Psicologia Sociale PDF

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Introduzione alla psicologia sociale, con focus su come pensieri, emozioni e comportamenti individuali siano influenzati dalla presenza reale o immaginaria di altre persone. Questo documento fornisce anche una panoramica di argomenti importanti come la comunicazione persuasiva e gli esperimenti classici in questo campo dello studio.

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Psicologia sociale Docen : An nio Aquino Lezione 1 Introduzione alla psicologia sociale La psicologia sociale è “lo studio scienti co delle modalità attraverso cui i pensieri, i sentimenti, e i comportamenti degli individui sono in uenzati dalla p...

Psicologia sociale Docen : An nio Aquino Lezione 1 Introduzione alla psicologia sociale La psicologia sociale è “lo studio scienti co delle modalità attraverso cui i pensieri, i sentimenti, e i comportamenti degli individui sono in uenzati dalla presenza, reale o immaginaria, di altre persone” (Allport,1954, una delle prime de nizioni); dunque la psicologia sociale è lo studio di come i pensieri nella nostra testa, quello che dice il nostro cuore e le azioni che facciamo, vengono in uenzate dagli altri anche quando non sono presenti. ES. Quando abbiamo fatto la scelta dell’università è possibile che questa scelta rispecchiasse ciò che volevamo fare, in alcuni casi quello che volevano i nostri genitori, oppure il fatto che l’università fosse l’unica accessibile vicino casa; dunque veniamo in uenzati molto da fattori esterni. ES. Se siamo seduti su un autobus e c’è una persona anziana la gente ci guarda perché noi siamo seduti, se decidiamo di alzarci senza che gli altri ci dicano qualcosa è perché siamo in uenzati da una norma sociale: se c’è una persona anziana va fatta sedere; ci sentiamo in dovere di farlo. ES. Molto spesso “gli altri” siamo noi stessi: quando nisce la giornata e ci troviamo soli a casa, si fanno delle ri essioni sulla vita, su come sta andando la giornata, se quello che stiamo facendo all’università ci soddisfa, se la relazione che stiamo vivendo ci soddisfa realmente. In questo caso si è in uenzati dal confronto con noi stessi. Questi sono tutti esempi di psicologia sociale. Nell’ambito della psicologia sociale c’è anche la comunicazione persuasiva (il professore se ne occupa), ovvero che cosa costringe le persone ad adottare determinati comportamenti; in particolare si occupa di come le caratteristiche a ettive e cognitive delle persone, possano incidere su quanto noi crediamo o meno ad una comunicazione. Questa comunicazione può riguardare un prodotto (comunicazioni pubblicitarie), ma può anche indurre le persone a ridurre il consumo di sigarette di un fumatore o l’indurre le persone che non fanno attività sica a farla. La psicologia sociale nasce come studio dell’in uenza sociale. Gli esperimenti che hanno fatto la storia della disciplina: M. Sherif (1954) - Esperimento del campo estivo» S. Asch (1956) «Studi sul conformismo» - H. Tajfel (1971) - «Esperimento dei gruppi minimi» N. Macrae (1994) «Soppressione dello stereotipo» - M. Sherif (1954) - “Esperimento del campo estivo” Come nasce la Psicologia sociale? W.M. Wundt ha fondato il primo laboratorio di psicologia sperimentale, per Wundt però non c'era spazio nella psicologia sperimentale per la psicologia sociale. La sua corrente è il Riduzionismo, perché viene ridotto tutto all'aspetto siologico della percezione e utilizzava l’introspezione. Wundt però ha coniato il termine “psicologia dei popoli” non sperimentale, cioè la collettività, quello che noi sviluppiamo come cultura, come nazione, in uenza i nostri comportamenti attraverso il linguaggio, quest'ultimo è uno strumento che ci permette di capire come comportarci con un determinato popolo. Vuol dire che crescere in un determinato luogo e in un determinato periodo storico, in uenza in modo signi cativo la nostra ideologia. Quindi la cultura, le usanze e i comportamenti di una nazione sono veicolati dal linguaggio, che spesso viene veicolato dai nostri genitori, oppure serve per comprendere come comportarsi nelle varie culture e nei vari luoghi. fl te fl fl to fl fl fi fi fl ff fi fi fi fl fl fi fl Il vero precursore della psicologia sociale è la "Psicologia delle Folle". Sul nire dell'800', lo sviluppo industriale ha fatto segno soprattutto in Inghilterra con numerosi scioperi violenti in piazza e tutto questo ha portato a cercare di capire perché nelle folle, a volte, le persone si comportano in un determinato modo. Il fondatore della Psicologia delle Folle si chiama Gustave Le Bon (1895) egli ha studiato questo fenomeno in Francia, provando quindi a rispondere a questa domanda: "perchè le persone a volte in una folla si comportano in maniera aggressiva e violenta?" Ancora oggi esistono le folle come i tifosi (Ultras). Nella folla avviene la deresponsabilizzazione delle azioni condivise, cioè in una folla mi sento meno responsabile, poiché è di cile stabilire in una folla chi è responsabile dell'azione. Inoltre c’è una suggestionabilità maggiore. In un libro storico sulla Rivoluzione Francese, uno scrittore ha raccontato che durante quest'ultima, ad un certo punto, una popolazione si lasciò in uenzare da qualcuno che aveva detto di aver visto un ri esso simile ad qualcosa pronto a sparare. In realtà era un ri esso della luce e non un bombardamento, ma tutti lo credettero. Per Le Bon “la folla NON è la somma dei singoli individui, ma la folla possiede una mente collettiva.” Questo vuol dire che nella folla subentrano dei comportamenti nuovi che magari singolarmente non metteremo in atto.La folla può spingere ad un comportamento violento, ma anche virtuoso, dipende molto da che caratteristiche ha la folla. Il leader L'essere leader vuol dire esporsi, vuol dire avere anche la capacità d'azione, di prendere le decisioni quando magari nessuno decide e prendersi la responsabilità delle azioni, queste sono cose che non tutti vogliono fare. Il leader secondo Le Bon è quella persona capace di esporsi, di prendere delle iniziative e dare inizio ad azioni, di decidere cosa deve fare il gruppo. Molto spesso i gruppi nascono, ma non sanno cosa fare, nascono spontaneamente, ma poi quando c'è da decidere si fermano. Le caratteristiche di un leader sono: Deve essere suggestione per il gruppo quindi in grado di dare inizio ad un’azione; Deve avere forte volontà; Capacità di imporsi. Come può imporsi un leader? Secondo Le Bon deve prima a ermare un’idea, poi suggestionare il gruppo con il contagio. Il contagio emotivo si studia in psicologia sociale: è un'idea che si esprime in un gruppo e si propaga a molti facendo credere che questa sia vera quando in realtà non lo è. Attraverso il contagio il leader a erma la sua idea quindi convince il gruppo a seguirla. Il Sé L’e etto spotlight: e etto per cui spesso si tende sopravvalutare molto l'attenzione che le altre persone rivolgono su di noi, cioè quando ad esempio si parla, o si fa qualcosa, crediamo che questa azione venga osservata dagli altri e ricordata e giudicata in eterno, spesso invece non è così, questo succede perché soprattutto nelle persone sono soggette a scarsa autostima. Come conosciamo noi stessi? C'è un processo in cui noi stessi siamo sia gli attori che i soggetti della conoscenza, cioè gli oggetti della conoscenza siamo noi stessi e chi conosciamo siamo, sempre, noi stessi. Si parla dunque, di sé come oggetto e sé come soggetto della conoscenza. Il primo a dare questa distinzione fu James, alla ne del 1800, il quale distingue tra due componenti del sé: L’Io: la parte che conosce, è parte che ri ette sull'oggetto, quindi soggetto consapevole; fl ff ff fl ff fl fi fl ff fi ffi Il Me: la parte conosciuta, oggetto della conoscenza e della ri essione. A sua volta è distinto in tre livelli: 1. il Me materiale /corporeo: ciò che caratterizza la persona sicamente e ciò che possediamo materialmente. 2. Il Me sociale: dato che siamo in costante interazione con gli altri, questi livelli di sè, rappresentano ciò che si è in relazione con gli altri 3. Il Me spirituale: i propri valori, che caratterizzano chi siamo; ognuno di noi ha un valore diverso, ritenuto importante e fondamentale per sé stessi, per alcuni può essere l'onestà, per altri la simpatia, per altri ancora l'intelligenza e via dicendo. Spesso in base ai valori ritenuti importanti che si scelgono le persone dalle quali circondarsi e intorno al quale costruiamo la nostra esistenza. Come conoscere noi stessi? - Introspezione e autori essione: usata da Wundt (fondatore del primo laboratorio di psicologia come scienza) in passato ma ancora oggi molto frequente, è il processo attraverso il quale si ri ette su noi stessi, e sulla propria vita, quindi capiamo noi stessi guardandoci dentro. Attenzione però, può essere una fonte poco a dabile, in quanto è possibile andare incontro a diversi bias: - Bias a favore del sé: soprattutto durante l'adolescenza, tendiamo a sopravvalutare noi stessi. Per avere una conoscenza del sé realistica bisognerebbe confrontarsi e ascoltare il giudizio degli altri. - Bias causali: non riuscendo a capire le cause dei propri sentimenti e dei propri comportamenti in un determinato momento Es: nel caso dell’esperimento di Winston e Nisbett chiamarono delle donne, le quali dovevano scegliere un paio di calze tra dodici paia di calze. Queste calze erano identiche, ma loro non erano a conoscenza di ciò. Venne chiesto loro di indicare perché avevano scelto quella calza, anche se erano identiche. Le donne inventarono delle cause, ad esempio: “Ho scelto quel modello perché aveva una rigidità maggiore”; “Ho scelto quel modello perché aveva una consistenza diversa”; “Ho scelto quel modello perché era più resistente e di cilmente si rovinava”. Si trattava però di cause sbagliate, perché le calze erano identiche. Molto spesso inventiamo le cause di un comportamento. Molto spesso, se una persona risponde in maniera aggressiva ed è convinta che la colpa sia esterna, degli altri, ad esempio risponde male perché pensa che l’altra persona l’abbia provocato; nel momento in cui la persona pensa questo e risponde in modo aggressivo, l’altro individuo comincerà a comportarsi in maniera fredda nei confronti della medesima persona. Quest’ultima avvertirà una sensazione di freddezza e ciò porterà a farla dividere dall’altra persona. Ecco come si possono instaurare dei circoli negativi. A volte conosciamo i nostri sentimenti e ciò che ci piace osservando i comportamenti. Generalmente una persona si comporta in base a ciò che si sente in quel momento, però può capitare che a volte, sono i comportamenti della persona a guidare i sentimenti e questo avviene quando i sentimenti sono poco chiari. fl fl ffi fi ffi fl Psicologia sociale Docen : An nio Aquino Lezione 2 L’e etto spotlight Quando tendiamo a dire qualcosa in pubblico siamo convinti che l’attenzione su di noi rimarrà tutta la vita : siamo convinti che tutti cii guardino continuamente. James distingue due componenti del se : l’io,che è la parte che conosce,che sperimenta,e il me invece rappresenta ciò che possediamo e siamo sicamente,che può essere sociale ( insieme agli altri ) e spirituale ( valori ) Come possiamo conoscere noi stessi ? Quando tendiamo ad essere in un momento di noia ci poniamo diverse domande sulla nostra vita e su noi stessi,ad esempio ‘sono veramente felice?’ ‘Il lavoro che sto facendo,mi soddisfa?’ Quando noi ri ettiamo non siamo consapevoli dei nostri sentimenti,quando valutiamo una relazione tendiamo a vedere la situazione in maniera più distorta della realtà,e quando ri ettiamo,non siamo sempre obbiettivi nella valutazione di noi stessi. A volte,non sappiamo perchè siamo tristi : questo perchè non siamo consapevoli dei nostri processi mentali,e ciò comporta anche a responsabillizzare chi ci sta intorno oppure gli eventi della nostra vita,anche se di colpe non ne hanno. Questi sono de niti dei bias casuali,cioè quando le persone cercano le origini dei propri comportamenti e utilizzano teorie casuali a volte sbagliate. Accade che si possa avere un’alta considerazione del proprio sè,il confronto con gli altri aiuta con elementi oggettivi per valutare la propria persona,le persone hanno bisogno di giudicare le proprie opinioni e capacità per poter misurare i propri punti di forza e debolezza. Il confronto può essere verso il basso ( che protegge l’autostima ma non ci induce a migliorare ) Verso l’alto ( che può aiutarci nella ambizione ma potrebbe essere un attegiamento autosabotante) Nel mondo sociale mancano dei criteri di riferimento oggettivi e spesso avvertiamo incertezze in noi stessi,in quanto gli altri sono l’unico termine di paragone che possediamo : questo paragone può in uenzare negativamente sulla nostra autostima. La natura del sè : cos’è uno schema del sè ? ( Markus,1977 ) È un pacchetto di informazioni che si conservano nella memoria,essa deriva dall’esperienza passata,tutto ciò che viviamo va a formare il nostro schema,pieno di informazioni,che de nisce chi siamo : solo noi sappiamo chi siamo. Lo schema di sè è qualcosa che è presente solo dentro di noi,questo schema ha un nucleo centrale che ruota attorno ad alcuni elementi che per noi sono essenziali e che cambiano da persona a persona. Il nucleo centrale è di cile da modi care : per alcuni ad esempio è la famiglia,o l’amicizia,o il confronto con i pari.Il nucleo centrale può spostarsi leggermente durante le crisi adolescenziali,ma rimarrà comunque lo stesso ( se da quando siamo nati,il nostro nucleo centrale è la famiglia,potranno esserci delle discrepanze durante il corso della nostra vita,come litigi,però,anche se esternamente saremo soggetti ad altri stimoli,nonostante tutto,il nostro nucleo centrale rimarrà sempre e comuque lo stesso,nel caso citato,la famiglia ) Schema di se e di memoria : facilitiamo il recupero dei ricordi,cioè ricordiamo meglio esperienze passate congruenti con gli altri aspetti del sè fl ff te fl to fl fi ffi fi fi fi E etto di autoreferenza Le informazioni contenute nello schema del sè sono elaborate in maniera più accurata e sono più facili da richiamare,le informazioni contenute nello schema di sè agiscono come ancore per valutare le altre persone. Esperimento di Markus Chiamava i partecipanti e chiedeva di descrivere,sulla base di tratti,indipendenti o dipendenti. Si formano quindi 3 gruppi : Aschematici : coloro che non sono nell’uno nell’altro Indipendenti schematici Dipendenti schematici I soggetti indipendenti erano più veloci e accurati nel giudicare gli aggettivi dipendenti come descrittivi di sè,i soggetti indipendenti erano più veloci e accurati nel giudicare gli aggettivi dipendenti come descrittivi del sè Noi possediamo anche informazioni sul cosa non siamo e non saremo mai : quello che noi non siamo protegge la nostra autostima,protegge quindi la nostra immagine positiva. Quanti schemi del sè abbiamo? Tantissimi Le persone possiedono rappresentazioni diverse degli aspetti del sè : il sè operativo è quella parte del sè che adoperiamo in quell’esatto momento,la complessità del sè è data dal numero di rappresentazioni che ognuno possiede e dal legame tra queste rappresentazioni. Il sè operativo è il sè attivo in un determinato contesto in un determinato momento. Un’elevata complessità del sè può proteggere delle esperienze spiacevoli e dai tumulti emozionali,consentendo di mantenere una elevata autostima ( linville,1987 ) Quando costriuiamo la nostra vita,la de niamo attraverso degli obbiettivi,se falliamo negli obbiettivi,i fallimenti vengono vissuti in maniera molto profonda. Esempio : essere bocciati ad un esame Il sè culturale Lo sviluppo del concetto di sè avviene in stretta connessione alle idee proprie dei gruppi e del contesto culturale,rispetto a cosa signi chi essere una persona ‘come si deve’ Le varie culture elaborano diverse rappresentazioni sociali che riguardano le caratteristiche ritenute appropriate e positive del sè ( Oyserman e Markus 1998 ) Le di erenze sono evidenti se si confrontano le culture sulla base della dimensione individualismo-collettivismo. Distinguiamo : culture individualiste e culture collettiviste Culture individualiste : il sè è l’unità di base,il principale compito di sviluppo è il raggiungimento di un senso di realizzazione personale,l’elaborazione della propria unicità è alla base dell’identità,la distinzione più saliente è fra sè e non-sè,e in seconda istanza fra ingroup e outgroup ff ff fi fi Culture collettiviste : il sè anche qui è l’unità di base,il principale compito di sviluppo è il raggiungimento di obbiettivi comuni,l’dentità è organizzata intorno al senso di a lazione,sono valorizzate caratteristiche come costanza e persistenza,la distinzione più saliente è fra ingroup e aoutgroup,ostilità a priori nei confronti dell’aoutgroup. Conoscenere se stessi signi ca anche valutare se stessi : esistono due autostime,una di tratto,stabile con noi stessi,e autostima di stato,che comprende una valutazione temporanea di se stessi dovuta a eventi esterni,imprevisti,variabili. Forniamo un esempio : immaginate di essere bravissimi tennisti,un giorno perderete contro un principiante,un’altro contro uno migliore. L’autostima e l’autoe cacia L’autostima : la valutazione globale derivante da diversi aspetti ( sico,abilità ) L’autoe cacia : la percezione di essere in grado di raggiungere un obbiettivo speci co,è centrale nei modelli di modi cazione dei comportamenti a rischio. Le strategie Strategia di autoaccanimento Attribuzione al servizio del sè ( Miller e Ross 1975 ) : le persone creano attribuzioni che permettobo loro di prendersi il merito del successo,e di negare la responsabilità del fallimento A ermazione di sè ( Steele 1988 ) : quando percepiscono una minaccia a un particolare aspetto di sè,le persone enfatizzano altri aspetti di sè positivi,ripristinandone l’integrità Strategie di autoaccrescimento Ilusioni di superiorità : ci crediamo superiori rispetto agli altri anche quando la realtà dice il contrario. L’ottimismo realistico : nutriamo aspettative eccessivamente positive sul nostro futuro,alle persone accadono cose brutte,ma non a noi ( secondo la nostra percezione ) Molte volte le persone per evitare un fallimento,tendeno ad autosabotarsi,se temiamo di non riuscire in qualcosa,non ci limitiamo a cercare delle scuse,ma creiamo delle condizioni,che ci portano a fallire e che giusti cano il fallimento,es. : ‘ho perso l’autobus il giorno dell’esame’ Nella nostra mente,anche se l’esame si può rifare,la probabilità di prendere un voto basso ci autoinduce a un abbassamento della nostra autostima,quindi preferiamo non fare qualcosa,piuttosto che fallire. Il birning : brillare di luce riglessa Non sempre possiamo elogiarci troppo in pubblico,per questo diventiamo amici o fan di persone di successo,se un nostro amico ha successo,ne gioviamo anche noi,questo fenomeno si presenta sopratutto nella adolescenza,che ci fa identi care in persone di successo. I processi di autoregolazione : cosa sono ? L’autoregolazione ci permette di controllare il proprio comportamento in modo da raggiungere ciò che vogliamo,questo accade quando c’è una discrepanza tra ciò che vorremmo essere e,invece,ciò che siamo. ff ffi ffi fi fi fi fi fi ffi fi La teoria della consapevolezza ci permette di arrivare alla ri essione,e si presentano due tipi di stati : lo stato piacevole,quando possiamo adattare il comportamento ai nostri principi,abbiamo raggiunto un successo. E poi c’è invece,la parte spiacevole,de nito anche esso stato spiacevole,cioè non possiamo cambiare il nostro comportamento e riceviamo un feedback negativo da ciò che viviamo. Secondo la Marcus,abbiamo diversi sè : Il sè reale ( attuale ) : ciò che siamo Il sè ideale : ciò che vorremmo essere Il sè imperativo : ciò che gli altri vorrebbero che fossimo C’è una forte discrepanza tra cio che vorremmo essere e invece,ciò che siamo : questo comprende idee,aspettative,obblighi,speranze e aspirazioni,la discrepanza considera l’avvicinamento a ciò che ambiamo ma a cui non riusciamo sempre ad arrivare,questo avviene quando ciò che vogliamo è realmente il nucleo centrale del nostro sè Molte persone,quando falliscono,attuano il cosi detto ‘evitamento’ : ad esempio,se veniamo bocciati ad un esame,non abbiamo il coraggio di chiamare i nostri genitori,quindi attuerò una teoria difensiva che evitano il contatto diretto con la persona che temiamo. Paura del confronto con gli altri : questo può aumentare e de nire ancora di più una discrepanza. Tra ciò che io sono e quello che vorrebbero gli altri,portano all’evitamento L’esaurimento dell’io Il processo di autoreglazione consuma una serie di risorve interne e può portare ad un esaurimento o indebolimento dell’io : quando il nostro sè regola attivamente le sue risposte e consuma una quantità elevata di energie che non può più impiegare nelle azioni successive. La prima impressione La prima impressione è un primo giudizio che abbiamo di una persona che conosciamo : l’interazione digitale ha stimolato la prima impressione come un qualcosa di continuo,ed è un fenomeno quindi ancora più complesso. La comunicazione si è estesa grazie ai vari metodi sviluppati negli anni,che sono diventati molteplici : il cellulare,le videochiamate,il computer ecc Avvolte,noi mostriamo un lato diverso di noi : i social hanno ampliato questa veduta,sui social mostriamo solo ciò che noi vogliamo vedere,anche una parte di noi che,avvolte,non esiste. La prima impressione nella psicologia sociale Quando conosciamo qualcuno ci basiamo sui suoi comportamenti non verbali,i gesti,gli sguardi,i movimenti,che include anche la comunicazione paraverbale ( il tono di voce ) Lo sguardo : un canale comunicativo molto importante Lo sguardo serve a stimolare le persone introverse,imbarazzate,un modo quindi per mantenere un coinvolgimento è lo sguardo,è un primo strumento che ci aiuta a prestare attenzione senza essere troppo invasivi o fuori luogo. Il contatto visivo è qualcosa di molto forte,in quanto ci permette di avere una delle comunicazioni più indirette ma allo stesso tempo coinvolgenti,è un contatto potente non verbale. Crea quindi,una relazione con l’altro,e può essere utilizzato per formarvi ad una prima impressione Purtroppo,non è semplice cambiare una prima impressione,quando si forma. fi fl fi I modelli Il modello algebrico Le informazioni descrittive ( i tratti ) vengono semplicemente sommate tra di loro,avviene quinndi una media matematica dei tratti. Facciamo un esempio : se elenco varie qualità di una mia amica,e alcuni suoi difetti,tenderò a fare una media tra essi,se considero che,ad esempio,il suo difetto sia la testardagine,ma per me la testardagine non è così fastidiosa,e tra l’altro,lei possiede un pregio come la gentilezza,che io valuto fondamentale nei rapporti umani,tenderò a ignorare la sua testardagine perchè la sua gentilezza ha più valenza per me. Il modello con gurazionale Avviene una impressione globale che non derive dai tratti ma,una valutazione totale,non è quindi un’impressione speci ca. Alcuni processi nella formazione globale delle impressioni E etto primacy : le prime informazioni solo molto importanti nella formulazione del giudizio E etto recenty : le ultime informazioni sono ricordate meglio e possono essere molto importanti nel giudizio Alcuni tratti sono più salienti di altri e sono fortemente correlati nelle nostre menti a un gran numero di attributi. Salienza : capacità di un tratto di attrarre l’attenzione all’interno del suo contesto. Le euristiche Le euristiche Le euristiche sono de nite delle strategie o ‘scorciatoie’ di pensiero sempli cate che permettono alle persone di giungere rapidamente a giudizi sociali. L’euroristica della disponibilità : che serve per valutare la frequenza o la probabilità di un determinato evento. Si basa sulla facilità e rapidità con cui vengono in mente esempi che fanno riferimento alla categoria del giudizio in questione. Ad esempio : le persone valutano come causa di morte più frequenti eventi drammatici o accidentali come omicidi oppure atti terroristici rispetto magari a delle malattie cardiocircolatorie. L’euristica della rappresentatività : per stimare la probabilità che si veri chi un determinato evento e per decidere se un certo esemplare appartiene ad una determinata categoria. ff ff fi fi fi fi fi Psicologia sociale Docen : An nio Aquino Lezione 3 L’organizzazione della conoscenza sociale : gli schemi Gli schemi sono delle strutture cognitive che organizzano le informazioni su un oggetto di conoscenza e permettono di collegare nuove informazioni a quelle precedenti. I diversi schemi contemplano anche gli schemi di persona,oltre quelli del sè : gli schemi della persona sono quegli schemi che ci permettono di associare dei tratti di personalità ad una persona,ad esempio,se pensiamo ad una persona estroversa pensiamo sia anche una persona simpatica,noi quindi tendiamo ad associare in maniera automatica due tratti più comuni tra di loro. Accade anche durante una interazione sociale,cioè quando dobbiamo avvicinarci a qualcuno : tenderemo ad essere più ducioso verso chi è più caloroso rispetto invece a chi è più freddo e distaccato. Abbiamo anche gli schemi di ruolo,nonchè le aspettative che abbiamo su una persona,essi possono essere schemi distorti che potrebbero deluderci,accade ad esempio quando tendiamo a idealizzare una persona,quindi lo schema di ruolo non è altro che il “copione” di comportamento che ci aspettiamo quando incontriamo una persona e la conosciamo. Per ultimo abbiamo gli schemi di evento : ‘che cosa devo fare se voglio andare a un concerto ?’ ‘Come andare in aereoporto ?’ ‘Come andare dal dottore?’ Tutti questi sono schemi di eventi automatici che si ripetono quando svolgiamo un’azione,ma non tutti li sviluppano. Come detto in precedenza,gli schemi di sè contengono le informazioni relative a noi stessi,solo noi sappiamo chi siamo e,proprio per questo,sono aspetti che tendiamo a tenere nascosti. Legato allo schema di sè c’è l’overcon dence,che è la tendenza alla eccessiva sicurezza di sè che non permette mai di cambiare idea,ad esempio,quando alcuni studenti sopravvalutano le loro capacità e preparano un esame due giorni prima convinti di avere le potenzialità per riuscire a passarlo,avvolte l’incompetenza alimenta la ducia in se stessi. Come si attivano gli schemi ? Inanzitutto : quale schema attivo ? Questo varia in base al contesto Gli schemi utilizzati più recentemente e frequentemente si attivano più facilmente,questo è de nito accessibilità temporanea,ma quand’è che qualcosa diventa accessibile ? Un evento frequente ad esempio,è accessibile,esiste anche però una accessibilità cronica,ad esempio,un evento che ha lasciato un ricordo molto intenso,avvolte emotivamente ( evento sia positivo che negativo ) rientra in una accessibilità cronica,quindi un ricordo molto vivido che può essere un ricordo piacevole oppure un trauma. Il trauma può essere molto lontano del tempo ma può rimanere vivido nella memoria : lo psicologo deve essere capace di capire da dove deriva questo trauma e che segni ha lasciato. Alcuni psicologi ritengono che un evento traumatico si possa elaborare ma non si possa cancellare,come ad esempio,un lutto,che passa nel tempo,ma ci sono dei periodi in cui può tornare in mente. fi te to fi fi fi La profezia che si autoadempie La profezia che si autoadempie ritiene che le nostre aspettative nei confronti degli altri in uenzano il nostro comportamento e provocano negli altri una reazione che conferma le nostre aspettative. La profezia che si autoavvera spiega molti comportamenti sociali,è de nito anche e etto Pigmalione ( Rosenthal ) che è un esperimento : Ad alcune maestre viene fatto credere di aver fatto un test in cui ‘quella studentessa’ è più brillante e ‘l’altro studente’ invece,era un incapace. Questo evento in uenzò il comportamento delle maestre : quando un docente pensa instintivamente che ci siano degli studenti più bravi tende a rivolgersi a loro e ad ignorare chi invece ritengono sia incapace,alla ne,chi viene ritenuto incapace,si convince di esserlo. Perchè noi sviluppiamo schemi euristici pur sapendo che andiamo incontro a dei bias ( errori ) ? Questo perchè aiutano a sempli care la realtà,quindi ci permettono ad arrivare ad una soluzione rapida e tempestiva,essi sono processi automatici,e ne possiamo fornire una distinzione : I processi automatici sono processi che avvengono senza intenzionalità,senza sforzo cognitivo e senza consapevolezza. I processi controllati sono processi che pretendono attenzione e sono quindi automatici,che avvengono sotto soglia di consapevolezza. Parliamo quindi di sotto soglia di consapevolezza,in quanto esiste una forma di coscienza che ci rende inconsapevoli. La teoria dello psicologo ingenuo L’attribuzione casuale è nato con heider,secondo lui le persone si comportano come scienziati ingenui,le persone si interrogano su eventi con domande come ‘perchè è accaduto ?’ Cercano di capire quindi che cosa ha determinato quel determinato comportamento,dando così una motivazione causa-e etto e questo ci permette di a rontare meglio la complessità della vita Esempio : perchè sono stato bocciato ? ( attribuzione causale ) Esistono due tipi di attribuzione - Attribuzione interna o disposizionale : è un processo di assegnazione delle cause del comportamento,nostro o altrui,a fattori interni o disposizionali. Esempio : nessuno riesce a superare l’esame,il prof si chiede ‘faccio l’esame troppo di cile ?’ Oppure ‘sono gli alunni che non studiano’ - Attribuzione esterna ( o situazionale ) : assegnazione delle cause di comportamento,nostro o altrui,a fattori esterni o ambientali. Ad esempio : alcune persone agli esami riescono a copiare ed altre persone no,in quanto il riuscire a copiare è de nita come una capacità. fl ff fi fi fi ff fi ff ffi fl Teoria dell’incoerenza corrispondente È una teoria che si presenta quando dobbiamo prendere una decisione : che macchina compro,a che facoltà mi iscrivo,in quale università ecc Le persone quando devono compiere una attribuzione si chiedono quali alternative si possono avere,si può decidere quindi se le scelte nali è dovuto a una scelta proprio o a in uenza di causa esterna. Quali sono i fattori che in uenzano le nostre decisioni ? Come primo fattore abbiamo il saper valutare se quella scelta fatta è libera o forzata : più percepiamo una libera scelta più percepiamo sia una scelta della persona stessa,spesso le persone agiscono come gli altri si aspettano che agiscano,quindi c’è una attribuzione esterna dovuta a circostanze che ci in uenzano. Ad esempio : mi iscrivo all’università per non deludere i miei genitori e non perchè mi piace,oppure mi iscrivo all’università se si iscrive lei ( in eunze sulle mie scelte ) Oppure questo succede quando una persona si vuole iscrivere ad una facoltà ma non riesce,quindi un ripiego : non sono entrato in medicina quindi mi iscrivo a infermieristica. Quindi la scelta libera è importante perchè rispecchia i valori etici e morali della persona che sceglie,questo de nisce quanto sia fondamentale non farsi in uenzare dai fattorei esterni Il modello della covariazione ( Kelley,1967 ) Anche questo modello l’autore valuta come variano tra di loro le 3 varianti di un comportamento : consenso,coerenza,e speci cità o distintività. La speci cità : l’e etto si produce solo quando l’entità è presente ? Esempio : non capisco solo le lezioni di questo professore oppure non capisco le lezioni in generale ? ( bassa speci cità ) capisco tutte le lezioni,è il professore che non sa spiegare ( alta speci cità ) Coerenza : l’e etto si manifesta tutte le volte in cui le entità è presente allo stesso modo ? Esempio : capisco tutte le lezioni del professore ( alta coerenza ) nessuno capisce le lezioni del professore ( bassa coerenza ) Consenso : tutte le persone presenti percepiscono l’e etto come dovuto alla presenza di entità ? Esempio : il professore spiega bene ma io non capisco ( alto consenso ) il professore spiega male e nessuno lo capisce ( basso consenso ) Quindi,riassumendo : perchè non capisco le lezioni del professore ? Distintività : il fatto di non capire la lezione è legato al professore o si veri ca con altri docenti ? Coerenza : il fatto di non capire la lezione del professore è limitato a questa mattina o è sempre così ? Consenso : anche gli altri studenti non capiscono le lezioni del professore ? La presenza di bassa distintività,alta coerenza e basso consenso è quindi l’attribuzione cuasale che risulta tutto il carico della persona,ossia,dello studente. fi fi ff fi ff fl fi fi fl fi ff fl fl fi fl Modello di Weiner Il modello di Weiner è un modello tridimensionale,che nasce per i successi e per i fallimenti,essi sono appunto derivanti da 3 fattori : locus,compiere una attribuzione o alla persona ( interno ) o alla situazione ( esterno ),la stabilità di quanto è controlabile quel comportamento,che può essere anche incontrollabile dovuto a cause esterne,che non dipende dal soggetto. La teoria dell’impotenza appresa ( seligman ) Molto spesso chi so re di depressione patologica pensa che qualunque comportamento non possa modi care le cose,questo può portare alla apatia,credendo di andare sempre incontro a fallimenti e che quindi qualsiasi comportamento è invano,il fallimento fa parte quindi della propria persona. Le persone depresse non si impegnano in nulla perche non pensano di poter cambiare il corso delle cose. Il bias di corrispondenza L’errore fondamentale di attribuzione tende a sovrastimare i fattori disposizionali ( le persone ) e sottostimare il peso di fattori situazionali nelle spiegazioni casuali altrui. A che cosa è dovuto ? Ci sono varie spiegazioni,la prima si de nisce salienza percettiva,io quando parlo con gli altri essi sono il centro della mia attenzione,attribbuirò la colpa più all’altro perchè lo sto osservando,ma quando abbiamo una situazione in cui ci sono sconosciuti tendo a giudicare in maniera più super ciale,questo avviene sempre e solo nei comportamenti altrui. Esperimento : i partecipanti A e B dovevano avere una discussione,gli osservatori in base a dove venivano posizionati davano ragione in base a ciò che riuscivano a vedere da quella posizione. Se una persona però per noi è importante in quel caso ci si chiede il motivo della litigata e si tende a fare una valutazione più razionale della situazione. Il bias di corrispondenza si produce in maniera automatica,diventa controllata quando io decido di andare oltre ciò che vedo,analizzando la situazione e dandomi delle valutazioni concrete. Questo avviene sopratutto nelle attribuzioni altrui,se si deve invece valutare il proprio comportamento do invece più peso alla situazione. L’errore fondamentale di attribuzione dice che noi tendiamo consiste nel fatto che tendiamo a sopravvalutare i comportamenti altrui e le sue caratteristiche quando ne dobbiamo spiegare il loro comportamento,invece diamo più peso alla situazione che viviamo quando invece dobbiamo valutare il nostro comportamento. Psicologia degli atteggiamenti Gli attegiamenti hanno molteplici de nizioni,ma la più attinente de nisce che è una valutazione di ciò che ci piace e di ciò che non ci piace,e deriva da alcune fonti di informazioni,è importante perchè se si ha un atteggiamento positivo o negativo è più probabile che io mi avvicini se mi piace e mi allontano se non mi piace. Gli atteggiamenti guidano un pò i nostri comportamenti : ad esempio,in base come noi guardiamo gli altri,è una forma di atteggiamento. Gli atteggiamenti sono delle risposte valutative derivanti da una combinazione di 3 classi di reazioni concettualmente distinte : Abbiamo la componente cognitiva : ciò che dice la nostra testa La componente a ettiva : ciò che dice il nostro cuore La componente comportamentale : i nostri atteggiamenti passati ci in uenzano sul nostro atteggiamento attuale. fi fi ff ff fi fi fi fl Esitono persone che seguono più i sentimenti e altri che seguono più la razionalità. Gli oggetti degli atteggiamenti : possono essere astratti ( libertà di stampa ) Concreti ( lm,libri,divani ) Persone ( un vicino di banco,un amico,una persona vista da qualche parte ) Gruppi ( i rom,gli albanesi,gli zingari ) La struttura degli atteggiamenti L’oggetto dell’atteggiamento è ciò che si basa la nostra valutazione,è la compente cognitiva sono tutti i pensieri assocciato all’oggetto di atteggiamento. Il modello aspettativa per valore Per questo modello forniamo un esempio : il fumo In questo caso il modello aspettativa per valore valuta una serie di aspettative e i valori che si danno al vantaggio o svantaggio di quella aspettativa ( in questo caso il fumo ) ( valutare le aspettative da una scala da 1 a 7 ) Quali sono le aspettative positive sul fumo : riduce lo stress ( 7 ) La socialità ( 4 ) Quali sono le aspettative negative sul fumo : la salute ( 7 ) Per i fumatori la componente più importante è la socialità,per chi non fuma,la salute. Il valore che si attribuisce è diverso : nonostante si abbiamo le stesse aspettative,si da valore diverso in base a ciò che si ritiene più importante,il modello ritiene che le aspettative è ciò di quanto io mi aspetto sia di vantaggio o di svantaggio,ma ne cambia il valore in base alla persona. L’atteggiamento ( ciò che mi piace ) deriva dalla aspettativa e sul valore che si attribuisce a quelle credenze,si possono avere le stesse aspettative,ma il valore che si da è diverso. Le emozioni Le emozioni giocano un ruolo importante nei nostri atteggiamenti in quanto da un valore fondamentale a cio che ci piace e a ciò che non ci piace,esiste una teoria a riguardo,dice che la semplice esposizione ripetuta ad uno stimolo lo renderà automaticamente più piacevole ( ad esempio un tormentone estivo ) ,questa teoria è de nita teoria della mera esposizione,esiste però un punto di noia in cui poi la familiarità di quella cosa annoia, no ad arrivare all’e etto soglia. La struttura degli atteggiamenti : la componente comportamentale La teoria dell’autopercezione de nisce che inferiamo un atteggiamento sulla base di un comportamento passato,avviene quando un atteggiamento è debole,questo perchè l’atteggiamento non è de nito e quindi si utilizza come base un atteggiamento passato o mio o delle persone che conosco. Ad esempio : mi invitano ad andare al sushi,io non ci sono mai stata,ma una mia amica mi ha detto che quando c’è andata si è sentita male,e allora io non ci vado e dico che non mi piace. Prevediamo quindi se una cosa ci piace in base a degli atteggiamenti o comportamenti passati. fi fi fi fi fi ff La polarità degli atteggiamenti Che tipi di atteggiamenti si possono avere ? Positivo Negativo Neutrale o indi erente Ambivalente Possiamo quindi distinguere diverse dimensioni : dimensione indi erente ( non mi interessa ) dimensione ambivalente ( un mix di emozioni positive e negative verso lo stesso oggetto di atteggiamento ) dimensione negativa ( non mi piace ) dimensione positiva ( mi piace ) Che tipo di ambivalenza abbiamo ? Ambivalenza mente e cuore : un con itto tra ciò che sentiamo e ciò che pensiamo Sono quindi valutazioni con ittuali tra le componenti a ettive e cognitive. Esempio : il sushi mi piace ( a ettiva ) ma non ha buona qualità ( cognitiva ) Un atteggiamento è de nito forte quando qualcosa è importante per noi,è importante per il proprio essere e di conseguenza si ha un atteggiamento forte : potrebbe essere il rapporto con i genitori,con il danzato ecc Oltre la forza,abbiamo l’estemità,più è estremo più è forte ( sia positivamente che negativamente ) Oltre l’estremità,abbiamo anche una resistenza al cambiamento e una accessibilità,che è una struttura cognitiva dell’associazione in memoria tra la rappresentazione dell’oggetto e la sua valutazione. Quindi riassumendo,ciò che rende forte un atteggiamento è : l’importanza L’estremità La resistenza al comportamento L’accessibilità Psicologia sociale Docen : An nio Aquino Lezione 4 La misura dell’atteggiamento L’autopercezione ( Bem,1972 ) Ripetiamo l’autopercezione : noi inferiamo gli atteggiamenti a partire dai comportamenti,cioè prevediamo un’azione prima di compierla,questa teoria si applica quando l’atteggiamento è debole. A cosa servono gli atteggiamenti ? Essi servono a sempli care la realtà,quindi hanno principalmente una funzione conoscitiva,dove rientrano gli stereotipi,hanno anche una funzione utilitaristica,cioè permettono di massimizare i bene ci e minimizzare i costi,cioè ci guidano verso ciò che ci fa stare bene,l’atteggiamento infatti ha come principio il farci stare bene e l’allontanare ciò che ci fa male. fi te to fi ff fi fi fl ff fl ff ff Molto spesso infatti siamo più atratti da ciò che ci fa stare male,come nei rapporti tossici,dove entra in gioco anche l’ambivalenza ( dopo averti trattato male ti chiede scusa ) ambivalenza = anche se mi tratta male mi chiede comunque scusa. Un errore che molte persone fanno è credere che lasciare un rapporto tossico sia facile,in realtà intercorrono moltissime dinamiche disfunzionali che purtroppo tendono a rinchiudere una persona in un circolo vizioso,di fatto esistono dei meccanismi che spiegano il perchè le persone sono atratte da situazioni disfunzionali e personr disfunzionali,ma questo perchè ? Questo perchè molte persone hanno la sindrome della croce rossina ( anche se è aggressivo lo cambierò ) oppure so rono di una forte dipendenza a ettiva A volte l'atteggiamento esprime anche i valori : ad esempio se si indossa una maglia con un simbolo politico questo ci identi ca in un partito speci co,è quindi una espressione dei propri valori,sono quindi delle scelte di vita. In ne,l’ultima funzione è quella ego-difensiva : quando si attua un atteggiamento negativo spesso lo si fa per proteggere la propria autostima ( ad esempio quando parliamo male di qualcuno che ci sta antipatico ) I pregiudizi Spesso la gente non espone il proprio atteggiamento liberamente,infatti quando si chiede a qualcuno se ha dei pregiudizi,di solito si tende a rispondere di no,ma noi possiamo capire quando una persona tende a difendersi senza ammettere realmente le proprie idee,ad esempio con le seguenti frasi : ‘ non sono razzista ma’ ‘non sono omofobo ma’ ,questo comportamento è de nito come una disabilità sociale. Le misure esplicite o dirette per misurare gli atteggiamenti Come strumenti di misura esplicita abbiamo : La scala Likert,il di erenziale semantico e il singol Item Perchè esplicito ? Perchè si chiede direttamente al soggetto la propria opinione La scala Likert La scala Likert è una serie di a ermazioni,che non vengono poste direttamente alla persona,ma vengono inserite su una scala una serie di a ermazioni che fa emergere un atteggiamento,forniamo un esempio : fi ff ff fi ff fi ff ff fi Abbiamo quindi una a ermazione o domanda che valuta l’atteggiamento del soggetto tramite una scala che si propone dal disaccordo all’accordo totale,altro esempio : Il nostro atteggiamento può essere positivo,negativo o ambivalente. La scala likert è anche utile per fare una statistica sulla disabilità sociale Il di erenziale semantico Al centro si mette l’oggetto di attegiamento,ed è composto da due opposti polari,utilizza 3 dimensioni : la valutazione ( bello-brutto ),la potenza ( forte-debole ) e l’attività ( lento-veloce ) sulla base delle risposte avrò una media. Questi aggettivi coprono una valutazione. MISURE INDIRETTE Quali misure sono implicite/indirette? Reazioni siologiche (sudorazione ad esempio), espressioni facciali (esempio sorridere) fanno parte delle misure indirette degli atteggiamenti impliciti. Fu condotto anche un esperimento dove annuendo con la testa si portavano le persone a provare piacevolezza verso un oggetto, rispetto a chi diceva no; quindi il “si” ci porta ad essere coerenti. Queste sono misure indirette. Anche le misure indirette sono a ette da critiche: perché chi mi garantisce che non incidono anche altri fattori? Quelle che noi conosciamo sono legate ai tempi di reazione. Esempio: l'e etto priming è una misura indiretta, che consiste nel mostrare uno stimolo per pochi millisecondi per poi far comparire una serie di aggettivi da selezionare. ff fi ff ff ff I PREGIUDIZI Qual è la variabile dipendente in questo? Voi risponderete: ma che cosa mi fa capire chi ha un pregiudizio? Secondo voi chi ha un pregiuzio dopo aver visto un volto nero e successivamente gli appare l’aggettivo “puzzolente”, quanto è veloce a capire il pregiudizio? È molto veloce perché sto misurando i tempi di reazione, ovvero quanto tempo impiego nel rispondere (questa può essere una domanda d’esame). Se io sono veloce vuol dire che la mia memoria associa il volto del colore agli aggettivi negativi più facilmente e in questo caso è detta attenzione. Se voi foste psicologhe o psicologi chiamati ad operare nella scuola professionale del pregiudizio verso le persone di colore, fate il prime, nella costruzione non dovete scegliere personaggi famosi perchè andrete ad attivare un’altra categoria. Dovete scegliere una persona di colore quanto più neutrale possibile perchè altrimenti si attiverà un’altra categoria. Quindi, quando andate a selezionare da internet le foto disponibili dovete scegliere persone comuni. Attenzione però, questa persona non deve avere un atteggiamento aggressivo perchè altrimenti il risultato è o ciato da questa aggressività che ti trasmette, quindi la selezione dei testimoni è molto delicata. In questo caso posso presentare foto oppure delle parole iniziali come prime, una categoria. Per esempio: abbiamo misurato lo stereotipo di geni che esisteva tra donne e uomini per un progetto, si pensava che le donne andassero peggio degli uomini in matematica. Questo è uno stereotipo che esiste e che fa parte talmente tanto della nostra cultura che ha portato a un’altra stereotipizzazione nelle bambine, per cui poi realmente le bambine vanno peggio degli uomini in matematica, ovviamente non tutte però siccome sono sottoposte a questo stereotipo, appena vedono i numeri dicono “no, non ci riuscirò mai” e questo rinforza lo stereotipo. MISURE IMPLICITE E ESPLICITE: PRIME e DIFFERENZIALE SEMANTICO L’altro compito implicito è l’implicit association test (I.A.T) e si va per blocchi, quindi oltre a presentarvi la persona di colore vi presento anche la persona bianca. In questo caso vi presento due stimoli, vedo se siete più veloci a rispondere ad aggettivi negativi e persone di colore e poi faccio lo stesso con l’altra persona, faccio una di erenza.Quindi nel prime io presento solo uno stimolo mentre nello I.A.T ne presento due associativi basati entrambi sui tempi di reazione. la di erenza è che io faccio proprio un confronto presentandovi sia il volto bianco che il volto di colore, entrambi nello stesso compito e lo scopo sarà vedere la di erenza. Secondo alcuni può essere anche più attendibile del prime perchè faccio il confronto, il principio però è lo stesso. LE MISURE INDIRETTE Esistono molte misure indirette utilizzate in passato e sono i comportamenti. Una misura indiretta che è stata utilizzata è la lettera smarrita, dopo gli attacchi terroristici del 2011 per poter misurare il pregiudizio degli americani verso le persone arabe, venivano fatte trovare delle lettere vicino alla cassetta della posta facendo nta che fossero cadute. In un caso la lettera era scritta da un americano, Mister Smith e nell'altro caso da Aliahn Anem (un nome arabo inventato dal professore). Veniva osservato quando le persone americane tendevano ad imbucare la lettera e notarono che lo facevano sempre se era scritta dagli americani, mai se era stata scritta da persone arabe, perchè era di uso che ci fosse l'attentato con l'antrace che veniva messo nelle buste ed esplode. Secondo alcune leggende il semplice nome arabo dopo l'attentato delle torri gemelle veniva ricondotto ad un pregiudizio. ff ffi ff ff fi ff L'ANSIA SOCIALE Che cos’è l’ansia sociale? L’ansia di stare nei luoghi dove ci sono tante persone, di stare vicino agli altri. Ci sono persone che possono avere l’ansia sociale, però senza arrivare a quella patologica, anche semplicemente un livello medio può portare a non sedersi perché, in questo caso, stare vicino agli altri ci mette a disagio e questo si dice che diventa una variabile di controllo. Per esempio: gli skinhead sono i neonazisti, anche qui è stato fatto un esperimento come quello dell’autobus (i neonazisti hanno un abbigliamento tipico, indossano giubbotti di pelle, scarponi di pelle e si rasano i capelli). Nell’esperimento viene fatto trovare questo abbigliamento su una sedia e si osserva quanto le persone si sedessero a distanza da questo abbigliamento, questa è anche un'espressione indiretta. Esempio: A Chieti durante una lezione è stato osservato che c’era una persona con disabilità motoria che generalmente si sedeva sempre davanti, un giorno a lezione disse: “professore posso dire una cosa alla classe? noto che la prima la dove io mi siedo la lasciate sempre vuota” gli altri risposero: “la lasciamo vuota perchè pensiamo di lasciarti spazio”. La ragazza risponde: “io in realtà occupo poco spazio perché ho il mio tavolino e la mia sedia a rotelle”. Questo nascondeva un pregiudizio però in senso buono, perché gli altri avevano l’idea che avesse bisogno di più spazio per la sedie a rotelle quindi, implicitamente, ma non è detto che sia così. Il prof dice che a volte sappiamo di avere un pregiudizio e lo nascondiamo, ma altre volte non siamo consapevoli di averlo, ma in realtà tutti abbiamo dei pregiudizi. Esiste una scala dove troviamo: -Il pregiudizio manifesto: dove io esprimo un pregiudizio liberamente, senza vergogna; -Il pregiudizio latente: è quello più sottile, caratterizzato da quello indiretto e implicito. Esistono gli egualitari, che dicono che in realtà non hanno né quello manifesto e né quello latente. Secondo gli autori questo è impossibile, almeno verso una categoria avrete sempre una forma di pregiudizio, anche indiretto. Una categoria può essere anche un gruppo e possono essere di qualunque tipo. PSICOLOGIA FORENSE E CRIMINOLOGICA Il prof chiede: “quanti di voi farebbero un intervento verso il recupero dei carcerati e quanti di voi pensano che un carcerato non potrà mai cambiare?”. Qualcuno risponde che con il sistema attuale è impossibile che una persona cambi, a causa del sistema che si è creato intorno. Dunque il sistema non agevola. fi Psicologia sociale Docen : An nio Aquino Lezione 5 Perchè l’atteggiamento è così importante in psicologia ? La prima ricerca sugli atteggiamenti avvenne grazie a le Piere ( 1934 ) che riteneva che non è sempre possibile prevedere comportamenti o atteggiamenti,egli fece un test sul campo sperimentando il fenomeno del razzismo in america,dove si è recato con alcuni asiatici in degli alberghi per trovare posto,sul posto gli veniva fornita la camera,quando provava a telefonare speci cando che la stanza era per due asiatici il telefono gli veniva chiuso in faccia. Di persone le persone non hanno il coraggio di dirteno nonostante ci sia in loro un pregiudizio molto forte,quersto esperimento fu talmente discusso che la psicologia pensò di non studiare più gli atteggiamenti in quanto riteneva non servisse a nulla. La relazione atteggiamento-comportamento Gli autori ritenevano cher se si riusciva a misurare l’atteggiamento sullo stesso livello del comportamento allora essi erano correlati : devono avere lo stesso livello di speci cità,la relazione quindi c’è,anche se l’atteggiamento non predice il comportamento. La teoria della azione ragionata Qual’è il predittore più immediato del comportamento ? È l’intenzione. Esempio: se voglio smettere di fumare devo avere l’intenzione di smettere. La relazione è quindi intenzione-comportamento : la teoria della azione ragionata il predittore più immediato del comportamento è l’intenzione,per poter modi care un comportamento c’è bisogno di costruire una intenzione per mettere in atto dei comportamenti,ci deve essere quindi la volontà di cambiare. Alcune persone però possono avere l’intenzione ma non sempre ci possono riuscire( es,non tutti riescono a smettere di fumare,anche se c’è l’intenzione ) ,questo modello quindi da per scontato che l’intenzione porti sicuramente al successo. Da cosa deriva l’intenzione ? Essa è formata dall’atteggiamento in cui richiama una aspettativa per valore,valutando i pro e i contro di un comportamento dando poi un valore nale. Noi molto spesso attuiamo un atteggiamento perchè ce lo dicono gli altri : in questo modello viene chiamato orme soggettive,dando un signi cato più rilevante a ciò che ci dicono gli altri. Esempio : se mia madre mi dice di smettere di fumare,sarò più invogliato a smettere perchè so che la fa stare male. La percezione di controllo : quanto la persona percepisce di poter cambiare,dalla teoria dell’azione ragionata al comportamento piani cato. Non è quanto in assoluto ce la fa,ma quanto ce la potrebbe fare,quindi si attua la auto e cacia Esempio : magari mi sento un fallimento ma non lo sono realmente. Quanto io penso di poter cambiare ? Se una persona di 120 kili che dimagrisce e arriva a 70 kili,ad un certo punto va incontro a degli ostacoli,va in crisi tornando a mangiasre male, no ad arrivare a ripesare 120 kili,ha quindi una percezione di controllo bassisisma. fi te to fi fi fi fi fi fi ffi Una persona quando sperimenta un fallimento è peggio di quando non si è mai provato a cambiare. La percezione di controllo è quanto la persona pensa di farcela. Domanda d’esame :Qual’è il predittore del comportamento ? È l’intenzione. Dai modelli statici ai modelli processuali esiste un terzo modello che parte dal presupposto che l’azione ragionata è un modello statico che prevede azione e comportamento,che prevede però tentativi in successi e fallimenti,quindi viene considerato un modello processuale,esistono infatti delle fasi che si attraversano durante il cambiamento,i fattori possono essere emotivi,sociali e sologici. I modelli processuali sono modelli un pò più complessi che prevedono delle fasi. Un modello processuale importante : il modello transteoretico Questo modello prevede 5 fasi : fase precontemplativa,fase contemplativa,fase di preparazione,fase di azione e fase del mantenimento. Fase precontemplativa : quando una persona mette un atto un comportamento dannosso che non vogliono modi care,gli interventi infatti saranno ine caci perchè non c’è una intenzione. Non c’è quindi intenzione di modi care il proprio comportamento. Non tutte le persone vogliono cambiare o migliorare. Fase contemplativa : quando qualcuno ha un desiderio che non ha mai trovato una attivazione completa,cioè un desiderio rimasto lì ma mai concretizzato ( da domani mi metto a dieta ) ( da domani smetto di fumare ) il cambiamento quindi non si manifesta mai nonostante ci sia un minimo di intenzione,si tende a rimandare il cambiamento. Fase di preparazione : qui iniziamo a modi care,si comincia a fare dei progetti per precon gurare ciò da fare per cambiare,ad esempio un pugile che si prepara al combattimento cercando di precedere delle strategie di attacco e difesa,quindi la preparazione precede l’azione. Fase dell’azione : ci si può preparare all’azione ma possono subentrare dei cambiamenti,nel momento in cui metto un atto un comportamento deve comunque essere a ancato quindi valutare il comportamento anche durante lo svolgimento dell’azione. Fase del mantenimento : tratta della di coltà di mantenere un determinato comportamento,non solo si inizia il cambiamento,ma si deve anche mantenere,ad esempio quando si fa la dieta,inizialmente si riesce a dimagrire ma poi bisogna mantenersi,quindi bisogna sapersi dosare e adeguarsi. Tutti pensano che cambiare un comportamento sia semplice,quando in realtà non lo è,è importante il benessere di una persona,proprio per questo motivo il cambiamento è qualcosa di di cile,perchè lento Ad esempio : quando il soggetto vive una relazione tossica, bisogna attuare il distacco emotivo mantendendo poi la lontananza emotiva,bisogna anche stare attenti ai ricatti,che sono di vario tipo,a ettivi,economici,emotivi,le relazioni tossiche creano una spirale negativa dipendente da cui è di cile uscire,è importante il cambiamento,ma esso è lento e passa attraverso delle fasi. In molte culture si tende a giusti care la violenza,ritenendo che alcuni fattori giusti cano atti violenti sia emotivi che sici,ad esempio,l’omicidio,sopratutto il femminicidio spesso viene svalutato ritenendo che la colpa sia della donna,magari per come era vestita,per il fatto che fosse molto libera sessualmente,o per aver tradito,in quel caso la violenza viene anche capita. ffi ffi ff fi fi fi fi fi ffi fi fi ffi ffi fi Teoria de a dissonanza cognitiva ( Festinger,1957 ) È una incoerenza tra una cognizione ed il comportamento : penso che gli animali siano a ettuosi ma li mangio,questa ad esempio,è una dissonanza. Deriva dal bisogno di mantenere coerenza tra le proprie cognizioni o comportamenti.La dissonanza provoca uno stato di disagio emotivo e l’individuo è portato a ristabilire l’equilibrio. Per poter modi care la dissonanza ( incoerenza tra cognizione e comportamento ) serve una strategia per ristabilire l’equilibrio. Esempio : Perchè le multe leggere in uenzano di più di quelle costose ? Chi riceveva una multa molto elevata trovava una giusti ca alla propria incoerenza,chi ha ricevuto una multa più bassa ritiene che non ci sia una valenza così forte quindi ci si auto convince che e ettivamente quel comportamento sia sbagliato. Chi ha modi cato il proprio atteggiamento è chi ha ricevuto una multa più bassa. Esperimento 20 do ari per una menzogna ( festinger e carlssmith 1959 ) I soggetti partecipavano a un espererimento molto noioso,in seguito dovevano riferire ad altri soggetti che in realtà il test era molto interessante,i soggetti venivano pagati : O 20 dollari o 1 dollaro ( variante indipendente ) I soggetti dovevano valutare il compito attraverso un questionario ( variante dipendente ) Dissonanza post decisionale Avvolte si prendono delle decisioni di cui ci pentiamo subito,in questa scelta ci si sente a disagio,le cose possono essere semplici però se si ritiene di aver sbagliato la situazione diventa più complessa,questa è deifnita dissonanza post decisionale,per poterla ridimensionare la dissonanza spesso sopravvalutiamo gli aspetti positivi della scelta fatta ( avvolte anche inventando vantaggi inestisenti ) Noi cerchiamo degli elementi positivi che non esistono per giusti care la nostra decisione Esempio : si sta con il proprio partner da tanto tempo,con il tempo il partner inizia a cambiare e a trattarci male,noi tenderemo a giusti care il suo comportamento,cioè ‘mi tratta male perchè è nervoso’ Ci si autoconvince che la propria scelta sia giusta,cercando anche cose che non esistono. Impegno e cambiamento nell’atteggiamento Il piede nella porta : ti chiedo un piccolo favore e poi te ne chiedo uno grande,perchè in qualche modo quella persona si sta impegnando per noi,quindi poi non riesceo più a dirci di no. Ad esempio : rmare una petizione richiede un piccolo sforzo ma quella rma vi fa sembrare coerenti agli occhi degli altri. Il piede nella porta : il tiro mancino Cialdini ha studiato il caso dei concessionari in auto,spesso in concessionaria vieni convinto ad acquistare un’auto a un determinato prezzo vantaggioso,poi al momento della rma del contratto vengono aggiunti molti optional che fanno lievitare il prezzo,queste sono de nite strategie di persuasione. Comunicazione persuasiva La persuasione tende a cercare di in uenzare un atte iamento in risposta ad un messa io che riguarda l’o etto di atte iamento. La perusasione è quando si vuole indurre qualcuno a cambiare il proprio atteggiamento attraverso un messaggio comunicativo,anche attraverso il convincimento. ff ff ll ll gg fi fi fi gg fl fi fl gg fi fi fi fi fi gg Il cambiamento è il risultato di una attività di elaborazione cognitiva delle informazioni che varia in funzione di determinate condizioni. Cosa rende efficace una comunicazione persuasiva ? L’approccio della scuola di Yale ( 1942 ) Il programma di studi analizza ‘chi dice cosa e chi’ Chi - caratteristiche della fonte della comunicazione Cosa - caratteristiche del messaggio A chi - caratteristiche del ricevente Questa tecnica veniva utilizzata per convincere le persone ad andare in guerra. La comunicazione persuasiva che funziona sempre però,non esiste,in assoluto si può pensare che la fonte credibile sia sempre più persuasiva di quella attraente,ma non è sempre così,in quanto ci sono delle fonti credibli e invece altre fonti attraenti. Ad esempio : Il dentifricio negli spot pubblicitari risulta più a dabile perchè certi cato da specialisti ( fonte credibile ) Altro esempio : mutande sponsorizzate da Belen Rodriguez ( fonte attrente ) In quanto le donne vedevano come modello mentre gli uomini erano attratti. Da una indagine condotta a livello internazionale è emerso che Jerry scotti è il personaggio più amato dagli italiani: perchè ? Perchè è simpatico,familiare,che richiama la tenerezza e la a dabilità,questo dimostra che la fonte attraente non è solo sica ma anche emotiva. Processi estesi Alcune teorie sono associate a processi più esteso che richiedono uno sforzo cognitivo maggiore. Su questa teoria si basa un famoso modello : il modello dell’elaborazione dell’informazione di mcguire. Ci sono diverse fasi : il processo persuasivo è costiuito da 5 fasi successive : Attenzione : ad esempio le pubblicità televisive mantengono l’attenzione stimolando la curiosità Comprensione dei contenuti : comprendere ciò che viene detto,in questo caso l’obbiettivo è far capire adeguatamente il contenuto. Accettazione : accettare ciò che viene detto Memorizzazione : ricordare l’informazione Comportamento : acquistare quell’azione Il modello viene sempli cato in due fasi : ricezione e accettazione,cioè ricevo il messaggio e lo accetto. Il modello della probabilità di elaborazione : petty e cacioppo Questo modello viene sviluppato negli anni 80 da petty e cacioppo,che hanno formato due modelli che poi hanno unito,secondo loro la persuasione è il frutto di due percorsi che si escludono a vicenda,cioè nella persuasione seguirò o un percorso o l’altro,ma quali sono i fattori che ci spingono a seguire un percorso ? Percorso centrale : si sta attenti ai dettagli della comunicazione analizzando i suoi particolari. Esiste però anche un’altro percorso,il percorso periferico. Percorso periferico : non seguo i dettagli ma mi lascio convincere da elimenti super ciali cioè non centrali alla comunicazione,ad esempio il tipo di testimonial,il tipo di colore utilizzato,una immagine,non mi sta dando una informazione di per sè utile ma è anzi un elemento super ciale che mi convince. fi fi ffi ffi fi fi fi Esempio : l’utilizzo di Antonio banderas è un percorso centrale o periferico ? È periferico,perchè non dava informazioni sul biscotto ma anzi era incentrato sull’attore. Ma quando siamo in uenzati da un percorso preciso ? In base alle mie attività cognitive,cioè quanto mi interessa e quali attività cognitive coinvolge. Quando siamo coinvolti e comprendiamo il contenuto seguiamo un percorso centrale,se ad esermpio,si è al supermercato a comprare dei biscotti,se dobbiamo comprarlo tanto per,non ci interessa come sono e quante calorie hanno,se dobbiamo invece comprarli per nostro nipote/ fratello,sapendo che i bambini sono soggetti sensibili,saremo motivati a comprare i biscotti guardando i valori nutrizionali,quindi qui abbiamo una motivazione. Motivazione - rilevanza del messaggio ricevente Abilità cognitiva - capacità stabili ( intelligenza e competenze necessarie ) L’altro modello sviluppato in contemporanea ritiene che si possano seguire sia percorso centrale sia periferico,quindi farci convincere sia da modelli periferici e centrali. Quali sono i fattori che ci inducono a seguire un percorso ? Motivazione e abilità cognitive. Il percorso centrale è più lento come processo ma molto più persistente,quindi è una strada più e cace nonostante sia più lungo e richieda più tempo. ffi fl

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