Economia Aziendale - Riassunto PDF

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Dipartimento di Economia e Impresa

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Questo documento fornisce un riassunto completo sull'economia aziendale, coprendo argomenti chiave come i caratteri di aziendalità, la teoria sistemica, e la classificazione delle aziende. Include anche concetti importanti come le funzioni aziendali e i processi utilizzati nelle società.

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RIASSUNTO ECONOMIA AZIENDALE 1. Caratteri di aziendalità Un'azienda è un'organizzazione economica che utilizza risorse per soddisfare bisogni umani. Affinché esista, deve essere costituita da una collettività di persone e deve basarsi su fattori economici-produttivi: ​ Persone che la gestiscono...

RIASSUNTO ECONOMIA AZIENDALE 1. Caratteri di aziendalità Un'azienda è un'organizzazione economica che utilizza risorse per soddisfare bisogni umani. Affinché esista, deve essere costituita da una collettività di persone e deve basarsi su fattori economici-produttivi: ​ Persone che la gestiscono (imprenditori, lavoratori, manager); ​ Attività economiche suddivise in: -​ produzione (creazione di valore), -​ consumo (soddisfacimento dei bisogni) -​ scambio (commercializzazione dei beni e servizi): interno o esterno all’azienda per : ​ Obiettivo economico: garantire un tornaconto per chi la gestisce e assicurare la continuità operativa nel tempo. Le condizioni fondamentali affinché l’azienda possa operare sono: ​ Funzionalità: organizzazione efficiente delle risorse in 3 ordini: -​ combinatorio = STRUTTURA ricerca continua della combinazione produttiva -​ sistematico = ORGANIZZAZIONE ricerca continua della correlazione tra operazioni -​ di composizione = RAPPORTO AZIENDA/AMBIENTE ricerca continua della composizione delle forze (interne ed esterne) esercitate sull’azienda. ​ Finalità: il profitto o tornaconto economico basati sui concetti di: -​ Durevolezza = mantenimento nel tempo dell'equilibrio economico ( Costi+profitto= 1 ricavi) -​ Autonomia = l'indipendenza del soggetto economico nei confronti di terzi, e l'indipendenza dell'azienda nel reperimento delle risorse 2. Teoria sistemica dell'azienda L'azienda è considerata un sistema complesso, in cui tutte le componenti sono interconnesse e operano in modo coordinato per il raggiungimento di un equilibrio economico duraturo. La teoria sistemica è un metodo di indagine di un elemento complesso per aumentarne la conoscenza attraverso l'analisi delle sue singole parti e la loro successiva ricomposizione unitaria. Il sistema aziendale è: ​ Aperto: interagisce con l’ambiente esterno (mercato, clienti, fornitori); ​ Dinamico: evolve nel tempo in risposta ai cambiamenti del contesto; ​ Complesso: molteplicità degli elementi e/o relazioni tra gli elementi di cui è composto, può essere scomposto in sub sistemi aperti e funzionanti in modo complesso. ​ Finalizzato: opera per ottenere un determinato obiettivo economico; ​ Probabilistico: il suo futuro è incerto e soggetto a variabili di rischio che minacciano gli obiettivi e la sua stessa esistenza. 3. Classificazione delle aziende Le aziende si distinguono in base a diversi criteri: ​ Modalità di soddisfazione dei bisogni: a) aziende di PRODUZIONE attraverso beni prodotti (aziende private aziende profit e non profit); b) aziende di CONSUMO( per soddisfare direttamente i bisogni ( Enti pubblici, associazioni, fondazioni). ​ Modalità di ottenimento delle risorse: a) aziende di erogazione risorse acquisite come conseguenza di imposte, donazioni, legami affettivi, hanno somme a disposizione per un determinato scopo (es.Erario,Scuole, Ospedali, Associazioni benefiche) b) imprese tutto ciò di cui hanno bisogno per produrre beni derivano da relazioni di mercato.​ ​ Tipologia di produzione (caratteristiche OUTPUT aziendale e modalità di ottenimento): a) manifatturiere: output tangibile sono quelle che producono beni tangibili trasformandoli (es. Automobilistica) b) non manifatturiere: output intangibile, la produzione ♤ indirettamente l'utilità o aiuta a svolgere altri processi produttivi: -​ commerciali o di distribuzione (rivendono beni es.grandi magazzini); -​ di servizi output = Servizi (offrono prestazioni intangibili es. Agenzie pubblicitarie);​ ​ Attività produttiva svolta riguarda imprese : industriale (FIAT) , mercantile (Fincantieri) , bancarie ( Unicredit) e assicurative (Unipol).​ ​ Dimensione: riguarda az. di produzione che posso essere piccole, medie o grandi. La grandezza va in base agli indicatori parziali (numero di addetti, fatturato e capitale investito) utili in az. dello stesso settore;​ ​ Natura giuridica: se privata o pubblica del soggetto giuridico. 1.​ PRIVATA = Imprese Individuali, a.​ )Associazioni (gruppo persone x fine non lucrativo=assistenza o beneficenza); b.​ ) Fondazioni ( insieme di beni x fine non lucrativo= casa x senza tetto); c.​ ) Az. Societaria ( formata da + persone) in base allo scopo si dividono in : -​ consortili= consorzi (più economici) -​ società mutualistiche= cooperative d.​ ) società lucrative ( conseguire utile e ripartirlo tra i soci) si dividono in: -​ Società di Persone (SNC e SAS); -​ Società di Capitali (SPA, SRL,SAPA); 2.​ PUBBLICHE: a.​ )Società di Capitali a Partecipazione Statale ( es. Poste) b.​ )Enti Pubblici Economici (producono beni come azienda, sono molto rari es. IRI=Istituto x Ricostruzione Industriale servito x risollevare Italia post guerra poi scomparso x maggiore libertà economica); c.​ ) Imprese Organo ( sono un tutt'uno con Stato o un Ente propria organizzazione).​ 4. Dimensione aziendale Quanto è grande l'azienda possono essere: piccole, medie, grandi. Si misura la grandezza di un componente non nella sua globalità tramite Indicatori Parziali: ​ Numero di dipendenti (ISTAT fino a 50; 50-500; oltre 500); ​ Fatturato annuo (es. piccole imprese 50 mln €); ​ Capitale investito e valore aggiunto. Tali indicatori devono essere considerati in relazione al settore di appartenenza per avere un confronto omogeneo.​ La dimensione è determinata anche dal -​ Modulo di Combinazione Produttiva (regole,modalità, quantità, della partecipazione al processo) -​ Programmi Operativi dell'impresa legati ai programmi di vendita. 5. Scopo dell'azienda L’azienda esiste per garantire la propria sopravvivenza e crescita nel tempo = MISSION comune a tutte le aziende. Per la sua sopravvivenza è necessario un equilibrio Economico e Finanziario. Inoltre si bilanciano gli interessi dei vari soggetti coinvolti: ​ Proprietari e investitori: massimizzazione del profitto; ​ Dipendenti: sicurezza lavorativa e retribuzione; ​ Clienti: prodotti e servizi di qualità; ​ Stato e società: rispetto delle normative e responsabilità sociale.​ La MISSION è diversa tra az. di produzione diverse ma anche tra az. che producono gli stessi beni. Il fine dell'azienda è ESSA STESSA, ma c'è una continua contrapposizione tra il fine personale di chi la compone (PROFITTO) e fine dell'azienda (SOPRAVVIVENZA); è necessario pertanto un ORDINE di COMPOSIZIONE: ogni soggetto non può massimizzare le proprie aspettative, ma deve adeguarsi all'interesse dell'azienda. Pertanto: 6-7. Soggetto economico e giuridico ​ Soggetto economico: chi detiene il potere decisionale (proprietari, azionisti di maggioranza, amministratori) soggetto a fattori MORALI e GIURIDICI. Il soggetto per imprese INDIVIDUALI è il proprietario dell'azienda, nelle SOCIETA’ è colui che invece detiene almeno il 51%, o la quota di maggioranza dell'azienda, ha il comando della stessa, è soggetto economico perché ha la maggioranza del capitale aziendale, quindi si ha coincidenza tra potere e comando. Questa configurazione è tipica delle PICCOLE-MEDIE imprese. E per quanto riguarda le GRANDI aziende, non essendoci perfetta corrispondenza tra PROPRIETÀ e COMANDO, si ha una DISSOCIAZIONE: -​ PARZIALE: quando una parte dei proprietari partecipa al gruppo di comando (coloro che detengono il (capitale di COMANDO), mentre una parte ne è esclusa (piccoli risparmiatori che detengono il (capitale di RISPARMIO) -​ COMPLETA: quando i proprietari dell'azienda non coincidono con chi detiene il comando (es. PUBLIC COMPANY), infatti il soggetto economico è rappresentato dal CONSIGLIO di AMMINISTRAZIONE. Nelle società di PERSONE sono i soggetti economici gli amministratori detentori della quota di maggioranza (nelle SAS gli accomandatari; SNC; SS). Nelle società di CAPITALE sono invece i soci detentori del capitale di comando. ​ Soggetto giuridico: soggetto o soggetti responsabile legalmente. L'azienda infatti si rapporta con l'esterno mediante l'utilizzo di contratti regolati da elementi giuridici. Ci sono diritti e obblighi PERSONALI e PATRIMONIALI riconducibili rispettivamente al singolo o ai soggetti economici. Lo svolgimento comune di attività economica da parte di due o più persone prende il nome di SOCIETÀ e possiamo dividerle in base all’autonomia patrimoniale in : -​ società di CAPITALE: , l'autonomia patrimoniale è perfetta o piena, il soggetto giuridico di PRIMA ISTANZA è la società, poiché soltanto essa può assumere diritti e obblighi di tipo patrimoniale ma influisce solo indirettamente nel patrimonio dei soci che la compongono. -​ società di PERSONE: l'autonomia patrimoniale è limitata o imperfetta perché i creditori, dopo aver aggredito il CAPITALE SOCIETARIO possono rivalersi su quello dei soci (SNC, S.S, tranne per quanto riguarda i soci accomandanti delle SAS). -​ IMPRESE INDIVIDUALI: titolare l'unico responsabile e detentore del patrimonio, pertanto l'autonomia patrimoniale è assente. 8-9. Imprenditore e manager ​ Imprenditore: colui che assume il rischio e prende decisioni strategiche, attua scelte su mercati, tecnologie e ecc.. Tale figura individua una perfetta coincidenza con il soggetto economico. Nel corso della storia il termine imprenditore ha avuto significati diversi: - Fino al 17° sec imprenditore = chi combina i fattori della produzione, colloca i prodotti sul mercato e distribuiva i risultati dell'attività svolta tra i vari partecipanti (coordina ATTIVITÀ AZIENDALE) - Fino al 19° sec l'imprenditore = chi combina l'attività produttiva, INNOVATORE, lavoro che oggi spetta ad appositi spazi di ricerca e sviluppo - Fino al 20° sec l’imprenditore = assume i rischi a livello patrimoniale (ruolo che oggi coincide con il CAPITALISTA). ​ Manager: professionista stipendiato (non risponde con il proprio patrimonio ma è nel suo interesse che l’azienda sopravviva per percepire lo stipendio); può AFFIANCARE o SOSTITUIRE il proprietario dell'azienda nella gestisce delle operazioni aziendali. I manager possono avere incentivi legati ai risultati aziendali ed essere coinvolto nel capitale dell’azienda tramite sottoscrizione accordi x acquisto a prezzo fisso di azioni societarie da rivendere quando ↑ di valore (stock options) per allineare i loro interessi a quelli dell’azienda e scaturisce in un maggior coinvolgimento dei manager. Diversi tipi di Management :OPERATIVO (opera), MEDIO (alcune scelte decisionali), ALTO = il Top Management rappresenta il massimo grado di potere decisionale che il manager può raggiungere. Questi però solo in alcuni casi può divenire parte del soggetto economico, poiché il suo stesso impiego è dipendente dal proprietario (sogg. economico) 10-11. Aggregazioni e gruppi aziendali ​ L'aggregazione di aziende è l'unione tra imprese giuridicamente ed economicamente autonome per perseguire obiettivi comuni. Non include semplici transazioni commerciali, implica accordi strutturati e vincolanti che influenzano le strategie aziendali nel medio-lungo periodo. Le aggregazioni si possono classificare in base a tre criteri principali: 1.​ In base al contenuto del legame: ​ Produttivo: le aziende collaborano nella produzione di beni o servizi. ​ Tecnologico: cooperazione per innovazione, ricerca e sviluppo. ​ Commerciale: unione per migliorare la presenza nei mercati o accedere a nuovi clienti. 2.​ In base alla forma giuridica: ​ Formali: ○​ Patrimoniali: una società detiene partecipazioni in un’altra, ottenendo una parte degli utili. ○​ Contrattuali: accordi regolati da contratti, come nel franchising, in cui un'azienda concede ad altre il diritto di vendere i suoi prodotti seguendo specifiche direttive. ​ Informali: collaborazioni senza legami contrattuali o finanziari diretti, ma con un coordinamento strategico. 3.​ In base alla durata: La durata di un aggregazione dipende dagli accordi tra le parti e dagli obiettivi prefissati, che possono essere temporanei o di lungo termine. Le aziende si aggregano principalmente per ottenere vantaggi economici, tra cui: ​ Economie di scala: riduzione del costo unitario grazie all’aumento della produzione. ​ Quasi integrazioni verticali: collaborazione tra aziende con specializzazioni diverse per completare la filiera produttiva. ​ Economie di raggio d’azione: possibilità di diversificare la produzione e ampliare il mercato. ​ Un gruppo aziendale, invece, è un insieme di aziende giuridicamente indipendenti ma gestite da un unico soggetto economico. Il gruppo di aziende può avere: 1.​ Struttura verticale (gerarchica): ​ Gruppo semplice: una società madre (holding) possiede e controlla direttamente le filiali. ​ Gruppo complesso: sub-holding, controllate dalla holding principale, che a loro volta gestiscono altre aziende. Questo modello consente un controllo indiretto e una maggiore flessibilità operativa. 2.​ Struttura orizzontale (coordinata): ​ Aziende paritetiche nessuna controlla le altre, ma con una gestione coordinata x obiettivi comuni. Le aggregazioni sono collaborazioni tra aziende indipendenti, mentre i gruppi aziendali sono strutture organizzate sotto il controllo di un unico soggetto economico. I gruppi aziendali si formano per gli stessi motivi delle aggregazioni, con l’obiettivo principale di massimizzare il profitto e sfruttare il principio della leva azionaria (cioè, ottenere un controllo strategico su più aziende con un investimento relativamente ridotto). La differenza principale tra aggregazioni di aziende e gruppi aziendali sta nel livello di controllo e nella struttura organizzativa. 1. Controllo e autonomia ​ Aggregazioni di aziende → aziende indipendenti sia giuridicamente che economicamente. Collaborano per un obiettivo comune, ma nessuna azienda controlla direttamente le altre. ​ Gruppi aziendali → aziende giuridicamente distinte, controllate da un unico soggetto economico (es. una holding). La gestione è centralizzata e strategicamente coordinata. 2. Struttura ​ Aggregazioni di aziende → Struttura più flessibile e collaborativa, con accordi formali (contrattuali o patrimoniali) o informali. Coinvolgimento di aziende diverse senza una gerarchia fissa. ​ Gruppi aziendali → Struttura più rigida e organizzata, con un modello verticale (gerarchico) o orizzontale (paritetico). In un gruppo verticale, esiste una società madre (holding) che esercita il controllo sulle filiali. 3. Finalità ​ Aggregazioni di aziende → Nascono per cooperare in specifici ambiti (produzione, ricerca, commercio), condividendo risorse e competenze senza perdere autonomia. ​ Gruppi aziendali → Si formano per massimizzare il profitto e sfruttare la leva finanziaria, permettendo al soggetto controllante di coordinare le strategie e ottimizzare l’uso delle risorse. 12. Effetto leva azionaria L’effetto leva azionaria permette a un investitore di controllare un gruppo di aziende con un capitale relativamente ridotto, sfruttando una struttura societaria a più livelli. In pratica, attraverso partecipazioni indirette, un soggetto può influenzare un grande ammontare di risorse senza possedere la maggioranza del capitale. 11. Ammortamento Processo di ripartizione del costo di un bene pluriennale lungo la sua vita utile. Evitando impatti eccessivi sui bilanci annuali. Formula dell’ammortamento lineare: Quota= Costo storico − Valore residuo Anni di vita utile Quota = \frac{Costo storico - Valore residuo}{Anni di vita utile} 38- Processo di ammortamento : Quali elementi incidono sull'ammontare delle quote di ammortamento? L'ammortamento può essere visto sotto 4 differenti aspetti: - ASPETTO ECONOMICO: rappresenta il consumo del fattore pluriennale e la quota di consumo (costo di utilizzazione, parte consumata) - ASPETTO FINANZIARIO: ricostruisce le risorse finanziarie impiegate per l'acquisizione del fattore pluriennale (fattore con esborso anticipato e a lento ritmo di rigiro) - ASPETTO PATRIMONIALE: esprime diminuzione del fattore pluriennale nel prospetto di reddito (diminuzione del bene) - ASPETTO CONTABILE: è un processo di ripartizione (di un costo in un certo periodo di tempo). Gli elementi che incidono sull'ammontare delle quote di ammortamento sono: 1. Durata utile: non si parla della semplice vita, ma della obsolescenza 2. Criteri di metodo e ripartizione: modalità secondo cui attribuire le quote di ammortamento 28- Si analizzano le caratteristiche dei fattori pluriennali. Beni utilizzati nella produzione, non destinati alla vendita. Sono ad uso durevole: cedono la propria utilità economica in più periodi, si consumano man mano che vengono utilizzati, sono a fecondità ripetuta Caratteristiche: ​ Costituiscono la struttura dell'azienda: strutturali e difficili da sostituire. ​ Sono fattori anticipati e tendenzialmente costanti: costi anticipati e costanti nel tempo. ​ Sono fattoria esborso anticipato e a lento ritmo di RIGIRO: recupero del valore nel lungo periodo tramite i ricavi. 30- Classificazione fattori pluriennali. I fattori pluriennali si distinguono in materiali e immateriali. 1.​ Fattori materiali: comprendono beni tangibili che l'azienda utilizza nel tempo per il proprio ciclo produttivo. ​ Beni immobili: includono terreni e fabbricati, che forniscono spazi produttivi e operativi. ​ Beni mobili durevoli: comprendono impianti, macchinari e attrezzature, necessari per il processo produttivo. 2.​ Fattori immateriali: comprendono beni e costi non tangibili, ma di fondamentale importanza per l'attività aziendale. ​ Beni immateriali: includono brevetti e licenze, protetti dalla legge e acquistabili tramite contratti. ​ Oneri pluriennali: costi sostenuti dall'azienda per la propria costituzione, espansione e sviluppo, come costi d'impianto, ampliamento e ricerca e sviluppo. Gli oneri pluriennali non hanno una separata titolarità giuridica rispetto all'azienda. 31-32-33 Processi e modalità di acquisizione e utilizzo dei fattori pluriennali I processi di acquisizione e utilizzo dei fattori pluriennali sono operazioni aziendali che permettono di dotare l'impresa delle risorse necessarie per la produzione e il suo sviluppo nel tempo. Il fabbisogno di tali fattori è influenzato da: 1.​ Capacità produttiva: volume potenziale di produzione ottenibile in un dato periodo con l'uso normale dei fattori produttivi. Dipende da: ​ Ampiezza e andamento del mercato di vendita; ​ Capacità finanziaria dell’azienda; ​ Tecniche di produzione adottate; ​ Economia di scala (riduzione dei costi unitari con l’aumento della produzione) ed economia di scopo (riduzione dei costi attraverso la diversificazione della produzione). 2.​ Specializzazione produttiva: definisce l’efficienza nell’uso dei fattori produttivi per specifiche lavorazioni. Una maggiore specializzazione porta a competenze elevate, ma riduce la capacità di adattarsi a nuove esigenze di mercato. 3.​ Elasticità produttiva: capacità di adattarsi a differenti volumi di produzione. Un'alta elasticità permette di operare anche con volumi ridotti, mentre una bassa elasticità richiede alti volumi produttivi per essere economicamente sostenibile. 4.​ Flessibilità produttiva: capacità di utilizzare le risorse per differenti lavorazioni. Più un fattore è flessibile, maggiore sarà la possibilità di diversificare la produzione, ma il costo di acquisto sarà generalmente più elevato. 34- Modalità di acquisizione dei fattori pluriennali L'azienda può acquisire i fattori pluriennali attraverso tre modalità principali: 1.​ Acquisto presso terzi: comporta l'acquisizione diretta della proprietà del bene, ma richiede ingenti risorse finanziarie. 2.​ Realizzazione interna: il bene viene prodotto dall'azienda stessa, richiedendo risorse e competenze specifiche. 3.​ Leasing o affitto: soluzione che permette l’uso del bene senza acquisirne la proprietà. Esistono due principali forme di leasing: ​ Leasing finanziario: l'azienda utilizza il bene per un periodo stabilito e ha la possibilità di riscattarlo alla fine del contratto. ​ Leasing operativo: il bene viene affittato direttamente dal produttore senza possibilità di riscatto. 37- Deperimento dei fattori pluriennali I beni si deteriorano per uso e obsolescenza: ​ Senescenza (diminuzione della capacità produttiva nel tempo) ​ Obsolescenza (superamento tecnologico o cambiamento delle preferenze dei consumatori) ​ Vita utile dipende da durata fisica, progresso tecnico e mercato Determinano la VITA UTILE di un fattore pluriennale: - VITA FISICA - PROGRESSO TECNICO/SCIENTIFICO - GUSTI E INTERESSI DEI CONSUMATORI - ALTRI FATTORI 39- perché il valore dei fattori pluriennali rappresenta un costo sospeso i fattori pluriennali hanno un costo anticipato e comune a più periodi, infatti essendo acquistati anticipatamente rispetto allo svolgimento dei processi produttivi, il costo è anticipato rispetto all’utilizzo integrale dei fattori pluriennali. In tal modo danno luogo a costi anticipati comuni a più esercizi, per questo vengono definiti fattori ad utilizzo pluriennale. 13. Funzioni aziendali e Processi aziendali ​ Funzioni aziendali: Sono i diversi settori in cui si divide l'attività aziendale in base alle competenze e ai compiti specifici (es. marketing, produzione, vendite). Si distinguono in: ○​ Funzioni operative (legate alla produzione, come acquisti o logistica). ○​ Funzioni di indirizzo e coordinamento (non producono direttamente, ma gestiscono e pianificano, es. direzione strategica). ​ Processi aziendali: Sono insiemi di attività collegate tra loro per raggiungere un obiettivo specifico (es. il processo di vendita include marketing, ordini e spedizioni). ​ Differenza: Le funzioni aziendali raggruppano attività simili per competenze tecniche, mentre i processi aziendali si basano sull'obiettivo finale da raggiungere. 14. Fattori della produzione Sono le risorse utilizzate dall’azienda per produrre beni o servizi (input). ​ Classificazione: ○​ Specifici (tangibili, es. materie prime, macchinari, lavoro). ○​ Generali (intangibili, es. denaro, che può essere trasformato in specifici). ○​ Fecondità: ​ Semplice (FFSemplice): usati una sola volta (es. materie prime). ​ Ripetuta (Fattori a Fecondità Ripetuta FFR): utilizzabili più volte (es. macchinari). ○​ Materiali (es. materie prime, macchinari) ○​ Immateriali (es. brevetti, servizi). 15. Crediti/Debiti di Funzionamento/finanziamento ​ Debiti/crediti di finanziamento: riguardano operazioni monetarie. ○​ Un'azienda ottiene fondi (debito di finanziamento) e deve restituirli con interessi. ○​ Se presta denaro, genera un credito di finanziamento. ​ Debiti/crediti di funzionamento: derivano da acquisti o vendite con pagamento dilazionato. ○​ Se un'azienda compra a credito, ha un debito di funzionamento. ○​ Se vende a credito, genera un credito di funzionamento (diritto di ricevere il pagamento in futuro). 16. Costi di acquisizione Ricavi di vendita ​ Costo di acquisizione: è il valore monetario di un bene o servizio acquistato, riduce le risorse aziendali. ​ Ricavo di vendita: è il valore monetario della vendita di un bene o servizio, aumenta le risorse aziendali. 17. Scopo e contenuto dei prospetti di capitale, reddito e flussi monetari Prospetto di capitale: mostra la situazione patrimoniale dell’azienda, includendo investimenti e fonti di finanziamento. Rappresenta il capitale aziendale in un periodo specifico. Prospetto di reddito: riporta costi e ricavi di un periodo, seguendo il principio di competenza economica (riguarda beni e servizi effettivamente ceduti). Il reddito è la differenza tra ricavi e costi di competenza. ACQUISTO – RIMANENZA + UTILE/PERDITA = RICAVI DI VENDITA ACQUISTO + UTILE = RICAVI DI VENDITA + RIMANENZE. Prospetto dei flussi monetari: registra entrate e uscite di cassa, rappresentando le variazioni finanziarie dovute a crediti, debiti e operazioni monetarie. 18. Risultato economico di periodo Il risultato economico di periodo è un indicatore fondamentale per valutare la performance di un'azienda in un determinato intervallo di tempo. Esso rappresenta il reddito prodotto in un periodo specifico (ad esempio, un mese, un trimestre o un anno) ed è calcolato come la differenza tra i ricavi di competenza e i costi di competenza maturati nello stesso arco temporale. 19. Principio di competenza economica: stabilisce che i ricavi e i costi devono essere contabilizzati nel periodo in cui sono maturati e non in quello in cui si verifica il relativo incasso o pagamento. Il principio di competenza economica è uno dei principi fondamentali della contabilità e della determinazione del reddito d'esercizio. Applicazioni pratiche del principio di competenza Ammortamenti: I beni strumentali, come i macchinari, vengono usati per più anni. Il loro costo non viene imputato tutto in un solo esercizio, ma ripartito su più anni attraverso gli ammortamenti. Risconti e ratei: I risconti servono a spostare una parte dei costi o dei ricavi nei periodi di competenza. I ratei servono a registrare costi o ricavi che maturano gradualmente nel tempo, anche se il pagamento o l'incasso avviene successivamente. 20. Flussi e stock economici e finanziari In economia aziendale e contabilità, le grandezze finanziarie ed economiche si dividono in flussi e stock: ​ Stock: rappresentano valori riferiti a un determinato momento nel tempo (Es. Capitale netto, patrimonio, disponibilità di cassa). ​ Flussi: rappresentano variazioni di una grandezza in un determinato intervallo di tempo (Es.Ricavi, costi, investimenti, incassi, pagamenti) La distinzione tra grandezze economiche e grandezze finanziarie è essenziale: ​ Grandezze economiche: riguardano il reddito aziendale (costi e ricavi). ​ Grandezze finanziarie: riguardano i movimenti monetari (entrate e uscite di denaro). Per rappresentare in modo chiaro la dinamica economico-finanziaria di un'azienda, vengono utilizzate tre tavole principali: 1.​ Tavola del reddito confronto tra costi e ricavi per determinare il risultato economico d’esercizio (utile o perdita) Descrive l'andamento economico aziendale, evidenziando costi e ricavi. Contiene flussi economici. 2.​ Tavola di capitale rappresenta lo stato patrimoniale in un dato momento (stock). Comprende attività, passività e capitale netto. Contiene stock finanziari ed economici. 3.​ Tavola delle entrate-uscite evidenzia i flussi di cassa in un periodo di tempo. Si concentra su incassi e pagamenti (flussi finanziari). 21. Contabilità generale e analitica ​ Contabilità generale: registra operazioni esterne e determina il reddito aziendale complessivo (non analizza singole linee di prodotto). ​ Contabilità analitica: analizza costi, consumi e ricavi interni, permettendo di valutare la redditività di singoli prodotti o attività. 22. Conto economico a forma scalare (a ricavi e costo del venduto) o Conto economico a sezioni divise e contrapposte (a costi, ricavi e rimanenze) ​ Il conto economico a forma scalare è utile per analizzare la redditività aziendale attraverso margini intermedi (EBITDA, EBIT). ​ Il conto economico a sezioni divise e contrapposte è più adatto alle aziende con molte rimanenze, poiché evidenzia meglio il loro impatto sul risultato finale. La scelta dipende dalla natura dell’azienda e dall’obiettivo dell’analisi contabile. 23-24-25 Processi di approvvigionamento ​ I processi di approvvigionamento riguardano tutte le attività necessarie per acquisire beni e servizi utili al funzionamento di un’impresa. Includono la selezione dei fornitori, la gestione degli ordini, la negoziazione dei prezzi e la pianificazione degli acquisti. ​ 23 L’area direzionale si occupa delle scelte strategiche legate agli approvvigionamenti, con un impatto sulla competitività aziendale. ​ 24 L’area amministrativa si occupa della gestione operativa degli ordini ai fornitori e della documentazione contabile connessa agli acquisti. ​ 25 La logistica in entrata si concentra sulla ricezione e stoccaggio delle merci, assicurando l’efficienza della supply chain. 26-43. Ratei e risconti ​ Ratei:quota di uscita o entrata finale futura che misura costi e ricavi già maturati, la cui manifestazione finale avrà luogo negli esercizi futuri. -​ Il rateo è passivo se prevede uscite future, relative a spese e costi non ancora sostenuti; -​ il rateo è attivo se prevede entrate future relative a vendite e ricavi non ancora conseguiti. ​ Risconti: quota di costo o di ricavo non ancora maturata, ma che ha già avuto la sua manifestazione finanziaria. -​ Il risconto è attivo se riguarda costi già sostenuti, non ancora utilizzati e di cui si usufruirà nell’esercizio successivo -​ Il risconto è passivo se riguarda un ricavo già conseguito per servizi non ancora prestati e da fornire nell’esercizio successivo 27. Valutazione delle rimanenze Può essere determinato tramite: Storno dei costi (valore di acquisto o produzione). Imputazione dei ricavi (valore di realizzo). Valore intermedio (compromesso tra massimo e minimo). Per il calcolo si utilizza il metodo LIFO (Last In, First Out). 29. Realizzo diretto e indiretto dei fattori produttivi Realizzo diretto: vendita del bene per ottenere capitale monetario. Realizzo indiretto: utilizzo del bene nella produzione per generare ricavi nel tempo. 35. layout degli impianti Organizzazione degli impianti in base a esigenze tecniche ed economiche: ​ A punto fisso (il prodotto resta fermo, le attrezzature si spostano) ​ Per reparto (macchinari raggruppati per funzione) ​ Per prodotto (sequenza di lavorazione prestabilita) ​ Misti (combinazione dei precedenti) 36. Manutenzione Ordinaria: prevenzione o ripristino delle funzionalità Straordinaria: modifiche o miglioramenti 40-41. Processi di vendita Comprendono attività dalla pianificazione alla riscossione dei crediti. Esistono diversi orientamenti aziendali: 1.​ Mercato (flessibilità produttiva per soddisfare la domanda) 2.​ Prodotto (specializzazione su prodotti specifici) 3.​ Marketing (segmentazione e concorrenza) 4.​ Vendita (massimizzazione delle vendite) 42. Processi di vendita e marketing mix Strategia per incrementare le vendite basata su: ​ Prodotto (ampiezza e profondità dell’offerta) ​ Prezzo (strategia di costo e sconti) ​ Distribuzione (canali di vendita) ​ Comunicazione (pubblicità, sponsorizzazioni, PR) 44. Processi di acquisizione e utilizzo del fattore lavoro Processi di acquisizione e utilizzo del fattore lavoro​ Questo processo include le attività di reclutamento, inserimento e gestione del personale fino alla loro uscita dall’azienda (licenziamento o pensione). Le attività si suddividono in quattro cicli: ​ Strategico/direzionale: definizione dell’organizzazione e copertura del fabbisogno di personale. ​ Direzionale: reclutamento, selezione, addestramento e formazione del personale. ​ Tecnico/operativo: gestione dei rapporti azienda-lavoratore. ​ Amministrativo/contabile: documentazione del rapporto di lavoro, gestione dei costi e dei pagamenti. 46.Costo del fattore lavoro​ Comprende lo stipendio netto più contributi sociali, fiscali e previdenziali. Non genera costi sospesi diretti, ma è legato ai costi dei prodotti finiti, che possono essere sospesi e ripresi nel tempo. Processi di produzione​ Sono le attività di trasformazione delle risorse in beni o servizi. Comprendono: ​ Predisposizione del sistema produttivo: progettazione e implementazione del processo. ​ Utilizzo del sistema operativo: realizzazione del prodott 45. Assetto organizzativo È la combinazione tra struttura organizzativa e sistemi operativi, che stabilisce compiti, responsabilità e regole di funzionamento aziendale. Può essere di diversi tipi: ​ Semplice: senza livelli intermedi di comando. ​ Funzionale: con responsabili di vari settori. ​ Multi-divisionale: con un organo trasversale di supporto 47- 48. Processi di produzione Sono le attività di trasformazione delle risorse in beni o servizi. Comprendono: ​ Predisposizione del sistema produttivo: progettazione e implementazione del processo. ​ Utilizzo del sistema operativo: realizzazione del prodotto 48. Fattori chiave sono: ​ Tecnologia di processo ​ Frammentabilità e decentramento ​ Capacità produttiva ​ Layout degli impianti ​ Automazione e flessibilità 49. Produzione artigianale vs. industriale ​ Artigianale: alta manodopera, costi variabili, struttura flessibile. ​ Industriale: alta automazione, costi fissi, struttura specializzata.​ Tipologie industriali: per progetto, continui, su modello, intermittenti. 50. Frammentabilità e decentramento produttivo Il grado di frammentabilità e decentramento del processo produttivo dipendono da: ​ Caratteristiche del flusso produttivo ​ Caratteristiche delle fasi del ciclo produttivo ​ Possibilità di realizzare diverse fasi di produzione in luoghi e tempi diversi Processi produttivi: ​ Intermittenti: possono essere interrotti e ripresi (decentramento interno). ​ Continui: senza interruzione (decentramento esterno). 51. Rendimento dei fattori produttivi Misura l’efficienza attraverso indicatori come: ​ Output per ora lavorata (efficienza del lavoro). ​ Prodotto per quantità di materia prima (efficienza materiali). 52. Classificazione dei costi ​ Per attribuzione: diretti (materie prime, salari diretti) e indiretti (ammortamenti, manodopera indiretta). ​ Per configurazione: ○​ Costo primo (materie prime + manodopera diretta). ○​ Costo di fabbricazione (costo primo + indiretti di produzione). ○​ Costo complessivo (costo di fabbricazione + amministrazione e commerciali). ​ Per variabilità: ○​ Fissi (supervisori, canoni). ○​ Variabili (materie prime, energia). ○​ Misti (bollette, attrezzature). 56. Break Even Point e Punto di Pareggio Il Break Even Point (BEP) rappresenta il punto in cui i ricavi totali e i costi totali si equivalgono. Oltre tale soglia, l’azienda inizia a generare profitto. Formula BEP BEP=CostiFissiPrezzodivendita−CostiVariabiliUnitariBEP = \frac{Costi Fissi}{Prezzo di vendita - Costi Variabili Unitari} Esempio ​ Costi fissi = 50.000 € ​ Prezzo di vendita = 50 € ​ Costo variabile unitario = 30 € BEP=50.00050−30=50.00020=2.500BEP = \frac{50.000}{50 - 30} = \frac{50.000}{20} = 2.500 L’azienda deve vendere 2.500 unità per coprire i costi. Se il prezzo aumenta o i costi variabili diminuiscono, il BEP si abbassa, rendendo l’azienda più profittevole. 57. Punto di indifferenza Perché viene determinato? Confronto tra 2 processi di produzione il punto di indifferenza ci dice il quantitativo prodotto a parità di costo totale. Attraverso l’analisi del punto di indifferenza possiamo quindi scegliere tra due processi di produzione, a seconda della quantità di prodotto che noi abbiamo intenzione di produrre. Punto indifferenza= (Costi fissi 1 - Costi Fissi 2) / (Costi Variabili 1 - Costi Variabili 2) 58. Valutazione delle rimanenze finali Si basa sul costo industriale di produzione, calcolato dividendo il costo totale per il numero di prodotti realizzati. 59. Fabbisogno finanziario È il finanziamento necessario per coprire gli investimenti. Può essere: ​ Dinamico lordo: totale impieghi in un periodo. ​ Dinamico netto: totale impieghi meno ricavi di vendita. ​ Istantaneo: investimenti in corso in un dato momento. 60. autofinanziamento Con l’espressione autofinanziamento si intende l’attitudine dell’azienda a coprire il fabbisogno finanziario tramite mezzi propri. Esso può essere lordo (ricavi di vendita) e netto (ricavi di vendita - costi aventi manifestazione finanziaria, ad esempio costi di ammortamento e altri costi non aventi manifestazione finanziaria); l’autofinanziamento può avere due origini: da utili (capitale autogenerato, ovvero utili non distribuiti ma risparmiati) o da altre fonti, 61 - Come coprire un fabbisogno di finanziamento? Si può coprire con fonti interne (autofinanziamento: utili non distribuiti e ammortamenti) o con fonti esterne (capitale d’apporto, fornito dai proprietari senza obbligo di restituzione, e debiti, soggetti a rimborso con interessi). 62 - Cosa sono i processi di finanziamento? Sono le attività per ottenere, gestire e rimborsare i finanziamenti necessari. Comprendono: 1.​ Analisi del fabbisogno finanziario. 2.​ Valutazione dell’accessibilità alle fonti di finanziamento. 3.​ Selezione delle fonti disponibili. 4.​ Gestione del rapporto finanziario. 5.​ Rimborso del finanziamento. 63 - Classificazione delle fonti di finanziamento e aspetti da valutare Si dividono in: ​ Interne: derivano dall’attività aziendale (ricavi, utili non distribuiti, ammortamenti). ​ Esterne: derivano da soggetti esterni (capitale di rischio, senza obbligo di rimborso, e capitale di credito, da restituire con interessi). 64 - Criteri per scegliere le fonti di finanziamento Si valutano: ​ Costo del finanziamento. ​ Qualità e struttura degli investimenti. ​ Relazione tra rendimento del capitale investito e costo dei finanziamenti. ​ Flessibilità finanziaria dell’azienda. 65 - Vincoli all’accesso ai finanziamenti ​ Di mercato: legati a fattori economici e normativi. ​ Di rischio: più l’azienda è indebitata, maggiore il rischio per i finanziatori. ​ Personali: decisioni dei proprietari che influenzano la struttura finanziaria. 66 - Equilibrio economico Si ha quando i ricavi coprono i costi e garantiscono un’adeguata remunerazione. Indicatori di redditività: ​ ROE (reddito netto/capitale proprio). ​ ROI (reddito operativo/capitale investito). ​ ROS (reddito operativo/vendite). 67 - Equilibrio patrimoniale Si ha quando gli investimenti sono coperti da fonti adeguate. Indicatori: ​ Grado di rigidità (attivo fisso/totale investimenti). ​ Indice di indebitamento (mezzi di terzi/totale fonti di finanziamento). ​ Margine di struttura e di disponibilità. 68 - Equilibrio monetario Si raggiunge quando l’azienda ha liquidità sufficiente per coprire le uscite senza compromettere l’equilibrio economico. 69 - Cos’è il profitto? È la quota che rimane all’imprenditore dopo aver remunerato tutti i fattori della produzione. 70 - Il reddito di periodo misura l’equilibrio economico? No, perché non include gli oneri figurativi e fornisce informazioni solo sul breve periodo. 71 - Configurazioni del capitale aziendale 1.​ Capitale di funzionamento: valore degli asset aziendali durante l’attività. 2.​ Capitale economico: valore dell’azienda in caso di cessione. 3.​ Capitale di liquidazione: valore dopo la cessazione. 72 - Relazione tra capitale di funzionamento ed economico Il capitale di funzionamento si basa sul bilancio aziendale, mentre il capitale economico valuta la capacità futura di generare reddito. 73 - Costi sospesi e costi ripresi ​ Costi sospesi: sostenuti ma ancora da utilizzare. ​ Costi ripresi: già presenti negli esercizi precedenti e imputati in quello corrente.

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