La Civiltà Greca PDF - Storia antica e architettura

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BonnyInsight946

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Università degli Studi di Genova

chiara g. fede

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Questo documento esplora la civiltà greca, dalla nascita delle poleis all'architettura dei templi. Vengono analizzati il mito della polis, l'età micenea, le città-stato, e i principali ordini architettonici dorico, ionico e corinzio. Contiene informazioni sia storiche che architettoniche.

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La Civiltà Greca Il mito della Polis Per la civiltà occidentale la civiltà greca ha forte importanza, non solo per gli edifici e le città ma per la fama di questi. Sono stati considerati modelli di riferimento subito dopo la loro costruzione. Tutte le civiltà costruiscono, alcune vi danno peso teo...

La Civiltà Greca Il mito della Polis Per la civiltà occidentale la civiltà greca ha forte importanza, non solo per gli edifici e le città ma per la fama di questi. Sono stati considerati modelli di riferimento subito dopo la loro costruzione. Tutte le civiltà costruiscono, alcune vi danno peso teorico. Per i greci la politica è la gestione della città. Tra i primi trattati in cui si menziona ci sono quelli di Platone e Aristotele, che avranno una gigantesca influenza. Dopo la conquista romana della grecia, subito percepirono di essere più forti, ma meno raffinati. La Grecia prigioniera colonizzò i rozzi conquistatori. Nella Villa Adriana a Tivoli Adriano, che era una persona volta e aveva il mito della città, dell’architettura, della cultura greca, diede nomi greci a imitazioni di architetture greche. Il Pecile, come ad Atene, la Sala dei Filosofi, un’aula greca adornata di statue di filosofi. Nel 1400 si torna allo studio dei testi antichi, ci si innamora della cultura greca. Uno dei primi che va a vedere dal vivo la grecia è Cristoforo Buondelmonti, fiorentino. nel 1400 sono ancora terre di Arabi, Turchi, dell’Impero Bizantino. L’Impero Bizantino ha continuità con l’antichità, Costantinopoli è una città fondata dall’Impero Romano, vi si trova una “antichità informe”. La cognizione cambia e gli edifici vengono costruiti diversamente. Nel 1779 J.J. Winckelmann si innamora dell’Italia. Scopre le rovine della Magna Grecia per secoli dimenticate. Rileva le forme greche e romane trovandole diverse. Sui suoi studi inizieranno le spedizioni archeologiche. Gli archeologi erano pittori che raffiguravano precisamente gli edifici. Si accorgono che erano edifici colorati, con colori sgargianti. Nell’800 divenne moda costruire edifici che imitassero quelli greci. Caso eclatante quello di Lord Elgin, il più famoso “ladro” di antichità. Fu costruito il British Museum a partire dai pezzi da lui prelevati al Partenone. Il mito della Grecia continuò anche nel Novecento, come si vede dai viaggi di Le Corbusier. L’Età Micenea (secoli XV-XII a.C.) I popoli hanno delle esigenze materiali ed è in base a queste che costruiscono. La storia greca è formata da serie di popoli, il periodo più antico è tra il 1400 e il 1100 avanti Cristo. È un periodo di debolezza per gli uomini, sono in lotta continua. Si sviluppano molti insediamenti, il più importante dei quali è Micene. Micene si sviluppa in una zona montuosa, accidentata e brulla e, su un altopiano, più difendibile, si trova il cuore dell’insediamento. Si chiamavano città ma funzionavano in modo diverso. 4 La zona più alta era cinta da mura. Gli insediamenti non erano accentrati, ma sparsi nel territorio. (Aristotele mostra un modo più tradizionale di vivere in villaggi) Le case erano realizzate con mezzi di fortuna, sappiamo la loro collocazione per le sepolture. Anche le città dei morti cambiano nei secoli. Gli uomini erano organizzati in “tribù” separate con tradizioni e sepolture diverse, e si riconoscevano in un centro che le governava. Le mura, acropoli o cittadella erano la casa del Re. All’interno delle mura ciclopiche vi erano i morti della famiglia del Re e i magazzini di tutte le tribù. I rapporti tra re e popolo erano più fluidi, le mura proteggevano ciò che avevano deciso di tenere insieme. Qui si trovano le prime grandi strutture con sistemi costruttivi elementari e diventeranno modello, schemi di riferimento, per i periodi successivi. Si possono dividere in tre elementi: la porta, le colonne e la tomba. 1 → La Porta dei Leoni XV sec a.C. è la porta di accesso all’acropoli. Il leone è simbolo di regalità, di potere. È composta da tre elementi in pietra: due piedritti e un architrave, è un sistema trilitico. È il grado zero dei sistemi costruttivi, della struttura portante. 2 → 4 colonne, il Megaron significa “grande sala”. le colonne sono il grado zero della struttura portante, era la sala del trono. La copertura era piana e sostenuta ai lati dai muri e al centro dalle colonne. Sempre al centro bruciava un focolare. 3 → Tomba di Clitennestra XIV sec a.C. solo una è perfettamente integra, si dice della moglie di Agamennone. I nomi sono stati ideati da Schliemann, lo stesso scopritore della Tracia. È una tomba ipogea, scavata e murata nella collina. È circolare ed ha una falsa cupola. È detta Tholos, una struttura per tombe che verrà usata anche per i templi. Intorno al 1100 a.C. la civiltà Micenea scompare. Per carestie, invasioni, migrazioni la società si sfalda. Per 5, 6 secoli si parla di Medioevo Ellenico di cui si hanno poche tracce. Le Poleis dell’Età Classica (secoli VII-IV a.C.) Dal VII al V secolo si parla di Età Arcaica. Si ritorna alla costruzione e alla Civiltà Greca. Nel VII secolo ricomincia la costruzione di centri che oggi chiamiamo città. Corinto Il Peloponneso è grande come la Sicilia ed è unito al continente con un piccolo istmo, largo circa 200 metri. Corinto sorge sull’istmo, in un punto florido in cui le navi scaricano da una parte all’altra. Inoltre ha il vantaggio dei collegamenti di terra. Nel 1893 venne costruito un canale. Corinto era un centro miceneo abbandonato e riabitato nel VII secolo avanti Cristo. Sulla zona più alta sorgeva l’Acropoli. Sotto si sviluppava un centro cinto da mura, con una piazza, l’Agorà (plur. Agorai). 5 Era una società formata da tribù sparse, di poche migliaia di abitanti. L’acropoli era al centro di un tessuto urbano e poi di tanti villaggetti. La differenza da micene è urbana e architettonica. Nell’acropoli ora si trovano i templi, non il palazzo del re. La città era tripartita: l’acropoli, alta con mura e templi, l’abitato, caratterizzato dall’agorà, e i villaggi. Non solo Corinto, anche Lindos, a Rodi. Come mai? Diverse tribù nomadi si insediarono nel territorio con rovine Micenee. All’inizio spargevano nel territorio usi e costumi diversi, poi si confederarono. C’era la necessità di incontrarsi tra capi tribù in un luogo centrale neutro, questo diventa un costume e da qui nasce la democrazia greca. Non si aveva una concezione individualistica al tempo, da soli si moriva, era una democrazia di tribù. Ogni ceppo familiare aveva pari diritti, l’Agorà era la sede delle assemblee. Serviva un simbolo in cui si incarnassero le idee, ed è la religione. Trovano un Dio patrono protettore della comunità e gli costruiscono una casa che sia simbolo protettore della città. Questo avviene nel luogo più alto, dove vi erano le rovine e le mura precedenti. Procede la tendenza fisiologica ad addentrarsi, come ad Atene, la più raffinata, ma alcune città rimangono ostinatamente separate, come Sparta, la più potente. I templi sono collettivi quindi non stanno fuori dall’acropoli. Le tracce di città sono poche. Le case delle tribù, più o meno ricche, erano costruite con materiali poveri, mentre i templi, simbolo massimo della comunità, erano costruiti in pietra o marmo, quindi è brutto che il singolo abbia una casa in pietra. Le civiltà antiche utilizzavano due parole per dire città: urbs / astus pietre, la città materiale, civitas / polis è la comunità, i cittadini. Per i greci la Polis può avere le forme più svariate, è la forza, il carattere, degli abitanti che fa la città. I Templi Greci A Corinto si trovano le rovine più antiche (Tempio di Apollo 540 a.C.). Le colonne ed il sistema trilitico si ripetono con strutture non sempre uguali, sono una schema introiettato. Invece le proporzioni e gli elementi strutturali sono canonici (capitello, scanalature, base). Il tempio è sempre staccato dal terreno. Il terzo gradino della base è detto Stilobate; sopra poggia il colonnato detto Peristasi (“colonnato perimetrale”) e al centro vi è un edificio, ossia il tempio vero e proprio. È costruito come il Megaron. Si ha un vestibolo, il Pronao e una stanza o cella, il Naos, le coperture sono rette da colonne se di grandi dimensioni. Alle spalle della cella c’è un altro ambiente, l’Opistodomo. Nella statua contenuta nel Naos abitava il Dio. Non c’è un filo di luce, la concezione dell’edificio sacro era opposta a quella cristiana, dove il fedele deve entrare. I fedeli non potevano entrare, del dio si aveva solo paura, si adorava attraverso offerte e sacrifici. Sui gradini si lasciavano gli omaggi e, dalle grate socchiuse, si intravedeva il dio. Solo i sacerdoti potevano entrare nel tempio. 6 07/03/2024 chiara g. fede Nel I secolo a.C., il periodo di Augusto, Vitruvio scrive il trattato “De Architectura” in cui esamina l’architettura antica greca. Si chiede il perché i templi abbiano queste forme, e si dà una risposta trovando una corrispondenza in alcune testimonianze archeologiche antichissime. I templi greci e romani sono ricostruzioni in pietra di ciò che in antichità era in legno. 40 anni fa sono stati trovati i resti in legno di un edificio monumentale, nell’isola di Eubea. Poteva essere una tomba monumentale, un palazzo un luogo sacro. Ha uno spazio interno circoscritto da pareti, il tetto è a capanna, ha dei pali. Il tempio greco è quindi una stilizzazione monumentale di elementi funzionali primordiali. I greci decorano i templi secondo diversi sistemi decorativi: gli ordini dorico, ionico e corinzio. La decorazione è sistematica, uniforme. L’organismo architettonico è unitario. I tre ordini sono indipendenti dalla struttura, che rimane sempre uguale, e non sono divisioni cronologiche. L’Ordine Dorico Non è necessariamente il più antico. L’aspetto che lo distingue è la colonna e la sua forma. Tutti i templi hanno una base di pietra o marmo che stacca l’edificio dal terreno e lo distingue come spazio sacro. La base è costruita da tre gradoni e prende il nome di Crepidoma, il terzo costituisce la base e si chiama Stilobate. Per i templi venivano utilizzate esclusivamente colonne, non pilastri con sezione quadrangolare, perché in antichità venivano costruiti in legno, e quindi con tronchi a sezione circolare. Per lo stesso motivo la colonna dorica non ha una base, ma poggia sullo stilobate. Le colonne possono essere lisce o scanalate, per ricordare la corteccia. Sopra si trova il capitello. È composto da due parti, una inferiore circolare chiamata echino sopra alla quale si trova un parallelepipedo chiamato abaco. Sul capitello poggia la trabeazione, l’elemento orizzontale su cui poi poggia a sua volta il tetto. Anch’essa è divisa in due: sotto vi è una prima fascia non decorata detta architrave, sopra la seconda fascia detta fregio, decorata con formelle alternate. Queste sono le metope, formelle con bassorilievi, e i triglifi, scanalati sempre come le venature del legno. I triglifi cadono sempre sopra la colonna, e sotto di essi si trovano delle gocce, per imitare la struttura lignea. A chiudere c’è il tetto a capriata. Il frontone del tetto è decorato da cornici e la parte interna, retrostante si chiama timpano, decorato con statue di scene mitologiche con le divinità a cui è dedicato il tempio. Gli archeologi si sono accorti che ci sono altri elementi canonici impalpabili, ritrovabili in templi di luoghi e tempi diversi, quindi devono essere voluti. Sono motivati da un desiderio di perfezione 7 estetica, per fare in modo che, nonostante le deformazioni della prospettiva date dall’occhio, l’edificio possa essere visto come perfettamente geometrico da lunga distanza. La base non è tipicamente piana, ma gobba, questo fa sì che le colonne siano tutte un po’ oblique verso l’interno. L’entasi è un rigonfiamento circa a ⅖ dell’altezza della colonna. Infatti le colonne doriche non sono dei fusti perfetti ma sono rastremate, ossia si restringono verso l’alto. I triglifi sono sopra le colonne, nei punti più solidi. Il conflitto angolare tra metope e triglifi viene risolto nei secoli variando il modulo della distanza tra i due in modo impercettibile. Non sappiamo le ragioni delle deformazioni, probabilmente erano dettate da motivazioni religiose. L’Ordine Ionico Nella penisola greca arrivarono diverse popolazioni che diedero origine al popolo greco. Ci sono due grandi ceppi i Dori, nell’Ovest, e gli Ioni, nell’Est. La colonna non poggia più sullo stilobate, ma sulla base. Ve ne sono di diversi tipi, ma sono sempre un’alternanza di dischi concavi (gola) e convessi (toro). Sulla base posa una colonna scanalata o no ma sempre perfettamente verticale, più snella. Il capitello ha due grandi volute, rami rievocati, due riccioli. L’architrave è un fregio continuo decorato. L’Ordine Corinzio È identico allo ionico tranne che per il capitello, che presenta delle foglie d’acanto. Il corinzio è spesso usato insieme al dorico. Il capitello corinzio viene messo negli angoli per problemi di visibilità del primo. L’ordine corinzio è marginale, usato solo in certe situazioni dai greci, sarà però il preferito dai romani. Atene Nel XII sec. a.C., in età Micenea, era già presente un palazzo su una collina circondato da mura, così come degli insediamenti sparsi nella vallata. Successivamente si stabiliscono qui i Dori, che si spargono nel territorio per poi costruire un tempio sull’acropoli. Atene ha una crescita sproporzionata per il tempo, raggiunge i 100 000 abitanti. In origine era tanto villaggetti che, a seguito della costruzione di grandi mura, vengono fagocitati dal tessuto urbano. Rimane percepibile la distinzione nettissima tra l’acropoli e il resto della città. 8 L’acropoli è rialzata e costruita in marmo. Il resto della città sottostante è caotica, non c’è esigenza di bellezza formale, simmetria, le strade sono irregolari, solo la via sacra si distingue come più importante (connette la porta principale con l’acropoli). Lungo di essa sorge l’Agorà, anch’essa non è frutto di un progetto ma si è sviluppata nel corso del tempo. È il centro commerciale della città, così la via ha un aspetto sacro ma anche funzionale ed economico. Intorno al VI secolo a.C. si costruiscono le strutture pubbliche nell’area dell’acropoli, due grandi templi. Intorno all’inizio del V sec. a.C. inizia la costruzione del Partenone. Attorno ad Atene si coalizzano le altre città greche contro i Persiani, intorno al 480 a.C. In uno degli scontri finali i greci fanno un giuramento a Platea e giurarono di non ricostruire i monumenti distrutti dalla guerra. Hanno esposto le rovine del Partenone nelle mura dell'acropoli per far capire gli orrori della guerra, fu ricostruito dopo 20 anni. Dorico, probabilmente ospitava una statua di 8 / 9 metri crisoelefantina di Atena. I propilei, termine plurale, è la porta di accesso all’acropoli. Un passaggio sempre aperto, hanno la struttura di un tempio, ma diversa funzione. La struttura è in realtà più articolata di quella di un tempio. Delle colonne sorreggono il tetto. Il terreno è accidentato, quindi bisogna costruire un edificio su più livelli che siano mascherati all’esterno. I propilei non sono un semplice passaggio, ma hanno degli ambienti laterali. Riprendono le forme del tempio, ma applicate ad un diverso e più articolato assetto edilizio. All’esterno sia le colonne che la decorazione sono di ordine dorico, mentre all’interno è ionico, per evitare di costruire tante colonne tozze in uno spazio coperto. Vitruvio distingue l’ordine dorico come maschile e quello ionico come femminile. Sono portatori di significato, di diversa declinazione dell’edificio. C’era una stanza decorata con quadri e dipinti, si chiamava pinakotheke, non ne sappiamo la funzione ma era pubblica e i dipinti rappresentavano gli episodi salienti della storia cittadina. Un altro tempio famoso è l’eretteo. Ha una struttura bizzarra, sono 5 templi incastrati l’uno sull’altro, costruito su più livelli. È un mausoleo per commemorare il fondatore di Atene sulla cui tomba si sono innestati dei templi. Alcuni sono dorici, altri sono ionici ma si trova un ordine più raro, le cariatidi, colonne a forma di donna che stanno danzando. Se ci sono uomini sono sofferenti e portano il peso dell’edificio. Sotto all’acropoli ci sono due teatri. L’arte teatrale era legata alla religione. Erano strutturati in due zone, una per il pubblico e una per lo spettacolo. Per ovviare alle dimensioni e evitare di costruire in altezza la soluzione fu di creare un’arena circolare utilizzando le pendici della collina per posizionare gli spettatori. Inizialmente erano costruiti in legno, diventeranno in marmo. L’Agorà Non è una piazza geometrica, regolare, progettata. Ad Atene è posta lungo la via delle Panatenaiche. Il principale edificio è il Bouleuterion, cioè la “casa del consiglio”, la sede dei capi tribù e l’organo di governo della città. Erano di diverse tipologie, o circolari o quadrangolari, ma comunque un edificio chiuso con delle sedute sulle pareti esterne e al centro una cattedra per l’oratore. 9 Una piazza irregolare che viene regolarizzata e resa illustre con la costruzione di grandi portici, edifici lunghi che occupano un intero fronte stradale chiamati stoà. (Stoà Poikile decorata con scene di storia cittadina) Dentro al portico sono ospitati lotti commerciali. La più recente ad Atene è la Stoà di Attalo, del 138 d.C. , caratterizzata dai due piani. Le Colonie: la pianta “ippodamea” Mileto è una città diversa da Sparta e Atene. È contemporanea, segue i parametri di perfetta regolarità. Ci sono anche relazioni con gli scritti di Aristotele il quale dice che i greci hanno iniziato a costruire con regolarità grazie a Ippodamo da Mileto. Non è vero, è un sistema ancora più antico di quello di Atene. I greci avevano l’uso di costruire colonie, magari in momenti di carestie o epidemie, venivano costituiti piccoli insediamenti di agricoltori (non commerciavano!). Quando arrivati in una nuova patria dovevano costruire da zero, squadravano il terreno in modo ortogonale per dividerlo in parti uguali e distribuirlo con il sorteggio. Solo una zona rimane libera per la costruzione comune dei templi. A Paestum (Posidonia) scavando al centro dell’agorà si è ritrovata una tomba, forse dell’eroe fondatore. La lottizzazione greca è diversa da quella romana, ha forme più allungate. Ad un certo punto le forme delle colonie iniziano a venire viste come modelli autorevoli e vivibili, quindi vengono utilizzate per le ricostruzioni delle città in madrepatria. Due esempi celebri sono il Pireo, ricostruito nel IV sec. a.C., e Mileto, sulle coste della Turchia, distrutta dai Persiani e poi ricostruita. Priene, sempre in turchia, è un esempio di fragilità delle città antiche. Città del VIII sec a.C. viene distrutta da un’inondazione a metà del IV secolo avanti Cristo. Viene ricostruita sulle pendici della montagna a distanza di 10 km secondo lotti regolari. La regolarità in pianta collocata nella realtà fisica implica la costruzione di una città terrazzata. La modernità prende le forme della regolarità geometrica. Le case erano unifamiliari, ogni famiglia costruiva la propria, ogni casa aveva una corte, magari con un orto, ed erano chiuse all’esterno. Raro che avessero più di un piano. 10 14/03/2024 L’Età Ellenistica Alessandro Magno L’età Classica finisce con la sua morte nel 323 a.C., semplificando il cambiamento del mondo avvenuto in 15/20 anni. Estremamente valoroso in guerra, era Macedone. Suo padre Filippo il Macedone, rozzo ma valoroso in guerra, espande il suo piccolo regno conquistando gran parte della Grecia, in particolare Atene e Sparta. Prima di morire assegna Aristotele come maestro al figlio a cui lascerà il regno. Alessandro Magno si distingue per la sua cultura ed il suo carisma, guida il popolo con forza ed energia. Ha una cultura nuova, concepisce il mondo come unitario e vuole unificarlo. In oriente da tempo vi sono grandi imperi, Cina, India, Persia. Le città greche si sono confrontate difendendosi dal gigantesco impero multietnico. Inizia l’espansione da Atene, conquista l’area Turca, poi l’Egitto (un altro impero antico). Si scontra diverse volte con l’imperatore persiano Dario. Quando conquista e unifica un territorio continua ad avanzare. Arriva alle pendici dell’Himalaya con l’obiettivo di unificare il mondo. Muore a poco più di 30 anni e l’impero si sfalda tra i generali. Porta in orienta la civiltà europea. In Afghanistan a Bami’yan vi erano due gigantesche statue del Buddha del VII secolo dopo Cristo in vesti greche. Alessandro Magno porta degli artisti in oriente e tocca con mano come sono organizzate le civiltà. Persepoli, Ninive, Babilonia, sono città enormi, con centinaia di migliaia di abitanti. Sono stati assolutistici, non sono cittadini, ma schiavi. Di Persepoli sono giunti a noi i capitelli del palazzo imperiale. Conquistando le città Alessandro Magno riporta modelli e idee di una nuova organizzazione. In Grecia tutti gli abitanti vivono in abitazioni adeguate ai loro bisogni e i monumenti sono alla grandiosità della città. In oriente i monumenti sono di esaltazione del singolo. È il responsabile dell’arrivo in Europa dell’idea di Impero, l’ultimo imperatore d’Europa è stato Francesco Giuseppe II, Austriaco morto nel 1918. Le città Ellenistiche Dopo la morte di Alessandro Magno cambiò il modo di costruire e progettare le città nel Mediterraneo. I regni formati dopo il 323 si chiamano Satrapie. Tolomeo, faraone la cui ultima discendente è Cleopatra, nel 332 a.C. fonda Alessandria d’Egitto. Viene fondata con sistemi noti, come una colonia. Con lotti rettangolari e strade principali plateiai tagliate da strade secondarie. Una città diversa in scala. Raggiunge subito i 100 000 abitanti. La via Canopica, dal porto, è un immenso asse scenografico. 11 Ci sono nuove zone della città e nuovi monumenti. I greci avrebbero lasciato le zone sopraelevate libere per la costruzione dei templi, ad Alessandria viene costruito il palazzo del sovrano, che occupa ¼ della città. È un’area della città chiusa da mura con dentro giardini, parchi, laghi e molti edifici. Due di questi sono mitici e sono il museo e la biblioteca. Biblioteca è un termine inventato lì, non è un deposito di libri, di tutti i libri scritti ovunque. Venne distrutta in un incendio. Alessandro Magno in 10 anni cambia l’orizzonte mentale delle persone Museo significa “casa delle muse” cioè delle arti, delle attività umane. Pittura e scultura ma anche attività intellettuali. C’erano infatti artisti e scienziati. Tutte le persone che si distinguevano in arti e scienze venivano chiamate nella capitale e stipendiate dal sovrano. Il mare davanti ad Alessandria era pericoloso per i navigatori vista la presenza di scogli. Grande pericolo era dato dall’Isola di Faro (Pharos) collegata alla città con un ponte. Sull’isola venne costruito un immenso monumento chiamato Faro, il Faro di Alessandria, una delle sette meraviglie del mondo. Gli scienziati del museo inventano l’idea che esista l’eccellenza artistica e individuano 7 modelli inarrivabili di perfezione architettonica: le piramidi, le mura e i giardini di Babilonia, il tempio di Artemide a Efeso, la statua di Zeus a Olimpia, il Mausoleo di Alicarnasso, il Colosso di Rodi, il Faro di Alessandria (si dice che si vedesse da Creta). Il regno di Pergamo prende il nome dalla capitale. Pergamo era il tesoriere di Alessandro Magno, non potente ma ricco. Pergamo si trova su un’altura, è frutto di terrazzamenti come visto a Priene. La distinzione in città alta e bassa porta a una gerarchizzazione. Ad Atene la parte alta della città era sacra, qui assume un significato di gerarchia sociale e politica. Non più cittadini ma sudditi, non più acropoli ma edifici dell’aristocrazia. La città si sviluppava su più terrazze. La prima con l’agorà commerciale, punto di incontro tra città alta e bassa. Poi c’era la zona dei ginnasi, i greci avevano un culto per gli spettacoli teatrali e le competizioni sportive. Per esorcizzare i conflitti tra le città si davano appuntamento ad Olimpia. Nella parte più alta in uno spazio davanti alla stoà si trovava l’Altare di Zeus, oggi a Berlino. In cima, con dietro un edificio porticato, la biblioteca, sorgeva il Tempio di Atena. Si imitano programmaticamente gli edifici di Atene. Davanti alla biblioteca vi era anche il Monumento alla vittoria sui Galati, replicato, oggi a Roma. Pergamo è una successione di monumenti. Sopra la biblioteca c’è il Palazzo del Re, costruito per esaltare il potere del re. Sotto al tempio di Atena, vi è un teatro dedicato a Dioniso, stessa successione di Atene. È un teatro “di corte”, chi si siede non vede solo lo spettacolo ma anche il suo mondo. Il re può vedere i sudditi e viceversa. Si guarda è si è spettacolo. Si ha una nuova concezione della città come scenografia e l’architettura diventa uno strumento di potere di alcuni e di sottomissione per altri. 12 Roma Repubblicana La Civiltà Romana L’impero romano raggiunge la massima espansione nel 117 d.C. I Romani hanno ispirato e condizionato la storia, non solo dal punto di vista culturale. I Greci sono celeberrimi ma tranne per Alessandro magno rimangono confinati all’area greca. I Romani raggiunsero un impero grande come quello di Alessandro Magno non in 10 anni ma in secoli, hanno plasmato il mondo che spesso prima di loro non era antropizzato. Il Mediterraneo era abitato, ma nell’entroterra spesso vi erano popolazioni nomadi. A Firenze le strade concentriche erano cinte murarie. Al centro c’è un quadrato a maglia ortogonale che risale a 2400 anni fa. Gli edifici non sono solo pezzi di pietra, ma anche diritti di proprietà, cambiano molto lentamente. A Lucca si riconosce un reticolo ortogonale e poi la piazza del mercato di forma tonda. Era un anfiteatro romano. Nella pianura padana, nel padovano, si leggono le tracce della centuriazione. I romani prendevano possesso di nuovi territori e per prima cosa li lottizzavano. A Verona la Porta Borsari e il Ponte della Pietra, la porta è stata inglobata nelle mura medievali, il ponte è rimasto in piedi fino alla 2GM. Le civiltà successive abitano il mondo dei romani, così colossale e raffinato che vengono considerate forme da copiare. Da una certa data l’architettura diventa disciplina e la teoria architettonica in vigore per secoli in Europa è costruire come costruivano i Romani. A Rimini la Porta di Augusto ha la stessa forma di arco di trionfo della facciata albertiana della Chiesa di San Francesco, la prima chiesa rinascimentale. Gli elementi dell’architettura greca per alcuni periodi sono stati presi con il loro significato, per altri disprezzati. Quando l’architettura diventa modello se ne può cambiare il significato e per 2000 anni i romani diventano il modello per eccellenza. La chiesa della Madeleine 1807-42 a Parigi è costruita in forma di tempio romano, ma ha un diverso significato. I romani facevano statue equestri già prima dell’impero. Si faceva a sovrani o generali vittoriosi. Vennero tutte distrutte per utilizzare il bronzo tranne quella di Marco Aurelio perché ritenuta magica. Le statue equestri persero il significato originale, ma per millenni i sovrani furono rappresentati a cavallo. Insediamenti arcaici in Italia Mentre i greci si sentivano parte di un unico popolo, gli italiani non sono mai esistiti. Nel X sec. a.C., circa 3000 anni fa, in Italia c’erano tanti popoli diversi con lingue e religioni diverse. Fu così per molto tempo per motivi geografici. 13 È sempre stato un luogo o tappa di migrazioni e dove arrivavano si stanziavano. Il mito romano di Enea e dei troiani è la storia dell’arrivo in Italia di generazioni di popoli diversi Sappiamo poco di come vivessero, grazie alle urne cinerarie conosciamo le case. Tra il IX e il VII secolo anche in Italia le tribù fanno una confederazione, costruiscono una comunità, un tempio. La dinamica e il periodo sono gli stessi greci ma con esiti diversi, unici. Ad esempio a Tarquinia nel IX secolo a.C. vi erano tanti insediamenti diversi, i morti venivano seppelliti dove vivevano, separati ma facenti parte della stessa comunità, con gli stessi usi. Solo 1 secolo dopo troviamo due insediamenti accentrati con le sepolture ai margini o fuori dall’abitato in cimiteri o necropoli. Le tombe greche non hanno enfasi monumentale, ci sono poche tracce. I tumuli sono tombe aristocratiche di uomini potenti. In grecia la nascita della città dà vita alla democrazia, in Italia alla gerarchizzazione. Questo perché una società priva di stato e di forme di tutela crea un meccanismo mafioso. Le persone che necessitano protezione si assoggettano ad un potente che omaggiano. In Grecia ci sono insediamenti familiari, in Italia insediamenti su rapporti clientelari. Gli insediamenti si sono federati e i capi tribù, non famiglia, decidono le sorti della città. Questo spiega le tombe monumentali e i templi, che avevano un modello analogo a quelli greci ma realizzati in altro materiale e con altra potenza monumentale. In Italia non erano l’edificio più importante e venivano realizzati con basi di pietra muri e peristasi ma in materiali più modesti. Non erano nell’interesse dei capi e si sono dissolti. Roma: l’Età Monarchica Gli Etruschi vivevano tra Toscana e Lazio, la scrittura è stata decifrata da poco. Hanno costruito grandi città e templi descritti da Vitruvio, saranno il modello per i templi romani. Sono formati da una base, da colonne solo nella parte anteriore e da tre celle. Non facevano vivere da soli i loro dei: di solito una divinità maschile importante, come Giove, e due femminili ai lati, Giunone e Minerva, o il contrario. Solo la parte anteriore era accessibile e molto più alta. Lo stile etrusco era una “variante” del dorico ancora più semplice e maschile. Metope e triglifi erano in argilla, percepite come grossolane anche dai romani, e il resto erano elementi di legno rivestito di calce, intonaco e stucchi. Il Tempio di Portuno II-I sec. a.C. è costruito in modo tradizionale ma non è originale. Anche la Maison Carrée a Nimes, 19-16 a.C. Il confine con i latini era il Tevere, dove si creerà un villaggio, Roma. Dopo 2-3 secoli di conquista, saranno padroni per 5-6 secoli dell’area mediterranea e pensarono che l’architettura potesse essere utilizzata in un modo diverso. Il Tevere fa un'ansa dove si crea l’Isola Tiberina, un punto guadabile, dove costruire ponti, un incrocio tra acqua e terra. I “7 colli di Roma” sono i 7 villaggi originali, 7 popolazioni distinte che iniziano a concepirsi come una sola comunità. Sinecismo, creazione di patria collettiva, l’ecista è il cercatore di patria. 14 Secondo Roma la nascita della civiltà risale al 753 a.C., la stessa epoca del sinecismo, da due figli di un Dio. In realtà sono ladroni, rubano anche le donne per poi costruire strutture collettive e fortificazioni. Abitavano sui colli perché le valli fluviali erano paludose, quindi le bonificano. Nel VII sec. a.C. la prima struttura importante, poi nel IV-III secolo a.C. la Cloaca Maxima, una conduttura idrica sotterranea, un canale per far defluire l’acqua della palude nel fiume. Bonificano così due vallate. Sempre secondo i romani Romolo fu il primo re di Roma, seguito da altri 6 fino al 509 a.C.. I nomi dei re sono di origine Etrusca. Quindi fino al 509 è una cittadina di frontiera governata da re estruschi. Servio Tullio, il penultimo re di roma, realizza tre grandi infrastrutture: la Cloaca Maxima, le Mura Serviane, il Circo Massimo, la prima grande struttura pubblica. I Romani imiteranno i teatri dai Greci. Il Circo, o Stadio era uno spazio per le corse di cavalli, venne ricostruito più volte. Roma: l’Età Repubblicana Alla fine del VI sec. a.C. roma aveva 30 000 abitanti. Nel 509 la popolazione insorge e scaccia Tarquinio il Superbo, vi furono combattimenti e incendi e poi cambiò la forma di governo. La Repubblica con il Senato, l’equivalente romano del Bouleuterion, governò per 5 secoli la città. Al Senato stavano i “capi tribù”, i capi delle clientele. Sotto la guida del Senato Roma crebbe costantemente a livello urbano e territoriale. I colli vennero inglobati da una cerchia di mura, la vallata tra Campidoglio e Palatino venne prosciugata dalla Cloaca maxima e lì venne costruito il Foro Romano. Nella piazza del Foro si trovavano la sede del Senato, la Curia e degli edifici commerciali. Tra il Palatino e l’Aventino la Cloaca Maxima aveva permesso di realizzare il Circo Massimo. Inizialmente i colli erano divisi in villaggi poi iniziano a venire distinti per funzioni. Il Palatino, il più centrale, è il luogo di insediamento dei “padrini”. Il Campidoglio, il più alto, è l’acropoli della città. Dopo il 509 viene costruito il Tempio della Triade Capitolina, Giove, Giunone, Minerva, di cui rimangono alcune tracce. Come ad Atene, una strada sacra collega l’acropoli alla porta, ma anziché incontrare l’agorà incontra il Foro. Roma: l’espansione e lo sviluppo urbano Patrizi: i capi delle clientele gestiscono il Senato secondo i propri interessi Plebei: i clienti, fedeli. Non sono tutti poveri né tutti lavoratori, sono esclusi dal Senato e dal potere politico 15 Roma è repubblicana ma non democratica. Il potere viene passato di padre in figlio o di zio in nipote, al successore migliore. Il Senato non vuole cedere il potere ai plebei, quindi secondo un’usanza istituzionalizzata in bella stagione vengono eletti dei generali, consoli (patrizi) e raccolgono un esercito di plebei. Il potere è nelle mani del Senato ma vengono elette alcune cariche di gestione della città, i consoli. Tra le mansioni dei consoli c’è anche condurre la guerra. Conquistano le terre vicine, da briganti, sono guerre di rapina ufficiali, le persone vengono rese schiave, il bottino, persone, terre, animali, città, viene diviso a metà tra il senato e chi ha fatto la guerra, questa metà viene divisa a metà tra il console e i soldati. La guerra diventa la principale attività, il principale fattore di arricchimento. Parte dei soldati si stanziano, lavorano le terre con schiavi, gli abitanti del posto. Dopo 100 anni sono invincibili, i popoli si arrendono, cercano accordi. Roma quindi diventa una città diversa da tutte le altre. A Roma abitava chi ci si trasferiva affiliandosi a una clientela. Tutti i patrizi avevano dei generali, tutti i personaggi famosi erano generali. Da tutta l’Italia e poi da tutto il mondo tutte le persone che avevano speranza o ambizione di non fare gli schiavi si trasferivano a Roma. L’obiettivo era di riuscire a tornare come soldato da dove eri venuto. Si espandono così territori e città. Oggi il rapporto organico tra città e territorio è perso, allora la città cresceva solo se le terre circostanti potevano fornire alimenti a sufficienza per gli abitanti. I romani dovevano inventare dei sistemi per portare le sussistenza in città. Quindi costruiscono città con una nuova architettura, inventano nuovi modi di gestire la città e il mondo. Inventano le strade, una rete stradale capillare come lo sono le autostrade oggi. Prima erano solo dei percorsi segnati usandoli. I Romani costruivano le strade per evitare che si allagassero. Devono funzionare tutti i giorni dell’anno, se non sfami la città non sei più padrone del mondo. Avevano nomi di generali perché l’esercito era formato da operai e muratori che aprivano le strade nella terra vergine fino all’incontro con una popolazione. Così sottomettevano la popolazione e fondavano una città dove si potessero produrre alimenti per Roma. I Greci avevano un’architettura quotidiana povera e grandi monumenti, i Romani usavano l’architettura per infrastrutture d’uso. Consente a una società complessa di ingrandirsi. I diversi strati delle strade servivano a rendere il terreno permeabile. Le pietre per far passare i grandi carri e le fessure per far filtrare l’acqua così che dreni. Per gestire il sistema conoscevano la geografia delle strade e le cartografavano. Dovevano essere percorribili e quindi attrezzate, i cippi indicavano le distanze e i nomi delle strade. I Romani costruiscono i primi ponti in pietra, per 1000 anni dopo la caduta dell’impero romano non sono più stati costruiti ponti. Le novità sono anche altre infrastrutture urbane che sperimentano a Roma e poi esportano. Diventano il modo normale di costruire il mondo. 16 Il mare è più rapido. A Roma viene costruito quindi il Portus Tiberinus vicino a dove oggi è il Testaccio, che non è un colle ma i cocci delle anfore rotte usate per i commerci. 21/03/2024 Fino alla nascita di Cristo Roma continua ad espandersi. Dopo le Mura Serviane vengono costruite altre due cinte murarie. La Porta Maggiore 38-52 d.C. ha tre fasce sopra e sono 3 acquedotti. A Roma non bastava una fontana, venne creato un sistema di condutture sotterranee che portavano l’acqua ad un acquedotto capillarmente. Non tutte le strade a Roma sono costruite come strade romane, molte avevano gli acquedotti. La cenere prodotta dall'eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. seppellisce Pompei, una cittadina di provincia. Sopra i 2 metri la città venne polverizzata, la parte inferiore arriva a noi oggi mostrandoci cosa si trovava in tutte le città romane. I marciapiedi distinguevano la parte pedonale e carrabile, i sassi sollevati permettevano ai pedoni di attraversare senza bagnarsi e fungevano da rallentatori. Erano città disegnate per complesse presenze umane. Le fontane erano ad ogni incrocio, anche meno di 100 metri. le città antiche non avevano né fogne né bagni, ma non basta per un milione di abitanti. I romani inventano i bagni, sia le terme piscine pubbliche dove ci si può lavare, che i cessi. Le Terme, che inventarono i romani o sperimentarono per la prima volta, corrispondevano ad un bisogno igienico, ma vi era associato un costume. Erano enormi stabilimenti pubblici, dal costo basso così che tutti le frequentassero. Tutte le città avevano almeno 1-2 terme. Le Terme di Caracalla 212-217 erano in laterizio intonacato. Erano recintate. La parte con le piscine era all’interno e intorno vi era uno spazio verde per la ginnastica e la competizione con delle sedute per gli spettatori. Agli angoli vi erano gli spogliatoi, come all’interno. Vi erano tre tipologie di vasche: il Frigidarium, il Tepidarium e il Calidarium. Il frigidarium è a temperatura ambiente, di solito è la più grande ed è natatoria. Intorno alle piscine vi erano statue e opere d’arte, pavimenti mosaicati con atleti. Di nuovo si trova il linguaggio dei templi per strutture complesse. Terme di Diocleziano 298-306. Bisogna pensare alle due parti delle terme: quella sopraterra e quella sottoterra. Sotto agli impianti termali si trovavano giganteschi forni a cui erano collegate delle condutture dell’acqua che portavano intorno alle piscine acqua calda e vapore. I romani erano una società schiavistica. Venivano usati quintali di legna al giorno. In Ungheria e Turchia è ancora viva la cultura dell’acqua dall’antichità e grazie all’Impero d’Oriente. In Italia si è persa negli ultimi secoli dell’Impero Romano con l’avvento del cristianesimo che condanna queste pratiche di promiscuità e nudità del corpo. Le rovine delle terme di Diocleziano, in piazza Esedra, davanti a Termini, rimangono in piedi fino al 500 quando il Papa commissiona a Michelangelo la costruzione di Santa Maria degli Angeli. 17 Le colonne sono delle terme, monolitiche e provenienti dall’Egitto. L’ingresso è stato lasciato sul lato e l’esterno è stato lasciato in stato di rovina. Le infrastrutture pubbliche hanno portato a cambiamenti nelle abitudini individuali. Nell’antichità l’idea di casa era monofamiliare. Non c’erano problemi di spazio, le parentele vivevano in un quartiere, le città erano basse ed estese. La tipologia tipica romana era la domus, la casa dei patrizi e benestanti. Sappiamo come erano grazie a Pompei e a Vitruvio. Quando fu riscoperto nel 400 si cercò di riportare in vita le domus romane. Il “padrino” non era una figura privata, aveva delle funzioni pubbliche, aveva alle sue dipendenza una piccola clientela o un esercito. Quindi la domus aveva una parte pubblica ed una privata. Ad un solo piano era composta da un vestibolo che porta ad un patio, un cortile interno. Nelle città antiche non esisteva la polizia e gli animali erano randagi, quindi le case erano chiuse verso l’esterno. Era dal cortile interno che gli ambienti prendevano luce, aria, acqua. Da Pompei vediamo che la successione era di vestibolo e atrio o impluvium, una piscina che serviva a raccogliere e filtrare l’acqua piovana. Il nobile non mandava la serva alla fontana, aveva l’acqua a casa. L’acqua veniva filtrata da della sabbia e immagazzinata in un pozzo. Intorno all’impluvium vi è una zona coperta e diversi ambienti, la parte pubblica della casa. Oltre si trovava la parte privata. Un secondo patio, di solito un giardino senza impluvium e detto peristilio per la presenza di colonne. Le stanze qui sono di abitazione. Gli ambienti di collegamento tra pubblico e privato sono il o i triclinium, grandi ambienti variamente arredati. Qui il padrone accoglie le persone, fa da salone di rappresentanza. Sono intensamente affrescati, i romani mangiavano su lettini, i triclini. Gli immigrati che arrivavano non avevano soldi, e, per la prima volta nella storia, si hanno le tracce di una nuova tipologia di edifici. Nel III sec d.C. l’imperatore Settimio Severo fa realizzare una pianta monumentale, la Forma Urbis, incisa su tavolette di marmo. È una piante zenitale precisissima di tutta la città andata in mille pezzi. Nel 1500 iniziano a trovarsi dei frammenti e si iniziò a ricomporla. Era come un catasto non solo con le strade ma con l’assetto interno degli edifici. Roma era ormai densamente abitata, la maggior parte della città non era composta da domus, abitazioni “aristocratiche”, ma da Insulae. Significa isolato perché occupavano un intero isolato, ve ne sono alcune conservate ad Ostia. Avevano più piani, da 2 a 5. Al piano terra c’erano le botteghe, all’interno un cortile e all’angolo della corte una scala che portava a dei monolocali. Erano case di speculazione per i poveri, 18 dopo la caduta dell’impero vanno subito in rovina. Per più di 1000 anni non serviranno più e non ne rimase traccia. Quando le città ricominciarono a esplodere nel 1700/1800 vennero ricostruite simili senza imitare. Roma: l’Evergetismo e alcuni edifici pubblici La popolazione romana non patrizia né veterana era nullatenente. 6 - 7 milioni di persone a cui il grano era elargito gratuitamente. Votavano, vi erano competizioni per stabilire a chi andassero gli incarichi di generale. La vita quotidiana era fatta di scontri tra patrizi che stavano diventando padroni del mondo. I fedeli erano pronti a votare per loro. I patrizi elargivano grano, cibo, case a migliaia di famiglie che diventavano fedeli. Questo modo di governare è detto Panem et Circenses. Tutti gli edifici eccetto gli acquedotti non sono costruiti dallo stato, ma da privati. Terme, anfiteatri, templi. I Romani pagavano poche tasse per questo costume dell’evergetismo. Gli evergeti erano i “cittadini generosi”. Un’altra tipologia di edificio pubblico costruita da evergeti è la basilica. Il primo (e unico per 5 secoli) foro di roma è il Foro Repubblicano, una grande piazza centrale con da una parte il mercato e dall’altra il potere. Era una piazza irregolare. Le prime 3 basiliche corrispondono alle stoai greche. In età ellenistica si sente il bisogno di regolarità geometrica, in Grecia costruiscono dei fronti di portici rettilinei, a Roma dei veri e propri edifici. Dal III a.C. si diffondono in tutto il futuro impero. Tutte le città romane avevano un foro con templi e basiliche. Erano centri polifunzionali, di cui due immancabili: una commerciale e un’altra politica giuridica. Le basiliche sono composte da un’unica stanza rettangolare, porticata all'esterno. A volte erano così grandi che era difficile sostenere il tetto e venivano quindi realizzati dei colonnati interni. Spesso erano a due piani. Nelle parti perimetrali c’erano lotti affittati a commercianti di beni di lusso. Erano luoghi lussuosi con affitti alle stelle e prezzi di vendita pure. Nei lati corti spesso si trovavano delle esedre dove erano collocati i tribunali dello stato, prima del senato e poi imperiali. Le basiliche avevano nome e cognome. La Basilica Aemilia 179 a.C., come l’edificio più grande di Roma i Porticus Aemilia, i grandi magazzini del porto. Il Tabularium 78 a.C. era il deposito delle tavole, l’archivio. Oggi è il Campidoglio. L’amministrazione produceva documenti che erano tavolette cerate. 19 Roma Imperiale Roma: la fine della Repubblica Roma conquista le zone dove si era sviluppato l’Ellenismo, con l’idea dell’impero portata in Europa da Alessandro Magno. Arrivati in oriente inizia la nuova ossessione della costruzione di un impero. Il potere non va più al Senato ma all’Imperatore: Mario, Silla, Pompeo, Cesare, Crasso. Fare politica è fare la guerra e costruire gli edifici. Pompeo 106-48 a.C. È di nascita Plebeo ed uno dei più grandi generali dell’epoca. Ha costruito un tesoro gigantesco conquistando Bitinia, ricchissimo stato vicino a Pergamo. Torna con delle ambizioni, mostra la “zazzera”, i capelli lunghi come Alessandro Magno, e manifesta queste ambizioni con l’architettura dando edifici nuovi al popolo. Nella zona di Campo Marzio fuori dalle vecchie mura romane, dove si esercitavano i soldati, una vecchia legge etrusca imponeva no alle armi dentro le mura, costruisce un teatro, il primo a Roma. 61-55 a.C. I Greci avevano teatri di legno ed erano addossati alle colline. Questo è di una diversa tipologia. Ha la parte della scena, delle sedute ma è fuori dal terreno → exageratus (dove terreno è ager) ed è una costruzione interamente in marmo. In cima pone un Tempio a Venere Vincitrice, lo dedica a sé stesso. Davanti al teatro ci sono dei portici, una delle zone di distribuzione del grano più attive a Roma. Una statua di Pompeo forse collocata nel teatro lo raffigura simbolicamente nudo, rappresentato come un dio. Sopra inizia la costruzione di un palazzo a scala ellenistica ma si scontra con Cesare. Il teatro rimane ma il palazzo scompare, per 10 anni governa Cesare, tra il 50 e il 60 a.C., con le stesse ambizioni di potere di Pompeo. Ma Cesare è nobilissimo e più potente. È di una famiglia romana, la gens Giulio Claudia. Con nuove forme di architettura porta avanti una nuova ambizione. Il Foro è il cuore delle operazioni. Vi erano tre basiliche: Aemilia, Porcia e Sempronia. L’ultima era vecchia e la ricostruisce come Basilica Julia 54-46 a.C. Dà il proprio nome agli edifici, mette delle sue statue, è esaltazione personale. Costruisce una nuova piazza fuori scala, il Forum Iulium. Non è il sovrano di Roma ma è ricchissimo. Compra una grande area. Anche lui ha in mente Alessandro Magno. La nuova piazza è agli antipodi della vecchia piazza repubblicana. Usa canoni Ellenistici, trapianta una forma orientale, regolare con portici; non l’irregolarità di una piazza commerciale. Nel Foro Giulio fa costruire un Tempio a Venere genitrice, la gens Julio Claudia in teoria aveva origine divina, e fa fare anche una statua equestre. La vecchia Curia viene inglobata nel Foro di Cesare. Un incendio scoppia durante la costruzione del foro e distrugge la Curia. 20 La ricostruisce e la regala al Senato costruendola com’era e dov’era. Però ruota leggermente l’orientamento dell'edificio: lo rende disallineato alla Basilica Aemilia ma lo incorpora nel nuovo Foro. Non guarda più il Foro Repubblicano, è un mondo che cambia grazie al linguaggio architettonico. Un gruppo di congiurati uccise Cesare nel Teatro di Pompeo dove si riuniva il Senato. La Curia non era più in mattoni a vista ma stuccata e decorata, ma non costruita di marmo. Roma: l’Età del Principato Dopo Cesare scoppiò una guerra civile. Del secondo triumvirato rimangono in due: Marco Antonio e Ottaviano Augusto. Marco Antonio era il braccio destro di Cesare, un generale, aveva ereditato l’esercito. Ottaviano Augusto era il figlio adottivo, diciottenne. Era così bravo che in pochi anni diventa il padrone incontrastato di Roma e la trasforma. Porta avanti la stessa politica di Cesare ma non la stessa forma, osserva rispettosamente le tradizioni del Senato. Non parla mai di Impero, lui è il Princes (il primo), come gli altri ma avanti di un passo. È un Maestro nell’uso della Propaganda. Tutto ciò che viene prodotto da letterati (Vitruvio, Virgilio, Orazio) e da architetti è a nome di Augusto. È una doppia verità. Gli edifici rispettano le tradizioni ma si vede che il mondo sta cambiando. La sua casa è sul Palatino, dove da sempre abitano i patrizi. Diventa il padrone e ha una casa che diventerà così grande che per le generazioni future sarà il palazzo imperiale. A tempo di Augusto era una casa piccola ma davanti alla tomba di Romolo. Costruisce un Tempio “chiudendo” il Foro Repubblicano. Inizia a diventare più ellenistico e lo dedica a Cesare, che viene divinizzato. Esistevano due modi per dire dio: Deus e Dius, ossia divi, uomini in carne ed ossa presi dagli dei e portati sull’Olimpo dopo la morte. Dopo di lui gli imperatori venivano divinizzati già in vita. Costruisce poi il secondo foro costruito da un “imperatore”, il Foro di Augusto. Fa costruzioni sempre più impressionanti, come il Teatro di Marcello 13a.C. È ambiguo, fa costruzioni modeste ma che lo trasformano in un dio. Roma inizia ad essere disseminata di edifici di Augusto. Realizza edifici strepitosi in periferia. Alicarnasso è una città dell’Asia Minore vicino a Pergamo. Nel IV secolo il Re Mausolo è sposato con sua sorella Artemisia. Quando muore è inconsolabile e gli costruisce la tomba più bella mai costruita per un uomo → Il Mausoleo Augusto riprende il mito e da cittadino si costruisce un mausoleo. Ha una forma nuova, è cilindrico circondato da alberi, sul tetto c’erano un tempio e un giardino pensile. All’ingresso le Res Gestae, la biografia delle imprese del Divo Augusto, ormai divinizzato. 21 Era in periferia, ma sulla via Flaminia, ben visibile dal Campidoglio. L’Ara Pacis, l’altare della pace, non è un tempio. 13-9 a.C. Nei bassorilievi da una parte è ritratta tutta la famiglia, dall’altra Enea e i fondatori di Roma. Fu abbandonato, allagato dal Tevere e riscoperto solo nell’800. Nel 1938 venne realizzato un museo intorno all’altare, rifatto nel 2006 da Meier. Augusto regna molto a lungo e all’inizio è molto cauto. Il terzo monumento è il Solarium Augusti, una piattaforma di marmo con un obelisco che fa da gnomone. Sono tre monumenti legati da rapporti simbolici. Gli astronomi dislocano gli edifici in modo che il 23 settembre, il compleanno di Augusto lo gnomone colpisca direttamente l’ingresso dell’ara pacis all’alba e il mausoleo al tramonto. Un intero pezzo di città venne trasformato in un monumento all’imperatore. Con Augusto si ebbe un’età dell’oro e della pace, dopo di lui ci furono molte guerre civili. Roma: l’Età Imperiale Sul Palatino si trova la Domus Augustana che i successori trasformeranno in Palazzo (da Palatino). Da qui deriva il concetto di reggia. Per 1500 anni sarà la residenza del sovrano, poi del papa. Roma: Nerone Nerone è un imperatore di terza generazione, tra il 50 e il 60 d.C. I suoi nemici sono il vecchio Senato, che non è mai stato annullato. Nerone ha avuto maestri greci, è stato incantato da Alessandro Magno e vuole ricostruire Roma in forma Alessandrina. Si scontra violentemente con il Senato che decide di ammazzarlo. Con lui si chiude la dinastia Giulio Claudia. Roma era disordinata. Solo due strade potevano essere percorse da due carri contemporaneamente, il resto era formato da “vicoli”, strade tortuose. Era cresciuta attraverso la speculazione (insule), era caotica, invivibile, senza fogne. Il massimo desiderio di Nerone era raderla al suolo. Un incendio rade al suolo il centro della città. Erano all’ordine del giorno, solo gli edifici pubblici erano in marmo, l’80% degli edifici era in fango e legno. Al tramonto la città era buia e impraticabile. Cesare aveva creato il corpo dei pompieri. L’incendio va avanti 3 giorni e 3 notti, tutti incolpano Nerone, lui incolpa i cristiani. Vuole ricostruire il pezzo di Roma e matura il progetto di una nuova reggia, la Domus Aurea, con sontuosità e ricchezza mai viste. Un complesso di edifici per sé, non per la città, con una statua di bronzo dorato colossale, una statua del Dio Sole con le fattezze di Nerone. 22 Le fonti la descrivono come un ambiente straordinario, la sala ottagona che ruotava su sé stessa, lì è stato trovato il Laocoonte. Nerone venne ucciso nel 66, condannato alla dannazione della memoria, la pena più terribile dell’antichità, cancellando qualsiasi traccia del suo vissuto: edifici, statue, monete. Nel 1400 si ritrova la Domus Aurea che era stata seppellita. Gran parte della città è ormai ridotta a campi aperti e venne ritrovata per caso. Si poterono osservare le prime pitture antiche che divennero motivo decorativo e architettonico, le grottesche. 04/04/2024 Roma: Vespasiano Nel passaggio da Repubblica a Impero si passa dagli Evergeti agli Imperatori. Gli Imperatori continuano ad utilizzare l’architettura per mostrare le loro ambizioni. Nel 66 d.C. venne ucciso Nerone e seguì una guerra civile. Il Senato vuole tornare alla Repubblica, ma non è più il momento. Il potere a Roma è sempre stato dei generali, così quattro generali con eserciti da tutto il mondo si spostano a Roma per conquistare il potere. Vespasiano non è nato a Roma, ma in Italia Meridionale. La cittadinanza romana è stata data a tutti gli italiani. Nel 112 d.C. verrà data a tutti i sudditi, infatti la diffusione della cultura romana aveva uniformato l’impero. Tutto il mediterraneo riconosce l’autorità dell’Impero, tranne un piccolo stato, la Giudea. L’episodio più violento avvenne con Nerone, una legge imponeva in ogni città dell’impero una statua dell’imperatore divinizzato. Israele aveva l’unica religione monoteista e venne posta nel tempio di Gerusalemme. Si ribellarono per la settantasettesima volta in pochi anni e Nerone ordina di debellarli. Giunta la notizia della morte di Nerone, Tito, figlio di Vespasiano, distrugge il tempio e dice di espellere la popolazione di Gerusalemme dallo Stato. Vespasiano regna per 20 anni 69-79 d.C. grazie all’architettura. Costruì il Colosseo 70-85, l’antico Anfiteatro Flavio, un resto dell’evergetismo. Fa il contrario di Nerone, dà al popolo le terre della domus aurea con una cosa amata. Usa le piscine della Domus per l’anfiteatro. Era il più grande anfiteatro romano e dell’Impero ed interamente rivestito in marmo. Oggi è in piedi per ¾ perché per più di 1000 anni è stato una cava di marmo. Funzionò per 2 secoli e fu uno dei principali modelli del Rinascimento. È costituito da logge sovrapposte, i piani sono marcati da cornici e scanditi verticalmente. I moduli orizzontali diventano riferimento. Nei vari piani si usano ordini diversi dal basso verso l’alto con una logica costruttive e di eleganza, dal più pesante al più leggero. Gli ordini SONO QUATTRO. I primi tre con semicolonne, il quarto con lesene, visivamente più leggere. 23 Dal 1400 in poi si fa uno studio quotidiano del Colosseo. Teatri e Anfiteatri erano completamente diversi, nelle forme e nelle funzioni. I Teatri sono semicircolari inventati in Grecia, edifici per spettacoli a carattere drammatico e teatrale dove gli attori mettevano in scena narrazioni. Gli Anfiteatri erano luogo di spettacoli atroci, chiusi, luogo di combattimento tra uomini e animali, sono prigioni, cancellati e l’arena è separata dagli spettatori. Da Augusto in poi quasi ogni imperatore costruisce un Foro. Vespasiano realizza il Tempio della Pace, per affermarsi come portatore della pace. Una piazza che rievoca un accampamento militare. Qui verrà collocata la Forma Urbis. Tito regnerà per poco tempo dopo il padre. Roma: Domiziano È stato un grandissimo costruttore, piazza Navona ha fagocitato il circo di Domiziano. Era una specie di Nerone, venne ucciso, completa l’edificazione del Palatino, che fu modello per le altre regge nel mondo. Ha tanti corpi di fabbrica, con ambienti che diventeranno modello. È la monumentalizzazione della Domus. Nella parte pubblica c’è l’Aula Regia, dove l’imperatore accoglieva le persone importanti, non più tutti, è l’antenata della Sala del Trono. Ci sono dei momenti in cui l’imperatore si mostra ai sudditi. Una facciata monumentale verso l’esterno che si affaccia sopra al Circo Massimo fa nascere l’idea del sovrano che si affaccia per salutare i sudditi. Roma: Traiano Nasce in Spagna, ormai tutti gli Europei sono romani. È un generale e sa mantenere il potere con la pace. Sotto Traiano si costruisce un complesso monumentale stupefacente. Il Foro Giulio è la prima piazza ellenistica costruita a Roma, è rivoluzionaria. Augusto, Nerva, Vespasiano costruiscono i loro fori creando quattro piazze in cent’anni. Costruire ormai era complesso e costoso perché Roma è tutta edificata. Nell’area del Foro di Traiano 107-113 non si era mai costruito perché molto vicina al Campidoglio e scoscesa e rocciosa. Diventa imperatore e per prima cosa livella la montagna. Non crea una piazza ma un complesso di edifici. L’ingresso al Foro è con esedre e una statua equestre. La Basilica Ulpia, Apollodoro di Damasco 106-112 è la più grande mai costruita in periodo romano. La Biblioteca è accoppiata alla regalità dopo quella di Alessandria. Questa è suddivisa in tre ambienti, una biblioteca latina, una greca e un cortile. Infine si trovava il Tempio del Divo Traiano. La Colonna Traiana 110-113 è celeberrima ed è sempre rimasta in piedi. È alta 40 metri, cioè 100 piedi romani. Non ci sono colonne di questo tipo nel mondo romano, perché si costruì una colonna gigantesca che non reggeva nulla? 24 È decorata, non è scanalata né rastremata. Racconta la storia della campagna di Traiano in Dacia (Ungheria). Nel cortile della colonna vi erano tre ordini di logge, così da poter vedere decorazioni. Non è il simbolo della colonna ma un libro, che un tempo erano in papiro. Non si poteva cucire ed incollare e quindi veniva arrotolato. Si parlava di volumi e non di codici. Ha la funzione di mausoleo, nello zoccolo c’è una porta con il sarcofago di Traiano. Non è una banale forma geometrica ma è evocativo. Il Foro di Traiano fu fatto da un architetto così straordinario che conosciamo il nome. I Greci stimolano gli artisti, conosciamo i nomi di pittori e scultori. I Romani sono più grossolani. Dividono le attività umane in intellettuali, quindi più nobili, e in manuali, quindi più servili, tra cui c’è anche l’architettura. Non ha dignità teorica. A noi è arrivato il nome di Apollodoro di Damasco. Ci sono altre esedre sul colle, chiamate erroneamente “Mercati di Traiano”. Erano un centro commerciale antico, sempre ad opera di Apollodoro di Damasco. 25 Dalla Roma Imperiale al Tardoantico Roma: Adriano Era un generale colto, innamorato della cultura greca. Era personalmente appassionato di architettura e diceva di essere l’architetto degli edifici che costruiva. VItruvio scrisse il De Architectura ai tempi di Augusto per contestare l’opinione corrente dell’architettura come attività del muratore, non degna di essere codificata. Non ebbe successo. Apollodoro di Damasco aveva un rapporto difficile con Adriano, che si considerava autore degli edifici in quanto finanziatore. Ha il suo apice durante la costruzione della Villa Adriana a Tivoli quando Adriano progettò delle cupole, Apollodoro lo derise e venne ucciso. Fece costruire il suo mausoleo che diventò poi Castel Sant’Angelo nella zona poco edificata di trastevere. I romani si facevano seppellire fuori dalle mura, tranne Traiano. Ha la stessa forma del Mausoleo di Augusto solo proporzioni colossali. Persa la funzione durante il medioevo sulla sua cima fu costruito un castello, mai preso fino all’unità d’Italia. Il Pantheon 118-128 è uno dei pochi edifici romani perfettamente conservato. Forse di Apollodoro. È un tempio completamente diverso. Il pronao colonnato non gira intorno come i templi romani Altre novità risiedono nella forma circolare e al numero di 16 divinità a cui era dedicato, anziché le classiche 1-3. La cella è circolare con tante nicchie e statue parigrado. Non solo è circolare, ma il diametro è uguale all’altezza. La cupola è la più grande costruita fino ad allora e per i successivi 1300 anni in tutto il mondo. L’unico che la pareggerà, con una tecnica costruttiva completamente diversa, sarà Brunelleschi all’inizio del 1400. È la cupola in conglomerato cementizio più grande mai costruita, sempre larga e alta 40 metri, 100 piedi romani. È stata realizzata con molti espedienti. 1 i contrafforti. Ciò che si vede da fuori è falso. La cupola parte dal secondo ordine di archi e i muri esterni funzionano da contrafforti vista la natura statica delle curve di spinta verso l’esterno. I muri esterni sono realizzati come serie di archi sovrapposti, furono lasciati a vista perché la zona era densamente edificata. 2 le nicchie. Ci sono diversi tipi di nicchie, compresa la tipica decorazione romana a lacunari o cassettoni 3 il conglomerato formato da sabbia, silice, pietre, ciottoli e calce è resistente e leggero. Gli strati sono sempre più leggeri fino all’ultimo realizzato con polvere di pietra pomice e poi viene lasciato vuoto, per il timore che crollasse. ha anche un aspetto simbolico, ossia la comunicazione diretta tra la casa terrena degli dei e quella celeste, una comunicazione diretta tra lo spazio umano e divino, ed è sempre illuminato a giorno. Pendenze impercettibili del pavimento fanno defluire l’acqua piovana. Con la diffusione del cristianesimo alcuni templi vennero distrutti tranne alcuni, tra cui il Partenone ed il Pantheon. Alla fine dell’800 aveva dei campanili. È celeberrimo e imitato. Il Tempio di Venere e Roma 121-138 è più grande del Foro Giulio 26 Roma: gli ultimi Imperatori Settimio Severo, imperatore africano, commissiona la Forma Urbis 203-211. Caracalla, suo figlio, dà la cittadinanza a tutti gli abitanti dell’impero. Diocleziano, alla fine del III sec d.C. è il primo che fa i conti con una veloce crisi. L’Impero entra in fase involutiva anche a causa di epidemie di peste, i barbari che premono ai confini. L’impero è così grande che un imperatore non riesce a stare dietro a tutto. Diocleziano spezza in 4 l’impero, la tetrarchia, due metà governate da Augusti, altre due da Cesari. Regge per circa 20 anni fino all’ingresso nell’età Paleocristiana. L’Età di Costantino Il Cesare dell’occidente è Costantino, il figlio piccolo di “Costanzo”. Originario di Treviri vuole ricomporre l’Impero, ci mette 15 anni. Dopo 5 anni di guerra con l’Augusto Occidentale, nel 305 arriva a Roma. Prima della Battaglia con Massenzio a Saxa Rubra (sassi rossi) viene un angelo in sogno che gli dice che vincerà se metterà le croci sugli stendardi. Vince e decide di convertirsi a questa religione di origine orientale poco praticata ma in diffusione. Gli imperatori non avevano più lo stesso potere, usavano la religione per affermarsi. Per i primi tre secoli il cristianesimo non fu formalizzato. Non c’erano preti, né gerarchie ecclesiastiche, né chiese. All’inizio si riunivano nelle catacombe. In una seconda fase si riunivano nelle Domus Ecclesiae “case della comunità”, di cui Doura Europos in Turchia è quasi perfettamente conservata. Sono domus di ricchi che si convertono regalate alla comunità. Sono polifunzionali. Costantino fonda il cristianesimo, ne fa una bandiera e lo istituzionalizza. Trasforma una fede in una religione costituita strutturata. Il territorio romano era diviso in province con delle città e dei governatori. Come nella Chiesa è diviso in diocesi con delle città e dei vescovi. Ancora oggi le diocesi seguono le province romane. La cattedrale è la chiesa del vescovo, è per sua definizione in città, nei capoluoghi di provincia romani. Sono rimaste città importanti fino ad oggi perché hanno avuto un vescovo. Bisognava dare una veste architettonica, costruire un nuovo tempio. Secondo Cristo il fedele parlava direttamente con Dio. Per rinnovare i templi dovevano essere riconoscibili come sacri e diversi dal passato architettonicamente. Doveva inventare una nuova tipologia. Per 700 anni saranno gli unici edifici monumentali costruiti. Bisognava prendere le distanze dalle Domus Ecclesiae e trovare un edificio rigorosamente dedicato a funzioni sacre ma legato all’imperatore e riconoscibile come pubblico. Partono dalla basilica. Si trovano in tutte le città sul foro, è l’edificio pubblico per eccellenza. Nell’abside, luogo in cui il giudice esercitava, c’era una cattedra, che stava davanti alla statua dell’imperatore. 27 La Basilica di Massenzio era in costruzione 306-330, hanno preso un modello molto conosciuto, sostituito delle forme con la tavola dell'altare e dietro lo hanno reso uno spazio sacro. Si crea un corto circuito tra la figura dell’imperatore e un punto divino. Nel tentativo di caratterizzare le nuove chiese fanno il contrario dei pagani, il dio cristiano è accogliente a casa sua fa entrare tutti i fedeli, le funzioni avvengono dentro alla chiesa. Le basiliche, eredi degli stoai, hanno l'accesso dalla parte lunga, rivolta verso la piazza, e alle estremità le corti dei giudici. Spostando l’ingresso sul lato corto si percepisce un avvicinamento a Dio. L'altare è baricentro prospettico. Il potere costruisce a proprie spese la prima chiesa che regala al popolo romano incarnato nel vescovo. San Giovanni in Laterano 312-330 da un’area di proprietà di Costantino. Sarà il modello di riferimento per un millennio e la Chiesa personale del Papa. Ogni edificio del complesso ha un funzione ben definita. Il palazzo del papa, costruito come i palazzi imperiali con i triclini e la loggia delle benedizioni. Il Battistero Lateranense 315; 432-440 distingue la casa del signore, la Chiesa, dal luogo del Battesimo. Per tutto l’alto medioevo ci si battezzava per immersione totale. Tipicamente ottagonale perché l’8 è il numero della rinascita. Solo il vescovo battezzava, infatti si trovano solo affianco alle cattedrali, poi anche in alcune chiese maggiori. Il presbitero è il sacerdote, prete. San Giovanni in Laterano è enorme, il tetto infatti è retto da più colonnati che dividono la chiesa in navate. Tutte le chiese cristiane avevano davanti il quadriportico, il nartece, tangente alla facciata, di solito era decorato. Alla chiesa potevano accedere solo i cristiani battezzati. Non venne più costruito dal VI, VII secolo San Pietro 323-347 presenta un transetto più sviluppato. La croce in realtà fu un simbolo diffuso molto più tardi, il transetto aveva una funzione. Non nasceva come chiesa del Vescovo ma come luogo di sepoltura di Pietro. I Santi sono un retaggio proveniente dal politeismo, l’idea delle divinità locali. Il cristianesimo venne diffuso con le armi e con stratagemmi per vicinanza al politeismo nelle popolazioni. i primi santi, i martiri, vennero divinizzati come gli imperatori e venne portata avanti l’idea che i santi facessero miracoli. La prima chiesa di pellegrinaggio o martiria è San Pietro. I pellegrini si addensavano intorno all’altare e venne costruito il transetto. Arrivò un altro cambiamento. Gli antichi seppellivano i morti fuori dalle città, nelle necropoli. Le case del signore erano luoghi accoglienti dove tutte le settimane si manifestava il divino, le chiese diventano quindi i cimiteri. San Giovanni Laterano era a ridosso dell’ultima cerchia di mura (Aureliane). Da un milione di abitanti Roma passò a 60 000 nel corso del IV-V secolo e forse a 30 000/50 000 nel VI secolo. La Cattedrale si trovò così fuori dal centro abitato. 28 Il centro di Roma era densamente edificato. Nonostante Costantino fosse l’Imperatore non era del tutto libero, il Senato era pagano e non poteva distruggere un tempio in uno stato con 1000 anni di religione pagana. Aveva rapporti complessi con Roma e la cultura romana. Decise di ricompattare l’impero, unificandolo nel 315-316 e inventare da zero una nuova capitale, un luogo migliore, ben difendibile con criteri nuovi. 29 11/04/2024 fede Costantinopoli e l’Architettura Bizantina Costantinopoli L’impresa di Costantino di riunificare l’impero è anacronistica. Roma ormai è in una posizione scomoda come capitale. Non ha buoni rapporti con Roma anche per la decadenza inarrestabile della città. In 7 anni riesce a unificare tutto l’impero e decide di inventare una nuova capitale in un luogo ben difendibile: Costantinopoli, individuata dai suoi funzionari. Una nuova capitale più funzionale alla parte orientale dell’impero, la zona più ricca dell’impero e quindi da conservare, crocevia di strade, confine tra Europa e Asia, difesa da catene montuose. Qui decide di trasferire la più grande città del mondo. Sorge su un promontorio sul canale del Bosforo e sul canale del Corno d’Oro, tra Mediterraneo e Mar Nero, verranno costruiti porti sia a Sud che a Nord. Esiste già una parte greca della città, Bisanzio, sulla punta del promontorio. Cresciuta sotto il regno di Settimio Severo, Costantino studia una pianificazione espansiva su questa base, la parte antica della città diventa l’acropoli di Costantinopoli con il palazzo imperiale che imita la domus augustana sul Palatino. Così il Palazzo di Costantino affaccia su un ippodromo. Sono i primi edifici costruiti dall’imperatore che inaugura la città nel 325. Dal palazzo si apre una strada monumentale che porta al Foro di matrice ellenistica, forma circolare con al centro la statua dell’Imperatore nelle vesti del Dio Sole. Vengono costruite le prime infrastrutture ricorrendo anche alla deportazione di cittadini. 7 km di mura, acquedotti, strade e cisterne, usate sino al secolo scorso. Erano collegate a fontane e pozzi e realizzate con colonne, capitelli e basamenti di recupero, presi da città in abbandono ed espressione del mondo in crisi. Costruisce tre chiese a Costantinopoli e una a Gerusalemme. Si distinguono molto da San Giovanni in Laterano e San Pietro tanto da creare un altro modello di riferimento nella costruzione delle chiese. La Basilica di Sant’Irene è di piccole dimensioni ed è la dimora del vescovo. La Basilica costantiniana del Santo Sepolcro, 325-336 a Gerusalemme, sopra il punto in cui si pensava essere stato il sepolcro di Gesù. Ha il quadriportico, il nartece, 5 navate e una grande cupola ispirandosi alla volta celeste e volendo rendere la porzione di edificio sopra il luogo del sepolcro l’essenza geometrica dell’edificio sacro. Da questa Chiesa si inaugura una nuova tipologia di Chiese caratterizzate da grandi cupole. La Basilica di Santa Sofia, 324-360; 532-537, nacque come cappella privata del palazzo imperiale, dentro l’Acropoli ed entro i confini del palazzo. Viene eretta tra il 324 e il 360, distrutta da un incendio e ricostruita “fedelmente all’originale” secondo le fonti da Giustiniano nel 532. Ha una forma quadrangolare, è coperta da una cupola principale e da semicupole. Rievoca la struttura e le decorazioni delle terme di Diocleziano. 30 Quando Costantinopoli sarà saccheggiata dagli arabi che la trasformeranno in Istanbul Santa Sofia sarà l’unico edificio a non venire toccato perché la sua magnificenza colpì anche gli invasori. La trasformeranno in moschea e diventerà il modello e il simbolo di tutte le moschee ottomane. Nel Foro che fece costruire vi pose una statua colossale, raffigurato come Dio Sole con la corona di raggi solari ed in mano un globo, simbologia per la quale l’imperatore domina il mondo. La Chiesa dei Santi Apostoli è l’unica ad essere stata completata prima della sua morte. Fu distrutta dai turchi ma ne è una copia la Basilica di San Marco a Venezia, la quale ha in facciata delle statue di cavalli rubate dell’esercito cristiano dall’Ingresso dell’Ippodromo di Costantinopoli durante le crociate. Aveva una pianta a croce greca, ogni braccio era diviso in tre navate e aveva cinque cupole. Custodiva la tomba di Costantino e si ispira per questo al Mausoleo di Augusto. Entrambi si trovano nella periferia della città ma hanno forme diverse, è una Chiesa. La tomba dell’imperatore era posta sotto l’altare circondata dalle statue dei 12 apostoli che assistono alla Messa e proteggono la salma. La IV Crociata La parte orientale dell’impero rimane in vita fino al XV secolo, per 1000 anni. Iniziò ad avviarsi verso la crisi con l’avvento delle crociate. Nel 1204 durante la IV crociata Costantinopoli venne conquistata e razziata, parte del bottino sono i cavalli adesso a San Marco. La città Ottomana Nel 1453 l’Impero cessa di esistere con la presa di Costantinopoli da parte dei Turchi Ottomani. Distrussero e saccheggiarono gran parte della città che prenderà il nome di Istanbul. Non distruggono Santa Sofia ma la riadattano a moschea con il minor numero di cambiamenti possibili. La caduta dell’Impero Romano L’Impero si scontrò con un’inarrestabile crisi demografica dovuta anche a pandemie. Roma arrivò ad avere solo 30 000 abitanti intorno alle Chiese, futuri nuclei di una ripartenza. L’architettura Paleocristiana a Roma e a Ravenna Ravenna rimane per secoli l’avamposto Bizantino in Occidente e qui si continuano a costruire edifici di grande ricchezza. Si diffonde un nuovo uso decorativo con l’intento di spiegare attraverso le immagini le fasi importanti della storia cristiana, ormai la maggior parte della popolazione era analfabeta. Gli edifici vengono concepiti come libri per i poveri. Un famoso esempio è la Chiesa di San Vitale 532-547. 31 L’Alto Medioevo e gli insediamenti monastici Il crollo della Civiltà Romana Nel 410 avvenne il primo sacco di Roma ad opera dei Vandali. Nel 476 i Goti guidati da Odoacre attaccarono Roma, governata da Romolo Augustolo. Odoacre pose fine all’Impero Romano. Si entra in una fase di decrescita fino all’anno 1000, nell’Alto Medioevo. La rovina delle città e il riuso dell’antico Le rovine erano ancora percepibili e si aveva coscienza dell’esistenza di un grande Impero precedente, ma persero il contatto con le funzioni. Questo portò a uno smantellamento del Colosseo, usato come cava di marmo, così come le terme, viste negativamente. Mura e porte vennero in parte riutilizzate, seppure a scala ridotta e alcuni templi furono riconvertiti in chiese e salvati dalla distruzione. A Zara (Croazia) è evidente il riutilizzo dei materiali, nel basamento della Chiesa di San Donato; ad Atene nel Partenone viene costruita una chiesa e l’acropoli diventa un piccolo villaggio. Il Mausoleo di Adriano viene reso un castello, poi residenza, negli archi del Teatro di Marcello vi furono le botteghe fino ai primi del ‘900. Ad Arles gli abitanti rimasti si rifugiarono nell’anfiteatro. Nel 1825 il re di Francia rase al suolo le tracce medievali. Non sono processi guidati da una visione unitaria. Le strade smettono di essere rettilinee. L’esempio del palazzo di Diocleziano Fu l’unico imperatore romano a ritirarsi a vita privata ritornando nella sua città natale, Spalato, in Croazia, dove fece costruire un grande palazzo concepito come un piccolo castrum. Era cinto da mura, aveva tre porte, strade che si incrociavano ad angolo retto e una zona residenziale per i soldati pretoriani. Al suo interno fece costruire il suo mausoleo. Nel Medioevo divenne una vera e propria città, il peristilio venne tamponato per farne abitazioni e il mausoleo divenne la cattedrale. Era la sorte di tutte le città Europee, in Italia fu meno violento perché i romani plasmarono il territorio per 900 anni, rendendolo il paese più urbanizzato fino all’800. I nuovi fulcri degli insediamenti medievali L’insediamento tipico diventa quello del villaggio posto sulle montagne perché meglio difendibile dagli invasori e dagli allagamenti. 32 L’esperienza monastica e le prime Abbazie Benedettine Si diffuse l’uso degli eremiti. Le persone che volevano avere più facile accesso al regno dei cieli, in accordo con la dottrina cristiana che vede l’esperienza terrena come peccato, si isolavano, lontano dalla comunità, dedicandosi unicamente alla preghiera. Intorno alla fine del V secolo, San Benedetto concepisce l’impossibilità di vivere basandosi unicamente su sé stessi: crea dunque una comunità di monaci che si dedicano alla preghiera e vivono isolati, ma si sostengono a vicenda senza vivere di elemosina. La prima comunità fondata da Benedetto sorge in Umbria a Subiaco, probabilmente sulle rovine di una villa di Nerone. Diventa un’esperienza celeberrima e eremiti da tutta Europa iniziano a creare altra comunità di questo tipo. San Benedetto si reca dal papa per regolamentare questa realtà. Si creano due vie nell’ambito della Chiesa: i sacerdoti secolari, che vivono nel territorio, locali, ed i sacerdoti regolari, eremiti, che seguono la regola di San Benedetto (ora et labora). Nasce l’ordine benedettino, l’unico fino al 1200. Gli insediamenti dei monaci presero il nome di abbazie. Intorno ad esse, sempre più popolari e popolate, si sviluppano nuovi borghi. La prima assunta come modello è l’abbazia di Montecassino che in pianta si rifà a San Giovanni in Laterano. Sono spesso fortificate, prevedono chiostri e spazi aperti che favoriscono la vita comunitaria. I chiostri sono cortili regolari tipicamente quadrangolari e porticati, rivisitazioni dei Fori. Fu distrutta e razziata dai tedeschi durante la 2GM e poi ricostruita. Mont Saint-Michel, sulla costa della Normandia. Intorno all’abbazia si sviluppa un villaggio. La “Mappa di San Gallo” È un’abbazia in Svizzera ricostruita in periodo barocco. Vi si trova una biblioteca antichissima in cui è custodita la Mappa di San Gallo, 820 ca., il primo progetto documentato della storia occidentale. Non fu mai realizzato, è più probabile fosse uno schema astratto. È un insediamento rettangolare, fortificato e autosufficiente, con stabilimenti agrari e magazzini. Al centro è posta la chiesa, con accanto il chiostro. Intorno al chiostro sono presenti alcuni edifici, i più grandi ed importanti sono: il dormitorio, il refettorio e la sala capitolare (delle assemblee). Erano presenti una casa dell’abate, l’infermeria, i giardini per le erbe mediche, un cimitero e una foresteria. Non solo l’insediamento ma tutti gli edifici erano di forma quadrangolare e tutti appartengono ad un unico modulo, anche i letti. È indicatore di rozzezza e di un unico parametro di misurazione schematico. Nella chiesa abbaziale si hanno due absidi sui lati corti e l’interno è disseminato di altari, donati dai benestanti perché i monaci pregassero per loro per avere miglior vita nell’aldilà. Il lavoro dei monaci, arricchiti, diventa la celebrazione di messe presso gli altari finanziati dai più benestanti e seppelliti lì. 33 L’abbazia di Cluny e l’architettura Cluniacense È la più importante abbazia medievale ed il più grande complesso costruito durante tutto il medioevo. Ad oggi è ridotta a macerie. Nel 910 il Duca Guglielmo d’Aquitania lascia tutti i suoi averi ai monaci di quest’abbazia che diventa enormemente ricca. Le ricchezze vennero destinate alla celebrazione di riti e all’ampliamento dell’abbazia. Cluny I La prima chiesa, di dimensioni ridotte, fu fondata nel 909 su territori boschivi ricevuti in dono che erano meta per battute di caccia. Cluny II Fu edificata nel 981 dopo decenni di lavori ininterrotti. Sono state rinvenute scarse testimonianze storiche. Grazie agli scavi si è ricostruita la pianta. Si nota un atrio collegato al nartece chiamato galilea. Tre navate da 55 metri, un coro a tre absidi e tre torri, due ai lati e una all’incrocio tra navate e transetto. Rappresenterà il modello delle altre chiese romaniche in Europa. Cluny III La costruzione ebbe inizio nel 1088 insieme ad altri edifici ecclesiastici. Il complesso si concluse nel 1130 con la consacrazione della chiesa. Era una “Gerusalemme Celeste” : quattro navate laterali coperte da volte a crociera e una centrale coperta con una volta a botte. Erano intersecate da due transetti dai quali si ergevano torri ottagonali. Compare un nuovo elemento, le cappelle radiali, che fiancheggiano il deambulatorio. Moltissimi archi a sesto acuto e finestre creavano giochi di luce all’interno della struttura. Venne danneggiata nel 1500 dalle guerre religiose e fu rasa al suolo durante la rivoluzione francese. I ruderi vennero distrutti nel 1800 per ricavare materiale da costruzione, fu risparmiata solo una torre e alcuni pilastri. Questa abbazia e le sue “figlie” costituiranno un sottordine tra i Benedettini, la congregazione Cluniacense. 34 18/04/2024 Dai Cistercensi al Romanico L’Architettura Cistercense I Cluniacensi ed i Cistercensi erano i due massimi raggruppamenti di monaci medievali. L’ordine Cistercense prende il nome dall’abbazia di Citeaux. Citeaux I Fondata nel 1106 era una piccola abbazia con una piccola chiesa, assunse immenso prestigio e il fondatore venne fatto santo. Citeaux II 1140-1150 Dopo soli 30 anni era popolosissima e fu necessario costruire una nuova chiesa. Citeaux III 1193 Venne costruita per lo stesso motivo dopo altri 40 anni. Venne rasa al suolo durante la rivoluzione francese così come Cluny. Per le abbazie Cistercensi si possono individuare 4 abbazie madri. All’epoca di Citeaux vennero fondate anche tre abbazie sorelle: Chiaravalle, Pontigny e Fontenay. Qualsiasi abbazia si congregasse diventava direttamente assoggettata al Papa. La chiesa nel medioevo era una struttura di potere. Ciclicamente si proponeva di tornare agli insegnamenti del Vangelo contestandone la ricchezza. Al centro di queste polemiche c’erano il Papa e Cluny. I Cistercensi proposero di tornare alle origini, ma a lungo andare diventarono ricchissimi. San Bernardo di Chiaravalle fu l’abate dell’abbazia di Chiaravalle e il capo della congregazione Cistercense per un periodo. In alcuni scritti identifica l’architettura come emblema del ritorno alla povertà della chiesa, ed è lui il primo ad attaccare Cluny. I Cistercensi devono costruire un modello diverso di monaco a partire dalla costruzione delle chiese. Non devono essere costruite in base alla magnificenza, in base all’articolazione strutturale, ma in base agli aspetti formali. Devono essere edifici poveri, costruiti con pochi mezzi. Individua alcuni canoni con cui costruisce Fontenay, la regola di progettare ad quadratum. (Confronto con Saint-Denis commissionata dall’Abate Suger, luogo di sepoltura dei Re) Gli edifici sono più schematici e regolari e possono essere costruiti da maestranze meno raffinate con meno materiali. Non ci sono linee curve, sono costruiti con materiali poveri e locali, sono bassi, modesti e privi di decorazione. I Cluniacensi funzionavano per affiliazione, i Cistercensi imponevano la costruzione come nei canoni per chi si voleva affiliare e mandavano i muratori come manifesto del nuovo modo di interpretare la religiosità. I Cistercensi ebbero un enorme successo e fecero scuola in Europa come costruttori. Ripropongono modelli autorevoli perché sono professionisti. 35 Villard de Honnecourt era un capomastro che girava per l’Europa con il suo portfolio. Si vede la volontà delle persone di costruire chiese Cistercensi dopo la morte di San Bernardo. Il XII ed il XII secolo l’Europa ricomincia a camminare verso il futuro. Si ha crescita demografica. I Cistercensi sono produttori agricoli ed iniziano ad avvicinarsi alle città producendo per i mercati cittadini. Iniziano a costruire edifici nelle città, non ecclesiastici ma magazzini, luoghi di smercio, stalle. Si chiamano grange, grangia e sono edifici polifunzionali con funzioni economiche e per lavori nei campi. Sono fattorie fuori scala costruite con materiali locali. L’Età Carolingia Fino al 1200 il mondo dei monaci è il mondo dei Benedettini. Due persone decidono di portare il mondo dei monaci all’interno delle città: San Francesco e San Domenico (spagnolo). Operano inizialmente in Italia con a mente l’esempio dei Cistercensi. Si era consapevoli dell’impossibilità di replicare gli edifici enormi del passato, ma anche della legittima caduta del paganesimo. Scompare la peste e la popolazione cresce. Sulle rovine dell’impero si erano create piccole e locali formazioni politiche. Tra il VII e l’VIII secolo iniziano ad ampliarsi alcuni regni, anche la cultura cambia, l’età carolingia è un’epoca della storia e una stagione architettonica. Dove c’era l’Impero ora ci sono mondi separati e in lotta tra loro. Gli Arabi conquistano la parte meridionale del Mediterraneo fino ai Pirenei. In Oriente c’è l’Impero Bizantino. Carlo Magno, re dei Franchi inizia ad espandersi conquistando i tanti popoli dell’occidente. Unifica la Francia, grandi scontri mitizzati con gli Arabi cercando di conquistare la Spagna (grandi gesta dei paladini). Era probabilmente analfabeta ma circondato da consiglieri lungimiranti. Elaborano una strategia che condizionerà per mille anni l’Europa, un grande disegno politico culturale incarnato in Carlo Magno. Il progetto di ricostruire l’Impero Romano, ma cristiano perché non crolli, quindi il Sacro Romano Impero. Si inventano una continuità dinastica e Carlo Magno assume il titolo (inventato) di Imperatore per la cui legittimità andava conquistata Roma. Si scontra coi Longobardi e si fa incoronare dal Papa. Torna indietro perché non vuole conquistare l’Italia che si divide in una parte di influenza carolingia e una di influenza araba. Il nuovo rapporto con l’antichità Andavano fatte delle operazioni di immagine per trasmettere l’idea del nuovo impero romano e cristiano e l’architettura è il veicolo principale. Per la prima volta dopo secoli gli edifici antichi tornano ad essere un modello seguito. Le comunicazioni sono diverse e frammentate, le culture sono eterogenee ma l’idea torna a circolare. 36 Il Monumento Equestre di Carlo Magno, IX secolo o il Reliquiario della Santa Croce (di Eginardo) 820 ca. dove i santi sono rappresentati in vesti romane e la scatola sono degli archi di trionfo. Nella copia della Veduta di Verona di Raterio di Verona, fine dell’VIII secolo non sono rappresentati gli edifici funzionali ma le rovine di prestigio, anche se non più utilizzate. L’edificio con due torri è il Palatium di Teodorico di Verona, un re Goto. La cattedrale non è rappresentata. Per la prima volta si costruiscono edifici nuovi ispirandosi a quelli antichi. Costruisce un palazzo ad Aquisgrana, Aachen, il primo da secoli. Era nomade per mantenere il controllo degli stati ma si fa costruire un palazzo quando si fa incoronare imperatore nella notte di Natale dell’800. C’era un’Aula Regia, la prima sala del trono in un palazzo post antico, un quadriportico con la statua equestre e una cappella palatina 790-800, unico pezzo visibile ancora oggi che rimane come cattedrale di Aachen. Lo studio dell’architettura romana si ferma a Ravenna. La Chiesa di San Vitale viene interpretata come chiesa del palazzo imperiale di Ravenna. Il tentativo di riportare in vita l’antichità è molto pratico, alcuni pezzi sono stati portati ad Aquisgrana, le colonne in porfido rosso Egiziano. L’imperatore stava nel matroneo. Da questo momento in poi le grandi chiese di Costantino diventano modello. Ingresso all’abbazia di Lorsch o il Westwerk, innovazione che non ebbe seguito.ù L’architettura Romanica Circola l’idea che sia la prima volta in cui ci si rifà all’età antica. Dopo il 1000 si entra in una fase di crescita, servono edifici e chiese più grandi e tecniche costruttive più ambizione. Non esiste l’architettura romanica, è un’invenzione degli storici ed è legata al concetto di gotico. Giorgio Vasari, architetto, pittore e scrittore, nel Cinquecento scrive De Vitae, la prima opera di storia dell’arte. Molte delle categorie che abbiamo ancora oggi vengono dal Vasari, detta l’interpretazione corrente della storia dell’arte. Chiama Barbari i Medievali e i barbari per eccellenza sono i Goti. Li chiama Gotici e li considera brutti. Nell’800 si nota l’uso di archi a tutto sesto più vicini ai romani, quindi romanici. La principale soluzione costruttiva è la volta a crociera. Prima si usavano due tipi di coperture: la copertura di legno a capriate, infiammabile e soggetta a marcescenza, e la volta a botte, duratura ma pesante e necessita pareti chiuse come sostegno. Il Duomo di Spira, 1080, in Germania è uno dei primi edifici ad essere costruito con le volte a crociera. Era originariamente a capriate poi venne rivestito. I pilastri esterni e le crociere laterali diventano il sistema di supporto della navata centrale. Questo implica la geometrizzazione e il ritmo modulare dell’edificio. Le tecniche di progettazione erano diverse, venivano tracciate direttamente sul terreno coi picchetti. 37 Il Duomo ha tre caratteristiche importanti: le volte, la ritmicità dell’edificio, l’idea che un edificio bello e ben costruito debba avere un ritmo armonico, l’esigenza di modularità che inizia a diventare gusto. I campanili sono cubi impilati, l’abside è costruita come un timpano. Il loggiato non ha funzione, è puramente decorativo, così le fittizie membrature architettoniche. In facciata si usano materiali bicromi in base al luogo per scandire con ritmi modulari. Gli edifici costruiti tra il XI e il XII secolo usano gli stessi principi ma sviluppati in modo diverso. La Basilica di San Miniato al Monte, Firenze, dal 1018 ha, molto in anticipo una forte volontà decorativa geometrica, all’interno è a capriate. La Cattedrale di Durham, Inghilterra, 1093 tende al gotico, è una delle prime con le volte a crociera. Il Duomo di Monreale, (Palermo), 1240, il portico è più tardi, ha delle colonne corinzie, archi all’esterno e varie colorazioni. Sempre romanico ma, essendo Palermo sotto gli Arabi, con un gusto decorativo diverso e più geometrico. La Basilica di Sant’Ambrogio a Milano 1080-1117, la Basilica di San Michele a Pavia, prima metà del XII secolo, la Cattedrale di Modena, 1099. Qui da una certa idea figurativa di decorare la chiesa non solo con decorazioni geometriche ma anche figurative, si eseguono dei bassorilievi che raccontano storie. La Basilica di San Marco a Venezia, 1063 è una chiesa romanica, ma di gusto diverso che parte dai modelli orientali. È un avamposto bizantino, ha davanti i quattro cavalli dell'Ippodromo di Costantinopoli. Le chiese di Costantino avevano, però, un piano solo. Qui, come anche in altre chiese prima di questa, all'incrocio tra transetto e navata la chiesa si fa a due piani. Delle scale dalle navate laterali danno accesso alla cripta, sopra alla quale, tipicamente, si trova il presbiterio sopraelevato. Un altro esempio è la Basilica di San Zeno Maggiore, Verona, 1120-1138, il presbiterio sopraelevato fa sì che i fedeli vedano meglio il parroco o vescovo, vista la maggiore dimensione delle chiese. La cripta ha un ruolo storico e funzionale. Le chiese costruite nell’XI e XII secolo erano spesso costruite su rovine di cattedrali più antiche. Le città si alzano e la cripta rimane al livello della chiesa precedente. Si decide di lasciare in piedi il livello antico perché molto sacro, magari un altare delle sepolture di antichi martiri. Inoltre, senza polizia né ordine pubblico, le cripte erano la cassaforte della chiesa, cancellate e di difficile accesso, nel luogo più ricco di tutte le città. Qui si conservavano tesori materiali e sacri, come le reliquie. Campo dei Miracoli, Pisa sorge affianco alle mura medievali. Era una città in rapida crescita, una delle quattro Repubbliche Marinare, e si immaginava un grande ampliamento al di fuori delle mura. La città entrò in una fase di declino e il “centro città” rimase in periferia. 38 È un complesso formato dal Campanile, la Torre (1174-1271), il Duomo (dal 1063), il Battistero (1153-1265) ed il Camposanto. I battisteri erano tutti ottagonali a partire da quello Lateranense. Questo è rotondo perché cita la Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Pisa infatti commercia con l’oriente, mandano gli architetti a Gerusalemme per copiare la cupola. 39

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