L'età di Filippo II e la guerra dei 30 anni PDF

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Questo documento esplora l'età di Filippo II e il contesto della guerra dei Trent'anni, analizzando le motivazioni religiose e politiche dei conflitti in Europa. Il focus è sulla Spagna e le sue politiche durante tale periodo storico.

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L’ETÀ DI FILIPPO II E LA GUERRA DEI 30 ANNI IL PRIMATO SPAGNOLO  Redi Spagna dal 1556 al 1598, Filippo II (figlio di Carlo V) domina la scena europea: era re di Spagna e di Napoli, duca di Milano, signore dei Paesi Bassi e dal 1580 anche re del Portogallo, di cui possedeva anche le colonie....

L’ETÀ DI FILIPPO II E LA GUERRA DEI 30 ANNI IL PRIMATO SPAGNOLO  Redi Spagna dal 1556 al 1598, Filippo II (figlio di Carlo V) domina la scena europea: era re di Spagna e di Napoli, duca di Milano, signore dei Paesi Bassi e dal 1580 anche re del Portogallo, di cui possedeva anche le colonie.  La Spagna non conosce le difficoltà dinastiche di Francia e Inghilterra.  In essa la Riforma non ha successo e non divide il paese come in Germania, Francia e Inghilterra.  La Spagna gode di cospicue entrate grazie al dominio dei commerci transoceanici (ma si abitua a vivere al di sopra delle sue possibilità). EL REY PRUDENTE  Mentre Carlo V non ha patria, Filippo è re di Spagna, un dominio coeso.  Si trattava comunque di un vasto impero che richiedeva al re un notevole lavoro. 1  Filippo non viaggiò come il padre ma cercò di controllare i domini attraverso la burocrazia  Scelse come capitale Madrid, al centro della Castiglia. Vicino a questo piccolo centro fece costruire i l’Escorial, grande e severa reggia da cui diresse i suoi possedimenti senza mai visitarli La ramificata struttura burocratica che creò, efficiente ma farraginosa e corrotta, unita alla caparbia volontà di assumere personalmente la decisione giusta, gli valsero il titolo di «rey prudente», ma impressero alla sua azione di governo una eccessiva lentezza Mentre il padre aveva coltivato il sogno di un impero universale e multinazionale, Filippo concentrò la sua azione sulla Spagna e cercò di restringere i margini di autodeterminazione delle etnie (egemonia castigliana) Indirizzò i suoi sforzi al rafforzamento del potere della Corona (enorme apparato burocratico → la carica di funzionario viene comprata) Si serviva dell’aiuto di due segretari di Stato che lo affiancavano nell’esercizio del potere esecutivo, ai quali si aggiungeva poi una serie di organismi collegiali (Consigli dipartimentali e territoriali): erano solo organi consultivi, ma cmq rappresentativi di tutto il Paese LA DIFESA DELLA FEDE  Filippo è stato spesso definito il “braccio” secolare della Controriforma, a causa della sua intransigente difesa della religione cattolica importante  In questa prospettiva va valutata anche la vitalità dell’Inquisizione, che agiva alle dirette dipendenze del re e che divenne una caccia agli eretici, agli infedeli e ai dissidenti politici  In realtà la sua politica religiosa mirò a difendere gli interessi del regno, come si vide quando nel 1558 sostenne la successione al trono inglese della “eretica” Elisabetta I contro la cattolica Maria Stuart (cugina di Maria Tudor e regina di Scozia), sposa di Francesco II di Francia.  Filippo perseguita le minoranze religiose presenti in Spagna: oltre ai protestanti, i circa 50mila ebrei convertiti forzatamente al cristianesimo (“conversos”) e i musulmani (“moriscos”). Tale azione persecutoria si trasformò per la prima volta in una vera e propria forma di discriminazione razziale  I Moriscos si ribellanno (1568-70): vennero deportati e poi espulsi (1609).  Dopo l’occupazione di Cipro, storica base veneziana, da parte dei Turchi (1570), la Spagna partecipò alla Sacra Lega, formata anche dallo Stato della Chiesa, da Venezia e da vari piccoli stati italiani. La Francia si mantenne neutrale per non favorire la Spagna. La Sacra Lega distrusse la flotta turca a Lepanto il 7 ottobre 1571. La vittoria dimostrava che la flotta ottomana non era invincibile, ma cmq la potenza ottomana era ancora intatta FILIPPO II E I PAESI BASSI  I Paesi Bassi rappresentano il regalo più ricco che Carlo V ha lasciato al figlio Filippo II al momento della divisione dell’Impero: quel territorio comprendeva oltre 200 città, molte delle quali di importanza mondiale per le attività manifatturiere, commerciali e finanziarie  C’erano però forti differenze tra le province del sud, abitate da valloni che parlavano francese ed erano cattolici, e quelle del nord abitate da fiamminghi che parlavano un dialetto tedesco ed erano calvinisti  A quei territori Carlo V aveva dato un’ampia autonomia amministrativa, ma ciò contrastava con la volontà accentratrice di Filippo II LA RIVOLTA DEI PAESI BASSI Filippo tentò di riportare le diverse province all’unità religiosa cattolica, costituendo 14 nuove diocesi con vescovi di nomina regia e cercando di introdurre l’Inquisizione spagnola Ne nasce una ribellione (1566) di calvinisti che distrussero anche diverse chiese cattoliche. Vennero definiti «pezzenti». La governatrice Margherita d’Austria fu costretta ad accettare le richieste dei rivoltosi (sopprimere l’Inquisizione e mitigare le pene per gli eretici), ma intanto Filippo preparava una nuova campagna militare, arruolando un esercito affidato al duca d’Alba. Nel 1567 l’esercito affogò in un mare di sangue le speranze di pacificazione. I ribelli calvinisti trovarono un leader in Guglielmo di Orange, governatore dell’Olanda, e si diedero alla pirateria a danno delle navi spagnole. La guerra causava a Madrid una vera e propria emorragia di denaro. Le truppe spagnole, rimaste senza paga, saccheggiarono Anversa (1576). Per reazione anche le province cattoliche del Sud si accordano con quelle olandesi contro la Spagna (Unione di Gand, 1576).  Con la mediazione del nuovo abile governatore Alessandro Farnese, duca di Parma e figlio di Margherita d’Austria:  Fu riguadagnato l’appoggio delle province del sud riportate sotto l’obbedienza spagnola (Unione di Arras, 1579)  Il Nord diede vita all’Unione di Utrecht, che nel 1581 costituì la Repubblica delle Province Unite (1581) guidata da Guglielmo d’Orange  Nel 1584 un sicario di Filippo II assassinò Guglielmo, ma gli olandesi continuarono a battersi col figlio Maurizio d’Orange  La Repubblica sopravvisse alla controffensiva spagnola perché l’attenzione di Filippo II si rivolse all’Inghilterra e alla Francia.  La guerra si interruppe nel 1609 senza una conclusione definitiva. L’INGHILTERRA DI ELISABETTA I  Elisabetta I, figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, salì al trono grazie all’appoggio del Parlamento nel 1558 in una posizione di estrema debolezza, perché non riconosciuta dai cattolici e malvista da chi si era impoverito in seguito allo scisma anglicano.  Riuscì però con una politica moderata ma ferma a rafforzare il proprio potere e a stringere un’alleanza duratura con le classi sociali emergenti (borghesia, piccola nobiltà di campagna, commercianti). Rimase sul trono fino al 1603. Re di Inghilterra e Scozia nel XVI secolo Stuart Tudor Enrico VII (1485-1509) Giacomo IV Re di Scozia Margherita Enrico VIII (†1513) (†1541) (1509-1547) Filippo II Re di Spagna Maria Tudor Edoardo VI (1556-1598) (1553-1558) (1547-1553) Giacomo V (†1542) Elisabetta I (1558-1603) Francesco II Maria Stuart Re di Francia (†1587) (1559-1560) Giacomo I (1603-1625) IL PROBLEMA RELIGIOSO  Sotto di lei l’Inghilterra trovò un assetto religioso stabile: nel 1559 ottenne dal Parlamento un nuovo Atto di supremazia e nel 1563 il ripristino dei Trentanove articoli della fede anglicana, che orientarono il Paese definitivamente verso un protestantesimo moderato  Nel trattare con le diverse Chiese mirò a una politica di mediazione che evitasse guerre di religione e usò metodi coercitivi vs cattolici e puritani solo raramente  Si trovò anche ad affrontare la questione scozzese quando, dopo anni di guerra civile, la regina di Scozia Maria Stuart (sua cugina) fu costretta dai protestanti scozzesi ad abdicare nel 1567 e a rifugiarsi in Inghilterra. Elisabetta perciò la relegò per 20 anni in vari castelli e la fece infine processare per tradimento e giustiziare nel 1587. RAPPORTI CON LA SPAGNA Durante la giovinezza Filippo II si era recato in Inghilterra per sposare nel 1554 l’ormai anziana Maria Tudor, erede cattolica al trono inglese, senza riuscire però a darle un figlio maschio che impedisse la successione dell’anglicana Elisabetta Elisabetta spezza il legame innaturale creatosi sotto Maria, sposa di Filippo II, ma è conscia della debolezza inglese. Mantiene relazioni apparentemente buone con la Spagna Al tempo stesso appoggia la guerra ai danni dei galeoni spagnoli. LA GUERRA ANGLO-SPAGNOLA  Lapolitica anticattolica di Elisabetta, che nel 1570 viene scomunicata, culmina nella decapitazione di Maria Stuart (1587).  Ciòdiede a Filippo II il pretesto per allestire un’enorme flotta da guerra, detta l’Invincibile Armata: essa era composta da circa 130 navi munite di circa 2000 cannoni e oltre 30mila uomini a bordo.  Nelmaggio 1588 prese il largo da Lisbona per dirigersi verso i Paesi Bassi, dove avrebbe dovuto imbarcare altri soldati e poi dirigersi verso l’Inghilterra per invaderla; così non fu perché a causa dell’eccessiva stazza delle navi spagnole non si trovò uno scalo ove ormeggiare.  A luglio una lunghissima battaglia di dieci giorni fra la flotta inglese e quella spagnola nella Manica vide quest’ultima in netto svantaggio a causa dell’eccessiva grandezza delle navi in quello stretto braccio di mare. La battaglia fu completata da una tempesta che costrinse i resti della flotta di Filippo a compiere la circumnavigazione della GB per tornare in Spagna  Lo scontro ebbe l’effetto di mostrare al mondo la vulnerabilità della Spagna, che si credeva invincibile LA CRESCITA ECONOMICA  L’agricoltura rimase l’attività economica più importante, cui giovarono i positivi effetti della conquista dei beni ecclesiastici attuata da Enrico VIII: ciò portò alla nascita di un ceto di proprietari agricoli completamente svincolati da obblighi feudali e interessati allo sfruttamento intensivo dei propri fondi (piccoli nobili della gentry).  Iniziò inoltre il fenomeno delle enclosures (recinzioni) dei campi aperti (open fields). Si sviluppò cioè la proprietà privata dei campi; ciò favorì la gentry.  Si iniziò una produzione intensiva di panni di lana, finalizzata all’esportazione; si favorì l’immigrazione di manodopera specializzata  Fu favorito il commercio internazionale (la corona promosse l’organizzazione di compagnie privilegiate, cioè società che avevano il monopolio in una determinata area) IL COLONIALISMO INGLESE Nel 1586 Francis Drake intraprende la prima spedizione. Precedentemente tra 1577 e 1580 egli aveva circumnavigato l’intero globo saccheggiando porti e navi spagnole e come ricompensa Elisabetta lo nominò cavaliere! In India: Nel 1600 viene fondata la Compagnia delle Indie Orientali. Nel 1584 Walter Raleigh fonda la colonia della In America: Virginia; seguiranno i Puritani (1620: Massachussets) e Cattolici (1634: Maryland). I PROBLEMI DELL’AREA TEDESCA  Laguerra dei 30 anni (1618-1648) nacque come scontro interno ai possedimenti asburgici, ma si trasformò presto in un conflitto internazionale: essa pose fine a un secolo di guerre religiose e segnò il definitivo tramonto dell’Impero.  Nonostanteil compromesso raggiunto con la pace di Augusta (1555), nell’area tedesca c’erano inquietudini:  Si era accentuato il particolarismo signorile  C’erano conflitti religiosi a proposito della divisione dei beni ecclesiastici confiscati e per il mancato riconoscimento religioso dei calvinisti  La Boemia era protestante e insofferente rispetto all’autorità degli Asburgo cattolici LA «DEFENESTRAZIONE DI PRAGA» Quando la politica di tolleranza degli imperatori succeduti a Carlo V cominciò a incrinarsi, si vennero a costituire 2 leghe contrapposte: la Lega evangelica (1608), guidata dal principe del Palatinato Federico V, e la Lega cattolica (1609) capeggiata dal duca di Baviera Massimiliano I. La scintilla che scatenò il conflitto si ebbe nel 1618, quando l'imperatore del Sacro Romano Impero Mattia nominò re di Boemia il cattolico e gesuita Ferdinando II. Egli vietò la costruzione di alcune chiese protestanti e ritirò la lettera di maestà che garantiva la libertà di culto ai protestanti, provocando una violenta ribellione, che culminò nel celebre episodio della "defenestrazione di Praga": due luogotenenti dell'imperatore furono scaraventati giù dalle finestre del Palazzo reale (ma ne uscirono illesi perché atterrarono su del letame presente nel fossato del castello.) GLI SCHIERAMENTI IN GUERRA  La guerra si trasformò da conflitto religioso interno a uno Stato in una guerra internazionale: si combatté vs il progetto politico multinazionale degli Asburgo, a favore della nascita di uno Stato germanico unitario e accentrato. Al progetto asburgico si opposero i principi tedeschi (gelosi della loro autonomia), gli stati del Nord Europa e la Francia (pur essendo cattolica).  Ferdinando II ebbe come unico alleato la Spagna asburgica, che trascinò però nella guerra sul fronte opposto gli olandesi  Gli storici suddividono la guerra in 4 periodi: 1. FASE BOEMO-PALATINA (1618-1625) Iribelli boemi sostituiscono sul trono boemo il cattolico Ferdinando col calvinista Federico V. Gli imperiali e tutti gli stati della Lega cattolica guidati dal duca di Baviera Massimiliano I vincono la battaglia decisiva (1620) alla Montagna bianca vicino a Praga. La Boemia viene sottoposta a repressione. 2. FASE DANESE (1625-1630)  Ilre di Danimarca Cristiano IV, appoggiato finanziariamente da Olanda, Francia e Inghilterra interviene nel conflitto contro l’imperatore, con la speranza di ottenere il controllo del mare del Nord e del Baltico  Cristianosubisce diverse sconfitte, in particolare a opera del condottiero von Wallenstein.  Con la pace di Lubecca (1629) Cristiano IV abbandona il conflitto. Contemporaneamente Ferdinando II promulga l’Editto di restituzione che obbliga i protestanti a restituire alla Chiesa cattolica i territori espropriati dopo il 1552. 3. FASE SVEDESE (1630-1635)  Preoccupato per la nuova vittoria imperiale, interviene nel conflitto anche Gustavo II Adolfo di Svezia (1630) invadendo la Pomerania e giungendo fino in Baviera. La Spagna e Wallenstein si schierano a fianco dell’Impero.  Gli svedesi vincono a Lutzen, dove però muore Gustavo II, ma sono sconfitti in Baviera.  Nel 1634 Wallenstein viene ucciso per ordine dell’imperatore, geloso per l’eccesso di potere del generale e in contrasto sulle strategie militari.  La Pace di Praga (1635) segna il ritiro della Svezia, mentre i principi tedeschi ribelli si sottomettono all’imperatore che sospende l’Editto di restituzione.  È la fine della contrapposizione tra un blocco protestante e uno cattolico 4. FASE FRANCESE (1635-1648)  La Francia di Luigi XIII e Richelieu, determinata a voler distruggere il crescente potere degli Asburgo e della Spagna, entra in guerra sostenuta da Olanda, Svezia, Savoia, Mantova e Parma.  La svolta decisiva avviene in seguito alle due rivolte del 1640 contro il governo spagnolo scoppiate in Catalogna e Portogallo → il re Filippo IV deve ritirare le truppe dagli altri fronti.  La Francia ottiene l’importante ma non decisiva vittoria di Rocroi (1643) sugli spagnoli.  La guerra, dopo diversi anni di trattative diplomatiche, si conclude nel 1648 con la pace di Westfalia. LE DECISIONI RELIGIOSE Il programma «controriformistico» degli Asburgo era definitivamente fallito. Per quanto riguarda i problemi religiosi si stabilì infatti che: Ogni religione esistente sul territorio imperiale prima del 1624 potesse essere liberamente professata (quindi la confessione calvinista venne formalmente riconosciuta) I beni ecclesiastici fino ad allora incamerati non dovevano più essere riconsegnati. Ciò privò di contenuti l’Editto di restituzione. Gli eventuali contrasti tra cattolici e riformati avrebbero dovuto trovare soluzione di comune accordo all’interno della Dieta imperiale LE DECISIONI TERRITORIALI Alla Francia, reale vincitrice della guerra, sono riconosciuti alcuni territori verso il Reno: parte dell’Alsazia, Metz, Toul e Verdun La Svezia ottenne la Pomerania occ. e i vescovadi di Brema e Verden, stabilendo la sua egemonia sul Baltico La Repubblica delle Province Unite e la Confederazione svizzera ebbero ufficialmente l’indipendenza L’Impero rimase formalmente in vita, ma dovette rinunciare a esercitare un effettivo ruolo politico, articolandosi in circa 300 Stati sovrani. Gli Asburgo concentrarono perciò tutti i loro sforzi sui territori loro direttamente soggetti, per renderli uno Stato unitario e cattolico (l’Arciducato d’Austria)

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