Prezzo limite e deterrenza all'entrata PDF
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Questo documento tratta il tema del prezzo limite e della deterrenza all'entrata dei mercati. Analizza le strategie competitive e predatori, come ad esempio il modello di Bain o Dixit e i fattori che influiscono sul grado della concorrenza, incluso il paradigma di Gibrat sulla crescita delle imprese. Si analizzano anche i concetti di economie di scala, il ruolo delle politiche pubbliche e delle fusioni.
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**Prezzo limite e deterrenza all'entrata** ========================================== Un'impresa ha potere di mercato se può ridurre l'output per aumentare il prezzo di mercato o aumentare il prezzo perdendo pochi clienti. Microsoft (95% sistemi operativi), e Campbell's (70% zuppe in scatola), Alc...
**Prezzo limite e deterrenza all'entrata** ========================================== Un'impresa ha potere di mercato se può ridurre l'output per aumentare il prezzo di mercato o aumentare il prezzo perdendo pochi clienti. Microsoft (95% sistemi operativi), e Campbell's (70% zuppe in scatola), Alcoa (alluminio), imprese dominanti delle rispettive industrie, hanno mantenuto il proprio dominio per anni - Perché non possono essere scalzati da altri rivali già esistenti? - Perché nuovi rivali non sono attratti sul mercato dai loro profitti? Risposta: imprese con potere di mercato possono - Prevenire l'ingresso di nuove imprese - Spingere fuori mercato i rivali esistenti Queste azioni costituiscono condotta predatoria, anche se sono profittevoli solo quando i rivali escono dal mercato es.: R&S per ridurre i costi non è un'azione predatoria È necessario distinguere, ma non è facile, tra prezzi predatori e concorrenza sui prezzi! (Es. IBM, memorie per computer) Vari "fatti stilizzati" sull'entrata - l'entrata è frequente - l'entrata avviene generalmente su piccola scala l'entrata su piccola scala è relativamente facile la sopravvivenza è bassa: \>60% imprese escono entro 5 anni - l'entrata è fortemente correlata con l'uscita non coerente con l'entrata provocata da profitti in eccesso "Porta girevole" riflette continui tentativi di penetrare mercati dominati da grandi imprese Non è sempre facile dimostrare che ciò riflette una condotta predatoria. È necessario capire come avviene l'interazione strategica in presenza di un incumbent! la relazione tra dimensione delle imprese e crescita: legge di Gibrat Inizialmente esistono imprese di pari dimensioni; ciascuna cresce in ciascun periodo ad un tasso estratto da una distribuzione casuale; questa distribuzione ha media e varianza costanti nel tempo; il risultato è che la distribuzione delle dimensioni delle imprese tende ad una distribuzione log-normale, ovvero che il settore tende naturalmente a divenire sempre più concentrato! Critche: Approccio meccanicistico, solo quantitativo Non considera: ricerca e innovazione per la riduzione dei costi, fusioni e scalate, entrate e uscite di aziende, natura dell'interazione strategica. FASE INZIALE: tutte uguali Risultato finale: tante piccole e poche grandi ![](media/image2.png) Le azioni predatorie appartengono a due ampi gruppi A. Aumento della quantità (prezzo limite) o (anticipo) investimenti in capacità per scoraggiare l'entrata di rivali B. Prezzi predatori: prezzi così bassi ("irrazionalmente" bassi, comportano uno costo) che i rivali esistenti vengono spinti fuori dal mercato Il risultato di entrambe le azioni è lo stesso: il monopolista mantiene\\ottiene il controllo del mercato! L'antitrust si concentra sui prezzi predatori perché in questo caso esiste una vittima identificabile: un'impresa che era nel mercato ma che l'ha abbandonato **[Modello di Joe Bain (1956) e Paolo Sylos Labini (1962)]** In Stackelberg, il leader sceglie la quantità per primo, gli entranti credono che il leader si sia impegnato a tale scelta. L'entrante è scoraggiato, l'incumbent mantiene la sua posizione di monopolio. Impegnarsi a produrre Qd è un impegno credibile? Per Bain-Sylos Labin, l'impegno è credibile perchè costoso modificare la produzione. Ma aumentare la quantità (prezzo limite) è più redditizio di altre strategie (prezzo predatorio, scalata, fusione consensuale, differenziazione, offensiva pubblicitaria)? È la best response (teoria dei giochi)? Impegnarsi a produrre una quantità Qd è una minaccia credibile solo quando Qd è la risposta ottima anche quanto il rivale entra nel mercato. La strategia deve essere perfetta nei sottogiochi. **[Modello Dixit]** Il modello di Dixit dimostra con un modello sequenziale in due tempi che il prezzo limite, sotto alcune condizioni, è razionale (è la best response) Pertanto la strategia di impegnarsi\\aumentare la quantità è un equilibrio di Nash perfetto nei sottogiochi. Implicazione: l'autorità antitrust deve preoccuparsene! La strategia di aumentare la produzione\\capacità per prevenire l'entrata è sensata. È una delle armi in mano all'incumbent. ![](media/image4.png) ![](media/image6.png) ![](media/image8.png) ![](media/image10.png) L'entrata potrebbe non avvenire - I costi dell'entrante sono troppo alti - entrata bloccata - non predatorio L'entrata potrebbe essere accomodata - I costi dell'entrante sono bassi - l'incumbent trae vantaggio dall'essere il *first-mover* - ma non mette in atto deterrenza all'entrata Ci potrebbe essere deterrenza all'entrata - la deterrenza è remunerativa per l'incumbent. Installa capacità in eccesso come strategia di deterrenza all'entrata (sovrainvestimento irrecuperabile), incorrendo in costi non necessari - si impegna in maniera credibile - Ecco quindi dimostrato che il prezzo limite può essere razionale!! **[Un problema diverso ma pertinente è l'investimento per prevenire l'entrata]** - un mercato potrebbe essere un monopolio - ma esiste l'aspettativa di crescita con potenziali entranti Ora abbiamo un problema di tempi: chi si muove per primo? Potrebbe essere nell'interesse dell'incumbent prevenire l'ingresso dei rivali - costruendo nuovi impianti prima del loro arrivo - aggiungendo nuovi prodotti prima della loro entrata Prevenzione e persistenza del monopolio. L'incumbent è maggiormente incentivato a espandere anticipatamente la capacità se è previsto un incremento della domanda Un mercato con un incumbent - profitti attuali: *p^M^* - ci si aspetta che il mercato *raddoppi nel prossimo periodo* e poi rimanga per sempre della nuova dimensione - per soddisfare la domanda si richiede capacità addizionale il cui costo è F - la nuova capacità può essere aggiunta: - nel primo o nel secondo periodo - dall'incumbent o dal nuovo entrante Senza nessuna minaccia di entrata - incumbent installa la capacità aggiuntiva all'inizio del 2° periodo - i profitti sono 2*π^M^* (raddoppio domanda) meno i costi della capacità ***Con la minaccia di entrata, potrebbe voler installare la capacità in anticipo*** Considerate la scelta dell'entrante al periodo 1 - in caso di entrata, le imprese competono a la Cournot - entrando al periodo 1, l'entrante ha: - *π^E^*~1~ = *π^C^* + 2*π^C^R*/ (1 -- R) -- F = *π^C^* + 2*π^C^*/r -- F - R è il fattore di sconto = 1/(1+r) e r è il tasso di sconto - *R*/ (1 -- R) =1/r (cap. 2, formula 2.5) Se entra al periodo 2, e l'impresa 1 non costruisce il secondo impianto, l'entrante ottiene: - *π^E^*~2~ = 2*π^C^R*/ (1 -- R) -- RF - *π^E^*~1~ *\< π^E^*~2~ quando (1 + r)*π^C^* \< rF (il pagamento degli interessi su F è superiore ai profitti di Cournot del primo periodo rivalutati), - *Se π^E^*~1~ *\< π^E^*~2~, l'entrante entrerà nel secondo periodo Vediamo l'incumbent... Se non fa niente al periodo 1 - e l'entrante entra nel periodo 2 - guadagna π\*= 2π^C^R/ (1 -- R), dal secondo periodo in poi Se installa capacità addizionale al periodo 1 - e l'entrante non entra (deterrenza) - guadagna π\*\*= 2π^M^R/ (1 -- R) -- F, dal secondo periodo in poi installerà capacità in anticipo se π\*\* \> π\*, ovvero se 2(π^M^ - π^C^) /r \> F - ovvero se il valore attuale dei profitti addizionali provenienti dal mantenimento del monopolio è maggiore dei costi fissi Installando capacità addizionale al periodo 1 (*deterrenza all'entrata)* l'incumbent ottiene π^I^ = π^M^ + 2π^M^R/ (1 -- R) -- F Entrando al periodo 1 l'entrante guadagna: π^E^ = π^C^ + 2π^C^R/ (1 -- R) -- F L'incumbent vuole rimanere monopolista. L'entrante al massimo ottiene una quota di mercato in duopolio alla Cournot. Siccome π^M^ \>π^C^, l'incentivo è maggiore per l'incumbent. Investirà per prevenire l'entrata, se 2(π^M^ - π^C^) /r \> F L'incumbent ha un maggior incentivo ad investire immediatamente nel nuovo impianto. Perché? - l'incumbent sta proteggendo un monopolio - l'entrante sta cercando di acquisire una quota di mercato l'incumbent è disposto a subire delle perdite iniziali pur di mantenere il controllo del mercato L'incumbent ha interesse a prevenire l'ingresso di concorrenti per non perdere quote di mercato\\profitti. Può farlo in molti modi. Uno di questi è tramite l'impegno\\l'aumento della quantità prodotta\\capacità produttiva. Si dimostra che: - In alcuni casi, tale strategia è razionale (perfetta nei sottogiochi) - In previsione di un aumento della domanda, l'incumbent ha un incentive più forte dell'entrante ad investire in anticipo e, sotto particolari condizioni, decide di farlo. **Comportamento predatorio** ============================ Accuse di condotta predatoria, mirate a estromettere i concorrenti, non sono nuove si può risalire fino ai giorni della Standard Oil, Microsoft è solo uno dei casi più recenti. Dubbi teorici ed empirici 1. la predazione generalmente non può essere un equilibrio perfetto nei sottogiochi come nel chain store paradox (se non in presenza di informazione incompleta sull'incumbent o di contratti vincolanti, ritorneremo su questi punti più avanti) 2. Argomentazione di McGee: esistono alternative migliori **[McGee]** sostenne che la predazione è una strategia dominata in quanto: - ha senso solo l'aumento successivo dei prezzi e del profitto è sufficiente a compensare la perdita subita durante la guerra dei prezzi - la fusione è più profittevole della predazione perciò la predazione non avviene Dubbi sul ragionamento di McGee: - la fusione potrebbe essere proibita dall'Antitrust - potere di monopolio, rischio di aumento del prezzo invece che di riduzione! - e se ci fossero diversi potenziali entranti? - potrebbero entrare con la sola speranza di essere comprati Resta la necessità di distinguere tra prezzi predatori e concorrenza vigorosa, anche con uscita di uno dei concorrenti. Il punto principale rimane: la minaccia di predazione deve essere credibile (Post-Chicago School) **[Struttura informative (Post -- Chicago)]** ESEMPIO supponete che l'entrante non abbia informazione perfetta sui costi dell'incumbent - se l'incumbent ha costi bassi, non entra - se l'incumbent ha costi alti, entra un incumbent con costi alti ha incentivo a far finta di essere a basso costo per prevenire l'entrata! - ad esempio usando i prezzi di un'impresa a basso costo - L'incumbent è monopolista nel periodo 1 - Esiste minaccia di entrata nel periodo 2 - Il mercato termina alla fine del periodo 2 L'entrante osserva le azioni dell'incumbent nel periodo 1, tali azioni determinano se entrare o no nel periodo 2. L'incumbent può essere con costi alti o con costi bassi (competenza dei dirigenti, qualità degli impianti, prezzi dei fattori produttivi) - non esistono informazioni dirette sui costi - l'entrante sa che esiste una probabilità r che l'incumbent abbia costi bassi - l'incumbent sa che l'entrante non ha un'informazione perfetta Considerate un incumbent con costi elevati: Se tiene i prezzi alti nel periodo 1, c'è entrata (E3-alto), profitti: 80 Se tiene i prezzi alti bassi nel periodo 1 e non c'è entrata, profitti (E4-basso): 100 Un incumbent con costi elevati ha incentivo a far finta di essere con costi bassi, giocando un prezzo basso. Il modo migliore di indurre l'entrante a non entrare è indurlo a pensare che l'incumbent abbia costi bassi. La possibilità che i prezzi bassi significhino bassi costi è deterrente all'entrata. Considerate i profitti dell'entrante: - Se Megasoft stabilisce nel periodo 1 un prezzo alto, vuol dire con certezza che ha costi alti, Conviene entrare: profitto 20 - Se Megasoft stabilisce nel periodo 1 un prezzo basso - se l'incumbent ha costi elevate, i profitti sono 20 con probabilità 1 - r - se l'incumbent ha costi bassi, i profitti sono -20 con probabilità r - i profitti attesi sono 20(1 - r) - 20 r = 20 - 40r Vedendo un prezzo basso l'entrante rimarrà fuori? - Sì, se r \> ½ (probabilità di profitto negativo) ovvero se esiste una probabilità "sufficientemente alta" che l'incumbent abbia costi bassi Nel momento in cui l'incumbent si aspetta che la finzione dei prezzi bassi sarà efficace, l'incumbent ha incentivo ad adottare un comportamento predatorio. [I prezzi predatori sono una strategia perfetta nei sottogiochi in un gioco dinamico con informazione incompleta.] Il modello mostra come un incumbent con costi elevati può dissuadere l'entrata. Per far ciò deve praticare prezzi bassi: È così che inganna il potenziale entrante La minaccia di entrata forza l'incumbent a praticare un prezzo inferiore a quello di monopolio che altrimenti adotterebbe. Questo limite inferiore al prezzo mitiga le inefficienze di monopolio. La fissazione strategica di prezzi bassi può anche rendere più favorevoli le condizioni per un'eventuale acquisizione. Indebolire i concorrenti da acquisire **[Contratti come barriere all'entrata]** Un incumbent può precludere l'entrata concludendo contratti a lungo termine con i clienti (es. Microsoft con produttori di computer)? - Risposta della Scuola di Chicago: No. L'acquirente non può esser coartato a firmare un contratto che è contro il proprio interesse - Risposta Nuova economia industriale: Sì. L'incumbent può redigere il contratto in maniera tale da limitare l'entrata assicurando che il consumatore riceva parte consistente del surplus generato dall'entrata Modello di Aghion-Bolton (1987): Un venditore (l'incumbent), un acquirente e un potenziale entrante e due periodi: L'acquirente è disposto a pagare €100 per un bene, L'incumbent ha costi pari a €50. Il potenziale entrante ha costi c con distribuzione casuale ed uniforme tra 0 e €100, Il contratto tra l'acquirente e il venditore viene redatto nel primo periodo ma si riferisce anche al secondo. L'entrante decide se entrare o non entrare nel secondo periodo. Dopo l'entrata: competizione a la Bertrand Competizione ed entrata senza contratto - Se concorrente ha c\>50 (probabilità ½), non entra perchè sarebbe sconfitto: l'incumbent pratica un prezzo pari a €100 - Se concorrente ha *c* \< €50 (probabilità ½), entra, il prezzo scende a €50, e l'incumbent si ritira. Non esiste pressione per porre P\ - Senza contratto - l'entrante rimane fuori metà delle volte - se entra pratica un prezzo pari a €50 - il costo atteso è €25 (distribuzione uniforme \[€0, €50\]) - il surplus atteso è perciò (50 -- 25) \* ½ = €12,50 - Con il contratto - l'entrante rimane fuori ¾ delle volte - se entra pratica un prezzo pari a €25 - il costo atteso è €12,50 (distribuzione uniforme \[€0, €25\]) - il surplus atteso è (25 -- 12,5) \* *¼* = €3,13 Perdita di surplus atteso dell'entrante: €9,37 (12,5-3,13) \ €6,25 (quadagno di surplus dell'incumbent), quindi contratto socialmente inefficiente. **[I contratti vincolanti come contratti predatori]** Contratti su due periodi, contratti su due mercati - Es. Magicam (machine fotografiche) funziona solo con schede proprie Magicard. Contratto vincolante implicito. - Potrebbe avere motivazioni predatorie: estendere il monopolio alle schede, "esaurendo il mercato delle schede", senza lasciare spazio ai concorrenti (soprattutto se esistono economie di scala). Gli conviene? Prezzi più elevati... - Potrebbe avere invece finalità di discriminazione dei prezzi (bundling con aumento della quantità venduta ed incremento del surplus sia del produttore che che consumatore) Ogni volta che un'impresa ha potere dominante è vista con sospetto: c'è sempre il rischio che lo usi in modo anticompetitivo. La predazione non è perfetta nei sottogiochi (non è razionale) (come nel chain store paradox) e ci possono essere alternative più vantaggiose. Il predato può ricorrere al credito. I casi di predazione vanno visti con sospetto. L'informazione asimmetrica rende la predazione razionale (perfetta nei sottogiochi). Anche come strategia mirata all'acquisizione. I contratti vincolanti come barriere all'entrata rendono la predazione razionale (perfetta nei sottogiochi). ***[Comportamento predatorio e politiche pubbliche\ ]***inizialmente le pratiche predatorie erano considerate comuni, con Chicago (McGee, Posner, Bork): le pratiche predatorie vengono considerate non ragionevoli. Post-Chicago: espansione di capacità, informazione asimmetrica, contratti in esclusiva mostrano la razionalità delle azioni predatorie. Interventi regolatori solo se: 1. Prezzi predatori razionali 2. Evidenze empiriche di comportamenti predatori (prove) 3. Esistono politiche attuabili: standards giuridici di identificazione condivisi Regole esistenti per identificare un presso predatorio: 1. Areeda Turner (1975): prezzo \< del costo medio variabile di breve periodo (approssimazione del costo marginale). Critiche: non è un buon proxy; non evidenza espansioni della capacità produttiva, non tiene conto di eventuali costi irrecuperabili 2. Baumol (1979): Prezzi fissati prima e dopo l'uscita del concorrente 3. Williamson (1977): Produzione prima e dopo l'uscita del concorrente (sospetto di rapida espansione della produzione) 4. Joskow e Klevorick (1979). Insieme di evidenze e documentazione interna. Impostazione strategica. 5. Ordover e Wilig (1981): il comportamento predatorio è solo una delle possibili tattiche predatorie. È utile analizzare la struttura del mercato Nessuno degli standard proposti è semplice e facilmente traducibile in una metodologia univoca! **Collusione e giochi ripetuti** ================================ In cosa consiste **[un'intesa?]** - Nel tentativo di limitare la competizione tra un gruppo di produttori o manipolare il mercato L'oggetto dell'intesa possono essere: - i prezzi - i ricavi - le quote di mercato - le aree di mercato Cartelli internazionali espliciti (Opec, De Beers) - non esiste un'autorità internazionale che possa perseguirli. Intese nazionali o europee - Sono illegali nei casi previsti dalle normative. - Non possono essere sostenuti da contratti legalmente vincolanti. - Senza contratti la tentazione di deviare è alta. - C'è il rischio che qualche partecipante all'intesa possa ricorrere al programma di clemenza Le intese esistono alla ricerca di un vantaggio economico - sebbene siano generalmente illegali, spesso le imprese infrangono la legge e ne costituiscono di nuove. Evidentemente c'è un vantaggio economico Quanto è vantaggioso essere membri di un'intesa? Ma come si sostengono le intese? Quanto sono stabili? - non possono essere sostenuti dalla legge - ciascun membro è tentato di deviare dall'accordo (vendere una quantità maggiore, vendere a un prezzo inferiore a quello concordato, ecc..) prima che lo facciano gli altri - i programmi di clemenza che offrono uno sconto di pena o l'amnistia al primo membro che collabora. La capacità di scoprire e perseguire i cartelli è aumentata ![](media/image12.png)ESEMPIO ![](media/image14.png) **[Teorema di Selten:]** "Se un gioco con un unico equilibrio viene ripetuto per un numero finito di volte, la soluzione di esso è quell'equilibrio ripetuto per ciascuna delle volte. La ripetizione finita di un unico equilibrio di Nash è l'equilibrio di Nash del gioco ripetuto." Il teorema di Selten è valido sotto due condizioni - Esiste un *unico* equilibrio per il gioco uniperiodale - Il gioco viene ripetuto un *numero* *finito* di volte Ma l'evidenza empirica è che la collusione esiste. Ci dovrà essere un modo di sfuggire alla logica di Selten! Allentare il primo vincolo ci porta alla possibilità di più equilibri cooperativi come alternativa alla semplice ripetizione dell'equilibrio uniperiodale. Concentriamo sul secondo vincolo e consideriamo cosa cambia quando il gioco viene ripetuto su un orizzonte temporale infinito o indefinito. Con giochi "finiti" il cartello si scioglie all'ultimo periodo. Si suppone di sapere quando termina il gioco. E se invece non lo sapessimo? Supponiamo che ci sia una qualche probabilità che, ad ogni periodo, il gioco continuerà: gioco "indefinito", allora il cartello potrebbe continuare indefinitamente. Il "buon comportamento" può essere premiato credibilmente e il "cattivo comportamento" può essere punito credibilmente. Strategia del grilletto: Considerate un gioco continuato indefinitamente. orizzonte temporale potenzialmente infinito. La strategia per assicurare fedeltà al cartello basata su trigger strategy, coopera nel periodo attuale finché tutti hanno cooperato in ogni precedente periodo. Devìa (non cooperare), se c'è stata una deviazione. La punizione viene attivata dalla deviazione Esempio di trigger strategy periodo 1: producete l'output di collusione 30 periodo t: producete 30 finché in ogni periodo precedente è stato prodotto (30, 30); altrimenti producete 40 nel periodo attuale e in ogni periodo seguente Il cartello è tanto più stabile quanto più - i guadagni di breve termine della deviazione sono bassi (numeratore del termine di destra basso) - la probabilità di continuare il gioco è elevata - i membri del cartello valutano molto i profitti futuri (fattore di sconto elevato, ovvero tassi di interesse bassi) Con giochi ripetuti infinite volte la cooperazione è sostenuta dall'auto-interesse Ma ci sono alcune avvertenze 1. - le trigger strategies funzioneranno ancora, ma il fattore di sconto dovrà essere più elevato 2. - una riduzione delle vendite potrebbe essere provocata da fattori di mercato e non dalla violazione delle quote stabilite - perciò bisogna stabilire dei limiti alle variazioni entro i quali non avviene alcuna punizione - ci si accorda perché la punizione duri un certo numero di periodi Un accordo collusivo deve bilanciare la tentazione a "deviare". In certi casi, l'esito di monopolio potrebbe essere non sostenibile (tentazione a "deviare" troppo forte). Ma **[il Folk Theorem]** indica che la collusione è ancora possibile (può essere un equilibrio di Nash) ci potrà essere un accordo: - che è meglio della competizione - ma non è soggetto alla tentazione a deviare Dal punto di vista teorico: - Nei giochi ripetuti un numero finito di volte, la collusione non è un equilibrio stabile e non è perfetta nei sottogiochi (Teorema di Selten). - Nei giochi ripetuti un numero indefinite di volte, la collusione può essere un equilibrio stabile per date condizioni di vantaggio della deviazione, di probabilità di ripetere il gioco e di tasso di interesse (Teorema di Folk) **La collusione: come identificarla e contrastarla** ==================================================== ![](media/image16.png) La probabilità che si formi e si mantenga un'intesa è tanto più elevata... - quanto maggiore è la concentrazione -...quanto più elevate sono le barriere all'entrata -...quanto più gli ordini sono regolari e frequenti -...quanto più elevato è il tasso di crescita -...quanto maggiore è la simmetria tecnologica -...quanto più omogeneo è il prodotto -...quanto più i prezzi sono osservabili -...se ci sono clausole del cliente più favorito o di rispondere alla concorrenza **[Fattori che facilitano la collusione:]** [Elevata concentrazione dell'industria:] È più facile riscontrare fenomeni collusi nei [mercati concentrati] per i seguenti motivi: - I rendimenti della collusione diminuiscono all'aumentare del numero di membri del cartello, mentre aumentano i profitti della deviazione; - Il problema delle asimmetrie di costo è meno grave; - I costi di ricerca, negoziazione e monitoraggio diminuiscono; - È più facile individuare chi devìa, anche se informazione imperfetta - Le "trigger strategies" diventano attuabili più rapidamente e con più efficacia ![](media/image18.png) - Più aumenta il lato destro, più stringenti saranno i requisiti in termini di p ed R per la cooperazione. [Significative barriere all'entrata]: l'entrata facile mina la collusione, soprattutto se chi entra non si unisce al cartello. Se chi entra si unisce al cartello, diminuisce la concentrazione (vedi sopra). Altri possono essere indotti a entrare. Due tecniche per limitare l'entrata (barriere): 1. agenzia di marketing condivisa (marchi, consorzi) - convincere i consumatori che comprare dai membri dell'agenzia è vantaggioso - bassi costi di ricerca - sicurezza 2. associazioni di settore (ordini professionali) - controllano l'accesso al mercato, convincono i consumatori che l'acquisto da produttori "non membri" è rischioso e usano il potere di mercato [Ordini frequenti e regolari:] Tanto più rari e irregolari sono gli [ordini], tanto più tempo ci vorrà per punire un'impresa che devìa dall'accordo di cartello. Diventa più attraente deviare e il cartello più instabile. lamda=1 gli ordini sono regolari, lamda=2 gli ordini sono irregolari, Uno shock positivo della domanda è simile ad un grande ordine inatteso [Rapida crescita del mercato:] I mercati [in crescita] facilitano il mantenimento dei cartelli, la torta da dividere diventa sempre più grande ![](media/image20.png) al crescere di g, il lato destro diventa più piccolo La [simmetria nella tecnologia o nei costi,] sostiene la collusione (cfr. grafico sopra), negoziazioni più facili Se stesse quote si=1/n, se quote diverse l'impresa con la quota di profitto più bassa determina il tasso di sconto aggiustato. Minore è la quota di mercato dell'impresa più piccola, più elevato è il tasso di sconto aggiustato per la probabilità. [Omogeneità del prodotto]: La collusione è più facile quando le imprese producono [prodotti omogenei] o poco differenziati: - Un solo prezzo - Non è necessario stabilire quote di profitto differenziate - La punizione è più semplice, non serve definirla sulla base del grado di sostituzione rispetto al proprio prodotto Ma...l'omogeneità aumenta l'incentivo a deviare dato che i consumatori sono poco fedeli al marchio Atri fattori: Se [i prezzi sono osservabili], controllare il cartello è più facile: [Basing point pricing] è un sistema in cui un acquirente deve pagare il prezzo di un prodotto comprensivo dei costi di trasporto, indipendentemente dall\'ubicazione del venditore. Il punto di base stesso è solitamente il luogo in cui avviene la fabbricazione di un prodotto o la produzione di una merce. (illegali) (Indebolisce l'incentivo a deviare) [Pubblicazioni prezzi delle aste] [Clausola cliente più favorito e clausola rispondere alla concorrenza]: contrariamente a quanto si potrebbe pensare, hanno effetti anticompetitivi. La clausola del cliente più favorito garantisce rimborsi se i nuovi clienti trovano prezzi più bassi. Le clausole "rispondere alla concorrenza" (meet-the-competition) dà la garanzia di praticare qualunque prezzo più basso praticato dai rivali, rimuove la tentazione di deviare. **[Individuare la collusione*:* ]**Individuare la collusione è molto difficile, molti cartelli sono stati scoperti grazie a delle "spie" (aziende insodisfatte, ex-dirigenti). Se i membri di un cartello sono molto astuti possono nascondere il cartello: farlo sembrare il risultato di un equilibrio competitivo. Le autorità sono in condizioni di asimmetria informativa. Capire se c'è stata collusione o meno non è facile! Esempio di errore: "il teorema dell'indistinguibilità" (Harstad e Phlips 1990) ICI/Solvay e il caso del carbonato di sodio: accusate di spartirsi il mercato europeo (segmentazione), no penetrazione incrociata dei mercati sebbene le imprese praticassero prezzi differenti UK + 15-20% difesa: le differenze di prezzo persistono a causa dei costi di trasporto elevati, il carbonato di sodio è stato raramente trasportato perciò non sono disponibili dati sui costi di trasporto. Parallelismo tacito nei prezzi Questo ci dimostra che a causa delle asimmetrie informative, i membri di un cartello possono facilmente manipolare i dati nascondendo il cartello, facendo sembrare invece il risultato di un equilibrio competitivo. Cartelli sono stati però spesso individuati in occasione di aste da enti o soggetti pubblici: piazzavano offerte basse indipendentemente dai loro costi, solo per generare profitti. Una volta fatto questo, gli altri membri del cartello dovevano piazzare un'offerta più alta se i loro costi se erano più alti. L'appartenenza al cartello si notava dalla poca correlazione tra offerte e costi. **[Intelligenza artificiale*:* ]**Le piattaforme di vendita online determinano i prezzi sulla base di algoritmi che tengono conto della variazione della domanda e dei prezzi dei concorrenti. Gli agoritmi di reinforced learning impareranno a competere o a colludere? Sembrerebbe che imparano a perdonare perchè vogliono massimizzare il profitto ed evitare la "guerra dei prezzi". FUSIONI ORIZZONTALI =================== Fusioni -- Mergers: La fusione può avvenire per accordo volontario delle due aziende che si fondono o per scalata ostile di una azienda sull'altra. Dal punto di vista economico, cioè degli effetti sul benessere sociale e sulla concorrenza, il modo in cui si realizza la fusione non è decisivo. Fusioni ======= **[Tipologie:]** Le fusioni possono essere distinte in tre tipi: - orizzontali: tra concorrenti nello stesso mercato - verticali: tra acquirenti-venditori potenziali o effettivi - conglomerati: né verticali né orizzontali, distinguibili in - estensioni di prodotto: prodotti non concorrenti ma che usano canali di mercato o processi produttivi analoghi - estensioni di mercato: vendono lo stesso prodotto ma in aree geografiche diverse - puri: non c'è nessuna relazione Effetti sulla concorrenza: Se: - orizzontali: riduzione del numero dei concorrenti - verticali: potenziale chiusura (foreclosure) del mercato ai concorrenti - conglomerati: riduzione di potenziali concorrenti - estensioni di prodotto (Pepisco e Pizza Hut) - estensioni di mercato (catene di negozi in Florida e California) - Puri le fusioni vanno giudicate secondo la *rule of reason* **[FUSIONI ORIZZONTALI:]** *Un risultato sorprendente*: prendete il modello di Cournot classico. Si riduca il numero delle imprese senza che cambi la struttura dei costi o il potere di mercato. - Domanda: P=150-Q; c=30 - Equilibrio di Cournot con 3 aziende: q\*~1~ = (A - c)/(N + 1)B = q=30, Q=90, P=60, profitto per azienda=900 - Fusione tra due aziende, equilibrio di Cournot con 2 aziende: q=40, Q=80, P=70, profitto per azienda=1600 - Confronto: - Azienda non fusa: profitto da 900 a 1600 - Aziende fuse: profitto da 1800 a 1600 Risultato: la fusione favorisce l'azienda che non si fonde, mentre danneggia quelle che si fondono Si dimostra analiticamente che una fusione che non conduca a un monopolio difficilmente sarà profittevole. Condizione necessaria - N=numero di imprese, M\>2=aziende che decidono di fondersi - Se N=3, M=2, si ha 16**\>**18 - Affinchè la disequazione sia soddisfatta è necessario che un numero "sufficientemente grande" di imprese partecipi alla fusione - con domanda e costi lineari, almeno l'80% delle imprese - ma questo tipo di fusione difficilmente verrà autorizzato - Cause del paradosso: - l'impresa fusa è esattamente uguale ad ogni altra impresa - perciò l'impresa fusa ha una minor quota di mercato rispetto alle quote aggregate delle imprese che hanno partecipato alla fusione - l'impresa fusa perde parte dell'operatività delle imprese da cui è nata - ***ciò sembra essere poco ragionevole*** - Soluzione: basta inserire nel modello - costi asimmetrici (risparmi di costo dopo la fusione) - la tempistica: forse le imprese fuse agiscono come leader à la Stackelberg (vantaggio prima mossa) - differenziazione di prodotto I motivi delle fusioni: 1\. Aumento del potere di mercato 2\. Economie e guadagni di efficienza - economie reali (di tipo produttivo): aumento nella specializzazione, economie di scala, eliminazioni di doppie funzioni - pecuniarie: capacità di comprare i beni a condizioni migliori data la dimensione (forza contrattuale) - economie finanziarie (di tipo non produttivo) campagne pubblicitarie, punti vendita, ricerca e sviluppo 3\. Ridurre le inefficienze del management: conflitto agente-principale nelle scelte del management; 4\. Altri motivi per vendere: difficoltà finanziarie, ritiro dal lavoro, vantaggi fiscali Fonti di economia di scala e di scopo a favore delle fusioni: - Economie di scala e di scopo di tipo produttivo: - Possibilità di **coordinamento dei flussi di produzione** (dei tempi, sequenziale, delle specifiche tecniche, di colore) - Proprietà fisiche della produzione: **regola del cubo-quadrato** (all'aumentare dell'area di un contenitore il suo volume aumento più che proporzionalmente) - **Scorte**: la quantità di scorte da tenere cresce meno che proporzionalmente della dimensione dell'impresa - Condivisione delle spese fisse: pubblicità e marketing, spese di ricerca e sviluppo, informatica, amministrazione del personale, procurement,.. - Potere d'acquisto su grandi volumi: il fornitore può guadagnare dal vendere ad un grande cliente, maggior sensibilità al prezzo del compratore - Economie di densità, all'interno di una rete all'aumentare della densità geografica della clientela (es. due reti di sportelli bancari che si uniscono) Fonti di diseconomie di scala...: - Complessità organizzativa: flussi informativi complessi e costosi, difficoltà di prendere decisioni, flusso di informazioni elevate, difficoltà di definire una struttura degli incentivi - Eccesso della scala rispetto alla dimensione dell'impianto - Costo del lavoro: le imprese più grandi pagano in genere salari più elevati (sindacalizzazione) Effetti della fusione sul grado della concorrenza:\ Fattori che influenzano il potere di mercato unilaterale (posizione dominante individuale)![](media/image23.png): - **Grado di sostituibilità del prodotto** - Il **numero delle imprese che operano sul mercato dopo la fusione** - la **capacità produttiva inutilizzata** delle aziende presenti sul mercato. - La **concorrenza potenziale da parte di nuovi entranti**, vale a dire l'esistenza o meno di barriere all'entrata di tipo tecnologico, amministrative o finanziario (costi irrecuperabili) - Le **condizioni della domanda, in particolare il grado di concentrazione dei compratori** (uno o molti?) e la loro capacità di coordinarsi. L\'analisi semplificata esposta nel grafico non è, nella pratica, facile da condurre per i seguenti motivi: - Le autorità antitrust sono chiamate ad autorizzare una fusione **prima** che queste si realizzano: le variazioni nei prezzi e nei costi sono quindi ignote. - L'AA si trova in una situazione di **asimmetria informativa**: le imprese sono molto meglio informate dell'AA e *tendono, anche in buona fede, a sovrastimare gli effetti positivi della fusione*. Le imprese concorrenti che temono di ricevere una danno dalla fusione potrebbero tendere a sottostimarli - Può essere arduo **quantificare** le relazioni di domanda e di costo. Variazioni anche modeste nelle curve possono comportare conclusioni opposte - Nel grafico il confronto é effettuato tra la situazione di concorrenza perfetta e la situazione post-fusione. Può però **preesistere un potere di mercato**, di cui é necessario (ma non facile) tenerne conto Caso b (senza distinguere tra b-1 e b2): il minor numero di imprese sul mercato potrebbe favorire la collusione: A meno di casi semplici, la fusione avrà effetti misti, per cui **è inevitabile una certa discrezionalità nelle conclusioni dell'AA** Effetto sui concorrenti e sulla struttura di mercato dipende: - Dalle caratteristiche del settore (vedi collusione: assimetria nei costi, barriere all'entrata, omogenità del prodotto, tassi di crescita, ecc.) - Dal tipo di concorrenza: di quantità (Cournot) vs. di prezzo (Bertand) - Dal tipo di comportamente delle aziende: concorrenzale vs. collusione tacita Non ci sono risultati generali. Bisogna esaminare le caratteristiche del settore caso per caso ***[FUSIONI VERTICALI:]***\ I potenziali effetti negativi sono relativi alla chiusura del mercato. Gli effetti dipendono dalla tipo di aziende che si fondono e dal mercato in cui operano A. fusione si realizza tra due monopoli successivi B. fusione tra due aziende di eguali dimensioni con un numero dei competitori elevati in entrambi i mercati C. fusione tra due aziende di diverse dimensioni con un numero dei competitori elevati in entrambi i mercati D. la fusione rende monopolistico uno dei mercati E. Estensione del potere di monopolio dal monopolista a monte, all\'industria, precedentemente in concorrenza perfetta, a valle. Caso coefficienti fissi F. Estensione del potere di monopolio dal monopolista a monte, all\'industria, precedentemente in concorrenza perfetta, a valle. Caso coefficienti variabili ![](media/image25.png)Ci sono due produttori, entrambi monopolisti: il primo produce motoscafi ed il secondo motori per motoscafi. Il produttore dei motoscafi ha una domanda di mercato pari a D. Essendo un monopolista vuole, per massimizzare i profitti, uguagliare i ricavi marginali ai costi marginali. La sua domanda di motori è pari alla curva dei ricavi marginali DM meno i costi fissi C, pari a 100, del motoscafo e del montaggio del motore: essa è quindi pari a D'D'. A fronte di questa curva di domanda di motori, il monopolista produttore di motori massimizza i profitti producendo una quantità pari a 150 al prezzo 400. I motoscafi verranno quindi venduti al prezzo di 650. Nel caso di fusione verticali tra i due monopolisti, verrebbe invece prodotta la quantità pari a 300, che uguaglia i ricavi marginali ai nuovi costi marginali (100+100), al prezzo di 500. La fusione di due monopolisti è quindi positiva del punto di vista sociale. Infatti aumenta sia il benessere dei consumatori che il profitto privato. L'incremento di profitti privati è pari all'area in grigio. Infatti, i profitti totali sono dati dalla differenza tra l\'area al di sotto della curva dei ricavi marginali (l'area al di sotto di D\'D\') e l\'area al di sopra della curva dei costi marginali (l'area al di sotto di MC). Aumentando la quantità prodotta da 150 a 300, il profitto conseguito dal nuovo aumenta. [La fusione tra due monopolisti verticali è vantaggiosa sia dal punto di vista privato sia dal punto di vista sociale in quanto elimina la doppia marginalizzazione]. Si fondono verticalmente due aziende che producono e vendono una quantità pari a 75000. Le curve di domanda e di offerta aggregata si spostano della stessa quantità. Non c'è effetto sui prezzi. ![](media/image27.png) si ipotizza che la fusione avvenga tra un'impresa produttrice di un bene A e due imprese J ed S, acquirenti 75000 unità ciascuna. Nel grafico 8.3c, la curva di domanda Djs é data dalla somma orizzontale delle singole curve di domanda Dj e Ds. La curva di offerta è pari a MC ed è relativa alla sola impresa produttrice. Se l\'impresa derivante dalla fusione decide di approvvigionarsi solo internamente, il surplus massimo che può ottenere é dato all\'area FCE nel grafico 8.3c. Prima della fusione i surplus delle tre aziende erano però maggiori di quello attuale di un ammontare pari a BEG. Infatti, la somma dei surplus delle singole aziende acquirenti J ed S, al prezzo di acquisto pari a 100, era infatti pari a FAG, mentre il surplus del produttore è sempre pari a CAB. La perdita di surplus è dovuta all\'innalzamento dei costi marginali dell\'impresa produttrice che non può soddisfare l\'intera domanda delle imprese J ed S allo stesso prezzo d\'acquisto che otterrebbero sul mercato. Ciò dimostra che la fusione verticale che internalizza completamente gli scambi tra le aziende può non essere vantaggiosa per l\'azienda stessa (la chiusura di mercato può essere costosa anche privatamente). Se la fusione verticale permette ai rimanenti fornitori di comportarsi da monopolisti, questi ultimi decideranno sulla base della regola CM=RM. Conseguentemente, la quantità prodotta sarà pari a Q\* invece di Q1. ![](media/image29.png)I produttori di barche sono in concorrenza perfetta e, a fronte di una domanda pari a DD, richiedono al monopolista produttore di motori una quantità pari a D\'D\' (DD meno il costo fisso di completamento della barca pari a C di ammontare 100). Si noti che la combinazione degli inputs in questo caso é fissa (funzione di produzione a coefficienti fissi). A fronte della curva di domanda di motori D\'D\' il monopolista produttore di motori produce in corrispondenza del D\'M\'=MC\' la quantità 300, vendendo i motori a 400. La barca verrà venduta a 500. Se il monopolista di motori estende a valle il suo potere di monopolio (diventando monopolista nella produzione di barche), a fronte della domanda di barche DD produrrà la quantità 300 in cui il ricavo marginale DM é uguale al nuovo costo marginale MC. L\'estensione della monopolizzazione non ha effetto alcuno sui profitti. Il monopolista non guadagna estendendo il suo monopolio a valle. Assumiamo che la funzione di produzione sia a coefficienti variabili: l\'output Q può essere prodotto tramite diverse combinazioni di K ed L. Assumiamo inoltre che il monopolista a monte controlli K per cui il prezzo del capitale pK è maggiore del suo costo marginale MCK, mentre ciò non accade nel mercato del lavoro per cui pL=MCK. In tali condizioni l'azienda a valle sceglierà il mix di fattori E, avendo a disposizione la curva di isocosto PP più inclinata (pari a pK/MCL). Nel caso il monopolista estenda il suo potere di monopolio a valle, sarà invece di grado di considerare la curva di isocosto NN che riflette i veri costi dei fattori che è meno inclinata (pari a MCK/MCL) ed il punto prescelto diventerà F. Il risparmio in termini di lavoro è pari a MN (si potrebbe produrre la quantità Q usando tale quantità in meno di lavoro). L\'integrazione verticale permette quindi al monopolista di risparmiare sui costi, in quanto viene meno la distorsione sui prezzi che lui imponeva al produttore a valle a causa del suo potere di monopolio. Il monopolista ha quindi un incentivo a espandersi a valle. L\'estensione del monopolio sembrerebbe, a prima vista, da doversi consentire, perché viene eliminata la distorsione sul prezzo di uno degli inputs. Ma il giudizio finale dipende dal prezzo a cui viene venduto il prodotto. Se l\'estensione della monopolizzazione provoca un aumento del prezzo finale, l\'effetto sociale, l'effetto complessivo sarebbe probabilmente negativo. Per la nota regola che nel monopolio il prezzo è maggiore dei costi marginali. La minore inclinazione è dovuta al fatto che pK \>MCk, perché il monopolista a monte impone a K un prezzo superiore ai costi marginali.\ [L\'analisi teorica mostra che l'effetto della fusione verticale dipende dalla natura dei mercati in cui le imprese operano. Gli effetti negativi della integrazione verticale derivano molto spesso dal preesistente potere di mercato, più che dalla integrazione verticale in sè. L'integrazione verticale va comunque adeguatamente analizzata, non solo in termini di chiusura del mercato, ma anche perché:] - [può facilitare il price squeeze, cioè estensione del potere di mercato su un secondo mercato ] - [rendere più facile la collusione] ***[CONGLOMERCATI]*** Benefici potenziali: - Economie di scopo e risparmi nei costi di transazione - Servire come mercato dei capitali in miniatura, a costi minori dei mercati reali (Williamson) - Fornisce incentivi per l'efficienza dei managers in quanto la minaccia di sostituzione è molto più realistica di quella derivante da un take-over esterno, più costoso e di più difficile realizzazione - Interesse del management (retribuzione, prestigio) più che quello degli azionisti Effetti anti-competitivi: - eliminazione di potenziali concorrenti: definizione legislativa - possibilità di negoziazioni reciproche (reciprocal dealing), forza alcuni venditori a comprare dai partners - maggiore possibilità di politiche di prezzo predatorie: abbassare i prezzi per eliminare dal mercato i concorrenti e rialzarli dopo aver acquisito potere di mercato (dumping), non solo per i conglomerati - dimensioni enormi politicamente indesiderabili **Restrizioni verticali** ========================= In alcuni settori (di consumo finale) un prodotto è raramente venduto direttamente dal produttore, più spesso l'impresa produttrice delega al rivenditore la vendita del proprio bene e il rapporto pre- e post-vendita. Le decisioni del rivenditore possono avere effetti sui profitti, sulle quote di mercato, sull'immagine e reputazione dei prodotti. Da ciò può discendere il bisogno di controllare ed eventualmente limitare il campo d'azione dei distributori mediante tramite contratti. Le restrizioni veriticali sono l\'alternativa contrattuale all\'integrazione verticale. In quanto restrizioni, limitano la libertà di azione dei rivenditori e quindi ostacolano la concorrenza. **[Tipologie di restrizioni verticali a monte o a valle sui produttori o sui distributori]** [Restrizioni di prezzo o fissazione verticale del prezzo], RPM (*Resale Price Maintenance*) [Restrizioni non di prezzo:] - - - - - - - Esistono molti accordi contrattuali che coinvolgono produttori e distributori: - Alcuni riguardano restrizioni relative ai prezzi - Alcuni restringono i diritti del rivenditore (non può vendere altre marche; deve fornire servizi aggiuntivi o recapitare il prodotto entro un certo lasso di tempo) - Altri restringono i diritti del produttore (non può rifornire altri distributori; deve ricomprare i beni invenduti) *[RPM -- Resale Price Maintenance]* Contrattualmente viene stipulato un accordo tra il produttore ed il rivenditore che vincola quest'ultimo a fissare un determinato prezzo (RPM: *resale price maintenance*). L'accordo può prevedere: - Il prezzo massimo: RPM~max~ (price ceiling). Nel caso il problema sia di contenere il prezzo finale che, se troppo alto, danneggia anche il produttore. - Il prezzo minimo: RPM~min~ (price floor). Nel caso ci sia un problema di servizi minimi di vendita. - Un prezzo consigliato [Giustificazione 1]: Nel caso di monopolio a monte e a valle, gli accordi RPM risolvono il problema della doppia marginalizzazione: limitano il prezzo al dettaglio - Ma la doppia marginalizzazione esiste solo se sia i produttori che i dettaglianti sono in regime di monopolio - Un'alternativa sarebbe ricorre alla tariffa in due parti - Porre il prezzo all'ingrosso pari al costo marginale *c* - Il rivenditore allora sceglierà *P^D^ = P\* =* (*A* + *c*) /2 e guadagnerà profitti = (*A -- c*)^2^/4*B* - Imporre una tariffa di franchising pari a\ *T \ - - - La domanda dell'*i*-esimo consumatore è: Considerate il consumatore marginale con valutazione [\$\\widetilde{v} = \\frac{p}{f}\$]{.math.inline}. L'impresa servirà tutti i consumatori con valutazione maggiore di [*ṽ*]{.math.inline}. Dal momento che [*v*~*i*~]{.math.inline} è uniformemente distribuito tra 0 e 100, la percentuale di consumatori con una valutazione inferiore a [*ṽ*]{.math.inline} è [\$\\frac{\\widetilde{v}}{100}\$]{.math.inline}. La percentuale di popolazione con una valutazione superiore a [*ṽ*]{.math.inline} è [\$\\left( 1 - \\frac{\\widetilde{v}}{100} \\right)\$]{.math.inline}. Tale è la percentuale che comprerà l'accesso. 𝒇=𝟏−𝒗 ̃/𝟏𝟎𝟎=𝟏−𝒑/𝟏𝟎𝟎𝒇 **[La funzione di domanda inversa]** è perciò: p = 100f (1 -- f) La curva di domanda inversa ha una parte inclinata positivamente e un'altra negativamente. Ciò significa che sono possibili due valori di frazione di mercato servita per ciascun prezzo p. ![](media/image36.png) Profitto = pfN -- F = 100Nf^2^(1-f) -- F, siccome *p* = 100*f*(1 -- *f*) Condizione del primo ordine: dp(f)/df = 100N (2f (1-f) + 100Nf^2^(-1) = 0 = 100N (2f - 2f^2^ - f^2^) = 0 = 100N (2f - 3f^2^) = 0 Soluzioni: f=0, f=2/3 - Se f=0, profitti negative se F\0 - Se f=2/3, p uguale a € 22,22 (=100\*2/3\*(1-2/3)) Il modello di Rohlfs illustra i problemi che possono emergere in mercati con effetti di rete 1. L'intero mercato potrebbe venire meno (es., se p=30) 2. Esistono più equilibri, ma uno solo è stabile 3. Esiste un livello di massa critica della rete 4. L'equilibrio privato nel caso del monopolista è subottimale dal punto di vista sociale [L'intero mercato potrebbe venir meno]: Supponete l'impresa debba porre una tariffa p superiore a €30, ad esempio per coprire dei costi fissi. La rete collasserà anche se è socialmente efficiente. - Se la metà del mercato fosse servita, i consumatori che si collegano avrebbero *v~i~* ~variabili~ tra €50 e €100. Il valore medio sarebbe perciò €75= , e la DAP 37,5, superiore a €30. Sembrerebbe sostenibile ma non lo è\.... - Al crescere di *p* fino a €30, *f* diminuisce e con esso anche la disponibilità media a pagare. Es. chi ha un valore di 51 è disposto a pagare solo 25,5, per cui si ritira (ed *f* diminuisce), ecc... - Non esiste un prezzo al quale un numero sufficiente di consumatori tale che la loro disponibilità a pagare sia €30 - Il singolo consumatore non considera l'effetto esterno della sua scelta [Esistono più equilibri]: A p \< €25, esistono più valori di equilibrio di f A p = €22,22 (il prezzo che massimizza i profitti) sia fL(p) = 1/3 che fH(p) = 2/3 rappresentano possibili f L'equilibrio corrispondente alla frazione bassa fL(p) è instabile. Tale gruppo è composto dai consumatori con il terzo più elevato di valutazioni vi (da 100 a 66). Test di stabilità: - La perdita di un solo consumatore ridurrà la disponibilità a pagare del terzo più elevato dei consumatori e l'intera domanda verrà meno - l'aggiunta di un singolo consumatore in più incrementerà la disponibilità a pagare in maniera sufficiente da far sì che i consumatori con il successivo terzo più elevato di valutazioni vi saranno disposti a pagare e si sposteranno all'equilibrio fH(p) [Esiste un livello di massa critica]: Il livello fL (p) è chiamato massa critica della rete. Per livelli superiori della massa critica si raggiungerà l'equilibrio in fH (p). Possibili modi per ottenere la massa critica sono: 1. Fornitura gratuita del servizio all'inizio 2. Noleggiare l'attrezzatura ai potenziali utenti con la possibilità di rescindere senza costi aggiuntivi se non si raggiunge la massa critica 3. Puntare a gruppi di grossi utenti [L'equilibrio privato nel caso del monopolista è subottimale dal punto di vista sociale]: Si dimostra che nel punto di equilibrio per il monopolista (p=22,22, f=2/3 del mercato serviti), il monopolista massimizza il profitto (M€14,81 - F) e i consumatori realizzano un surplus (M€15,18): surplus totale= M€30 --F) Ma questo non è l'ottimo sociale. Dato che non ci sono costi se non quelli fissi, l'ottimo sociale richiederebbe p=0, f=1 (tutto il mercato servito. Surplus totale M€50 -- F. Divergenza ottimo privato e ottimo sociale. Per raggiungere l'ottimo sociale: a) sovvenzione pubblica o b) monopolio legale. **[In caso di duopolio]:** Diversi esiti sono possibili: - il mercato viene meno; - si suddividono il mercato; - la prima che realizza la rete ha il monopolio del mercato "chi vince piglia tutto". Mercato instabile. In presenza di componenti complementari (es. dischi DVD e lettori di DVD; auto elettrica e colonne di ricarica): è possibile il lock-in (Microsoft vs. Linux) e la path-dependence (fattori arbitrari iniziali possono determinare il sentiero). Il mercato potrebbe non realizzarsi o venire meno, dipende dalle aspettative dei consumatori. La tecnologia peggiore (meno preferita) può prevalere. **[Competizione per gli standard]** La concorrenza tra reti alternative non conduce necessariamente ad un singolo "sopravvissuto" Ciascuna rete potrebbe avere il proprio sistema - Problemi di compatibilità - Trade-off compatibilità\\varietà (compatibilità desiderabile perché aumenta le dimensioni della rete, ma può limitare la varietà di prodotti presenti sul mercato) Concorrenza per gli standard industriali - Le imprese potrebbero farsi concorrenza per far sì che i propri sistemi vengano adottati come standard industriali - Quali sono le conseguenze della concorrenza per gli standard? 1. [Con esternalità di rete] è vantaggioso adottare la stessa tecnologia. Talvolta le imprese non hanno desiderio di rendere la propria tecnologia standard industriale o avere una tecnologia comune con le imprese rivali (Play Station Sony, Nintendo Wii, Xbox Microsoft): - Maggiore differenziazione - Minore concorrenza intra-tecnologica Due equilibri di Nash, entrambi con tecnologie incompatibili. Non è chiaro quale sia la tecnologia superiore. Ognuno sostiene la sua. Strategie: - creare un vantaggio iniziale (sconti, volumi di vendita esagerati) - attrarre fornitori di complementi (sviluppatori di giochi o app) - preannunciare regolarmente di nuove versioni del prodotto - impegno sui prezzi Standards instabili, non è detto che prevalga il migliore. 2. [La guerra dei sessi]: nel caso di esternalità forti le imprese si accorderanno sullo standard. - Le due imprese si accordano sulla tecnologia da adottare - Le due imprese non riescono ad accordarsi, qui è importante la credibilità. Un'impresa dovrà convincere l\'altra che si impegnerà ad adottare la tecnologia scelta dall'accoro. Esistono diversi modi per farlo: investire in capacità produttive, creare un programma ReS per quella tecnologia, sviluppare la tecnologia in modo cooperativo, scegliere tecnologie ibride... 3. [Il fratellino rompiscatole:] L'impresa 1 (dominante=fratello maggiore) desidera limitare la concorrenza da parte dell'impresa 2 (follower=il fratellino minore) adottando una tecnologia diversa. L'impresa 2 invece desidera sempre la compatibilità. Non c'è equilibrio di Nash nelle strategie pure con scelta simultanea Soluzioni per l'impresa dominante: 1. proteggere strenuamente i diritti di proprietà, 2. cambiare frequentemente tecnologia (se i consumatori seguono). **[Politica pubblica]** Il meccanismo di mercato può risultare inefficiente: - concorrenza poco praticabile (esternalità, economie di scala), fallimento del mercato, esiti del mercato subottimali (prezzi diversi dai costi marginali) - servizio non fornito - non si impone uno standard - si impone quello sbagliato - divergenza ottimo privato e ottimo sociale La politica pubblica in presenza di forti esternalità di rete è complicata. [Comportamento predatorio]: bassi prezzi iniziali e bundling di beni complementi potrebbero sembrare pratiche anticoncorrenziali ma spesso sono davvero azioni necessarie per sopravvivere (è necessario stabilire la rete ed il mercato sopporta un solo fornitore). Qual è il rimedio giusto? I governi devono cercare di coordinare l'adozione di un comune standard tecnologico o lasciare che si sviluppino tante tecnologie diverse? (coordinamento vs. concorrenza). Esempio: rete mobile europea o americana? Scelta istituzionale di uno standard industriale: La scelta istituzionale come strumento di politica industriale. lo Stato è necessariamente capace di scegliere la tecnologia migliore? Non ci sono risposte giuste, lo Stato potrebbe non essere capace di scegliere la tecnologia, rischiando di bloccare il mercato in una tecnologia sbagliata o inferiore.