Summary

Questi appunti di educazione civica trattano i concetti di nazione e stato. Descrivono la nazione come un gruppo di persone che condividono storia, lingua e cultura, e lo stato come un'organizzazione politica e giuridica. Analizzano diverse forme di stato, come monarchia e repubblica, e la sovranità come potere dello stato.

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APPUNTI DI EDUCAZIONE CIVICA NAZIONE La Nazione può essere definita come un gruppo di persone che condivide la storia, la lingua, la cultura. In base a questa definizione gli italiani costituiscono una Nazione da diverse centinaia di anni, ma sono arrivat...

APPUNTI DI EDUCAZIONE CIVICA NAZIONE La Nazione può essere definita come un gruppo di persone che condivide la storia, la lingua, la cultura. In base a questa definizione gli italiani costituiscono una Nazione da diverse centinaia di anni, ma sono arrivati a costituire uno Stato soltanto nel 1861. Ancora oggi, comunque, esistono Nazioni senza Stato (come per esempio il popolo curdo, disperso all’interno di quattro Stati diversi, Iraq, Siria, Iran e Turchia), ma anche Stati con più Nazioni (come per esempio il Belgio, uno Stato che raggruppa una Nazione fiamminga e una vallone). STATO Lo Stato è un ente politico e giuridico costituito dal popolo, dal territorio e dalla sovranità: è l’organizzazione di un gruppo sociale, cioè il popolo, che si stanzia su un territorio per raggiungere gli interessi della società, tramite l’esercizio di un potere sovrano. L’assetto che può assumere uno Stato varia in base ai differenti modi in cui si combinano fra di loro questi suoi elementi. Lo Stato in base alla sua organizzazione può assumere configurazione diverse: la monarchia, con a capo un monarca, e la repubblica, presieduta da un presidente. L’Italia è una repubblica. La differenza tra monarchia e repubblica corrisponde esattamente alla differenza con cui il re e il presidente acquisiscono e conservano il potere. Il primo non è eletto, ma acquisisce la carica per trasmissione ereditaria. Il padre, cioè, trasmette la corona al figlio (o in qualche caso alla figlia). Quindi, tale carica viene conservata in maniera vitalizia, dura cioè fino alla morte. Il Presidente della Repubblica, al contrario, viene eletto, direttamente o indirettamente, dal popolo. Inoltre, la sua carica dura per un periodo di tempo limitato. Nel caso dell’Italia, sette anni. La monarchia può essere assoluta, quando i poteri del sovrano sono illimitati: egli emana direttamente le leggi (alle quali non si sottomette), giudica chi non le rispetta e governa in base a queste; oppure costituzionale, quando il potere del re è delimitato dalla Costituzione e dal Parlamento che ha il potere legislativo (monarchia parlamentare). La repubblica può essere presidenziale, quando il capo dello Stato è eletto direttamente dal popolo ed è anche capo del Governo; oppure parlamentare, quando il nucleo del potere appartiene al Parlamento, in qualità di organo rappresentante del popolo. La Repubblica italiana è una repubblica parlamentare. Se consideriamo due dei tre elementi costitutivi di uno Stato, il popolo e la sovranità, possiamo attuare ulteriori differenziazioni: la sovranità può essere completamente in mano al popolo, oppure al contrario, il popolo può essere totalmente escluso dall’esercizio del potere. Due eventualità che corrispondono a due diverse forme di Stato: la prima si definisce Stato democratico; la seconda, Stato assoluto (se la sovranità è accentrata in un sovrano) o autoritario (se è riferita a un dittatore o a un unico partito politico o gruppo sociale). In base al diverso rapporto che si realizza tra sovranità e territorio si distinguono: - STATO FEDERALE: nato dall’unione di Stati prima separati, che rinunciano in parte alla loro sovranità per cederla al governo centrale del nuovo Stato; - STATO UNITARIO: uno stato in cui la sovranità è accentrata ovvero esercitata da un unico ente, lo Stato, il quale può diluirla in organi locali (regioni, province, comuni), che hanno comunque nello Stato la loro fonte di autorità, e che allo Stato devono riferire; 1 - STATO REGIONALE: nello Stato regionale alle Regioni sono attribuiti ampi poteri, tra i quali una parziale autonomia legislativa cioè la possibilità di emanare leggi valide sul proprio territorio, nelle materie che la Costituzione non assegna allo stato centrale. L’Italia è un Stato unitario sovrano, il quale, tuttavia, ha sancito, all'art. 5 della sua Carta fondamentale (Costituzione), di delegare parte della sua sovranità agli enti locali, e, segnatamente, all'Ente Regione, dotandoli di autonomia amministrativa per gli affari di carattere locale. Nello Stato democratico, dunque, la sovranità appartiene al popolo: lo Stato deve ottenere il consenso e rispettare la volontà dei cittadini. Il termine Stato può assumere due significati. Può essere usato nel senso di stato-comunità, indicando in tal senso una realtà sociale, composta da cittadini, apolidi o stranieri, individui o gruppi sociali. Può essere usato nel senso di stato-apparato, quando ci riferiamo al complesso di organi ai quali l’ordinamento giuridico attribuisce il potere di emanare e applicare le norme giuridiche. Lo Stato è dotato di capacità giuridica e di capacità di agire. Può emanare leggi, stipulare contratti e sottoscrivere trattati internazionali. Lo Stato agisce attraverso i propri organi. Gli organi dello stato rappresentano il modo attraverso il quale il popolo esercita la sovranità popolare. Lo Stato contemporaneo si presenta secondo una serie di caratteri che lo individuano come stato di diritto, costituzionale, rappresentativo, democratico e sociale: è Stato di diritto perché si regge sull’assoluta sovranità della legge, che disciplina i comportamenti non solo dei cittadini ma anche dello Stato; è Stato costituzionale perché si basa su una Costituzione che riconosce i diritti fondamentali della persona e l’eguaglianza dei cittadini; è Stato rappresentativo perché i cittadini esercitano il potere sovrano mediante l’elezione dei propri rappresentanti; è Stato democratico perché riconosce che il potere appartiene al popolo; è Stato sociale perché agisce al fine di garantire un insieme di diritti economici e sociali (per esempio il diritto alla salute, al lavoro ecc.). POPOLO Il popolo è formato dai cittadini. I cittadini sono individui dotati di uguali diritti. Sono cittadini tutti coloro che sono legati allo Stato dal vincolo della cittadinanza, che si ottiene, se ricorrono determinate condizioni, per nascita o su richiesta. La nostra Costituzione garantisce a tutte le persone i diritti fondamentali. Sul territorio di uno Stato vivono anche gli stranieri e gli apolidi, ovvero tutti coloro che non possiedono alcuna cittadinanza. Sia gli stranieri che gli apolidi che risiedono in uno Stato formano la popolazione. La cittadinanza europea, inoltre, garantisce diritti ai membri degli Stati europei che aderiscono all’Unione Europea. SOVRANITÀ La sovranità consiste nel potere che lo Stato esercita su tutti coloro che ne fanno parte. Sovrano indica il carattere di ciò che sta al di sopra e non riconosce nessun potere superiore. Il potere sovrano dello Stato è esclusivo, perché solo lo Stato può utilizzare legittimamente la forza, nei limiti fissati dalla legge, per costringere a rispettare le norme e tenere determinati comportamenti. La sovranità dello Stato si manifesta tramite l’esercizio di determinati poteri o funzioni: 2 la funzione legislativa, cioè il potere di emanare le norme giuridiche; la funzione esecutiva, che consiste nel potere di applicare le norme giuridiche; la funzione giurisdizionale, relativa al potere di decidere le controversie giuridiche. Nello Stato moderno vige il principio della separazione dei poteri, affidati a organi diversi: il potere legislativo spetta al Parlamento, il potere esecutivo al Governo e il potere giurisdizionale alla Magistratura. UNA “COSTITUZIONE” La Costituzione è la legge fondamentale dello Stato, formata da un complesso di norme che definiscono l’assetto della sua organizzazione, cioè la sua struttura, la sua attività e le sue regole. Ma, più esattamente, di che cosa si occupa la Costituzione di uno Stato? Si tratta di un insieme di norme che regola: l’attribuzione e il funzionamento dei tre poteri statali, legislativo, esecutivo e giudiziario, e la loro netta separazione; i diritti inviolabili degli individui; la partecipazione dei cittadini all’esercizio dell’autorità attraverso il diritto di elezione e il suffragio. Per lo più la Costituzione è contenuta in un apposito documento legislativo scritto, chiamato appunto con questo nome, ma non mancano degli Stati che, pur essendo disciplinati da alcune leggi, non possiedono una vera e propria Costituzione scritta (è il caso della Gran Bretagna). Solo l’esistenza di questi presupposti garantisce la possibilità di una situazione di libertà individuale e di effettiva democrazia. LE RADICI DELLA NOSTRA COSTITUZIONE Le costituzioni moderne sono ispirate a principi e valori di libertà e giustizia tra gli individui elaborati nel corso del XVIII secolo dal pensiero illuminista e poi compresi nella Costituzione degli Stati Uniti del 1787 e in quella francese del 17891. Nel nostro testo costituzionale ritroviamo, infatti, principi comuni a queste Costituzioni. Questi principi sono: Il potere deriva dal popolo e il governo deve essere emanazione della volontà popolare. Le leggi devono essere elaborate e approvate dai rappresentanti del popolo. Il capo dello Stato è sottoposto alle leggi come qualsiasi cittadino. Deve esserci una divisione dei poteri, e cioè ad alcuni rappresentanti del popolo è affidato il compito di elaborare le leggi (potere legislativo); ad altri organi il compito di occuparsi dei fini concreti e quotidiani dello Stato, come la riscossione delle imposte, le opere pubbliche, l’istruzione, la sicurezza pubblica, l’addestramento delle forze armate e i rapporti con gli Stati esteri (potere esecutivo) ad altri ancora il compito di rendere giustizia, quando sia sorta una controversia fra due cittadini o quando un cittadino abbia in qualsiasi modo contravvenuto alla legge (potere giudiziario). I tre poteri devono essere rigorosamente autonomi e devono rispondere del loro comportamento solo 1 La Dichiarazione dei Diritti dell’uomo e del cittadino del 1789 è un testo giuridico elaborato nel corso della Rivoluzione francese, contenente una solenne elencazione di diritti fondamentali dell’individuo e del cittadino. Tale documento ha ispirato numerose carte costituzionali e ancor oggi il suo contenuto costituisce uno dei più alti riconoscimenti della libertà e dignità umana. Parte del contenuto della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino è confluito nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo adottata dalle Nazioni Unite nel 1948. 3 alla legge. In una Costituzione democratica nessun potere può essere subordinato o, addirittura, dipendente da un altro. Devono essere definiti con chiarezza i diritti e i doveri dei cittadini. Devono essere stabiliti e attivati gli organismi e le norme per il controllo del potere per evitare ogni forma di autoritarismo o, addirittura, di dispotismo. LA COSTITUZIONE ITALIANA La nascita della Repubblica e della Costituzione Il Regno d’Italia è sorto come continuazione del regno sardo. Il Regno d’Italia e quindi la monarchia furono aboliti alla fine della seconda guerra mondiale e si ebbe così l’avvento della Repubblica e della Costituzione attualmente in vigore; fu così abrogato anche lo Statuto Albertino2 che era la legge fondamentale del Regno d’Italia. Dal 1922 l’Italia era stata governata dalla dittatura fascista; il governo era presieduto da Benito Mussolini, che avvicinò l’Italia sempre di più alla Germania fino seguirla come alleata nella seconda guerra mondiale. Nel 1943 dopo la caduta del fascismo e l’arresto di Mussolini, l’Italia si arrese ma questo non comportò la fine della guerra, perché l’esercito tedesco aveva invaso la penisola, attestandosi nel centro nord. Questo comportò la divisione in due dell’Italia: il Sud sotto il controllo degli alleati, il Nord sotto quello dei nazisti e fascisti. Nel corso della guerra, che in Italia del centro Nord diventò una guerra civile, di partigiani italiani (la Resistenza) contro fascisti e nazisti, nacquero i CLN (comitati di liberazione nazionale). Solo con la liberazione di Milano, il 25 aprile 1945, la guerra si poté dire definitivamente conclusa. Alla fine della guerra si stabilì che la scelta istituzionale tra Repubblica e Monarchia sarebbe stata affidata al popolo mediante un referendum e che la nuova Costituzione sarebbe stata stilata da un’Assemblea Costituente. Il 2 giugno 1946 si tennero le elezioni per la scelta istituzionale: la Repubblica prevalse sulla Monarchia e l’Italia divenne una repubblica; il re Umberto II abdicò e lasciò l’Italia. Lo stesso 2 giugno si svolsero anche le elezioni per i deputati costituenti. La Costituzione, dunque, è il processo di un’evoluzione storica; essa è nata in diretta antitesi con il fascismo e si ricollega a taluni ideali cha avevano guidato i migliori uomini del Risorgimento. La democrazia non è un regime spontaneo e naturale della convivenza umana: essa è una conquista della libertà, quando si è perduta, riconquistarla è difficile. La Costituzione fu approvata il 22 dicembre 1947, promulgata il 27 dicembre dello stesso anno, ed entrò in vigore il 1 gennaio 1948. Il testo veniva ed essere il risultato di molteplici compromessi fra i programmi e le forze politiche3 rappresentate nell’assemblea. La Costituzione è la “madre di tutte le leggi”; essa stabilisce i fondamenti, cioè i principi e le regole base, dell’ordinamento politico della società. Non è quindi solo un testo giuridico ma anche un documento, storico, politico e culturale. Ed è l’espressione del consenso politico di base; è l’immagine delle lotte politiche trascorse, e quindi, testimone del suo tempo. In essa prendono corpo la tradizione politica e la coscienza del Paese. I costituenti non erano preoccupati solo dei problemi politici del momento (come ad esempio di sradicare il fascismo) ma avevano soprattutto presenti i problemi reali del paese che si erano accumulati nel corso del secoli: da quello dell’unità nazionale, a quello delle nostre particolarità regionali, da quelli storici della nostra economia del latifondo e dell’inadeguatezza 2 Lo Statuto Albertino fu concesso dal re di Sardegna, Carlo Alberto di Savoia nel 1848 3 Le maggiori forze politiche rappresentate nell’Assemblea Costituente erano: Democrazia Cristiana (DC) Partito Socialista, Partito Comunista, Unione Democratica Nazionale, Uomo Qualunque, Partito Repubblicano, Partito d’Azione. 4 dell’apparato industriale, a quello del lavoro e dell’inserimento dei lavoratori nella vita del Paese, e dei diritti fondamentali della persona e della loro tutela e promozione. La struttura della Costituzione La Costituzione italiana è composta da 139 articoli. Cinque però, il 115, 124, 128, 129 e 130, sono stati abrogati. Il testo completo si apre con un brevissimo preambolo. Gli articoli sono divisi in quattro sezioni: Principi fondamentali (art. 1-12); Parte I dove si tratta dei diritti e doveri dei cittadini (art. 13-54) Parte II, dove si tratta dell’Ordinamento della Repubblica (art. 55-139); 18 disposizioni transitorie e finali, che riguardano il passaggio dal regime fascista a quello democratico e una serie di impegni di attuazione di alcuni punti del testo costituzionale. La nostra Costituzione è: SCRITTA. Si volle, così, da un lato, evitare possibili fraintendimenti o facili variazioni dei contenuti e dall’altro sottolineare, fissando un testo nella forma scritta, la solennità e l’importanza della Costituzione come legge superiore, punto di riferimento di qualsiasi altra legge dello Stato. RIGIDA. La Costituzione italiana è definita “rigida” per due motivi: il primo è che è necessario un complesso procedimento per la riforma dei suoi contenuti e l’altro è che nessuna legge può essere messa in atto se in contrasto con la Costituzione. La conseguenza più importante della rigidità del testo costituzionale è stata la nascita della Corte Costituzionale che stabilisce il grado di costituzionalità, e quindi di legittimità, di ogni legge. Questo organo svolge una fondamentale funzione di controllo sull’operato del Parlamento e del Governo e costituisce un baluardo per la salvaguardia della democrazia e contro eventuali degenerazioni del potere esecutivo. LUNGA. La nostra Costituzione è definita lunga (anche se è molto meno lunga di tante altre Costituzioni) perché non si limita a definire l’ordinamento della Repubblica. L’Assemblea Costituente ha voluto anche indicare quelli che per lei erano i principi fondamentali della convivenza civile e quindi il testo finale ha una componente giuridica e politica ma anche una componente etica e sociale. VOTATA. Il testo costituzionale è stato elaborato da un gruppo di 556 cittadini eletti dal popolo ed è poi stata discussa e democraticamente votata all’interno di questa Assemblea. È importante sottolineare il fatto che la nostra Costituzione, malgrado le forti differenze ideologiche dei vari partiti che componevano l’Assemblea Costituente, è stata poi votata quasi all’unanimità (453 voti favorevoli e 62 contrari). COMPROMISSORIA. Come abbiamo visto, l’Assemblea Costituente era composta di partiti dalle ideologie più diverse e contrapposte. È ovvio, dunque, che molte parti della Costituzione sono frutto di un compromesso faticosamente raggiunto tra le varie componenti politiche ma questo non indica, di per sé, un fatto negativo. In realtà i compromessi raggiunti mostrano, comunque, una base comune delle diverse ideologie su alcuni punti fondamentali come il rispetto della persona umana e il suo primato nell’elaborazione delle leggi, i principi di libertà, di eguaglianza, di solidarietà, di giustizia sociale e il rifiuto di qualsiasi forma di potere non democratico. DEMOCRATICA. La Costituzione è democratica perché rifiuta ogni genere di totalitarismo e si basa sulla partecipazione del popolo a ogni decisione attraverso i suoi rappresentanti o direttamente attraverso i referendum. Particolare valore viene poi dato alla presenza dei sindacati nel campo del 5 lavoro e ai partiti politici come attori fondamentali dell’attività politica. ORIENTATA ASSIOLOGICAMENTE. La Costituzione italiana è da molti studiosi intesa come “assiologicamente orientata” (il termine assiologia viene dal greco axia che significa “valore”). Questo significa che la Costituzione viene concepita come orientata ad un sistema di valori sociali individuati come fondamentali dalla comunità, valori che riassume e formalizza in un testo giuridico. PROGRAMMATICA. La Costituzione Italiana nei Principi fondamentali (artt. 1-12) e nella Parte Prima. Diritti e doveri dei cittadini (artt. 13-54) dà una serie di indicazioni programmatiche che, naturalmente, devono poi essere attuate nella realtà sociale e politica. Oggi il problema della piena attuazione delle norme fondamentali della Costituzione è ancora all’ordine del giorno. Bibliografia V. Conte, 12 Lezioni di Cittadinanza e Costituzione 1, Zanichelli D. Di Ubaldo, La città della Costituzione, Fabbri Editore P.A. Manfredi, M. Alfieri, V. Leone, Geostorica – la Costituzione della Repubblica Italiana, DEA Scuola, De Agostini. Esercizio: 1- Ricerca quali sistemi organizzativi hanno gli Stati dell’U. E., Stati Uniti e Russia, Cina, India, Brasile. Sono monarchie (e di che tipo?) o repubbliche (e di che tipo?); Stati democratici o autoritari? Stati federali o unitari? Identifica una monarchia assoluta ancora esistente nel mondo. 2- Quali sono i diritti inviolabili dell’uomo? 6

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