Modulo 6 Accoglienza parte 1 PDF
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This document explores the process of child integration into preschool settings, focusing on the early childhood education and care perspective, from first interaction up until successful development within the childcare environment. It includes practical advice on approaching the new environment effectively, including how to effectively manage any anxieties during interaction and separation.
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Parte 1 INSERIMENTO E ACCOGLIENZA AMBIENTAMENTO DEL BAMBINO Possiamo affermare che l’asilo nido è la prima vera e propria comunità in cui il bambino si inserisce. Anche se il termine “inserimento” risulta ancora molto usato, la parola “ambientamento” sembra essere più adatt...
Parte 1 INSERIMENTO E ACCOGLIENZA AMBIENTAMENTO DEL BAMBINO Possiamo affermare che l’asilo nido è la prima vera e propria comunità in cui il bambino si inserisce. Anche se il termine “inserimento” risulta ancora molto usato, la parola “ambientamento” sembra essere più adatta per indicare un periodo di conoscenza progressiva di un ambiente nuovo, di nuovi adulti e nuovi bambini. Per far sì che l’ambientamento non sia uno stress eccessivo per il bambino, si fa in modo che, prima di tale evento, il bambino abbia già familiarizzato un minimo con questa struttura. Questo momento è per il bambino il passaggio dalla dimensione personale e familiare a quella sociale, che implica una nuova organizzazione quotidiana di spazi e relazioni, e bisogna stare attenti in questo passaggio a rispettare il più possibile i “tempi del bambino” e non solo le esigenze organizzative degli adulti. COLLOQUIO E PRIMA FREQUENTAZIONE Prima dell’ambientamento vero e proprio c’è un colloquio individuale con i genitori, per discutere del bambino, che seppur piccolo ha già una storia, delle abitudini, delle esigenze, delle emozioni e dei sentimenti che vanno conosciuti e inoltre, si discute anche dello stile educativo dell’asilo nido che deve essere condiviso anche dai genitori, per permettere così una certa continuità. Dopo questo colloquio il bambino può iniziare a frequentare l’asilo, ma in maniera graduale. All’inizio ad esempio il bambino sta al nido insieme a una figura familiare di riferimento per un’ora, il giorno dopo mezz’ora in più, il giorno dopo ancora la mamma sta con lui, poi prova a lasciarlo da solo per mezz’ora e così via. Questa pratica serve per dare al bambino il tempo di figurarsi mentalmente che quello è un ambiente positivo, in cui non c’è da aver paura perché lo conosce anche la mamma e che se la mamma va via per un po’ torna sempre a prenderlo. CONCLUSIONE DELL’AMBIENTAMENTO L’ambientamento è un momento molto delicato perché, se avviene in maniera positiva il bambino inizierà a sentirsi sicuro, a conoscere e esplorare l’ambiente in maniera serena, se invece viene fatto in maniera frettolosa, senza tenere conto dei tempi del bambino, senza dargli le giuste attenzioni, allora il bambino potrà percepire l’ambiente come ostile e ciò influenzerà negativamente sul suo percorso al nido. L’ambientamento si considera concluso, quando il bambino arriva all’asilo, saluta la mamma all’ingresso della struttura, ed entra all’interno dell’aula con l’educatrice di riferimento. Alla fine del periodo di ambientamento conosceremo il vero bambino; quello precedentemente descritto dalla mamma, quello non inibito dalla situazione nuova. Qual è l’età migliore per l’inserimento al nido? La domanda è finalizzata a comprendere se esiste o meno un’età particolare che possa far soffrire meno il bambino quando si allontana dalla sua famiglia. Bisogna sfatare uno dei luoghi comuni più diffusi, ossia che nei primi anni di vita il bambino non sarebbe capace di comunicare con i coetanei. Il gruppo dei pari invece non è un qualcosa di minaccioso per il bambino o alternativo al gruppo familiare, ma è a questo complementare, proprio per la sua funzione nell’ambito del processo di socializzazione. Allora il vero problema da affrontare riguarda non tanto quando il bambino debba essere inserito, quanto il come. Generalmente tra la seconda metà del 1° anno di vita, con un picco massimo tra i 14 e i 20 mesi, i bambini mostrano una normale e naturale reazione di spavento, detta ansia di separazione, quando si staccano dai loro genitori per essere affidati alle cure delle educatrici del nido. Poter superare tale ansia significa fare un grande passo avanti nel percorso evolutivo individuale in quanto permette di sviluppare la percezione di se stessi come diversi dall’altro (genitore). Qual è l’età migliore per l’inserimento al nido? Il distacco è un momento cruciale, doloroso sì, ma anche utile poiché il bimbo inizia a capire di essere cosa diversa dal genitore e inizia a cercare una sua identità. In questo senso l’ansia da separazione diventa una componente naturale del processo di crescita, che si supera con il progredire dei processi cognitivi e della sicurezza emozionale. Il genitore deve riuscire a vedere questo distacco come funzionale alla maturazione del proprio figlio, cercando di accompagnarlo verso il mondo esterno. Generalmente la mamma (o un altra figura di riferimento) e il bambino si separano prima per poco tempo per poi aumentare gradualmente l’intervallo tra il distacco e il ricongiungimento fino al raggiungimento dell’orario completo. La separazione parziale, infatti, non è di per sé traumatica se ad essa segue un esperienza costante di ritorno. Cosa fa il bambino nel periodo dell’inserimento? Dovrà dapprima avvicinarsi al nuovo ambiente, alle nuove persone, al nuovo mondo supportato dalla sua base sicura che entra pian piano con lui in questa nuova esperienza. Inizialmente, il bambino resterà al nido per poco tempo e insieme a un genitore; con il passare dei giorni, il tempo di permanenza potrà aumentare fino a che il bambino riuscirà ad affidarsi ad un altro adulto e quindi tollerare la separazione dal genitore di riferimento. Il distacco dalla madre Il distacco della madre È prevedibile che tale separazione, breve e modificabile in qualsiasi momento, possa essere per il bambino un’esperienza angosciante, ma al tempo stesso se si fiderà della madre potrà anche tollerare la sua assenza e lasciarsi consolare dall’educatore. Anche il saluto della madre, che promette di tornare a prenderlo, gli consentirà di non vivere questo momento come un abbandono, ma di utilizzarlo per mettere in atto comportamenti esplorativi nell’attesa del suo ritorno. Poco alla volta aumenterà la sua permanenza al nido e diminuirà la presenza del genitore, fino al momento in cui il bambino sentirà di “appartenere” al nuovo ambiente. Come il bambino può vivere simbolicamente il distacco dalla madre In questo delicato momento il bambino potrebbe aver bisogno di portarsi al nido e tenere sempre con sé un qualsiasi oggetto che riconosce come appartenente al mondo esterno e che “rappresenta” la sua mamma. Solo dopo aver creato una relazione di fiducia con l’educatore, il bambino sarà in grado di esplorare in modo attivo l’ambiente e creare nuove relazioni con i coetanei e con gli altri adulti. I piccoli gruppi e la figura dell’educatore L’inserimento in piccoli gruppi Alcuni nidi prevedono l’inserimento in piccoli gruppi in quanto il “gruppo” facilita la condivisione dell’esperienza e la tolleranza delle ansie, delle paure per il genitore e dell’angoscia da separazione per i bambini. Gli “altri” diventano in questo modo uno specchio dei propri sentimenti che in quanto comuni sono più facili da accettare. L’educatore come figura di riferimento Sarà questa persona speciale che guiderà il bambino nei momenti di routine, contenendo le sue emozioni in modo stabile e prevedibile, quindi in modo piacevole e rassicurante. Partendo dalla base sicura creata con l’educatore di riferimento, il bambino si aprirà al resto del “mondo-nido”. L’educatore renderà partecipi i genitori del percorso del bambino, delle sue modalità relazionali e comunicative e ciò consentirà di affiancarsi a loro nel processo educativo. È auspicabile osservare sempre un attaccamento sicuro, ma laddove questo non vi sia, l’educatore dovrà “lavorare”, assieme al gruppo educativo, per sensibilizzare la famiglia, comprenderla, sostenerla invece di colpevolizzarla, e questo affinché essa divenga la base affettiva da cui il bambino possa partire per sviluppare la sua autonomia. Si potranno programmare a questo scopo incontri tra gli educatori del nido e la famiglia in cui ci si scambino informazioni sul vissuto del bambino, anche con l’ausilio di documentazione visiva o cartacea, in modo che il suo percorso di crescita sia reciprocamente condiviso. La permanenza dell’oggetto In questa fase si consigliano attività che sostengono nel bambino la rappresentazione dell’altro, oggetto o persona, che scompare e ritorna (permanenza dell’oggetto). Piaget in riferimento alla permanenza dell’oggetto afferma che si tratta della consapevolezza che un oggetto (figura di riferimento) continua ad esistere anche quando non può più essere visto, sentito o percepito in nessun altro modo (18/24 mesi circa). Proposte di attività per favorire l’inserimento Angolo del cucù Si può creare nello spazio morbido-motorio un angolo cucù fornito di tenda in cui il bambino ha la possibilità di nascondersi e di vedere gli altri bambini, adulti e oggetti, scomparire e riapparire. L’angolo del cucù diventa così un momento importante per giocare con il bambino sull’esperienza dell’oggetto che prima c’è e poi non c’è più cercando di avvicinare il bambino alla consapevolezza che gli “oggetti” (genitori) scompaiono ma poi ricompaiono e aiutandolo ad accettare il distacco dai genitori. Costruire e a distruggere la torre Con l’aiuto dell’adulto il bambino costruisce una torre utilizzando qualsiasi tipo di materiale presente in sezione: da qui la possibilità del bambino di distruggerla con piacere. La torre rappresenta l’altro e sempre può essere ricostruita, quindi è un’esperienza collegata alla dinamica di avvicinamento-allontanamento dalla figura di riferimento. Proposte di attività per favorire l’inserimento Palline e macchinine che vanno e poi ritornano Tramite questo gioco i bimbi interiorizzano la dinamica del genitore che si allontana per poi ritornare. Canzoncine e filastrocche Aiutano a far si che il bimbo si rilassi e al contempo tramite la loro ripetitività, aiutino a comprendere le sequenze della giornata al nido e tutte le routines che la caratterizzano. Farina bianca Attività con l’ utilizzo della farina bianca, rilassante e morbida al tatto, mano a mano mescolandola con l’ acqua diventerà pasta pane da modellare, toccare, annusare e sperimentare. Se il tempo e le situazioni lo permettono, soprattutto per i bambini più grandi si può utilizzare il giardino, attraente e “liberatorio” per i bimbi, dove possono divertirsi e socializzare. LA VERIFICA DELL’INSERIMENTO Dall’osservazione del gruppo e del singolo bambino, si valuterà se l’inserimento fornito è stato adeguato, viceversa la programmazione potrà subire delle modifiche in base ai feed-back del bambino stesso. Le educatrici possono anche strutturare una griglia per monitorare la riuscita dell’inserimento e verificare se è avvenuto correttamente. Vive con serenità il momento del saluto? È facilmente consolabile? Comincia a giocare autonomamente? Mangia volentieri? Si lascia cambiare? Ha accettato il momento del sonno? Riconosce gli spazi del nido? Accetta di condividere l’attenzione dell’educatrice con altri bambini? OBIETTIVI DELL’INSERIMENTO Obiettivi per le educatrici Conoscere le abitudini e la storia del bambino. Instaurare un rapporto di fiducia con la famiglia. Sostenere i genitori nell’accettazione di questa impegnativa esperienza. Rassicurare il bambino e i genitori nel distacco. Confortare i bambini nei momenti di pianto. Acquisire la loro fiducia. Rispettare i loro rituali. Creare situazioni di benessere. Favorire la curiosità di esplorazione dello spazio. Fornire materiali di gioco che catturino la loro attenzione (oggetti colorati, sonori, mobili … ) Informare giornalmente i genitori. Far crescere nelle famiglie la consapevolezza che il nido è un ambiente favorevole per lo sviluppo e la crescita del loro figlio/a. OBIETTIVI DELL’INSERIMENTO Obiettivi per i genitori Accettare e favorire l’inserimento del proprio figlio/a. Conoscere il nuovo ambiente, l’organizzazione della giornata, le metodologie che orientano le scelte e l’azione educativa del personale. Instaurare un rapporto di collaborazione e di fiducia con le educatrici. Condividere le modalità di educazione e di relazione. ELEMENTI DI PRESENTAZIONE E ACCOGLIENZA Strumenti per presentare il servizio Pannelli, poster, depliant e opuscoli sono strumenti di comunicazione necessari per informare l’utenza e hanno come obiettivo quello di presentare i servizi e le esperienze che vi si realizzano, esplicitandone la loro funzione educativa. I pannelli In un servizio alla prima infanzia i pannelli appesi alle pareti sono rivolti principalmente alle famiglie e ai bambini. In ogni servizio è importante realizzare un numero di pannelli o bacheche rivolti alle famiglie per offrire all’utenza tutte le principali informazioni. Ciascuna bacheca dovrà essere pensata e progettata come uno spazio informativo, orientato all’accoglienza, alla partecipazione e alla condivisione. Anche dare un titolo a ogni bacheca può essere funzionale alla veloce individuazione, da parte dell’utenza, della categoria di informazioni che vi sono inserite. Qui di seguito riportiamo l’elenco delle bacheche, che dovrebbero essere appese in ogni servizio, precisandone la finalità. Bacheche da appendere all’ingresso del servizio Accoglienza: un pannello attraverso il quale il servizio rivolge un breve messaggio di benvenuto alle famiglie, messaggio che può essere scritto in più lingue in riferimento alle diverse culture di appartenenza degli utenti. Presentazione del servizio: pannelli per richiamare l’attenzione sulle finalità e gli obiettivi del progetto educativo e sull’organizzazione del servizio: presentazione del personale (specificandone funzioni e ruoli); la giornata tipo; l’ambientamento; Coinvolgimento dei genitori nel progetto educativo: un pannello permanente per le informazioni che riguardano il consiglio di gestione e la partecipazione attiva dei genitori alle attività educative; i pannelli di esposizione temporanea finalizzati a documentare in modo dettagliato una specifica attività o evento al quale hanno partecipato le famiglie (laboratori, feste...); potrebbe essere interessante creare anche un pannello che i genitori possono gestire autonomamente. Bacheche da appendere all’ingresso del servizio Informazioni utili Pannelli nei quali vengono riportate informazioni valide in ogni momento dell’anno: menu del nido; indicazioni igienico-sanitarie; calendario scolastico e orario di apertura e chiusura del servizio; tutte quelle informazioni che il gruppo di lavoro ritiene utile comunicare alle famiglie. ◦ Informazioni del territorio: Questo pannello è importante perché apre il servizio alla città e al territorio, permette di far conoscere alle famiglie servizi (Centri adulto bambino, Servizi domiciliari) e iniziative che riguardano l’infanzia: convegni, mostre, spettacoli ecc.. Bacheche da appendere in prossimità delle sezioni Informazioni quotidiane Un pannello permanente per le informazioni che provengono dall’amministrazione, nonché gli eventi che si realizzano all’interno del nido e tutte le informazioni periodiche e urgenti. Percorsi di esperienza dei bambini Un pannello permanente che delinei in modo generale le numerose attività vissute all’interno del contesto educativo. Possono essere realizzati pannelli finalizzati a documentare in modo dettagliato anche una specifica attività o un evento. Per i bambini è importante realizzare alcuni pannelli di documentazione delle attività da loro vissute. I pannelli per i bambini hanno una connotazione molto particolare perché priva di testi scritti e realizzata con oggetti, che loro hanno utilizzato durante l’attività, o con disegni, foto e sculture che permettono di ripercorre il processo e tali da essere rappresentativi della loro esperienza. Per favorirne la visione da parte dei piccoli è necessario posizionare questi pannelli ad altezza bambino. Ogni gruppo di lavoro, in relazione al proprio progetto educativo, può prevedere anche la realizzazione di ulteriori pannelli di documentazione. I poster Servono per presentare al territorio un’iniziativa dell’amministrazione o per far conoscere un’esperienza di un servizio anche al di fuori del proprio contesto lavorativo; vengono realizzati per essere affissi nelle strade della città e per presentare un progetto a un convegno o a una mostra. I poster sono rivolti a tutti coloro che lavorano in ambito educativo o che sono interessati al mondo dell’infanzia. Spesso nei convegni esiste una sezione poster dedicata alle esperienze educative che provengono da molte realtà. In questo contesto il poster ha spesso la funzione di attirare l’attenzione, di provocare nel lettore delle curiosità che possono essere approfondite anche attraverso altre forme di comunicazione. Il poster deve essere progettato in modo da attrarre il lettore e invitarlo ad approfondire le informazioni che vi sono riportate. I depliants e gli opuscoli Molti e diversi sono i depliants e gli opuscoli, rivolti soprattutto alle famiglie, realizzati dal coordinamento pedagogico per dare informazioni sulle diverse tipologie di servizi alla prima infanzia presenti nel territorio (Asili nido, Centri gioco, Centri bambino genitore, Servizi domiciliari), per dare informazioni generali o specifiche sui servizi (informazioni igienico sanitarie, un menu per tutti…), per presentare convegni, giornate studio, progetti ed eventi organizzati dall’amministrazione. Gli opuscoli informativi realizzati per descrivere un servizio, spesso tradotti anche in altre lingue, indicano gli obiettivi pedagogici e le modalità organizzative del servizio descritto al fine di informare, orientare e facilitare le scelte dei genitori.