Lezione 11-12: BIGNÈ PDF
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These notes detail the history and basic ingredients for making bignè. It discusses the different ingredients such as liquids, fats, flour, eggs, salt, and sugar, and their roles in the preparation process. The notes also cover aspects such as double-baking and the role of gelatinization in the process.
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lezione 11-12: BIGNЀ storia 1533: Caterina De Medici lascia Firenze per sposare il duca d’Orleans (futuro re di Francia) e porta con se un intera brigata di cuochi, tra questi il capocuoco Pantarelli inventore dell’impasto. Col tempo la “pate Pantarelli” venne modificata e si arrivò a chiamare “pat...
lezione 11-12: BIGNЀ storia 1533: Caterina De Medici lascia Firenze per sposare il duca d’Orleans (futuro re di Francia) e porta con se un intera brigata di cuochi, tra questi il capocuoco Pantarelli inventore dell’impasto. Col tempo la “pate Pantarelli” venne modificata e si arrivò a chiamare “pate à Popelin” utilizzata per realizzare i “Popelin” dolci ispirati al seno femminile. A metà del XVIII secolo un pasticcere di nome Avice modificò la pasta che divenne “pate à Choux” per la forma “bugnosa” del prodotto che ne usciva dopo la cottura. (choux=cavolo) Nel XIX secolo Antoine Careme, grandissimo maestro pasticcere ne modifica la ricetta e crea una serie di forme e ripieni per utilizzare al meglio la pate à choux. Tra queste si annoverà “l’éclair” cos'è nel corso del tempo il bignè ha preso molte forme e molte funzioni, ma il suo utilizzo di base resta sempre quello di CONTENITORE per creme dolci e salate. Impasto a doppia cottura: precottura sul fuoco e seconda cottura in forno o olio bollente La sua realizzazione si basa sulla lievitazione fisica: GELATINIZZAZIONE (la prima cottura serve per creare un gel di amidi che serve a trattenere il vapore all'interno) ingredienti base - liquido: solitamente acqua, ma può essere sostituita con altri liquidi - materia grassa: solitamente burro, ma si può sostituire con qualsiasi grasso - farina: W basso (180-220) - uova: intere o fino a 2/3 albumi - sale/zucchero: in piccole quantità liquidi - solitamente acqua - base di calcolo degli altri ingredienti, perchè permette la gelatinizzazione degli amidi - idratano le polveri del polentino - soprattutto in francia l'acqua è parzialmente sostituita con il latte, in particolare per l'eclaire. il latte darà sofficità alle pareti e colore grazie al lattosio materia grassa - solitamente burro, ma può essere sostituito con altri grassi, sia per intolleranze, sia per avere grassi saturi o insaturi. se il punto di fusione è più alto, il prodotto risulterà meno fondente al palato. con il burro di cacao si otterrà un bignè con una crescita regolare, ma non ne caratterizza il sapore perchè è generalmente la crema utilizzata per farcire a farlo, quindi non si usa perchè costa tanto. la margarina è molto utilizzata, dà un sapore diverso rispetto al burro. olio: se voglio puntare al sapore uso olio evo (solitamente per salato), se voglio un sapore neutro uso un olio di semi - aumenta l'efficacia della "barriera vapore" - la sua q influenza lo sviluppo e la struttura del prodotto cotto farina - di frumento tenero, W 180-220, grado di abburattamento raffinatissmo perchè la crusca inibisce la formazione del gel - inserita tutta insieme, perchè sennò la T alta del liquido a contatto con la farian formerebbe grumi e la gelatinizzazione sarebbe irregolare. - nelle ricette molto ricche di grassi è consigliabile utilizzare una farina più forte (W300-350). si parla di ricette doppio o triplo burro rispetto alla farina. una farina forte permette di portare le proteine necessarie all'interno, per dare masticazione, altrimenti potrebbe sciogliersi - durante la cottura del polentino il calore fa gelificare l’amido che creerà un film sottile ed impermeabile che tenderà a trattenere il vapore in cottura: “BARRIERA VAPORE” avviene solo grazie a un'idratazione, infatti i granuli assorbono l'acqua, si gonfiano, la trattengono all'interno e con il calore creano un gel (amido non è idrosolubile) uova - fresche: proteine di qualità, ma c'è rischio di contaminazione, a livello produttivo è più impegnativo (dividere uova) ovoprodotti: si preferiscono - reidratano il polentino, maggiore sarà l'idratazione dell'impasto, migliore sarà la struttura finale. in parte si possono sostituire con albume, non totalmente perchè servono i fosfolipidi presenti nel tuorlo per creare l'emulsione e perchè il prodotto finale non manterrebbe la struttura - le loro proteine aiutano l'emulsione - contribuiscono alla "barriera vapore". contengono proteine diverse che coagulano a T diverse, quindi in cottura accompagneranno lo sviluppo donando elasticità - possono essere sostituite fino a 2/3 con albume - in cottura contribuiscono a creare la struttura finale del prodotto: coagulazione sale e zucchero - contribuiscono entrambi alla maggiore colorazione dell'impasto durante la cottura (reazione di maillard), ed influiscono in minima parte sul gusto finale del prodotto - 1-2% sul peso dei liquidi - se il liquido iniziale è diverso dall'acqua il q di zuccheri è minore (parte di zuccheri già contenuta nel liquido in sostituzione) ingredienti caratterizzanti - SUCCHI DI FRUTTA, CAFFЀ, INFUSI: possono sostituire completamente o parzialmente l'acqua, prestando attenzione al quantitativo di fibra e all'acidità, perchè infieriscono la formazione del gel - CACAO: max 10% del peso della farina in sostituzione della stessa (rapporto 1:1), inserito prima o dopo la cottura del polentino. meglio cotto perchè il gel si è creato. se voglio fare un polentino dedicato, si inserisce in cottura perchè intensifica il sapore, ma si deve sostituire farina, sennò post cottura (migliore a livello produttivo), non devo sostituire farina ma alla fine bisogna idratare aggiungendo acqua - PASTE DI FRUTTA OLEOSA (fibra+grasso): sostituiscono parzialmente la materia grassa (max 20%), inserite in cottura del polentino, o post cottura (aggiungere acqua) - LIEVITO CHIMICO: utilizzato nel bignè fritto, deve essere più magro e asciutto perchè a contatto con l'olio tende a crescere, quindi se troppo idratato esploderebbe o avrebbe una forma irregolare. si usa lievito chimico per aiutare lo sviluppo del bignè che è appunto poco idratato, ed evita la penetrazione dell'olio all'interno del bignè. 1-2% sul peso della farina. si mette sotto 30 gradi perchè senno la T attiva gli agenti lievitanti subito e non in cottura processo produttivo in una casseruola portare a bollore il liquido con il sale e la materia grassa. *prima potenza bassa per sciogliere la materia grassa ed evitare l'evaporazione di troppi liquidi appena arriva a bollore e la materia grassa è fusa allontare la casseruola dalla fonte di calore e unire la farina tutta in una volta. incorporare e amalgamare bene mescolando con un cucchiaio spatola in silicone o plastica rigida (polentino consistente), o con una frusta (liquido). rimettere sulla fonte di calore e portare a cottura mescolando continuamente. cuocere fino a 83-95 gradi (a seconda della q di burro), con l'aiuto di un termometro, che andremo a inserire in più punti perchè alcune parti saranno più fredde, altre più calde. mettere il polentino cotto in planetaria con foglia per far svaporare a una velocità medio-bassa (in questo caso 5) e portare a 60-65 gradi. *non sotto i 30 perchè le uova non emulsionano e il grasso comincia a prendere struttura, non sopra i 65 perchè le uova coagulano unire e incorporare 1/3 di uova a 20-25 gradi, inserire la parte successiva in tre o quattro riprese solo quando è stata completamente assorbita la parte precedente. verificare consistenza e in caso aggiungere albume. l'impasto deve essere liscio, lucido, setoso, simile a crema pasticcera e deve creare una V con i bordi ben definiti. non troppo staccante sulla teglia senno il bignè si aggrappa una volta pronto può essere dressato o stoccato cottura 1 FASE: quando la pasta del bignè dressata in teglia viene posizionata in forno iniziano una serie di reazioni che fanno sviluppare il bignè: - l'acqua assorbita dall'impasto si trasforma in vapore che spinge dal centro della pasta verso l'esterno - l'umidità della camera ritarda la formazione della crosta ed agevola lo sviluppo del bignè (valvola chiusa) - l'amido pre-gelificato della farina è eleastico e forma un film impermeabile che rallenta la fuoriuscita di questo vapore - le proteine delle uove, in partcolare quelle dell'albume non coagulate, sono elastiche e permettono l'espansione della pasta - il grasso ha un ruolo fondamentale, interponendosi tra il vapore che si forma ed il film di amidi, intensifica fortemente la barriera vapore donando uno sviluppo regolare del bignè. 2 FASE: il bignè smetterà di sviluppare e dovrà consolidare la struttura: - il vapore formatosi nella prima parte della cottura deve abbandonare la camera in modo da poter asciugare il bignè formato (valvola aperta); un eccesso di vapore in camera di cottura provocherà una ricaduta del bignè all’uscita del forno - l’amido completa la sua gelificazione diventando solido e compatto, quindi fondamentale per la struttura. - le proteine delle uova coagulano completamente bloccando così la struttura del bignè. (sarà poi l’amido a fissarla saldamente) - le proteine del frumento coagulano donando a loro volta struttura al bignè. - il grasso resta all’interno dell’impasto e donerà un ottimo gusto in degustazione e una struttura fondente e scioglievole in rapporto alla sua quantità. supporti di cottura - teglia in alluminio: unta e pulita con carta per non avere troppo grasso - teglia in alluminio microforata: unta e pulita con carta per non avere troppo grasso - teglia teflonata: dressaggio senza ungere - teglia teflonata microforata: dressaggio diretto senza ungere - tappetino di silicone: dressaggio diretto, rallentamento trasmissione termica - tappetino microforato: dressaggio diretto, ottima trasmissione di calore - carta da forno: dressaggio diretto, effetto barriera vapore che rallenta lo sviluppo conservazione bignè - T ambiente: si utilizzava quando non c'era il freddo nei laboratori, i bignè dovevano essere seccati e nel momento nella farcitura si utilizzavano creme calde, non è ottimale a livello di salubrità - conservatore positivo (4 gradi): 1/2gg - bignè già farciti pronti per la vendita - conservatore negativo: 3-6 mesi - vuoti, devono essere ripassati in forno a 160-180 gradi per 2- 3 minuti / farciti, con creme idonee al congelamento / crudi, quando bisogna cuocerli bisogna dargli l tempo di scongelare la superficie, il cuore non è importante perchè in cottura il calore riesce ad entrare e a far sviluppare il bignè bignè doppio burro con cutter differenze: - si usa farina panettone - giro con frusta perchè il polentino è + liquido - per raffreddare il polentino prima si mette in una gastronorm, e si mescola con la frusta fino a quando arriva a 60-65 gradi, poi si mette nel cutter per aggiungere le uova. *non si raffredda nel cutter perchè le lame generano calore - le uova non si aggiungono a step ma in modo continuativo - il composto è più chiaro perchè c'è più burro, meno uova e ha emulsionato bene massa leggera: acqua 500g; burro 125g; farina 250g; uova 400g. massa media: acqua 500g; burro 175g; farina 150g; uova 700g. massa pesante: acqua 500g; burro 250g; farina 500g; uova 1000g.