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Università L'Orientale di Napoli
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Fondamenti di comunicazioni: elaborazione dei segnali 1. Introduzione Informazioni generali: docenti ◼ Docenti del corso: Francesco De Natale ([email protected]) Andrea Rosani ([email protected]) ◼ Ricevimento: Il ricevimento è possibile sia in...
Fondamenti di comunicazioni: elaborazione dei segnali 1. Introduzione Informazioni generali: docenti ◼ Docenti del corso: Francesco De Natale ([email protected]) Andrea Rosani ([email protected]) ◼ Ricevimento: Il ricevimento è possibile sia in presenza (mercoledi pomeriggio dopo lezione) che online, previa richiesta via mail Nel caso di domande puntuali, è anche possibile inviarle e ricevere risposta via e-mail (in copia a entrambi i docenti) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 2 Informazioni generali: modalità ◼ Modalità didattica Il corso prevede lezioni sulla parte teorica (con esempi) ed esercitazioni sugli argomenti svolti per prendere confidenza con l’utilizzo degli strumenti visti L’interazione è fortemente consigliata: fate domande! A parte fare domande, è sempre possibile chiedere di rispiegare un punto se non lo si è compreso!!! Se non arrivano domande o richieste di chiarimento, la tendenza è accelerare, sta a voi rallentare il passo se non riuscite a seguire Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 3 Orario ◼ Mercoledi 13.30-15.30 (B107) → inizio 13.45 ◼ Giovedi 8.30-10.30 (A104) → inizio 8.45 Pausa o finire prima? A voi la scelta Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 4 Informazioni generali: materiale ◼ Materiale didattico Le slide utilizzate a lezione saranno messa a disposizione prima, le esercitazioni dopo (sito moodle di ateneo). Verranno anche forniti esercizi aggiuntivi e prove d’esame passate Le slide NON COSTITUISCONO UN TESTO ADATTO PER L’APPRENDIMENTO, sono solo una base per le lezioni e devono essere integrate dalle informazioni fornite a lezione In caso di studenti non frequentanti o per integrazione, sono disponibili in biblioteca vari testi di Signal Processing dove sono trattati molti degli argomenti del corso Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 5 Informazioni generali: materiale ◼ Una precisazione: Negli ultimi 2 anni è stato fatto un grosso lavoro sul materiale didattico, prima sulla parte di Teoria e quest’anno sulla parte di esercitazioni (totalmente riviste), TUTTAVIA Le esercitazioni NON possono coprire la totalità dei possibili problemi, che sono praticamente illimitati, ma: ◼ gli esercizi che faremo in aula sono mediamente più complessi di quelli che verranno proposti nei test d’esame, che in generale richiederanno pochissimi calcoli ◼ la cosa importante che si richiede è quella di CAPIRE i concetti, non di imparare a svolgere una serie di ‘esercizi tipo’ ◼ faremo comunque delle simulazioni di esame scritto per darvi un’idea di come sarà la prova finale Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 6 Informazioni generali: Esame ◼ Esame test scritto: 10 domande, in parte a risposta multipla e in parte a risposta aperta. ◼ Il test non richiede calcoli particolarmente sofisticati e non include problemi complessi, può essere svolto interamente in 1 ora ◼ Se il voto del test è sufficiente è possibile registrare direttamente il voto ◼ E’ possibile consultare il materiale, ma solo in forma cartacea (no dispositivi elettronici!) orale: domande sui contenuti teorici del corso e esercizi ◼ facoltativo per chi ottiene la sufficienza al test e vuole migliorare il voto ◼ obbligatorio per chi ha un voto insufficiente ma non gravemente al test e vuole provare a superare comunque l’esame Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 7 Esempi di domande ◼ Domande a risposta multipla Non mutuamente esclusive, punti negativi per risposte sbagliate ◼ Domande aperte Si risolvono in pochi passaggi e con calcoli non complessi Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 8 Informazioni generali: contenuti Il corso tratta in generale l’analisi e l’elaborazione dei segnali Dopo aver introdotto il concetto di segnale, vedremo come caratterizzare un segnale nel suo dominio originale (tempo, spazio, etc.) e nel dominio delle frequenze tramite trasformate Vedremo poi come caratterizzare (e in parte progettare) i sistemi che vengono usati per trattare i segnali, anche questo potrà essere fatto nel tempo e/o nella frequenza Successivamente vedremo come passare da segnali continui a segnali discreti (numerici) tramite conversione A/D (campionamento e quantizzazione) e come si modifica quanto visto in precedenza nel caso digitale Da ultimo, vedremo come si estendono i precedenti concetti al caso di segnali e sistemi multi-dimensionali (2D, 3D, …) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 9 Informazioni generali ◼ Domande? Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 10 Contenuti ◼ Cos’è un segnale ◼ Segnali mono e multi-dimensionali ◼ Classificazione dei segnali Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 11 Cos’è un segnale ◼ Ogni cosa intorno a noi (inclusi noi) genera segnali ◼ Noi siamo abituati a percepire tali segnali tramite i nostri sensi I nostri occhi percepiscono la luce, un segnale visivo che ci trasmette le forme e i colori del mondo che ci circonda Le nostre orecchie percepiscono i suoni, segnali acustici generati da cose e persone (voce, musica, rumori) Con naso e bocca riusciamo a percepire odori e sapori, segnali che ci comunicano la natura di cibi e profumi Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 12 Cos’è un segnale ◼ Ognuno di questi segnali ha una sua natura fisica I segnali visivi sono radiazioni elettromagnetiche nel range delle lunghezze d’onda visibili I segnali acustici sono onde di pressione nel range delle frequenze percepibili dal nostro sistema uditivo I segnali olfattivi sono segnali chimici che ci rivelano alcuni aspetti della composizione della materia ◼ Anche il dominio può variare Un segnale acustico avrà un dominio temporale, un segnale immagine varierà in un dominio spaziale, un segnale video avrà un dominio misto spazio-temporale Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 13 Cos’è un segnale ◼ Ma cosa hanno in comune segnali così diversi? Nonostante la natura molto diversa, tutti i segnali permettono il trasferimento di informazioni ◼ I segnali trasmettono «messaggi» (es. le parole pronunciate da una persona in un segnale vocale costituiscono il messaggio trasmesso) I segnali sono legati a variazioni delle relative grandezze fisiche nel dominio di riferimento ◼ Senza variazione non c’è trasferimento di informazione, il messaggio è insito nella variazione (es. se tutti i punti di un’immagine hanno lo stesso valore, l’immagine sarà uniforme, e quindi trasmetterà un’informazione praticamente nulla) ◼ Le variazioni sono in buona parte imprevedibili (se fossero completamente prevedibili, non ci sarebbe vera trasmissione di informazione) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 14 La percezione dei segnali ◼ Come dicevamo, l’essere umano percepisce alcuni tipi di segnali (luce visibile, suoni, ecc.) Per farlo utilizza dei «sensori» (occhi, orecchie, naso, …) Questi sensori trasformano i segnali in informazioni comprensibili per il nostro cervello (elettriche e chimiche) Questi sensori possono essere definiti come «trasduttori», ovvero apparati in grado di trasformare una grandezza fisica in un’altra (conversione di segnale) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 15 Limitazioni ◼ I nostri sensi sono però limitati, ovvero ci sono molti segnali che non siamo in grado di percepire Ad esempio, non siamo in grado di vedere la luce infrarossa o ultravioletta, o di udire gli ultrasuoni Allo stesso modo, non siamo in grado di captare un segnale radiofonico, di vedere quello che c’è al di là di un muro o sottoterra o all’interno del corpo umano La tecnologia può estendere i nostri sensi, rilevando segnali che non siamo in grado di percepire e ‘traducendoli’ in segnali comprensibili dal nostro sistema percettivo Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 16 Limitazioni ◼ Anche i segnali percepibili sono soggetti a fenomeni che ne limitano la percettibilità E’ esperienza comune il fatto che i segnali sonori si attenuino molto rapidamente, diventando impercettibili già a brevi distanze La luce subisce una attenuazione molto minore ma non può attraversare superfici opache e l’immagine perde risoluzione a grandi distanze Anche in questo caso la tecnologia può sopperire a queste limitazioni: si tratta nuovamente di trasformare i segnali per poterli trasportare a distanze maggiori e attraverso ostacoli Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 17 Limitazioni ◼ E poi ci sono i disturbi… Tutti abbiamo esperienza di come sia difficile dialogare in un ambiente affollato: i suoni (musica, rumori, la voce di altre persone) si mescolano rendendo difficile la percezione La stessa cosa avviene, in vari modi, ovunque si abbia propagazione di segnali, ed è dovuta a vari fenomeni: ◼ rumore (disturbi aleatori), interferenze (altre sorgenti di segnali), distorsioni (alterazioni sistematiche causate dai sistemi fisici) Nuovamente, la tecnologia fornisce strumenti per ridurre l’impatto dei disturbi o manipolare il segnale disturbato in modo da renderlo utilizzabile Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 18 Trasmissione e memorizzazione ◼ Il desiderio di poter comunicare a distanza e di archiviare le proprie memorie è da sempre insito nell’essere umano Come abbiamo visto, gran parte dei segnali non sono in grado di percorrere grandi distanze nella propria forma originale I segnali inoltre vengono ‘persi’ immediatamente dopo essere stati prodotti Le tecnologie di elaborazione e trasmissione dei segnali permettono di inviare un segnale a distanza, di archiviarlo e condividerlo per memoria storica o per uso futuro Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 19 Elaborazione dei segnali ◼ Come abbiamo visto, la natura fisica dei segnali determina molte limitazioni: Limiti nel sensing, limiti nella propagazione, limiti alla percezione in presenza di disturbi, limiti nella possibilità di trasmissione a distanza e/o archiviazione ◼ L’elaborazione di segnali introduce una serie di tecniche che permettono di risolvere, almeno in parte, questi problemi estendendo l’utilizzabilità dei segnali (e, in definitiva, estendendo i nostri sensi) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 20 Elaborazione dei segnali ◼ Ma come si fa? Anche se in alcuni casi è possibile pensare di trattare una grandezza fisica nel suo dominio originale, tipicamente questo è poco pratico La tromba del grammofono amplificava il segnale direttamente nel dominio acustico Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 21 Elaborazione dei segnali ◼ E’ molto più pratico ed economico convertire i segnali in grandezze elettriche ed elaborarli tramite apparati elettronici (amplificatori, filtri, ecc.) Posso ottenere sistemi più compatti, efficienti ed economici Tramite opportuni processi (che vedremo) posso anche convertire il segnale in forma numerica e manipolarlo mediante un sistema di calcolo digitale (es. un computer, una GPU, il processore di uno smartphone, …) ◼ L’elaborazione digitale ha l’ulteriore vantaggio di poter sfruttare hardware ‘general purpose’, ovvero non progettato e destinato ad una specifica funzione, e quindi più adattabile e riutilizzabile Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 22 Elaborazione dei segnali ◼ Al termine dell’elaborazione, se il segnale deve essere presentato ad un utente, occorrerà una conversione inversa Il nostro sistema uditivo percepisce variazioni di pressione Posso convertire un segnale audio in segnale elettrico per elaborarlo e trasmetterlo più facilmente, ma non posso ascoltare un segnale elettrico Al termine della catena di elaborazione dovrò perciò riconvertire il segnale elettrico in segnale di pressione per permetterne l’ascolto da parte dell’utente Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 23 Catena di elaborazione Tipicamente, quindi, si ha una «catena» di elaborazione, che prevede una cascata di sistemi che producono varie conversioni e elaborazioni del segnale Segnale elettromagnetico Segnale acustico Segnale Segnale Segnale elettrico elettrico elettrico trasmettitore Ricevutore ampli (radio) (radio) Segnale Trasduttore acustico (microfono) Trasduttore (altoparlante) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 24 Modellazione ◼ Per progettare o caratterizzare sistemi di questo tipo, occorre disporre di opportuni modelli teorici In pratica, dobbiamo rappresentare i segnali e le azioni che i vari blocchi di elaborazione attueranno su di loro tramite modelli I modelli ci consentiranno di capire (entro certi limiti) come ogni blocco modificherà il segnale, senza necessità di realizzarlo fisicamente. Posso quindi usarli per: ◼ Progettare catene di elaborazione che svolgano una funzione voluta ◼ Prevedere come un sistema dato altererà il segnale che lo attraversa ◼ Realizzare simulatori (es. software) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 25 Segnali e matematica ◼ I modelli teorici che introdurremo nel corso sono di tipo matematico ◼ Abbiamo detto che il segnale è legato alla variazione di una certa grandezza fisica in un certo dominio Dal punto di vista matematico questo può essere espresso tramite una funzione che restituisce i valori assunti dalla grandezza fisica nei vari punti del dominio Esempio: il microfono dell’esempio precedente restituisce un valore di tensione che varia nel tempo, questo può essere rappresentato come una funzione s(t) [Volt] Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 26 Segnali scalari e vettoriali ◼ Il segnale audio s(t) è un segnale scalare per ogni istante temporale restituisce un unico valore reale Sarà analogamente scalare il segnale ECG in figura: ECG(t) t 𝑥𝐸𝐶𝐺 𝑡 : ℝ → ℝ NB. La variabile non è necessariamente il tempo Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 27 Segnali scalari e vettoriali ◼ Nel caso la funzione restituisca più valori per ogni punto di applicazione, si parla di segnali vettoriali Es. L’EEG (elettroencefalogramma) restituisce un segnale vettoriale, infatti, per ogni istante temporale, ottengo N valori riferiti ad altrettanti sensori xEEG(t) 𝑥ҧ 𝐸𝐸𝐺 𝑡 : ℝ → ℝ19 t Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 28 Segnali mono- e multi-dimensionali ◼ I segnali che abbiamo appena visto sono tutti mono- dimensionali (1-D) ◼ Esistono anche segnali in più dimensioni o multi- dimensionali (m-D) Esempio: un’immagine statica (una foto) avrà 2 dimensioni, convenzionalmente (x,y), che definiscono il cosiddetto «piano immagine» Per ogni punto (x,y) avrò uno o più valori (immagine scalare o vettoriale) NB. Come si può notare, in questo caso le variabili sono spaziali Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 29 Segnali multi-dimensionali scalari/vettoriali 𝐼(𝑥, 𝑦) ҧ 𝑦) 𝐼(𝑥, y y x x 𝐼(𝑥, 𝑦) ∶ ℝ2 → ℝ ҧ 𝑦) ∶ ℝ2 → ℝ3 𝐼(𝑥, Un’immagine a livelli di grigio restituisce Un’immagine a colori restituisce una un singolo valore scalare (luminanza) vettore di 3 valori (es. componenti RGB) per ogni punto (x,y) per ogni punto (x,y) SEGNALE 2D SCALARE SEGNALE 2D VETTORIALE Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 30 Dominio eterogeneo ◼ Il dominio può essere una combinazione di grandezze fisiche diverse Ad esempio, una sequenza video a colori sarà un segnale 3D, vettoriale, con dominio spazio-temporale ത 𝑦, 𝑡𝑖) 𝑉(𝑥, y ത 𝑦, 𝑡𝑖) ∶ ℝ3 → ℝ3 𝑉(𝑥, x t Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 31 Classificazione dei segnali ◼ Vediamo ora una serie di parametri tramite i quali possiamo classificare varie tipologie di segnali ◼ Considereremo in particolare: Il modo in cui è rappresentato il dominio Il modo in cui è rappresentata l’ampiezza La natura periodica o aperiodica La natura deterministica o aleatoria Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 32 Classificazione dei segnali: dominio ◼ Negli esempi di segnali visti finora abbiamo rappresentato il dominio come una variabile reale in una o più dimensioni, il dominio può essere però anche rappresentato da variabili discrete ◼ Distinguiamo tra: Segnali a dominio continuo: possono essere misurati in ogni punto del dominio, che è pertanto una variabile reale Segnali a dominio discreto: possono essere misurati solo in un insieme di punti predefiniti, che costituiscono una sequenza discreta Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 33 Classificazione dei segnali: ampiezza ◼ Anche l’ampiezza del segnale (il valore restituito per ogni punto del dominio) può essere continua o discreta ◼ Distinguiamo tra: Segnali ad ampiezza continua: possono assumere con continuità tutti i valori reali di un certo intervallo (eventualmente illimitato) Segnali ad ampiezza discreta: possono assumere valori compresi in un insieme numerabile (eventualmente illimitato) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 34 Dominio vs. ampiezza ◼ A seconda della combinazione continuo-discreto di dominio e ampiezza possiamo definire i seguenti tipi di segnali: DOMINIO CONTINUO DISCRETO AMPIEZZA CONTINUA ANALOGICI CAMPIONATI DISCRETA QUANTIZZATI DIGITALI Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 35 Classificazione dei segnali: esempi 1D ANALOGICO CAMPIONATO QUANTIZZATO DIGITALE Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 36 Segnali analogici e digitali ◼ In natura i segnali hanno prevalentemente forma analogica Segnali audio, segnali video, variazioni di grandezze fisiche quali temperatura e pressione, forze, ecc. sono fenomeni che possono essere misurati istante per istante e/o in ogni punto dello spazio, restituendo valori di ampiezza continui in un dato range ◼ La controparte digitale di questi segnali viene quindi ottenuta tramite opportune elaborazioni Processi di conversione AD e DA: ne parleremo in dettaglio NB. Ci sono anche segnali intrinsecamente digitali, es. gli stati di un sistema a stati finiti (FSM) Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 37 Classificazione dei segnali ◼ Notare che in un dominio m-D posso avere varie combinazione di continuo e discreto Ad es., i segnali televisivi analogici (PAL, NTSC) usati fino a qualche anno fa erano continui lungo linee di scansione orizzontali e discreti in verticale (righe) e nel tempo (quadri) Scansione segnale video PAL Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 38 Segnali periodici e aperiodici ◼ Un’altra distinzione può essere effettuata tra segnali periodici e non periodici (o aperiodici) I segnali periodici si ripetono uguali a se stessi ad ogni intervallo prefissato, detto periodo (anche lungo più dimensioni in m-D) La ripetizione continua all’infinito Matematicamente abbiamo (caso 1D): 𝑥 𝑡 + 𝑘𝑇 = 𝑥(𝑡) , T = periodo Quanto sopra non vale per i segnali aperiodici NB. i segnali periodici sono spesso usati come segnali campione per studiare i sistemi, perché possono essere generati facilmente e hanno caratteristiche note Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 39 Segnali periodici e aperiodici: esempi ◼ Esempi di segnali periodici sono le sinusoidi, le onde quadre e in generale tutti i segnali che rappresentano fenomeni ciclici Vari fenomeni in natura hanno questo andamento, regolare (pendoli, oscillatori), o pseudo-regolare (ritmo cardiaco) ◼ Esempi di segnali aperiodici sono i segnali a durata limitata (rettangoli, triangoli), quelli smorzati (esponenziali negativi) e finestrati (prodotto di segnali qualsiasi con rettangoli o gradini), gli impulsi Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 40 Segnali deterministici e aleatori ◼ Un’ultima distinzione fondamentale è quella tra segnali deterministici e aleatori Un segnale è detto deterministico (o determinato) se il valore del segnale è univocamente definito a priori una volta fissate le variabili di dominio (tempo, spazio, ecc.) Un segnale è detto aleatorio (o stocastico) se non è possibile conoscere con esattezza a priori il valore assunto dal segnale in un certo istante. Il segnale può essere conosciuto solo a posteriori, tramite un’osservazione, o studiato statisticamente (valor medio, varianza, d.d.p., …). Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 41 Segnali deterministici ◼ Avremo un segnale deterministico quando: Il segnale risponde ad una funzione analitica nota (es. generato tramite un generatore di forme d’onda) Il segnale proviene dalla registrazione di un segnale aleatorio (pertanto da quel momento in poi sarà sempre uguale) Il segnale viene generato tramite un processo deterministico (ad esempio una sequenza nota) ◼ Spesso i segnali deterministici sono utilizzati per valutare le prestazioni di un sistema Essendo completamente noti è più facile svolgere calcoli analitici Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 42 Segnali aleatori (processi) ◼ Sono i più comuni in natura Sono il risultato di un processo non completamente determinato (e quindi in presenza di un vero trasferimento di informazione!) Possono essere conosciuti solo in modo statistico, tramite modelli parametrici e/o osservando le loro realizzazioni (le specifiche istanze del processo) ◼ Sono utilizzati per modellare fenomeni stocastici quali il rumore o le interferenze La caratterizzazione statistica dei fenomeni aleatori permette di ricavare informazioni utili per la progettazione di sistemi di elaborazione e trasmissione Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 43 Deterministici vs. aleatori: esempi Esempi di segnali deterministici sono quelli prodotti da un generatori di forme d’onda, quelli memorizzati su supporti fisici, quelli emessi da sorgenti perfettamente note Esempi di segnali aleatori sono il rumore causato dall’agitazione termica degli elettroni, da sorgenti interferenti, da perturbazioni pseudo-casuali dei parametri di un sistema In questo corso ci occuperemo di segnali deterministici, rimandando per quelli aleatori a corsi successivi Fondamenti di Comunicazioni: Elaborazione dei Segnali 44