La sostenibilità economica: il livello aziendale PDF

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Università degli Studi di Ferrara

Emidia Vagnoni

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sostenibilità economica gestione aziendale riforme sanitarie analisi di costi

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This presentation discusses economic sustainability at the company level, providing insights into healthcare service reforms. It covers key concepts like efficiency, effectiveness, and cost analysis within the Italian healthcare system.

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La sostenibilità economica: il livello aziendale Emidia Vagnoni Riforme del Servizio Sanitario Nazionale Prima Riforma: L. 833/1978 Seconda Riforma: D. Lgs. 502/1992 e successive modificazioni Terza Riforma: D. Lgs. 229/1999 (Decreto Bindi) ………...

La sostenibilità economica: il livello aziendale Emidia Vagnoni Riforme del Servizio Sanitario Nazionale Prima Riforma: L. 833/1978 Seconda Riforma: D. Lgs. 502/1992 e successive modificazioni Terza Riforma: D. Lgs. 229/1999 (Decreto Bindi) ……… 2 All’attuazione della Prima Riforma … Le USL erano istituzioni pubbliche prive di autonomia e di personalità giuridica Il sistema di finanziamento era del tipo “a pié di lista” (le usl venivano finanziate sulla base della spesa storica) Il sistema informativo-contabile era centrato sul monitoraggio del solo equilibrio finanziario 3 La Seconda Riforma introduce... La USL - AZIENDA Nuovi principi di gestione Forme di controllo sociale Un rinnovato sistema informativo Un nuovo sistema di finanziamento Le premesse per la riorganizzazione 4 La USL diventa Azienda Le Unità Sanitarie Locali, infatti, sono aziende dotate di personalità giuridica pubblica e di autonomia contabile, amministrativa, finanziaria, patrimoniale, tecnologica, organizzativa. Inoltre, gli ospedali che presentano determinati requisiti possono costituirsi in azienda. 5 I Principi di Gestione Economicità trasparenza equità qualità accessibilità …... 6 I Principi di Gestione “…verificare, mediante valutazioni comparative dei costi, dei rendimenti e degli andamenti, la corretta ed economica gestione delle risorse attribuite ed introitate nonché l’imparzialità e il buon andamento dell’azione amministrativa” (art. 3, comma 6, D. Lgs. n 502/1992) “…contabilità per centri di costo e centri di responsabilità” che sostituisce la tradizionale contabilità finanziaria (art. 5, D. Lgs. n 502/1992) 7 “3 E” Paradigma ECONOMICITA’ EFFICIENZA EFFICACIA 8 Economicità Per ogni tipologia di azienda l’“economicità” Rappresenta la condizione di esistenza dell’azienda E’ l’attitudine da parte degli output di coprire almeno gli input nel tempo: ciò significa che l’azienda ha prodotto beni/ servizi o ha soddisfatto altre tipologie di bisogni individuali e collettivi per un valore (riconosciuto dalla comunità) tale da coprire almeno il valore degli input utilizzati E’ la traduzione sul piano economico del carattere dell’autonomia dell’azienda (capacità di sostenersi da sola, nel tempo) 9 Economicità L’economicità può essere definita come il grado di utilità creata data la composizione quali-quantitativa delle risorse allo scopo impiegate. Come misurare l’utilità? 10 Analisi di Efficienza EFFICIENZA = COSTO DELLE RISORSE OUTPUT OUTPUT??? N. Prestazioni sanitarie N. Pazienti partecipanti ad un trattamento N. Sperimentazioni 11 Analisi di Efficacia EFFICACIA = Grado di raggiungimento di un obiettivo (sia qualitativo che quantitativo) OBIETTIVO??? N. pazienti dimessi N. anni di vita salvati N. giornate di degenza ridotte Miglioramento della qualità della vita 12 I Costi e l’efficacia (fonte: Corelien et al, 2018) Quali strumenti per l’analisi economica?? Le metodologie di cost accounting fondate sull’utilizzo di: Budget Centri di Costo e Centri di Responsabilità Indicatori di performance economica …e clinica consentono di creare le informazioni per monitorare il trade-off tra efficienza ed efficacia 14 Perché classificare e analizzare i costi o Rilevanza della spesa sanitaria a livello nazionale, regionale e locale o Finanziamento sanitario è pubblico o Principio di accountability delle Aziende Sanitarie o Responsabilizzazione sui costi (obiettivi di budget) 15 Perché conoscere le diverse tipologie di costo o Conoscere i costi aiuta a raggiungere l’obiettivo di efficienza nella produzione delle prestazioni e dei servizi erogati: produrre il livello di qualità scelto al costo più basso possibile o Il sistema di finanziamento a prestazione e improntato la budget richiede un’attenta valutazione dei costi da confrontare con le tariffe di rimborso o con il budget a disposizione o Le informazioni sui costi sono alla base delle scelte, dunque del processo decisionale riguardo per esempio ai volumi di prestazioni da produrre o alla possibilità di esternalizzare la produzione di determinate attività, o anche l’ipotesi di attivare o meno un servizio 16 Perché conoscere le diverse tipologie di costo o Responsabilizzare gli utilizzatori dei fattori produttivi sulle risorse loro assegnate e consumate attraverso il loro processo di scelta e le loro azioni o Avere informazioni sulle tipologie di costi che incidono maggiormente: a livello aziendale, a livello di dipartimento o di unità, a livello di attività o prestazione 17 Differenza tra costo e spesa o Spesa: esborso finanziario, può essere collegato o meno al sostenimento di un costo o Costo: valore delle risorse consumate per offrire un determinato servizio/ prestazione, nel breve termine non è sempre immediatamente identificabile con la spesa (es. ammortamento) NB Attenzione alla terminologia anche sui Ricavi (valore attribuito ai servizi/ prestazioni offerte) 18 Concetto di Costo Il costo è la valorizzazione monetaria delle risorse consumate (da consumarsi) per un qualche scopo: 1. Il costo quantifica un impiego di risorse 2. Utilizzando un comune denominatore 3. Ha sempre a riferimento uno scopo, un obiettivo: un “oggetto” del costo: una qualunque cosa per la quale sia desiderata una misurazione separata del costo 19 Possibili «oggetti di costo» Servizio sanitario Programma sanitario Percorso terapeutico Intervento a domicilio Funzione (amministrazione, ad es.) Unità organizzativa Categoria di pazienti (pazienti diabetici, etc) … 20 Costi Fissi e Costi Variabili La teoria economico-manageriale afferma che, se operiamo nel breve periodo, possiamo distinguere i costi in due grandi categorie: Costi FISSI Costi VARIABILI Breve periodo: un intervallo di tempo all’interno del quale siamo vincolati nelle scelte dagli impegni presi nei periodi precedenti. Nel breve periodo dunque, l’azienda si trova a disporre (per effetto delle decisioni passate) di determinati impianti (strutture, tecnologie, ecc.) e si limita a scegliere esclusivamente la combinazione fra lavoro e materiali di consumo. 21 Costi Fissi Sono quei costi che nel breve periodo non variano al variare del volume di produzione. Con il concetto “fissi” si intende che essi variano con il tempo piuttosto che con la quantità. Questo significa che, se una struttura ospedaliera decidesse di variare la produzione (aumentarla; diminuirla; cessarla), essi rimarrebbero “vivi” e la loro entità non varierebbe. Alcuni esempi di costi fissi in sanità: I contratti assicurativi stipulati dagli ospedali I contratti di fornitura per servizi esterni come lavanderia e cucina L’ammortamento annuo delle apparecchiature per l’unità operativa «X»… 22 Costi Variabili Sono quei costi che variano in maniera proporzionale al variare del volume di produzione. Essi nascono e si attivano, solamente quando si decide di avviare il processo produttivo per produrre una prestazione od un servizio sanitario. Alcuni esempi di costi variabili sono: Materiali di consumo come: farmaci; presidi sanitari; reagenti di laboratorio (!?) Consulenze specialistiche esterne 23 Ad esempio…. Analisi costi fissi-costi variabili: finalità La classificazione dei costi in fissi e variabili permette di ottenere informazioni al fine di: Determinare l’incidenza di una tipologia di costi nella produzione di una prestazione o di un servizio erogato Effettuare valutazioni sulla convenienza economica nella produzione di determinati volumi di prestazioni (analisi del punto di pareggio) Determinare il margine di contribuzione (MdC) 25 Il Margine di Contribuzione È un indicatore economico che permette di effettuare valutazioni sulle risorse monetarie a disposizione per la copertura dei costi fissi di produzione. È dato dalla seguente relazione: Margine di contribuzione = ricavi – costi variabili Il margine di contribuzione non rappresenta un guadagno, ma indica il contributo di ogni singola prestazione erogata (o gruppi di prestazioni), alla copertura dei costi fissi. Esso può essere calcolato sia a livello di singola prestazione o servizio erogato, che a livello di dipartimento o unità operativa 26 Il Margine di Contribuzione Nota importante: la presenza di margini di contribuzione unitari positivi è una condizione necessaria, ma non sufficiente a realizzare un risultato economico positivo. I volumi prodotti giocano un ruolo fondamentale alla copertura dei costi fissi totali. Esempio di margine di contribuzione unitario: Supponiamo che il laboratorio di radiologia effettui solamente risonanze magnetiche muscoloscheletriche. La tariffa è di € 172; il totale dei costi variabili è pari a € 72 a prestazione; i costi fissi totali sono pari a € 100.000. Margine di contribuzione unitario = 172€ - 72€ = 100€ Se 100 è il margine di ciascuna prestazione, per coprire i costi fissi rimanenti dovrò effettuare =100000/100=1000 prestazioni. Per coprire tutti i costi totali e realizzare un risultato economico positivo serviranno almeno 1000 prestazioni. 27 Il significato del Margine di Contribuzione Ru RICAVI Solo dopo avere riempito il Ru “recipiente dei costi fissi “ il R.O. è > 0 ΔMdC = ΔR.O. Costi Variabili mdc Margine di Contribuzione Bilancio Cvu dell’Azienda mdc Cvu Costi Fissi Risultato operativo 28 Costi Totali Rappresentano la somma tra i costi fissi ed i costi variabili. La relazione matematica che li descrive è la seguente: La rappresentazione grafica dei costi fissi, variabili e totali COSTI FISSI COSTI VARIABILI TOTALI TOTALI Volume attività Volume attività COSTI TOTALI 29 Volume attività Relazione tra costo totale e volume € 2.000 - 1.800 - 1.600 - 1.400 - 1.200 - 1.000 - 800 - 600 - 400 - 200 - Fissi 0 - | | | | | 30 50 100 150 200 250 Volume (V) Diagramma del Punto di Pareggio Costi Ricavi totali Ricavi area di profitto Costi totali € 5.000 Dati: Costi fissi = € 2.000 CFT area di perdita Costo variabile u. = Volume € 120 di pareggio Prezzo di vendita = € 200 25 Volume di 31 vendita/erogazione Il Volume di Pareggio Ricavi totali = Costi Totali Qp x Pr = Qp x CVU + CFT Qp x (Pr - CVu) = CFT Qp = CFT / (Pr - CVu) Qp = CFT / (Pr- CVu) 32 Alcune considerazioni… Nel breve periodo i costi fissi totali rimangono costanti al variare della produzione. Se una unità operativa producesse una sola prestazione, tutto il peso dei costi fissi totali ricadrebbe su di essa. Questo significa che più cresce il numero delle prestazioni, più i costi fissi totali si vanno a spalmare su un numero maggiore di prestazioni, diminuendo in questo modo la quota (incidenza) su ogni singolo prodotto. Tale quota viene denominata: Costo Fisso Unitario ed il suo ammontare diminuisce fino a raggiungere il valore minimo in corrispondenza della capacità produttiva massima. 33 Alcune considerazioni… Se si assume che il costo variabile totale abbia un andamento lineare, allora significa che il costo variabile per produrre la prima unità di output e la centesima, è esattamente lo stesso. Il costo variabile complessivo, necessario a produrre una unità di output è detto: Costo Variabile Unitario e per le ipotesi fatte in precedenza sul costo variabile totale, è costante per qualsiasi livello di produzione. 34 Alcune considerazioni… Di seguito si riporta il grafico che sintetizza gli andamenti del costo fisso unitario e del costo variabile unitario. costi Costo fisso UNITARIO Costo medio UNITARIO Costo variabile UNITARIO Quantità prodotta 35 Relazione fra costo unitario e volume € 12 - 11 - 10 - 9 - 8 - 7 - 6 - 1 - 0 - 100 200 400 1.000 2.000 Volume (unità) 36 Calcolare il punto di pareggio: Costi diretti e costi indiretti Costi diretti e costi indiretti …la relatività della classificazione

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