Linguistica 1-1-8 PDF
Document Details
Uploaded by Deleted User
Tags
Summary
This document provides an introduction to the subject of general linguistics and communication. It discusses the nature of language, including individual variations; and the importance, and the processes, of communication. The text explores how various aspects including philosophy and science impact communication.
Full Transcript
INTRODUZION LA LINGUISTICA GENERALE E IL SUO OGGETTO Le lingue sono tante e tutte diverse tra loro. Ciascun parlante quindi ha una propria poliglottia: ognuno di noi parla più di una lingua o dialetto. Il suo oggetto è il linguaggio umano. Si interroga sugli eventi comunicat...
INTRODUZION LA LINGUISTICA GENERALE E IL SUO OGGETTO Le lingue sono tante e tutte diverse tra loro. Ciascun parlante quindi ha una propria poliglottia: ognuno di noi parla più di una lingua o dialetto. Il suo oggetto è il linguaggio umano. Si interroga sugli eventi comunicativi che privilegiano come strumento una lingua storico-naturale. Fare comunità è il compito essenziale della comunicazione, creare consenso, impegno comune, altrimenti la comunicazione fallisce, ma il compito di fare comunità non si esaurisce nell’e cacia della comunicazione, è rilevante la qualità del consenso ottenuto, assicurata costruendo il consenso attraverso la pratica condivisa della ragione, altrimenti è un consenso irragionevole. LA COMUNICAZIONE: PERVASIVITÀ E COMPLESSITÀ Passiamo dalla comunicazione dell’antica agorà del mondo greco alla comunicazione della nuova agorà senza frontiere. La comunicazione avviene tramite le scienze del linguaggio: - dimensioni linguistico-semiotiche, i segni; - dimensioni psicologiche, socio-culturali e antropologiche, viviamo in comunità sociali; - dimensioni tecnologiche, l’evoluzione tecnologica ha potenziato di gran lunga la comunicazione. IL COMUNICAZIONISTA E LA BUONA SALUTE DELLA COMUNICAZIONE Il comunicazionista (da non confondere con il comunicatore) è un professionista della comunicazione, colui che conosce in modo approfondito le dinamiche della comunicazione e che sappia intervenire laddove la comunicazione va in crisi. Il comunicatore invece ha un’abilità che si appoggia su automatismi acquisiti. La comunicazione può andare in crisi per diverse ragioni: - di natura testuale - di natura semantica NATURA TESTUALE (es. lm “La strada” di Fellini) È arrivato Zampanò! Soggetto in posizione rematica (rema): vi è quindi un momento di attesa ed enfasi. Zampanò è arrivato! Soggetto in posizione tematica (tema) NATURA SEMANTICA Mia moglie è un’ottima cuoca! (Detto da uno scapolo) Si parla di una realtà che non esiste, ma è come se lo fosse. Uno dei fondamenti della sensatezza è il rapporto che il senso ha con la realtà Mio cugino è farmacista (detto da uno sconosciuto) È un messaggio irrilevante: manca il rapporto tra senso e interlocutore. ffi E fi CAP 1 LO SCAMBIO COMUNICATIVO La nozione di comunicazione è una nozione sovrade nita, sono state proposte tante de nizioni di comunicazione. La comunicazione è un’interazione, uno scambio di informazioni. Alcuni studiosi de niscono la comunicazione in termini induttivi (quando parte da elementi empirici, da dati particolari, e forma leggi generali), altri in termini deduttivi (dal generale al particolare). Due approcci diversi si, ma complementari, che fanno emergere la logica nascosta nella comunicazione. Per raggiungere proprio questa parte nascosta della comunicazione, può essere utile partire dall’etimologia, cioè andare a ricavare l’origine di un termine, ricostruire il percorso attraverso cui un popolo si è costruito le sue categorie. Il termine comunicazione deriva dal latino communicatio e dal relativo verbo com-munico. Notiamo che dal latino con due m si passa ad una sola m in italiano, al contrario ad esempio dell’inglese communicate o del francese communiquer. Si parla in questo caso di calco. Già da ciò notiamo che la comunicazione è un processo che mette in comune e in relazione. Si comunica da soggetti diversi. La comunicazione vive però allo stesso tempo di un paradosso: per essa sussistere è necessario che ci sia un minimo di condiviso. Il verbo communico contiene il formativo cum (con) e la radice munus (dono, compito): Cum: In latino comunicare aveva un signi cato molto ampio, voleva dire comunicare con l’altro, indicava lo scambio delle merci. In italiano invece, non si usa più per parlare di uno scambio di merci, ma piuttosto uno scambio di segni e messaggi che veicolano sensi. Munico: signi cava dono o compito (munus); lo ritroviamo in tedesco gabe (dono) e aufgabe (compito), oppure il termine caro/a che ha più di un signi cato. La comunicazione è quindi un processo di scambio di beni, che aprono dei compiti o responsabilità (respondere). [Es. qualcuno ci con da un segreto, a noi si aprirà il compito di mantenerlo.] C’è un nesso tra comunicazione e business, commercio, mercato. Questo è già preso in considerazione nella teologia pagana di Mercurio ed Ermete. Mercurio era il dio della comunicazione, un mediatore fra gli dei ed era anche il dio del commercio. In Mercurio abbiamo appunto la radice merc che oggi è usata ad esempio con merce, marketing e termini del mondo del business. Da Ermete ad ermeneutica (interpretazione: di fronte ad un messaggio criptico, ricostruzione il testo, dargli un senso; può avere anche signi cato di rappresentare, farsi portavoce, costruire un testo per un determinato senso). L’interpretazione è un processo di scambio fra sensi e testi. fi fi fi fi fi fi fi fi CAP 2 VERSO UN MODELLO DELLA COMUNICAZIONE VERBALE La retorica classica è il primo modello di comunicazione. La retorica è stata identi cata ad un certo punto con le gure retoriche, è stata ridotta a quel momento in cui chi costruisce un discorso ricorre all’uso di esse. La retorica si occupa di tutte le dinamiche comunicative che si esercitano in pubblico che i latini distinguono tra: - Dicere: dire con rilevanza in pubblico. - Loqui: comunicazione che ci accompagna nella vita quotidiana Inizialmente la retorica era invece l’attività che intraprende un discorso persuasivo. La retorica classica dava una serie di indicazioni all’oratore su come procedere nel suo discorso: - Inventio, individuare gli argomenti da trattare - dispositio, come disporli - Elocutio, strategie linguistiche da utilizzare e quindi le gure retoriche - Memoria, l’oratore doveva imparare a memoria il suo discorso, quindi dava indicazioni sulle tecniche di memorizzazione - Actio, comportamento al momento del discorso. La retorica nasce nel mondo greco, in fase di democrazia, dove l’autorevolezza del cittadino coincide con la sua capacità di ottenere consenso tramite un discorso. Quando noi usiamo le parole, abbiamo potere. Avere potere signi ca essere in grado di fare o di far fare a un altro. La democrazia si con gura come organizzazione civile in cui il potere del discorso è l’unica forma ammessa di potere. Questo potere poteva essere esercitato o con la violenza o con l’inganno, ma anche con autorità ed autorevolezza (esercitare il potere per far crescere l’altro). Il termine potere deriva dal latino potestas (né negativo né positivo) che poteva assumere signi cati diversi. Potere signi ca fondamentalmente essere in grado di far fare agli altri persuadendoli attraverso un discorso. LA PERSUASIONE La retorica è de nita anche come arte della persuasione. È l’arte di parlare in pubblico, ars bene dicendi. Persuadere - suadeo, suadēre (suavis) La comunicazione persuasiva è una comunicazione argomentativa. L’argomento è uno strumento che mostra la ragionevolezza, a sostegno della tesi. Ad un certo punto, nel mondo greco arrivano i so sti che insegnavano a prendere un discorso e farlo vincere, ma anche a farlo perdere. Insegnano a convincere. I so sti sono gli autori dei so smi, dei ragionamenti scorretti. Hanno permesso di capire come sono strutturati i discorsi scorretti. Nasce quindi uno sconforto sulla retorica. Nasce un grande dibattito: alcuni pensano di eliminare la retorica, ritenendola pericolosa. A questo punto interviene Aristotele, riscattando la retorica. Aristotele dice che il problema non è la retorica, ma chi la usa. La persuasione può avvenire in due modi: - Discorsiva, - Extradiscorsiva, mediante un testimone e la sua esperienza (martys-martire) La persuasione produce nel destinatario un’adesione del cuore, che il latino chiama des, che in greco corrisponde a pístis. È un termine polisemico (parola con più signi cati collegati tra di loro). Mittente, destinatario e messaggio sono gli elementi costituitivi del processo comunicativo. In rapporto al mittente la pistis ci dice la sua credibilità. Rispetto al destinatario indica la sua benevolenza. Ma anche il messaggio deve essere caratterizzato da pistis, quindi con questa indichiamo il legame che il messaggio ha con la realtà. I so sti però fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi disancoravano questo legame, eliminando la pístis. Ma secondo Aristotele invece la pistis deve caratterizzare tutti e tre gli elementi della comunicazione. La comunicazione però chiede che il messaggio sia ragionevole, che venga quindi veri cato e aderito. La comunicazione persuasiva interpella la ragione. Nel processo persuasivo fondamentale è la dimensione logica. Aristotele mette a fuoco il fatto che l’ethos e il pathos svolgono un ruolo e ettivamente persuasivo soltanto quando accompagnano un ragionamento ben costruito (logos). Se il discorso si basa solo sull’autorità dell’oratore la persuasione che ne deriva risulta a tutti gli e etti una forma di manipolazione, in quanto esclude la ragione e dunque la libertà. Aristotele inoltre ci descrive i procedimenti che vengono usati nella comunicazione persuasiva. Questi procedimenti sono paralleli a quelli che ci mette a disposizione la logica. C’è un parallelismo (antistro a) fra procedimenti della logica e dell’argomentazione. La nostra ragione procede deduttivamente o induttivamente. In ambito logico, quando la ragione procede deduttivamente, utilizza sillogismi, in ambito argomentativo invece si veri ca un entimema. Ambito deduttivo - Sillogismo: procedimento logico, costituito da 3 parti, premessa maggiore, premessa minore e conclusione. Es. tutti i canidi sono carnivori ➔ la volpe è un canide ➔ la volpe è un carnivoro - Entimema: enti- voleva dire animo, è una strategia argomentativa, strutturata in modo da smuovere l’animo. Possiamo dire che è un sillogismo abbreviato, di solito manca la premessa maggiore (endoxon). Il parlante formula un enunciato con due segmenti e prende posizione sulla realtà (con la tesi, primo enunciato) e dà una ragione (argomento, secondo enunciato) a sostegno della sua presa di posizione. Es. Luigi è pazzo, va a 100 km in centro città. ➔ la prima parte è la conclusione o tesi, la seconda la premessa minore o argomento. Es. Questo orologio è di alta qualità? È svizzero. ➔ prima parte tesi, seconda argomento (endoxon: gli orologiai svizzeri sono noti per essere produttori di alta qualità) Ambito induttivo - In logica, si osserva un caso particolare e saliamo all’universale, operando una quanti cazione. Estendiamo una proprietà da uno a tutti → generalizzazione. Sono spesso usate in sede scienti ca quando dobbiamo de nire dei fenomeni, ma basta un caso diverso a nché la generalizzazione venga falsi cata, allora bisognerà riformulare una nuova legge. Es. un gatto ha una coda, gatto2 ha una coda, ecc. da qui induciamo che tutti i gatti hanno la coda. - Invece, in ambito argomentativo la ragione che si muove induttivamente si parla di exemplum: un certo evento può ancora accadere in quanto in passato è già successo qualcosa di analogo. Si parte da fatti particolare no ad arrivare ad una regola generale. MAPPA DEL LESSICO DELL’AFFIDABILITÀ Notiamo come la radice *BHIDH e *BHEIDH si ritrova nelle lingue europee e classiche. Da questo elemento *BHIDH - *BHEIDH nascono una serie di termini che costruiscono la mappa del lessico dell’a dabilità umana: la convivenza umana si fonda su un rapporto reciproco, su una condivisione della des. 1. Condivisione e ducia reciproca: già per gli uomini antichi, questa intesa reciproca era presieduta da Giove/Juppiter → era chiamato dius/pistius, in quanto garante della ducia reciproca a fondamento dell’intesa tra gli uomini. Chi fonda questo rapporto di fi fi fi ffi ffi fi fi fi fi ff fi fi ff fi fi fi ducia reciproca è il dus, ovvero una persona data e fedele. Chi tradisce questo rapporto è il per dus. Questa intesa fondata sulla reciproca ducia, quando diventa stabile, produce un esito, ovvero il foedus, basti pensare al termine “federazione”, “federale”, “federalismo”. 2. Mondo bancario: Ritroviamo questo rapporto nel termine deiussione, dove una terza gura (garante di des) si inserisce tra un creditore e debitore, facendosi garante del creditore: garantisce che il debitore adempierà agli obblighi del creditore. 3. Credo: Cre- crescere e -do dare: credere è un darsi per crescere. Era usato in latino con valore di prestare denaro. In italiano ha perso l’accezione latina di prestare, che continua nei termini credito e creditore, ed è rimasto credere 4. Ambito matrimoniale: è basato sull’a darsi, sul darsi attestati dal termine fede. fi fi fi fi fi ffi fi fi fi fi IL PROCESSO COMUNICATIVO La ricerca moderna ha evidenziato una serie di ruoli che possono assumere sia il mittente che il destinatario. Mittente: Vocalizer: (animatore) ha prestato la voce per il discorso in pubblico. (Bush) Formulator: colui che stila del discorso, può anche non coincidere con il vocalizer (Bush e i collaboratori della casa bianca) Principal: responsabile dell’atto comunicativo. (Bush come presidente degli Usa, America, we… the world = il mondo civile) Destinatario: Puro uditore: - Uditore legittimato: quello a cui si rivolge il mittente - Uditore overhearer (origliatore): ovvero colui che ascolta ma che non è considerato come il destinatario u ciale. Stakeholders: decisori a vari livelli, coloro che devono prendere una decisione rispetto all'atto comunicativo che l'ha raggiunto. Respondent: deve inoltre rispondere al commitment rivoltogli dal mittente, è partner dell’atto comunicativo al quale si aprono dei compiti e che deve assolverli. ffi DISCORSO BUSH È una mediazione che il presidente diede al segretario Colin Powell mandandolo nel Middle East per realizzare una mediazione a proposito del con itto arabo-israeliano. La mediazione è un caso particolare di negoziazione; ossia un intervento di tipo discorsivo che interviene in un con itto di interesse tra due controparti. Quando i due con iggenti non trovano una soluzione interviene un mediatore, una gura imparziale, che trova una soluzione che porta guadagni per entrambi le parti. Questo è il caso del discorso di Bush tenuto nel 2002 per mediare tra Israele e Palestina. 1. Bush è il principal di atti comunicativi, quindi, lui assume funzioni di responsabilità diverse, tanto che vediamo dal discorso che prima interviene come presidente, poi a nome di tutta l’America e poi in nome di tutto il civilized world; 2. Bush è il vocalizer, portavoce poiché è lui ad aver proferito il discorso; 3. avendo stilato il discorso con il suo gruppo di collaboratori della Casa Bianca, è, quindi, anche il formulator, quindi, colui che ha scritto il discorso. Fa uso dell’exemplum che è una forma di struttura argomentativa utilizzata in discorsi politici che consiste nel persuadere su eventi futuri partendo da eventi analoghi accaduti nel passato. Infatti, Bush fa riferimento e fa leva sul fatto che nella storia americana è già accaduto che con degli iniziali nemici, è stata poi possibile una convivenza paci ca (es. Guerra fredda, Seconda guerra mondiale). L’America assume l’impegno di intervenire come mediatore per trovare una soluzione al con itto. L’exemplum viene utilizzato proprio per argomentare. Infatti, dice in questo caso “È possibile che i nemici diventino amici. L’exemplum ha una grande forza emotiva sul destinatario in quanto segnala che un evento può avere nuovamente luogo perché un evento analogo è già accaduto in passato. A partire dai fatti viene formulata una sorta di regola generale, infatti, avviene proprio una generalizzazione, dal particolare ci si eleva all’universale. La ragione si muove induttivamente. Riguardo il discorso di Bush: è un discorso politico con impianto retorico classico che inizia con la presa di contatto che sarebbe “Good Morning”, seguito da un evento drammatico detto Narratio, e poi la messa a tema di un’argomentazione detta Argomentatio che dura per tutto il testo no ad arrivare alla parte nale detta Commiato. Narratio: inizialmente descrive una fase positiva in cui si è sul punto di cessare il fuoco nel con itto arabo-israeliano, però, avviene un attentato kamikaze. Questo momento era propizio perché si stava per arrivare ad una soluzione a con itto. Poi, Bush, con il suo storytelling, farà giungere al destinatario una particolare dimensione emozionale, rifacendosi a pathos ed ethos legate al logos di Aristotele. Dopo aver descritto l’attentato kamikaze, inizia a parlare con il pronome di prima persona plurale, quindi, lo vediamo prima come presidente degli USA che interviene, poi come vocalizer, come americano e poi a nome dell’intero civilized world. È presente l’entitema “terror must be stopped. No nation can negotiate with terrorists”: la struttura argomentativa è costituita da tesi e antitesi e argomento. L’argomento viene utilizzato da Bush per dare una ragione adeguato a sostegno della sua tesi, quindi, è un’argomentazione. Ciò permette ai destinatari di aderire alla tesi attraverso questo percorso di ragionevolezza. Dopodiché egli segnala di nuovo questo momento propizio per risolvere il con itto, quindi, raggiungere la pace in quanto entrambe le parti sembrano essere favorevoli alla costituzione fl fl fl fi fi fi fl fl fl fl fi di uno stato israeliano e uno palestinese. La parola chiave nel testo è “hope” al punto 4. Ribadisce che è un momento di speranza ma a una certa condizione. Nel punto 5, Bush si rivolge a tutto il civilized world dicendo loro di prendere una posizione scegliendo tra il mondo civilizzato e il terrorismo (questo discorso viene fatto successivamente all’attacco alle torri gemelle l’11 settembre del 2001). Questo discorso, oltre ad essere una mediazione per il con itto, Bush lo vede anche come un’opportunità per scon ggere il terrorismo in generale e per questo chiede l’adesione all’uditorio. Commitment del destinatario: scegliere da che parte stare, ossia combattere il terrorismo oppure appoggiare in qualche modo i terroristi. fi fl