SORDI - Domande Riassuntive - Capitolo 2 PDF
Document Details
Uploaded by BeauteousSeal
LUMSA Libera Università Maria SS. Assunta
Tags
Summary
Questo documento contiene domande riassuntive sul capitolo 2 del libro SORDI. Il documento esplora la comunicazione mediata dal computer (CMC), distinguendola in sincrona ed asincrona. Discute inoltre concetti chiave come deindividuazione e equalization effect.
Full Transcript
SORDI-domande riassuntive Capitolo 2 - Autoverifica - In cosa consiste la comunicazione mediata dal computer ? Concetto che si basa sull’interazione, che coinvolge più individui in relazione tra loro grazie alla mediazione del computer. La CMC è stata distinta in: sincrona e asincrona. SINCRO...
SORDI-domande riassuntive Capitolo 2 - Autoverifica - In cosa consiste la comunicazione mediata dal computer ? Concetto che si basa sull’interazione, che coinvolge più individui in relazione tra loro grazie alla mediazione del computer. La CMC è stata distinta in: sincrona e asincrona. SINCRONA = programmi che mettono in relazione l’utente in modo immediato, nello stesso momento, come avviene nella conversazione faccia a faccia. Con il computer la comunicazione è sincrona grazie a strumenti come la chat, la videoconferenza. ASINCRONA = sistemi in cui non c’è la simultaneità nella comunicazione tra emittente e destinatario e può rivolgersi a un interlocutore alla volta (uno ad uno) o a una moltitudine (uno a molti), alcuni esempi sono: newsgroup, blog e ovviamente i social network. Una caratteristica del web 2.0 è proprio quella di mischiare CMC sincrona e asincrona. Nei primi anni di diffusione la CMC era esclusivamente di tipo testuale e utilizzava il codice linguistico digitato sulla tastiera e tutti fattori che tentavano di arricchire la comunicazione scritta. Oggi la CMC non è più solo testuale ma è amplificata grazie all’utilizzo di foto, video, immagini… (RSC) = Reduced Social Cues : filone di studi che parte dall’analisi della CMC affermando che essa è priva di “social cues” (indicatori sociali), che veicolano gli elementi relazionali di un’interazione - Cosa si intende per “deindividuazione”? E per equalization effect? La teoria del filone di studi RSC afferma che ciò può portare ad un effetto di “deindividuazione” ovvero che chi interagisce via computer si sente di conseguenza meno esposto, e quindi più libero e meno frenato nel rapporto con gli altri. Ciò potrebbe portare anche al flaming (utilizzo di espressioni forti) Con equalization effect, invece, intendiamo un effetto di uniformazione. Nella CMC ci sarebbe una maggiore partecipazione ai processi decisionali da parte di tutti i soggetti, anche chi si trova in uno status minore. Comportamento che non avverrebbe dal vivo SIDE = social identity dividuation theory : pone una distinzione tra identità individuale e identità sociale. A differenza della RSC, la SIDE afferma che nella CMC non c’è una totale uguaglianza delle identità sociali perché possiamo osservarle da molti elementi (in un email per esempio dalla firma, che ci fa capire se l’emittente è uomo o donna). Ciò che accade nella CMC dipende dalla situazione comunicativa, quando c’è l’anonimato allora possono presentarsi occasioni in cui i soggetti tendono a non rispettare le regole. In altri termini, l’anonimato visivo e l’effettivo mancanza di alcuni elementi della comunicazione faccia a faccia, causano deindividuazione che a seconda del contesto, può comportare scarsa adesione alle regole, o all’opposto alta adesione. SIP = social information processing perspective : critica il modo in cui sono state svolte le ricerche iniziali con la metodologia basata sugli esperimenti in laboratorio, che rendevano “fredde” le interazioni sociali riguardo sopratutto il tempo. Negli esperimenti i soggetti non si aspettano di avere in futuro ulteriori relazioni e di conseguenza il loro coinvolgimento si riduce a quell’azione. I teorici della SIP osservano che tali limiti temporali non danno modo agli individui di sviluppare coinvolgimento, la CMC non è meno efficace della conversazione faccia a faccia (dal punto di vista di interazione sociale) è semplicemente meno efficace e più lenta. —— La SIP supera definitivamente l’idea di povertà comunicativa “hyperpersonal” (controllo delle emozioni) - In che senso Sherry Turkle è considerata un internet enthusiast? E oggi? Turkle ne “Life on a screen: identity in the age of the internet” (1995) approfondisce la tematica dell’identità online riflettendo sulla relazione tra psicologia e relazione quotidiana tra individui e computer. Secondo la cultura informatica le macchine possono essere intelligenti, ma che comunque rimangono diverse poiché inanime. Costruzione identità online = l’anonimato consente di esprimere disagi e dubbi che difficilmente si paleserebbero faccia a faccia. L’online ha una grande potenzialità : può diventare un momento in cui l’individuo si mette alla prova senza troppe conseguenze sulla vita offline esprimendo parti di se che rimarrebbero inascoltate. Turkle viene definita un “internet enthusiast” poiché guardava ad internet con ottimismo sottolineando gli aspetti favorevoli che gli individui trovano nell’interazione online, senza però dimenticare gli aspetti più problematici: comunità virtuali raramente facilitano lo sviluppo psicologico. Ad oggi (2011) Turkle ha pubblicato un nuovo lavoro, “Alone Together” in cui notiamo un suo spostamento di pensiero, un ottimismo che viene abbandonato dove si affrontano temi come la riflessione dell’intelligenza artificiale, la relazione tra persone e computer, e la costruzione dell’identità. In Alone Together preoccupa il cambiamento che la tecnologia sta attuando sulle persone, online noi effettuiamo la “connessione”, perdendo l’attenzione reciproca con il nostro interlocutore e la capacità di stare dentro una conversazione. Le nuove tecnologie ci connettono, ma non ci permettono di prestare attenzione all’altro e di conoscerci dandoci l’illusione di essere sempre ascoltati e di non essere mai soli. L’estrema semplicità dell’amicizia sui social ci fa perdere la sua essenza e di conseguenza la capacità di stare soli Bisogna quindi recuperare le abilità legate alla solitudine, disconnettersi quindi, per reimparare a riflettere su noi stessi - La network society per Manuel Castells - Il potere si basa su una “logica a rete”: non è più centrato nelle istituzioni e nelle organizzazioni, bensì in reti globali di informazioni. La network society è una società che si trasforma in un’organizzazione a rete, che sa adattarsi a nuove circostanze grazie all’infrastruttura tecnologica su cui è basata. L’economia, il capitalismo, il lavoro, lo Stato, le città e la cultura sono sempre più “informazionali”. E’ la socialità stessa ad essere “in rete”, dalla comunità si passa al network, le società guardano a modelli di relazioni non più uniformi - La network society per van Dijk La network society è una forma di società che organizza sempre di più le sue relazioni a partire da reti di media destinate gradualmente a integrare le reti sociali delle comunicazione faccia a faccia. Ma non “esagera” come fa Castells che la afferma come intera sostanza della società. Al contrario van Dijk afferma che la società sia ancora costituita da individui,coppie e organizzazioni. La CMC non sostituiscono le reti sociali e la comunicazione faccia a faccia, ma sono con loro e tra loro legate e intrecciate - Henry Jenkins e la “cultura convergente” Riflessione sulla cultura digitale contemporanea e la comunità di fan. I “fan” sono sempre stati i pionieri delle nuove tecnologie, che si appropriano di contenuti offerti dall’industria cinematografica, e li fanno vivere in altre forme di riproduzione culturale Fanzine (magazine autoprodotti dai fan) Fandom, risultato tra fascinazione e frustrazione: se il contenuto mediatico non ci avrebbe affascinato, non ci saremmo lasciati coinvolgere; se non ci avesse frustrati, non avremmo avuto lo stimolo per riscriverlo o rifarlo. Jenkins riflette sulla relazione tra convergenza mediatica e cultura partecipativa. Cultura partecipativa = si riferisce all’emergere di nuovi ruoli per produttori e consumatori i quali interagiscono da loro e creano nuovi prodotti culturali Cultura convergente = idee e cultura si fondono “all’alto verso il basso”, ovvero vengono prodotte su larga scala dai media e poi vengono riappropriate dai diversi pubblici e intanto vengono rivolte verso l’esterno attraverso l’elaborazione culturale - Barry Wellman Descrive la rete sociale come un insieme di nodi socialmente rilevanti che sono connessi tra loro da uno o più rapporti. Divario tra reale e virtuale = per superare questo distacco, Wellman pone un attenzione alle relazioni che si costituiscono negli ambienti digitali, non contrapponendole con quelle che si formano faccia a faccia. Tra le due non c’è nessuna contrapposizione, ma piuttosto un rapporto che vede le relazioni nate all’interno della rete come INCREMENTALI rispetto a quelle nate faccia a faccia Network individualism = in internet gli individui possono far parte di diversi network scegliendo autonomamente a quale di queste reti appartenere in base ai propri interessi personali - Sonia Livingstone: dibattito su giovani e rete Con EU Kids Online parla del tema dei rischi e delle opportunità delle esperienze digitali dei giovani. Spesso i bambini e i giovani sono “avanti” nell’adozione delle nuove tecnologie, spesso anticipano gli adulti che non intervengono dettando regole o indicazioni di comportamento. Di conseguenza, può capitare che i giovani possano trovarsi in episodi scomodi o negativi che mettono in difficoltà la loro capacità di reagire. Chi ha maggiore dimestichezza può essere meglio attrezzato per risolvere situazioni negative; usare internet non è semplice, richiede pratica ed esperienza. E’ necessario rivolgere ai giovani uno sguardo più equilibrato capace di considerarli in base alle loro capacità e conoscenze - Geert Lovink Critica in modo serrato le logiche delle grandi corporation che sfruttano la credenza degli utenti sulla gratuità dei contenuti, per impossessarsi dei loro dati. Net criticism = si sofferma sull’uso irrazionale del web e sul riempimento delle informazioni. I motori di ricerca e i social media producono costantemente e contemporaneamente gli utenti aggiornano i loro profili, in questa “nuvola di informazioni” gli utenti sono sempre meno interessati conservare offline tutta questa mole di dati perché sono sempre più indaffarati a gestire la loro identità nel flusso di informazioni in tempo reale. Il net criticism non si propone in termini negativi, ma anzi ambisce a sviluppare concetti alternativi implementabili, rispetto alle corporation Capitolo 3 - Autoverifica - Concetto di “digitalizzazione” L’informatica si basa su un codice binario che converte in bit le informazioni che vuole elaborare, processo attraverso il quale l’informazione viene “digitalizzata” trasformata quindi in un linguaggio numerico binario. ”Digitalizzazione” quindi significa la codifica delle informazioni in formato digitale, cioè numerico binario Caratteristiche della digitalizzazione Miniaturizzazione = costante riduzione delle dimensioni dei calcolatori elettronici in seguito all’utilizzo di nuovi materiali e all’innovazione tecnologica, fattori che hanno consentito la modifica del modo in cui gli individui usano le informazioni Compressione = la codifica digitale consente di comprimere i dati in modo da occupare poca memoria ed essere più leggeri negli scambi tra supporti Aumento delle prestazioni (“Legge di Moore”) = i computer avrebbero aumentato la loro capacità di calcolo costantemente, grazie allo sviluppo di processori sempre più potenti e piccoli. Il “nanocip” che ha dimensioni infinitesimali - Caratteristiche della convergenza multimediale Con il fenomeno della convergenza multimediale si intende la fusione di contenuti, supporti e distribuzione. Fenomeno evidente e quotidiano (es:quando consultiamo una mappa sul nostro telefono, non lo stiamo trattando solo come telefono) - In cosa consiste la cultura convergente Secondo Jenkins, la convergenza non è solo legata alla digitalizzazione, ma rappresenta un cambiamento culturale dove i consumatori diventano una forma alternativa di potere mediatico. Ormai il “digitale” è diventato qualcosa di familiare e quotidiano a cui i consumatori partecipano attivamente - Teorizzazioni sviluppate sull’idea di Ipertesto Quando si naviga in rete, si cerca una cosa e se ne trovano molte altre più o meno affini rispetto all’interesse iniziale: una sola pagina ci offre numerose possibilità che sta a noi decidere se sfruttare o meno. E’ questa la tipica modalità ipertestuale. Con “ipertesto digitale” intendiamo un insieme di materiali multimediali che sono connessi tra loro attraverso collegamenti (hyperlink) che consentono all’utente una consultazione non sequenziale e non preordinata Saper navigare significa anche saper interagire correttamente con un modello ipertestuale, grazie al quale l’utente può costruire il suo percorso di lettura e consultazione. Il termine ipertesto è diventato un elemento fondamentale della rivoluzione digitale perché contraddistingue il tipo di interazione che l’utente sperimenta quando si interfaccia con il mondo digitale. Significato costruito anche dal lettore, senza il quale non può esistere alcun ipertesto - Cosa si intende con “Interattività” Con il termine interattiva intendiamo quella tecnologia digitale che interagisce con noi, e che ci permette di fare delle cose, che risponde attivamente e immediatamente ai nostri input. Quasi tutti i media digitali interagiscono con noi, e lo faranno sempre più. I media sono posizionabili su 3 livelli di interattività: 1. Interattività selettiva = facoltà dell’utente di scegliere un contenuto 2. Interattività conversazionale = possibilità dell’utente di produrre e inserire informazioni 3. Interattività registrativa = capacità del sistema di adattarsi alle informazioni aggiunte dall’utente Si va da un interattività di base, fino ad arrivare alla sua massima espansione, l’intelligenza artificiale - Declinazioni della personalizzazione Elementi principali che definiscono il processo di personalizzazione sono: 1. Personalizzazione dei contenuti = utente seleziona materiali preesistenti e costruisce un prodotto su misura. Le scelte dell’utente seguono una logica di PULL (tirare, qualcosa è prodotto in seguito a una richiesta dell’utente), e una logica PUSH (spingere, quando la domanda è anticipata dal sistema, che propone senza che l’utente abbia chiesto nulla) 2. Personalizzazione di tempo e spazio = i consumi mediali (film, serie) non sono più vincolati ai tempi di produzione e distribuzione, c’è quindi uno svincolamento delle pratiche di registrazione (piattaforme streaming,Netflix..) 3. Personalizzazione della produzione = diffusione di pratiche di consumo, la diffusione dei prodotti mediali si spinge verso l’appropriazione vera e propria (es: caso del file sharing e delle pratiche di download più o meno legali) - Relazione tra crossmedialità e web collaborativo CROSSMEDIALITA’ = i contenuti vengono prodotti ovunque ci sia un medium digitale e una connessione a Internet, e poi diffusi su svariate piattaforme web. Il sistema del media oggi e crossmediale perché fonte tutti i media e tutti i contenuti attraverso il web, sempre di più in tempo reale. Al centro del sistema c’è l’utente (YouTube uno dei protagonisti della crossmedialità). WEB COLLABORATIVO = offre agli utenti possibilità di interazione, partecipazione e collaborazione (es: sistemi di rating —>TripAdvisor; navigazione —>Waze) Nel web collaborativo l’utente è centrale nella produzione dei contenuti, ne deriva una libertà. Ma questo è anche un suo problema, può portare un impoverimento generale derivato dalla produzione di contenuti da parte di non esperti - Basi su cui si è sviluppata Wikipedia Il software wiki (veloce) ha come caratteristica principale quella di permettere agli utenti registrati di apportare modifiche a materiali pubblici online direttamente dal browser utilizzato, senza usare linguaggi di programmazione specifici: il sistema mantiene memoria in modo tale che sia possibile ritornare alle versioni precedenti. Il wiki in assoluto più famoso è Wikipedia, enciclopedia multilingue, collaborativa, online e gratuita; essa inoltre è collaborativa ovvero chiunque può partecipare inserendo nuove voci o modificando quelle esistenti I suoi 5 pilastri: 1. E’ un’enciclopedia 2. Ha un punto di vista neutrale, non soggettivo 3. E’ libera, chiunque può modificarla 4. Ha un codice di condotta, il fine è di evitare attacchi personali, presumendo la buona fede di chi partecipa 5. Non ha regole fisse, l’importante è partecipare - Differenza tra free software e open source FREE SOFTWARE = libertà di eseguire il programma per qualsiasi scopo, libertà di studiare il programma e modificarlo in modo di adattarlo alle proprie necessità, libertà di distribuire copie in modo da aiutare il prossimo, libertà di modificare il programma e distribuire pubblicamente i miglioramenti apportati modo che tutta la comunità ne tragga beneficio OPEN SOURCE = un software open source ha un codice aperto ma in senso diverso rispetto al free software. Mentre il free software è retto da motivazioni di tipo sociale e anche politico riconducibile alla rivendicazione della libertà, l’open source si basa in modo quasi contraddittorio sulla volontà di sfruttare commercialmente la potenzialità di un software condiviso. In virtù della sua gratuità può far diventare concorrenziale un dispositivo, rispetto a uno con software proprietario Capitolo 4 - Autoverifica - Com’è cambiata la posizione dell’individuo all’interno del processo comunicativo Siamo ormai circondati da tecnologie della comunicazione, ciascuno di noi non è più solo oggetto della comunicazione altrui, bensì oggetto di questa. Mutamento sempre più alla portata di tutti e che trova una chiara espressione non solo negli “early adopters” (coloro che utilizzano le tecnologie prima che queste vegano diffuse) - In che modo i media tradizionali sono intervenuti nel “processo identitario”? È i nuovi media? Le nuove tecnologie della comunicazione sono intervenute nei processi identitari partendo dell’identità dal ruolo dei nuovi media nella gestione di quest’ultima. Si arriva quindi ad individuare due forme di identità Identità personale: desiderio del soggetto di considerarsi un’individualità diversa da tutte le altre e pone le fondamenta sulla propria storia Identità sociale: l’esperienza è contemplata in quanto azione situata all’interno di ruoli e relazioni in cui ogni individuo è immerso I media digitali, invece, sono strumenti importanti “in cui” e “con cui” diversi attori costruiscono e mettono alla prova la loro identità. Le piattaforme sociali offrono a ciascuno nuovi modi di rappresentarsi. Costruirsi “la propria faccia” significa ogni cura e anche la presentazione del sè che viene fatta mediante i nuovi media. L’avvento del web sociale crea una divisione all’interno dell’analisi del rapporto tra identità e media digitali, segnando una linea di confine tra il mondo online e il mondo offline. Inizialmente erano descritti come separati e appartenenti a mondi differenti, secondo alcuni autori invece lo spazio virtuale è concepito come un miglioramento di quello reale. Il mondo online viene definito come una zona ricca di libertà isolata dal mondo esteriore, dove è possibile la sospensione del sè fisico. In questo caso il pericolo maggiore sarebbe il pericolo d’inquinamento della vita reale da parte del mondo virtuale, della perdita del sè. In passato il “sè online” era visto come qualcosa che si separava da l’identità personale per inserirsi in una serie di pratiche, come l’abbellimento culturale (descriversi come più belli di ciò che si è). Roversi (2004) afferma che in rete è possibile fornire una presentazione di sè, libera dai vincoli imposti dai ruoli che quotidianamente occupiamo nella vita reale - Wellman: networked individualism Il legame sociale prima si basava sulla vicinanza fisica tra le persone. Con i media digitali questo legame cambia ponendo come elemento fondante della connessione sociale non più il gruppo, ma l’individuo e la sua rete di contatti. L’individuo diviene maggiormente alienato e isolato, al centro dei mutamenti che investono la società c’è l’individuo. La lettura di Wellman mette in risalto la possibilità di creare connessioni, indipendentemente dalle interazioni face-to-face. Tutto ciò è possibile grazie ai nuovi media, le connessioni spesso avvengono con molti gruppi tra loro eterogenei, relazioni che possono essere costruite e abbandonate altrettanto rapidamente - Lettura del consumo della rete di Bakardijeva Bisogna oltrepassare il dualismo che contrappone la socialità in rete con quella reale. Il suo approccio evidenzia una prospettiva sociologica che considera la rete come spazio di interazione sociale, piuttosto che come semplice mezzo tecnologico. Bakardijeva sottolinea come la rete sia utilizzata non solo per accedere a informazioni, ma anche per creare relazioni sociali, fare esperienze condivise e costruire identità. Influenzando i comportamenti e interazioni degli individui L’utente è attivo e crea significato attraverso le proprie azioni online. - Caratteristiche del networked publics di boyd definisce gli utenti come pubblici connessi, poiché non sempre i membri che appartengono a reti costruite mediante i media digitali si conoscono direttamente e, spesso, gli interessi o i comportamenti condivisi sono limitati. I legami tra questi sono a loro volta più deboli rispetto a quelli tradizionali - Cosa sono i social media? Con questo termine si sottolinea la componente comunicativa delle nuove piattaforme, enfatizzando il loro ruolo nella mediazione. A ciò si somma l’orientamento di media digitali alla partecipazione degli utenti. - Quali sono secondo Blood le differenti tipologie di blog? Log-style = breve diario che trova spazio nella rete, dove viene raccontata la propria vita quotidiana Filter-style = blog che si concentra principalmente sul mondo esterno e fornisce ai differenti lettori svariati link che danno a chi naviga la possibilità di approfondire vari temi Notebook-style = è un mix tra i due precedenti. Si identifica maggiormente con gli interessi del blogger che lo gestisce, ha uno stile più narrativo e tratta solitamente di un tema specifico - Cosa si intende con “natura relazionale” dei SNS? SNS (social network site) = servizi web che permettono agli individui di creare un profilo, costruire una lista di utenti e guardare e scorrere la propria lista di contatti e le loro azioni attraverso la piattaforma (es: Facebook). La convergenza, nei SNS, può avere diverse modalità: si può passare da una comunicazione sincrona (chat), a forme di interazione differenti (condivisione dei contenuti,foto..) I SNS sono gestiti da aziende private che, pur offrendo un servizio gratuito, guadagnano grazie alle informazioni che gli utenti forniscono. Tutto rientra nel meccanismo di profilazione, in cui i social network inseriscono pubblicità compatibili con gli interessi e gli stili di vita dell’utente. L’utilizzo di queste piattaforme ruota attorno al profilo utente, che permette a ciascuno di gestire la propria identità personale e le connessioni con gli amici. I SNS oggi sono tra i più importanti spazi all’interno dei quali si articolano pratiche di investimento identitario Le funzioni che i SNS assolvono sono di “natura relazionale”; queste piattaforme vengono utilizzate all’interno delle cerchie amicali già definite, e stabili, per evitare l’allontanamento e di conseguenza per posizionarsi o riposizionarsi all’interno delle nuove cerchie. Con l’avvento del web 2.0 c’è stato un cambiamento, le relazioni online diventano sempre più intense poiché più vicine alle relazioni offline. Queste piattaforme diventano per lo più uno strumento di gestione relazionale utile a rimanere connessi con tutti - Che cosa si intende con “distanza relazionale” e in che modi i SNS aiutano a gestirla? Il processo di costruzione della faccia e delle relazioni nei SNS creano una “distanza relazionale”. Queste piattaforme danno modo ad ogni utente di decidere cosa mostrare - o non mostrare - e a chi mostrarlo. Se usate consapevolmente aiutano a gestire le relazioni distinguendole secondo l’importanza che ognuno da a ciascuna di esse - Che cosa si definisce quando parliamo di “intimità digitali”? Con i social media le modalità comunicative vanno a riorganizzarsi all’interno di un panorama in cui le divisioni spariscono. Si entra in un’identità digitale: uno stato in cui si condividono emozioni forti online senza necessariamente creare legami profondi. Questo porta a una continua tensione tra mostrare sè stessi e mantenere una vera identità. Sintesi Prima parte: storia e teorie del libro Social Media Studies di Nicoletta Vittadini. 1. Social Media: i primi vent’anni La prima parte del testo analizza l’evoluzione storica dei social media, suddividendola in cinque fasi principali che riflettono lo sviluppo tecnologico, sociale e culturale di questo fenomeno. 1.1. 1997-2002: la fase aurorale In questa fase, i social media erano ancora agli albori. Nascono i primi esperimenti di piattaforme sociali, come SixDegrees (1997), considerato il primo vero social network. SixDegrees introduceva elementi fondamentali come i profili personali, le connessioni tra utenti e l’idea di una rete sociale online. Tuttavia, i limiti tecnologici dell’epoca (bande di connessione lente e scarsa penetrazione di Internet) e la mancanza di una massa critica di utenti ne limitarono l’espansione. Questa fase è importante perché pone le basi concettuali per l’idea di connettività e comunità online, che diventeranno il cuore pulsante dei social media negli anni successivi. 1.2. 2002: Friendster e la transizione alla fase di espansione Con Friendster (2002), si entra in una fase di transizione. Friendster introduce miglioramenti nella tecnologia e nell’interfaccia utente, attirando un pubblico più vasto. È un precursore delle piattaforme moderne, basato sull’idea di creare connessioni autentiche tra amici e conoscenti. Nonostante il successo iniziale, Friendster fallisce nel consolidarsi a causa di problemi tecnici, mancanza di innovazione e l’incapacità di gestire un numero crescente di utenti. Tuttavia, rappresenta un punto di svolta, aprendo la strada ai futuri social network. 1.3. 2003-2006: la prima fase di espansione e la nascita di Facebook Questa fase segna la nascita e l’espansione di piattaforme come LinkedIn (2003) e MySpace (2003), che attirano milioni di utenti e offrono funzionalità personalizzabili, come la condivisione di contenuti e musica. Il 2004 è l’anno cruciale con la nascita di Facebook, inizialmente limitato agli studenti universitari. A differenza dei predecessori, Facebook introduce un design più pulito, un’interfaccia intuitiva e un algoritmo capace di migliorare l’esperienza utente, ponendo una maggiore enfasi sull’identità reale degli utenti. 1.4. 2006-2010: la seconda fase di espansione Questa fase vede l’esplosione dei social media come fenomeno di massa. Facebook apre le porte a tutti nel 2006, superando progressivamente MySpace. Contemporaneamente, nascono piattaforme come Twitter (2006), che introduce il concetto di microblogging e di comunicazione istantanea basata su brevi messaggi. Questi anni sono caratterizzati dall’integrazione crescente dei social media nella vita quotidiana e dall’ascesa degli smartphone, che rendono l’accesso alle piattaforme immediato e continuo. Si sviluppa una cultura della condivisione sempre più pervasiva. 1.5. 2010-2016: la fase di consolidamento e di co-evoluzione Nel periodo 2010-2016, i social media diventano un ecosistema consolidato e complesso. Piattaforme come Instagram (2010) e Snapchat (2011) emergono, rispondendo a nuove esigenze, come la condivisione visiva e l’interazione effimera. Si assiste alla co-evoluzione tra piattaforme e utenti: le piattaforme modellano i comportamenti sociali, ma vengono a loro volta influenzate dalle pratiche degli utenti. L’economia digitale si intreccia sempre più con i social media, grazie all’introduzione di funzionalità pubblicitarie e all’evoluzione degli algoritmi, che personalizzano l’esperienza utente e favoriscono la monetizzazione. 2. I social media come oggetto di studio La seconda parte analizza i social media dal punto di vista teorico, concentrandosi su due aspetti fondamentali: l’espansione e il consolidamento. 2.1. L’espansione dei social media: il rapporto tra performance e audience L’espansione dei social media ha trasformato radicalmente il rapporto tra individui e pubblico. L’utente dei social media è sia performer sia spettatore: pubblica contenuti per costruire la propria identità digitale e al tempo stesso interagisce con l’audience che lo osserva. Nicoletta Vittadini approfondisce il concetto di “audience imagined”, ossia il pubblico immaginato dagli utenti nel momento della creazione di contenuti. Questo concetto sottolinea la natura performativa delle piattaforme: gli utenti modulano il proprio comportamento in base a come percepiscono il loro pubblico. La performance online diventa quindi una negoziazione costante tra autenticità e costruzione dell’immagine. 2.2. Il consolidamento dell’ecosistema: l’approccio culturale al rapporto tra piattaforme e utenti Con il consolidamento dell’ecosistema digitale, il rapporto tra piattaforme e utenti si è fatto più complesso. Da un lato, le piattaforme definiscono regole, algoritmi e strutture che influenzano l’interazione; dall’altro, gli utenti reinterpretano e talvolta sfidano queste regole attraverso le loro pratiche. L’approccio culturale evidenzia come i social media non siano semplicemente strumenti tecnologici, ma luoghi di negoziazione culturale. Essi contribuiscono a plasmare valori, norme sociali e modi di comunicare. Vittadini sottolinea l’importanza di analizzare le dinamiche di potere sottostanti, come il controllo esercitato dagli algoritmi e le implicazioni etiche della raccolta di dati personali. Step che un algoritmo segue per creare il feed, approfondendo il periodo successivo al boom di Facebook e l’adozione di algoritmi più sofisticati sulle piattaforme social. Cos’è un feed e come lo crea un algoritmo? Il feed è l’elenco di contenuti (post, immagini, video) che gli utenti vedono scorrendo le piattaforme social. A partire dal 2010-2016, i social media hanno abbandonato il semplice ordine cronologico per adottare un ordine personalizzato, deciso dagli algoritmi. L’obiettivo era rendere il feed più coinvolgente per l’utente, aumentando il tempo speso sulla piattaforma. L’algoritmo decide cosa mostrarti e in che ordine attraverso una serie di passaggi (o step), che possiamo semplificare così: Step 1: Raccolta dei dati Ogni azione che compi su una piattaforma è un dato utile per l’algoritmo: - Interazioni: Like, commenti, condivisioni. - Tempo speso: Quanto tempo guardi un contenuto o un video. - Scelte implicite: Se scorri rapidamente certi post, l’algoritmo capisce che non ti interessano. - Connessioni sociali: Analizza con chi interagisci di più (amici, follower). - Preferenze tematiche: Categorie di interesse (es. sport, moda, viaggi). Questi dati aiutano la piattaforma a costruire un tuo profilo personalizzato, basato sui tuoi gusti e abitudini. Step 2: Analisi e previsione dei comportamenti I dati raccolti vengono analizzati attraverso sistemi di intelligenza artificiale. In questa fase, l’algoritmo cerca di prevedere quali contenuti ti piaceranno di più. Ad esempio: - Se interagisci spesso con foto di cibo, l’algoritmo ti mostrerà più post simili. - Se smetti di seguire un account, i suoi contenuti spariranno dal tuo feed. - Se guardi video lunghi senza interromperli, l’algoritmo capisce che preferisci contenuti video. Step 3: Assegnazione di punteggi ai contenuti Ogni post che potrebbe apparire nel tuo feed viene valutato dall’algoritmo e riceve un punteggio basato su diversi fattori: 1. Engagement previsto: Quanto è probabile che metterai un like o commenterai. 2. Tempismo: I contenuti più recenti possono avere priorità, ma non sempre. Ad esempio, TikTok si concentra più sulla rilevanza che sulla cronologia. 3. Connessioni: I post di amici stretti o persone con cui interagisci frequentemente vengono privilegiati. 4. Tipologia di contenuto: L’algoritmo tiene conto di cosa preferisci: video, immagini o post testuali. Il punteggio aiuta l’algoritmo a classificare i contenuti in un ordine personalizzato, dal più al meno interessante per te. Step 4: Mostrare il feed e raccogliere feedback Dopo aver mostrato i contenuti scelti, l’algoritmo continua a monitorare le tue interazioni. Ogni azione che compi fornisce un feedback: - Se metti un like, il contenuto simile guadagna priorità. - Se ignori un post, ne compariranno meno di quel tipo. - Se smetti di seguire un argomento, l’algoritmo si adatta. Questo sistema è iterativo: impara costantemente dai tuoi comportamenti e aggiorna il feed di conseguenza. Differenze tra Facebook, Instagram e TikTok Dopo Facebook, altre piattaforme hanno adottato modelli algoritmici simili ma con approcci distinti: 1. Facebook (dal 2016 in poi): - Si concentra su contenuti di amici e familiari. - Pone enfasi su interazioni significative (commenti e condivisioni). 2. Instagram (dal 2016): - Passa dall’ordine cronologico a un feed personalizzato. - L’algoritmo privilegia i contenuti con alti tassi di engagement e le connessioni frequenti. 3. TikTok (dal 2018): - Introduce il modello “For You Page” (FYP), basato sulla rilevanza più che sulle connessioni. - L’algoritmo analizza il tempo speso su ogni video e l’engagement immediato, creando un feed altamente personalizzato. Riassunto Gli algoritmi dei social media, soprattutto dopo Facebook, lavorano in quattro step principali: 1. raccolta dati, 2. analisi, 3. priorità dei contenuti 4. feedback continuo. La personalizzazione del feed è pensata per mantenere gli utenti coinvolti il più a lungo possibile, aumentando l’efficacia pubblicitaria e la fidelizzazione. Ogni piattaforma adotta strategie diverse per raggiungere questo scopo.