Filosofia del Dialogo Interculturale (PDF)

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Università Cattolica del Sacro Cuore - Milano (UCSC MI)

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Questo documento presenta una riflessione sulla filosofia del dialogo interculturale, analizzando le differenze culturali e il loro impatto sui diritti umani. Si fa riferimento al contesto italiano, con particolare attenzione alla legge Bossi-Fini e alla reazione politica agli eventi migratori. Il documento esplora il relativismo culturale e il principio di solidarietà, in rapporto all'opera di Ambrogio Lorenzetti e alle sue riflessioni sul buon governo.

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FILOSOFIA DEL DIALOGO INTERCULTURALE Cultural Differences and Human Rights Gestione politica delle differenze culturali è il banco di prova dello Stato nazione. Oggi in Italia abbiamo la Legge Bossi-Fini che regola i flussi migratori: esso interpreta il problema migratorio come un problema di ordi...

FILOSOFIA DEL DIALOGO INTERCULTURALE Cultural Differences and Human Rights Gestione politica delle differenze culturali è il banco di prova dello Stato nazione. Oggi in Italia abbiamo la Legge Bossi-Fini che regola i flussi migratori: esso interpreta il problema migratorio come un problema di ordine pubblico. All’interno di questa legge è incluso i.e. il Reato di inottemperanza al decreto di espulsione del questore, punibile con la reclusione da 6 mesi ad un anno. L’Italia è stata condannata più volte dalla C.d.G Europea per questo reato andando contro il Principio di NON refoulement. Differenza = devianza, viene segregata. Il rapporto tra diritti umani e differenze culturali è teso: se i diritti umani pretendono di essere applicabili universalmente (dichiarazione dei diritti dell’Uomo 1948); le differenze culturali affondano nella particolarità del contesto della vita della persona, divergendo dall'universalità. Policies usate per “gestire” i flussi migratori non stanno funzionando per assottigliare la “pressione” di queste “ondate” (terminologia aziendale e guerriglia= - Analisi foto della Rotta Balcanica durante la Guerra in Siria nel 2016. L’Ungheria ha risposto con violenza, armi, filo spinato, idranti e cani (stessi strumenti utilizzati dai bianchi nei confronti degli afroamericani negli anni’60). L’evento impediva l’accesso ai diritti umani segue la narrativa dell’invasione. - Copertina di un articolo polacco di destra, immagine di una donna bianca vestita con la bandiera europea mentre viene stuprata/molestata da mani di colore (rappresenta l’avvenuto nel Capodanno a Cologne nel 2016) L’immaginario collettivo diventa immaginario politico = policy. Se le foto vere mostrano ondate di migranti indifese e allontanate / quelle pubblicate sulle riviste mostrano immigrati forti e molesti. Nella dinamica di cooperazione (pensare che l’altro sia una “risorsa” non un “pericolo”) la corteccia prefrontale spegne l’amigdala; quando invece si sente pericolo o minaccia, l’amigdala si attiva e segna pericolo. L’Unione Europea dovrebbe basarsi sul Principio della solidarietà: deriva dal diritto romano, (“Obligatio in solidum” il singolo deve aiutare la comunità come la comunità sostiene il singolo. L’Ungheria sostiene la sovranità e ordinamento nazionale sovrasti quello sovranazionale (UE). Superiorità nazionale crea frattura all’interno della comunità. Refoulement - Rimozione: concetto Freudiano, tentativo di rimuovere dalla vita pratica si ripresenta nell’inconscio (sogni, lapsus ecc…). L'inconscio coloniale è stato rimosso dagli europei; proprio per questo che riusciamo consciamente a rimandare indietro questi. 1 Nel 1947, appena terminata la WW2, l’UNESCO dà mandato alla UNHRC di formulare il “Statement of Human Rights”, la dichiarazione dei diritti umani scritti dalle vittime della Shoah e della Guerra. Nel preambolo della Dichiarazione, obiettivo è arrivare all’uguaglianza e si cerca il più possibile di affermare il concetto di umanità.”. È la prima volta che un documento come questo (1948) in cui viene esplicitata l’uguaglianza tra l’uomo e la donna. è una carta veramente multiculturale, ha coinvolto figure da ogni parte del mondo. In questo momento si muove l’American Anthropological Association, affermando che i diritti umani siano una costruzione occidentale, una vera e propria critica nei confronti della dichiarazione. Critica ingenerosa. La Dichiarazione “Universale” dei diritti umani viene criticata in quanto troppo astratta secondo. Deve considerare “l’embeddedness” degli individui all’interno della cultura; gli individui NON esistono a prescindere dalle proprie culture. All’interno di ogni cultura ci sono modi di vita approvati e NON approvati. Cultural Colonialism according to the A.A.A. “How can the proposed Declaration be applicable to all human beings, and not be a statement of rights conceived only in terms of the values prevalent in the countries of Western Europe and America?” Il punto focale di questa uscita è il Relativismo. Punti fulcro Statement of Human Rights emanato da questi nel 1947: 1. L’Individuo realizza la propria personalità in base alla sua cultura. Rispetto delle differenze individuali comporta rispetto alle differenze culturali. 2. Standard globali di libertà e giustizia non esistono. A furia di riconoscere le differenze culturali come pari a loro stesse e alle altre si rischia una posizione di tipo relativistico: basato sul principio che l’uomo sia libero solamente quando vive nella libertà definita dalla propria società. Quest’ultimo principio contraddice tutto quello che viene affermato precedentemente. La Questione immigrazione negli USA - Ordine esecutivo di riforma dell’Immigrazione (2014): Presidente Obama voleva regolamentare l’entrata di 11 milioni di illegali, ma di fatto non può portare avanti questa riforma avendo perso i Midterms. Possiamo parlare del fenomeno di “Lame Duck” nel caso di Obama, zoppo in quanto non può applicare le riforme che propone nonostante il suo titolo. Obama sarà una delle prime figure ad utilizzare il termine “Undocumented immigrants” invece che “illegal”. La riforma sull’immigrazione che avrebbe bannato l’espulsione di questi immigrati. Coloro che vanno contro la riforma, la vedono come un abuso di potere, si pensa che sia una strategia per guadagnare più voti per i Democratici dopo la sconfitta appena subito. Una Corte del Texas blocca l’ordine esecutivo e altri 23 Stati si allineano; Obama così fa appello alla Corte Suprema; il voto termina in parità con gli 8 giudici (1 giudice muore poco prima), quindi vale il voto del grado minore (la Corte del Texas), quindi vincono i Republicans. 2 - Ordine esecutivo sull’immigrazione (2017): Porterà avanti la Muslim Ban, ma Stati come New York ne vanno fortemente contro assieme ad altre amministrazioni democratiche. Questo Ban non mirava solamente coloro che tentavano di entrare nello Stato, ma quelli che erano già dentro. Avrebbe reso le persone apolide, rendendole indifese, vittime di abuso e non attestabili; deportabili. - Revoca sul Muslim Ban (2021): Da parte del Presidente Biden. Tensione tra Principio di Autodeterminazione e i Diritti Umani. Interculturalità, vita, Buona e Buon Governo Provare a capire quali erano le idee che circolavano attorno al 1330 in Europa per tentare di concettualizzare un’idea di impianto filosofico politico di multiculturalità, buon Governo e vita buona. Ambrogio Lorenzetti, 1321 anno della Divina Commedia di Dante che influenza l’artista dell’Allegoria del Buon Governo (parte di un ciclo di 9 affreschi nel Palazzo della Signoria di Siena). Il Termine “Buon Governo” deriva dal Trattato di Buon Governo di Solone (governatore che banna le “Ipoteche”: cioù l’abolizione della schiavitù per debiti e l’estensione del diritto di voto su base della cittadinanza e e NON sul censo). Egli pubblica queste riflessioni sul testo Eunomia (buon Governo) in cui appare per la prima volta l’idea che un governo è buono nella misura in cui consente la vita buona. Contesto: la riforma di Clistene, i grandi tribù gestivano le polis in quanto i padri conferivano ai figli il potere; Clistene divide Atene in settori, questi corrispondono a settori elettorali uguali agli altri (indirizzando Atene verso una Democrazia). Il Buon Governo produce la Vita Buona: vita condotta attraverso il principio della giustizia, compartecipando alla creazione delle Polis. Lorenzetti percepisce il Governo come buono solo se dipendente da una compartecipazione il più possibile democratica di coloro che hanno a cuore il destino della comune. L’idea del potere Bottom- Up. ANALISI AFFRESCO DEL BUON GOVERNO: Il soggetto dell’allegoria è l’età dei comuni. Siamo in un contesto infelice per l’Europa perché tra il XI e XI secolo l’Impero si trova in crisi. Le città, trovandosi formalmente sotto l’Impero, desiderano l’autonomia. Nascono così i Comuni. Questo scenario dura poco, ovvero quando arriva Federico Barbarossa che riguadagna il controllo su questi territori. I mercanti portano le proprie culture con le città, che si mettono in rete con altre città. Se le città prosperano anche le campagne prosperano, c’è un'intesa forte tra i due ambienti in quest’epoca dell’umanesimo. L’urbanesimo come sinergia tra città e campagna. 3 L’Opera si legge da sinistra a destra All’estrema sinistra vi sono 3 donne: queste descrivono il Buon Governo (Sapienza) la Giustizia e la Concordia - In alto sta la Sapienza: che è Divina. Ciò simboleggia la virtù del pudore, rappresenta i limiti del potere. La scritta che si trova tra la Sapienza e la Giustizia afferma: “amate la giustizia, voi che governate la Terra”. È molto forte questo messaggio, perché la giustizia assoluta NON sta nelle mani dell’imperatore, ma deriva da Dio. La condizione per amare: comprendere che NON si possiede (Platone). Buon Governo significa Amare la Giustizia, prendere la responsabilità di far funzionare la giustizia, NON possederla. - Sotto la Sapienza c’è la Giustizia, che presenta l’iconografia classica da una parte ( la bilancia, simbolo dell’equilibrio); dall’altro però nonostante detenga sempre la spada(perché la giustizia punisce) NON è bendata ( simbolo dell’essere ciechi ai bias, essere equa/imparziale), invece di essere bendata lei guarda verso l’alto, ovvero verso la sapienza. - L’angioletto a sinistra rappresenta la giustizia distributiva,da un lato sta giustiziando il cittadino che si è comportato male, mentre premia il cittadino che si comporta bene (Spada e Corona d’alloro). - L’angioletto a destra è la giustizia commutativa che regola i rapporti tra i privati. È importante che ci sia la giustizia nel Mercato.. - L’Ultima è la Concordia: la ricerca di una soluzione: se la giustizia funziona bene, questo consente alle persone modi per superare i conflitti. Cum-cordis (cuori legati, battono in unisono) o Cum-Corda ( la corda che scende sotto la donna, che tiene una Pialla per limare le asperità). Le corde passano in mano in mano ad una fila dei 24 Consiglieri. 4 Al centro dell’Affresco abbiamo I 24 Consiglieri che formano il Consilium, trattano il Bene della città (Tema della concordia). Lorenzetti mette una frase nella parte sotto l’affresco “La virtù della Concordia quando si acquisiscono delle competenze (dialogo) per la collaborazione. La Collaborazione deve essere per giungere alla finalità del Bene Comune” (il bene comune stabilita assieme, un pensiero estremamente laico). Gli uomini sono rappresentanti eletti dal popolo nel consiglio comunale che mettono in atto una concertazione di idee. La concordia è esito del processo del dialogo e sta NON sopra dei 24 consiglieri, ma alla pari. In alto Il Signore a destra simboleggia il Comune di Siena, il signore del popolo è il comune stesso. Accanto al signore ci sono le Virtù teologali: La Pace è la virtù più vicina alla giustizia accanto alla Fortezza (“fortitudo”: legata all”animositas” ovvero la capacità di sopravvivere in condizioni avverse/resilienza; e alla “Generositas” ovvero soccorre coloro che hanno bisogno). Il ciclo comprende anche che Il Buon Governo comporta degli effetti in città: si sta svincolando lentamente dai legami feudali. Presenta un altro affresco (della città di Siena) con: - cittadini danzanti la felicità - una scuola nuovi valori - un matrimonio rappresenta la speranza sul futuro, quindi la pace e fedeltà. Il Buon Governo comporta anche effetti in Campagna: altro affresco, mostrando un bacino inclusivo di scambi culturali e beneficio degli effetti della città sulla campagna. Un modello OPPOSTO è quello del Leviatano di Thomas Hobbes (1651). Di fatto, sarà questo il modello che verrà preso nei secoli successivi dominato da regimi Assolutistici, NON il modello di Lorenzetti. Hobbes nasce durante la Guerra tra la Spagna e l’Inghilterra quando al tempo sul trono c’è Elisabetta I nel 1588. Nasce Hobbes quindi in un periodo di guerra e di peste. La prima cosa che pubblica Hobbes è la traduzione della “Guerra del Peloponneso” di Tucidide; quello che lo colpisce è che durante la peste (presente pure in questo contesto storico) nessuno rispetta la legge dato che tutti sono consapevoli della loro morte inevitabile, la speranza quindi è morta. Per Hobbes questa condizione NON è accettabile. 5 ANALISI: Il Soggetto dell’immagine è un Uomo che incarna lo Stato (un Dio mortale) che rappresenta il potere, incentrato nelle mani del singolo. Egli impugna sia la spada che il pastorale (simboli di potere temporale e spirituale). Il Tema della sicurezza quindi diventa cruciale. In questo Frontespizio, vi è una frase ripresa della Chiesa, pesantemente ispirata dal Libro di Giobbe: “Non esiste potere sulla Terra comparabile con il SUO”. Il sentimento di Paura, di Terrore sono quelli predominanti in quest’epoca a differenza della fiducia; risulta chiaro in questo pensiero, i patti senza la spada valgono nulla. IL Leviatano è costituito dai cittadini che non sono più rivolti uno verso l’altro, ma sono inseriti all’interno del Gigante. Hobbes è convinto che l’unica possibilità di mantenere l’ordine sia rinunciare alla libertà. La concertazione termina quando le persone smettono di dialogare.. La prima libertà negata all’interno di questi tipi di regime è la libertà di associazione, dato che può trasformarsi in un centro di potere e quindi elemento ostile. Le persone devono rimanere separate in maniera da controllarli meglio (i.e. terzo reich). Ademìa Nel Frontespizio dell’Ademìa: cioè l’assenza del popolo data la morte della società / stato di acquiescenza; il Papa è completamente assorbito, potrebbe trattarsi di un Lockdown perché si trova la maschera dei medici della peste. Hobbes immagina che durante una situazione di Guerra lo Stato intervenga sopprimendo le libertà per detenere potere assoluto. Questa totale dedizione dei cittadini di rinuncia per la propria sicurezza. Thomas Jefferson La Dichiarazione d’Indipendenza e la Costituzione Statunitense sono due documenti di estrema importanza dal punto di vista sia normativo che simbolico dove intercorre l’idea rappresentata da Lorenzetti sul valore del dialogo e concertazione. Jefferson: Terzo Presidente degli USA. La prima legge sul brevetto avviene a sua firma (le idee, la conoscenza, l’arte necessitano di essere protette da una forma di proprietà; proprietà intellettuale). Jefferson è un uomo appassionato di scienza. Nel 1815 scriverà una lettera riguardante la Costituzione Americana; Jefferson evoca certi valori e virtù laici e simili a quelli analizzati precedentemente da Lorenzetti. Alcuni uomini guardano le Costituzioni come troppo sacro per essere toccato. Loro assegnano agli uomini più giovani una saggezza più che umana, e suppongono che quello che hanno fatto va oltre l'emendamento. Jefferson è scienziato e NON crede che ci sia una saggezza sacra. La dichiarazione ha subito 27 emendamenti dal 1788 fino ad oggi. Sicuramente non pensa che sia giusto poterlo modificare con grande facilità, ma nemmeno che rimanga invariata. Una Costituzione deve andare col passo del progresso della mente umana. “la voce del popolo dev’essere discussa e decisa dalla ragione comune della società”. 6 Per modificare la Costituzione c’è bisogno di dialogo, forum di discussione e una procedura di coinvolgimento delle persone e del popolo. Declaration of Independence (1776) Nel Preambolo, le verità che vengono affermate sono ritenute “self evident”, cioè si attestano da sole, NON hanno bisogno di essere dimostrate. Il termine “Creator” NON è una citazione religiosa, riferimento alla natura di Spinoza: I Diritti che vengono affermati sono quelli di cui ciascuno di noi è titolare perché provengono da leggi naturali: Diritti Inalienabili: diritti non rimovibili come Life-Liberty-Pursuit of Happiness. Possiamo ricondurre i primi due diritti a John Locke, mentre la ricerca della felicità è del tutto nuova e innovativa; deve garantire i mezzi con il quale l’individuo possa indipendentemente perseguire la felicità. Le istituzioni servono per proteggere e difendere quelle verità e garantire che NON vengano violate. Viene affermata come prima affermazione l’uguaglianza Nel testo vediamo però che nonostante l’affermazione profonda dell’uguaglianza, viene stressata anche la diversità negli esseri umani come elemento che deve accomunare e legare gli individui americani. Nella diversità ci si unisce: risultato di una procedura in continua autocorrezione. Non a caso il Motto dell’Unione Europea è “uniti nella diversità” che mette a risalto l’elemento dell’unità. I paesi democratici sono capaci di riunire queste due qualità: - La molteplicità delle culture (Uguaglianza culturale) - Il fatto che siamo tutti esseri umani (Uguaglianza Umana) I Governi NON devono essere SOPRA (come afferma Hobbes), ma TRA gli uomini. Al di sopra di tutto sta la LEGGE. Noi assieme decidiamo chi governa, la legittimità discende dal consenso (non più da un potere universale oppure da Dio). Quando mai una forma di governo diventa troppo distruttiva, è il diritto del popolo di cambiarla o di abolirla. Jeremy Bentham si scontrerà fortemente con questa porzione della “Declaration”, vedendolo come un invito a modifiche frequenti, rivoluzioni e poca stabilità; vede un riflesso forte con i Giacobini negli anni successivi. Dopo una dichiarazione che si basa soprattutto sulla libertà, termina questa dichiarazione del tema della sicurezza. La Costituzione degli USA (1787) Nel Preambolo, a differenza della Dichiarazione che menziona gli individui, cita il noi (il popolo nella sua interità). Gli Americani sentono fortemente questo “NOI”. Qua il tema della libertà è presente ma viene rovesciata l’ordine. Interessante notare come i democratici tendono a citare il primo documento mentre i repubblicani quest’ultimo. Nella Costituzione c’è una sovra determinazione della comunità rispetto ai singoli e il primo valore espresso è quello della sicurezza, non le libertà. Queste due hanno una relazione proporzionale; all’aumentare di uno diminuisce l’altro. Il Buon governo è quello che riesce a conciliare i due elementi investendo sulla fiducia dei cittadini. 7 TUCIDIDE: “Siamo noi stessi a prendere direttamente le decisioni, NON riteniamo nocivo il discutere all’agire, ma il NON rendere alla luce, attraverso il dibattito, tutti i particolari possibili di un’operazione, prima di intraprendere. W.BENJAMIN: Secondo lo Storico, non c’è niente di più pericoloso che decidere senza setacciare i discorsi per ricavare l’oro dell’argomentazione, altrimenti le scelte sono ingiustificabili HOFFMAN: in un saggio Freudiano “l’Ospite sinistro” descrive una scena rilevante al discorso trattato: cerchia familiare rappresenta la bolla, è la nostra zona di comfort; i fantasmi sono creature non esistenti, mostri, idee erronee di altri, come immaginiamo gli altri. Il forestiero invece è una figura reale, è l’altro reale, fuori dalla nostra Governance; tipo apparentemente comune indica qualcosa sempre di generale e familiare; eppure ha suscitato in tutti un senso di “unheimlich” = spaesamento, ciò indica la maledizione uguale a te, qualcosa di inaccettabile perché significa che la propria bolla è già rotta. Il tema principale è la violazione di un confine (l’imprevisto) e la ricerca del familiare che NON ci spinge a metterci in discussione (il migrante come l’intruso, IL problema). Il Razzista ha paura di ammettere che l’ignoto è esattamente uguale a noi; proiettiamo la nostra paura sull’altro e giustificando il gesto affermando che l’altro NON sia come noi. La scoperta dell’inconscio è la scoperta che all’interno di noi c’è un altro che ci taglia a metà, che non siamo semplicemente un tutt'uno col mondo che abbiamo attorno. Questo pensiero viene ripreso direttamente da Sigmund Freud. SIGMUND FREUD: lo spaesamento, ovvero quando si perdono le coordinate di ciò che conosciamo, è benefico, perché permette di superare i propri limiti. L’IO si sente a disagio, c’è bisogno di perdere padronanza per accogliere il forestiero, aprire le porte al disagio. Questa esperienza di spaesamento è l’unico che ci sveglia. Il razzista proietta il proprio senso di superiorità sullo straniero in quanto ha paura di riconoscere le similitudini, l’uguaglianza dell’altro; il fatto che non ci siano concretamente diversità tra lo straniero e il razzista. Timore di scoprire se stessi. Antidoto all’orrore dello Spesamento? Si deve trasformare l’orrore in Fascino, la soluzione è politica e collaborativa. La condizione permette di cercare assieme, scoprire di più. Bisogna dunque Dialogare, ovvero operare nel comune ricerca della verità La Sofferenza Vittorio Arrigoni: “Restiamo Umani”. Militante pro-palestinese.Teneva un Blog attraverso canali del manifesto, potendo così manifestare l’operazione militare del 2008 con il bombardamento israeliano su Gaza (utilizzando bombe al fosforo) creando una guerra urbana sostanzialmente sconosciuta al mondo esterno. “Pulizia Etnica”. Il Tema della sofferenza (tema politico) 8 Macbeth: “Date parola al dolore, il dolore che non parla suggerisce al cuore a bassa voce di spezzarsi. Il dolore DEVE esprimersi. Conferenza “Face aux Gouvernements, Les droits de l’homme” (Genève 1981) Michelle Foucault Anni dei Boat People Vietnamiti che affrontano con delle zattere improvvisate fuggendo dal proprio governo (Comunista) sperando nell’arrivo di una nave che li avrebbe salvati e allontanati dal Vietnam. Nel 1981 Foucault viene invitato ad una Comitato contro la pirateria, dove si esprimerà affermando: “Siamo dei privati cittadini, abbiamo diritto di parlare e di parlare assieme. Evoca il “use of privilege" usare il proprio privilegio per aiutare coloro che non ce l’hanno. “Il fatto che ci siano uomini e donne che preferiscono abbandonare il proprio paese che viverci, non possiamo fare un gran che. Il fatto è oltre la nostra portata (eliminare i privilegi non è sempre una nostra scelta) Foucault costruisce 4 punti fulcri durante la conferenza, ovvero: 1) Contro gli abusi del potere: “Esiste una cittadinanza internazionale che ingaggia ad elevarsi contro tutto l’abuso di potere, la perdita dell’umanità si ha quando si comincia a discriminare la morte, quando si quantifica il valore della vita. Tema della solidarietà 2) Infelicità degli Esseri Umani: “Perché i governi pretendono di occuparsi del benessere delle società, i governi. Tema della“Biopolitica”: quando il Governo decida cosa soddisfa i nostri bisogni e tenta realizza i nostri desideri) È un dovere di ogni cittadino internazionale di tutti i giorni fare valere agli occhi e alle orecchie dei governi i dolori degli uomini di cui sono responsabili. Il malessere/dolore/infelicità degli uomini non devono essere mai un residuo muto della politica. 3) Rifiutare il ruolo teatrale dell’indignazione “Bisogna rifiutare la divisione dei compiti: - agli individui di indignarsi e di parlare - ai governi di riflettere e agire. L’indignazione è il primo passaggio, il secondo passaggio è quello di prendere atto. 4) Il diritto di intervenire: le NGO sono delle iniziative che hanno creato un nuovo diritto: la volontà degli individui di rimuovere il monopolio da parte dei governanti di intervenire effettivamente nell’ordine strategico e internazionale. Di fatto non viviamo in una democrazia dal momento in cui l’individuo non possa riflettere e agire. Bisogna strappare il Monopolio, perché solo attraverso questo strappo di potere si può ottenere democrazia, in quanto la democrazia è qualcosa di eversiva. I Sustainable development Goals: Sono 17 gli obiettivi ONU; riferimento task-force per agire a favore dell’Agenda 2030. 9 L’UNESCO si occupa soprattutto del punto 16 (Peace Justice and strong institution): potenziare il dialogo interculturale attraverso la cittadinanza internazionale, i media pluralisti, la sicurezza dei giornalisti, protezione culturale ed eredità naturale e rinforzare i sistemi di governance. UNESCO. Politica di gestione delle emigrazioni “Nessuna cultura può sopravvivere, se pretende di escludere le altre” Gandhi, protagonista delle vittorie sul processo di colonizzazione, artefice dell’indipendenza indiana. Gandhi prova a spiegarci il Principio di funzionamento organico degli esseri umani, anche dal punto di vista fisiologico se non esistessero i continui scambi con l’ambiente esterno moriremmo di asfissia (respirazione); dal punto di vista culturale invece il contagio con l’alterità è positivo, talvolta negativo (guerre), le culture evolvono così. Gandhi è promotore di un aspirazione massimamente universalistica iper-inclusiva Il Limite più basso è quello dato da quando scendiamo a definire il confine del paese (chi è e NON è cittadino) «Nessuna società può accogliere in sé ogni forma di vita; non esiste un mondo sociale senza perdite» J.Rawls. Secondo Rawls è legittimo che ogni paese decida chi entra e chi no (autolegittimazione dei popoli), ma questo principio di legittimità può entrare in conflitto coi diritti umani Si crea tensione tra diritto alla cittadinanza e gli altri diritti umani. - La spinta universalistica spinge all’uguaglianza mentre - la spinta particolaristica spinge all’affermazione della diversità Il diritto alla cittadinanza è anche un diritto politico poiché senza quest’ultima, l’essere umano non potrebbe essere tutelato dalle istituzioni. Si ha diritto ai diritti umani se non si è cittadino? No. La cittadinanza dovrebbe essere una porta d’ingresso alla comunità politica, dove ognuno porta il suo contributo, e invece per molti paesi diventa un club esclusivo. Esistono tanti diritti legati alla cittadinanza, e non al semplice individuo, come il voto. Agli inizi del ’900, il modello politico americano di riferimento era il «Melting pot», in molti si recavano negli Stati Uniti per il mito americano ma anche dal punto di vista giuridico politico poiché non vi era un blocco all’ingresso in quanto l’America aveva un forte bisogno di manodopera. Il melting pot è un mescolamento di metalli (etnie) tramite cui si forgia l’oro (l’americanità), vi è una cultura egemone, a differenza degli anni 80. Questo modello è fortemente assimilazionista, vi è un’identità culturale imposta e non discutibile. 10 “We have room for but one flag, the American flag... We have room for but one language here, and that is the English language... and we have room for but one loyalty and that is loyalty to the American people”. (Theodore Roosevelt, 26th President of the United States, 1907) Il prezzo da pagare è l’annientamento della diversità. Si parla di americanisation Assimilazione = ridurre a sé. Dove il sé è il sé americano Progresso nel XX secolo Tra gli anni 20 e gli anni 60 il modello cambia, il tasso di diversità culturale è cresciuto perché le migrazioni sono aumentate, iniziano ad essere presenti del barriere all’ingresso ma comunque gli USA sono un paese in cui il pluralismo è molto alto, si parla quindi di “Cultural Pluralism”, ovvero si inizia a distinguere tra spazio pubblico e privato: nello spazio pubblico tutti si devono sentire americani e non vi è spazio per la diversità, mentre in quello privato si è liberi di esprimere la propria cultura senza però esordire nel pubblico. Si accetta che la diversità abbia luogo nella privatezza domestica. Questo modello nella realtà non funziona, 1937 esondazione in Kentucky riducendo sul lastrico molte famiglie ma anche la Grande Depressione che crea una forte emigrazione interna. Si crea una Spaccatura, la cultura egemone non è più così assimilabile. Gli individui non si sentono americani anche perché sono stati rifiutati (tema razzismo), il paese si sta disgregando. LA Questione dei afroamericani esplode negli anni’60, con i movimenti per i diritti civili, i black panthers, WEB De Bois Nina Simone, Malcom X e naturalmente Martin Luther King, si inizia a chiedere il riconoscimento della propria specificità. Negli anni 60 la diversità culturale, il modo di essere fedeli alla propria specialità non è più srichiudibile nello spazio privato. L’unità viene indebolita, si parla di “Hyphenated Americans”, americani col trattino (afroamericani, ispanico- americani), la prima cosa è la provenienza e la propria diversità. Fedeltà sia al paese d’origine che all’ America. Il modello è il “SALAD BOWL”le diversità convivono e sono distinguibili, l’americanità è solo un ingrediente. Il rischio è “infangare” la purezza della propria cultura tramite questi mix, emblematicamente la persona ibrida porta l’alterità in sé e questo a volta crea discriminazione o la moltiplica. 11 Anni 80’ del 900: Revival etnico Viene pubblicato in questi anni il libro “The Ethnic Revival”, di grande rilevanza sociologica in questo periodo, maggiormente esposto l’incontro-scontro tra due culture diverse all’interno dello stesso territorio nazionale. Entrambe rivendicano il riconoscimento pubblico della propria specificità. Periodo storico della globalizzazione: emigrazione principalmente diversa, ad esempio prima i Turchi che andavano in Germania e lavoravano per qualche mese per poi tornare coi soldi per la famiglia, il carattere è la temporaneità. Il problema è di carattere principalmente economico. Negli anni 80’ l’emigrazione cambial’intenzione è emigrare stabilmente. Il problema riguarda la compresenza (incontro-scontro).. Vi è un forte problema identitario, non ci si identifica nel paese e nelle tradizioni passate, ma non ci si sente neanche identificato nel paese in cui si è arrivati. In questo smarrimento identitario. I paesi ospiti che combattono “la paura dell’invasione o sostituzione etnica”. Il concetto/istituzione stesso di cittadinanza è in crisi: L’unità talvolta va in pezzi, il diritto all’autodeterminazione porta ad etnie non riconosciute a rivendicare una propria specificità all’interno di un territorio nazionale in cui non trova spazio (es Catalogna in Spagna o i Kurdi, in assenza di una nazionalità riconosciuta). L’Europa e il mondo si risvegliano con l’esigenza politica di riconoscimento. Il Caso Catalano ha visto il Governo spagnolo non riconoscere mai la regione come autonoma, oltretutto essendo la zona più ricca del paese non riuscirebbe a sostenere economicamente una perdita simile, e con il sostegno dell’UE hanno impedito un qualsiasi forma di secessione caldamente desiderato dai locali. Attualmente Attualmente assistiamo a due forme estreme polarizzate: da una parte il nazionalismo, ovvero l’esasperazione dell’idea rooseveltiana che esista un’unica identità al prezzo della diversità (unità divora diversità); dall’altra il differenzialismo, dove le diversità culturali possono portare alla frammentazione della società. Sfida del modello multiculturale: Inventata negli anni 80 tentativo di tenere insieme unità e diversità. Come riconoscere diritti umani ma anche le specificità culturali, sia dal punto di vista giuridico politico sia dal riconoscimento pubblico degli Ethnic Rights. Se riconosco e proteggo le specificità culturali, anche con una serie di diritti che vanno a tutelare la popolazione possono sovraccaricare il sistema: i.e. Sarajevo, scena di una sanguinosa guerra etnica. Il problema prende la forma di una compatibilità tra diritti etnici e umani, che sono individuali. I diritti degli indigeni, ad esempio, NON proteggono i singoli, ma una classe di persone che si identificano all’interno di una particolare comunità. 12 Case Study: Canada Canada, terra di immigrazione. Paese del Commonwealth, bilingue, riconosce la diversità culturale più di molti altri Stati. - First Nations: gli indiani - Inuit: “Métis” rimangono un problema alquanto importante perché nessuno sa dove porli, a classificarli; mentre gli “Inuit” vengono quasi del tutto ignorati. - Métis: discendenti da un incrocio tra bianco e nativo Una nazione con 40 milioni di abitanti, di cui solamente 1,8 milioni sono indigeni. Nonostante la percentuale estremamente bassa, la somma dei gruppi è parte del popolo canadese che cresce più di fretta e anche più giovane (44% di questi hanno meno di 25 anni). Oltre a questi, Canada presenta una popolazione estremamente alta di immigrati da altri Stati come: - Indiani - Filippini - Cinesi - Etc… Paesi di origini coloniali, è profondamente segnato dall’immigrazione. Può essere visto come un laboratorio di assimilazione. British North America Act (1867): Nasce il “Dominio del Canada”, ma ancora dipendente alla Gran Bretagna e alla corona britannica. L’Indian Act (1876) Circa 10 anni dopo viene emanata “, una legge coloniale: ufficialmente aveva la motivazione di riconoscere chi fosse indiana o meno; nel concreto venne strumentalizzato per discriminare, nell’applicazione serve per fotografare le popolazioni autoctone. 13 si legge: gli indigeni debbano essere trattati come bambini dello Stato in quanto in uno Stato di inferiorità mentale. C’è bisogno di assistere l’uomo rosso ed è il nostro potere e dovere di tutelarsi con qualsiasi mezzo a portarli ad un alto grado di civiltà; per assumere i privilegi e doveri della cittadinanza completa. si parla di “infantilismo”. Tra le norme introdotte dall Indian Act, le prime 3 sono quelle che evidenzieremo di più: 1. Denied Woman Status 2. Introduced Residential schools: fare di fretta con ogni mezzo in maniera da trasformare l’uomo rosso in pieno cittadino canadese porta a creare questo dispositivo di discrimazione e assimilazione violenta. 3. Created Reserves - Divieto di usi e costumi tradizionali (lingua- religione - vesti) - Il diritto del voto per gli indigeni è arrivato nel 1961 - NON potevano uscire dalle Residenze senza permesso al Governo - Divieto di organizzarsi politicamente Rilevante è la questione del rapporto con la propria terra, un diritto che gli indigeni hanno molto a cuore, un elemento identitario di estrema rilevanza, in quanto luogo consegnato dagli antenati. Formalmente il governo coloniale permette a questi di stare sulle proprie terre, ma in pratica può riservarsi la facoltà di espropriare. Gender Discrimination: Perdita dell’Indian Status. Section 12: Perde la registrazione una donna che ha sposato un uomo non indiano (naturalmente questa sezione NON è valida al contrario). La Human Rights Committee ha chiesto al Governo Canadese di rimuovere la sezione nel 2013, ma rimossa solamente nel 2019! Indian Act Amendment (1880): Il termine “Person” che viene riferito nella sezione 12 è riferito ad un individuo al di fuori degli indiani. Le Scuole residenziali: Residenziali perché presi dalle loro famiglie e allontanati. Entravano in queste scuole ma non sempre uscivano… Venivano violentati, torturati e spesso anche ammazzati. (schools of shame). Metà venivano gestiti dallo Stato, l’altra metà dalle Chiese. Gli individui che entravano e uscivano da qua non avevano più un'identità loro; non erano più indiani ma nemmeno canadesi. Spesso volentieri si abbandonarono all’alcol, alla droga e alla violenza. Circa 6000 bambini sono morti in queste scuole, che sono rimasti aperti e in usanza dal 1876 al 1996. È stata la Truth and Reconciliation (Commission of Canada) a tirar fuori questo fenomeno. 14 Parliamo di Reconciliation e NON punishment perché ormai non si può più punire il vero colpevole, si può solo tentare di riconciliare la frattura creata in maniera da includere questa porzione del popolo all’interno della società. Nel 2008 ci sono state le Scuse pubbliche dal Primo Ministro Stephen Harper. (Le fosse comuni era un altro fenomeno che ha provocato molta rabbia e trauma di recente,) Chief Robert Joseph (ambassador del T.R.C): un Indian chief sopravvissuto alla scuola residenziale. Esprime la sua esperienza, i suoi traumi e forme di discriminazione. Parla di “rottura” e l’impossibilità di trovarsi. A quest’età, gli abusi non sono ancora decodificabili. Questo perché certe azioni NON sono comprensibili e di conseguenza vengono rimosse come esperienze. Quando la fase sessuale torna nell’individuo, il trauma risorge e provoca dolore/confusione, un’amplificazione dell’esperienza vissuta in precedenza, lacera la vita dell’individuo. Parliamo di un fenomeno ben specifico; ovvero del Genocidio Culturale: crimine contro l’umanità. Nel 2005 (anno del processo) la creazione del R2P (responsibility to protect): la capacità che oggi i paesi hanno di intervenire, violando la sovranità di un paese che NON è in grado di difendere la dignità umana (rompendo la tradizione della sovranità assoluta). Le donne Indigene “Human Rights Watch” ogni anno formula un Report riguardante le condizioni femminili. Esso analizza certi fenomeni. Per quanto riguarda le donne indigeni, tra i dati che vengono analizzati: - Abusi - Omicidi - Rapimenti (Highway of Tears” è una strada riconosciuta per il numero elevato di rapimenti delle ragazze, fenomeno peculiare e provocante) - si parla anche di sterilizzazioni forzate (un tempo legge delle Province canadesi). Pierre Elliott Trudeau Primo aborigeno eletto in parlamento in Canada è “Leonard Marchand” negli ultimi anni 60’. Per la prima volta emerge come parola chiave “multiculturalismo”. Governa per due mandati (1968- 1979 e 1980-1984); il secondo include l’anno in cui viene rimpatriata la costituzione e sarà Trudeau a voler precedere la costituzione con una Carta Canadese dei diritti. Rappresenta un’anomalia in quanto prima figura ad avere a cuore la questione indiana. White Paper (1969) “White Paper” = proposta aperta in cui si possono aggiungere elementi/modifiche ecc… 15 Prima cosa che fa di rilevanza storica è stata la “White Paper” (To be a Man) del 1969.Esso fu un policy proposal, proposta di abolizione dello Status dell’indiano e dell’Indian Act; affermando che la rimozione di quest’ultimo avrebbe portato l’uguaglianza nello Stato canadese: “Essere un indigeno vuol dire essere un uomo, con tutte le abilità e bisogni di un uomo. Essere un indigeno significa anche essere diverso. Significa parlare lingue diverse, disegnare immagini diversi, raccontare storie differenti e basarsi su una serie di valori sviluppati in un mondo diverso. Il Canada è più ricco a causa del componente indigeno. Parte perciò dal principio di uguaglianza, detto ciò, riconosce che non basta perché c’è un fondamentale diritto alla differenza culturale; perciò, esalta la specificità culturale come ricchezza. Riferisce gli indigeni come “Canadian-Indian”. Essere indiano significa mancanza di potere, di proprietà sulla terra su cui si risiede, di poter spendere soldi o cambiare la situazione in cui ci si trova. Non c’è la possibilità in essenza di cambiare la propria condizione. “Essere indigeno deve significare libertà. Il Governo dovrebbe Proporre in parlamento che l’Atto Indiano debba essere abrogato, prendere i passi legislativi necessari in modo da abilitare gli indigeni a controllare le proprie terre e di acquisire diretto titolo.” Gli indigeni in tutto ciò NON vengono interpellati riguardato un atto che aveva a che fare con loro direttamente. Risulta metodologicamente sbagliata, lo Stato paternalista è chiaramente ancora intatto con questa proposta; anche se moralmente sembrerebbe corretto, rimane pur sempre degradante. Questi, infatti, NON saranno a favore dell’atto proposta da Trudeau a causa di ciò, ma non solo. Viene respinto malamente soprattutto per timore che questo avrebbe portato ad una situazione di sostanziale invisibilità. Temono di perdere il minimo dei diritti che gli erano garantiti. Red Paper (1970) Harold Cardinal, leader dei First Nations, in questo momento, risponde alla proposta in una maniera feroce e diretto attraverso la “Red Paper” (1970): “La Storia del Canada è disinteresse dell’uomo bianco, avete calpestato deliberatamente i nostri diritti e avete tradito la nostra fiducia.” Il tema della fiducia NON basta una proposta di policy, c’è bisogno di ricostruire il tessuto sociale. La fiducia avviene nel tempo, Trudeau aveva presunto gli interessi di questi senza interpellarli. La legge canadese maschera uno sterminio attraverso l’assimilazione. “Generazioni di indiani sono cresciuti dietro una cortina di pelle di daino (riprende la “cortina di ferro” in Europa durante la Cold War che era storicamente rilevante) di indifferenza, ignoranza e, troppo spesso, bigiotteria. Ora, in un momento in cui i nostri fratelli canadesi (tono naturalmente ironico) considerano la promessa di una società giusta, un’altra volta gli indigeni vengono traditi da un 16 programma che offre niente meglio che un Genocidio Culturale (questo atto avrebbe portato alla scomparsa definitiva della cultura indigena) Canadian Multiculturalism Policy (1971) La Contro risposta di Trudeau: Canadian Multiculturalism Policy (1971) - ripartire dal problema-: Per la prima volta, parliamo di un discorso sensibile, non è più il discorso di un politico indignato, tiene conto delle differenze vere che devono essere prese in considerazione ma SENZA che ferisca o impedisca la libertà dell’individuo. Infatti, per la prima volta parla di individui, NON indiani. Parla di tutti i canadesi; trova un punto di contatto attraverso la “lingua”: È vitale, dunque, che ogni canadese, qualsiasi origine etnico abbia, venga data la possibilità di imparare almeno una delle due lingue in cui il suo paese conduce la sua politica e business ufficiale.” “Un Policy di Multiculturalismo all’interno di un framework bilingue si presenta di fronte al governo come il modo più appropriato per assicurare la libertà culturale dei canadesi. Unità nazionale se deve avere un significato in un senso profondamente personale, dev’essere fondata sulla fiducia della propria ’identità individuale; da questo, può crescere il rispetto per gli altri e la volontà/disponibilità di condividere idee, atteggiamenti e assunzioni.” Se in maniera gelosa, le culture trattengono la propria identità senza avere la disponibilità di condividere ed esprimersi con gli altri, il multiculturalismo NON avrà valore. Il concetto di Ascolto Attivo. “Una policy di Multiculturalismo vigoroso aiuterà a far crescere questa autostima iniziale Trudeau si raccomanda al Governo come mezzo migliore per assicurare la libertà culturale di ogni canadese; pensa ad un mosaico di culture che dialogano fra di loro. Unità nazionale significa sentirsi appartenenti attraverso il diritto alla partecipazione, sentirsi rispettata la propria identità per entrare a far parte del collettivo senza che diventi una semplice massa. Dentro il Collettivo, l’identità deve fiorire. Il problema è la disuguaglianza inizialmente con la White Paper, ora invece è la valorizzazione della diversità è ciò che porta ricchezza; l’interazione dei gruppi. In questo modo, tutti quanti contribuiscono alla ricchezza del Canada e dell’essere canadese. Il Dialogo Canadian Multiculturalism Act (1988) Paragrafo G: si è perso il senso di unità dal momento in cui ogni unità culturale si è isolata. Dal 2001 con l’attentato dei Twin Towers ha caratterizzato il mondo occidentale e che ancora oggi si presenta come un problema estremamente rilevante. Questo paragrafo ha un antidoto a questo problema: “Promuovere la comprensione e la creatività che proviene dall’interazione tra individui e comunità di origini differenti” Multiculturalismo 17 1) La Politica del riconoscimento (Taylor) 2) Lotta di riconoscimento nello Stato democratico di diritto (Habermas) Negli anni Novanta, nel dibattito filosofico accademico sul Canada, ci sono due protagonisti principali Jurgen Habermas e Charles Taylor. Jurgen Habermas è l’ultimo caposcuola della scuola di Francoforte, fa parte della sinistra socialdemocratica tedesca, ed è kantiano, difensore dalla tradizione liberal incentrata sui diritti individuali. Charles Taylor è canadese, parte come liberal, ma poi si sposta gradualmente verso una posizione più comunitarista, che difende una preminenza del gruppo sugli individui e quindi pesca più nella tradizione repubblicana di centro-destra. Si tratta di due visioni molto contrastanti dal punto di vista della soluzione giuridico-politica, però un background in un certo senso simile, uno kantiano e fedele alla tradizione illuminista (Habermas) e uno hegeliano (Taylor). Essi condividono l’idea che nessuno di noi realizza la propria identità a prescindere dagli altri. Nonostante l’enfasi della libertà individuale, anche Habermas è molto sensibile alla questione dell’appartenenza comunitaria, per questo ricerca il dialogo con il primo. Questo dibattito prende la forma del volume Multiculturalismo, Lotte per il riconoscimento. Per Habermas la controversia tra Canada e Quebec non si risolve introducendo i diritti etnici, a protezione speciale della comunità francofona, per Taylor invece sì. Il diritto etnico è percepito come contrapposto al diritto individuale. Nella Dichiarazione d’indipendenza, quando si dice we hold these truths to be self-evident..., i diritti come libertà, vita e ricerca della felicità valgono per ogni individuo, indipendentemente dagli altri; mentre i diritti etnici invece costituiscono una tutela per un certo gruppo che si riconosce all’interno di un collettivo. Capitolo 1) Taylor dedica questo capitolo al bisogno del “riconoscimento”. Viene evidenziato il legame che c’è tra identità (come uno si auto-percepisce) e riconoscimento e come la nostra identità venga in gran parte plasmata dalla presenza o meno dell’ultimo. Il Non riconoscimento può essere molto dannoso nei confronti dell’individuo: i.e. femministe affermano che la patriarchia abbia creato un'immagine della donna tale da farle indossare un’identità debole e svalutata, interiorizzando la propria inferiorità; i.e. i neri l'auto disprezzo di questi è stato utilizzato come arma per la loro oppressione; i.e. gli indigeni a cui è stato proiettato un’immagine da “colonizzato”. Dunque, è chiaro che il riconoscimento sia equivalente al rispetto ed esso sia un bisogno umano, altrimenti la sua controparte può essere paralizzante e distruttivo. La consapevolezza di questa tensione tra i due concetti nasce grazie a 2 cambiamenti storici: 1) Passaggio da onore a dignità: Crollo delle gerarchie sociali, che vede il concetto di onore (legato intrinsecamente alla disuguaglianza) contrapposto con quello della dignità (senso egualitario). È stata la democrazia a rendere necessaria questa transizione, introducendo l’uguale riconoscimento. Tagliando la testa al re (Luigi XVI), i giacobini hanno tagliato la testa a tutti i padri di famiglia. Significa che con la fine dell’ancien regime è finita la dipendenza del soggetto da un’autorità padronale oppressiva e 18 specifica, rappresentata dal monarca. È un passaggio epocale, si capisce perché la politica del pari rispetto guarda con particolare interesse la dignità. La tradizione liberal punta al principio di non discriminazione, che nasce in relazione alla pretesa della dignità come requisito egualitario. La tradizione liberal classica ha in Kant uno dei suoi campioni. Chi ragiona in termini di pari rispetto: «Non posso rifiutare neanche al malvagio il rispetto che gli devo in quanto uomo” Per Kant la razionalità umana è una potenzialità tipicamente umana universale. Il fatto che Kant ragioni così è fondamentale, perché significa che le persone hanno un valore che prescinde dagli altri. Nessuna persona umana è illegale secondo Kant, perché, anche ad esempio nel carcere, la persona resta una persona e quindi mantiene i diritti umani fondamentali, tranne quello di movimento. 2) Ideale dell’autenticità Un altro passaggio importante è l’emergere in Europa di un nuovo concetto di autenticità, il campione in questo caso è Rousseau.Egli nasce in una famiglia poverissima ed è calvinista, poi si converte al cattolicesimo, ma entra in conflitto con il dogma del peccato originale e questo si lega al tema dell’autenticità. Infatti, secondo lui l’uomo nasce buono, ma poi la società lo corrompe; quindi, nella società moderna le persone non sono più autenticamente quello che sono. La persona deve diventare ciò che veramente è, cioè ciò che deriva da lui, dalle sue scelte, non dalla società. In questo sta il cambio di paradigma rispetto all’ancien regime. La volontà generale, è la volontà della maggioranza,costringe, anche con la forza se necessario, chi si sottrae all’uguaglianza a restare. È esattamente quello che è successo con i giacobini, tanto che Hegel gli risponde che la volontà generale è l’arma del terrore. A questo punto, non è più importante la questione di ciò che ci accomuna, conta quello che sei tu, diverso da tutti gli altri. L’autenticità introduce un elemento di singolarizzazione del desiderio personale di distinguersi dagli altri, che sarà rappresentato dalla politica della differenza. L’importanza del riconoscimento è sorta invece nel 700 tramite quella individualizzata = “ideale dell’autenticità” = essere fedeli a se stessi. Questo ideale nasce con l’idea che l’uomo sia dotata di un senso morale e una percezione intuitiva del giusto/ingiusto. Si parla di “spostamento morale” quando il contatto con i propri sentimenti assume un significato indipendente, la fonte che una volta dovevamo trovare in Dio ora dobbiamo trovarla in noi stessi. La figura più importante per questo ideale fu un certo Herder: proponendo che ogni uomo abbia un modo originale di essere uomo, la propria misura, se non sono fedele a me stesso perdo la mia ragion d’essere. Questa autenticità è messo in pericolo i.e. da pressioni di conformismo, senza ascoltare alla propria voce interiore.Herder dice che ciascuno di noi è incastonato in un contesto culturale, ed è bene che resti collegato a questo, perché solo rimanendo connesso ad esso può saper autenticamente chi è. È il tema dell’autenticità dei popoli. La valorizzazione della specificità di ogni popolo porta al diritto all’autodeterminazione dei popoli. Ogni cultura ha la sua legittimità, ogni popolo ha qualcosa da dire sull’umano di diverso da tutti gli altri, questo è alla base del relativismo. Se si parla di un’identità talmente incastonata in un contesto da non riuscire a dialogare con le altre identità, questo porta in una direzione pericolosa, esattamente come un universalismo troppo astratto che non parla più con la specificità delle singole storie. 19 Il “principio di originalità” = il modello migliore da seguire da vivere e seguire è il mio. Questo principio non è riferito solamente all’individuo ma anche ai popoli (fedeltà verso la propria cultura). L’identità una volta era stabilita dalla posizione sociale. - L’aspetto invece psicologico e interiore dell’uomo è quello dialogico: diventiamo agenti umani pienamente sviluppati attraverso la piena acquisizione del linguaggio. Veniamo in contatto con il linguaggio attraverso il dialogo, scambi con altri individui, interazione che rende gli esseri umani dialogici e NON monologici. Il contributo degli altri è cruciale, ma bisogna chiarire che le relazioni servono per completarci e NON per definirci. L’identità è chi siamo e da dove veniamo. Io scopro la mia identità, ma non la costruisco isolata, la negozio tra me stesso e altri. L’identità come la pensiamo ora dev’essere conquistata attraverso uno scambio, ma questo tentativo può essere fallimentare, e sono proprio le condizioni di fallimento che pongono in essere il bisogno di riconoscimento. L’importanza di questo valore è ormai universalmente apprezzata sia su: - piano intimo = come l’identità possa formare o deformare con il contatto con altri; le relazioni come luogo della scoperta e dell’affermazione del sé - piano sociale = politica dell’uguale riconoscimento, senza il quale porta danno a chi ne è privo Il riconoscimento della persona può prendere due vie fondamentali, che danno origine a due corrispondenti risposte politiche, a seconda del target mirato dal riconoscimento: Con il passaggio da onore a dignità è nata la politica dell’universalismo = l’altro è uguale a me, da cui nasce la politica del pari rispetto, il principio di uguaglianza, ad esempio “White Paper” (1969) Habermas si ferma sulla politica del pari rispetto l’altro è diverso da me, da cui nasce una politica della differenza = Nascita della nozione moderna di identità che ha creato una politica della differenza: ognuno dovrebbe essere riconosciuto per la sua identità che è unica. L’assimilazione come peccato capitale contro l’ideale dell'autenticità. che va a promuovere quello che differenzia le persone; Canadian Multiculturalism Policy (1971) Taylor si spinge verso la seconda politica, Entrambe sono anche parte di un'evoluzione storica. Evidente nel movimento femminista, all’inizio del quale le donne chiedono parità, ma ad un certo punto, negli anni Sessanta, il discorso cambia, le donne non rivendicano più l’uguaglianza, ma anche il fatto di non essere uguali agli uomini, quindi nasce il Femminismo della differenza, che rivendica diritti speciali che valgono solo per il genere femminile. Equity NOT equality Trovare però un giusto e coerente bilancio tra le due cose non è per nulla semplice. Trattiamo in questo contesto della nozione di Cittadinanza di seconda classe, Infatti. La politica della 20 dignità universale lottava per forme di NON discriminazione, ridefinendoli come un qualcosa che ci impone di fare di queste distinzioni la base di un trattamento differenziato (i.e. dando alle minoranze diritti e privilegi di cui la maggioranza NON gode) Sembra pura ipocrisia, i sostenitori di questa politica tentano di giustificare questi atti sulla base della dignità: i.e. storicamente questi gruppi si sono trovati all’interno di strutture per loro sfavorevoli. Il fenomeno a cui facciamo riferimento è la “discrimnazione a rovescio”, come vantaggi nell’assegnazione di posti di lavoro o universitari; difesa come “misura temporanea” per mettere a pari il terreno di gioco sbilanciato negli anni precedenti. Se in teoria sembra un modo per rendere la società “cieca alle differenze”, nel concreto non fa altro che conservare e coltivare le differenze. Dunque, è chiaro che le due politiche, nonostante scaturiscano una dall’altra, divergono fortemente. La politica dell’uguale identità si basa sull’idea che tutti gli esseri umani siano ugualmente degni di rispetto; secondo Kant questa dignità suscita dal nostro status di agenti razionali. È la Potenzialità umana universale ad assicurarci che ognuno merita rispetto, tale che proteggiamo la dignità di coloro che non hanno le capacità per farlo (i.e. persone con disabilità). Anche per la politica della differenza entra in gioco la potenzialità universale, ovvero quello di formare la propria identità/propria cultura e dev’essere rispettata da tutti. Oggi però è emersa una nuova sfida, ovvero quello dell’uguale rispetto a tutte le culture; ciò non si limita ad una presa d’atto dell’uguale valore potenziale ma anche l’uguale valore di ciò che hanno ricavato da queste potenzialità. - IL principio di uguale rispetto impone di trattare gli esseri umani in un modo cieco alle differenze - Dall’altro, dobbiamo riconoscere le differenze e coltivarle Il secondo viola il principio di non discriminazione nei confronti della prima; la prima nega l’identità alla seconda. Sostanzialmente questo conflitto rende una società equa come forma più discriminatoria di società che ci possa essere. Due figure chiavi in questo discorso sono Rousseau e Kant: Rousseau considerava l’uguale rispetto come indispensabile per la libertà, contrapponendo questa libertà con la forma di schiavitù dell’ eterodipendenza e gerarchia (dipendenza data dal bisogno della stima altrui). Egli lega l’eterodipendenza all’onore. Rousseau prende l’orgoglio come fonte di male; ma contrappone questo idea nell’ambito della società, che deve curarsi di quello che pensano gli altri per funzionare bene. Solo una persona preoccupata per l’onore poteva mirare a diventare una persona onorevole e chi non dava importanza a questa virtù risultava spregevole. La preoccupazione per la stima è fondamentale. In sintesi: l'orgoglio è la lotta per la preferenza che crea divisione ed interdipendenza e il rimedio sta nell’abbracciare un sistema di uguaglianza della stima, perché sotto l’egida di volontà generale tutti i cittadini virtuosi saranno onorati in modo uguale. Secondo Hegel lo sviluppo umano è possibile solamente tramite riconoscimento reciproco, dato che una battaglia porterebbe a perdenti (privi di riconoscimento) e vincitori ( con il riconoscimento degli sconfitti, in sé privo di valore). 21 In Rousseau ci sono 3 elementi inseparabili: Libertà; Assenza di ruoli differenziati; Unità di intenti. Questo modello di liberalismo però non è l’unico; per capire meglio come presentare il problema, Taylor prende il Case Study Canadese: 1982 “Carta Canadese dei diritti” che poneva la base di revisione giudiziaria legislativa a ogni livello di governo. Questo interessava soprattutto i franco-canadesi e indigeni; entrambi desiderosi di più autonomia e riconoscimento, indispensabile per la propria sopravvivenza. I.e. Québec che impose delle leggi sui propri residenti che nelle altre province sarebbero considerate illegittime, in nome della sopravvivenza collettiva. “Emendamento Meech”: alla domanda del sé queste differenze fossero legittime o meno, l’emendamento mirava a riconoscere la provincia come società distinta e di fare di questo riconoscimento una base dell’interpretazione giudiziaria del resto della costituzione. Il problema che poneva questo emendamento sta alla base della definizione stessa di Carta Costituzionale: definizione di insieme di diritti individuali e garanzia di uguaglianza di trattamento dei cittadini. Per la maggioranza canadese, una “società distinta” andava contro entrambi questi principi (i.e. obbligando i genitori a mandare i figli a scuole francofone o insegna commerciale solo in francese viola il diritto individuale / regole speciali per un gruppo del popolo è intrinsecamente discriminatorio). Per il popolo canadese (anglo-sassone per eccellenza) i diritti individuali devono SEMPRE avere la precedenza su fini collettivi. l’uomo ha 2 impegni morali: Ogni individuo ha un proprio scopo di vita, ma siamo tenuti a trattarci in modo equo e uguale indipendentemente da ciò La società è unita intorno all’impegno di trattare tutti con uguale rispetto Questa visione di dignità umana trova le proprie radici nell’autonomia (capacità di ogni persona di farsi da sé un'idea della vita buona); una società liberale deve rimanere neutrale riguardo alla vita buona e limitarsi a garantire che i cittadini si trattino equamente. Una società con fini collettivi (i.e. Quebec) viola questo modello. D’altronde, il governo del Quebec aveva un assioma che seguiva: “la sopravvivenza della cultura francese”. Qui parliamo di politiche di sopravvivenza che cercano di creare attivamente membri di tale comunità per assicurarsi un'esistenza futura; per questo motivo permettere che i singoli individui utilizzano la lingua come semplice risorsa nella lunga non è sufficiente. Infatti, per i quebeçois una società liberale si dimostra tale per come tratta le minoranze (questo senza sminuire o mettere in pericolo la definizione pubblica del bene). Si pensa oggi che una società con fini collettivi POSSA essere liberale, purché sappia rispettare la diversità, soprattutto quando NON condivide i suoi fini comuni, ma sappia ugualmente salvaguardare i diritti fondamentali. 22 Prendendo in considerazione questo Case Study; possiamo vedere come mai questo modello di Liberalismo è incompatibile con le differenze: vede con sospetto i fini collettivi e le regole che definiscono i diritti sono estremamente rigidi. Taylor procede quindi definendo altre forme di società liberale che distinguono diritti fondamentali con le immunità e presunzione di trattamento uniforme; commisurano l’importanza di certi tipi di trattamento uniforme alla sopravvivenza culturale, dando maggior importanza alla seconda. Questo modello alternativo può essere assolto dall’accusa di omogeneizzazione culturale. Una critica spesso buttato addosso alla società liberale è quello di un terreno di incontro del tutto neutrale e cieco alle differenze; ma di fatto il liberalismo non può arrogarsi di una completa neutralità culturale, è un credo militante da innalzare. Esso è l’espressione politico di un insieme di culture, questo insieme appare incompatibile, ad esempio, con le culture Islamiche che NON separano la religione dalla politica e che tentano l’assassinio di un autore che critica Maometto (i.e. Salman Rushdie). Il motivo per il quale questo fatto sia fonte di tensione è dato dai confini porosi e sempre più ampio multiculturalismo: mettere in primo piano certe imposizioni su altre è ciò che le società liberali dei secoli precedenti facevano secoli fa e che ancora oggi li rende oggetto di critica. In questo caso a differenza del Case study canadese, la richiesta non è più quello di permettere che le culture possano difendere se stesse, ma che tutti riconoscono l’uguale valore di culture diverse, i colonizzatori hanno imposto la loro immagine dei colonizzati sui popoli sottomessi come arma principale. Per uscire da questo Stato, sia il dominato che il dominatore devono cambiare la propria immagine di sé. Il sistema educativo sta tentando di cambiare la narrativa, dando una descrizione meno idilliaca e più storicamente accurata delle figure che stanno descrivendo; e stanno anche cominciando a dare più valore ad autori e pensatori più rilevanti al gruppo di studenti che stanno insegnando Il riconoscimento forgia l’identità. Taylor sta attento però, evidenziando come culture umane distanti da noi possono avere valore diverso rispetto al valore che hanno sulle società direttamente coinvolte; dato che la nostra nozione ex ante sarà nebulosa e quindi risulta aliena. Dobbiamo creare e attribuire un linguaggio che possa estendere i nostri orizzonti grazie ai quali possiamo articolari i contrasti culturali esistenti. Dobbiamo dunque trasformare i nostri criteri che permettono a noi di avere una presunzione uguale di valore per tutte le culture. Abbiamo quindi una “tesi presuntiva”, ci sarebbe il bisogno di sospenderla in maniera da presumere che ogni cultura tradizionale abbia valore. Una volta determinato ciò, entra in gioco una domanda nettamente più complessa, ovvero “come valutiamo il valore di una cultura?” L’idea di un giudizio favorevole su richiesta non serve a nessuno, sia perché è privo di valore autentico, sia perché servirebbe solo per togliere fiato al richiedente; risulta come forma di finto rispetto e concesso per insistenza (implicando disprezzo dell’intelligenza di coloro che richiedono riconoscimento). Queste minoranze chiedono sì riconoscimento, ma anche rispetto. 23 Un vero giudizio di valore presuppone lo studio dell’altro tale da trasformare i nostri criteri di giudizio rispetto a quelli originariamente utilizzati; invece, che un giudizio prematuro. Paradossalmente, attraverso un giudizio prematuro, utilizziamo dei criteri nord-atlantici (quelli predominanti nella società attuale) e facendo così, la politica della differenza (invocando i nostri criteri come metro di giudizio) finirebbe per omogeneizzare. I.e. il commento fatto da Bellow: saremo felici di leggere il Tolstoj zulù quando arriverà; è forma di etnocentrismo palesato. Il commento è problematico sia perché implica che l’eccellenza debba avere una forma a noi familiare e in secondo luogo che il loro (zulù) contributo debba ancora arrivare. La civiltà non sia un “dono ma una conquista”, fragile che ha un bisogno continuo di essere consolidata e difesa. Dunque, la “presunzione di uguale valore” può essere letta come atteggiamento che prendiamo quando ci imbarchiamo nello studio dell’altro. Questa presunzione può essere fondata in diversi modi: - Herder pone una base religiosa, per la quale fosse provvidenza divina che nel mondo ci fosse una ricchezza di culture come strumento per realizzare una grande armonia - Taylor pone una base umana, secondo la quale supporre che le culture abbiano dato un orizzonte di significato a un gran numero di persone per un periodo prolungato di tempo possiedono qualità che meritano riconoscimento e rispetto; e al contrario ci vuole arroganza per scartare questi a priori. In conclusione, dobbiamo privarci della nostra arroganza e mettere in gioco una questione di tipo morale, secondo il quale la tesi presuntiva debba trasformarsi da quella attuale ad un'apertura a un tipo di studio culturale comparativo che produrrà fusioni, ammettendo di essere ben lontani dall'orizzonte ultimo per il quale il valore relativo delle varie culture sia in qualsiasi modo evidente. Charles Taylor: Taylor è un filosofo canadese. Egli parte nella sua tesi di laurea da Hegel (Hegel and modern society) non a caso sarà dalla Dialettica servo-padrone, in cui il filosofo introduce un termine chiave, che è ‘Riconoscimento’. Si tratta di un cambio importante di paradigma rispetto all’ancien régime, quando i diritti venivano conferiti come un privilegio da parte di chi aveva il potere verso chi non lo aveva. I diritti umani NON sono conferiti o attribuiti, ma sono piuttosto riconosciuti come una proprietà̀ dell’individuo, si rovescia il rapporto. Gli stati e le istituzioni si piegano a riconoscere la personalità umana dei soggetti, proteggendoli. Hegel è un punto di svolta, una volta che è stato posto il riconoscimento reciproco come elemento fondamentale perché si possano istituire legami tra persone che si considerano come tali, la storia cambia. Hegel ha in mente la rivoluzione di Haiti, la prima repubblica nera al mondo dopo la Rivoluzione francese (1805), quando scrive il riscatto del servo lavoratore. 24 Taylor parte dal domandarsi perché ad un certo punto, nelle agende politiche, il tema del riconoscimento della specificità culturale dei gruppi è diventato così importante? (revival etnico). L’identità di ciascuno di noi è un’identità narrativa, la costruzione dell’identità è un processo, all’interno del quale avvengono dinamiche di tipo narrativo. Il tema del riconoscimento struttura la nostra identità. I liberal (matrice kantiana) che è difensore della politica del pari rispetto, proclamano la dignità̀ come principio di riconoscimento universale ascritto a ciascun essere umano. Secondo il liberal, se si enfatizza troppo la diversità si finisce per discriminare.La questione dell’identità è fondamentalmente una questione di scelta (from nowhere), scegli chi vuoi essere, nessuno può dirtelo e importelo. Secondo Sartre, l’essere umano non ha una natura predefinita, ma sceglie chi vuole essere. L’essenza di un essere umano è la sua libertà. I comunitarians sono i difensori della politica della differenza (matrice herderiana). Essi proclamano l’embeddedness dell’autenticità di qualsiasi popolo relativamente alla sua scena culturale, che va rispettata in quanto tale, l’idea di persona umana universale liberal non esiste. La questione dell’identità è fondamentalmente una questione di scoperta, perché ciascuno nasce all’interno di una storia e tutte le scelte che fa sono a partire dalla scoperta.. Il Quebec è un luogo in cui ci sono persone che parlano francese e si riconoscono nella tradizione francese e ritengono che questo sia più importante di qualsiasi cosa. Allora i comunitaristi affermano che lo stato deve proteggere il diritto di quelle persone a riconoscersi nella comunità francese, mentre i liberal non vedono questa cosa, vedono solo individui e vogliono difendere la libertà individuale di scegliere tutto ciò che vogliono. La posizione di Taylor: Taylor si identifica come liberal, quindi per lui il rispetto della parità degli individui è indiscutibile (principio di eguaglianza affermato). La tradizione liberal classica però, quella di Kant, è tendenzialmente insensibile, cieca, rispetto alla questione della diversità culturale. Serve lo strumento giuridico degli ethnic rights, strumenti di tutela collettivi. Taylor ritiene che i diritti etnici siano compatibili con i diritti individuali, e vuole dimostrarlo proprio con il caso del Quebec. Habermas invece lo ritiene un errore, non è d’accordo perché la loro introduzione prima o poi andrà in conflitto con i diritti individuali. I due hanno posizioni diverse, ma la medesima preoccupazione e posizione filosofica, cioè che l’identità delle persone si costruisce in relazione agli altri. Nel 2008 Taylor, nel fare un bilancio dell’impatto della introduzione degli ethnic rights per il governo canadese, ammetterà di aver sbagliato, perché la politica del multiculturalismo, quella inventata da Trudeau, è esattamente l’introduzione in Canada dei diritti etnici e non ha funzionato. La Carta canadese dei diritti (1982): Il secondo mandato di Trudeau inizia nel 1980 e comprende il momento cardine del 1982 con il rimpatrio della costituzione alla quale è stata fatta precedere la carta canadese dei diritti. Il modello di riferimento per il Canada è in questo momento quello statunitense. La carta è bilingue. 25 PART 1: CANADIAN CHARTER OF RIGHTS AND FREEDOMS: Il Canada è fondato su principi che riconoscono la supremazia di Dio e dello Stato di diritto GUARANTEE OF RIGHTS AND FREEDOMS Diritti e libertà in Canada: 1. La carta canaedese dei diritti e libertà garantisce i diritti e le leggi al suo interno, soggetto solamente ai limiti ragionevoli prescritti dalla legge, così come giustificabili in modo palese in una società libera e democratica. Qualunque compressione della libertà personale deve essere ostensivamente giustificabile per legge; ad esempio, nel caso della detenzione, in cui la sua libertà personale rimane, ciò giustifica l’illegalità del maltrattamento all’interno di tali condizioni. I DIRITTI FONDAMENTALI: Art. 2: - A. libertà di coscienza - B. Libertà di credo, opinione ed espressione - C. Libertà di riunione pacifica - D. libertà di associazione Art.15: (Equality rights) Il principio di NON-discriminazione che afferma l’uguaglianza, è possibile invece fare discriminazione positiva (giustificabile con norma di legge) che puntano sull’equità. Per garantire pari diritti per coloro che altrimenti non riuscirebbero a godere di tali diritti hanno bisogno di ulteriore sostegno e visibilità. Le forme di allergie è un esempio peculiare, per cui ai celiaci, ad esempio, viene offerto un bonus mensile per pagare per i prodotti privi di glutine dato dal prezzo maggiore. PART II: RIGHTS OF ABORIGINAL PEOPLES OF CANADA - Riconoscimento di diritti esistenti dei trattati e dei aborigeni - Definizione di “Aboriginal peoples del Canada” - Gli accordi sul possesso dei territori: 26 L’introduzione di questa legge confligge con l’Indian Act (legge). Per tornare in consistenza giuridica deve intervenire la corte. Qui riprendiamo la storia di “Mary due asce”: donna abrigine canadese che si trasferisce a Brooklyn, sposandosi con un uomo di origini irlandesi; perdendo così il pacchetto di diritti dell’Indian Act data la legge fissata per cui “una donna indiana che si sposa con un NON indiana perde l’identità da indiana”. Dato che ciò accade in contempo con l’introduzione della Carta costituzionale, lei protesta in modo da ritenere il suo INDIAN STATUS e prevenire che questa perdita accada ad altre ragazze indiane. Per questo viene introdotto il “BILL C-31” (1985) che venne utilizzato ad emendare l’Indian Act per conformare all’Equality rights garantito dall’Art.15 della Carta. Gli emendamenti permettevano alle donne che precedentemente avevano perso il loro status da indiane a riottenerlo, come anche il loro children’s status. In aggiunta, dopo che “il Bill” è stato adottato, il matrimonio di una persona non poteva più avere un impatto sullo status indigena. LA “CLAUSOLA NON-OSTATIVA” (NOTWITHSTANDING CLAUSE) “Le province (come il Québec) possono esprimere tramite una loro legge, a secondo dei casi, che tale legge/sua disposizione entrerà in vigore a prescindere da una disposizione contenuta nell’Art.2 o negli Art.7 a Art.15.” La sezione 33 propone una legge che può sospendere le leggi di diritti fondamentali. Il Caso del Québec La provincia fa passare la BILL 101 che obbliga l’uso del francese in certi ambiti, questo tecnicamente sarebbe una violazione del diritto di espressione canadese, ma seconda la sezione 33 può permettere di adottare questa clausola. “Clause-Québec 1977: BILL 101”: Conflitto tra i diritti elencati nella Carta e le normative di trattamento differenziato approvate in Quebec. Diritto che protegge un diritto etnico, l’assemblea nazionale permette a quebecois la diffusione della lingua francese, risoluta a rendere la lingua francese la lingua dello Stato, del commercio, dell'istruzione e degli affari. Questo crea un problema dell’unicità della giurisdizione: la carta deve valere ovunque nel territorio. È obbligatorio iscrivere i propri figli ad una scuola francese (se non per certe istanze molto particolari); questo va contro il diritto di istruzione. Questo mostra la preoccupazione di Habermas su come i diritti di gruppo possano confliggere contro i diritti fondamentali. Nel 1984 vi è l’intervento della Corte Suprema che invalida l’Art.73 della legge 101, per cui oltre a 5 eccezioni, questo obbligo rimane valido. 27 Un successivo dibattito costituzionale che proponeva di distinguere il Québec come una società distinta (ciò è fallito attraverso 2 emendamenti costituzionali e il referendum del 1995). Nel pieno dello scontro tra il differenzialismo che ha favorito le rivendicazioni di minoranze come il Québec; la VITTORIA DEL NO vince con solamente il 50,58% ( si pensa che la maggioranza sia andata contro l’uscita dal Canada per motivi economici, vedendo l’atto come un vero e proprio suicidio). Questo caso mostra come tale tensione possa arrivare al punto di frammentazione di uno Stato intero. Prime Minister Harper nel 2006 approva l’idea che il Québec sia una nazione in seno di un Canada unito, concedono al Québec di formare un parlamento e assemblea nazionale all’interno del Canada. Questo è il tentativo di trovare un bilanciamento tra uguaglianza e riconoscimento delle differenze. Si comincia a capire. Taylor apprezza l’atto di Harper e ritiene giustificabile una speciale protezione del popolo di Québec per i seguenti motivi: - Le culture minoritarie possono trovarsi in una condizione analoga alle specie in via di estinzione; dunque, hanno diritto alla protezione - Il diritto a sopravvivere si fonda sul “principio di eguaglianza presuntiva”: secondo cui ogni cultura per il solo fatto che esiste, ha valore e dunque merita di essere preservato. Questo principio può andare in conflitto molto facilmente con i diritti individuali; perché l’applicazione di questo diritto porterebbe al rispetto dei diritti anche di gruppi radicali, razzisti e discriminatori (NON specifica che questi popoli DEBBANO rispettare i diritti umani). Porta quindi a rischi di relativismo. Sul diritto etnico, la difesa del diritto di sopravvivenza produce una deriva potenzialmente anti-liberale perché: favorisce un atteggiamento paternalistico attenta al principio dell’unicità della giurisdizione sottovaluta il potenziale conflitto tra «ethnic rights» e «human rights» Jurgen Habermas Sovraccaricare i diritti non è la strategia corretta, ma assicurarsi che quelli già presenti vengano rispettati. Come può la struttura giuridica individuale rispondere alle collettività? 28 Secondo Habermas, si può: a) Riconoscere l’importanza dell’appartenenza culturale b) Senza attribuire diritti collettivi: Dare preminenza ad uno o all’altro porterebbe un conflitto di interessi. Il contesto Liberal deve fare fronte alla modernità, è sempre stata ceca alle minoranze etniche e la diversità culturale; se leggiamo bene i Basic rights, intesi correttamente allora la questione del contesto delle differenze degli individui non verranno più ignorate ma prese in considerazione. Ogni individuo, titolare di diritti soggettivi, costruisce la propria identità nella misura in cui è inserita in un contesto culturale. Questi contesti determinano il tuo modo di interpretare la libertà. Da un lato, NON possiamo separare del tutto le culture; dall’altro non possiamo ignorare queste differenze ormai concretizzate nella società e all’interno dell’individuo. Taylor è convinto che bisogna allontanarsi leggermente dal liberalismo, secondo questo dobbiamo proteggere le differenze attraverso i diritti collettivi, strumento pesante da introdurre nel contesto di vita. Politica del Pari Rispetto Habermas parte dalle “Ethnic rights”, che diventano superflui. I Basic Rights ( diritti fondamentali) sono quelli senza di cui una persona NON può camminare a testa alta. Il diritto di partecipare è un esempio di Basic right. Dentro la concezione c’è il diritto ad ogni persona a partecipare nella vita culturale e politica: Art.27 Par.1: “La Tutela dell’individuo porta direttamente alla tutela del nesso di vita costitutivo della sua identità”. È un diritto individuale, cioè protegge ognuno di noi a partecipare nella vita costitutivo. Es. “La politica femminista” (3 Tappe): 1. Lotta per la parità (formale): La storia delle donne è emblematica, il primo diritto per cui hanno combattuto è stato il diritto di voto, ovvero far sentire la propria voce. 2. Lotta contro la disparità di trattamento: La parità formale c’è, ma il godimento della libertà viene culturalmente annientata. Il “black suffrage” del 1965 è un esempio molto simile, dal momento in cui gli afroamericani hanno il diritto di voto, vengono obbligati a passare un esame scritto per valutare la loro capacità di scrivere/leggere attraverso un esame eccessivamente difficile per evitare il godimento dei diritti di questi ultimi. Negli anni 40, “Equal rights amendment” viene rifiutato dalle stesse donne americane che in teoria avevano combattuto per questo. La Roosevelt oppose. 3. Lotta contro il paternalismo della politica dello Stato sociale: finisce quando NON è sufficiente concedere parità formale. Di fatto, sono le donne che devono dire cosa significa “essere donna” ed esprimere i loro bisogni. 29 Non è sufficiente concedere formalmente la medesima libertà individuale a uomini e donne. Se aspettiamo che il governo ci faccia concessioni, aspetteremo per sempre oppure impossibiliteranno la capacità di accedere. “Right Entitlement”: - Diritto di interferenza - Diritto di NON-interferenza “Right entitlement” sono servizi a cui si possono accedere a causa dei diritti che possiedo. Garantire diritti positivi è estremamente difficile. Per creare pari opportunità di accesso a queste libertà individuali, occorre tener conto anche dei modi differenti in cui i bisogni e le aspettative delle persone vengono interpretate. C’è bisogno di un ripensamento di come funziona la democrazia. Due esempi: Nancy Fraser: “la politica come azione discorsiva”; combattere per il proprio bisogno; combattere per la propria differenza (combattere per essere donna) Seyla Benhabib: “iterazioni democratiche”, cioè ripetere/continuare a fare istanza finché la sfera pubblica non la assume. Quando le donne hanno cominciato a combattere la violenza contro le donne in Italia negli anni’50; insopportabilità della violenza domestica ha reso tale un reato grazie alle donne che hanno iterato la loro istanza finché è entrato nello spazio pubblico ed è diventato materia giuridica. Modifica della sfera pubblica. Il dibattito a livello della società civile, quando il dibattito si spegne, decidono i governanti/ l’algoritmo; The capture of free speech Il diritto supremo dei governati di operare e parlare NON è solo dei governanti; bisogna catturare la parola. Bisogna a livello politico-legislativo connettersi attraverso dibattiti per formulare delle leggi che vengono poi proposte dagli studenti. Lo scambio della parola che nell’68 era presente oggi non c’è più. Capire le ragioni per cui non andiamo d’accordo è una forma di accordo in sè, unico modo pacifico per comprendere l’altra persona attraverso il dibattito, il dialogo in cui si fa brainstorming ( si parla e si giustifica i propri ragionamenti). Ci sono due livelli distinti di presa della parola: - A livello della società civile (civic engagement): chi fa leggi deve essere in comunicazione con noi, altrimenti questo causa disinteresse, non c’è forma di controllo o frizione tra il pubblico e l’istituzione. Né l’opinione pubblica né gli istituti si interessano più di questo legame e di questa dinamica, andando contro la definizione di democrazia come dovremmo intenderlo - A livello di istituzione politiche 30 La Società Civile (sfera pubblica informale): tanto più ricca tanto più le persone si sentono libere di esprimersi dal proprio contesto ed origine (cultura, religione, orientamento ecc…). Ad es. “Caso della maestra d'asilo di Latina” in cui una madre veniva a prendere i propri bambini vestita completamente in burqa. Le altre madri richiedono che questa madre non venga più per timore dell’ignoto. Questa notizia divenne “interrogazione parlamentare” portando quasi ad una proibizione del burqa. La Maestra, quindi, ha proposto un’assemblea con tutte le madri dell’asilo PRIMA di far partecipare lo Stato (agisce come falce). Se non si parte dal dialogo ma si va direttamente dallo Stato, non riusciremo mai a risolvere i problemi in maniera democratica. Problem solving di comunità attraverso “Civic Engagement”. Capitolo 2) La Costituzione pone in vigore i diritti che i cittadini devono riconoscere reciprocamente se vogliono disciplinare la loro convivenza; con scopo principale quello di tutelare i soggetti individuali che si basa sul riconoscimento intersoggettivo. Nella pratica però, sono spesso volentieri attori collettivi quelli che si affrontano, disputando su scopi e distribuzione di beni collettivi. La lotta per il riconoscimento viene articolata per esperienze collettive; dunque la domanda posta è se sia possibile o meno: “conciliare questi fenomeni collettivi con una teoria dei diritti impostata in senso individualistico?”. Seguendo gli esempi storici dell’emancipazione del proletariato, sì; siccome la massa vive in fondata aspettativa di sicurezza mentre i basic goods sono usati / distribuiti in maniera individuale e dunque possono essere concessi in forma di diritti individuali a prestazione dello Stato. Diversa è la questione quando si mirano a equiparare forme di vita culturali diverse. Taylor afferma il bisogno di diritti collettivi che fanno saltare la definizione tradizionale di Stato liberale che abbiamo concepito che viene ritagliato sui diritti individuali; ma Habermas critica e vede contraddizioni nella sua distinzione di tipologia di liberalismo. essere riconosciuti pienamente come cittadini implica 2 forme di rispetto 1) Rispetto dell’identità irripetibile dell’individuo 2) Rispetto dei modi e costumi tipici dei membri di gruppi svantaggiati La questione deriva da se queste due cose possano lavorare armoniosamente oppure confliggere. Mentre figure come Rawls pretendono un ordinamento giuridico neutrale che assicuri a ciascuno pari opportunità del perseguimento della personale concezione di bene; Taylor pretende una neutralità etica del diritto che permette di pretendere la promozione attiva di concezioni di vita buona 31 Nel Caso canadese che contrasta il modello attuale di stato liberale (diritti fondamentali inviolabili), propone un modello che legittima una limitazione dei diritti fondamentali per la sopravvivenza di vita/culture minacciate. Taylor sostiene che il liberalismo attuale abbia una “teoria dei diritti” insufficiente in quanto NON riconosce le differenze culturali; ma Habermas combatte questa affermazione: di fatto. La definizione vera e propria di “sistema dei diritti” non è affatto cieca alle condizioni o le differenze culturali. Le persone acquistano identità tramite socializzazione, dunque una teoria dei diritti richiede una politica di riconoscimento che tuteli l’integrità dell’individuo anche riguardo al nesso di vita costitutivo della sua identità. In conclusione, non c’è bisogno di creare un contromodello, ma di realizzare a pieno il modello già in vigore. L’esempio più rilevante è quella femminista: ebbe successo nell’emanare (dopo aver ottenuto “identità sessuale” e dunque eguaglianza d’opportunità) una serie di normative; nonostante il successo formale, queste femministe dovettero combattere non solo per l’inadempienza di queste normatie, ma anche le conseguenze ambivalenti: i.e. rischi di licenziamento e alta rappresentanza nello strato di salari bassi. Questi sono processi di livellamento che nel concreto rovesciano compensazioni in discriminazioni di nuovo tipo. Le femministe spingono l’importanza degli aspetti che rendono significative le differenze tra i due sessi che devono essere contemplati circa l’interpretazione adeguata dei bisogni. (attraverso il dialogo). Il capitolo successivo prende 4 fenomeni ben distinti e li analizza in base al nesso che lega uno all’altro: la lotta per il riconoscimento dell’identità collettiva: Femminismo: Lotta per chi si contrappone al patriarcato, negando la parità dei diritti. Una lotta per interpretare prestazioni e interessi legati al sesso, modificando il rapporto tra i sessi incidendo dunque sull’immagine del sesso opposto (maschio). Le conseguenze in questo ambito spingono dentro gli ambiti privati oltre che alla sfera pubblica. Multiculturalismo: Lotta per il riconoscimento delle minoranze etniche; portando a sua volta l’autoriconoscimento della cultura maggioritaria (senza necessariamente cambiando il ruolo di questi come nel femminismo). Questi cambiano in base alla minoranza in questione e la profondità delle differenze che li distingue dalla maggioranza Nazionalismo = Lotta per la tutela etnica e linguistica omogenea da una parte, stato politicamente autonomo dall’altro. Eurocentrismo = Mancato riconoscimento degli appelli orientali a favore del Primo Mondo e i propri valori. 32 Il Caso del Quebec si trova tra la seconda e la terza, desiderando di formare uno stato nello stato invece che piena autonomia dal Canada. Questi fenomeni sopracitati innescano 3 ulteriori dibattiti: Political correctness = dibattito sui valori della modernità che divide i soggetti in tradizionalisti e radicali, che spesso volentieri non cercano una via di mezzo ma si aggrappano alle proprie argomentazioni Discorsi specialistici della filosofia = riguardano l’intesa tra culture diverse; chiedendosi se sia possibile trascendere o meno le tradizioni e immagini del mondo, che spesso porta a scetticismo nei confronti delle pretese universalistiche del mondo. Questione circa il diritto e la politica = delle minoranze disconosciute in contesto giuridico. Il diritto di oggi ha varie caratteristiche: - Formale: permesso tutto ciò che non sia esplicitamente vietato - Individualistico: il singolo è titolare di diritti soggettivi - Coattivo: sanzionato dallo Stato e applicato solo al comportamento legale - Positivo: rinvia alle decisioni di un legislatore politico - legittimato da procedimento democratico Il diritto ha il compito di consentire ai suoi destinatari di comportarsi per rispetto della legge, dovendo tutelare in maniera eguale l’autonomia dei cittadini e la loro libertà. In sintesi, la democrazia è fondamentale per avere stato di diritto e d’altro canto il principio della sovranità popolare richiede quei diritti fondamentali per cui senza non ci sarebbe libertà d’azione. Il Problema del Multiculturalismo è sollevato da quest’ultimo dibattito. C’è bisogno di neutralità etica (intesa come vita buona), ottenibile attraverso l’autocomprensione di gruppi particolari. Nonostante la chiara preminenza del primo modello riguardante i diritti individuali rispetto a quelli collettivi, ciò non dimostra che sia cieca alla tutela delle differenze e i programmi di “pari opportunità femministe” sono esempi concreti della realizzazione della tutela di una minoranza tramite il modello liberale attuale. Parliamo di norme giuridiche, queste vengono rinviate alle decisioni di legislatori locali che traducono questi in programmi vincolanti per una società che decide di volersi auto trasformarsi. Dunque, ogni ordinamento giuridico è espressione di una forma di vita particolare, non puro riflesso universale dei diritti fondamentali. Ciò spiega l’eterogeneità delle ragioni che formano la volontà legislativa, voci e ragioni etici si fanno sentire nelle consultazioni e giustificazioni del legislatore. I.e. controversie riguardante la definizione di “cittadino” all’interno di una determinata repubblica; oppure il mantenimento o meno di tradizioni. 33 Questioni etno-politiche sono fondamentali per l’identità collettiva della nazione, portando di conseguenza a battaglie tra maggioranza e minoranze neglette. Ergo, l’elemento scatenante NON è “neutralità etica” ma “pregnanza etica” di ogni comunità giuridica e processo democratico. Le decisioni in questo ambito dipendono su una contingente composizione sociale della nazione. Gli individui che (per motivi storici e/o geografici) compongono la nazione incarnano le forme in cui hanno formato la loro identità; la loro orizzonte dipende da questa identità e smistando l’insieme demografico cambia anche l’orizzonte e quindi le questioni vengono trasformate e moltiplicate. Nuovi confini = nuove minoranze; con questa consapevolezza le minoranze spesso mirano piena o parziale autonomia. Il diritto all’autodeterminazione però si è risultato spesso volentieri ambivalente: I.e. i Curdi che vivono in cinque stati diversi / in Bosnia in cui vivono numerose minoranze diverse Data questa ambivalenza, una volta definita una propria identità collettiva, queste realtà cercano disperatamente di ottenere riconoscimento come Stato Nazione, questo titolo promette di bilanciare paure sul proprio futuro e stato di sicurezza. In Canada hanno un sistema federalistico che garantisce autonomia culturale provinciale, permettendo la trasformazione degli insiemi demografici senza intaccare l'integrità dello Stato. Lo Stato democratico può esprimere una sua concezione del bene, basta che non porti al privilegiamento di una determinata forma di vita a svantaggio dell’altro; e lo Stato federale garantisce questo ad entrambi livelli. Habermas, dunque, nega il bisogno di diritti collettivi. La tutela di tradizioni e costumi dell’identità serve al riconoscimento dei membri del gruppo come individui. LO Stato di diritto ha il solo obbligo di rendere possibile invece che garantire questa sopravvivenza ; altrimenti sottrae ai partecipanti la libertà di scelta riguardante l’eredità culturale, Numerosi sottogruppi europei i.e. nell’800 sono scomparsi, quelli che sono sopravvissuti sono riusciti grazie alla forza dell’Autotrasformazione. Nelle società multiculturali c’è la libertà di scelta: attaccarsi alle tradizioni ed invecchiare con esse; d’altro canto denunciare e abbandonare del tutto la vecchia cultura che caratterizzava la loro vecchia identità. Le culture restano in vita se traggono dalla critica e secessione la forza per auto trasformarsi; l’ambito giuridico invece ha solo il compito di garantire questa possibilità, questo è possibile solamente attraverso il mantenimento di scambio con esse. Le forme di vita che si irrigidiscono (fondamentalismi) cadono vittima dell’entropia (evoluzione). I.e. il caso Rushdie che ha mostrato quanto il fondamentalismo musulmano NON fosse compatibile con lo stato di diritto. I Dogmi non sono capaci di dover riflettere sul rapporto con altre visioni del mondo e di condividere, lo stesso discorso, i “fondamentalismi NON ammettono spazio di reasonable disagreement”. 34 Un mondo NON fondamentalistico permette questo dialogo all’interno di uno spirito di tolleranza, si riconoscono reciprocamente. Ogni individuo va riconosciuto come membro di una comunità che ha una sua concezione del bene. - Devono ave

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