LM/SNT1 - Organizzazione Aziendale 1 (Riccò) PDF

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This document provides an overview of the Italian healthcare system and its financing. It covers topics such as prevention, diagnosis, and management of the system. It is lecture material for an undergraduate course on healthcare administration.

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LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) Docente: Prof. Matteo Riccò (Detto il Nerd) Contatti: [email protected] - 339.2994343 CFU = 1 ANNO = 2024-2025...

LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) Docente: Prof. Matteo Riccò (Detto il Nerd) Contatti: [email protected] - 339.2994343 CFU = 1 ANNO = 2024-2025 Calendario lezioni 1. Sistema Sanitario Italiano (8 novembre 2024) 2. Finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (21 novembre 2024) 3. Costruire il budget in sanità (28 novembre 2024) LEZIONE 1 – SISTEMA SANITARIO ITALIANO Il Sistema Sanitario è l’insieme organizzato delle persone, delle istituzioni e delle risorse umane e materiali il cui fine è la promozione, il recupero e il mantenimento della salute della popolazione. Prevenzione primaria: eliminazione delle cause della malattia e dei fattori di rischio per la salute. Prevenzione secondaria: individuazione delle malattie in fase precoce e arresto della loro evoluzione. Diagnosi e cura: identificazione della malattia e sua rimozione con la guarigione o il ritardo nel suo decorso. Riabilitazione: recupero delle capacità funzionali. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 1 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Come si finanzia un Sistema Sanitario? Le modalità di finanziamento si suddividono secondo il seguente schema SISTEMA UNIVERSALITSTICO Un sistema sanitario universalistico è un modello di assistenza sanitaria che garantisce a tutta la popolazione l'accesso ai servizi di prevenzione, cura e riabilitazione, indipendentemente dal reddito, dallo stato sociale o da altre condizioni, finanziato prevalentemente attraverso la fiscalità generale. I principi fondamentali sono: Universalità dei destinatari: l’accesso ai servizi sanitari non è subordinato a criteri di disponibilità finanziaria ed eleggibilità sociale, ma solo alla valutazione professionale della necessità di assistenza. Eguaglianza nell’accessibilità: eliminazione delle barriere geografiche mediante la programmazione territoriale dei servizi. Ampio spettro di intervento: livelli di assistenza tendenti alla globalità. Eguaglianza di trattamento: cure uniformi per tutti. Unicità di amministrazione: un singolo ente è responsabile di garantire le cure anche utilizzando diversi produttori. Condivisione del rischio finanziario: il contributo individuale è indipendente dal rischio di malattia e dai servizi ricevuti, ma determinato esclusivamente dalla capacità contributiva. Partecipazione dei cittadini: voto democratico e libertà di scelta. Art. 32 della Costituzione Italiana La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto delle persone umane. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 2 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche ATTO FONDANTE SSN: Legge 833 / 1978 Con la Legge n.833 del 1978 abbiamo l’istituzione del servizio sanitario nazionale (SSN). La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività mediante il Servizio Sanitario Nazionale. Il Servizio Sanitario Nazionale è costituito dal complesso delle funzioni, delle strutture, dei servizi e delle attività destinati alla promozione, al mantenimento ed al recupero della salute fisica e psichica di tutta la popolazione, senza distinzione di condizioni individuali o sociali e secondo modalità che assicurino l’eguaglianza dei cittadini… [art.1] Alla gestione della tutela della salute si provvede in modo uniforme sull’intero territorio nazionale mediante una rete completa di Unità Sanitarie Locali. L’Unità Sanitaria Locale è il complesso dei presidi, degli uffici e dei servizi dei Comuni (singoli o associati) e delle Comunità Montane, i quali, in ambito territoriale determinato, assolvono ai compiti del Servizio Sanitario Nazionale… [art. 10] Distribuzione: comunale / più comuni consorziati Gestione: comitato di gestione Composizione: politica - Il comitato di gestione è individuato dalla politica locale (comuni). - Le USL non hanno autonomia economica e di gestione (di fatto non c’è limite al deficit che le USL possono fare). - Non c’è previsione di controllo sulle prestazioni e sulla qualità delle prestazioni erogate. RIFORMA DEL SSN: Legge 502/1992 + 507/1993 + 229/1999 La Riforma del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), attuata attraverso le leggi 502/1992, 507/1993 e 229/1999, ha introdotto una serie di principi fondamentali volti a migliorare l’efficienza e l’efficacia del sistema sanitario. Tra questi, si evidenzia il principio della globalità degli interventi, che garantisce un approccio completo e integrato per la tutela della salute della popolazione. È stata ribadita l’importanza dell’uguaglianza dei cittadini nell’accesso alle cure, in linea con l’articolo 32 della Costituzione, che sancisce il diritto alla tutela della salute come diritto fondamentale dell’individuo e interesse della collettività. La riforma ha inoltre sottolineato l’importanza dell’unitarietà strutturale del SSN, garantendo una coerenza organizzativa e gestionale su tutto il territorio nazionale. Per migliorare l’efficacia delle politiche sanitarie, è stata rafforzata la programmazione nazionale delle attività sanitarie, assicurando un indirizzo univoco nella pianificazione e gestione delle risorse. È stato anche promosso il coinvolgimento dei cittadini, al fine di renderli parte attiva nella definizione e valutazione dei servizi sanitari. Un aspetto chiave della riforma è rappresentato dall’aziendalizzazione delle strutture sanitarie, che ha conferito maggiore autonomia alle aziende sanitarie, favorendo una gestione orientata ai risultati e al miglioramento continuo delle prestazioni. Questo processo è stato accompagnato dall’obiettivo di ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 3 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche garantire un rigoroso equilibrio finanziario, puntando alla sostenibilità economica del sistema e al controllo dei costi, senza compromettere la qualità e l’accessibilità delle cure. LEGGE 502/1992 (art. 1§1) La tutela della salute, come diritto fondamentale dell'individuo e interesse della collettività, è garantita nel rispetto della dignità e della libertà della persona umana. Questo obiettivo è perseguito attraverso il Servizio Sanitario Nazionale, costituito dal complesso delle funzioni e delle attività assistenziali dei Servizi sanitari regionali, oltre che da altre funzioni e attività svolte da enti e istituzioni di rilievo nazionale, nell’ambito dei conferimenti previsti dal decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112, nonché delle funzioni mantenute in capo allo Stato dallo stesso decreto. LEGGE 502/1992 (art. 1§2) Il Servizio Sanitario Nazionale assicura, attraverso le risorse finanziarie pubbliche individuate ai sensi del comma 3 e in coerenza con i principi e gli obiettivi indicati dagli articoli 1 e 2 della legge 23 dicembre 1978, n. 833, i livelli essenziali e uniformi di assistenza definiti dal Piano sanitario nazionale, nel rispetto dei principi della dignità della persona umana, del bisogno di salute, dell'equità nell'accesso all'assistenza, della qualità delle cure e della loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze, nonché dell'economicità nell'impiego delle risorse. LEGGE 502/1992 (art. 1§3) L'individuazione dei livelli essenziali e uniformi di assistenza assicurati dal Servizio Sanitario Nazionale, per il periodo di validità del Piano sanitario nazionale, è effettuata contestualmente all'individuazione delle risorse finanziarie destinate al Servizio Sanitario Nazionale, nel rispetto delle compatibilità finanziarie definite per l'intero sistema di finanza pubblica nel Documento di programmazione economico- finanziaria. Le prestazioni sanitarie comprese nei livelli essenziali di assistenza sono garantite dal Servizio Sanitario Nazionale a titolo gratuito o con partecipazione alla spesa, nelle forme e secondo le modalità previste dalla legislazione vigente. MA Art. 13, comma 1: Le regioni fanno fronte con risorse proprie agli effetti finanziari conseguenti all'erogazione di livelli di assistenza sanitaria superiori a quelli uniformi di cui all'articolo 1, all'adozione di modelli organizzativi diversi da quelli assunti come base per la determinazione del parametro capitario di finanziamento di cui al medesimo articolo 1, nonché agli eventuali disavanzi di gestione delle unità sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, con conseguente esonero di interventi finanziari da parte dello Stato. [La Corte Costituzionale, con sentenza 11 giugno-28 luglio 1993, n. 355 (in G.U. 1a s.s. 4/8/1993, n. 32), ha dichiarato l'illegittimità costituzionale del primo comma del presente articolo "nella parte in cui, nello stabilire l'esonero immediato e totale dello Stato da interventi finanziari volti a far fronte ai disavanzi di gestione delle unità sanitarie locali e delle aziende ospedaliere, non prevede una adeguata disciplina ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 4 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche diretta a rendere graduale il passaggio e la messa a regime del sistema di finanziamento previsto nello stesso decreto legislativo n. 502 del 1992"]. Art. 13, comma 2: Per provvedere agli oneri di cui al comma precedente, le regioni hanno facoltà, ad integrazione delle misure già previste dall'articolo 29 della legge 28 febbraio 1986, n. 41, di prevedere la riduzione dei limiti massimi di spesa per gli esenti previsti dai livelli di assistenza, l'aumento della quota fissa sulle singole prescrizioni farmaceutiche e sulle ricette relative a prestazioni sanitarie, fatto salvo l'esonero totale per i farmaci salva-vita, nonché variazioni in aumento dei contributi e dei tributi regionali secondo le disposizioni di cui all'art. 1, comma 1, lettera i), della legge 23 ottobre 1992, n. 421. Art. 13, comma 3: Le regioni, nell'ambito della propria disciplina organizzativa dei servizi e della valutazione parametrica dell'evoluzione della domanda delle specifiche prestazioni, possono prevedere forme di partecipazione alla spesa per eventuali altre prestazioni da porre a carico dei cittadini, con esclusione dei soggetti a qualsiasi titolo esenti, nel rispetto dei principi del presente decreto. LEGGE 502/1992 (art. 1§4) Le regioni, singolarmente o attraverso strumenti di autocoordinamento, elaborano proposte per la predisposizione del Piano sanitario nazionale, con riferimento alle esigenze del livello territoriale considerato e alle funzioni interregionali da assicurare prioritariamente, anche sulla base delle indicazioni del Piano vigente e dei livelli essenziali di assistenza individuati in esso o negli atti che ne costituiscono attuazione. Le regioni trasmettono al Ministro della sanità, entro il 31 marzo di ogni anno, la relazione annuale sullo stato di attuazione del piano sanitario regionale, sui risultati di gestione e sulla spesa prevista per l'anno successivo. LEGGE 502/1992 (art. 1§6) I livelli essenziali di assistenza comprendono le tipologie di assistenza, i servizi e le prestazioni relativi alle aree di offerta individuate dal Piano sanitario nazionale. Tali livelli comprendono, per il 1998-2000: a) L'assistenza sanitaria collettiva in ambiente di vita e di lavoro; b) l'assistenza distrettuale; c) l'assistenza ospedaliera. COSA SONO I LEA ? I livelli di assistenza sanitaria definiscono le garanzie che il S.S.N. si impegna ad assicurare nei confronti dei cittadini, al fine di realizzare la coerenza fra l’obiettivo generale di tutela della salute ed il finanziamento a disposizione. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 5 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Sono definiti essenziali i livelli di assistenza che, in quanto necessari (per rispondere ai bisogni fondamentali di promozione, mantenimento e recupero delle condizioni di salute della popolazione) ed appropriati (rispetto alle specifiche esigenze di salute del cittadino ed alle modalità di erogazione delle prestazioni), devono essere uniformemente garantiti su tutto il territorio nazionale e all’intera collettività, tenendo conto delle differenze nella distribuzione delle necessità assistenziali e dei rischi per la salute. LEGGE 502/1992 (art. 1§7) Sono posti a carico del Servizio sanitario le tipologie di assistenza, i servizi e le prestazioni sanitarie che presentano, per specifiche condizioni cliniche o di rischio, evidenze scientifiche di un significativo beneficio in termini di salute, a livello individuale o collettivo, a fronte delle risorse impiegate. Sono esclusi dai livelli di assistenza erogati a carico del Servizio sanitario nazionale le tipologie di assistenza, i servizi e le prestazioni sanitarie che: A. non rispondono a necessità assistenziali tutelate in base ai principi ispiratori del Servizio sanitario nazionale di cui al comma 2; B. non soddisfano il principio dell'efficacia e dell'appropriatezza, ovvero la cui efficacia non è dimostrabile in base alle evidenze scientifiche disponibili o sono utilizzati per soggetti le cui condizioni cliniche non corrispondono alle indicazioni raccomandate; C. in presenza di altre forme di assistenza volte a soddisfare le medesime esigenze, non soddisfano il principio dell'economicità nell'impiego delle risorse, ovvero non garantiscono un uso efficiente delle risorse quanto a modalità di organizzazione ed erogazione dell'assistenza. LEGGE 502/1992 (art. 1§8) Le prestazioni innovative per le quali non sono disponibili sufficienti e definitive evidenze scientifiche di efficacia possono essere erogate in strutture sanitarie accreditate dal Servizio sanitario nazionale esclusivamente nell'ambito di appositi programmi di sperimentazione autorizzati dal Ministero della sanità. LEGGE 502/1992 (art. 1§13) Il Piano sanitario regionale costituisce il piano strategico per definire gli interventi volti a raggiungere gli obiettivi di salute e garantire il funzionamento dei servizi, al fine di soddisfare le specifiche esigenze della popolazione regionale, in coerenza con gli obiettivi del Piano sanitario nazionale. Le regioni, entro 150 giorni dall'entrata in vigore del Piano sanitario nazionale, adottano o adeguano i propri Piani sanitari regionali, prevedendo modalità di partecipazione delle autonomie locali, come previsto dall'articolo 2, comma 2-bis. Inoltre, vengono coinvolte le formazioni sociali private senza scopo di lucro attive nell’assistenza sociale e sanitaria, le organizzazioni sindacali degli operatori sanitari pubblici e privati, nonché le strutture private accreditate dal Servizio sanitario nazionale. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 6 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche LEGGE 502/1992 (art. 10§1) Allo scopo di garantire la qualità dell'assistenza nei confronti della generalità dei cittadini, è adottato in via ordinaria il metodo della verifica e revisione della qualità e della quantità delle prestazioni, nonché del loro costo, al cui sviluppo devono risultare funzionali i modelli organizzativi e i flussi informativi dei soggetti erogatori, gli istituti normativi regolanti il rapporto di lavoro del personale dipendente, nonché i rapporti tra soggetti erogatori, pubblici e privati, e il Servizio sanitario nazionale. LEGGE 502/1992 (art. 10§2) Le regioni, nell'esercizio dei poteri di vigilanza e avvalendosi dei propri servizi ispettivi, verificano il rispetto delle disposizioni in materia di requisiti minimi e classificazione delle strutture erogatrici, con particolare riguardo all'introduzione e all'utilizzazione di sistemi di sorveglianza e di strumenti e metodologie per la verifica di qualità dei servizi e delle prestazioni. Il Ministro della sanità interviene nell'esercizio del potere di alta vigilanza. LEGGE 502/1992 (art. 10§3) Con decreto del Ministro della sanità, d'intesa con la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome e sentite la Federazione nazionale degli ordini dei medici e degli odontoiatri e degli altri Ordini e Collegi competenti, sono stabiliti i contenuti e le modalità di utilizzo degli indicatori di efficienza e di qualità. Il Ministro della sanità, in sede di presentazione della Relazione sullo stato sanitario del Paese, riferisce in merito alle verifiche dei risultati conseguiti, avvalendosi del predetto sistema di indicatori. LEGGE 502/1992 (art. 10§4) Il Ministro della sanità accerta lo stato di attuazione presso le regioni del sistema di controllo delle prescrizioni mediche e delle commissioni professionali di verifica. La rilevazione dei dati contenuti nelle prescrizioni mediche è attuata dalle regioni e dalle province autonome con gli strumenti ritenuti più idonei. Il Ministro della sanità acquisisce il parere della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano in ordine alla eventuale attivazione dei poteri sostitutivi. Ove tale parere non sia espresso entro trenta giorni, il Ministro provvede direttamente. LEGGE 502/1992 (art. 14§2) Le regioni utilizzano il suddetto sistema di indicatori per la verifica, anche sotto il profilo sociologico, dello stato di attuazione dei diritti dei cittadini, per la programmazione regionale, per la definizione degli investimenti di risorse umane, tecniche e finanziarie. Le regioni promuovono inoltre consultazioni con i cittadini e le loro organizzazioni anche sindacali ed in particolare con gli organismi di volontariato e di tutela dei diritti al fine di fornire e raccogliere informazioni sull'organizzazione dei servizi. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 7 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Tali soggetti dovranno comunque essere sentiti nelle fasi dell'impostazione della programmazione e verifica dei risultati conseguiti e ogniqualvolta siano in discussione provvedimenti su tali materie. Per le finalità del presente articolo, le regioni prevedono forme di partecipazione delle organizzazioni dei cittadini e del volontariato impegnato nella tutela del diritto alla salute nelle attività relative alla programmazione, al controllo e alla valutazione dei servizi sanitari a livello regionale, aziendale e distrettuale. Le regioni determinano altresì le modalità della presenza nelle strutture degli organismi di volontariato e di tutela dei diritti, anche attraverso la previsione di organismi di consultazione degli stessi presso le unità sanitarie locali e le aziende ospedaliere. LEGGE 502/1992 (RUOLI) GOVERNO: individua nell’ambito del PSN i Livelli Essenziali di Assistenza, ovvero la soglia minima delle prestazioni sanitarie a carico del SSN garantite a tutti i cittadini. REGIONI: definiscono le modalità organizzative e di finanziamento delle USL e delle aziende ospedaliere, nonché i criteri per la definizione delle piante organiche. Esercitano la funzione di vigilanza e controllo sulle USL e sulle Aziende Ospedaliere e di valutazione della qualità delle prestazioni. COMUNI: enti dotati di personalità giuridica, autonomia organizzativa, amministrativa, patrimoniale, gestionale e tecnica. Mantengono funzioni di coordinamento e vigilanza attraverso la conferenza dei sindaci. RIFORMA DEL SSN: Legge 502/1992 + 507/1993 + 229/1999 Aziende Unità Sanitarie Locali (AUSL): assicurano alla popolazione residente i livelli di assistenza fissati dal PSN e dal PSR. Aziende Ospedaliere (AO): enti autonomi con configurazione giuridica identica a quella delle AUSL. A.O. e A.S.L. sono soggetti con personalità giuridica pubblica, autonomia tecnica, patrimoniale, organizzativa e gestionale. Istituti di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS): Gli IRCCS sono ospedali di eccellenza che perseguono finalità di ricerca nel campo biomedico e nell’organizzazione e gestione dei servizi sanitari. Tale classificazione avviene attraverso il riconoscimento da parte del Ministero. Possono essere sia pubblici che privati. Aziende Ospedaliere – Universitarie: Le Aziende Ospedaliero-Universitarie sono strutture ospedaliere dove avviene la formazione del personale medico e paramedico. Possono essere più o meno integrate con l’Università (i Policlinici hanno un’integrazione maggiore). Possono essere pubbliche o private. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 8 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Case di Cura Private: Sono ospedali privati che svolgono la sola attività di cura. Nel quadro attuale del SSN sono in concorrenza con il pubblico. La stragrande maggioranza di esse è convenzionata con il SSN. LEGGE 229/1999 (art. 8 bis§3) “La realizzazione di strutture sanitarie e l’esercizio di attività sanitarie, l’esercizio di attività sanitarie per conto del Servizio sanitario nazionale e l’esercizio di attività sanitarie a carico del Servizio Sanitario Nazionale sono subordinate, rispettivamente, al rilascio delle autorizzazioni di cui all’articolo 8-ter, all’accreditamento istituzionale di cui all’articolo 8-quater, nonché alla stipulazione degli accordi contrattuali di cui all’articolo 8-quinquies. (...)” RIFORMA DEL SSN: Legge 502/1992 + 507/1993 + 229/1999 ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 9 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Direttore generale: - Nomina politica (Giunta regionale) - Gestione e rappresentanza - Responsabile del budget generale dell'azienda - Carica di 5 (3) anni Direttore sanitario: nominato dal Direttore generale (DG) Direttore amministrativo: nominato dal Direttore generale (DG) Direttore socio-sanitario assistenziale: - Nominato dal Direttore generale (DG) - Non previsto inizialmente, introdotto a macchia di leopardo dalla normativa regionale. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 10 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche COLLEGIO DEI REVISORI - Nominato dal Direttore Generale (in carica 5 anni) - Composto da 3 membri (Regione + M.E.F. + Sindaco) Vigila su: Osservanza delle leggi e Regolare tenuta della contabilità. Criteri di valutazione Appropriatezza: Pertinenza dell’uso di risorse per fornire un servizio in risposta a un bisogno che effettivamente necessita di quel servizio e non di un altro. Produttività: Rappresenta una misurazione quantitativa del rapporto tra risorse impiegate e servizi erogati in un determinato periodo di tempo. Efficacia / Efficienza: Efficienza: rapporto tra risorse e output. Efficacia: uso della risorsa per rispondere realmente a un bisogno/domanda e relativo effetto in termini di raggiungimento dell’obiettivo. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 11 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 12 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 13 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Determinazione dell'ambito territoriale Numero di ASL (o equivalenti) in Italia nel tempo: 1978: 659 2013: 143 1995: 228 2014: 140 2001: 197 2016: 121 2011: 146 2024: 110 2012: 145 ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 14 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche ACCREDITAMENTO L'accreditamento è un processo attraverso il quale un’agenzia o un’organizzazione autorevole valuta e riconosce che un’istituzione, un professionista o un corso di studi soddisfa standard predefiniti. Questo riconoscimento certifica che tali soggetti sono in grado di svolgere determinate funzioni e compiti in conformità agli standard richiesti. In ambito sanitario, l'accreditamento rappresenta un riconoscimento pubblico attestante che un’organizzazione o istituzione sanitaria soddisfa i requisiti e gli standard fissati da appositi organismi di accreditamento (Stato, Regioni, Province Autonome). Questo garantisce la capacità dell’ente accreditato di erogare determinate prestazioni sanitarie conformi agli standard di qualità stabiliti. L’accreditamento è un processo di valutazione, sistematico e periodico, che verifica l’intero sistema erogante. Non si focalizza solo su singoli aspetti, ma valuta con una visione complessiva tutto ciò che può influenzare la qualità delle prestazioni erogate e i loro esiti. Ha l’obiettivo di verificare la presenza dei requisiti (standard) necessari per l’erogazione di determinati livelli di assistenza. Rappresenta uno strumento per garantire la qualificazione degli erogatori e per promuovere l’autovalutazione e il miglioramento continuo della qualità. La procedura di accreditamento è indispensabile al soggetto erogatore per continuare ad essere considerato tale e garantisce il committente (l’istituzione che finanzia) sull’effettivo standard delle prestazioni fornite. FINANZIAMENTO SSN Il finanziamento del Servizio Sanitario si articola su due livelli principali: nazionale e regionale. Primo Livello: A livello nazionale, il finanziamento avviene attraverso il Fondo Sanitario Nazionale, che è a carico del bilancio dello Stato ed è determinato annualmente dalla legge finanziaria. Questo fondo viene ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 15 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche distribuito alle Regioni sulla base del numero di residenti, tenendo conto di alcuni correttivi come la mobilità interregionale, la coesistenza e conservazione del patrimonio immobiliare, le dotazioni tecnologiche e le condizioni sociosanitarie delle diverse aree. Secondo Livello: A livello regionale, il finanziamento locale si compone del Fondo Sanitario Regionale, integrato da entrate proprie, come i ticket sanitari e le prestazioni a pagamento, e da eventuali forme di indebitamento adottate per sostenere ulteriori spese sanitarie. LEZIONE 2 – FINANZIONAMENTO DEL SSN FINANZIAMENTO DEL SSN - LEGGE 56/2000 La Legge 56/2000 ha ridefinito il finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale (SSN), puntando su una maggiore responsabilità delle Regioni nella gestione delle risorse. Le risorse del Fondo Sanitario Nazionale vengono ripartite tra le Regioni secondo il criterio della quota capitaria ponderata, tenendo conto di fattori come l’età della popolazione e le condizioni sociosanitarie. Le Regioni, responsabili di garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), possono integrare i fondi statali con entrate proprie, come i ticket sanitari. La legge ha anche rafforzato i meccanismi di controllo sul disavanzo sanitario, imponendo misure correttive in caso di deficit e incentivando un utilizzo efficiente delle risorse, nel quadro di una crescente autonomia regionale. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 16 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche FINANZIAMENTO DEL SSN - LEGGE 56/2000 + LEGGE 296/2006 Livello centrale: Bilancio generale dello Stato (IVA + Fondo Sanitario Nazionale) Livello regionale: IRAP IRPEF (addizionale regionale) Bilancio regionale PA Bolzano, PA Trento, Friuli-Venezia Giulia, Valle d’Aosta, Sardegna: "fino a concorrenza del fabbisogno non soddisfatto dalle fonti di cui ai precedenti punti" (L. 296/2006, art. 1 §830) Sicilia: fino al 49,11% del fabbisogno sanitario Livello locale: Ticket Compartecipazione intra moenia FINANZIAMENTO DEL SSN - LEGGE 56/2000 + D.Lgs 68/2011 Il gettito derivante dall’Irap si è costantemente ridotto dal 2000; negli ultimi vent’anni è stato ridotto il campo di applicazione, fino ad escludere dal prelievo la quasi totalità dei redditi di lavoro durante il governo Renzi. La legge di bilancio per il 2023 ha esonerato dal pagamento dell’imposta i lavoratori autonomi e, nella legge delega di riforma del sistema tributario presentata dall’attuale governo, ne è prevista l’integrale abolizione. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 17 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Livello centrale: bilancio generale dello Stato (IVA + Fondo Sanitario Nazionale). L’ammontare delle risorse è fissato con legge statale (legge di bilancio). La distribuzione è determinata da accordi diretti con le Regioni, sia individualmente che tramite la Conferenza Stato-Regioni. In passato, il livello di finanziamento del SSN era stabilito con i cosiddetti Patti per la Salute (accordi finanziari e programmatici tra Governo e Regioni), recepiti dalla legge nell’ambito della programmazione di bilancio. Andamento nel tempo: ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 18 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche La quota premiale viene accantonata e successivamente distribuita in base ad accordi presi nell’ambito della Conferenza delle Regioni e Province autonome, i cui criteri non vengono necessariamente resi noti. Il suo scopo è quello di compensare eventuali svantaggi subiti da alcune Regioni, compresi i meccanismi di riparto adottati per la distribuzione delle altre risorse. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 19 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Legge 149/2011: la quota premiale era destinata alle Regioni che avessero istituito una centrale regionale per gli acquisti, aggiudicato almeno un certo volume di acquisizioni di beni e servizi attraverso procedure di gara e introdotto misure idonee a garantire gli equilibri di bilancio degli ospedali. Attualmente: la quota premiale è ripartita dal Ministro della Salute, di concerto con il Ministro dell’Economia e delle Finanze, e d’intesa con la Conferenza Stato-Regioni, anche tenendo conto dei criteri di riequilibrio indicati dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Fondo Sanitario Nazionale – Com’era Vs Com’è D.Lgs 68/2011: la Conferenza Stato-Regioni individua tre regioni benchmark tra le cinque indicate dal Ministro della Salute. Queste regioni sono selezionate in quanto ritenute migliori nel garantire i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) in condizioni di equilibrio economico, ovvero dimostrando efficienza e appropriatezza nell’utilizzo delle risorse ordinarie stabilite a livello nazionale (art. 27). Sulla base di queste regioni benchmark, viene determinato il costo standard per ciascun macro livello di assistenza (collettiva, distrettuale e ospedaliera) come la media pro capite pesata del costo registrato dalle regioni di riferimento. Per "pesata" si intende un costo aggiustato in base alla composizione anagrafica della popolazione. l costo standard delle regioni benchmark viene applicato alla popolazione pesata delle singole regioni per ottenere così il fabbisogno standard. La quota da destinare alla singola regione è data dal rapporto tra il fabbisogno della regione stessa e il fabbisogno nazionale standard. Fino al 2022, il principale fattore che determinava la quota capitaria distribuita alle regioni era rappresentato dall’età media della popolazione (popolazione anziana = maggiore consumo di risorse = maggiore distribuzione di risorse). Tale approccio penalizzava le regioni meridionali, caratterizzate da: Emigrazione interna: minor numero di residenti in età lavorativa e più alto numero di pensionati, ma anche un elevato numero di minori in età ad alto consumo di risorse nei primi anni di vita. Deprivazione e peggiori condizioni di vita: maggiore consumo di risorse sanitarie. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 20 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Con l’Intesa Stato-Regioni del 21 dicembre 2022 viene introdotto il concetto di “indice di deprivazione”, che considera anche i seguenti fattori: Tasso di mortalità della popolazione < 75 anni Incidenza della povertà relativa individuale Livello di bassa scolarizzazione Tasso di disoccupazione ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 21 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 22 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Ma se le spese superano il finanziamento? A differenza del privato, le strutture afferenti al SSN possono andare in rosso senza affrontare il rischio di fallimento. Tuttavia, rispondendo ai vincoli dell’aziendalizzazione, se le spese superano del 5% il finanziamento, la regione è tenuta al rientro sull’esercizio successivo. Di conseguenza, le regioni hanno la sostanziale possibilità di finanziare fino al 4,9% delle spese sanitarie senza incorrere in penali. Il mancato rientro sull’esercizio successivo porta al commissariamento, che prevede un piano di rientro (di solito articolato su 3 anni) per riportare il bilancio nei limiti. Il commissario straordinario può essere: Il Presidente della Regione (?) Nominato dal Presidente della Regione (?) Commissario straordinario individuato dal Ministero della Salute (non più previsto) In caso di piano di rientro, viene previsto un extra budget a scalare (ad esempio, il Piano di rientro del Lazio prevedeva tempo fa un extra-budget di circa 600 milioni sul primo anno, 400 milioni sul secondo e 300 milioni sul terzo). ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 23 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche LEZIONE 3 – COSTRUIRE IL BUDGET IN SANITÀ Diagnosis Related Groups (DRG) I Diagnosis Related Groups (DRG) sono un sistema di classificazione delle prestazioni ospedaliere basato su gruppi omogenei di diagnosi. Ogni DRG rappresenta un insieme di ricoveri accomunati da caratteristiche cliniche e di consumo di risorse simili. Questo sistema, nato negli Stati Uniti negli anni '70 presso l'Università di Yale, è stato ideato per migliorare la gestione e il controllo dei costi sanitari. A cosa servono 1. Rimborso: I DRG vengono utilizzati per calcolare il rimborso delle prestazioni ospedaliere da parte dei sistemi sanitari pubblici o delle assicurazioni. Il costo associato a ciascun DRG è predeterminato, in base alle risorse necessarie per il trattamento. 2. Monitoraggio: Permettono di monitorare l'attività ospedaliera e di valutare l'efficienza delle strutture. 3. Pianificazione e budget: Facilitano la programmazione delle risorse e il controllo dei costi. 4. Trasparenza: Forniscono una misura standardizzata per confrontare le prestazioni tra ospedali o regioni. Dove sono nati I DRG sono stati sviluppati negli Stati Uniti negli anni '70 e implementati per la prima volta nel sistema sanitario americano negli anni '80, con l'obiettivo di contenere i costi del programma Medicare. Successivamente, il sistema è stato adottato, con modifiche, da diversi Paesi, tra cui l'Italia, dove sono stati introdotti con il D.Lgs. 502/1992. Vantaggi 1. Controllo dei costi: Consentono una gestione finanziaria più prevedibile, riducendo le spese inutili. 2. Efficienza: Incentivano gli ospedali a ottimizzare l'uso delle risorse. 3. Standardizzazione: Permettono di uniformare la classificazione e il rimborso delle prestazioni. 4. Monitoraggio delle performance: Offrono un sistema per valutare e confrontare l'efficienza tra le strutture sanitarie. Criticità 1. Rischio di inappropriatezza: Gli ospedali potrebbero essere incentivati a dimettere i pazienti troppo presto o a selezionare i casi più remunerativi. 2. Sottostima delle complessità: Il sistema potrebbe non riflettere adeguatamente la complessità clinica di alcuni pazienti, specialmente quelli con comorbidità. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 24 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche 3. Focalizzazione sui costi: L'attenzione al contenimento dei costi può compromettere la qualità dell’assistenza. 4. Burocrazia: L'applicazione dei DRG richiede un sistema amministrativo complesso e ben strutturato. I DRG sono uno strumento essenziale per la gestione e il finanziamento dei sistemi sanitari moderni, ma il loro successo dipende da un’attenta regolazione e da un monitoraggio costante per evitare distorsioni e garantire un equilibrio tra efficienza, equità e qualità delle cure. Qualche definizione preliminare Efficienza: un sistema sanitario efficiente deve ottenere dalle risorse investite il massimo beneficio in termini di salute della popolazione. Efficacia: è la capacità di un intervento sanitario di ottenere gli esiti desiderati, e.g. riduzione della mortalità e della morbilità, miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Appropriatezza organizzativa: un intervento sanitario è appropriato se viene erogato «consumando» un’appropriata quantità di risorse, con particolare riferimento ai setting assistenziali e ai professionisti coinvolti. Appropriatezza professionale: un intervento sanitario è appropriato quando è di efficacia provata da evidenza; viene prescritto al paziente giusto, nel momento giusto e per la giusta durata; gli effetti sfavorevoli sono accettabili rispetto ai benefici. Ciclo della Programmazione e Controllo in Sanità Il ciclo di programmazione e controllo in sanità rappresentano un elemento fondamentale per garantire l’efficienza e l’efficacia delle organizzazioni sanitarie, permettendo di monitorare e migliorare l’uso delle risorse. Questo processo si basa su quattro pilastri principali, interconnessi tra loro in un ciclo continuo: programmazione strategica, budget, misurazione/contabilità e reporting e valutazione. 1. Programmazione strategica: La programmazione strategica è il punto di partenza del controllo di gestione. In ambito sanitario, serve a definire gli obiettivi di lungo termine, come migliorare i livelli di assistenza, ottimizzare le risorse o introdurre innovazioni tecnologiche. È un momento chiave per stabilire le priorità e orientare le attività verso i bisogni della popolazione. 2. Budget: Una volta definiti gli obiettivi strategici, il budget traduce queste priorità in risorse economiche. In sanità, ciò significa assegnare risorse finanziarie ai diversi centri di costo (ospedali, dipartimenti, ambulatori) in base ai servizi erogati e ai bisogni previsti. Il budget è uno strumento dinamico che consente di pianificare la spesa e verificare che non superi i limiti stabiliti. 3. Misurazione e contabilità dei centri di costo: La contabilità dei centri di costo (CdC) permette di monitorare come vengono utilizzate le risorse. Questo passaggio è cruciale per valutare l’efficienza di ogni unità operativa, tenendo conto dei costi sostenuti e delle prestazioni erogate. In sanità, ad esempio, si analizzano i costi per ricovero, intervento o paziente trattato, in relazione agli obiettivi prefissati. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 25 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche 4. Reporting e valutazione: Il reporting rappresenta la fase in cui si analizzano i risultati ottenuti rispetto agli obiettivi iniziali. Questo include la valutazione delle performance attraverso indicatori chiave, come tempi di attesa, qualità delle cure, costi sostenuti e soddisfazione dei pazienti. I dati raccolti servono per identificare criticità, migliorare i processi e aggiornare le strategie. Ruolo del controllo di gestione Il controllo di gestione collega tutti questi elementi, supportando il processo decisionale con informazioni dettagliate e strumenti pratici. In ambito sanitario, il suo obiettivo principale è garantire che le risorse disponibili siano utilizzate nel modo più appropriato per rispondere ai bisogni della popolazione. Il modello di controllo di gestione in sanità non si limita a monitorare i costi, ma aiuta a migliorare la qualità delle prestazioni, garantendo sostenibilità ed efficienza. È un processo ciclico, dove i risultati ottenuti influenzano le scelte strategiche future, adattandosi continuamente ai cambiamenti nei bisogni e nelle risorse. Budget Il budget, da non confondere con il conto economico, rappresenta contemporaneamente un processo formale, un documento e uno strumento di programmazione. Il budgeting è il processo formale con cui periodicamente i diversi organi d’impresa raggiungono un accordo sull’impiego e sull’allocazione delle risorse disponibili, definiscono gli obiettivi e i risultati, al fine sia di valutare le prestazioni di ogni organo, sia di migliorare il processo decisionale. Amigoni F, I sistemi di controllo direzionale, Giuffré 1979 Domanda d’esame :-) ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 26 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Il documento in cui tali obiettivi sono esplicitati, così come i rapporti periodici in cui vengono analizzati gli scostamenti tra obiettivi e risultati sono strumenti di comunicazione formale in alcune fasi del processo che costituisce lo strumento di controllo. Amigoni F, I sistemi di controllo direzionale, Giuffré 1979 Il budget rappresenta la programmazione annuale di un’azienda, descrivendo in modo chiaro tutti gli obiettivi e le azioni da raggiungere entro l’anno. Si tratta di un documento fondamentale, in quanto include non solo gli aspetti economici, ma anche quelli formativi e strutturali, tenendo conto delle risorse disponibili. Gli obiettivi definiti nel budget devono essere misurabili, ovvero quantificabili sia in termini di attività da svolgere sia di risorse necessarie. La programmazione è quindi l'elemento chiave per rendere operativi e misurabili tali obiettivi. Un elemento essenziale del budget è la presenza di processi di valutazione intermedia. Questi permettono di monitorare costantemente le spese sostenute, gli eventuali scostamenti rispetto ai piani e i risultati progressivi, per garantire che l’azienda resti allineata agli obiettivi prefissati. La stesura del budget, di norma effettuata all’inizio dell’anno, richiede una valutazione preliminare delle risorse economico- finanziarie disponibili e un’analisi approfondita dei piani e programmi da realizzare nell’arco temporale considerato. Tra i principali elementi che compongono il budget rientrano: I consumi previsti: ad esempio, l’acquisto di farmaci, dispositivi medici e altre spese necessarie al funzionamento dell’azienda durante l’anno. I programmi e i piani da sviluppare: come la formazione del personale su tematiche rilevanti quali la privacy, la prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza o il lavaggio delle mani. Gli investimenti: destinati, ad esempio, all’acquisto di macchinari o al miglioramento delle strutture. È importante sottolineare che gli investimenti, a differenza dei consumi, non sono considerati spese dirette. Essi vengono infatti ammortizzati nel tempo e, dal punto di vista fiscale, sono visti come strumenti per generare reddito, contribuendo alla sostenibilità economica dell’azienda. In sintesi, il budget non è solo un documento, ma uno strumento operativo che permette di pianificare e monitorare le attività e le risorse, garantendo che l’azienda possa raggiungere i suoi obiettivi in modo efficace ed efficiente. Il budget: cos’è e a cosa serve Il budget è uno strumento fondamentale per la gestione aziendale, che assolve molteplici funzioni: Programmazione: permette di pianificare gli obiettivi e le attività aziendali. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 27 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Responsabilizzazione e controllo: assegna obiettivi chiari e consente di monitorare l’uso delle risorse. Coordinamento e integrazione: favorisce l’allineamento tra le diverse unità organizzative. Motivazione: stimola il personale a raggiungere gli obiettivi prefissati. Comunicazione e trasparenza: rende chiari gli obiettivi e le risorse necessarie, migliorando la comunicazione interna. Cambiamento organizzativo: supporta l’adozione di nuovi processi e strategie per migliorare le performance. Come si organizza il budget L’organizzazione del budget si basa su alcune caratteristiche fondamentali: Globalità: deve considerare tutti gli aspetti rilevanti della gestione aziendale. Articolazione per centri di responsabilità: suddivide gli obiettivi e le risorse tra le varie unità organizzative. Quantificazione economico-finanziaria: traduce le attività e i piani in termini economici e finanziari. Articolazione annuale: copre un periodo temporale di un anno, allineandosi al ciclo gestionale. Flessibilità: deve poter essere adattato a eventuali cambiamenti o imprevisti, mantenendo la capacità di rispondere alle esigenze aziendali. Il budget è uno strumento multifunzionale che garantisce non solo la pianificazione e il controllo, ma anche il coinvolgimento e la trasparenza, rendendolo un elemento centrale nella gestione aziendale, soprattutto in ambiti complessi come quello sanitario. Come si compone il budget Devo rispondere ad una serie di domande: (dato contabile), da intendersi non solo come un 1) QUANTO MI COSTA? semplice consumo di risorse economiche, ma anche di tempo e risorse umane. (dato decisionale), perché ho deciso di affrontare 2) PERCHE’ MI COSTA? questa spesa. (dato organizzativo e professionale), chi mette in 3) COME MI COSTA? atto le attività previste e con quale consumo di risorse? 4) DOVE MI COSTA? (aspetti operativi), in quali contesti viene attuato. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 28 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Centro di responsabilità Il Centro di Responsabilità (CdR) rappresenta un’unità organizzativa all’interno di un’azienda, per la quale viene chiaramente identificato un responsabile dotato di autonomia decisionale e risorse proprie per raggiungere specifici obiettivi. Un CdR è costituito da un gruppo di persone che opera con il fine di perseguire un obiettivo aziendale e che è guidato da un dirigente, il quale si assume la responsabilità delle azioni intraprese. Nelle aziende di grandi dimensioni, i CdR sono spesso organizzati in una struttura gerarchica, dove ogni centro superiore è composto da un aggregato di CdR di livello inferiore. I CdR possono essere distinti in: Centri di prestazioni finali, come ambulatori o reparti di degenza, che forniscono servizi direttamente ai pazienti. Centri di prestazioni intermedie, come servizi amministrativi o diagnostici, che supportano indirettamente l’erogazione delle prestazioni finali. In base agli obiettivi e alla natura delle attività svolte, i CdR possono essere ulteriormente classificati come: Centri di ricavo: strutture focalizzate esclusivamente sul raggiungimento di obiettivi di fatturato. Questi centri non sono generalmente presenti nelle aziende sanitarie pubbliche. Centri di costo: strutture in cui vengono misurati i costi sostenuti per produrre un determinato prodotto o servizio, come ad esempio una sala operatoria. Centri di reddito: strutture dove l’attività viene valutata sia in termini di costi sostenuti sia di ricavi realizzati, come i reparti di degenza. Centri di investimento: strutture che, oltre a misurare il reddito generato, tengono conto del capitale impiegato, ad esempio una breast unit. L’introduzione del concetto di Centro di Responsabilità consente di ampliare la definizione di budget, inteso non solo come un piano generale dell’azienda, ma anche come l’insieme dei documenti che, per ogni CdR, definiscono in dettaglio gli obiettivi da raggiungere, i risultati attesi e le risorse necessarie per conseguirli. In questo modo, il budget diventa uno strumento operativo che integra pianificazione, monitoraggio e responsabilizzazione, garantendo una gestione più trasparente e orientata ai risultati. Il controllo di gestione Il controllo di gestione è un elemento fondamentale per la stesura del documento di budget, poiché consente di basare la pianificazione su un'analisi accurata dello storico aziendale. Questo processo richiede di determinare diversi aspetti chiave, tra cui: Le risorse utilizzate nell’anno precedente, Gli obiettivi prefissati, verificando se siano stati raggiunti o meno, Eventuali sforamenti, sia positivi che negativi, rispetto al piano iniziale. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 29 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Il confronto tra i dati storici e gli obiettivi futuri è reso possibile grazie al servizio di controllo di gestione, che monitora i processi, i sistemi, i costi e le tempistiche dell’azienda sanitaria. Questo servizio produce report dettagliati, che offrono una visione chiara del funzionamento e dell’andamento dell’azienda sanitaria. Grazie a queste analisi, è possibile identificare le aree critiche, ottimizzare le risorse e orientare la pianificazione verso obiettivi concreti e misurabili. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 30 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Recuperare efficienza dopo essere entrati nell’area dell’inefficienza richiede uno sforzo maggiore rispetto a quello necessario per mantenere un sistema efficiente nel tempo. Per valutare l’accettabilità di un processo o di un’attività, si parte sempre da un valore ideale come riferimento. Attorno a questo valore, viene costruito un intervallo di confidenza che definisce i limiti entro i quali il processo può essere considerato accettabile. Questo approccio permette di identificare deviazioni significative dall’obiettivo ideale e intervenire tempestivamente per correggerle, garantendo così un funzionamento efficace ed efficiente. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 31 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Il controllo di gestione ha l’obiettivo di orientare i comportamenti dei professionisti verso il raggiungimento degli obiettivi aziendali, garantendo un’efficace gestione delle attività (efficacia gestionale). Questo viene realizzato attraverso il miglior utilizzo possibile delle risorse disponibili (efficienza), assicurando che siano impiegate in modo ottimale per massimizzare i risultati e ridurre gli sprechi. In questo modo, il controllo di gestione diventa uno strumento fondamentale per allineare le azioni dei professionisti con gli obiettivi strategici dell’organizzazione sanitaria. Gli obiettivi del controllo di gestione comprendono una serie di attività volte a garantire l’efficienza e l’efficacia dell’organizzazione sanitaria: Formulare obiettivi a medio e lungo termine, o nel breve periodo, per orientare l’organizzazione verso traguardi concreti e raggiungibili. Misurare i risultati ottenuti, utilizzando indicatori chiari e condivisi, per verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi prefissati. Analizzare e comunicare i risultati, rendendoli comprensibili e accessibili ai vari livelli decisionali, per favorire una gestione trasparente. Capire le dinamiche che influenzano il funzionamento dell’organizzazione, identificando i fattori che contribuiscono al successo o alle criticità. Analizzare gli scostamenti, sia positivi che negativi, per individuare eventuali deviazioni rispetto agli obiettivi e adottare le necessarie misure correttive o migliorative. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 32 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Indipendentemente dal livello considerato, ogni obiettivo del budget deve avere un peso specifico assegnato dall’organizzazione. Questo peso deve rispondere a criteri fondamentali, essendo: Chiaro, per evitare ambiguità e garantire una comprensione condivisa. Sintetico, per esprimere in modo semplice e diretto il risultato atteso. Misurabile, affinché sia possibile valutare oggettivamente il raggiungimento dell’obiettivo. Veritiero, per rappresentare in modo realistico e trasparente la situazione e le risorse disponibili. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 33 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Contabilità analitica La contabilità analitica è uno strumento essenziale di controllo gestionale che consente di raccogliere, organizzare e analizzare i dati relativi a costi e ricavi, con riferimento a specifici oggetti di calcolo. Il suo scopo principale è supportare il processo decisionale, stimolare azioni coerenti con le decisioni prese e verificare che i risultati desiderati siano stati raggiunti. Per implementare la contabilità analitica, è necessario affrontare tre passaggi fondamentali: 1. Definire gli scopi: chiarire a cosa serve e perché si vuole introdurre. 2. Effettuare scelte operative: includono l’individuazione degli oggetti del calcolo (ad esempio, prodotti, attività, pazienti, percorsi diagnostico-terapeutici), la metodologia di calcolo e le modalità con cui la contabilità verrà gestita. 3. Stabilire tempi e fasi: pianificare il processo, definendo le tempistiche per l’analisi dei dati. Gli oggetti di calcolo possono essere molto variabili e comprendono attività specifiche (degenze, ambulatori), funzioni aziendali, centri di responsabilità, progetti o programmi sanitari, fino a percorsi diagnostico-terapeutici o singoli pazienti. La contabilità analitica permette di monitorare sia i costi (es. beni di magazzino, servizi, personale, attrezzature) sia i ricavi (es. ricoveri ospedalieri, specialistica ambulatoriale, vaccini, libera professione). Questo monitoraggio può essere effettuato: Ex ante, per stimare costi e ricavi futuri; Ex post, per analizzare costi e ricavi effettivamente sostenuti o realizzati. Infine, i destinatari dell’analisi possono variare, comprendendo unità operative, dipartimenti, l’intera azienda sanitaria o persino il livello regionale. La contabilità analitica si configura quindi come uno strumento fondamentale per decidere, controllare, definire obiettivi e valutare la sostenibilità di progetti e attività sanitarie. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 34 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Strumenti di rilevazione Gli strumenti di rilevazione possono essere suddivisi in base a tre aree principali: 1. Rilevazioni relative all’offerta: si focalizzano sugli aspetti operativi e organizzativi dell’azienda sanitaria, come il registro delle Schede di Offerta (SO), l'inventario delle attrezzature, i programmi di manutenzione, i turni degli operatori, l’apertura degli ambulatori, gli esiti clinici, il monitoraggio degli eventi avversi e delle infezioni ospedaliere. 2. Rilevazioni relative alla domanda: riguardano i bisogni dei pazienti e includono strumenti come le liste di attesa, i registri dei reclami, la programmazione dei follow-up, i piani terapeutici, le coperture vaccinali, i piani di screening e i registri di patologia. 3. Rilevazioni relative alla concorrenza: si occupano di analizzare il contesto competitivo, monitorando parametri come le degenze medie, le quote di mercato, i volumi di attività, i tempi medi di risposta e i costi di acquisto. Questi strumenti sono essenziali per raccogliere dati che supportano il processo decisionale, consentendo un’analisi accurata delle prestazioni aziendali, dei bisogni dei pazienti e del posizionamento dell’azienda rispetto al mercato. A questo punto, come costruire il budget? Il Budget può essere costruito (Domanda d’esame): Dall’alto (top-down): il processo di budget è gerarchico, dipende prevalentemente da obiettivi di SISTEMA (e.g. obiettivi del DG); Dal basso (bottom-up): le proposte di budget vengono formulate dai responsabili dei CDR (obiettivi LOCALI) MISTO: comprende obiettivi di SISTEMA e obiettivi LOCALI Processo top-down Il processo top-down è una metodologia di pianificazione in cui le decisioni e le linee guida vengono definite a livello centrale e poi trasmesse ai livelli organizzativi inferiori per l'attuazione. Questo processo, applicato alla gestione del budget in sanità, si articola nelle seguenti fasi: 1. Stima della domanda di prestazioni o delle attività da erogare: si analizzano i bisogni previsti basandosi sul controllo di gestione e sui dati storici, per prevedere il volume di attività richiesto. 2. Formulazione delle previsioni di budget: si elaborano previsioni economiche e finanziarie coerenti con la domanda stimata. 3. Processo di negoziazione: si confrontano le previsioni con i responsabili delle unità operative o delle aree coinvolte, per assicurare che siano realistiche e condivise. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 35 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche 4. Verifica delle compatibilità economiche, organizzative e tecniche: si analizza la sostenibilità del budget rispetto alle risorse disponibili, alle capacità organizzative e ai vincoli tecnici. 5. Formulazione del budget: si definisce il documento finale di budget, con gli obiettivi e le risorse assegnate. 6. Formulazione del bilancio preventivo: il budget viene tradotto in un bilancio preventivo, che rappresenta una visione complessiva e anticipata delle risorse e degli obiettivi dell’organizzazione. Il processo down-up, al contrario, prevede che la pianificazione parta dai livelli operativi per poi risalire verso i livelli superiori, rendendolo sostanzialmente l’opposto del top-down. Il Master Budget rappresenta un documento fondamentale che raggruppa i budget relativi alle unità organizzative il cui operato rientra nell’ambito della gestione caratteristica dell’azienda. È uno strumento che fornisce una visione complessiva delle risorse e degli obiettivi aziendali. A questo si possono affiancare altri documenti specifici, come il Budget degli Investimenti, che riguarda le risorse destinate a nuove infrastrutture o tecnologie, e il Budget Finanziario, che si occupa della gestione dei flussi di cassa e della sostenibilità economica complessiva. Componenti del sistema di budget Il sistema di budgeting si articola in due dimensioni principali: struttura e processo. 1. Aspetti strutturali: Riguardano la definizione dei piani per i Centri di Responsabilità (CdR), che includono obiettivi specifici e responsabilità chiare per ogni unità organizzativa. È necessaria una chiara assegnazione dei contenuti di responsabilità e l’organizzazione di un sistema strutturato che supporti il funzionamento del budget. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 36 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche 2. Aspetti di processo: Includono il modello di contrattazione, che può essere autoritario (decisioni imposte dall’alto), contrattuale (condivisione di decisioni tra i vari livelli) o partecipativo (coinvolgimento diretto dei responsabili delle unità operative). Si definisce la direzione del processo decisionale, che può seguire un approccio top-down (dall’alto verso il basso) o bottom-up (dal basso verso l’alto). Si identificano gli attori coinvolti, come i responsabili dei CdR, la direzione generale e il comitato di budget, e si specificano le diverse fasi del processo. Processo di budgeting Il processo di budgeting prevede una serie di passaggi che mirano a garantire la coerenza tra gli obiettivi aziendali e le risorse disponibili: 1. Definizione del quadro di riferimento aziendale: il direttore generale (DG) stabilisce le linee guida generali e gli obiettivi strategici. 2. Invio delle schede di budget ai CdR: ogni centro di responsabilità riceve istruzioni per predisporre le proprie proposte. 3. Formulazione delle proposte di budget: i responsabili dei CdR elaborano i piani specifici in base alle proprie esigenze e agli obiettivi assegnati. 4. Verifica della compatibilità: le proposte vengono esaminate per garantire la sostenibilità economico-finanziaria e l’allineamento con la programmazione aziendale. 5. Negoziazione: si procede a un confronto tra i diversi livelli organizzativi per finalizzare le proposte, assicurando coerenza e condivisione degli obiettivi. 6. Realizzazione del budget generale: il budget complessivo dell’azienda viene finalizzato, aggregando le proposte approvate e strutturandole in un unico documento operativo. Questo approccio garantisce una pianificazione integrata e coerente, facilitando il monitoraggio delle attività e il raggiungimento degli obiettivi aziendali. Il processo di budgeting, quindi, non è solo uno strumento tecnico, ma rappresenta anche un momento chiave di coordinamento e condivisione tra i vari attori coinvolti. Ma cos’è una scheda di budget? La scheda di budget è uno strumento fondamentale per la formulazione del budget, progettato per fornire una panoramica completa del Centro di Responsabilità (CdR). Grazie a questo strumento, è possibile raccogliere informazioni dettagliate e proposte relative a diversi aspetti operativi, tra cui: Livelli di attività, Personale, ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 37 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Consumi, Attrezzature, Interventi strutturali. La scheda di budget definisce uno schema di riferimento che i CdR utilizzano per elaborare le proprie proposte. Questo schema permette di strutturare e standardizzare le informazioni, facilitando il consolidamento delle proposte provenienti dai diversi CdR in un unico documento aziendale. Inoltre, le schede di budget sono utili per il monitoraggio successivo, poiché le proposte approvate diventano la base per il controllo di gestione. Per essere efficace, una scheda di budget deve avere alcune caratteristiche fondamentali: 1. Comprensibilità: deve essere chiara e facile da consultare, per garantire un utilizzo pratico ed efficace. 2. Completezza: deve includere tutte le informazioni necessarie al processo di budgeting. 3. Equità percepita: deve essere considerata equa dai CdR, per favorire la partecipazione e l'accettazione del processo. 4. Omogeneità: deve essere uniforme e applicabile a tutte le funzioni aziendali, per garantire coerenza tra i diversi ambiti organizzativi. La scheda di budget non è solo uno strumento tecnico, ma un mezzo di coordinamento che permette di standardizzare il processo di pianificazione e di controllo, contribuendo alla trasparenza e all’efficacia della gestione aziendale. Processo di negoziazione del budget Il processo di negoziazione del budget si articola in diverse fasi, ognuna delle quali è essenziale per garantire la coerenza tra gli obiettivi aziendali e le risorse disponibili: 1. Predisposizione delle linee guida e delle schede di budget: vengono definiti i criteri e gli strumenti che guideranno il processo di budgeting, come le schede di budget destinate ai Centri di Responsabilità (CdR). 2. Negoziazione tra CdR, macroaree e dipartimenti: i responsabili dei CdR discutono e condividono le loro proposte con i referenti delle macroaree o dei dipartimenti, per garantire che gli obiettivi siano allineati e realistici. 3. Negoziazione tra macroaree, dipartimenti e Direzione Generale (DG): si procede al confronto con la DG, che valuta le proposte e verifica la coerenza con la programmazione strategica aziendale. 4. Adozione del budget: una volta finalizzato, il documento di budget aziendale viene approvato. Esso comprende elementi chiave quali: Livelli di attività da garantire, ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 38 LM/SNT1 - Laurea magistrale in Scienze infermieristiche ed ostetriche Consumo previsto delle risorse, Allocazione del personale, Piano degli investimenti, Piano di manutenzione, Piano degli acquisti. Cosa succede dopo l’approvazione? 1. Monitoraggio periodico: il Servizio di Controllo di Gestione monitora regolarmente l’andamento delle attività, verificando eventuali scostamenti tra i dati previsti e quelli effettivi. 2. Rinegoziazione in caso di scostamenti rilevanti: se emergono differenze significative rispetto al budget negoziato, dovute a fattori imprevedibili, può essere redatto un budget modificato per adattarsi alla nuova situazione. 3. Elaborazione del preconsuntivo: verso la fine dell’anno, viene elaborato un preconsuntivo di budget, che serve come base per l’avvio del nuovo processo di budgeting per l’anno successivo. 4. Valutazione degli obiettivi: i risultati ottenuti vengono confrontati con gli obiettivi prefissati, per valutare le performance individuali e aziendali, migliorando così il processo di pianificazione futura. Questo approccio strutturato consente di garantire un uso efficace delle risorse, mantenendo la flessibilità necessaria per rispondere a imprevisti e ottimizzare i risultati aziendali. ORGANIZZAZIONE AZIENDALE 1 (Riccò) 39

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