Bioetica per le Biotecnologie - Sala (1) PDF

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Università di Parma

Roberto Sala

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bioethics biotechnology ethical issues legal aspects

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This document is an outline for a presentation on bioethics in relation to biotechnological applications. It examines ethical considerations related to medical interventions such as in vitro fertilization (IVF). The outline emphasizes the role of ethical principles in guiding action and behavior, particularly within societal contexts.

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Bioetica per le Biotecnologie Aspetti Etici e Legislativi delle Applicazioni Biotecnologiche Prof. Roberto Sala Indice Discussione di un PP da presentare con 10-15 slide. es. FIVET: la fecondazione medicalmente assistita dove trova le sue basi etiche? La legge 40 la disciplina, ma quali...

Bioetica per le Biotecnologie Aspetti Etici e Legislativi delle Applicazioni Biotecnologiche Prof. Roberto Sala Indice Discussione di un PP da presentare con 10-15 slide. es. FIVET: la fecondazione medicalmente assistita dove trova le sue basi etiche? La legge 40 la disciplina, ma quali sono i punti critici? La legge 40 è stata stravolta da sentenze da quando è stata approvata in parlamento, perchè i giudici si sono permessi di rivoltare la legge votata da un parlamento eletto dai cittadini. Il PP deve essere presentato in sede d’esame ma è da consegnare 1 settimana prima, per mostrare la struttura al prof. Con una bibliografia, per giustificare le affermazioni. Plagio: bocciatura software anti-plagio, plagio è non citare nel modo corretto ciò che è stato preso tra virgolette e citando chi l’ha detto. Senza virgolette si deve rielaborare e mettere i punti di riferimento, preso da… Etica Il termine “Etica” proviene dal greco Ethos ed ha due significati diversi tra di loro: - Costume di una società: come questa società agisce; i latini l’hanno tradotto in Mors (=morale). - Ogni azione responsabile che l’uomo libero compie: L’uomo, nel suo agire, mette in azione qualcosa sulla base di principi che ha dentro di sé. Ognuno di noi ha di fronte un possibile comportamento, dopodiché l’individuo sceglie ciò che ritiene giusto per lui in modo consapevole e responsabile. La consapevolezza e la responsabilità quando nascono? Il momento dell’azione consapevole e responsabile dell’uomo avviene quando l’uomo ha la capacità di giudicare, ovvero esprimere un giudizio. Nel momento in cui si fa un giudizio, cosa ci permette di farlo? Perchè l’uomo è in grado di emettere un giudizio? L’uomo ha un’idea di cosa è giusto, anche nel senso più ampio di ciò che è bello per il soggetto, perciò, in base a questo, si prende una decisione. Nel giudizio si ha un punto di riferimento ed in base a questa idea ci si comporta di conseguenza. Quando si agisce, se lo si fa isolati nella propria stanza o su un’isola deserta, tutto si ferma in quel luogo, mentre è inevitabile che, agendo in una comunità, l’azione coinvolga anche altri individui. L’uomo che vive in una società è responsabile non solo verso se stesso, ma anche verso gli altri individui. È importante che l’individuo sia all’interno di un gruppo, perciò ogni azione è in uente sull’ambiente che lo circonda, perciò si deve essere responsabili di ciò che si fa. In una comunità ognuno ha la stesa dignità, che si deve rispettare anche se non se ne condivide il pensiero. Esempio: - Il giudizio si può esprimere con maggiore o minore consapevolezza, un bambino ha giudizi diversi da un adulto. - Ci sono malattie che impediscono all’uomo di esprimere giudizi consapevoli (es. Alzheimer). Per questi individui si usa la formula “non è in grado di intendere e di volere”. La società riconosce che certe azioni possono essere compiute da persone che non sono in grado di intendere e di volere, di conseguenza si possono esprimere giudizi diversi a seconda della situazione, se questa sia stata volontariamente provocata oppure se sia data da una determinata malattia; nel primo caso si avrà certamente un giudizio più severo (es. in un omicidio a seguito di assunzione di droghe, l’individuo non solo è colpevole, perchè ha assunto droghe, ma è ancora più criticabile perchè si è indotto volontariamente in una incapacità di giudizio). L’etica è l’insieme di quei principi che ispirano l’agire di una comunità in un certo periodo storico, quindi, è necessaria per costruire la comunità. Le persone possono nascere in una comunità e non essere responsabili della zona in cui nascono. Esempi: - Si pensa che l’omertà sia una questione culturale del sud Italia, poi sono state viste delle manifestazioni a Palermo contro la mafia, con i cittadini che si ribellano al pizzo; si è osservata la presa di consapevolezza di una situazione che è sempre esistita ed è sempre stata ritenuta ingiusta, così si è deciso di affermare ciò che era giusto. Dalla domanda: “A chi importa?” Si è sostituita l’affermazione: “Mi importa, sono in una società e voglio esercitare i miei diritti”; non si accetta più di stare zitti, solo perchè c’è una figura che pensa di essere più forte. Quando un individuo non accetta una situazione, confronta un costume o un’abitudine con ciò che lui ritiene giusto. - È immorale che due persone dello stesso sesso vogliano stare assieme e la gente le insulta direttamente inserendole in categorie con dei termini che sono notoriamente negativi, il cui significato è generalmente condiviso. Il termine omosessuale è giudicato neutro, mentre l’appellativo di “frocio” è chiaramente un insulto. Se di fronte a due persone dello stesso sesso, che vogliono stare assieme, si afferma che se si vogliono bene è giusto che stiano insieme, si dà un certo tipo di giudizio, se invece si afferma che siano scandalosi, si ha un altro atteggiamento di giudizio. Ciò deriva da un principio interiore di cosa sia giusto. Entrambi i giudizi in sé sono corretti per le persone che li esprimono, anche se sono completamente opposti. L’etica, in particolare esprime ciò che è buono in sé (un principio, ciò che viene prima e scaturisce tutto il resto). Ciò che è irrinunciabile, ciò che va fatto od evitato a prescindere dai vantaggi personali o sociali che se ne potrebbero ricavare. Ciò che è assolutamente degno dell’uomo e si oppone a ciò che è indegno. Quesa cosa deve stare all’origine di tutto ed il mio comportamento non è una questione di fede o filosofia, ma di necessità, come la necessità che spinge a mangiare e bere per vivere. Esempi: - Si può mettere in cattiva luce un collega di lavoro per avere un vantaggio ed avanzare più rapidamente nella carriera. Si ottiene un vantaggio, ma confrontandolo con la propria idea di giusto, questo comportamento non è etico. Bisogna valutare cosa è irrinunciabile per l’individuo. - Nella fase dell’innamoramento la persona oggetto della nostra attenzione è ritenuta importantissima e, ad esempio, se i parenti criticano la frequentazione, li si ignora per continuare a frequentare quella persona a cui si vuole bene. In quel momento si ha una cosa che si valuta assolutamente irrinunciabile, un sentimento forte che spinge in quella direzione e si ritiene fondamentale. 1 fl Lo studio dell’etica si è diviso in vari aspetti: - Etica descrittiva: esamina e commenta le azioni che le persone fanno, partendo da una questione: quali valori o principi sono coinvolti nel comportamento che si osserva? (es. principio di uguaglianza: i genitori danno la stessa quantità di cibo a due figli, altrimenti si farebbe una preferenza). Il principio di equità è uno dei più difficili da seguire. - Etica normativa: individua la legittimità di un comportamento rispondendo alla domanda: quale atteggiamento devo assumere? (es. il figlio chiede se può uscire con la macchina la sera e la risposta è sì, la figlia fa la stessa domanda e la risposta è no. Cosa sta dietro a questo comportamento del padre? Quale atteggiamento deve assumere? Nell’etica normativa se uno è maggiorenne può uscire con la macchina la sera, ma magari il padre ritiene che la figlia sia meno brava a guidare e potrebbe incorrere in problemi uscendo la sera con la macchina). Si suddivide in generale (un atteggiamento in qualunque circostanza) e speciale (particolari situazioni). Morale La morale, invece, suggerisce l’applicazione di principi etici in una società, in un certo momento, in relazione di un determinato pensiero politico, religioso, culturale o filosofico. È il tipo di condotta da tenere diretta da norme. La guida secondo cui l’uomo deve agire. Tecnicamente, per morale si intende tutto ciò che attiene alla sfera dell’agire orientato verso uno scopo e con delle conseguenze (buone o cattive). La morale, attenendo ai cosiddetti costumi, alla mentalità e alle azioni del vivere quotidiano, varia a seconda dei contesti. Esempi: - Per secoli il cattolicesimo era la religione più diffusa in Italia, condizionando delle norme politiche in maniera importante. - Nel periodo del fascismo, in un certo momento storico, sono state emanate le leggi razziali, secondo le quali era giusto che gli ebrei venissero allontanati dai posti pubblici e la morale affermava che fosse giusto. - La morale diceva che le ragazze arrivassero illibate al matrimonio. - La morale diceva che tra giusto che se non ci fosse accordo tra i genitori, questi divorziassero. I principi morali possono essere fortemente influenzati, quindi, morale ed etica sono la stessa cosa? No, etica e morale sono differenti. La morale è un costume. Esempio: - Durante il triste periodo delle leggi razziali, anche in Italia gli ebrei erano perseguitati e tanti italiani li hanno aiutati a nascondersi. Chi nascondeva gli ebrei andava contro i principi dello Stato, perché seguiva il principio etico del rispetto della persona e della solidarietà; ciò implicava essere immorali agli occhi dello Stato, subendone anche gli effetti, ovvero venivano incarcerati. - Chi ritiene non importante che la donna arrivi illibata al matrimonio si lega involontariamente al principio etico di liberà ed uguaglianza. L’etica richiede di essere coerenti ai principi. Se non si fosse coerenti con questi, la conseguenza logica è che quelli in realtà non sono dei veri principi. Il principio è qualcosa che sta all’inizio e da cui tutto nasce, se viene modificato, allora non è un principio. C’è differenza nella metodologia della ricerca etica da quella della ricerca scienti ca Quando si approccia la ricerca in bioetica si deve terre presenti le differenze rispetto a quello che si è abituati a fare nella ricerca scientifica. Nella ricerca scienti ca si utilizza un metodo empirico, che si caratterizza di 4 fasi: (1) si fa un esperimento e si osservano i fenomeni, (2) si discutono i risultati e si formula un’ipotesi, (3) con la verifica sperimentale si osserva se i risultati hanno dimostrato la teoria o l’hanno confutata, dopodiché si fa la (4) valutazione deirisultati ottenuti. Se l’ipotesi risulta confutata, questa si deve modificare in base ai risultati ottenuti. Gli aspetti positivi sono un accumulo organico e lineare dei dati, ma gli aspetti negativi implicano che tutto ciò che non sia misurabile non esista o comunque non sia di interesse; tutto è ridotto a ciò che è quantificabile. Nell’etica ciò non è possibile. Il metodo sperimentale è possibile, perchè si può contare su delle osservazioni che sono misurabili (es. valutazione del colore, dell’intensità, della forma, della velocità, del peso, della massa, del numero di molecole). Tutte le tecniche apprese da biologia, chimica e fisica, consentono di misurare e dare delle grandezze. Che tipo di grandezza si può attribuire alla libertà o al bene? In una fase della vita in cui non si hanno pregiudizi di sorta, si può azzardare ad attribuire delle grandezze (es. bambino che, aprendo le braccia, dimostra quanto bene vuole ai genitori). Per parlare di aspetti non misurabili, il metodo scientifico non funziona, ciò porta per anni il mondo della scienza a camminare in modo diverso dalla filosofia e dall’etica. Il mondo della scienza non poteva capire e negava, perchè ciò che non è misurabile non è vero e reale, ma una costruzione della fantasia e delle capacità del cervello umano. In realtà tutto questo è ben di più di costruzioni del cervello umani, perchè ci guidano nella vita quotidiana, però per affrontarli si devono usare dei sistemi diversi e grazie all’argomentazione si riesce a dimostrare. L’etica non è il risultato di un sentimento, richiede un approccio razionale. Se l’etica si basasse sul sentimento, questo cambierebbe di giorno in giorno a seconda delle giornate. Si deve argomentare il perché di determinate affermazioni. La domanda “perchè” è ciò che unisce la scienza con la filosofia e l’etica, perchè anche la scienza si chiede il “perché", dando risposte misurabili. La filosofia, l’etica e la teologia al “perchè” non danno risposte misurabili, perchè non è possibile. 2 fi fi Il problema di de nire il termine “bioetica” La bioetica nasce con Potter un ginecologo oncologo, che si occupava dei tumori interessanti l’ovaio e l’utero. Nonostante la scienza avesse proclamato che la battaglia ai tumori si sarebbe conclusa da lì a poco grazie alle conoscenze sugli oncogeni, gli anti-oncogeni e di come si formavano i tumori, negli anni ’70 egli continuava ad operare moltissime pazienti con tumore. Da ciò che osservava nella sua quotidianità e negli altri reparti, aveva compreso che la quantità di persone ammalate di tumore aumentava in modo molto rapido, a dispetto di tutte le affermazioni che venivano fatte dalla ricerca scientifica sulla capacità di curare questi soggetti. C’era una diffusione della malattia sempre maggiore, le statistiche dei tumori polmonari nell’uomo e nella donna negli anni ’70 erano molto simili, con una curva che si era impennata. Potter inizia a pensare che l’uomo, per superare questa crisi e poter sopravvivere, avesse la necessità di confrontarsi con una realtà molto più complessa rispetto a ciò che la scienza aveva individuato e studiato. Potter nel suo primo saggio, “Bioethics. Bridge to the Future, 1971”, parla di bioetica come "ecologia globale di vita”; tale saggio spiega come connettersi al futuro e come poter sopravvivere. “Il compito della bioetica è la ricerca della saggezza che ci renda capaci di giudizi buoni nei confronti di ciò che potrebbe costruire un progetto fisico, culturale e filosofico verso una sopravvivenza umana di valore”. La bioetica è la scienza che consente all'uomo di sopravvivere utilizzando i suoi valori morali di fronte all'evolversi dell’ecosistema. L’obiettivo di Potter era che l’uomo fosse soddisfatto della vita e che questa fosse degna. Perché ciò avvenga sono necessari dei comportamenti che devono derivare da una conoscenza e da una consapevolezza di ciò che è bene e giusto per l’uomo. Questo non riguarda solo la salute dell’uomo, inteso come assenza di malattia, l’uomo vive in un ecosistema, perciò la salute dell’uomo dipende anche dall’ecosistema. La bioetica deve interessarsi anche dell’ecosistema in cui l’uomo è immerso, dal momento che l’uomo non può pensare di essere l’unico essere vivente, ma vive in un sistema complesso, con specie di diverso tipo. La possibilità di vivere bene dipende dall’ecosistema che l’uomo modifica attorno a sé. Potter negli anni ’70 ha affermato ciò che molti attivisti stanno dicendo sull’inquinamento della Terra oggi ed aveva già individuato quali fossero i punti critici. Altre persone dopo Potter hanno provato a definire e ridefinire il termine bioetica: - Reich: è stato uno tra gli autori dell’enciclopedia di bioetica nel 1978, definendo la bioetica come lo studio sistematico della condotta umana nell’ambito delle scienze della vita e della cura della salute esaminate alla luce dei valori e dei principi morali (Encyclopedia of Bioethics, The Free Press, New York 1978). - D. Callahn: afferma che “la bioetica è lo studio sistematico delle dimensioni morali - inclusa la visione morale, le decisioni, la condotta e le politiche - delle scienze, della vita e della salute, utilizzando varie metodologie etiche con un'impostazione interdisciplinare” - UNESCO: studio sistematico, pluralista e interdisciplinare e alla risoluzione delle questioni etiche sollevate dalla medicina, dalle scienze della vita e dalle scienze sociali ove applicate agli esseri umani e al loro rapporto con la biosfera, comprese le questioni relative alla disponibilità e accessibilità degli sviluppi scientifici e tecnologici e delle loro applicazioni. (Dichiarazione Universale di Bioetica e dei Diritti Umani dell’UNESCO, 19 novembre 2005). La bioetica è qualcosa che non può essere affrontato solo dagli scienziati (veterinari, dottori di scienze degli alimenti, biotecnologi, medici ed infermieri), è un tipo di studio che deve essere condiviso con chi ha per cultura un approccio diverso, ad esempio i filosofi ed i teologi, che non sono scienziati ma da anni sono abituati a discutere di questi temi. La bioetica non interessa solo la salute dell’uomo e la medicina, se si vuole veramente incidere sulla salute dell’uomo ci si deve occupare anche della salute degli animali e non solo di quelli di cui si ciba l’uomo, ma anche della salute dei vegetali, che aiutano a ripulire l’atmosfera da CO2 e gas tossici, della salute dell’acqua, in cui vivono i pesci e di cui si nutrono uomo, animali e vegetali. Ci sono state dichiarazioni della CEI, del Papa e di rabbini sull’inquinamento atmosferico. L’uomo non può ignorare ciò che accade attorno a sé, perchè le sue attività stanno modificando ciò che lo circonda e non tutte queste modifiche sono positive. Questi argomenti si traducono in leggi: sull’inquinamento, sulla salute degli animali, su come usare gli animali in laboratorio, su come coltivare i vegetali in Italia (es. una legge italiana impedisce l’utilizzo di Organismi Geneticamente Modificati in agricoltura; nonostante ciò si importa mais geneticamente modificato per gli animali allevati in Italia, così come la gran parte della soia). Per fare leggi che coinvolgano la salute dell’uomo, degli animali e dell’ambiente, vista l’impreparazione dei parlamentari, si è deciso di costituire un Comitato Nazionale per la Bioetica con lo scopo di dare utili consigli ai legislatori su come comportarsi. Questo comitato, tuttavia, ha incontrato delle difficoltà. La difficoltà maggiore, come sottolineò il Comitato Nazionale per la Bioetica nel testo “Bioetica e formazione nel sistema sanitario”, ha origine dalla “diversità dei modi di pensarla nel pluralismo culturale”. Quando si è affrontato il tema della bioetica e della formazione del sistema sanitario, nel comitato non erano solo presenti scienziati ma anche filosofi e teologi di diverse confessioni, perciò si sono scontrati sul fatto che il pluralismo culturale presente ponesse dei problemi, in quanto i modi di affrontare il tema e di considerare i problemi sono molto diversi. 3 fi Tale pluralismo culturale è una dif coltà ma può anche rivelarsi una risorsa se impiegata al meglio. Se ci sono pensieri diversi, questi possono consentire di capire cosa è veramente fondamentale ed irrinunciabile per l’uomo. Se c’è un punto in comune, si deve avere la forza e la capacità di accettare e ascoltare le persone che la pensano in modo diverso, ciò presuppone un rapporto reciproco ed uno scambio di pensieri ed opinioni, per poi arrivare ad una sintesi, un documento conclusivo che riesca a focalizzare l’interesse comune e su quali aspetti si possano trovare tutti d’accordo. È possibile trovare dei valori in comune, purché si abbia il coraggio di non trincerarsi dietro delle posizioni che si vogliono difendere. La difficoltà è come improntare il dialogo, ma ci sono degli obiettivi comuni, quindi, attraverso il dialogo si riesce a ragionare e vedere ciò che è fondamentale per tutti. La Encyclopedia of Bioethics, riporta una valida sintesi di elementi, spesso comuni. “La bioetica è lo studio sistematico delle dimensioni morali - comprendenti la visione morale, le decisioni, la condotta, le politiche – delle scienze della vita e della cura della salute, attraverso una varietà di metodologie etiche in un contesto interdisciplinare”. Se la morale è qualcosa che si adatta al tempo, dipende dalla cultura, dalla religione e dal pensiero politico, l’etica se deve riconoscere dei principi comuni e ciò che è giusto da fare, deve necessariamente essere svincolata a delle realtà che sono limitate nel tempo e nello spazio; questo principio deve essere giusto sempre. Il principio etico ha sempre valore e non può essere fermo nel tempo. Il principio deve essere immutabile e vero sempre per definizione. Per questo motivo si è disposti a combattere per questo e difenderlo sempre, ciò non avverrebbe se il principio fosse mutabile, perchè sarebbe uno sforzo vano. Esempio: Gli schiavi nell’antica Roma erano Res nullius, potevano essere comprati, venduti o uccisi dai proprietari, senza che questi ultimi venissero poi sottoposti a giudizio per avere ucciso un uomo. In America nel 1800 c’erano schiavi che raccoglievano cotone. Nel mondo arabo gli schiavi c’erano ancora fino a poco tempo fa ed in alcuni paesi esistono ancora. Ma è giusto mettere un uomo in schiavitù? Naturalmente non è giusto in nessuna epoca ed il primo a ricordarlo fu Gesù, che parlava di amore come ciò che doveva muovere tutto, spiegando che il Dio di cui lui era testimone era un Dio di amore. Diceva ai suo apostoli ed ai seguaci che le leggi di Mosè erano dovute al fatto che gli uomini all’epoca non capivano e dovevano avere un decalogo per potersi comportare nel modo corretto. La vera legge è ama il signore Dio tuo ed il prossimo come te stesso. In questo modo ha dato dignità all’uomo, ciò implica che non si possa avere un uomo come schiavo, significherebbe non amarlo. Ogni uomo ha la stessa dignità e con Gesù c’è stata la rivelazione di ciò che è Dio. L’idea di dignità dell’uomo, che è insita nella natura dell’uomo, era presente quando l’uomo è nato e continuerà ad esistere nché esisterà l’uomo. L’uomo, per convenienza personale, spaccia i propri comportamenti come reazioni necessaire a difendere i propri principi, ma spesso non è così. Per questo esistono leggi e punizioni, perchè una società non può stare coesa se non si riconosce l’esistenza di principi che valgano nel tempo. Esempi: Se ci si approfitta di una situazione a danno di un altro, ci si comporta in modo scorretto; se si imbroglia ed il giorno dopo si pretende che venga punito chi ha imbrogliato o si è comportato in modo scorretto, il principio di equità viene meno, così come quello di uguaglianza. Ambiti di intervento della bioetica - Documento di Eurice 1. Problemi etici delle professioni sanitarie 2. Problemi etici emergenti nell’ambito delle ricerche sull’uomo. 3. Problemi sociali connessi alle politiche sanitarie, alla medicina occupazionale e alle politiche di pianificazione famigliare e di controllo. 4. Problemi relativi all’intervento sulla vita degli altri esseri viventi (piante, micro-organismi ed animali) e in generale su ciò che si riferisce all’equilibrio dell’ecosistema. La bioetica ha un risvolto normativo per difendere i principi e fare in modo che in una comunità si rispettino determinati principi de niti irrinunciabili. La bioetica, come già affermato per l’etica, non può essere solo descrittiva ma deve essere anche normativa. Questo suppone che l’etica individui dei valori oggettivi, che non dipendono dal singolo ma sono immutabili e sempre veri. Questo consente di individuare dei comportamenti ottimali, che siano in funzione di questi valori che devono essere chiamati principi. L’etica “suppone che si accetti l’esistenza di valori oggettivi, universali ed immutabili, di valori cioè fondanti sulla realtà come tale e pertanto estesi nello spazio o nel tempo esattamente come è estesa la realtà come tale”. 4 fi fi fi Nel panorama degli argomenti di cui si occupa la bioetica si sono osservate situazioni diverse: - Bioetica generale: si occupa dei principi fondanti e dei valori, propone dei modelli - Bioetica speciale: si cala nei casi concreti e cerca di rispondere alla domanda: si può fare o non sia può fare? (es. eutanasia, aborto, ingegneria genetica con organismi modificati si possono fare o no?) - Bioetica decisionale: affrontata dall’operatore sul campo e di fronte ad una situazione si pone la domanda su come ci si deve comportare. Come la bioetica affronta lo studio dei casi Metodo deduttivo Presuppone l’osservazione di un caso e su questo vengono applicati dei principi. Il caso non è sostanziale, sono i principi a cui ci si appella ed in base a tali principi ci si deve comportare in un determinato modo. Metodo induttivo Parte dall’osservazione del caso e questo ha una rilevanza estremamente alta nella decisione che poi si va a prendere. Esempio: l’aborto non è lecito, una ragazza è stata violentata e dalla violenza è risultata gravida, chiede di abortire, si pratica l’aborto? Si può decidere di sì, per evitare che la ragazza possa avere dei traumi a seguito della nascita di un figlio che le ricordi l’atto di violenza che ha subito. Una ragazza che vuole abortire per intraprendere un viaggio, vuole abortire perchè la gravidanza non le consente di fare un viaggio per il quale ha pagato molto, il medico ritiene che non sia una condizione valida per praticare l’aborto. Il medico nella stessa situazione agisce in maniera differenza. Metodo misto Combinazione di metodo deduttivo ed induttivo (c’è coerenza tra i due?) È importante avere delle linee guida per certe situazioni. Ad esempio un legislatore quando deve legiferare su argomenti di bioetica si avvale dell’aiuto di un organismo, il CNB (Comitato Nazionale di Bioetica), che fornisce le delibere e le soluzioni per vari argomenti di cui si è occupato. In alcuni casi c’è l’unanimità del consiglio per l’approvazione di certe tematiche, in altri casi si mostra chi non ha approvato e le motivazioni per cui l’ha fatto. Questo organo è comporto da varie figure professionali selezionate in base al profilo ed ai principi che seguono (es. atei, confessione cristiana o altre confessioni), così che nel comitato ci sia l’espressione della nostra società nei vari componenti. Modelli bioetici Principialismo Modello soggettivista o liberalista Modello sociologico-utilitarista Modello scientista-tecnologico Modello personalista Principialismo Si basa su principi messi in ordine secondo una certa priorità. Il principio primo su cui sono anche declinati gli altri è il (1) principio di benevolenza. Ciò significa che gli individui sono chiamati a promuovere il bene del paziente e non mettere in atto azioni che possa provocare un danno. L’imperativo è “fai il bene e non il male”. Il secondo principio assomiglia al primo ma non è uguale, è il (2) principio di non male cienza, che viene dal giuramento di Ippocrate. Ippocrate ha messo come primo punto per il medico “Primum non nocere”, ovvero astieniti da condotte o decisioni che possono recare danno. Il medico giura solennemente di astenersi da ogni azione o condotta che possa indurre morte nel soggetto. L’eutanasia è giudicata, pertanto, riprovevole, perchè la morte è senz’altro il massimo danno che si può portare ad un organismo vivente, dal momento che la morte è l’opposto della vita. Secondo questo principio è stata abolita anche la pena capitale, una pena massima, che con la soppressione dell’individuo, ne porta al suo annullamento. Come si pone il problema della necessità di amputare un arto per salvare la vita di una persona? L’amputazione nuoce alla persona, come si pone il medico di fronte alla tortura? Può il medico mettere in sesto una persona in modo tale che il torturatore possa ricominciare da capo? Può il medico non curare i danni causati dalla tortura, anche se questo permette al torturatore di continuare con le sue sevizie? Di fronte al sacrificio di un arto ammalato c’è il bene di una persona, se questo è l’unico sistema che resta per evitare un danno maggiore (es. osteosarcoma alla tibia, la terapia più sicura che può consentire di continuare a vivere è l’asportazione chirurgica, che provoca una menomazione che resta perennemente sull’individuo, il quale si deve adattare a vivere in modo diverso), allora il medico procede all’amputazione. 5 fi Il terzo principio è il (3) principio di autonomia, che riconosce i diritti fondamentali dell’uomo, compreso quello della sua autodeterminazione; in questo principio è incluso il rispetto per l’altro. La domanda che chi deve agire si pone è:” è giusto ciò che faccio? Se un altro facesse la stessa cosa a me, lo accetterei di buon grado?”. L’individuo è libero di scegliere, allora, attraverso il rispetto del principio di autonomia si riconosce all’altro la libertà di scegliere, anche se non si condivide le sue scelte. In un atto medico, questo è la base del consenso informato; nessuno può essere sottoposto a cure o prelievi senza il consenso. Esempio: non ci si vuole vaccinare contro il COVID, posso essere obbligato a farlo con la forza? Attualmente il governo si sta muovendo verso il non obbligo, visto che le persone vivono in una società in cui vogliono vivere, devono riconoscere la libertà degli altri individui che appartengono alla società, la società ha il diritto di difendersi. I singoli individui della società devono rispettare il diritto alla salute, a non essere messi a rischio. Nella società ci sono persone che per motivi legati a patologie non possono essere vaccinati, perchè ciò causerebbe seri problemi di salute, è necessario che queste persone siano protette dagli altri vaccinati, che hanno un rischio di trasmissione minore, con malattia più lieve, perché la carica virale è più bassa. Chi non si vaccina, può non essere contagiato, ma nel caso del contagio trasmetterebbe una carica virale molto più alta. Chi è vaccinato può ammalarsi ma gli studi stanno dimostrando che chi si ammala raramente necessita di ospedalizzazione. L’anno scorso le ospedalizzazioni di massa delle persone con gravi deficit respiratori hanno fatto in modo che molte risorse del sistema di cura fossero indirizzate solo a loro, senza possibilità visto che si creavano zone ad altissimo rischio infettivo, di curare altre patologie. Sono aumentate le morti per tumori, le diagnosi tardive per tumori, le malattie croniche, mancate le visite plurispecialistiche. Per salvare un numero di pazienti alto, molti altri pazienti sono stati sotto-trattati, ciò non è accettabile in una società come la nostra, perchè si va contro il principio di eguaglianza, in cui tutti i cittadini hanno diritto di potersi giovare delle possibilità di stare in salute. Ci si aspetta che di fronte alla persona che non voglia vaccinarsi si dia un daspo per i luoghi di lavoro, così che tale persona non sia inclusa in società, non può andare a scuola e devi pagare tutti gli accertamenti per dire che non sei contagioso. È necessario fare in modo che le persone non vaccinate non frequentino il resto della società. L’autodeterminazione deve comunque essere rispettata, del resto la società si comporta in modo analogo verso un delinquente, che viene isolato, in modo tale che non commetta più atti ostili; per questo nasce l’istituzione penitenziaria. L’ergastolo è per coloro che sono ritenuti talmente pericolosi e nocivi per la società da non poter cambiare il modo di essere, questo perché si è contrari alla pena capitale, hai il diritto di vivere ma non nella società. Altre nazioni non consumano soldi della società per mantenere un carcere, chi è pericoloso viene soppresso, scegliendo un metodo il più etico possibile, per non far soffrire gratuitamente una persona (iniezione letale: dose di barbiturici e dose di cloruro di potassio). La ghigliottina era inventata da un medico per ridurre la sofferenza, perchè il boia con la scure poteva non andare a segno subito, provocando sofferenza. Nell’autodeterminazione c’è anche l’idea del fine vita, se si soffre molto e non si ha la possibilità di guarire, il soggetto responsabile delle proprie azioni perchè non dovrebbe decidere per se stesso per interrompere le sofferenze. (4) principio di giustizia sociale, obbligo di eguaglianza dei trattamenti. Si riconosce uguale valore e dignità alle persone e il rispetto di una proporzionalità degli interventi. Per garantire un uguale trattamento ci si deve interrogare sul tipo di interventi che ci si può permettere. Se in modo non ragionato si decidesse di sottoporsi ad interventi molto costosi, poi si rischia di non trattare altri individui. Il SSN si basa su questo principio quando stabilisce dei livelli di cura minimo (es. ciascuno ha diritto ad avere un medico che lo segue gratuitamente, le cure odontoiatriche non sono per tutti; un intervento di cardiochirurgia è fornito gratuitamente). Si è deciso che ci sono interventi che non possono essere rimborsati, alcuni parzialmente ed altri completamente, ciò dipende dall’intervento, se può salvare una vita o meno. (5) principio di precauzione, viene invocato quando sussiste il rischio di un disastro grave. In presenza di questo rischio, nessuna azione che possa aumentare tale rischio deve essere intrapresa. Ciò non è applicabile al rapporto “costi- benefici”, quando vi sia un rischio grave di disastro. Su questo principio si è basta la decisione di non ricavare energia dal nucleare. In Italia si importa energia derivante dal nucleare, ma non si produce per il potenziale rischio di perdita di combustibile nucleare (es. Giappone, Ucraina). La perdita di materiale nucleare da una centrale comporta un disastro, si ammalano migliaia di persone, per centinaia di anni un territorio non può più essere abitato dall’uomo per il rischio di ammalarsi, ricadute anche su piante ed animali. Il principio di precauzione dice che magari il rischio è minimo, ma le proporzioni del danno sono gigantesche, è meglio evitare di fare azioni per correre il rischio, il modo per evitarlo è non costruire centrali, ciò farà pagare l’energia di più, ma ne vale la pena. Di fronte ad una speculazione di un paese, come la Russia, che ha chiuso il gas, il gas costa sempre di più, perciò si deve trovare una soluzione, sono sufficienti le energie rinnovabili? Si deve andare su fonti alternative come l’idrogeno? Un governo potrebbe decidere di tornare sull’energia nucleare. Si valuta un costo beneficio, se c’è un danno in Francia, in ogni caso si è coinvolti lo stesso. Una scelta di questo genere l’ha applicata un ministro dell’agricoltura, con il no agli OGM sul territorio nazionale, in nome della diversificazione delle colture e un’invasione di organismi OGM (piante di olivo resistenti ai parassiti, estirpate, no soia transgenica, importata dal Canada). 6 Conferenza sull’Ambiente e lo Sviluppo delle Nazioni Unite (Eatrh Summit) di Rio de Janeiro del 1992: Dichiarazione di Rio Principio 15 “Al fine di proteggere ambiente, un approccio cautelativo dovrebbe essere ampiamente utilizzato dagli Stati in funzione delle proprie capacità. In caso di rischio di danno grave o irreversibile, l’assenza di una piena certezza scientifica non deve costituire un motivo per differire l’adozione di misure adeguate ed effettive, anche in rapporto ai costi, dirette a prevenire il degrado ambientale”. Ogni stato deve adoperarsi per proteggere l’ambiente, anche se non ci sono evidenze scientifiche che una certa azione possa danneggiare l’ambiente. Il fatto di invocare o meno il principio di precauzione è 53:30-54 min Non servono dati scientifici per valutare la bontà delle proprie decisioni. Se ci sono delle indicazioni che gli effetti sulla salute di uomini animali e piante 54:50 gli stati devono rafforzare le proprie misure. Il principi odi precauzione sull’ambiente è citato anche dal trattato di funzionamento dell’unione europea nell’articolo 191. Queste conferenze delle nazioni unite non hanno valore legale, enunciano dei principi e poi gli stati si possono adeguare o meno. Cina e USA non hanno aderito alla dichiarazione di Rio, perché avrebbe provocato un aumento dei costi industriali. Molto industriali in Italia hanno dislocato le produzioni in Cina, Bulgaria ed india, dove il costo della mano d’opera. Inferiore e ci sono meno problemi legati all’inquinamento. I risultati sono che in tali paesi l’occupazione è migliorata molto ma c’è un forte inquinamento. Queste sono scelte che i governi devono valutare, perchè causa delle ricadute, ad esempio, in Italia è calata la mano d’opera. (6) Principio libertario I rischi sono inevitabili, il rischio maggiore è la perdita della libertà intesa nei suoi vari aspetti (es. lavoro, umana, scientifica). La conoscenza è sempre preferibile alla paura, il progresso è sempre giustificato e bisogna conoscere. Nel caso del principio di precauzione si dice “Better safe than sorry”. Il principio di precauzione può arrestare anche le possibilità di una comunità o di un individuo. Modello soggettivista o liberalista Sostenuto da diversi correnti filosofiche, tutte propongono un principio di autonomia della persona, esaltando la libertà individuale, che ha un valore. Vedi slide esempi Quando viene esaltata la libertà dell’individuo, si va ad analizzare anche tutto ciò che può ostacolarla. Ciò che ostacola la libertà dell’individuo è considerato come una cosa negativa. Anche la legge naturale, che come legge impone dei vincoli, ostacola la libertà dell’individuo. Anche una morale religiosa o un principio etico inteso come principio di bene assoluto ostacolano la libertà individuale. Se questi principi portano l’individuo ad agire in modo contrario a ciò che lui ritiene giusto, allora devono essere rotti. Qui nasce il concetto di tabù, qualcosa che dall’esterno ti vincola. Per questi autori è legittimo ciò che l’individuo vuole e accetta. Si tratta di una libertà che riconosce l’affermazione completa di se stessi è il trionfo dell’io. L’uomo ha diritto a non essere ostacolato e deve poter soddisfare i propri desideri. La libertà va svincolata dalla responsabilità, l’uomo è responsabile primariamente verso se stesso. Questo modo di intendere l’affermazione di se stesso trova in Sartre un’esasperazione Sartre: ”Per la realtà umana essere vuol dire scegliersi: niente viene dal di fuori, né tanto meno dal di dentro, che essa possa ricevere o accettare. La realtà umana non può ricevere i suoi fini né dal di fuori né da pretesa natura interna. Essa li sceglie e basta; e con questa conferisce loro un’esistenza trascendente”. L’uomo, come realtà non può ricevere dei confini, non può ricevere dall’esterno dei suoi obiettivi, li sceglie e basta. Nel momento che l’uomo li sceglie, essendo lui uomo libero ne dà valore. Questi valori che l’uomo sceglie acquistano un significato che va al di là del contingente, è in questo senso che la sua libertà diventa un principio assoluto. Il lavoro dipendente a questo punto è un’attività che vincola l’uomo e lo costringe. Il lavoro che rende libero l’uomo è quello dell’imprenditore e del libero professionista, il lavoro di chi sceglie quando lavorare o meno. Il lavoro dipendente costringe l’individuo a fare qualcosa che un altro vuole che lui faccia. Anche la famiglia non ha senso, perchè ci sono dei vincoli affettivi; il figlio sente di dovere qualcosa al padre o alla madre o ai fratelli e viceversa, questo vincola la possibilità di scegliere dell’individuo. L’uomo deve essere libero con chi giocare la propria affettività, la famiglia può sciogliersi in ogni momento, i figli possono andarsene dal nucleo famigliare. Si deve rompere questo legame che impone la società con gli altri membri della famiglia. Se l’etica va ad imporre dei legami, questa non è da seguire. 7 Popper era veramente all’apice in n periodo storico in cui in alcune società si erano sviluppate le comuni. I figli dei fiori sono nati nel periodo della guerra del Vietnam, con l’idea che certi principi che guidano la società siano obsoleti, si doveva introdurre un nuovo modo di rapporti tra le persone, con una sessualità libera da vincoli. Il femminismo è nato come idea di volere affermare principi di libertà e di scelta della donna, alla quale in quel periodo erano negate tante possibilità. Subentravano coppie allargate, famiglie allargate. Un modo di intendere così la libertà ed i valori di una persona, difficilmente contempla l’organizzazione societaria. Commento al modello Malherbe commentando questo tipo di modello afferma che “il paradosso dell’autonomia è che l’autonomia non è niente se non è reciproca. In altre parole, non c’è autonomia possibile al di fuori di un contratto sociale che ne garantisca l’esercizio. Da solo, infatti, non potrei garantirmi nessun diritto”. diritto, codice penale, sono modi di regolamentare le condizioni in cui le persone si devono mettere in relazione tra di loro e cosa accade se le condizioni non vengono rispettate. Modello sociologico-utilitarista In questo modello viene esaltato il principio di beneficienza e di autonomia della persona. I filosofi che si riconoscono in questo tipo di modello sono Bentham, Mill e Singer (paladino degli animali). Questi autori dicono che un’azione è buona se questa porta ad un’utilità. L’azione viene giudicata in base alle conseguenze prodotte. Perchè le persone e gli animali agiscono in un certo modo? Gli animali sono più facili da osservare nelle azioni, perchè gli umani possono essere deviati da dei principi che seguono. Tutte le azioni che fanno gli animali hanno un fine, non ha senso spendere energie per fare dei gesti inutile. Tutti agiscono per fare qualcosa di sensato, ma qual è il fine del gesto? Osservando ciò che accade anche nel mondo animale, Bentham diceva che le azioni degli animali sono finalizzate a raggiungere un piacere. Tutto è vincolato da questo aspetto. Se si vedono le azioni più banali: perchè si mangia? L’uomo non mangia per nutrirsi ma perchè prova piacere nel mangiare, tanto che se si ha un’afta in bocca, non si mangia perchè fa male. Gli atti riproduttivi sono legati al piacere. Per l’uomo il piacere può anche essere più sofisticato, ovvero ottenere l’approvazione di persone che stimiamo. L’azione se porta al bene deve portare al piacere. La virtù è ciò che massimizza i piaceri e minimizza i dolori”. La realizzazione del bene deve contare sul consenso di colui al quale lo si fa, il destinatario deve essere contento (es. una carezza può essere bene accetta da chi ha un rapporto effettivo con chi fa la carezza ma estremamente fastidiosa se fatta da un datore di lavoro o da una persona repellente). Il gesto è il medesimo, l’atto è positivo o negativo a seconda di chi lo riceve, se porta bene in chi lo riceve. Questo modo di valutare ciò che è utile presuppone anche un criterio di valori che dipendono dalla cultura che si sta vivendo e dall’ambiente in cui si è immersi. Certe cose possono essere giudicate non opportune in alcuni contesti, ciò varia dalla cultura e dal tempo in cui si realizzano le azioni. Ciò che è bene è anche in funzione di un rapporto tra quanto costa fare la cosa e che beneficio si ottiene. Se si vuole ampliare il concetto, ciò che è bene è se il beneficio è vincolato ad un solo ricevente o se questo è condiviso tra più riceventi, perciò il valore dell’azione è in funzione anche al numero di persone che ricevono il beneficio. Gli atti non hanno valore di buono assoluto, questo valore di bene dipende dal contesto culturale in cui gli atti sono compiuti. Nell’ottica di questo è importante che si tenga in considerazione che la comunità ha un valore maggiore del singolo individuo. Sulla base di questo principio funzionano molti sistemi sanitari. È difficile conciliare l’interesse individuale con quello collettivo: un individuo può avere la necessità di cure molto costose, ma se ci si concentra su questo si perde la possibilità di cura per molte altre persone. Ad esempio il test di screening per il sangue occulto nelle feci viene fatto da una certa età in poi con richiamo, la diagnosi genetica per le alterazioni di BCR1 o BCR2 costa molto e sarebbe proibitivo se fatto con la stessa frequenza del test del sangue occulto, ma consente di scoprire se la donna ha un rischio alto di sviluppare un cancro mammario, per alcune regioni viene riservato a chi ha una famigliarità particolare. Questo modello ha fatto nascere il concetto anglosassone di costi-benefici, che serve ad assegnare le risorse. Il principio dell’utile e della felicità viene declinato in modi diversi. Bentham dice che “Non sarà mai un dovere fare ciò che non è nel proprio interesse di fare! 14.10.21 Con Singer, filosofo contemporaneo, vengono proposte delle nuove situazioni, la persona è essere senziente. Analizzando le sensazioni del piacere e del dolore, conclude che queste sono percezioni diffuse nel mondo animale e dell’uomo, elabora che di fronte alla percezione del bene e della sofferenza l’uomo non è diverso dagli altri animali, 8 però ci sono delle differenze tra vari uomini, ad esempio, se l’uomo non è in grado di intendere per malattie che colpiscono il sistema nervoso centrale o l’uomo non ha ancora sviluppato in modo adeguato il SNC come avviene nel neonato, l’essere umano ha un valore inferiore. Provocatoriamente Singer afferma che il valore delle vite umane è diverso, alcune hanno più valore di altre, in contrasto con l’etica contemporanea. Singer propone una nuova idea: si può togliere una vita ma devi essere responsabile e sapere perchè lo si fa. inoltre, di fronte al suicidio, afferma che se la persona è in grado di prendere delle decisioni, le può prendere anche per quanto riguarda la propria vita, perciò è lecito togliersi la vita, se si ritiene che questo sia utile. Di fronte al dogma cristiano, del matrimonio come occasione per dare origine ad una nuova vita e di fronte all’imperativo che c’è naturale nelle specie, che è quello di accrescersi, le specie sono caratterizzate negli individui dalla fertilità e dalla possibilità di dare origine ad una discendenza (es. muli non sono una specie, perchè sono sterili). Singer propone di mettere al mondo bambini solo se desiderati, anche in questo caso la naturalità della nascita deve essere condizionata dalla volontà del soggetto, che si prende una responsabilità. Di fronte al fatto che venga prediletta la vita umana sulla vita di un animale, Singer dice basta allo specismo, che non ha un fondamento logico, anche gli animali soffrono ed agiscono per trovare appagamento (es. l’animale mangia per appagare la sua fame, un predatore non uccide tante prede, ma lo stretto necessario per appagare la fame, se una preda gustosa passa di fianco viene ignorata). Il leone o il coniglio hanno la medesima dignità rispetto all’uomo e la loro vita è sacra quanto quella dell’uomo. Qual è il problema di questo modello utilitaristico? Modello che si sta seguendo nella nostra sanità per decidere quali cure prestare e mettere a carico del SSN. C’è un problema se l’attenzione che si deve dedicare al singolo va a scontrarsi con un potere economico o politico, che decide quali cure erogare e quali no. Ad esempio nel SSN è delegato come potere di decidere quali cure erogare o meno alle regioni, che lasciano la decisione a dei politici. Cure del medico modenese Dibella, propose delle cure per vari tipi di cancro, affermando che i pazienti che le seguivano ne traessero beneficio a dispetto delle cure erogate dagli oncologi, tali cure non erano pagate dal SSN, basate su somatostatina e vitamina D, i pazienti le dovevano acquistare. Il clamore fu forte e dei parlamentari intervennero, affermando che la costituizione garantisce le cure a tutti i cittadini, quindi, anche le cure di Dibella dovevano essere a carico del SSN. Veronesi attuò degli studio e ricerche che affermarono he i pazienti di Dibella avevano una efficacia più bassa, ci si appellò in tribunale perchè si servivano delle cure pazienti terminali e l’efficacia era su trattamenti precoci. Conclusione: il SSN non rimborsa le cure erogate dal dottor Dibella. Un potere politico può condizionare. Se il rapporto costi-benefici … 12-13 min pone limiti alla possibilità di cura di tante persone. Un sistema che si basa sul costo-beneficio porta a non curare gli immigrati con le tasse dei cittadini. Commento al modello Vedi slide Modello scientista-tecnologico I filosofi che hanno indagato tematiche di bioetica hanno fortemente indicato nella scienza lo strumento importante per migliorare le conoscenze e capire il mondo. Darwin nella sua descrizione dell’evoluzione delle specie ha posto le basi principali, per lui la pressione naturale è ciò che porta all’evoluzione della specie, ciò comporta che hanno diritto a vivere gli individui della specie che meglio si adattano alle nuove condizioni. Queste idee di Darwin sono state alla base nel primo ‘900 di una serie di interpretazioni estreme, nel senso che hanno diritto alla vita i soggetti più performanti. La teoria della purezza della razza ariana trova una sua base filosofica all’interno di queste teorie dell’evoluzione, l’uomo deriva da un perfezionamento della specie. L’uomo deriva dalle scimmie, ponendo il primo segno di evoluzione dalle scimmie antropomorfe all’uomo da alcuni ritrovamenti fatti in africa, anche se non c’è ancora nessuna certezza. Oggi attraverso lo studio del DNA si sono implementati gli alberi filogenetici, per cui è possibile stabilire la distanza nell’evoluzione tra le varie specie. Secondo questo modo di interpretare la realtà, l’uomo non è sostanzialmente diverso da altre forme di vita. Interpretazione della realtà a inizi ‘900 il sociologo Weber, considerato uno dei massimi interpreti della sociologia, vivendo nello stesso periodo di Marx, forse è stato influenzato anche da ciò che Marx proponeva. Egli osserva che la società capitalista è una chiara concretizzazione della fede protestante; il protestantesimo non poteva che declinarsi nella società con una proposta di tipo capitalista. Nella società l’uomo si trova come in una gabbia, senza possibilità di scelta, si trova in una struttura che lo obbliga a produrre per affermarsi, creando differenze tra chi è in grado di produrre e chi non. Chi non era in grado doveva mettersi al servizio di chi era in grado di organizzare la produzione. Egli ha riflettuto anche sulla realtà nella rivoluzione industriale, dove la tecnica rivoluziona i costumi delle città, da mondo agricolo tradizionale a meccanizzato ecc. si osserva che la realtà è caotica e pare non avere senso, l’unico modo per comprendere la realtà è attraverso la ragione. L’uomo è chiamato a ragionare sulla realtà, così facendo si scoprono le leggi. Così c’è un grosso impulso alla fisica, alla chimica ed alle scienze in generale. La medicina ha lo scopo di mantenere la vita e curare le malattie, ma non dà spiegazioni. Weber a differenza di Hegel, diceva che la realtà non è governata da una mente esterna, un dio che ha messo a posto tutto le cose. Si può dare un senso a ciò che si osserva solo attraverso la ragione. Come la ragione può spiegare le 9 cose? Attraverso la tecnica e la scienza, che è uno strumento molto importante per capire. Weber si rende conto che ci sono aspetti che non si possono comprendere come i sentimenti, risolvendo che ognuno di noi deve porre dei valori in cima una piramide da cui far discendere gli altri e la bontà di questi valori devono essere verificati grazie ad aspetti misurabili. Il progresso scientifico è ineluttabile ed infinito, come lo è l’idea di progresso, che in sé è un processo, perciò non può essere arrestato. Tutto ciò che si può pensare di fare vale la pena farlo e solo attraverso questo tipo di processo si può aumentare la conoscenza, che porta a certezze, che mettono ordine nel caos del mondo, che non è più regolato da situazioni magiche, Weber dice che è il momento di aprire gli occhi, essere disincantati, bisogna perdere l’incanto che fa perdere l’interesse in cui ciò che ci circonda (es. dio o dei che distolgono l’attenzione dalle scienze). La medicina è una scienza che attraverso la patologia inizia a capire che le malattie non sono dovute a cose misteriose ma ad alterazione di molecole, geni, intervento di batteri e virus. La medicina inizia comprendere che di fronte ad un sintomo c’è sempre una causa e curata quella il sintomo non si presenta più. Per questo si parla di radici nel positivismo e neo-positivismo proposte nel corso dei secoli. Ciò che è tecnicamente possibile è moralmente lecito. “solo se lo si volesse si potrebbe sempre giungere a conoscenza” per Weber la ragione strumentale alla tecnica gli permette vedi slide Modello personalista La centralità dell’uomo come valore assoluto vedi slide Ci sono diversi tipi di personalismo: - Personalismo ontologico: considera l’uomo come centro di interesse, si deve ricercare il bene per l’uomo nella sua totalità. Questo bene è il criterio di bene, giudizio e decisione. Si pone il concetto di persona nell’uomo già alla sua origine. Per molti l’uomo non è persona da sempre, ma diventa persona. La persona è il criterio fondamentale ed il bene per la persona diventa il valore assoluto. Questa centralità della persona si declina in vari modi: nel mondo protestante c’è un concetto di libertà e responsabilità del singolo individuo, che agisce e prende delle decisioni supportato da dio; nella matrice cattolica la persona come essere vivente ha una sua sacralità ed inviolabilità, perchè il fatto di essere vivo non è dato dall’uomo, ma l’uomo vive per una volontà di Dio, quindi, la vita non gli appartiene, perchè gli è stata data da quell’essere che lo ha messo al mondo, perciò non può essere proprietario della vita; per i laici, coloro che non si riconoscono all’interno di una confessione religiosa, riconoscere importanza all’individuo consente di affermare che l’individuo è protagonista della propria vita, è responsabile della propria vita. E decide autonomamente secondo valori che a volte sono in contrasto tra loro, evita d mettere a repentaglio i valori in cui crede. Mill dice che l’uomo è l’unico sovrano su se stesso, sul proprio corpo e sulla propria mente e che i principi morali si siano dimostrati veri lungo la storia, suggerisce che siano frutto di processi culturali, sociali e personali, di chi li vive. Uno che è convinto che deve misurale le azioni secondo un sistema di riferimento, questo sistema viene dalla cultura, dall’espressione della società in cui vive, ma anche filtrato da lui stesso. Ogni individuo è responsabile di ciò che fa in quanto responsabile di prendere decisioni. Il personalismo diventa uno sforzo per comprendere l’uomo nella sua globalità, perchè l’uomo non è solo corpo, ma anche idee, sogni, voglia di superare la realtà che sta vivendo (es. immaginare di fare le vacanze in un futuro, ma nessuno ha la certezza di arrivare a quel giorno).mentre l’animale non si hanno prove che possa immaginare il futuro, l’uomo immagina la vita che vorrebbe. L’idea di volersi costruire un futuro non è scontata, va al di là del carpe diem, ci sono dei progetti. L’uomo non è solo un corpo, ma anche pensiero e desiderio, ciò difficilmente si può provare scientificamente. Se ci fossero delle reazioni biologiche e le cellule hanno differenze nei geni, i pensieri sono diversi, il modo di agire ed i pensieri anche tra due gemelli sono diversi. L’azione del pensiero, anche se si cerca di spiegare in modo scientifico, con una prevedibilità del pensiero, il pensiero è una realtà autonoma che ognuno possiede. Così come i sentimenti, che possono cambiare. Non si capisce bene perchè nascano. Ciò dice che l’uomo possiede una dimensione oltre quella che si può trovare e vedere. Il personalismo ontologico ha la pretesa di comprendere l’uomo, accettarlo e dargli dignità in tutte le sue dimensioni. L’uomo ha una dimensione verso l’altro ma anche una dimensione verso gli altri. Queste sono le varie dimensioni della persona. L’uomo non è inteso come quell’entità che deve essere difesa nei confronti della collettività, è quel soggetto che già dal momento in cui nasce fa parte di una collettività. Il valore fondamentale della persona si configura nella dignità della persona, che è a prescindere, dalla fisicità, dalla religione, dalle idee. Se la dignità è costitutiva della persona, questo è un valore che deve essere rispettato in ogni momento dell’esistenza della persona. Ciò implica che se l’uomo è persona dal momento in cui si sviluppa, lo è anche quando è un embrione, che ha la stessa dignità di una persona adulta, perchè la persona non si misura dalla sua fisicità, che non significa solo il colore della pelle, l’altezza o il sesso, ma anche nelle sue fasi della vita. Dal momento che un embrione di un uomo, si sviluppa in un uomo e non in un cavallo, l’embrione di un uomo è già un uomo, è già persona. La stessa cosa è persona anche un individuo che a seguito di un incidente perde la capacità di mettersi in relazione con gli altri, perde una delle sue caratteristiche ma questo non gli toglie il valore fondamentale che è la sua dignità. La dignità è un 10 valore universale ed essendolo è un valore che non ha confini. Se la dignità non ha confini si estende sia nel tempo che nei luoghi, ciò significa che una persona che vive in africa e che non sa nemmeno contare ha la stessa dignità di un finanziere che movimenta miliardi di euro e che dà lavoro a centinaia di persone. Questo vale se si considera l’uomo nella sua globalità come realtà che ha in sé una dignità che deve essere riconosciuta. Relativismo e bioetica Accanto alle idee di etica presentate attraverso dei modelli di società, anche all’etica ed alla bioetica di può declinare un altro modo di vedere le cose, chiamato relativismo. La bioetica fornisce la possibilità di rispondere a questioni di ordine morale, che ci portano a scegliere ciò che è corretto e ciò che è sbagliato. È indubbio che molte delle riflessioni fatte si appoggino ad un substrato che prende origine ed è nutrito da filosofie, modi di interpretare la realtà; ciò dipende dalla matrice culturale in cui questi modi di interpretare la realtà si sono affermati. Ciò ha fatto nascere l’idea che se il modo di interpretare le cose e le decisioni che si prendono su ciò che è giusto e sbagliato sono cambiate nei tempi e sono diverse nelle varie società, allora tutto è relativo alla cultura in cui uno vive. In tutte le culture ed i periodi storici di cui si ha conoscenza l’unico reato che è considerato da sempre reato è l’incesto, l’unico reato perseguito nelle varie culture. Dei reati che si considerano cose da non fare, in alcuni momenti della storia e della cultura sono considerati cose etiche. Definizione di relativismo: “Ogni concezione filosofica che considera la realtà non conoscibile in se stessa ma solo in realzione alle particolari condizioni in cui i suoi fenomeni vengono osservati, e non ammette perciò verità assolute nel campo della conoscenza o principi immutabili in sede morale.” Considerando vera questa cosa non si potrebbe accettare nessuna morale o etica. Relativismo etico: se non c’è un etica di base 53-54:30 min vedi slide A sostegno del relativismo Solo il relativismo può garantire il rispetto delle opinioni di tutti e, quindi, il valore della democrazia. Secondo Kelsen solo lo scettico o il relativista potrebbe essere sincero democratico: tutte le decisioni sono possibili a condizione che rispettino la regola della maggioranza. Garantisce l’autonomia morale, elevando così l’individuo a unico e miglior giudice di sé stesso. Unica posizione valida contro il dogmatismo e l’assolutismo, non potrebbe mai nascere un dittatore se tutti fossero relativisti. Ogni giudizio morale dipende da criteri diversi per i vari individui, variano a seconda dei contesti culturali in cui i giudizi sono formulati. Il processo culturale richiede tempi estremamente lunghi (es. Afghanistan), quando ricerca di portare la propria cultura è un fenomeno di moderno colonialismo. In Francia da decenni ci sono immigrazioni musulmane dal nord africa, dalle ex colonie francesi, dall’Indocina, il risultato attuale è che attorno alle città francesi sono nati quartieri prevalentemente popolati da immigrati, dove si parla arabo, non entra la polizia e si fa fatica a mandare a scuola questi ragazzi, non c’è integrazione, perchè la cultura, nonostante siano già alla seconda o 3 generazione, la cultura non è la tradizionale francese e le culture richiedono molto tempo per integrarsi. Si può accettare di integrarsi s non c’è una forte rete sociale che lo porta a mantenere le proprie tradizione. L’integrazione è una forzatura sulla cultura dei singoli, perché si chiede di abbandonare la cultura da cui provengono per abbracciare i valori della società in cui sono entrati. È una scelta, se un individuo non lo vuole fare mantiene la propria cultura. Non ci sono valori che si possono imporre, si possono proporre. Se i valori si possono proporre non ne esistono di assoluti, perchè se lo fossero sarebbero condivisibili da tutti. Il relativismo consente il rispetto delle opinioni di tutti, è l’ultimo baluardo della democrazia. Obiezioni al relativismo I comportamenti degli individui non possono essere giudicati migliori o peggiori, ciascuno ha lo stesso valore, la stessa correttezza. Si deve tenere presente che se si giudica negativamente un aspetto oggi, la si potrebbe giudicare positivamente tra 10 anni. Questo stride con qualcosa: si può garantire davvero una democrazia con il relativismo s non c’è possibilità di orientare un’azione politica? Probabilmente c’è il rischio opposto, che qualcuno strumentalizzi questo. Ci sono politici in grado di cavalcare opinioni diverse per aumentare i propri consensi personali. È necessario trovare dei valori oggettivi, ciò è la base per formare una società e delle regole da condividere. Non è impossibile trovare valori oggettivi, perché non si può accettare che ognuno sia libero di fare ciò che vuole. Perché questi valori siano veri, non possono cambiare nel contesto culturale. Se si riconosce che l’uomo ha una dignità in 11 quanto persona, ritornando all’empio dell’Afghanistan, c’è il diritto di affermare che stanno sbagliando quando non si riconosce uguale dignità a uomini e donne, a musulmani e laici, il problema è politico, come ci si comporta nei loro confronti? In Erasmus si accettano i loro studenti per forzarlo a comportasi in modo diverso? O si deve accettare anche qualcuno che riteniamo stia sbagliando rispetto a valori universali? C’è la necessità di trovare dei punti di riferimento, ma questa è una costruzione dell’uomo o una realtà oggettiva? L’uomo deve essere consapevole che ci sono dei valori fondanti, che tutti hanno o sono gli altri a dovercelo ricordare sempre? Il problema del relativismo è che mette in discussione che possano esserci dei valori che stanno dentro alla persona, ma trasversali. Il relativista si auto-contraddice, perchè se afferma che tutte le teorie sono vere, deve accettare anche quelle che non derivano dal relativismo, quindi, l’affermazione relativista è falsa. È più facile affermare ciò che non è vero, perchè è tutto quello che è contrario alla verità. Il non vero si piò declinare in tante espressioni diverse, il vero non è declinabile. Il male si può declinare in diversi modi, il bene non è declinabile. Vari filosofi hanno definito cosa sia il bene per loro. Ora si deve prendere in considerazione vari aspetti e vedere come questi vengono considerati. Parlare di persone consente di affrontare temi importanti: fecondazione in vitro, esperimento sull’embrione, crioconservazione degli embrioni, diagnostica prenatale e fine vita. Definizione di pre-embrione: introdotta recentemente Legge 40: nella prima formulazione dice che gli embrioni una volta prodotti attraverso un processo di fecondazione in vitro non possono essere crio-conservati. Ora la legge è cambiata. FIVET solo di 3 embrioni e ora se ne possono fare di più. 18.10.21 Concetto di persona Si attribuisce valore all’essere umano solo se questo è definito come persona. Con il termine di persona si indica un uomo soggetto di diritto. In alcune epoche storiche c’erano esseri umani considerati come cose (schiavi), perciò non era attribuita loro la capacità o la protesta di vantare dei diritti, semplicemente non venivano loro riconosciuti. Passando i secoli si vede in Kant l’affermazione dell’uomo come essere razionale. Secondo Kant la persona si manifesta quando è capace di esprimere un giudizio. E la sua razionalità lo rende degno di rispetto. L’uomo in questo momento, secondo Kant, non può essere che paragonato a se stesso. Kant diceva:”Agisci in modo da considerare l’umanità sia nella tua persona, sia in quella di ogni altro, sempre come scopo e mai come semplice mezzo”. L’uomo è persona in quanto agente morale, ovvero l’uomo è in grado di decidere e volere. Questa idea ha permeato la cultura per diversi secoli, inoltre per alcuni non tanto la capacità di decidere, ma la dignità è l’esercizio di tale capacità. La persona è un soggetto adulto ed autonomo, capace di volere e capire (Enghelhardt). Il suo ragionamento si fa più complesso, perchè come conseguenza della sua affermazione non tutti gli uomini si possono considerare persone, perchè non tutti sono coscienti o capaci di esprimere giudizi (es. feti, embrioni, individui appena nati, ritardati mentali, individui in coma). Tutti questi sono esempi di esseri umani non persone. “Non tutti gli esseri umani sono persone. Non tutti gli esseri umani sono autocoscienti, razionali e capaci di concepire la possibilità di biasimare e lodare. I feti, gli infanti, i ritardati mentali e coloro che sono in coma senza speranza costituiscono esempi di persone non umane”. Nel modello di Singer si sostiene ad esempio che la sensibilità (provare piacere e dolore, autocoscienza, capacità di apprezzare la propria esistenza) sia il criterio minimo per attribuire valori e diritti ad un soggetto, ma anche gli animali possono avere sensibilità. Quindi, la persona è un soggetto capace di autocoscienza con distinzione tra essere umano che è persona ed uno che non è persona oppure la persona è quel soggetto umano che proprio in quanto appartenente alla specie umana è 12 persona? Lo stato di persona è connaturato allo stato di essere umano o è qualcosa che nasce ad un certo punto e che si può perdere. Questo è importante per cercare di capire a chi attribuire lo status di persona, perchè a questo punto gli si possono attribuire dei diritti. Se si riconoscono dei diritti e, quindi, anche dei doveri, si deve avere prima l’idea chiara di chi sia quel tipo di soggetto che possa vantare tali diritti. Il diritto, come è scritto nel codice, riconosce chi nasce come soggetto di diritti. Poi ci sono alcuni articoli del codice in cui vengono riconosciute delle capacità o diritti al nascituro, come il diritto di ereditare. La distinzione tra statuto dell’essere umano, che è persona dall’inizio o diventa persona successivamente, ha importanza enorme nella nostra cultura. Dai filosofi come Aristotele si è parlato di embrione o feto come soggetto che ha una potenzialità di diventare uomo, non è ancora come uomo. Lo stesso San Tommaso riconosceva la dignità dell’uomo soltanto quando il corpo veniva unito all’anima; quest’anima secondo San Tommaso non era presente dall’inizio del concepimento, avveniva ad un certo punto quando si formava il cervello e riteneva che Dio infondesse l’anima in momenti diversi nel bambino, nell’uomo o nella donna. Attorno al 50-40esimo giorno per l’uomo e attorno al 90esimo per la donna. Lo stesso Dante nel purgatorio, riprendendo l’idea di San Tommaso, dice che l’anima si riunisce al corpo solo quando c’è la formazione del ragionamento. Anche nella cultura cattolica, per tanti secoli, l’essere umano non era considerato persona. A questo punto il fatto di capire quale sia lo statuto dell’essere umano, se è persona da subito o meno, c’è da attendere la conoscenza che è venuta attraverso lo sviluppo della scienza stessa. Il microscopio è stato inventato a fine ‘500, prima c’erano osservazioni casuali a seguito di aborti o autopsie su donne gravide, che hanno permesso di sviluppare alcune conoscenze. Tuttavia le conoscenze erano frammentarie, anche perchè in occidente nel medioevo era vietato condurre autopsie. Le conoscenze sono aumentate con lo sviluppo della scienza: è chiaro che l’embrione ha una capacità intrinseca di svilupparsi in un individuo e questo appartiene ad una specie ben definita. Si sviluppa la conoscenza che un embrione non è altro che un momento dell’evoluzione del soggetto, anche se non presenta le caratteristiche morfologiche inizialmente, queste si sviluppano progressivamente. Bisogna tenere presente degli aspetti: Non tutti gli embrioni arrivano a dare origine ad un individuo, perchè c’è una possibilità di riassorbimento dell’embrione o di aborto molto elevata, questo è spesso dovuto a dei difetti presenti nell’embrione. L’embrione viene attribuito ad una specie particolare in base al suo DNA, in cui sono scritte tutte le caratteristiche della specie, ma poi, le caratteristiche si estrinsecano grazie a dei condizionamenti ambientali. Ciò significa che se da una parte c’è lo stabilirsi di un programma di sviluppo con chiarezza, questo programma non sempre si realizza. Il fatto che questo programma non sempre si realizzi, significa che il programma è una possibilità. L’embrione umano è una possibilità di essere umano o è già un essere umano? Questa domanda aiuta a capire se è possibile o meno effettuare la ricerca sull’embrione, se si può impiegare per la terapia o se si può clonare l’essere umano. L’embrione che si forma all’inizio come organismo unicellulare e rapidamente va incontro a divisioni cellulari altrimenti non potrebbe svilupparsi, ad un certo punto della sua vita si annida nella muscosa uterina, al 14° giorno inizia a formarsi una divisione di parti che danno origine all’individuo ed alle strutture di supporto dell’embrione, mentre prima non c’era differenza. Queste cellule sono vive ed hanno una caratteristica nel DNA di unicità, non sono una copia di un’altra cellula. Non ci si pone il problema di dare uno statuto alle cellule staminali del corpo umano o organi, perchè si definiscono semplicemente come cellule, organi e tessuti e se anche queste replicano o sono vive non rappresentano un individuo, sono parte dell’individuo, invece l’embrione è parte di un individuo, in questo caso della donna se in utero, oppure è un organismo vivente se in vitro ma non è un individuo. Per individuo si intende sempre un organismo che ha una sua unicità. Le cellule del corpo umano non hanno una loro unicità, perchè condividono il genoma di tutte le altre cellule dello stesso corpo umano. Come i dizionari definiscono la parola persona: Oxford Dictionary: persona come essere umano individuale. L’embrione è un essere umano? È individuale? Per stabilire se l’embrione è individuale o meno bisogna analizzarne il DNA e sapendo che è originato dalla fusione di DNA materno e paterno, essendosi ricombinato, questo embrione è un essere individuale. Che sia umano lo dice il fatto che un embrione che origina da un uomo ed una donna non dà origine ad un’altra specie animale. A questo punto, se la definizione del Oxford Dictionary è vera, si deve attribuire all’embrione lo statuto di essere umano individuale, quindi, anche quello di persona. Non si parla di personalità, che è un concetto psicologico e si sviluppa in base alle relazioni che si hanno con gli altri ed avviene gradualmente, inoltre si può modificare. A questo punto si può dire che le malattie possono modificare completamente la personalità ma non possono modificare la persona. Una persona con l’Alzheimer non sa più chi è, la personalità cambia. Chi per un incidente subisce un trauma al lobo frontale ha una personalità modificata completamente, ma andando a vedere la definizione di persona, quella resta. La persona, quindi, è colei che ha il diritto oggettivo dovuto al fatto di essere vivente. 13 Tutti coloro che nascono hanno dei diritti, che si chiamano “diritti naturali”. Uno di questi è il diritto alla vita. La persona, se ha questi diritti, li ha dal momento in cui è riconosciuta come tale. In altre parole, la persona ha un diritto naturale a vivere. Il punto grande della discussione etica sull’idea di persona è come si va a riconoscere la persona. Se la persona è chi ha la consapevolezza e quella che esercita una capacità morale (capacità di esprimere giudizi), è molto diverso lo statuto che si può attribuire all’essere umano nei suoi vari momenti. Per statuto si intendono i diritti e le proprietà che si possono attribuire all’uomo. Se un uomo è persona solo quando ha la consapevolezza, nel momento in cui perde la consapevolezza, perde anche il diritto naturale a vivere, perchè non è più persona, ad esempio. Se la persona è un essere umano individuale, allora ha diritto a vivere ogni essere umano individuale. Questa consapevolezza viene inserita in codici ed articoli di legge, così da dire ad un ricercatore cosa può fare o meno, in base ad un articolo e non in base ai principi etici del singolo. Un embrione è un essere umano individuale. La questione ontologica è oggetto di una controversia di natura loso ca e religiosa Possiamo individuare due posizioni: 1. L’embrione umano, fin dalla fase di zigote, è persona e quindi ha diritto allo stesso grado di protezione e di rispetto assegnato alle persone. Quindi, ogni intervento che porta alla distruzione di un embrione è equivalente ad un omicidio. 2. L’embrione umano non è persona fin dall’inizio, ma acquisisce questo status in un momento successivo, variamente individuato: quando si impianta nell’utero (5°-6° giorno), la fase in cui l’embrione può stare al di fuori del corpo della madre, fino al 5°-6° giorno non c’è annidamento e l’embrione può essere espulso; quando si forma la linea primitiva (14° giorno), si ha la gastrulazione con la formazione dei foglietti embrionali, identificando ciò che diventerà individuo a ciò che darà origine agli annessi embrionali (placenta, cordone ombelicale ed amnios), in quel momento alcune cellule non fanno parte dell’individuo, sono i tessuti che verranno persi alla nascita dell’individuo; quando si forma l’abbozzo del cervello (verso il 28° giorno), se persona è colei in grado di esprimere giudizio morale, dando le categorie bene o male, il cervello è la struttura che lo consente; al momento della nascita, perchè la persona diventa indipendente, prima dipende dal corpo materno, al momento della nascita è un soggetto indipendente. Tutto ciò che viene prima si definisce con il termine di pre-embrione, che non corrisponde ad una verità biologica, ma ad un certo stato di sviluppo dell’embrione, definito in modo arbitrario, che cambia a seconda di come viene attribuito lo status di persona. La fecondazione in vitro consente la fecondazione di un embrione umano all’interno di un sistema extrauterino (es. piastra di coltura), dopo un certo numero di giorni embrione viene impiantato in un utero, condizionato per accettare l’embrione. Se l’utero non fosse condizionato la muscosa uterina non consentirebbe l’annidamento dell’embrione. Esistono casi di anencefalia, embrioni che nascono senza cervello, bambini che non hanno la possibilità di vivere al di fuori dell’utero e muoiono. Nel codice si acquisiscono diritti al momento della nascita, registrato il neonato come individuo, se ne denuncia la nascita e la persona compare come cittadino riconosciuto. Fintanto che il bambino è nell’utero della madre, per lo stato non c’è. D’altra parte il bambino può ancora ereditare. Se si provoca la morte del feto, si è puniti. Ma se non ci sei e non esisti, perchè si deve punire chi ne provoca la morte. 14 fi fi L’embrione come strumento Carlo Flamigni, pioniere della fecondazione in vitro e del trasferimento dell’embrione in utero, afferma che: “Dalle indagini eseguite non emergono prove di comportamenti francamente illeciti […] per quanto riguarda l’impiego degli embrioni e dei feti umani. […] risulta altresì provata, al di là di ogni dubbio, la straordinaria importanza dell’impiego di tessuti embrionali e fetali nella ricerca di base e nella ricerca applicata”. Carlo Flamigni Le pratiche di fecondazione in vitro e trapianto in utero sono iniziate quando si è accertata la sterilità di uno dei partner o la sterilità di coppia. Ciò significa che nella popolazione ci sono coppie che esprimono un malessere perchè non riuscivano ad avere figli. Tali coppie esprimo un diritto di avere dei figli loro. Se un uomo e una donna sono infertili per una malattia, per curarli si devono porre le condizioni in essere perchè il corpo ritorni a funzionare bene o trovi un nuovo equilibrio. Come cura si intende un ripristino delle condizioni di funzione dell’individuo. La gravidanza in sé è una condizione dell’organismo femminile normale? Si può palare di cura quando c’è il trasferimento di un embrione in utero? “… io credo che la necessità di conoscenze è più grande del rispetto da accordare a un embrione precoce” R.G. Edwards 26.10.21 L’embrione umano Clonazione, fecondazione artificiale, sperimentazione ed eugenetica La condizione classica di una persona è una sostanza individuale di natura razionale, ossia un individuo concreto dotato di una certa natura ontologica, la quale si manifesta in una serie di capacità, attività e funzioni, che si possono senza dubbio considerare come caratterizzanti della razionalità, ma non è riducibile ad esse. La razionalità è una caratteristica della natura umana. Essendo la razionalità un requisito di cui gode la natura umana, il semplice possesso della natura umana implica per ogni individuo umano il fatto di essere persona, anche se determinate caratteristiche più complesse possono manifestarsi dopo un processo evolutivo adeguato, essere impedite o addirittura scomparire. L’embrione è un’entità umana? Alcuni scienziati sostengono che l’uomo sia persona già dal concepimento: Hymie Gordon: «La questione dell'inizio della vita è un fatto scientifico stabilito. E’ un fatto certo che ogni vita, inclusa la vita umana, cominci al momento del concepimento» Jérôme Lejeune: «La natura umana dell'uomo dal concepimento alla maturità non è un'opinione metafisica, ma è chiaramente l'evidenza sperimentale» Bernard Nathanson: «La tecnologia ultrasonica ha consentito di aprire una finestra nell'utero e di vedere realmente il bambino. Gli ultrasuoni, a differenza dei raggi X, forniscono immagini molto chiare e precise che aumentano le conoscenze sul bambino non nato: egli respira, si muove, ingoia...» Altre tesi sostengono che l’uomo diventi persona in altre fasi: Rita Levi Montalcini: “L’embrione non è una persona umana ma un ammasso di cellule indifferenziate, si parla di umano dopo il 14° giorno quando è avvenuta differenziazione (con la formazione del sistema nervoso). È sbagliato allora porre l’inizio della vota umana al concepimento”. Lewis Wolpert: “Non è la nascita, la morte o il matrimonio, ma è la gastrulazione ad essere veramente il momento più importante della vita” Anne McLaren: “Dopo il sedicesimo giorno l’embrione si avvia all’organogenesi; solo allora abbiamo un’entità suscettibile a diventare feto e poi bambino”. Giudaismo Halakhah (come si deve agire per il buon rapporto con dio) il feto diventa persona solo alla nascita, quando la testa esce dal canale del parto e «ubar yerech imo» (Talmud)..il feto è parte della madre. Islamismo: secondo una Hadith del profeta Muhammad, il Ruh ( l’anima) è soffiato nel feto al 120° giorno dall’angelo, prima del 120°giorno il feto è pre-umano. Per la biologia l’essere umano inizia ad essere da quando inizia il suo corpo. Si ha l’idea che il feto diventi persona gradualmente. 15 Fin dal concepimento un individuo della specie umana è persona non in potenza ma reale essere umano. “Inconsistenti appaiono le teorie, secondo cui il feto non sarebbe ancora un uomo, perché non è cosciente o non è ancora inserito nella società. Neppure un bambino appena nato è pienamente cosciente; un cerebroleso non lo diventa mai; un addormentato cessa di esserlo temporaneamente. Quanto alla società, non ha certo il potere di stabilire chi è uomo e chi non lo è”. (CEI La verità vi farà liberi. Catechismo degli adulti 1995) Il fatto di essere uomo nel mondo cattolico non è attribuibile a dei fattori esterni. “Gli embrioni non sono mero materiale biologico, meri insiemi di cellule: sono segno di una presenza umana che merita rispetto e tutela”. (Identità e statuto dell’embrione umano, C.N.B. 1996) Il Consiglio Nazionale di Bioetica si è espresso affermando che gli embrioni non sono materiale biologico o insieme di cellule, sono segno di una presenza umana che merita rispetto e tutela. Quindi viene esplicitato un concetto che era stato sviluppato ed enunciato nel catechismo della Chiesa Cattolica. Il fatto di essere persona porta ad una conseguenza, quello della tutela e del rispetto. Nel momento in cui si afferma che si è in presenza di una persona viene affermato anche che questa persona ha una dignità, questa deve essere difesa in modo più pressante ed incisivo se questa è incapace di mettere in atto azioni per potersi tutelare e difendere. Clonazione È una strumentalizzazione? C’è il rischio, si può parlare allo stesso modo di clonazione di uomo come nel caso di vegetali o animali? Si è parlato di clonazione come possibile cura dell’infertilità. Perciò sarebbe un aspetto positivo, permetterebbe di fare venire al mondo un essere umano, nessuno è contrario all’idea che nasca un essere umano. La clonazione in sé, tuttavia, pone dei problemi. C’è una differenza fondamentale nell’organismo che nasce, non nel numero dei cromosomi, è un essere unico? Ogni organismo che nasce attraverso il processo della fecondazione ha un patrimonio genico della specie ma la sua genetica è unica. È un miscuglio in eguali parti di un genoma materno ed uno paterno ed a seconda delle varie leggi che governano l’espressione genica, i geni sono espressi in maniera differente a seconda del sesso. Un clone, invece, è una copia identica del donatore del nucleo. Se il donatore è uomo ha una minima parte di genoma materno, dei mitocondri, se proviene da una donna, il clone può essere esattamente identico alla madre, perciò non è il figlio biologico di una coppia di genitori, ciò potrebbe anche essere l'aspetto meno importante. C’è altro di più importante, ad esempio, avere un’organismo uguale a se stessi che relazione pone tra i due esseri viventi? Uno può essere considerato figlio dell’altro oppure è lo stesso altro? Dall’esperienza di Dolly la lunghezza dei telomeri delle cellule sono dell’organismo donatore del nucleo, perciò anche se fenotipicamente l’aspetto è diverso, perchè uno sta maturando, presenta una sorta di invecchiamento precoce. Dal punto di vista psicologico saranno due personalità diverse, ma dal punto di vista genetico saranno lo stesso individuo. Le cellule embrionali possono essere prelevate nei primi giorni della vita dell’embrione lasciando l’embrione intatto? No, attualmente quando si preleva una cellula da un embrione di 4-5 giorni, questo viene danneggiato. Forse deve essere migliorato il processo tecnologico, ma ora il prelievo di una cellula provoca, di fatto, la morte dell’embrione. È accettabile procurare la morte di un embrione per un possibile beneficio a carico di un altro individuo vivo? Questo provoca una riflessione sul diritto alla vita, quando il prodotto del concepimento ha diritto di vivere? Se l’embrione non ha diritto di vivere, non necessita nemmeno di una tutela. Se si riconosce che è necessaria una tutela, significa che quell’embrione ha già un diritto di vivere. Questo embrione che si sta sviluppando o che si sta formando all’interno di un utero diventato adulto e capace di un’attività razionale, come si sente nei rapporti con i genitori ad un certo punto quando vede che è una copia identica di uno dei due? Si sente come qualcun altro, come se stesso, quale sarebbe la sua reazione con chi lo ha generato. Queste situazioni sono altamente imprevedibili, è necessario invocare il principio di precauzione? Oggi c’è una convenzione europea sui diritti umani e la biomedicina che impediscono la clonazione umana, ma questo protocollo è stato ratificato attualmente da Grecia, Spagna e Portogallo e non è vincolante. C’è una carta dei diritti fondamentali che proibisce la clonazione umana riproduttiva ma anche questa non ha un valore di tipo legale. Le nazioni unite si sono espresse approvando una dichiarazione che invita i governi a vietare qualsiasi forma di clonazione umana che sia a fini riproduttivi o terapeutici. La clonazione animale trova impiego non in animali da reddito, che non sarebbero più reddito per gli allevatori. Si fa per gli animali d’affezione (Carbon Copy primo gatto clonato). L’animale d'affezione si clona perchè la persona è così affezionata, che sapendo che la vita è più breve del proprietario lo vuole rimpiazzare con un animale del tutto identico anche se il carattere è imprevedibile e si modifica. Un soggetto impara a comportarsi in un certo modo. 16 La clonazione umana a chi servirebbe? Si vuole vivere oltre i limiti dati dalla natura, queste persone che vogliono fare ciò si fanno ibernare, ci sono ditte in tutto il mondo che offrono al posto del classico funerale una procedura di ibernazione con la speranza di un risveglio futuro quando l’innovazione tecnologica sarà in grado di riparare l’organismo deceduto per ridare nuova vita. Una possibilità potrebbe essere quella di clonarsi e generare un altro se stesso, perpetuando la propria vita all’infinito attraverso una continua rigenerazione. Questo tipo di approccio crea dei problemi di disuguaglianza, perchè è una procedura estremamente costosa dal punto di vista tecnico e solo chi ha la disponibilità economica la può affrontare, gli altri sarebbero esclusi e poi ci sono altri problemi pratici, il clone eredita o è suo già dall’origine, se è suo dall’origine come si pone la relazione con chi ha donato la cellula per dare origine al clone? Per salvaguardarsi l’individuo deve mantenere l'embrione congelato fino a poco prima della morte, trovare una donna che consenta di portare avanti lo sviluppo di un embrione. Quando l’embrione nasce, tutti i beni di questo ricco vanno all’individuo nato, come sarebbe la figura della madre in questo scenario? Si aprono grossi problemi a livello di società e come sono costruite le società. È per questo che la dichiarazione delle nazioni unite invita i governi ad evitare qualsiasi forma di clonazione umana, ciò non è stato seguito da tutti gli stati, ad esempio, in America alcuni stati hanno vietato entrambe le forme di clonazione altri solo quella riproduttiva acconsentendo alla clonazione terapeutica. In Europa c’è l’eccezione del Regno Unito dove la clonazione terapeutica è consentita sotto licenza della “Human Fertilisation and Embriology Authority”. Nella prospettiva islamica sono state discusse due questioni riguardanti la clonazione: - la clonazione mette in dubbio il fatto che Dio sia il creatore? Se l’uomo attraverso la clonazione creasse una vita entrerebbe in antitesi con quello definito unico creatore. - É permessa la clonazione? Ci sono stati vari incontri che hanno affrontato questo problema e, ad esempio, il supremo concilio islamico canadese rafforza con una premessa quello che il fedele islamico pone alla base della sua fede: il concilio ricorda che la conoscenza di Allah si estende su tutto ciò che è visibile ed invisibile, presente, futuro, vicino, lontano, materiale e immateriale ed i fatti che contrastano con la nostra conoscenza non possono essere applicati a lui, perchè la sua grazia e la sua misericordia non hanno vincoli. Qual è la posizione del fedele islamico all’interno della volontà e dei piani divini? Da queste premesse è evidente l’affermazione che l’uomo non crea ma manipola. Il creatore è Dio, l’uomo con la sua scienza e le sue mani può manipolare. Se gli riesce qualcosa ciò che avviene è perchè asseconda la volontà divina ed è in armonia, se non fosse in armonia con la volontà creatrice e divina non si riuscirebbe ad avere successo. Quindi c’è stato consenso unanime nell'affermare che la clonazione non va a cozzare con il credo islamico, perchè il creatore ha stabilito un sistema di cause ed effetto in questo mondo, l’esempio è quello del seme, che viene piantato nella terra e dà origine ad una pianta. Il seme per volontà del creatore dà origine alla pianta, il seminatore è lo strumento che mette il seme nella terra e perette a lui di esprimere la potenzialità che gli è stata data dal creatore. La clonazione può essere praticata e studiata, perchè solo il volere di Allah produce l’effetto. Ogni forma di vita, ogni creazione, si può manifestare ed avere origine soltanto se è nella sua volontà. Questo apre la possibilità alla clonazione nel mondo islamico, però se questo è stato definito non problematico quando si tratta di animali o vegetali, invece è problematico quando si tratta di uomo, perchè ancora una volta intervengono dei problemi sociali e morali che sconsigliano che la clonazione venga applicata anche all’uomo, anche se non contrasta il rispetto che il fedele deve avere per Dio. Non si può permettere per ragioni di ordine pratico, sconvolgerebbe le famiglie. Diversa è la posizione nella chiesa cattolica, per una serie di ragioni: la clonazione può essere considerata all’interno di un progetto di eugenismo, la chiesa cattolica ha da sempre condannato tutti quelle procedure o pratiche che consentono di ottenere un miglioramento della specie. Viene affermato che la clonazione è in sé un atto estremamente dispotico e schiavista, perchè non è una modificazione casuale della sostanza ereditaria ma è la sua fissazione in contrasto con l’idea della natura che porta ad un evoluzione, perchè si vuole mantenere certe caratteristiche. È una manipolazione della materia vivente ed è completamente diversa dall’essenza stessa che è la procreazione umana, sia dal punto di vista biologico che della persona. A questo punto si osserva che la bisessualità è qualcosa di inutile e superfluo e la donna non è altro che uno strumento, una schiava che consente la crescita dell’embrione clonato. Anche la donna viene strumentalizzata e considerata come un incubatore, un individuo biologicamente indispensabile per consentire all’embrione di poter crescere oltre il 5° giorno. Il film “l’isola” tocca in modo cinematografico questi temi: clonazione terapeutica, quando degli individui crescono sono tenuti in una clinica, in modo tale da raggiungere l’età giusta per mantenere in vita quegli organi che servono al donatore del nucleo, se hanno fortuna camperanno a lungo, perchè il donatore ha vita lunga, ma se quest’ultimo ha una vita breve per malattia o incidente, questi soggetti vengono sacrificati per i loro organi. Le madri surrogate vengono soppresse una volta partorito perché non più necessarie. Questo film tocca il punto dell’identità del soggetto clonato, nel film c’è un epilogo che sottolinea la volontà del regista di evidenziare membri della comunità che scappano dalla clinica, nonostante tutti i tentativi di non sviluppare sentimenti, essi si innamorano e scappano. 17 L’individuo clonato, se si sviluppa e così anche il cervello, diventa un essere razionale e dal punto di vista biologico è un essere umano, a questo punto anche i più acerrimi razionalisti non possono negare che sia un essere umano dotato di capacità morale di esprimere dei giudizi, questo essere umano può essere sacrificato per curare un altro individuo? Dal punto di vista costo beneficio, si dice che un individuo con una maggior fitness ha più diritto alla vita di uno che ha minor fitness. È paradossale ma il prodotto clonato, se è in buona salute, avrebbe più diritto a vivere di chi ha donato il nucleo, se quest’ultimo è in cattiva salute. Quando si parla di clonaggio terapeutico si deve sacrificare l’embrione per prelevare un certo numero di cellule: ci sono delle problematiche: - le cellule sono compatibili con il soggetto ricevente? le cellule embrionarie non inducono rigetto ma come differenziano se non esprimono gli stessi antigeni di istocompatibilità sviluppano rigetto. È la cellula del donatore la migliore - Il numero di cellule deve essere rilevante per sostituire quelle mancanti - Per sostituire un organo si deve fare sviluppare un organismo completo, questo tipo di ricerca e di approccio è etico? Nel processo di fecondazione si instaurano una serie di relazioni: figlio, genitore, consanguinei, gradi di parentela; nella clonazione tutto questo salta. Ci si preoccupa della dignità come persona di un individuo clonato? Questo è un essere umano, si può usare un essere umano per un qualche fine? Non è morale. Procreazione medicalmente assistita Diversa dalla clonazione, si è di fronte all'equivalente di un atto coniugale ma con cellule in capsula Petri, fecondazione in vitro. È un capitolo della PMA, queste parti della medicina sono normate dalla legge 40 del 2004, che ha avuto lo scopo di affrontare un problema sollevato da coppie che non riuscivano ad avere figli nonostante tutti i tentativi messi in atto. La legge 40/2004 e il principio di precauzione Capitolo I - PRINCÌPI GENERALI ART. 1. (Finalità) 1. Al fine di favorire la soluzione dei problemi riproduttivi derivanti dalla sterilità o dalla infertilità umana è consentito il ricorso alla procreazione medicalmente assistita, alle condizioni e secondo le modalità previste dalla presente legge, che assicura i diritti di tutti i soggetti coinvolti, compreso il concepito. 2. Il ricorso alla procreazione medicalmente assistita è consentito qualora non vi siano altri metodi terapeutici efficaci per rimuovere le cause di sterilità o infertilità. L’articolo 1 dà un chiaro campo di applicazione di questo tipo di terapia: nel caso in cui una coppia non abbia i mezzi biologici per procreare e voglia un figlio concepito da loro si ricorre alla PMA, richiedendo allo Stato un aiuto per farlo. Capitolo VI - MISURE DI TUTELA DELL'EMBRIONE ART. 13. (Sperimentazione sugli embrioni umani) 1. È vietata qualsiasi sperimentazione su ciascun embrione umano, ma se l’embrione non è considerato essere umano o persona perchè vietare la sperimentazione? 2. La ricerca clinica e sperimentale su ciascun embrione umano è consentita a condizione che si perseguano finalità esclusivamente terapeutiche e diagnostiche ad essa collegate volte alla tutela della salute e allo sviluppo dell’embrione stesso, e qualora non siano disponibili metodologie alternative. (contraddizione piena sulla legge sull’aborto dove la priorità piena è sulla salute della madre) 3. Sono comunque vietati: (a) la produzione di embrioni umani a fini di ricerca o di sperimentazione o comunque a fini diversi da quello previsto dalla presente legge; (b) ogni forma di selezione a scopo eugenetico degli embrioni e dei gameti ovvero interventi che, attraverso tecniche di selezione, di manipolazione o comunque tramite procedimenti artificiali, siano diretti ad alterare il patrimonio genetico dell’embrione o del gamete, ovvero a predeterminare caratteristiche genetiche, ad eccezione degli interventi aventi finalità diagnostiche e terapeutiche, di cui al comma 2 del presente articolo. (c) interventi di clonazione mediante trasferimento di nucleo o di scissione precoce dell'embrione o di ectogenesi sia a fini procreativi sia di ricerca; (d) la fecondazione di un gamete umano con un gamete di specie diversa e la produzione di ibridi o di chimere.

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