turismo primaverile ed estivo più sensibile alle condizioni metereologiche. Nelle stagioni fredde la temperatura è meno importante ma le precipitazione sono fondamentali per gli sport invernali. È quindi importante misurare l'idoneità climatica di una destinazione turistica considerando non solo i dati meteorologici, ma anche come tali condizioni vengono percepite dai turisti. Questa idea ha portato allo sviluppo di un indice chiamato Indice Climatico Turistico (TCI), che cerca di rappresentare il modo in cui le condizioni climatiche influenzano (positivamente o negativamente) l'esperienza del turista in una certa zona in un periodo specifico. - Il TCI è stato originariamente proposto nel 19857 per valutare l'idoneità del clima per il turismo ed è stato successivamente rivisto per tener conto delle diverse attività turistiche e delle loro esigenze climatiche specifiche. - L'indice TCI si basa su tre parametri principali: condizioni termiche (T), fattori estetici (A) e fisici (P), che tengono conto rispettivamente della temperatura percepita, dello stato del cielo (copertura nuvolosa), delle precipitazioni e dell'intensità del vento. Impatti economici Le conseguenze economiche del cambiamento climatico possono essere abbastanza gravi, per esempio la riduzione media prevista dei ricavi derivanti dal turismo invernale. Secondo uno studio della Commissione europea, se consideriamo solo la variabile ambientale, nei prossimi anni i visitatori tenderanno a prenotare soggiorni in mete più fredde, spostando a nord il baricentro delle intensità turistiche. Nello scenario peggiore (innalzamento medio delle temperature di 4 gradi), - l'Irlanda diventerebbe lo Stato con il maggior aumento di flussi (+9,05%). - La seguirebbero Lituania, Regno Unito e Danimarca. - Perderebbero invece prenotazioni mete balneari come Cipro e Grecia. In Italia diminuirebbero gli arrivi. 14 Cap. 3 - Aria fresca per città e destinazioni calde La prima installazione di queste isole della freschezza nasce a luglio del 2019 a Vienna. Un edificio a forma di dirigibile - nel mezzo di una delle più grandi aree artistiche e culturali del mondo: → il MuseumQuartier di Vienna. L’Airship viene definito dai suoi creatori “il prototipo di un’isola urbana di freschezza, o coolspot”. Da cosa sono composti questi coolspot? Da elementi ombreggianti in legno, sedute, piante e alberi, acqua nebulizzata o sotto forma di cascata. Un sogno per le nostre città d’arte colpite da ondate di calore superiori ai 40°C. Qualcosa di facilmente realizzabile come dimostra l’esperienza austriaca. A conferma di una crescente consapevolezza sul fatto che il cambiamento climatico impatterà sempre di più sulle scelte di viaggio e la vacanza.L’Austria non è l’unica destinazione che sta iniziando ad attrezzarsi prendendosi cura apertamente dei propri residenti e turisti. Due casi in italia di climate- sensitive→ Alpi e Courmayeur Climate Hub ci consente di fare due riflessioni. In Italia la consapevolezza del peso e della gravità che l’impatto del cambiamento climatico avrà sulle destinazioni è ancora limitata e, soprattutto, concentrata nelle destinazioni di montagna, probabilmente perché l’assenza/presenza di neve causa una percezione più diretta, rispetto ad altri effetti del cambiamento climatico con impatti meno evidenti. Tuttavia, quei due casi dimostrano che è urgente iniziare a progettare in ottica climate-sensitive cioè di tutela delle persone – ospiti e residenti - e delle attività turistiche. 15 8 casi di destinazioni climate- sensitive in Europa→ Spagna con Donostia e San Sebastian, Valencia, Porto, Canale della Manica, Visitscotland, Visit Norway Slovenia Ljubljana. È evidente dai casi analizzati che in molte parti d’Europa si usano informazioni e misure di adattamento climatico come variabile di marketing e contenuto di comunicazione. Mediamente nel Nord Europa c’è molta più attenzione all’impatto dei cambiamenti climatici sull’industria del turismo. Alla fine di questo viaggio in Europa, possiamo sintetizzare in otto punti i concetti chiave che contraddistinguono le destinazioni climate-sensitive: 1. Misure e monitoraggi per realizzare piani di adattamento adeguati; 2. Approccio green reale e non greenwashing. 3. Adattamento climatico come nuova variabile di marketing; 4. Comunicazione specifica integrata. 5. Volontariato di turisti e ospiti per adattamento climatico; 6. Integrazione delle policy top-down e bottom-up. 7. Coinvolgimento di tutti gli stakeholder 8. Motivare e mobilitare le imprese private Cap. 4 - promesse di viaggio e gentle nurding per un turismo più consapevole La gestione dei visitatori è un aspetto cruciale del destination management, che mira a incoraggiare comportamenti positivi e a scoraggiare quelli negativi al fine evitare impatti dannosi del turismo sui territori e sui loro abitanti. Le misure adottate per raggiungere questi obiettivi sono volontarie. Si tratta di codici di condotta per il turista che vengono poi comunicati al visitatore in modo accattivante attraverso canali di comunicazione e di informazione. Tra gli esempi ci sono diverse campagne di #enjoyerespect si trovano a Firenze o a Venezia. Es. la campagna #EnjoyrespectVenezia è stata avviata proprio a Venezia nel 2017 (anno internazionale del Turismo Sostenibile per lo sviluppo). Essi mira a promuovere tra i visitatori dei comportamenti responsabili che rispettino l’ambiente, il patrimonio paesaggistico, artistico e culturale. Le misure proposte dalla campagna sono articolate in 12 buone pratiche rivolte ai visitatori responsabili, offrendo un insieme di consigli e raccomandazioni per vivere Venezia in modo più consapevole e rispettoso. 16 Buone pratiche di #enojoyrespectFirenze. Bisogna cercare di impegnarsi di più nell'arricchire le esperienze ai visitatori e promuovere il benessere umano, questo può favorire a creare un equilibrio più sostenibile e benefico tra turisti e destinazioni. Molte destinazioni hanno cercato modalità più accattivanti e più coinvolgenti per proporre ai turisti regole di condotta a destinazione in grado di promuovere un uso più sostenibile dei luoghi e del loro patrimonio naturale e culturale nonché una consapevolezza. PALAU - prove di cambiamento Palau è un paese nell’Oceano Pacifico occidentale. E’ composto da diverse isole che distano 800 chilometri dalle Filippine. Palau è conosciuta per le sue acque cristalline, per i suoi ricchi ecosistemi marini e la biodiversità. E’ un importante destinazione turistica per gli amanti del diving e per l’esplorazione marina. Nel dicembre del 2017 i turisti che arrivavano a Palau hanno trovato sul loro passaporto un timbro che è più una promessa ai bambini dell’isola. Da quel momento per entrare a Palau devi accettare di impegnarsi per proteggere il territorio. “a preservare e proteggere l’isola, a camminare leggero, ad agire gentilmente ed esplorare con attenzione” (...). “Non prenderò ciò che non mi è stato dato. Non danneggerò ciò che non mi danneggia. Le uniche impronte che lascerò saranno quelle che verranno lavate via. 17 Il timbro apposto sul passaporto dei turisti fa parte dell’iniziativa “Palau Pledge” che include anche la proiezione di un video durante il volo che sensibilizza tutti i visitatori in arrivo sulla loro responsabilità nell’essere ambientalmente responsabili e una checklist di do's and don'ts distribuita una volta atterrati. Tra le cose da non fare ci sono il calpestare e toccare i coralli, il nutrire gli squali, lo spaventare o cercare di catturare gli animali selvatici; tra le cose da fare ci sono invece l’informarsi e l’approfondire la cultura e le usanze locali, il portare con sé contenitori riutilizzabili per cibi e bevande; il non usare determinate tipologie di creme solari che possano inquinare e danneggiare fauna e flora marina, divieto di pesca. Obiettivo principale di questa iniziativa nel suo complesso è garantire che i giovani di Palau ereditino le stesse risorse naturali incontaminate che sono esistite nel paese per innumerevoli generazioni. Oggi, molti abitanti del luogo ritengono che la Palau Pledge sia un piccolo ma significativo passo verso il cambiamento nella mentalità e nei comportamenti dei turisti relativamente alla presa di coscienza del valore e della fragilità delle risorse naturali e viventi del paese. La Palau Pledge è uno degli esempi più noti di national destination pledge ma non è l’unico: altri esempi sono l'Icelandic Pledge, il New Zealand Tiaki Promise e il Sustainable Finland Pledge, tutti strumenti che mirano a stimolare una connessione emotiva con i visitatori per facilitare il loro ruolo di agenti di cambiamento. La Tiaki Promise (2018) frutto della collaborazione di sette organizzazioni pubbliche e private in Nuova Zelanda include impegni per prendersi cura dell'ambiente, viaggiare in sicurezza e rispettare la cultura. Infine, il Sustainable Finland Pledge, lanciato internazionalmente nel settembre 2019, include nove impegni che vanno dal rispetto della vita dei locali al non lasciare in giro rifiuti. Tutte queste promesse condividono dunque obiettivi simili relativi alla mitigazione degli impatti negativi del turismo e al miglioramento della sicurezza dei visitatori, ma il modo in cui vengono implementate varia tra le destinazioni. Il Palau Pledge e la Tiaki Promise, per esempio, sono integrati nella politica o strategia turistica nazionale e agiscono quindi in connessione con altre iniziative per il turismo sostenibile. I casi appena citati sono solo alcuni dei numerosissimi esempi di pledge turistiche. Esistono infatti diversi tipi di promesse nel turismo, come le promesse turistiche globali (ad esempio, il Travel Better Pledge e il Sustainable Tourism Pledge); promesse per isole (come il Pono Pledge di Hawai’i e il Pledge dell'Isola di Maria); promesse per città e coste (ad esempio, il Bend Pledge e il Big Sur Pledge); così come promesse legate a cause specifiche (ad esempio, il Pledge per il Benessere dei Bambini, i Viaggiatori Contro la Plastica e il Pledge per Esperienze Etiche con gli Elefanti). 18 Sia le promesse delle destinazioni nazionali sia i codici di condotta dei visitatori condividono obiettivi simili, ma presentano anche differenze significative. Entrambi puntano a influenzare il comportamento dei visitatori prima dell'esperienza stessa. Tuttavia, i codici di condotta sono solitamente presentati come elenchi di linee guida imperative, mentre le promesse delle destinazioni nazionali consistono in impegni espressi in prima persona. I codici di condotta sono comunemente comunicati attraverso testo, talvolta con immagini, mentre le promesse delle destinazioni nazionali spesso utilizzano una varietà di media e strategie di social marketing per coinvolgere il pubblico in modo più dinamico. Visit Norway che nel 2021 ha lanciato una divertente campagna chiamata “Law of Nature”, diffusa principalmente sui canali social dell’ente del turismo. Sono 5 video che vedono protagonisti diversi animali, questo per far capire come comportarsi in particolare quando siamo in contatto con la fauna selvatica in Norvegia. La coppia di cervi Bjørn e Morten, una renna, un tricheco, alcune anatre, una capasanta e una volpe, grazie alle voci di due famosi attori norvegesi, aiutano quindi i turisti a mettere a fuoco alcune semplici regole di comportamento per impattare il meno possibile sulla natura locale. La campagna è supportata da informazioni aggiornate sul sito web di Visit Norway e dalla continua collaborazione con destinazioni e organizzazioni in tutto il paese. 19 Sulle tematiche del cambiamento climatico, un caso particolarmente interessante è rappresentato dalla Groenlandia che sul sito di Visit Greenland illustra in modo molto articolato l’effetto dei cambiamenti climatici sull’isola guardando sia al mondo animale, sia agli effetti su popolazione e culture locali, sia infine sui diversi settori economici, compreso il turismo. Oltre la scelta turistica Sono sempre più numerosi gli studi e i rapporti di settore che evidenziano come la sostenibilità nelle scelte di viaggio sia ormai riconosciuta a livello globale come una priorità: già nel 2022 il Sustainable Travel Report di Booking.com aveva messo in evidenza come oltre quattro viaggiatori su cinque considerassero importante il viaggiare in modo sostenibile. La metà dei viaggiatori globali affermava che le notizie sul cambiamento climatico li aveva spinti a fare scelte di viaggio più sostenibili. Molti turisti anche italiani considera l’ambiente e la sostenibilità come fattori importanti nelle decisioni di viaggio. Molti viaggiatori sono disposti anche a aumentare la propria spesa se questo potrebbe contribuire sulla protezione dell’ambiente. Le nuove destinazioni del cambiamento climatico “last chance tourism” Il “last chance tourism” rappresenta infatti una tendenza emergente nel settore turistico, dove i viaggiatori cercano destinazioni in cui o poter osservare direttamente gli effetti del cambiamento climatico o visitare attrazioni naturali che sono minacciate dalla perdita progressiva di habitat o dalla scomparsa imminente. Ci sono molte liste di luoghi definiti “last chance tourism”. Ovviamente questo tipo di turismo solleva questioni etiche e ambientali importanti che riguardano il circolo vizioso tra sopravvivenza della destinazione e pressione turistica sui delicati ecosistemi già minacciati. Si tratta di un dibattito molto vivo e controverso perché da un lato il turismo spesso garantisce la sopravvivenza di alcune economie locali, dall’altro, se ben gestito, può favorire anche una presa di maggiore consapevolezza sui reali effetti del cambiamento climatico. 20 Cap 5 - Imprese turistiche e adattamento climatico “Come affrontano i cambiamenti climatici le due Online travel Agency e un grande gruppo alberghiero” 1. Booking Holdings comprende booking.com, Priceline, Agoda, Kayak. Opera in più di 200 Paesi e offre alloggio in oltre 28 milioni di strutture ricettive. Nel 2023 sono state prenotate 1 miliardo di notti. 2. Expedia Group comprende expedia, Trivago ed è presente in 70 Paesi e mette a disposizione oltre 3 milioni di strutture ricettive. 3. Marriott International è una multinazionale statunitense che gestisce 7.000 strutture ricettive in 131 Paesi per circa 1,2 milioni di stanze. I climate Action Plan di Booking Holdings ed Expedia Group, entrambe le aziende hanno come obiettivo principale di diventare “NET-ZERO” entro il 2024. Stanno cercando di rendere sostenibili tutti i servizi che offrono per comunicare il livello di sostenibilità. Booking prevede programmi di formazione su clima e sostenibilità per il personale delle strutture presenti sulle piattaforme gestite da Booking. Aiuta inoltre le aziende private nella ricerca di fonti per realizzare azioni sul cambiamento climatico. Expedia group ha un climate action plan e si intitola “Open World” che si basa su 3 pilastri della sostenibilità: 1. economica - 2. sociale - 3. ambientale. Vuole inserire nei modelli di business dei fattori di valutazione e integrazione dei rischi e delle opportunità causati dai cambiamenti climatici. Ridurre l’impronta carbonica sviluppano attraverso il coinvolgimento diretto delle imprese cittadini e destinazioni un adattamento climatico. E’ importante fornire al personale interno all'azienda informazioni precise per soddisfare le nuove esigenze dei climate- sensitive travellers. Per questo nasce il progetto “SERVE 360” di Marriott International. Lavora su 4 punti. - N come→ coltivare il nostro mondo - S come → operazioni sostenibili e responsabili - E come → potenziamento attraverso le opportunità - W come → accogliere tutti e promuovere di diritti umani Gli ultimi due punti (E e W) vanno nella direzione di formare il personale degli hotel Marriott sulle tematiche della contemporaneità, di cui il cambiamento climatico. Includere nel team degli hotel il personale socio-culturale. Nello specifico si occupano di sostenibilità economica e sociale. I primo due punti (N e S) si concentrano maggiormente sulla sostenibilità ambientale. Si è posto diversi punti chiavi che cerca di realizzare entro il 2025 ma tra questi abbiamo anche altri di punti ovvero: volontariato e trasparenza nella comunicazione dei dati di impatto ambientale. 21 Gli hotel climate- sensitive Quattro hotel, quattro casi di piccole-medie imprese climate-sensitive: sono il Boutiquehotel Stadthalle di Vienna, 79 stanze a pochi passi dalla stazione Ovest della capitale austriaca; l’Hotel Doolin, 12 stanze e un ristorante da 300 posti nella parte occidentale dell’Irlanda; l’Hotel Ullensvang, 170 camere su un fiordo norvegese; il Whatley Manor, 23 camere a 5 stelle immerse nella campagna inglese. Quattro alberghi tutti caratterizzati da una forte attenzione all’adattamento ai cambiamenti climatici e alla sostenibilità della propria attività. L’esempio più eclatante è forse il Boutiquehotel Stadthalle di Vienna, che ha scelto inoltre di tematizzare ogni stanza con uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite e che, fin dal 2009, è una struttura ricettiva a impatto zero. Le azioni concrete che ha realizzato sono l’eliminazione completa del minibar, la raccolta differenziata del 100%, l’aria condizionata al naturale (aria fresca arriva dal giardino fino alle stanze) Il buffet della colazione è 100% biologico certificato. Hotel Doolin ha ridotto il consumo di acqua. La sua iniziativa particolare si ispira ai servizi di Wedding: per ogni matrimonio organizzato dall’hotel vengono piantati 10 alberi nel territorio circostante e per questo la destinazione è già cresciuta andando a beneficiare sia agli ospiti che ai residenti locali. Spostandoci in Norvegia, gli elementi di interesse dell’Hotel Ullensvang riguardano il sistema di riscaldamento e raffreddamento che utilizza come fonte di energia il fiordo dove è ubicata la struttura. Inoltre il calore in eccesso generato da frigoriferi e freezer viene utilizzato per scaldare l’acqua. In ottica climate-sensitive, l’Hotel Ullensvang è stato inserito nella certificazione Eco-Lighthouse (sistema di certificazione ambientale norvegese) che riconosce esplicitamente alla struttura il fatto che la sostenibilità è parte integrante delle decisioni strategiche dell’azienda, che vengono organizzate sessioni di formazione specifiche per tutto lo staff su sostenibilità e adattamento climatico e che c’è assoluta trasparenza su azioni intraprese e risultati ottenuti = Transparency Act dell’Hotel. Infine, troviamo il Whatley Manor in Inghilterra, caratterizzato da una chiara vision climate-sensitive: Per ottenere questo risultato alcune delle azioni realizzate sono state una revisione completa della supply chain dell’albergo, l’organizzazione di momenti di educazione e sensibilizzazione ambientale del team, dei fornitori e degli ospiti. Nel 2023 l’hotel è stato dichiarato da Earthcheck la prima struttura ricettiva Climate Positive di tutto il Regno Unito 22 Dall'analisi di queste sette casi emergono sette concetti- chiave che caratterizzano le imprese climate- sensitive: 1.collaborazione pubblico privato - 2. Coinvolgimento delle comunità locali nelle azioni di adattamento climatico 3. - trasparenza di azioni e risultati - 4. sostenibilità a 360 gradi - 5. spinta verso le destinazioni in modalità climate- sensitive - 6. coinvolgimento dei turisti in attività di volontariato - 7. limitazione e riduzione delle fonti fossili. 23 Cap. 6 - Festival, Archeologia e Musei: riflessioni sul turismo culturale. Nel luglio 2023, tra i tanti turisti internazionali alla scoperta della Penisola, si trova anche il ministro della Salute tedesco che, in viaggio tra Emilia-Romagna, Toscana e Lazio, sceglie di condividere le sue esperienze di viaggio attraverso i social. Durante un’ondata di calore sahariano, il Ministro esprime infatti lì la fatica nell’affrontare la visite a Bologna e a Roma, e dichiara la sua preoccupazione per l'impatto del cambiamento climatico sul futuro turistico dell’Italia e del Sud Europa. Pur esprimendo nei suoi tweet anche apprezzamenti per la freschezza delle chiese visitate – tanto da suggerire di tenerle aperte come rifugi durante le ondate di calore Gli effetti del cambiamento climatico sugli attrattori culturali italiani non si manifestano poi solo a livello di flussi e di valorizzazione turistica ma anche di tutela e gestione. Eventi a rapida insorgenza, come incendi e alluvioni, o a insorgenza progressiva, come l'erosione dei metalli o lo stress da gelo/disgelo, pongono nuove problematiche conservative del patrimonio tangibile e immateriale. Forti piogge possono causare allagamenti che danneggiano le strutture di chiese, palazzi, monumenti, biblioteche mentre l'innalzamento del livello del mare mette a rischio siti costieri come porti storici, siti archeologici, o monumenti sulle scogliere fino ad intere città, come nel caso di Venezia. Oltre a questo abbiamo anche gli effetti del cambiamento climatico che creano fenomeni di degrado nel tempo e che possono avere anche tra le conseguenze quello di perdere le pratiche tradizionali parte del patrimonio immateriale e materiale. Uno sguardo invece all’estero, il caso più recente è quello di Petra in Giordania che è minacciata dalle inondazioni improvvise e anche dalla variazione delle temperature che hanno contribuito all’erosione delle storiche facciate. Per proteggere sia il paese stesso che i milioni di visitatori che vengono a visitare il paese, i custodi di Petra stanno ricorrendo a soluzioni come quello di creare delle dighe per gestire delle inondazioni e favorire l’agricoltura. Anche le variazioni climate sono un problema e quelli più colpiti sono i musei che ne risentono moltissimo per l’umidità, secchezza dell’aria (per questo motivo le opere vengono danneggiate). Dai musei ai festival: strategie di mitigazione e adattamento climatico nei luoghi e negli eventi culturali italiani. 24 In questo Report viene messo in evidenza come tutti i musei intervistati, molti dimostrano di non aver mai intrapreso azioni concrete per il clima e la decarbonizzazione. Ci sono diversi ostacoli e vanno dalla poca professionalità specifica, all’organizzazione ecc. I punti chiavi per una lista ideale di cose da fare sono 3: 1. Formazione e ricerca → Si cerca di creare percorsi di formazione ad hoc per i propri dipendenti, perché i processi e i progetti legati alla decarbonizzazione richiede delle conoscenze adeguate. In Italia per esempio è nato il CHANGE, programma di formazione per operatori culturali. Molte istituzioni collaborano con esperti ambientali. 2. Adeguamenti strutturali e pratiche ecosostenibili → istituzioni ed eventi culturali possono attuare pratiche di gestione sostenibile dei loro spazi e delle loro attività, attraverso interventi sulle strutture, la gestione responsabile delle risorse idriche, la promozione di mobilità sostenibile per il personale e per i visitatori, l’uso di fornitori ecosostenibili ecc. E’ importante anche dire delle pratiche di riuso ed economia circolare messe in atto da musei, gallerie, e spazi culturali. Anche nel mondo delle performing arts e dei festival non mancano le iniziative ecologiche e di processi di decarbonizzazione. 3. Digitalizzazione consapevole → negli ultimi decenni i musei e le istituzioni culturali hanno utilizzato una vasta gamma di tecnologie digitali per arricchire l'esperienza dei visitatori e anche il coinvolgimento. Però un recente studio hanno evidenziato anche l’impatto ambientale negativo di queste azioni legato all'alta intensità energetica delle tecnologie digitali. Le strategie per la riduzione delle emissioni di carbonio poi non mancano e possono essere integrate in tutte le fasi dei progetti di digitalizzazione, ad esempio investendo in hardware e infrastrutture ad alta efficienza energetica. 25 Il mondo della cultura e l’azione per il clima Anche i musei, le gallerie e i festival culturali italiani si sono drasticamente impegnati negli ultimi anni nel portare all’attenzione del grande pubblico l’urgenza di una presa di coscienza degli effetti del cambiamento climatico, con progetti artistici ed espositivi anche di grande rilievo e respiro internazionale. Non solo le mostre contribuiscono al dibattito sul clima, ci sono anche gli spazi culturali permanenti e i musei. Sono presenti anche i festival tra i quali molti si occupano anche di sostenibilità ambientale o promuovono progetti di sensibilizzazione sui temi del cambiamento climatico. Cap. 7 - Dalle dolomiti alle Eolie. Strategie e buone dalle designazioni Unesco. Sife climatiche e patrimonio: analizzare i siti del patrimonio Mondiale UNESCO Un caso significativo di vulnerabilità e di adattamento al cambiamento climatico sono i World Heritage Sites (WHS) dell’UNESCO. L’iscrizione di un sito al WHS aumenta la visibilità e l'attrattività, causano una crescita nell’area interessata. Questo però causa anche fenomeni di over-tourism che possono provocare danni a livello economico sociale e ambientale. I siti che sono iscritti alla Lista del Patrimonio mondiale accentuano le fragilità dei siti oltre ai cambiamenti climatici. L'obiettivo è quello di preservare e valorizzare il sito. Per questo bisogna limitare che peggiorano. In italia ci sono molti siti che sono riconosciuti come UNESCO ma si trovano in territori che sono molto a rischio. In Italia sono stati riconosciuto 59 siti UNESCO: di cui alcuni di questi riconosciuti come patrimonio culturale e 6 come patrimonio naturali. Dei 59 siti italiani ne risultano 48 disponibili online. Sei Siti UNESCO come casi studio : Porto Venere – Le Cinque Terre e Isole di Palmaria, Tino, Tinetto; Le Dolomiti; Il Centro Storico di Firenze; Pompei, Ercolano e Torre Annunziata – Le aree archeologiche; I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe – Roero e Monferrato; Isole Eolie – Lipari, Vulcano, Salina, Stromboli, Filicudi, Alicudi e Panarea. I casi studio sono stati selezionati sulla base di diversi fattori. In primo luogo, la loro diversa collocazione geografica. I Siti sono infatti distribuiti tra diverse aree del territorio italiano. 1. Portovenere, 5 terre, isole palmaria, tino, tinetto Ospita turismo di prossimità, nazionale e internazionale. E’ un sito che soffre di overtourism. Attualmente il parco 5 terre sta affrontando 3 linee di azione: analisi dei rischi, sviluppo del digitale e workshop con gli stakeholders. 2. Dolomiti Destagionalizzazione grazie a estati più lunghe e autunni più miti, aree protette, turismo sostenibile, formazione per operatori della ricettività. 26 3. Centro storico di Firenze I flussi sono in aumento tutto l’anno. In corso ci sono progetti di mobilità sostenibile, piste ciclabili e autobus e taxi elettrici. Strategie di prenotazione ingressi per evitare sovrafollamenti e code. 4. Isole Eolie, Lipari, Vulcano, Panarea, stromboli… Tipo di turismo mordi e fuggi. Marzo 2024 : viene approvato il «Piano Strategico per il Turismo Sostenibile delle Eolie» per innovare l’offerta turistica e migliorare il benessere dei residenti 5. Langhe roero monferrato Nelle Langhe c’è affollamento di turisti, invece è ancora meno conosciuto il Monferrato ma che sta crescendo anche lui. Nuovo modelli di customer care Un nuovo modello di customer care si impone per gestire le criticità legate al cambiamento climatico e ai conseguenti innalzamenti di temperature che compromettono l’esperienza del viaggiatore Il turista oggi è più flessibile nelle date di partenza, nella scelta della destinazione e nella tipologia di alloggio come nel tipo di esperienza durante il soggiorno e si aspette uguale flessibilità da parte dei fornitori di servizi turistici Il concept delle nostre destinazioni deve superare la stagionalità e le difficoltà climatiche Deve essere inclusivo tutto l’anno e specializzarsi su prodotti turistici basati su vita quotidiana e abitudini degli abitanti, natura, cultura materiale e immateriale caratteristiche del territorio Proposte vere, autentiche che pur servendosi delle tecnologie più avanzate mantengano la propria unicità, basandosi su governance responsabili e sostenibili e sul racconto , in grado di trasmettere le memorie locali attraverso gli strumenti di intelligenza artificiale e generativa 27