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Summary
This document provides an overview of the different stages of comparative literature, emphasizing the evolution of the field and the role of comparative analysis in understanding literary influences and cultural contexts. It highlights key figures and developments in the history of comparative literature, including its relationship to national literatures and the evolution of its methodologies.
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LETTERATURE COMPARATE “Letterature comparate” è una disciplina che proviene da un settore scientifico disciplinare che si chiama “critica letteraria e letterature comparate” in quanto si occupa di problemi generali della letteratura che possono emergere dal confronto tra più letterature, ma anche da...
LETTERATURE COMPARATE “Letterature comparate” è una disciplina che proviene da un settore scientifico disciplinare che si chiama “critica letteraria e letterature comparate” in quanto si occupa di problemi generali della letteratura che possono emergere dal confronto tra più letterature, ma anche dal confronto tra una letteratura e un altro campo del sapere. Al di fuori dei confini nazionali, confrontando più tradizioni linguistiche e letterarie. Va pensata la letteratura come una forma di conoscenza che va coesa con altre discipline Convergenze=la letteratura va a scontrarsi anche a forme lontanissime di conoscenza (chimica,fisica...) I comparativi si muovono tra più lingue, non specialisti di tali lingue, il lavoro è confrontando testi originali con traduzioni. Le influenze letterarie non sono legate alla lingua originale Tertium comparationis= terzo elemento al di fuori di quelli che interagiscono fra loro, studiare A e B è in funzione di C, C è l'argomento di studio delle letterature comparate, il motivo del confronto è l'interesse. La comparatistica è un modo di fare teoria della letteratura, non è fine a se stessa. C'è un'oscillazione tra letteratura comparata e letterature comparate. Tradizionalmente nel 700 e la prima metà del ‘900, il termine utilizzato era quello di letteratura comparata, ponendo l'accento sulla letteratura nazionale comparata alle altre. 5 FASI DELLA DISCIPLINA (‘700-’900) 1 FASE: dalla seconda metà del ‘700 (1750), accanto alla storia letteraria nazionale, si affianca la storia universale della letteratura: studia e riporta l’accertamento filologico e nella composizione di documenti letterari all'interno della narrazione della storia culturale di una nazione → gli storici si rendono conto che non tutti i fenomeni letterari dati in una specifica lingua possono essere spiegati attraverso lo studio delle opere di quella lingua stessa, esistono delle influenze interlinguistiche e interculturali, gli storici fanno quindi un lavoro filologico di studio delle tradizioni del testo proprio a livello europeo, garantendo che quella opera letteraria sia stata influenzata da un'altra opera. In breve: grandi repertori dove si analizza dei fenomeni non spiegabili da un’unica lingua (es. Declinazioni del Mito, la storicità delle opere folkloristiche). Questi fenomeni si spiegano con mezzi sovra-nazionali 2 FASE: nella prima metà dell’800 si sviluppa accanto alla storia universale, anche uno studio relativo allo studio delle fonti; quindi, alcune opere letterarie fondano le proprie origini nelle antiche tradizioni letterarie sul modello di Voci di popoli in canti di Johann Gottfried Herder (1807). Nel frattempo in ambiente protoromantico Friedrich Schlegel e Madame de Stael propongono quadri della letteratura europea come espressione delle facoltà spirituali delle diverse comunità d'origine, quindi accanto alla coesione della cultura europea, ci si rende conto che esistono dei caratteri propri di ciascuna tradizione popolare, descritti e percepiti come l’espressione delle facoltà spirituali delle diverse comunità che hanno dato vita ad organizzazioni linguistiche differenti. “De la littérature du midi de l’europe” di Sismonde de Sismondi: primo caso in cui un critico europeo compara una letteratura europea ad una letteratura extra europea (Araba e Persiana). 3 FASE: nel 1850 parallelamente all'emergere dei nazionalismi, nasce la storia comparata della letteratura, o letteratura comparata, disciplina di ambito accademico volta all'esposizione didattica dei rapporti tra due o più letterature. I capitalisti della disciplina sono Abel-Francois Villemain e Jean-Jacques Ampère che spostano l'attenzione su uno studio sincronico dei rapporti intercorsi tra le letterature appartenenti alla cultura europea in uno specifico momento, individuando il particolarizzare in senso nazionalistico di temi, motivi, miti e forme letterarie. Il fine di comparare autori che certamente hanno a che fare tra loro è quello di mostrare come gli stessi temi, motivi e miti si siano differenziati in un dato momento a seconda della spiritualità e ideologia di una certa cultura. Eurocentrismo. 4 FASE: con l'irrigidimento dei nazionalismi, la letteratura comparata assume una funzione ancillare, funzionando da import export della letteratura nazionale dentro e fuori i confini della nazione stessa. De Sanctis dice che la storia letteraria nazionale Ë la storia di una coscienza di un popolo, scrivere la storia della letteratura Ë di scrivere la storia della coscienza di un popolo. In breve nazionalismo ottocentesco in Italia: in Italia e` stata appena fondata l’italia, ancora eterogenea nella cultura e nella lingua, ciò che accomuna l’italia è la letteratura e i suoi classici. Vengono date cattedre di letteratura comparata a storici della letteratura, ancora oggi nei raggruppamenti ministeriali questa materia e` inserita tra la letteratura italiana e la storia della letteratura italiana. 5 FASE: nel 900 la letteratura comparata entra in crisi, Benedetto Croce critica aspramente la metodologia un po' erudita della comparazione letteraria. Il Novecento Ë anche il momento in cui la letteratura comparata si dota di una propria metodologia e coscienza storica. La prima definizione moderna di letteratura comparata si deve a Paul van Tieghem che ne parla anche in maniera negativa, però ne riconosce una specificità ed indipendenza rispetto ad altre metodologie di studio. In breve fase canonizzazione della letteratura comparata, i trascorsi della disciplina vengono canonizzati in dei libri che faranno da modello per la disciplina in futuro La canonizzazione della disciplina, si deve in particolare a 4 testi: Paul Hazard: La crisi della coscienza europea (1934) = storico delle idee, nel suo libro teorizza una coscienza europea che subisce una rivoluzione concettuale in seguito a 2 eventi epocali 1. Scoperta del nuovo mondo: evento traumatico, la scoperta di civiltà millenarie separate dalla verità di Dio porta implicazioni politiche, ci si chiede se le popolazioni siano umane e se e` colpa di tali popolazioni se non e` stata data la grazia di Dio o no. Infine viene decretato che sono persone e che non e` colpa loro, quindi andiamo a convertirli, gli schiavi sono gli infedeli che hanno rifiutato Dio: gli africani. 2. 1517: Affissione delle tesi del monaco agostiniano Martin Lutero: precisazioni: l’affissione delle tesi era una pratica comune per confrontare gli studi con altri letterati, in queste tesi Lutero, parlando del concilio di Nicea, critica la comprensione delle parole del messia: “fate penitenza”, compresa come confessione, ma Gesù non parla mai di confessione, quindi il sacerdote non può dare l’indulgenza. E` dubbio se nel testo sacro ci sia la confessione o no, Il papa allora scomunica Lutero per scandalo, non eresia. La chiesa si spezza tra la parte tedesca, Luterana e quella latina, cattolica. Lutero elimina anche il corpo della chiesa, quindi traduce la bibbia in tedesco, in quanto tutti devono poter leggere i testi sacri. Questo e` un momento di negazione dell’universalismo europeo. La nozione di superiorità europea viene sostituita da quella di differenza. Curtius: Letteratura europea e medioevo latino (1948) = dopo 20 anni di studio sul medioevo scrive questo libro, la tesi di fondo e` che la letteratura classica e le letterature romanze sono uniti da una storia letteraria che non si studia (900 anni di vuoto fra la caduta dell’impero e Dante). Il medioevo comincia già nella tarda antichità e finisce molto dopo le corti italiane e francese, in Spagna e Inghilterra dura fino al 1600. Curtius scompone le forme letterarie in generi, forme, motivi, topoi, tradizione retorica, motivi, formule fisse e personaggi. Inventa una critica stilistica comparativa. Spitzer: Linguistica e storia letteraria (1948) = analizza l’influenza letteraria tra le personalità artistiche. Esiste un “azzardo” tipico del comparatista dove si comprano cose più disparate, ma con un criterio rigoroso. Egli adotta una strategia sincronica: mostra che la produzione letteraria e` influenzata da schemi linguistici che tendono a permanere o mutare in determinate situazioni storiche; alcuni tratti del pensiero non seguono le trasformazioni degli assetti politici, l’esempio del pensiero medievale che convive con quello rinascimentale e` il più` evidente. La costruzione artificiale della tradizione e` la chiave (es. Medioevo e Barocco scomparsi a Firenze). Il metodo sincronico analizza l’uso della lingua come vettore del pensiero determinato in un certo modo. Linee storiche: linee che attraversano la storia al di là` di fatti politici Auerbach: Mimesis, il realismo nella letteratura occidentale (1946)= Uno dei più famosi filologi, anche personaggio di un libro di Michele Mari. Il libro studia le varie coniugazioni delle rappresentazioni della realtà da Omero a Virginia Woolf. Nell’ultimo capitolo del libro spiega la metodologia per la stesura del libro: studiare in che modo la rappresentazione letteraria dà forma alla realtà. Anatomia della critica, Norton Fry: la critica come forma parassitaria della letteratura, senza la letteratura non esisterebbe la critica. Egli delinea 3 figure: 1. Scrittore: produttore di arte 2. Critico: capisce l’arte, ma non ha né i soldi del mecenate, né il talento dello scrittore. Secondo molti artisti e` un artista fallito o un mecenate squattrinato, e` arido, sterile. → Fry riabilita il critico: basta vedere il destino di quelle forme letterarie che hanno fatto a meno della critica per rendersi conto che la critica non e` una funzione sopprimibile. L’arte per durare nel tempo ha potuto fare a meno della critica, tuttavia il gusto del pubblico e` artificiale tanto quanto la critica. La critica spesso si e` rintanata a classe elitaria che comprende l’arte. Se ci fosse una correlazione diretta fra vendite e valore artistico, il critico deve capire il valore delle cose. La critica serve a limitare la sfera emozionale e analizzare il valore di un’opera. (Es. Leopardi: dei critici cestinarono la lettera di un italiano di Leopardi quando non era famoso, loro sono sconosciuti, Leopardi…beh) 3. Mecenate: permette la produzione dell’arte col denaro, Feltrinelli e` un esempio: pubblicava libri che nessuno comprava, perdendo inizialmente tanti soldi Distinzione significato e significante: Il significante e` l’immagine che il fenomeno rimanda al concetto che abbiamo in mente, il significato e` il contenuto mentale. Il rapporto fra i 2 è oggetto della critica, che impedisce che in significante esprima tutto o niente riguardo al significato. L’opera significa più cose rispetto a quello che l’autore pensa, Umberto Eco spiega che un'opera d’arte ha almeno 3 significati 1. Intenzione autore 2. Intenzione lettore 3. Intenzione dell’opera in se` nella storia→ opera intesa in modo collettivo nella storia. Es.: Visione della commedia→ Croce: una struttura con sezioni diverse di poesia. Gramsci: la commedia come romanzo teologico Non c'è un modo giusto di leggere la letteratura, ma esistono modi sbagliati. CANONE viene dal greco kanon: 1. insieme delle norme di una tradizione: significato valutativo 2. Elenco opere che e` necessario conoscere per essere accettati in una comunità: significato di accettazione 2001: Per portare razionalità sul romanzo “the Western Canon” uno studioso (Romano Luperini) ha spiegato 2 visioni del canone: 1. Canone delle opere (Canone object): (dal punto di vista delle opere) = L’insieme delle norme (retoriche, di gusto, di poetica…) tratte da un’opera o da un gruppo di opere omogenee, che fonda una tradizione. La lingua nobile della tradizione poetica italiana e` costituita dal Canzoniere di Petrarca, che e` l’archetipo di Canone poetico. Il Decameron e` l’archetipo del canone della prosa, che usa il linguaggio popolare. Fino all’800 la lingua Dantesca e` troppo spuria, non viene apprezzata dagli intellettuali in senso di definizione di Canone. Per molti secoli ci sono solo Petrarca e Boccaccio come modelli. Le norme sono retorico-stilistiche. Harold Bloom: il fatto che esistano delle norme implica, agli scrittori arrivati dopo la stesura di un canone, il confronto con questo canone. Si può gareggiare col modello canonico (es. Marino: poeta barocco che estremizza Petrarca; Leopardi: poeta petrarchesco; Ungaretti: confronto costante con la canonica petrarchesca, il significato e` sempre sulla fase estrema del significante, sul meccanismo orfico di trovare le parole giuste) Il canone insomma e` diacronico, fisso e stabile 2. Canone del lettore (Canone subjecti) (dal punto di vista del lettore) = insieme di opere e di autori che vengono prescritti agli studenti per essere studiati, talvolta coincide con l’altra definizione, talvolta no, poiché sincronico col periodo storico. E` un elenco di testi prescritti in una fase della storia da una certa società. Il Canone e` presieduto dalle istituzioni. Derrida mette in crisi l’idea di significato che nasce dalla linguistica strutturale: il significato di un testo non e` legato a se stesso, ma e` differito nel tempo. Non si esce mai dal linguaggio. Bloom: scrive un libro reazionario, “Il canone occidentale”, dove critica tutti i testi scolastici in quanto eliminano la lettura estetica dei testi. Nel I capitolo, “Un’elegia per il canone”: Cosa uno studente deve conoscere per poter dire di essere in grado di insegnare. Nei 13 anni americani di scuola dell’obbligo non viene letta una quantità sufficiente di letteratura. Non e` la responsabilità politica del critico moralizzare i contenuti letterari. La morale non ha niente a che fare con la letteratura: leggere non serve a diventare migliori cittadini. Lettura come incontro fra 2 solitudini. La letteratura e` menzogna, non ha nulla a che vedere con la verità. Bloom sente minacciata l’autonomia della conoscenza letteraria rispetto a tutte le altre conoscenze, in particolare il suo valore estetico. Molto spesso la letteratura viene usata come documento per rafforzare tesi di altro tipo; ma il testo letterario è molto di più. La finzione: nello spazio di essa tutte le caratteristiche date per vere sono vere, la letteratura moderna tematizza tutto questo: Es. Don Quijote=Mulini a vento che sono giganti. Bloom nel suo libro non tiene conto dei canoni, ma inserisce nella sua opera gli autori che a lui piacciono, non tiene conto delle tradizioni interne, gli autori sono principalmente inglesi, bianchi, protestanti, uomini. Bloom ritiene che la conoscenza letteraria sia in se`, non ha bisogno di altre conoscenze o dibattiti. E` possibile una lettura di un canone intra-letteraria, ma quella da lui adottata e` quella di rilettura di questo canone. Distinzione Classico e Canonico: Classico viene da classificazione: esercizio di memoria, non rimando ad una tradizione, i 4 vangeli sono canonici, viene stabilito che la parola di Dio e` in questi 4 vangeli, i vangeli apocrifi sono importanti per la chiesa, ma non sono sacri. La memoria e` un esercizio selettivo: non possiamo conservare tutto, gli hard disk non sono memoria, ma dati, diventano memoria quando li classifichiamo. L’esercizio della memoria e` selettivo e discriminante. Riguardo ai testi letterari la cosa e` ancora più complessa: solitamente ci sono delle istituzioni che tendono a tramandare una tradizione letteraria. Mario Domenichelli insisteva molto su memoria e canone:ogni disciplina rappresentativa costituisce un proprio canone, abbiamo inscritti i modelli canonici delle varie figure. Anche i modi di rappresentare le cose interne a noi ci derivano da una tradizione rappresentativa, persino nell’introspezione interiore. Grazie alla distinzione di canone possiamo valutare secondo dei criteri stabiliti, altrimenti impossibili da giudicare. La posizione di Domenichelli lascia poca autonomia all'autorità di pensiero(da rivedere). Nel `500 fino al `700 le 2 visioni di canone sono pressoché' identiche, dalla modernità letteraria (Baudelaire) le letture del canone si distanziano poiché in occidente accade la rivoluzione francese: fino ad allora la divisione sociale tra nobili e non è data dal nome, quindi dal lignaggio familiare e dall’appartenenza ad una famiglia storicamente privilegiata. Gli artisti lavorano sotto la classe aristocratica. In che modo il concetto di canone si è modificato nella modernità. CANONE E STORIE LETTERARIE: “La storia della poesia di una nazione è l'Essenza della sua storia, politica, economica, scientifica e religiosa” CARLYLE, 1831 - IRLANDA: a cavallo tra 800 e 900 si assiste al recupero di una tradizione folklorica dimenticata, che si unisce a quella della letteratura in lingua irlandese portata avanti negli stessi anni da scrittori e intellettuali come W.B.Yeats, Lady Gregory e altri. In questo quadro si cerca di contendere alcuni autori irlandesi in lingua inglese, come Goldsmith e Swift, che vengono così utilizzati anche per dar forza alla causa di indipendenza della Repubblica d'Irlanda. - ITALIA: in storie letterarie come quella di Francesco de Sanctis il cammino delle lettere è assimilato hegelianamente al cammino dello spirito verso la costituzione dello stato - Si tratta, davvero, della narrazione di una nazione, basata, evidentemente, su inclusioni (Dante, per esempio, rispetto al canone bembesco, è un classico) su addomesticamenti, o, infine, su esclusioni (per esempio Storia della mia vita di Casanova scritta in francese) CANONE E CLASSICI → cos'è un classico? → la parola classico presuppone sin dalla sua comparsa una certa gerarchia di valori e una classificazione. A tale classificazione, tradizionalmente, sono ricondotti anche generi e sottogeneri letterari, sin dalla Poetica di Aristotele. Un poeta che non si fosse confrontato con le forme alte della tradizione non avrebbe potuto aspirare a diventare un classico (si pensi a Marziale e all’epigramma) MODERNITÀ: - Baudelaire (secondo Walter Benjamin→ Baudelaire è un poeta che conosce perfettamente le regole del mercato e delle merci, considera già la letteratura come una merce, applica al proprio testo letterario una serie di regole che si impongono a verità assolute guadagnando egemonia nel mercato) RIVOLUZIONE FRANCESE→ passaggio epocale che segna l'entrata della letteratura e delle arti nel commercio. La letteratura e le arti perdono il rapporto diretto con la committenza, la rivoluzione francese sancisce la proprietà privata e con essa gli annullamenti di una funzione di un'influenza diretta sulle arti e letterature. Gli artisti si trovano disoccupati e disaffiliati rispetto alla propria classe sociale. Cambia quindi il rapporto di produzioni. Utilizza il concetto di novità, proponendo qualcosa che prima non esisteva. (avanguardia). La posizione del poeta nella modernità è quella di prostituzione intellettuale, cercando di affermare la propria opera con tutti i mezzi possibili. mercato letterario concezione agonica dell'opera letteraria Manifesto futurista: l’idea di proporre qualcosa mai proposto prima, soprattutto di rinunciare a creare qualcosa che prendesse spunti dal passato. Separazione esistenziale tra classico (opera che esprime il momento di maggior maturità di una cultura e con essa lo esaurisce) e grande opera (cerca di modificare la tradizione e rivolgersi al futuro). →CAMBIAMENTO EPOCALE. POSTMODERNITÀ - Harold Bloom ‘94 “The western canon”: nasce da una riflessione di Bloom occasionata da un evento a standford nel’86, gli studenti protestano contro i programmi accademici previsti, in quanto se la prendono con un’idea non inclusiva della letteratura, l9idea che il canone occidentale sia qualcosa di legato all’uomo bianco, etero, ricco e in salute. (“Rovinare le sacre verità” primo libro di Bloom.) Bloom parla di critica del risentimento. Ma cosa dice nel testo del ‘94? → non c’è tempo per leggere tutto quello che ritroviamo nel canone occidentale, anche se leggessimo in continuazione, si dovrebbe quindi scegliere, ma come? In questi tempi esistono nuove schiere di lemmings accademici inclini al suicidio di massa che stanno uccidendo la disciplina della letteratura. Succederà che ad un certo punto tutte le università apriranno un dipartimento di studi letterari che daranno modo ai dipartimenti di lettere il poter tornare a considerare come centrale del loro lavoro il VALORE PURAMENTE ESTETICO della letteratura. I nuovi commissari del popolo ci dicono che leggere bei libri è nocivo per il carattere, cosa che a mio avviso è probabilmente vera, leggere dei grandi scrittori non farà di noi dei cittadini migliori. La letteratura non serve ad educare, è un’arte amorale. Secondo Oscar Wilde l’arte è perfettamente inutile e che tutta la poesia mediocre è sincera e che quindi la sincerità nella letteratura è una pessima storia. Nel canone stilato da Bloom ci sono solo due donne o scrittori post-coloniali, non c’è forse una ragione ideologica? II concetto chiave della comparatistica: Il canone dal punto di vista delle opere. Concetto legato ad un’idea di forma letteraria: Forma piu` che contenuto, sebbene i 2 siano inevitabilmente legati. Il canone italiano si installa attraverso la poesia lirica: forma. GENERE : dal latino genus=stirpe. = indica una categoria di oggetti particolari aventi elementi essenziali e secondari che li distinguono tra loro. Il genere e` un raggruppamento di oggetti con caratteristiche macroscopiche formali uguali, ma tratti secondari differenti. Ragione storica del genere: l’idea moderna del genere deriva da un sistema letterario millenario andato in frantumi con la modernità letteraria (`800). Prima lo statuto letterario era determinato semplicemente dal genere formale, non contenutistico. L’antico sistema di generi deriva dalla poetica di Aristotele, le riflessioni moderne rispetto al genere hanno sottolineato la staticità` dei generi dalla definizione Aristotelica. Poetica come fondamento della teoria dei generi. Il primo libro che parla di teoria di genere e` la “Repubblica” di Platone: nel libro III e anche nel X viene preso in considerazione lo statuto dei poeti: se la città vuole funzionare bene deve bandire la poesia, perché i poeti non conoscono le cose che imitano e quindi possono corrompere le menti umane. Serve un controllo della poesia. Il tipo di poesia eroica di Platone torna anche nei governi di oggi: la scelta di un canone inclusivo e` possibile solo se discriminiamo la nostra tradizione, siccome la società ha alcune necessità la letteratura deve essere funzionale a queste necessità. L’aspetto pedagogico è visto come più importante dei testi stessi. LIbro III: i poeti procedono 1. o per narrazione semplice (poesia lirica in prima persona) 2. o per mimesi (Teatro) 3. o entrambe (poesia epica, oggi il romanzo). Nella poesia epica c’e` sia la voce del poeta, sia i personaggi nella scena. Platone non si sofferma sulla tradizione letteraria, descrive questo passaggio solo per distaccarsi dalla letteratura. X libro: la poesia funziona perché illusione: e` un imitazione di un’imitazione. I poeti imitano delle apparenze, non conoscono nulla della realtà. Il poeta non e` consapevole della sua opera: e` un discorso allusivo, ispirato, maniacale. La gente si fida e si lascia corrompere dalla letteratura. In Platone ciò che è bene e cio` che e` bene per il potere coincidono In Aristotele: (Importante ad esame) Poetica I: parla di una classificazione rigorosa della letteratura, senza analizzare le conseguenze sociali, ma strettamente legate al funzionamento e ai meccanismi interni alla letteratura. Si concentra sulla poesia antica e il teatro. Parla di una trama possibile e consequenziale, che segue le leggi del racconto. Lo storico parla dei fatti come sono avvenuti, i poeti parlano delle possibilità che potevano avvenire. La poesia e` più importante della storia perché parla di universali, e` forma di conoscenza, la storia parla solo di particolari. La poesia e` anche qui imitazione, ma delle azioni, delle gesta degli uomini. Letta correttamente si distingue in 3 aspetti: 1. Mezzi: danza, musica, parola. Esse vivono nello stesso spazio espressivo. 2. Oggetti di imitazione: i poeti possono imitare le gesta di uomini migliori (eroi, dei,...), come noi, peggiori (schiavi, donne,...) 3. Modi di imitazione: Il poeta può narrare a proprio nome, a nome dei personaggi o con metodo misto. Il sistema Aristotelico sviluppa i modi platonici e aggiunge mezzi e oggetti. Sistema quadripartito nella Poetica: 1. Drammatico superiore (Tragedia) = uomini migliori di noi 2. Drammatico inferiore (Commedia) = uomini peggiori di noi 3. Narrativo superiore (Epopea) Epica 4. Narrativo inferiore (illustrato con parodie) = non definito da Aristotele, fa un esempio: l’opera Margite, attribuita ad Omero, perduta: nel testo si parla di questo Margite che conosce molte cose, tutte male. Queste descrizioni non sono un manuale su come scrivere i vari generi, ma semplicemente e` una classificazione rigorosa di ciò che e` tradizionalmente dato. E` la letteratura che determina i generi. Ottocento: C'è un momento nella storia occidentale dove le categorie saltano: Romanticismo. Questi concetti precedenti si “caricano di storia”, come se si percepisce una dimensione diacronica della letteratura. Goethe insoddisfatto dei generi tradizionali individua 3 forme naturali della poesia: 1. Epos = poesia che narra con chiarezza 2. Lirica = poesia che accalora nell’entusiasmo, Aristotele non considera la lirica, in quanto voce del poeta in prima persona. Le letterature romanze si accompagnano con una forte presenza della poesia lirica. 3. Dramma = poesia che mette in azione i protagonisti I commentatori fanno acrobazie mostruose per mettere insieme la letteratura, al tempo moderna, e la tradizione aristotelica. Nell'800 tutto diventa storico, compresi i generi letterari. Questo porta ad un crollo di tali generi. Il genere e` un oggetto storico che arriva alla modernità e scompare. Novecento: Si apre con la figura di Benedetto Croce che critica in maniera molto aspra il concetto di genere letterario definendolo uno pseudoconcetto, considera la poesia come pura intuizione dello spirito → esistono dei momenti lirici della poesia che si mettono a dialogo in maniera intuitiva con lo spirito del soggetto in maniera diretta. Distingue quindi la struttura della commedia dai momenti lirici, la struttura (cioè la narrazione della commedia) è un qualcosa in più, che serve al poeta per raggiungere i picchi lirici della sua poesia. Benedetto Croce sul genere avrà` una posizione forte: il genere e` uno pseudo concetto, serve ai critici per spiegare la storia della letteratura, ma non e` la storia della letteratura stessa. Croce considera il genere come un qualcosa che non spiega la differenza tra prosa e poesia, e` il critico che determina la differenza. L’immagine formale non interessa a Croce, egli cerca un rapporto intuitivo col testo, la scintilla dello spirito che si riflette nel testo. Croce in questo discorso in realtà inconsapevolmente sembra prediligere la Lirica come genere. L’influenza di Croce e` talmente rilevante ad inizio Novecento che l’opinione di Croce verra` condivisa anche in Francia e in altri critici letterari. Blacheau, Francia: molto vicino a Croce, spiega che la letteratura moderna non segue più le distinzioni Aristoteliche. Ma da quando queste distinzioni crollino rimane indefinito, sicuramente un momento di svolta e` la nascita del romanzo. Nel secondo Novecento la posizione di Croce verrà rovesciata da Luciano Anceschi. i critici mettono in relazione le regole della tragedia classe con la tragedia di ora, croce disprezza perché i critici non dicono se un'opera è bella o brutta ma la comparano con delle regole. Per croce l’arte è pura intenzione dello spirito, questo genere che ci permette di vedere intenzione dello spirito è la poesia lirica. la poesia non può essere racchiusa in categorie. La poesia e la non poesia in croce è soggettiva e non oggettiva, ci dice che una poesia è bella quando aspira a far crescere il nostro spirito, questa posizione è una posizione molto diffusa blanchot - il libro a venire → nel novecento non ha più senso stabilire se il libro è un romanzo o una raccolta di poesia perché il canone guarda verso il futuro e non guarda più dai modelli del passato come quello di imitare, nella modernità questo non funziona più perchè i grandi artisti guardano in avanti quindi cercano qualcosa di nuovo e non nel passato. La letteratura che cerca la sua essenza liquidando le distinzioni e i limiti. Un 'intellettuale fondamentale nel novecento è Todorov ha scritto un libro intitolato “ l’origine dei generi “ scritto sui generi letterari cercando di ribaltare la visione di croce. → Il racconto serve alla trasmissione dell’esperienza che è alla base della nostra capacità → il romanzo si fonda sull’impossibilità di raccontare la trama, è un genere scritto che nasce per essere così, nasce dalla solitudine dello scrittore e il racconto nasce dalla comunità condivisa da un certo numero di persone che è sempre raccontato l'origine del racconto non c’è e le sue versioni sono portatrici di identità. (il mito è un racconto che spiega la realtà ) il romanzo si basa sulla finzione di un racconto, il narratore finge un atto di funzione che non ha luogo che è finto, mentre il racconto ce l'ha. i generi di oggi derivano dai generi del passato che hanno subito vari cambiamenti la poesia è un genere la poetica non è genere in ogni epoca ci sono generi dominanti e generi no la posizione di Todorov vede il concetto di genere letterario ampiamente superato perchè croce e molti autori ci spiegano che infondo un certo testo di un certo genere ci dice pochissimo, un testo deve portare a intuire il nostro spirito Blanchot dice che il novecento ha una rottura perché gli autori percepiscono la letteratura come un tutt'uno e non ha senso di capire a che genere si appartiene, non esiste intermediazione tra la letteratura e il suo genere. nel suo studio lui si riferisce a una serie di termini come forme testuali come il diario o come il romanzo e il racconto che si oppongono l'una all’altra. Questi sono generi ma non più antichi del sistema aristotelico ma sono generi sono istituzioni di atti linguistici ricorrenti quando un atto linguistico ricorrente diventa utile in un certo tratto di epoca viene istituzionalizzato diventa un genere. Todorov dice che questo concetto di genere mette in relazione la letteratura che si fa quindi quella iniziale con delle tendenze collettive, delle poetiche collettive di natura epocale che settorianizzano i generi. un discorso di questo tipo implica una ricerca dell’origine dei generi che risale all’indietro, questa ricerca dell'origine dei generi stabilisce che i generi temporanei discendono da altri generi passati di cui sono la trasformazione. Non esistono generi del tutto nuovi, sono generi nati per far emergere le peculiarità del ciascun io, per far emergere l’individualità mentre i generi antichi no. il romanzo moderno è inconcepibile nel mondo antico Figure importanti del novecento in italia Carlo Bo intellettuale lui non intende il ruolo di critico per dire bello e brutto e non intende il lato estetico come proibizionismo l’altra figura che non è crociana è Enzo Fasci filosofo che ha studiato i testi di husserl e che ha una visione molto pragmatica dei testi ha molti allievi tra cui Luciano Anceschi il contenuto del suo pensiero nei generi letterari precede l’idea di todorov di 10 anni e cerca di ribaltare il pensiero di croce lui dice che non siamo in grado di capire la lettura contemporanea con delle letture astratte come quelle di croce abbiamo bisogno di capirle attraverso il concetto di genere letterario. L’unico strumento per capire la letteratura davvero è partire dai testi questo passaggio viene chiamato riscatto dell’empirico cioè l’idea che è la letteratura ha farci capire. finchè la norma viene prima dei testi noi non siamo in grado di capire alcune fasi della lettura specialmente quelli di rottura la letteratura che si scrive dopo questa battaglia bisogna ripartire dai testi. L'unico modo per studiare la letteratura in contesto bisogna studiare le situazione e le intenzioni dunque per studiare le poetiche generali e la letteratura siamo costretti a costruire storie letterarie che hanno struttura a lunga durata per esempio con cosa? con i generi. in questo modo si vedrà il contributo degli autori. ricordare che lo studio dei generi è fondamentale nelle letterature comparate inizia con aristotele e parte dalla poetica e che lo sforzo di esso è dato dal cercare di mostrare come funzione la poesia stessa e non dal punto di vista sociale. dopo la rivoluzione francese cambia tutto si arriva al primo novecento che questo concetto non va mentre nel secondo novecento funziona le letterature comparate nascono per lo studio dei temi letterari cioè contenuti tematici spesso scritti in lingua diversa. la dimensione contenutistica di queste opere fa parte di tante tradizioni e non di solo una. TEMA che cos’è un tema? (domanda esame qual è la distinzione tra le due? le tradizioni critiche che si occupano dello studio dei temi (= argomenti di lunga media o breve durata che vengono rappresentati) gran parte della comunità scientifica converte una distinzione da una parte lo studio dei temi e dei miti letterari chiamata tematologia studia la molteplicità di autore lingue e tempo oppure la tematica che è uno studio di tipo sincronico dedicato ad un tema o un mito in una testo o in un autore. STOFFGESCHICHTE → il limite di questi studi è che prendono in considerazione molti testi in un lungo periodo e gli manca lo studio dei testi cioè un'analisi approfondita interessandosi invece ad analizzarli in modo complessivo il termine tematologia è stato utilizzato nel primo manuale di storia della letteratura italiana che dice che questo tipo di studi è un tipo di studi eruditi, fino agli 60 anta questo tipo di studi vive in una nicchia di versione molto colte perché si interessano all'analisi di un testo letterario essendo più storici che letterari questo tipo di studi resto poco esplorato dalle indagini critiche. Negli anni 60 anta succede la svolta guardare slide trusson dice che non si tratta di dire tutti i libri in cui quel certo tema compare il fine è capire che quel tema viene rappresentato in maniera diversa in epoca in epoca ed è possibile perché la rappresentazione letteraria è posta letteralmente con il pensiero che sia filosofico letterario, questo fa capire come il pensiero umano cambia e non solo quello letterario ma tematico. il modo più giusto di studiare un tema è mostrare in che modo varia nella letteratura per fare questo ci sono delle regole: deve essere un vasto periodo di tempo e non breve se no non possiamo capire e poi mentre ha teorizzato questo parlando di tema userà poi si vergerà sulla parola mito prima si concentra su i temi letterari ma poi si concentrerà di più sui miti letterari i temi che trusson legge sono i mitici de può distinguere i temi dell’eroe e i temi della situazione edipo privandolo dell'intreccio la storia di edipo non è la stessa mentre privando dell'intreccio la storia di orfeo essa si ripete. il libro più importante suo è dedicato a Prometeo forme di rappresentazione= idea che i testi siano una messa in trama e quindi una forma di costruzione di qualcosa (temi in questo caso) di certe strutture, della poesia lirica, i romanzi nel testo narrativo e nella poesia la composizione e la proroga Henry Levin ha una visione diversa da quella di Trusson. I testi letterari vivono solo di contenuti. non esistono contenuti senza le forme, se un autore mette in trama un contenuto sta usando le forme e quindi lo studio tematologico per lui oltre a studiarlo nel tempo bisogno anche studiare l’uso delle forme. La critica tematica è stata praticata a Ginevra, la prospettiva di questi studiosi studiano testi in profondità. i critici più importanti sono george poulet e starobinski. Lo studio di un tema in un’opera singola o di un singolo autore CRITICA TEMATOLOGICA → STUDIO DELLA VARIAZIONE DI UN TEMA NEL TEMPO CRITICA TEMATICA → STUDIO DEL TEMA DI UN'OPERA O DI UN SINGOLO AUTORE. MITO che cos’è il mito e quali sono gli strumenti per studiarlo? negli anni 60 anta pierre brunel inventa una branca di studio che si chiama mitocritica che intende studiare il mito da un punto di vista tematologico. Bisogna definire cos’è il mito in letteratura, il mito non nasce come un testo letterario in letteratura. mito deriva dal greco mythos che indica il racconto in accezione favolosa e si contrappone al logos, racconta un racconto di creazione l’origine del mondo ecc. il mito in chiave etno-religiosa ha delle caratteristiche specifiche è anonimo e collettivo e assume tre funzione: una funzione narrativa, una funzione esplicativa e una di rivelazione. funzione narrativa → si configura uno scenario mitico in cui un sistema dinamico di simboli e archetipi diventa racconto a partire da uno schema funzione esplicativa → finchè il mito resta in ambito etno religioso la gente crede a quello che dice il mito funzione di rivelazione → il mito ha sempre a che fare con il soprannaturale nel mondo il mito etno-religioso non abbiamo contatti con questo tipo di conoscenza, la cosa più simile al mito nel mondo contemporaneo è la scienza (chimica fisica) hanno una struttura di mito etno-religioso perché esprimono la verità della struttura del mondo. quando un mito passa dall'ambito etno religioso all’ambito letterario il mito perde varie cose come il fatto di essere anonimo e il fatto di essere collettivo portando la persona a non credere più alla forma implicita ma credea quella storia che può essere una metafora gli studi tematologici si differenziano da quelli tematici perché cercano di analizzare un tema nel tempo e nello spazio. il termine mito è un racconto di un certo tipo anonimo collettivo e condiviso da un certo etnos cioè un luogo di fede che spiega la creazione di qualcosa. Il dibattito sul mito è molto accesso in quegli anni. Pierre brunel risponde a queste affermazioni dicendo che dal punto di vista teorico e vero ma tuttavia si deve pensare che il nostro accesso al mito è un accesso che avviene soltanto in modo letterario, e non in modo religioso. Quindi per definire i testi letterari che parlano di miti si può chiamare mito. esistono due forme di mito quello etno-religioso e quello letterario mitocritico → inventato da brunel che cos’è la letteratura comparata è un ampliamento della storia letteraria e lo studio del mito diventa lo studio delle sue origini tipologie del mito letterario il mito letterario è un linguaggio che viene composto da uno schema il quale da impulso alla composizione del racconto. il mito scritto non è l’origine del mito. il mito è un linguaggio infinitamente trasformabili a seconda del tempo e dello spazio ma che anche con i cambiamenti rimane lo stesso. TIPOLOGIE MITO LETTERARIO Il mito letterario nella letteratura occidentale risponde essenzialmente a 4 tipologie: 1. Rielaborazione di racconti di origine mitica provenienti dal mondo greco e romano; rielaborazione di racconti di origine mitica contenuti nelle Sacre Scritture. 2. Racconto di origine già letteraria (Faust, Tristano e Isotta, Amleto) 3. Miti politico-eroici, nati attorno a figure storiche di particolare carisma (Alessandro Magno, Cesare, Napoleone) 4. Miti parabolici, nati da minime indicazioni presenti nelle Sacre Scritture e poi germinati in narrazioni autonome. 5. (Secondo Brunel possiamo considerare miti letterari anche alcune parole chiave come Progresso, Macchina) TEMA Potremmo definire un tema come un soggetto di preoccupazione o interesse generale per l’uomo che si deposita in un orizzonte storico-letterario e si trasmette in prospettive di breve, media o lunga durata (tipi sociali, professionali, morali, luoghi comuni, spazi e ambienti ricorrenti, situazioni umane ricorrenti, problemi fondamentali della condotta umana etc) Il tema è quindi un'entità mobile, flessibile, metamorfica, composta, secondo alcuni studiosi, di parti minime invariabili chiamate MOTIVI. I motivi, combinandosi tra loro creano nessi tematici: un tema è una combinazione o un'aggregazione di motivi che si mescolano tra loro in maniera sempre diversa. In questo modo gli stessi elementi sono mobili, flessibili e metamorfici e spiegano quindi perchè lo stesso tema noi lo riconosciamo nei diversi testi, ma ci compare in maniera diversa. Un TEMA è quindi UN AGGREGAZIONE DI MOTIVI CHE SI RICOMPONGONO SECONDO NESSI TEMATICI DI VOLTA IN VOLTA DIFFERENTI. Quando questi nessi tematici si cristallizzano, in questo caso possiamo parlare di Topos. La combinazione stabilizzata di motivi è un topos. Quei temi che una certa tradizione cristallizza e ripropone sempre uguali a sé stessi. (Sul concetto di topos, non tutti i critici concordano: Cesare Segre e Mario Domenichelli, per esempio, considerano i topoi come i luoghi della memoria collettiva, dove si depositano, nel tempo, schemi di azioni, situazioni, invenzioni). I Topoi sono quindi i nessi tematici che una certa tradizione cristallizza. i contenuti di per sé non esistono così come non esistono le forme, noi siamo contatto con forma e contenuto sempre insieme la forma è sempre significativa si potrebbe dire che c’è un definizione implicita della forma. Esiste un contenuto delle forme lo studio tematico e quello tematologico hanno a che fare con due concetti fondamentali: memoria → le memorie stratifica la nostra civiltà rappresentano ciò che è stato ciò che si è immaginato per come si erano immaginate immaginario → è costituita dalla memoria, esso è l’insieme delle rappresentazioni che raccolgono ciò che una certa tradizione ha creduto di dover conoscere. le due noziono sono intrecciate tra loro. MOTIVO È stato Boris Tomasevskij a definire il concetto di motivo. Secondo il critico russo, infatti, i motivi costituiscono le unità elementari e subordinate del materiale tematico, della cui associazione si generano i “nessi tematici”. Non tutti i critici concordano sull'utilità della nozione di motivo. Per esempio, Mario Domenichelli considera poco fruttuoso l'uso di tale concetto. In ogni caso tema e motivo, considerando ricorrenza e ricorsività nella storia, costituiscono il segnale più evidente di una sorta di memoria collettiva. Lo studio tematologico è quindi uno studio che attraverso la letteratura può condurci ad una indagine culturale complessiva. Tuttavia, l'esistenza stessa di un tema letterario è legata alla sua mobilità e polisemia. Il commemoratore ci dice che è importante ricordare la storia, ma secondo Todorov è semplicemente un modo ideologico di far sì che la storia non abbia un peso sul presente, la storia ha un peso sul presente quando la memoria diventa attiva, cioè ha conseguenze dirette sul presente, altrimenti è solo commemorazione ed è del tutto inutile. La memoria collettiva è l'unione in certi luoghi deputati, di memorie individuali che si riconoscono in una certa narrazione del passato. La funzione del testimone è diversa da quella dello storico, in quanto ci dice una verità parziale, non oggettiva, non ha bisogno di giustificare. Lo studio tematologico della letteratura può condurci ad un'indagine complessiva si fenomeni anche molto complessi, la tematologia è un modo di intendere le letterature comparate a ponte tra lo studio letterario e lo studio della storia delle idee. TEMA E TEMATIZZAZIONE Tematizzare= significa individuare il tema di un'opera, operazione interpretativa, il critico analizza gli elementi del testo e le ricorrenze costanti di un gruppo di testo a livello intertestuale. tematizzazione = processo con cui i lettori evidenziano i diversi nuclei tematici posti dal testo, questa attività cambia a seconda della del contesto culturale Potremmo dire che un tema eccede e continuamente pone in discussione i concetti forgiati per contenerlo. Per studiarlo compiutamente occorre quindi mettere in evidenza e precisare i molteplici significati di cui esso è portatore, isolare i suoi elementi costitutivi, in modo da fare risaltare la sua polivalenza. Riconoscere che un certo tema, può mutare nel tempo e nello spazio. in questo senso diventa essenziale l’attività di “tematizzazione”(il riconoscimento di un certo tema in un testo) dell’interprete: in effetti ogni tema si costituisce a partire dall’istanza auto tematizzante del testo (il testo ha una struttura che è sempre uguale a sé stessa, il testo condiziona la nostra interpretazione ermeneutica) e l’interrogazione ermeneutica di chi lo decifra. Gli orientamenti epistemologici e socioculturali del lettore divengono una chiave d'accesso critico fondamentale, per cui si parla anche di tematologia reader oriented. Da tale presupposto nascono gli approcci tematologici degli studi di genere, postcoloniali e neostoricisti. Per studiare correttamente i temi in letteratura occorre disinnescare l’antica e nefasta contrapposizione tra forma e contenuto, ovvero lo stereotipo che fa di un tema semplicemente il contenuto significativo di un'opera letteraria. Intanto la forma è sempre significativa, poiché qualsiasi fenomeno della struttura del testo letterario è un fenomeno di senso (il modo in cui un certo testo è scritto è fondamentale, qualsiasi fenomeno in un testo letterario è un fenomeno di senso). Inoltre, il contenuto esiste solo nell'espressione che lo veicola, cioè che si dà solo attraverso una forma particolare dal quale non può essere separato. IMAGOLOGIA: lo studio dell'immagine dello straniero in letteratura. 2 APPROCCI al tema Sincronico Diacronico: riferito alla comparatistica IMAGOLGIA studio di rappresentazione dello straniero nei testi letterari. Immagine stereotipata fondante qualsiasi cultura umana. La letteratura è una fonte influente per il nostro pensiero e lo straniero è presente come personaggio in molte opere della letteratura d'ogni tempo. La condizione dello straniero prima di essere di dominio letterario è soprattutto una condizione esistenziale: ruolo sociale assunto in particolari circostanze da chi si trova a visitare una comunità diversa dalla propria e si confronta con ambiente culturale e sociale diversi. imagologia = si intende lo studio delle immagini, dei pregiudizi, dei cliché, degli stereotipi e in generale delle opinioni su altri popoli e culture che la letteratura trasmette. Utilizzano i termini come IMAGE, ossia le opinioni su altri popoli che vanno al di là del valore letterario e si colorano di un’importanza sociologica, e MIRAGE che sono le opinioni distorte, pregiudizi e cliché che una cultura dà ad un'altra cultura Queste images, secondo gli imagology, vanno al di là del puro valore letterario, dello studio delle idee e dell'immaginazione artistica di un singolo autore. L’imagologia cerca di risalire al valore ideologico e politico che certi aspetti di un'opera letteraria possono avere proprio in quanto in essi si condensano per lo più le idee che un autore condivide con l'ambiente sociale e culturale in cui vive. Ogni IMAGE si costituisce attraverso un continuo confronto che muove dalle identità all’alterità: parlare degli altri presuppone sempre un noi. Un testo contenente una o più IMAGES è detto IMAGOTIPICO. La letteratura da sempre figura in altri paesi e culture, facendone così uno dei canali principali della costruzione dell’immaginario dello “straniero”. L’immaginario è una costruzione memoriale apparentemente selettiva, risalire al senso dell’immaginario richiede un movimento archeologico del perché rappresentiamo le cose in un certo modo, per poi renderci conto che è impossibile risalire. La cultura occidentale tende a riconoscere se stessa come comunità con un'identità. Ciascuna comunità ha dentro di sé qualcosa che non conosce. Basterebbe riconoscere lo straniero in noi per cambiare la concezione dello straniero fuori di noi. L’odio verso lo straniero e` dato dall’ignoranza di noi stessi. L’imagologi chiamano i pregiudizi…= → Image quando sono neutrali vanno per gli studiosi al di la` delle intenzioni dell’autore stesso.Ogni image si fonda sul rapporto tra noi con gli altr → mirage quando sono denigratori Commento de “lo straniero” di Ceserani La letteratura non e` una forma di comunicazione diversa per la costruzione dello straniero, ha contribuito in maniera decisiva l’immaginario escludente rispetto allo straniero, tuttavia la rappresentazione letteraria per propria natura e` ambigua, tale ambiguità` si trasferisce anche alle tradizioni letterarie, contribuisce quindi a distruggere gli stereotipi che la letteratura stessa ha costruito. L'imagologia studia i testi imagotipici, di solito i viaggi. Esempio: viaggio in Italia di Goethe, piena di stereotipi, immagini… Si studiano i viaggi perché` il tipo di narrazione eccede i limiti di ciò che è conosciuto da una certa comunità`, basti vedere anche l’odissea. Pensando a “Il milione” le figure mostruose descritte derivano da una concezione collettiva, le comunità da sempre si cimentano in racconti per come li concepiscono, non sono di fantasia, solo da Baudelaire si parla di finzione letteraria. La fantasia fa parte dell’esperienza se riesco a raccontarla, e` vera. 2 scuole di Imagologia occidentale: Tradizione positivista: `800, di concezione deterministica dei caratteri nazionali dei popoli, Scuola di Aquisgrana= come l’immagine di un’altra nazione potesse influire sulla fortuna di un autore da quella proveniente. → L’esponente più importante di questa scuola e` Dyserinick, che sposta l’asse dell'imago logico sulle Tradizioni letterarie. Ciò che per noi è uno stereotipo oggi in altri tempi non lo era, perche` la comunita` non concepiva come tale, su questo Duerinck si concentra. Egli studia la manualistica scolastica per studiare le Images e mirages condivisi dalle comunità. Il fine dell’imagologia per Dyserinck e` misurare la natura delle Images rispetto all'identità nazionale. La nazione va rappresentata con la dialettica che un popolo ha rispetto ad un altro, è un rispecchiamento, una auto-image=”per sé” Hegeliano. Esempio: La questione non e` se gli italo-americani si atteggiano effettivamente da mafiosi, ma se quell’idea contribuisce anche per opposizione a costruire l'identità` dell’italo-americano. Scuola Francese: carattere molto meno nazionalizzato. L’esponente più Importante e` Pageaux: le relazioni fra sé ed altro si strutturano non tra nazioni, ma tra subalternità o egemonia riassunte da 3 verbi, non si trattano di identità nazionali, ma di identità date da Gruppi sociali egemoni e subalterni. Si strutturano per 3 vie: Mania: idea di A>B :esempio: nel cinema italiano degli anni `50 e `60 gli stati uniti vengono tanto esaltati nella cultura che il cinema ridicolizza la cultura statunitense. Esempio: “tu vuo fa l’americano” di Carosone. Nel rapporto maniaco la cultura subalterna rispetto a quella egemone rappresenta quest’ultima in modo maniaco, sopravvalutando. [ sopravvalutazione della cultura straniera] Fobia: idea di A