Introduzione e locomotore Anatomia Umana PDF
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Università degli Studi di Verona
2024
Dott.ssa Cecchini
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These notes provide an introduction to human anatomy, specifically focusing on the morphological and functional aspects of the locomotor system. The document details different types of anatomical studies, such as macroscopic, microscopic, and ultrastructural anatomy, along with systematic and topographical approaches. The content also explores skeletal structures, including bones, joints, and the thoracic cavity.
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Università degli studi di Verona Fondamenti morfologici e funzionali della vita ANATOMIA UMANA Laurea in Infermieristica -polo di Legnago- abilitante alla professione sanitaria di Infermiere D.M. 270/04 A.A. 2023/2024...
Università degli studi di Verona Fondamenti morfologici e funzionali della vita ANATOMIA UMANA Laurea in Infermieristica -polo di Legnago- abilitante alla professione sanitaria di Infermiere D.M. 270/04 A.A. 2023/2024 1 Le diapositive NON sono sufficienti per la preparazione all’esame e si considerano strumento di supporto ad integrazione di un libro di testo Questo file creato dalla Dott.ssa Cecchini-Dip. di Neuroscienze, Biomedicina e Movimento- Università di Verona non può essere riprodotto in alcun modo a scopo di lucro (art. 4 L.633/41). Ogni violazione del diritto d’autore sarà perseguita secondo la legge vigente. 2 Anatomia anà = attraverso tomé = taglio Studio delle strutture dell’organismo e dei loro rapporti Quindi, insieme all’istologia, fornisce le basi per comprendere la fisiologia 3 Vari tipi di studio anatomico 4 Anatomia macroscopica: studio del corpo umano e degli organi in esso contenuti ad occhio nudo Anatomia microscopica: studio dell’ architettura dell’organo attraverso il microscopio ottico (a partire dalla seconda metà del 1600) 5 Anatomia ultrastrutturale: studio dell’ultrastruttura degli organi, grazie all’avvento della microscopia elettronica (dal 1930 circa in poi) ↓ conoscenza dell’architettura cellulare 6 Anatomia radiologica: tramite le tecniche radiografiche (raggi X) e le tecniche di immagine più moderne (TAC, RMN, PET…) è possibile lo studio dell’anatomia degli organi nel vivente 7 Vari approcci anatomici 8 Anatomia sistematica: Raggruppa gli organi in apparati o sistemi in base alla capacità degli organi di partecipare allo svolgimento di specifiche funzioni complesse (es. apparato cardiocircolatorio, respiratorio, digerente…) 9 Anatomia topografica o regionale: suddivide il corpo umano in regioni. Si occupa dello studio dei rapporti esistenti tra i vari organi (che possono appartenere a vari apparati) in quella regione (Es. regione del collo, della testa, il torace…) e di come possono essere proiettati sulla superficie cutanea (anatomia di superficie) 10 Anatomia clinica: mette in evidenza gli aspetti della struttura e della funzione del corpo che assumono particolare rilievo nella pratica clinica 11 Anatomia chirurgica: mette in risalto le caratteristiche anatomiche di particolare interesse per la pratica chirurgica 12 Terminologia anatomo-clinica 13 Gran parte della terminologia medica è composta da termini anatomici o che derivano da questi E’ estremamente importante, per essere compresi, esprimersi in modo chiaro Sebbene si abbia confidenza con i termini comuni che si riferiscono a parti/regioni del corpo, è necessario apprendere la terminologia corretta (es. cavo ascellare invece di ascella…) 14 Posizione anatomica Corpo in posizione eretta Testa e occhi rivolti in avanti Arti superiori distesi lungo i fianchi con il palmo delle mani rivolto anteriormente Arti inferiori uniti con i piedi paralleli e gli alluci rivolti anteriormente 15 Piani anatomici Piano sagittale mediano (piano verticale che attraversa longitudinalmente il corpo, dividendolo in una metà destra e una sinistra) Piano trasversale, orizzontale o assiale attraversa il corpo perpendicolarmente al piano mediano e ai piani frontali, suddividendo il corpo in una parte superiore (in alto) e inferiore (in basso) Piano frontale o coronale (piano verticale che attraversa il corpo perpendicolarmente al piano mediano, dividendolo in una parte anteriore -in avanti- e in una parte posteriore -indietro-) 16 17 a)Piano sagittale mediano,b)trasversale, c)frontale o coronale 18 TERMINOLOGIA ANATOMICA DI POSIZIONE 19 Terminologia di posizione Superficiale/Profondo: indicano la distanza di una struttura dalla superficie del corpo o il rapporto di una struttura rispetto ad un’altra sovrastante o sottostante Mediale: indica quella che tra due strutture è più vicina al piano mediano del corpo Laterale: indica quella struttura che è più distante dal piano mediano 20 Posteriore/dorsale: indica la superficie posteriore o più dorsale del corpo Anteriore/ventrale: indica la superficie frontale del corpo Superiore/craniale indica la posizione di una struttura prossima al cranio Inferiore/caudale indica la posizione di una struttura che, rispetto ad un’altra, è più vicina alla pianta dei piedi 21 Termini di lateralità strutture pari: presenti a destra e a sinistra (es. i reni) struttura impari: unica (mediana, come la tiroide o unilaterale, come la milza) omolaterale (o ipsilaterale): si trova dallo stesso lato del corpo di un’altra (es. pollice destro ed alluce destro) controlaterale: si trova sul lato opposto del corpo rispetto ad un’altra (es. la mano destra rispetto alla sinistra) 22 23 Apparato locomotore 24 Tessuto osseo L’osso è costituito da una componente cellulare (osteociti, osteoblasti ed osteoclasti) e dalla sostanza fondamentale o matrice dell’osso organica (collagene e proteine) ed inorganica (minerali) 25 Varietà di tessuto connettivo che si distingue per la sua robustezza per cui è deputato Tessuto alla funzione di sostegno e protezione. Rappresenta osseo anche una indispensabile riserva di calcio e fosforo. 26 Tessuto osseo Spugnoso: costituito da trabecole ossee fra loro interconnesse a costituire una rete tridimensionale. L’orientamento delle trabecole non è casuale ma corrisponde alle traiettorie delle linee di forza conseguenti alle azioni meccaniche cui è sottoposto l’osso Compatto: così chiamato perché ad occhio nudo appare privo di cavità 27 28 Scheletro Le ossa, unitamente alle articolazioni che le collegano, formano lo scheletro, apparato di sostegno del corpo Esso ha anche funzione protettiva per alcuni organi, contribuendo a delimitare le cavità deputate ad accoglierli (es. cavità cranica, canale vertebrale, cavità toracica) Dà poi attacco ai muscoli partecipando passivamente ai movimenti 29 30 Le ossa vengono distinte in: Ossa corte o brevi Ossa lunghe Ossa piatte o larghe Ossa irregolari 31 32 Ossa corte Hanno lunghezza, larghezza e spessore pressochè uguali Ne sono un esempio, le ossa del carpo e del tarso Sono costituite da osso spugnoso delimitato in superficie da osso compatto 33 34 Vertebre: ossa irregolari 35 Ossa lunghe Hanno la lunghezza che prevale nettamente sulla larghezza e sullo spessore Sono costituite da una parte centrale, il corpo o diafisi e di due estremità più espanse dette epifisi Sono presenti soprattutto a livello degli arti (ad es. l’omero, il femore) Il corpo di un osso lungo è formato da tessuto osseo compatto, scavato centralmente dal canale midollare contenente il midollo osseo, le estremità sono costituite da osso spugnoso. In superficie è rivestito da osso compatto Nel bambino quasi tutto il midollo contenuto nell’osso è rosso cioè emopoietico (da cui derivano le cellule del sangue). Nell’ adulto il midollo rosso viene sostituito da midollo giallo ricco di tessuto adiposo e il rosso è limitato al cranio, vertebre, sterno, costole, bacino e testa prossimale del femore ed omero 36 Tibia 37 Femore 38 Ossa piatte Il loro spessore è di molto inferiore rispetto alla lunghezza e alla larghezza Ne sono un esempio le ossa della volta cranica, la scapola, lo sterno Sono formate da due lamine di tessuto osseo compatto con interposto uno strato di tessuto osseo spugnoso 39 Scapola: faccia costale o anteriore 40 Le ossa sono rivestite da periostio, lamina connettivale biancastra molto vascolarizzata ed innervata Il periostio manca in corrispondenza delle superfici articolari dove è presente la cartilagine che è invece rivestita dal pericondrio Manca anche in corrispondenza dell’inserzione di tendini e legamenti 41 Scheletro assiale o assile (forma l’asse centrale di supporto del corpo): ossa del cranio colonna vertebrale coste e sterno Scheletro appendicolare: clavicole e scapole che appartengono al cingolo scapolare (o pettorale) ossa del braccio, avambraccio, mano ossa dell’anca che appartengono al cingolo pelvico ossa della coscia, gamba, piede 42 Gabbia toracica Vertebre toraciche (o dorsali) Coste Sterno Più stretta nella parte superiore e leggermente appiattita in senso antero- posteriore, più larga inferiormente. Protegge gli organi in essa accolti (cuore, polmoni..) e dà inserzione ai muscoli coinvolti nella respirazione e che regolano i movimenti della colonna vertebrale, del cingolo scapolare e dell’arto superiore 43 44 In grigio scuro:cartilagini costali 45 Coste Ossa allungate, curve ed appiattite Costituiscono le pareti della cavità toracica Sono 12 paia 46 Le prime VII paia sono le coste vere, dette vertebro-sternali perché raggiungono la parete anteriore connettendosi direttamente allo sterno tramite segmenti cartilaginei. Dall’ VIII al X paio sono dette coste false o vertebro-condrali perché le cartilagini si fondono prima fra loro e poi raggiungono lo sterno. Le ultime due paia (XI e XII) sono definite fluttuanti, non collegandosi allo sterno 47 48 49 Sterno Osso piatto situato a livello della parete anteriore della gabbia toracica. Composto da: manubrio, triangolare che si articola con le clavicole e le cartilagini del primo paio di coste. Lungo il suo contorno superiore presenta l’incisura giugulare, incavo tra le articolazioni clavicolari corpo, allungato, si unisce alla superficie inferiore del manubrio estendendosi poi verso il basso lungo la linea mediana. Le cartilagini costali, dal II al VII paio si connettono singolarmente ad esso. Dall’VIII al X paio le coste si connettono tramite un’unica cartilagine che si unisce al VII paio di coste processo xifoideo (dal gr. “a forma di spada, appuntito”), che fornisce un punto di ancoraggio per alcuni muscoli addominali (es. il muscolo diaframma e i muscoli retti dell’addome) 50 51 Sterno: visione anteriore 52 Colonna vertebrale La colonna vertebrale (33 o 34 ossa) è costituita da : Vertebre (24 vertebre libere) Sacro (5 vertebre fuse) Coccige (da 4 a 5 piccole vertebre) Le vertebre formano la colonna di sostegno e proteggono il midollo spinale oltre a fornire una via di passaggio ai nervi spinali che originano o terminano a livello del midollo spinale 53 Colonna vertebrale La colonna vertebrale si può suddividere in diverse regioni Cervicale (7 cervicali) Toracica o dorsale (12 toraciche) Lombare (5 lombari) Sacrale Coccigea L’osso sacro, si forma dalla fusione di 5 vertebre sacrali, il coccige da un numero di piccole vertebre che varia da 4 a 5 54 55 Osso sacro: è formato dalla fusione di 5 vertebre sacrali. Insieme al coccige e all’osso dell’anca forma lo scheletro del bacino o pelvi Ha forma di una piramide capovolta ed è percorso all’interno dal canale sacrale che rappresenta la porzione caudale del canale vertebrale 56 57 58 Ogni vertebra principalmente è costituita da un corpo posto in avanti e da due lamine, destra e sinistra, situate posteriormente che, saldate tra loro formano l’arco che da ciascun lato presenta un processo trasverso e termina posteriormente con il processo spinoso. Tra il corpo e l’arco è interposto il foro vertebrale. I fori vertebrali delle varie vertebre allineate longitudinalmente circoscrivono il canale vertebrale o (speco vertebrale) che accoglie il midollo spinale 59 60 Pur risultando tutte costituite da elementi principali comuni, a seconda del tratto vertebrale, le vertebre presentano caratteristiche proprie 61 Le prime due ANTERIORE vertebre cervicali hanno caratteristiche peculiari La prima (C1), detta atlante, non ha corpo, né processo spinoso ANTERIORE La seconda (C2), detta epistrofeo, presenta una caratteristica sporgenza detta dente sul lato antero-superiore 63 Tutte le vertebre cervicali, e solo queste, hanno un foro trasversario a livello del processo trasverso Questi fori danno passaggio alle arterie e vene vertebrali 64 Colonna vertebrale Vista di lato, la colonna vertebrale si presenta convessa anteriormente in corrispondenza della sua porzione cervicale (lordosi cervicale), concava anteriormente nella sua porzione toracica (cifosi toracica), ancora convessa anteriormente nella sua porzione lombare (lordosi lombare), quindi piega bruscamente (sporgenza anteriore: promontorio) e torna infine a farsi concava anteriormente nella sua porzione sacro-coccigea (cifosi-sacro-coccigea) 66 Colonna vertebrale La colonna vertebrale, tranne che nella sua porzione sacro- coccigea, mostra da ciascun lato i fori-intervertebrali allineati in serie longitudinale attraverso i quali i nervi spinali fuoriescono dal canale midollare 67 In corrispondenza dell’osso sacro, i fori intervertebrali sono sostituiti dai fori sacrali anteriori e posteriori Fori sacrali 68 Le 12 vertebre toraciche, di dimensioni maggiori delle cervicali, presentano ad ogni lato del corpo vertebrale una o due faccette articolari per l’articolazione con le teste di due coste contigue Procedendo verso il basso il corpo vertebrale aumenta di dimensione per sostenere meglio il peso del corpo 69 70 Ossa del cranio 71 Ossa del cranio Si distinguono in: ossa del neurocranio (che delimitano la cavità cranica), in diretta continuazione con la colonna vertebrale ossa dello splancnocranio o massiccio facciale (che formano lo scheletro della faccia) 72 73 74 Neurocranio Il neurocranio ha un tetto, la volta cranica e un pavimento o base cranica Esso accoglie l’encefalo, le meningi craniche, la parte iniziale dei nervi cranici e i vasi cerebrali ed è formato da 4 ossa impari e 2 pari 75 Neurocranio Le ossa che lo costituiscono sono: L’osso frontale L’etmoide IMPARI Lo sfenoide L’osso occipitale L’osso parietale PARI L’osso temporale temporale Le ossa che formano la volta cranica sono ossa piatte (frontale, parietale e occipitale) L’osso frontale è disposto anteriormente, l’osso parietale di destra e di sinistra lateralmente e l’osso occipitale posteriormente 77 occipitale Sulla volta cranica si possono riconoscere alcune suture fibrose: la sutura coronale articola l’osso frontale con i due parietali, la sutura sagittale distingue le due ossa parietali, la sutura parietale parietale lambdoidea separa il parietale e il temporale dall’osso occipitale Si dice bregma il punto in cui la sutura sagittale interseca quella coronale e lambda il punto in cui interseca la sutura lambdoidea frontale 78 Sutura sagittale Bregma Sutura lambdoidea Sutura coronale 79 Le ossa che costituiscono la base cranica invece sono di morfologia piuttosto irregolare La base cranica ha una superficie esterna ed una interna Osservandola sia esternamente che internamente si può visualizzare un grande foro disposto a livello dell’osso occipitale detto grande foro occipitale o forame magno A livello del forame magno passano varie strutture tra cui: il punto di passaggio tra midollo spinale e midollo allungato, le meningi, le arterie vertebrali e spinali e nervi Sulla superficie esterna della base cranica, lateralmente al forame magno vi sono due rilievi, i condili occipitali, tramite i quali il cranio si articola con la colonna vertebrale (vertebra atlante) 80 Canale carotico (apertura esterna) Condili occipitali 81 Base cranica : superficie interna Grande forame occipitale o forame magno 82 La superficie interna della base cranica è costituita da tre avvallamenti ampi e distinti: la fossa cranica anteriore, media e posteriore che formano il pavimento a forma di coppa della cavità cranica 83 84 Metà sinistra della base cranica 85 All’osservazione la base presenta vari fori ed orifizi che danno passaggio a vasi e nervi Nella fossa cranica media all’interno dell’osso temporale è scavato il canale carotico con l’orifizio carotico interno dove passa l’arteria carotide interna A livello della fossa cranica posteriore è presente il foro giugulare in corrispondenza del quale ha inizio la vena giugulare interna All’interno dell’osso temporale sono scavate le cavità dell’orecchio medio ed interno 86 Lamina cribrosa osso etmoide: filuzzi del nervo olfattivo Foro giugulare art. carotide interna Canale ottico (Nervo ottico e arteria oftalmica) 87 Base cranica: anastomosi circolo arterioso antero-posteriore 88 Splancnocranio Lo splancnocranio, che costituisce lo scheletro della faccia, è formato da: Osso mascellare Osso zigomatico Osso lacrimale Cornetto nasale inferiore PARI Osso nasale Osso palatino Vomere IMPARI Mandibola Tra le ossa dello splancnocranio, solo la mandibola gode di mobilità 89 90 neurocranio splancnocranio N.B. contribuiscono a formare lo splancnocranio anche -osso frontale (fronte e orbita) -osso sfenoide (orbita e cavità nasali) -osso etmoide (orbita e cavità nasali) 91 neurocranio splancnocranio92 Inferiormente al cranio si trova un osso che non si articola con altre ossa ma che risulta sospeso tra la mandibola e la laringe: l’osso joide Il corpo di quest’osso serve come base per l’inserzione di numerosi muscoli responsabili dei movimenti della lingua e della laringe 93 Osso joide 94 Muscoli e legamenti ne costituiscono la sola connessione con le altre strutture per cui risulta avere una notevole mobilità Ha la forma di un ferro di cavallo, aperto posteriormente. Ha un corpo centrale, con una faccia anteriore convessa ed una faccia posteriore concava. Il corpo si prolunga da ciascun lato con due grandi processi detti grandi corna. Dal corpo, sopra le grandi corna, si sollevano due piccoli processi bilaterali detti piccole corna. Entrambi danno inserzione a muscoli e legamenti 95 96 97 Arto inferiore Bacino o pelvi E’ costituito: in avanti e sui lati dalle due ossa dell’anca congiunte anteriormente tra loro dalla sinfisi pubica In addietro dall’osso sacro, articolato con le due ossa dell’anca tramite le articolazioni sacro-iliache Inferiormente dal coccige 98 Bacino visto dall’alto Coccige Osso sacro Osso dell’anca Sinfisi pubica Sinfisi pubica: unione delle due superfici articolari delle porzioni pubiche dell’osso dell’anca fra le quali si interpone un disco fibro-cartilagineo 99 Il bacino sostiene il tronco sugli arti inferiori, racchiude e protegge i visceri contenuti nella cavità pelvica (organi genitali, vescica, parte del colon…) Le dimensioni della pelvi hanno grande importanza, non solo dal punto di vista anatomico e antropologico ma anche pratico per le implicazioni ostetriche legate al parto 100 L’osso dell’anca risulta dalla fusione di 3 ossa distinte: l’ileo, l’ischio e il pube Osso dell’anca: veduta mediale 101 L’ileo, ischio e pube si mantengono distinti fino oltre il decimo anno di vita, quindi gradualmente con gli anni si saldano Il punto di saldatura delle 3 ossa corrisponde all’acetabolo (ampia cavità articolare che accoglie la testa del femore) 102 Osso dell’anca 103 L’osso dell’anca è un osso piatto con una faccia mediale ed una faccia laterale che nella parte intermedia presenta l’acetabolo, profonda cavità emisferica che si adatta alla testa del femore I rami pubico ed ischiatico circondano il forame otturatorio o otturato. Tale spazio è chiuso (quasi completamente) da una guaina di fibre collagene la cui superficie (interna ed esterna) rappresenta un sito d’inserzione per i muscoli dell’anca Il forame otturatorio dà passaggio al nervo otturatorio (plesso lombare) e vasi otturatori 104 L’arteria otturatoria lascia la pelvi e attraverso il canale otturatorio e si dirige alla regione mediale della coscia andando ad irrorare i muscoli adduttori 105 106 Bacino o pelvi Può essere diviso in: Grande pelvi (costituita dalla porzione allargata di ciascun ileo, topograficamente appartiene all’addome). Nella grande pelvi è presente la fossa iliaca che accoglie gli organi addominali come il cieco, l’appendice (fossa iliaca destra). 107 Piccola pelvi (costituita dalle porzioni inferiori di ciascun ileo, entrambe le ossa pubiche, l’ischio di entrambi i lati, il sacro ed il coccige) Delimita la cavità pelvica che contiene gli organi pelvici e costituisce il canale del parto attraversato dal feto durante il parto Il piano che separa grande e piccola pelvi si chiama stretto superiore 108 109 110 L’apertura che si trova sul versante inferiore della pelvi è detta stretto inferiore della pelvi e permette di definire quella regione a forma di losanga detta perineo Questa è delimitata dal coccige posteriormente, dalle tuberosità ischiatiche lateralmente e dal margine inferiore della sinfisi pubica in avanti I muscoli pelvici formano il pavimento della cavità pelvica ed inoltre sostengono gli organi in essa contenuti Perineo Le ossa dell’arto inferiore, oltre all’osso dell’anca che fa parte della cintura o cingolo pelvico, sono: Femore Regione femorale o della coscia Rotula Tibia e fibula o perone Regione crurale o della gamba Tarso, metatarso, falangi Regione del piede 112 Femore E’ l’osso più lungo e pesante del corpo. Distalmente si articola con la tibia della gamba partecipando alla costituzione dell’articolazione del ginocchio. L’epifisi prossimale convessa (testa del femore) si articola con la pelvi. L’estremità inferiore mostra due grossi rilievi, uno mediale l’altro laterale per l’articolazione con la tibia, detti condili mediale e laterale 113 114 Ginocchio 115 Gamba: tibia e fibula (perone) 116 La fibula o pèrone è un osso più esile rispetto alla tibia e le è posta lateralmente. Presenta un corpo, un’estremità prossimale ed un’estremità distale. Non svolge funzioni di sostegno ma fornisce inserzione a vari muscoli. La tibia è un robusto osso situato nella parte antero-mediale della gamba. E’ formata da un corpo e due estremità prossimale e distale. 117 L’epifisi prossimale della tibia è molto ampia e la superficie articolare piuttosto piana è detta anche piatto tibiale e si articola con i condili del femore Al contrario del femore il corpo della tibia è disposto secondo una linea verticale ed il suo margine anteriore è prominente 118 Piede: veduta laterale Piede: veduta mediale 119 Piede Tarso, metatarso e falangi formano lo scheletro del piede Il tarso è costituito dal talo o astragalo, il calcagno, l’osso navicolare o scafoide, il cuboide ed i tre cuneiformi Il talo o astragalo si articola con tibia e fibula, il calcagno costituisce l’appoggio posteriore della volta plantare Lo scheletro del metatarso è formato da 5 ossa metatarsali che si articolano poi con le falangi delle dita e che vengono numerate a partire dal lato mediale 120 Arto superiore Nello scheletro dell’arto superiore si distinguono: clavicola, scapola Regione della spalla (cingolo scapolare) omero Regione del braccio radio ed ulna Regione dell’avanbraccio carpo, metacarpo, falangi Regione della mano 121 Ossa del cingolo scapolare Sono rappresentate dalla clavicola in avanti e dalla scapola posteriormente La clavicola è un osso lungo, pari e simmetrico, disposto trasversalmente tra il manubrio dello sterno e l’acromion della scapola Presenta un corpo e due estremità (sternale ed acromiale) 122 123 124 125 La scapola è un osso piatto, pari e simmetrico, che forma la parte posteriore del cingolo scapolare, posto sulla superficie dorsale del torace in un’area compresa tra la III e la VII costa Di forma triangolare, con base superiore ed apice inferiore. Presenta una faccia costale rivolta anteriormente ed una faccia posteriore o dorsale, un margine mediale ed uno laterale Sulla faccia posteriore presenta una voluminosa sporgenza chiamata spina della scapola che si dirige lateralmente deviando poi verso l’avanti e terminando in un processo appiattito: l’acromion 126 127 Scapola 128 129 Ossa del cingolo scapolare (clavicola e scapola) Acromion 130 Braccio L’omero forma lo scheletro del braccio. E’ un osso lungo con un corpo (o diafisi) e due estremità (o epifisi) rispettivamente superiore (o prossimale) e inferiore (o distale) L’estremità superiore mostra un’ampia superficie levigata a forma di segmento di sfera, rivolta medialmente, in alto e un po’ all’indietro: la testa deputata ad articolarsi con la scapola 131 L’estremità inferiore dell’ omero è appiattita in senso antero- posteriore. Presenta inferiormente un’ampia superficie articolare scomponibile in una porzione laterale detta condilo ed una mediale detta troclea. Il condilo è deputato ad articolarsi con la testa del radio, la troclea con l’ulna 132 Troclea Condilo 133 Avambraccio Il radio e l’ulna formano lo scheletro dell’avambraccio Il radio è un osso lungo che occupa la posizione laterale dell’avambraccio Più sottile nella sua parte superiore, va ingrandendosi verso il basso L’estremità superiore presenta la testa o capitello, di forma cilindrica L’estremità inferiore, robusta, è appiattita in senso antero- posteriore e lateralmente presenta un rilievo appuntito, il processo stiloideo del radio 134 L’ulna è un osso lungo situato nella parte mediale dell’avambraccio. Al contrario del radio, l’ulna è più voluminosa in alto e più ristretta in basso L’estremità superiore presenta in addietro un grosso rilievo: l’olecrano L’estremità inferiore è detta testa o capitello. E’ convessa e liscia e mostra medialmente un piccolo rilievo appuntito, diretto verso il basso, il processo stiloideo dell’ulna 135 RADIO Distalmente, radio ULNA ed ulna si articolano con le ossa del carpo 136 Ossa della mano Le ossa della mano sono rappresentate, in senso prossimo-distale, dalle ossa del carpo, dalle ossa del metacarpo e dalle falangi della mano Il carpo consta di 8 piccole ossa disposte in due serie, una prossimale ed una distale 137 Le ossa della serie prossimale sono, procedendo in senso latero-mediale: l’osso navicolare (o scafoide), l’osso semilunare, l’osso piramidale, l’osso pisiforme 138 Le ossa della serie distale sono, sempre procedendo in senso latero-mediale: l’osso trapezio, l’osso trapezoide, l’osso capitato, l’osso uncinato 139 C: fila prossimale D: fila distale 140 141 Lo sviluppo delle ossa del carpo ha un notevole interesse clinico e medico-legale, in quanto i nuclei di ossificazione delle varie ossa si presentano secondo una cronologia definita che permette di stabilire radiologicamente l’ “età ossea” del bambino durante lo sviluppo 142 Articolazioni Le articolazioni collegano tra loro le ossa dello scheletro Si possono classificare in: Sinartrosi (se immobili) Anfiartrosi (se semimobili) Diartrosi (se mobili) 143 Sinartrosi Nelle sinartrosi le ossa sono congiunte fra loro mediante l’interposizione di tessuto connettivo denso o tessuto cartilagineo o osseo. Il movimento è minimale Esempi sono: l’articolazione fra le due ossa nasali, dell’osso parietale con il temporale, ed in generale tutte le articolazioni della testa (tranne la temporo- mandibolare), della radice del dente nell’alveolo (gonfosi)… 144 Anfiartrosi Sono costituite da due superfici ossee rivestite da uno strato di cartilagine ialina, congiunte tra loro tramite l’interposizione di uno strato di cartilagine fibrosa. Inoltre posseggono dei legamenti connettivali che si estendono da un osso all’altro Esempi tipici sono le articolazioni dei corpi vertebrali tra loro Una varietà di anfiartrosi è rappresentata dalle sinfisi (es. sinfisi pubica) Permettono movimenti limitati 145 Articolazioni tra i corpi vertebrali Le superfici articolari sono rappresentate dalla faccia inferiore del corpo della vertebra soprastante e dalla faccia superiore del corpo della vertebra sottostante. Entrambe le superfici articolari sono lievemente concave e rivestite da un sottile strato di cartilagine ialina Tra le superfici articolari è interposto un disco cartilagineo, detto disco intervertebrale, dall’aspetto a lente biconvessa E’ costituito da una parte periferica di cartilagine fibrosa, detta anello fibroso e da una parte centrale detta nucleo polposo, di aspetto gelatinoso, molto ricco d’acqua e di fibre elastiche I corpi vertebrali sono poi congiunti fra loro da due legamenti, uno anteriore ed uno posteriore detti: legamento longitudinale anteriore e posteriore 146 147 Diartrosi Sono costituite dalle superfici articolari di due ossa, rivestite ciascuna da uno strato di cartilagine articolare Sono racchiuse in una cavità (cavità articolare) delimitata dalla membrana sinoviale e contenente un liquido, la sinovia, elaborato dalla membrana sinoviale. Bagna le superfici articolari e nutre le cartilagini articolari L’articolazione è circoscritta perifericamente dalla capsula articolare Altre strutture possono prender parte alla costituzione delle diartrosi quali legamenti, menischi… Ne è un esempio l’articolazione del ginocchio, la scapolo-omerale… 148 Articolazione scapolo-omerale Collega la parte libera dell’arto superiore al cingolo scapolare Una superficie articolare è data dalla testa dell’omero, a forma di segmento di sfera mentre l’altra è data dalla cavità glenoidea della scapola La capsula articolare si inserisce sulla scapola in corrispondenza del contorno della cavità glenoidea e sull’omero lungo il collo La capsula presenta degli ispessimenti dati da legamenti che rinforzano la capsula E’ percorsa internamente da un tratto del tendine del capo lungo del muscolo bicipite del braccio, avvolto dalla membrana sinoviale 149 150 151 152 Cuffia dei rotatori: tendini dei muscoli sovraspinato, sottospinato, piccolo rotondo e sottoscapolare Rafforza la capsula dell’articolazione e contiene la testa dell’omero nella cavità glenoidea I tendini si inseriscono sull’estremità prossimale dell’omero formando un manicotto attorno ad esso 153 Sovraspinato Infraspinato Piccolo rotondo Sottoscapolare 154 Articolazione coxo-femorale Collega il femore all’osso dell’anca La superficie articolare del femore è la testa a forma di segmento di sfera, quella dell’osso dell’anca è data dalla cavità acetabolare Non tutto l’acetabolo si articola ma solo la parte periferica (faccia lunata) che è rivestita da cartilagine articolare 155 Acetabolo: faccia lunata Testa del femore 156 L’articolazione coxo-femorale è sostenuta da alcuni legamenti: ileo-femorale, pubo-femorale (anteriori), ischio-femorale (posteriore) L’articolazione coxo-femorale possiede un suo legamento interarticolare che è il legamento rotondo del femore, robusto cordone fibroso che da una fossetta sulla testa del femore va all’incisura dell’acetabolo. Risulta compreso tra la testa del femore ed il batuffolo adiposo che occupa il fondo dell’acetabolo 157 158 159 Articolazione del ginocchio E’ la complessa articolazione che collega la coscia alla gamba. Si instaura tra il femore da una parte e la tibia con la rotula dall’altra La superficie articolare del femore è data dai suoi due condili, mediale e laterale ed interposta la faccia rotulea. Nell’insieme prende il nome di troclea femorale 160 La superficie articolare della tibia è rappresentata dalle due cavità glenoidee, mediale e laterale, scavate sui due rispettivi condili (piatto tibiale). A queste si adattano i due condili del femore (troclea femorale) In rapporto con la porzione anteriore della troclea femorale si trova la rotula che si ancora alla tibia tramite il legamento rotuleo Il legamento rotuleo è un nastro robusto ed appiattito che dal contorno inferiore della rotula si porta alla tuberosità della tibia. Rappresenta il tratto terminale del tendine del muscolo quadricipite del femore. La rotula quindi è un osso sesamoide accolto nel tendine del muscolo quadricipite del femore 161 162 163 164 Tra i condili del femore, fortemente convessi, e le cavità glenoidee della tibia sono interposti, nella parte periferica dell’articolazione, due menischi intercalari fibrocartilaginei a semiluna, uno mediale ed uno laterale Il menisco laterale descrive un cerchio quasi completo. Il mediale è più ampio e mostra un’ampia interruzione per cui appare più chiaramente semilunare 165 Ginocchio destro 166 167 I due menischi sono collegati tra loro, in avanti, da un fascio fibroso trasversale detto legamento trasverso del ginocchio L’articolazione del ginocchio possiede numerosi legamenti Tra questi, i legamenti crociati sono due resistenti cordoni fibrosi tesi tra la tibia ed il femore e ne rappresentano i più solidi mezzi di unione 168 I legamenti crociati sono distinti in anteriore e posteriore in base alla loro inserzione sulla tibia Sono accolti nella fossa intercondiloidea del femore 169 170 Il legamento crociato anteriore origina dal tubercolo intercondiloideo mediale della tibia e si porta indietro, di lato ed in alto per prendere attacco sulla faccia mediale del condilo laterale del femore 171 Il legamento crociato posteriore dalla fossetta intercondiloidea posteriore della tibia si porta in avanti, all’interno ed in alto per poi inserirsi sulla faccia laterale del condilo mediale del femore 172 La rottura del legamento crociato anteriore in seguito a trauma sportivo è molto comune (es. calciatori) Spesso la causa può essere una eccessiva rotazione del ginocchio in estensione, sotto carico 173 Muscoli 174 Tessuto muscolare Le fibrocellule muscolari sono cellule contrattili specializzate. I tipi di muscolo sono: il muscolo striato scheletrico che forma la muscolatura scheletrica volontaria del sistema muscolare e determina il movimento delle ossa e di altre parti del corpo (es. gli occhi..) 175 Tessuto muscolare il muscolo striato cardiaco (miocardio comune) che è il muscolo viscerale involontario che forma gran parte delle pareti del cuore e delle porzioni adiacenti dei grandi vasi, come l’aorta fibre muscolari cardiache speciali (miocardio specifico) di conduzione 176 Tessuto muscolare il muscolo liscio che è il muscolo viscerale involontario che partecipa alla formazione della parete della maggior parte dei vasi e degli organi cavi (visceri). Ad esempio permette la progressione del bolo alimentare attraverso contrazioni coordinate in sequenza (contrazioni peristaltiche) nel canale alimentare 177 Muscolo scheletrico 178 La maggior parte dei muscoli presenta, oltre ad una parte carnosa o ventre muscolare (la parte contrattile) delle porzioni di colore biancastro non contrattili dette tendini, composte principalmente da fasci organizzati di collagene che forniscono il dispositivo di inserzione del muscolo I muscoli si inseriscono, tramite i tendini, direttamente o indirettamente sulle ossa, cartilagini, fasce…Alcuni muscoli si inseriscono direttamente su organi (es. muscoli del bulbo oculare), sulla cute (es. muscoli mimici) o su tonache mucose (es. muscoli intrinseci della lingua) 179 I tendini di alcuni muscoli formano delle lamine appiattite dette aponèurosi che ancorano il muscolo allo scheletro o all’aponeurosi di un altro muscolo La nomenclatura della maggior parte dei muscoli si basa sulla funzione che essi svolgono, sul nome delle ossa sulle quali prendono inserzione oppure deriva dalla loro posizione (mediale, laterale, posteriore, anteriore) 180 Anche se rilassati, i muscoli di un individuo cosciente sono sempre leggermente contratti. Questa contrazione è detta tono muscolare. Non produce movimento ma conferisce al muscolo tonicità, favorendo stabilità alle articolazioni ed il mantenimento della postura Il tono muscolare è assente solo in condizioni di incoscienza (sonno profondo o anestesia generale) oppure in caso di lesione nervosa che causa paralisi 181 La conformazione dei muscoli è assai variabile: muscoli lunghi, muscoli larghi come ampie lamine (es. muscolo trapezio del dorso), muscoli brevi con le tre dimensioni pressochè uguali. Altri si dispongono ad anello, detti orbicolari (es. dell’occhio, della bocca) oppure intorno ad orifizi e sono detti sfinteri (es. dell’uretra, pilorico…) 182 183 184 Muscoli mimici 185 186 187 Diaframma E’ un muscolo impari, con l’aspetto di una ampia e sottile lamina disposta ad andamento trasversale a separare la cavità toracica da quella addominale Convesso verso l’alto, forma una cupola più alta nella sua metà destra E’ carnoso nella sua porzione periferica, aponevrotico nella porzione centrale 188 Diaframma faccia convessa 189 La parte carnosa si può distinguere, per via delle sue diverse origini, in parte lombare, parte costale e parte sternale La parte lombare origina dalla colonna lombare con dei pilastri tendinei La parte costale origina dalla faccia mediale delle ultime sei coste La parte sternale nasce dalla faccia posteriore del processo xifoideo dello sterno 190 Diaframma dal basso 191 I fasci della parte lombare dirigendosi verso l’alto si incrociano tra loro ad 8 delimitando due orifizi. Quello inferiore è l’orifizio aortico, quello superiore è l’orifizio esofageo La porzione aponevrotica è perforata dall’orifizio della vena cava inferiore 192 E’ il più importante muscolo inspiratore. Quando si contrae, la sua cupola si abbassa e la cavità toracica si amplifica E’ innervato dal nervo frenico del plesso cervicale 193 194 Orifizio vena cava inferiore SX DX Esofago 195 196 Rapporti del diaframma 197 Muscolo deltoide della spalla E’ una voluminosa massa carnosa superficiale, di forma triangolare (che ricorda la lettera greca delta-∆-), a base superiore ed apice inferiore Prende inserzione sul terzo laterale del margine anteriore della clavicola, sull’acromion, sul labbro inferiore della spina della scapola 198 Spina della scapola acromion 199 clavicola 200 Deltoide 201 I suoi fasci si portano poi verso il basso e, convergendo tra loro, trapassano in un robusto tendine che si impianta sulla tuberosità deltoidea dell’omero Ha un’azione complessa. Contraendosi in blocco abduce il braccio. Partecipa al sollevamento del braccio come nell’atto di arrampicarsi ed alla flessione mediale del braccio E’ un comune sito di iniezione di farmaci 202 203 Generalità sul sistema muscolare degli arti 204 Arto superiore Regione del braccio: loggia anteriore Bicipite brachiale: largo muscolo fusiforme situato nella regione superficiale anteriore del braccio. Possiede due capi d’origine a livello scapolare (lungo e breve) e si inserisce sul radio 205 Bicipite brachiale capo lungo capo breve 206 Coraco-brachiale: dal processo coracoideo della scapola si porta in basso e medialmente inserendosi sull’omero Brachiale: situato profondamente al bicipite brachiale. Origina dalla faccia anteriore dell’ omero e va ad inserirsi in basso sulla faccia mediale dell’ulna 207 Coraco-brachiale Brachiale 208 209 I muscoli anteriori del braccio flettono l’avambraccio sul braccio, flettono il braccio sulla scapola, hanno azione supinatoria 210 211 Regione del braccio: posteriori Tricipite brachiale: il più voluminoso della regione superficiale posteriore del braccio. Possiede tre capi (uno proveniente dalla scapola e due dall’omero). Si inserisce con un unico tendine sull’olecrano dell’ulna 212 Tricipite brachiale 213 214 Anconeo: piccolo muscolo localizzato nella regione postero-laterale del gomito. Dall’epicondilo laterale dell’omero si porta verso l’ulna. Coadiuva il tricipite brachiale 215 216 I muscoli della loggia posteriore del braccio, estendono l’avambraccio sul braccio 217 Regione dell’avambraccio Azione sulla mano e sul polso Azione sul gomito I muscoli sono disposti su uno strato superficiale e profondo Il compartimento anteriore è flessore Il compartimento posteriore è estensore 218 219 220 221 Arto inferiore: muscoli glutei dell’anca Grande gluteo: voluminosa massa carnosa superficiale che origina dalle facce posteriori dell’osso sacro e del coccige e dalla porzione iliaca esterna dell’osso dell’anca I suoi fasci si portano in basso e di lato trapassando in un robusto tendine che va ad inserirsi sul corpo del femore in corrispondenza della tuberosità glutea 222 223 224 Il muscolo grande gluteo estende ed abduce la coscia Facendo punto fisso sul femore, estende il bacino, ruotandolo dal lato opposto Esplica un ruolo importantissimo nel mantenere la stazione eretta, specie durante la deambulazione Al di sotto del grande gluteo, su un piano più profondo, vengono a trovarsi anche il medio e piccolo gluteo. Contribuiscono anch’essi al mantenimento della stazione eretta 225 Il medio e piccolo gluteo hanno forma a ventaglio e originano entrambi dall’ala dell’ileo, il secondo più profondamente al primo 226 Grande gluteo Medio gluteo Nervo ischiatico Piccolo gluteo 227 Arto inferiore: muscoli principali Regione anteriore della coscia Quadricipite del femore: il più voluminoso muscolo del corpo, ricopre buona parte della superficie anteriore, mediale e laterale della coscia. Appare costituito da quattro ventri carnosi: retto del femore (superficie anteriore della coscia), vasto laterale (superficie laterale della coscia), vasto mediale (superficie mediale della coscia), vasto intermedio (profondamente al retto del femore, tra il vasto mediale e quello laterale) 228 Vasto intermedio Sartorio 229 Il tendine è comune e si inserisce sulla rotula. Quindi dalla rotula si continua inferiormente con il legamento rotuleo che prende inserzione sulla tuberosità tibiale Estende la gamba (azione del calciare) sulla coscia e flette la coscia sul bacino (grazie al m. retto del femore) 230 Arto inferiore Regione anteriore della coscia Sartorio: lungo e stretto muscolo che forma un nastro attraverso la coscia, dalla porzione iliaca dell’osso dell’anca alla superficie mediale della tibia Agisce sia sulla coscia che sulla gamba Flette la gamba a livello dell’articolazione del ginocchio e flette abduce ed extraruota la testa del femore (movimento di appoggio della caviglia sul ginocchio controlaterale: tipica posizione del sarto) 231 Sartorio 232 Regione anteriore della coscia 233 Arto inferiore Regione posteriore della coscia Bicipite del femore (capo lungo e capo breve) Semitendinoso Semimembranoso Tutti originano dalla tuberosità ischiatica, sono biarticolari (portandosi dall’anca al ginocchio) quindi: flettono la gamba sulla coscia ed estendono la coscia sul bacino 234 Regione poplitea 235 Arto inferiore Fossa polplitea: spazio a forma di losanga, situato nella regione posteriore del ginocchio, delimitato lateralmente dal tendine del muscolo bicipite del femore e medialmente dai tendini dei muscoli semitendinoso e semimembranoso 236 Arto inferiore Regione mediale della coscia Adduttori (lungo, breve, grande) Pettineo Gracile Adducono la coscia sul bacino Il gracile, non solo adduce la coscia ma, estendendosi oltre l’articolazione del ginocchio, flette anche la gamba a livello dell’articolazione del ginocchio 237 238 I tendini dei muscoli sartorio, gracile e semitendinoso nella loro inserzione tibiale mediale, prendono il nome di «zampa d’oca» 239 Muscoli della regione crurale (della gamba) Agiscono sulla regione del piede, favoriscono il ritorno venoso Si trovano su tre compartimenti (anteriore, laterale, posteriore) 240 Anteriore Tibiale anteriore Peroniero (terzo) Estensore lungo delle dita Estensore lungo dell’alluce 241 242 Posteriore superficiale Gastrocnemio Soleo 243 244 Posteriore profondo Flessore lungo delle dita Flessore lungo dell’alluce Tibiale posteriore Laterale Peroniero (lungo e breve) 245 246 Compartimento anteriore braccio Compartimento anteriore della coscia Muscoli flessori Muscoli estensori Compartimento posteriore del braccio Compartimento posteriore della coscia Muscoli estensori Muscoli flessori Compartimento anteriore avambraccio Compartimento anteriore della gamba Muscoli flessori-pronatori Muscoli estensori Compartimento posteriore del Compartimento posteriore della gamba avambraccio Muscoli estensori-supinatori Muscoli flessori 247 Abduzione Adduzione 248 Muscoli toracici e addominali 249 Muscoli della parete addominale L’addome è rinforzato da vari muscoli (antero-laterali e posteriori) La cavità addominale infatti, a differenza della cavità toracica ha poca impalcatura ossea di sostegno. La muscolatura rappresentata da ampi strati di muscoli piatti, con fibre decorrenti in diverse direzioni, rafforzano la parete addominale Questi sostengono e mantengono in posizione gli organi addominali; cooperano nella flessione e stabilizzazione della colonna vertebrale 250 Tra i muscoli antero- laterali i principali sono: Retto anteriore: spessa lamina muscolare che si estende dalla gabbia toracica alla pelvi (abbassa le coste - espiratorio-, flette il torace sulla pelvi e aumenta la pressione addominale) 251 Muscolo obliquo esterno dell’addome: ampio muscolo appiattito che dall’alto in basso e dall’ indietro in avanti si porta dalla gabbia toracica alla pelvi Abbassa le coste (espiratorio) e flette la colonna lombare 252 Obliquo interno: ampia lamina muscolare situata profondamente al muscolo precedente Dalla parte inferiore dell’addome si dirige obliquamente dal basso verso l’alto e da dietro verso l’avanti, alla gabbia toracica Inclina la colonna lombare e il torace dal proprio lato. Se si contrae bilateralmente, flette la colonna e abbassa le coste (espiratorio) 253 Trasverso dell’addome: situato profondamente al m. obliquo interno, è disposto trasversalmente con direzione postero- anteriore Abbassa le coste (espiratorio) 254 Trasverso dell’addome: situato profondamente al m. obliquo interno, è il più interno dei tre muscoli laminari, è disposto trasversalmente con direzione postero-anteriore Abbassa le coste (VII-XIIma costa) (espiratorio) La disposizione trasversale delle fibre e lungo la circonferenza dell’addome comporta che abbia anche un’importante azione di «torchio addominale» aumentando la pressione endoaddominale 255 256 Tra i m. posteriori ricordiamo il m. quadrato dei lombi e il m. ileo-psoas ILEO-PSOAS: risulta dall’unione del muscolo iliaco e grande psoas (nasce lateralmente alla colonna vertebrale tra T XII ed L IV) 257 Muscoli del dorso: estensione, rotazione e flessione laterale della colonna vertebrale 258 Muscoli profondi del dorso 259