Disegno ed educazione all'immagine - Appunti PDF
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Questi appunti forniscono una panoramica sul disegno e l'educazione all'immagine, esplorando le basi, gli strumenti e le diverse tecniche utilizzate. Vengono analizzati vari aspetti, dalla storia del disegno alle diverse capacità visive coinvolte nel processo creativo.
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**DISEGNO ED EDUCAZIONE ALL'IMMAGINE** **LEZIONE 1 E 2** **PAG.6** Il passo parla del **disegno** come base delle tre principali arti: **architettura**, **scultura** e **pittura**. Leonardo spiega che il disegno nasce dall\'intelletto, cioè dalla capacità di comprendere le proporzioni e le forme...
**DISEGNO ED EDUCAZIONE ALL'IMMAGINE** **LEZIONE 1 E 2** **PAG.6** Il passo parla del **disegno** come base delle tre principali arti: **architettura**, **scultura** e **pittura**. Leonardo spiega che il disegno nasce dall\'intelletto, cioè dalla capacità di comprendere le proporzioni e le forme delle cose naturali. Non solo nelle persone e negli animali, ma anche nelle piante, nei edifici e nelle opere d\'arte, il disegno aiuta a capire come le parti si relazionano tra loro e con il tutto. Inoltre, il disegno è visto come l\'espressione di un\'idea che nasce nella mente e che, attraverso le mani, viene rappresentata sulla carta. In altre parole, il disegno è una forma visibile di ciò che una persona immagina e concepisce nella sua mente. **PAG.9** Il disegno è una delle prime forme di espressione umana. Fin dalle pitture sulle pareti delle grotte, gli esseri umani hanno usato il disegno non solo per rappresentare il mondo, ma anche per capirlo meglio. Disegnare implica osservare, analizzare e sintetizzare, rendendo il disegno uno strumento molto utile per conoscere. **PAG.10** Il disegno è un modo per osservare attentamente il mondo. Quando disegniamo, ci concentriamo su dettagli, proporzioni, luce e ombre. Questo tipo di attenzione ci permette di conoscere meglio la realtà, basandoci sulle nostre esperienze sensoriali. Per secoli, sia nell\'arte che nelle scienze naturali, il disegno è stato usato come principale strumento per documentare le osservazioni. **PAG.11** Il disegno è legato al nostro modo di percepire il mondo. Quando disegniamo, non facciamo solo una copia meccanica della realtà, ma attiviamo processi mentali che ci permettono di interpretare le forme, le linee, i volumi e i colori di un oggetto. Disegnare ci aiuta a vedere oltre l\'apparenza e a comprendere la struttura nascosta di ciò che vediamo. **PAG.12** Il disegno è legato al nostro modo di percepire il mondo. Quando disegniamo, non facciamo solo una copia meccanica della realtà, ma attiviamo processi mentali che ci permettono di interpretare le forme, le linee, i volumi e i colori di un oggetto. Disegnare ci aiuta a vedere oltre l\'apparenza e a comprendere la struttura nascosta di ciò che vediamo. **PAG.14** Quando disegniamo, la mano è la prima cosa coinvolta. I primi segni sono fatti con le dita o le impronte della mano. Il modo in cui teniamo lo strumento, la pressione che esercitiamo e la velocità con cui disegniamo influenzano il percorso della linea, creando uno stile unico e personale. Questo \"gesto\" del disegno, che include la direzione, la pressione, la velocità e le variazioni di spessore, rende il disegno o la scrittura di una persona riconoscibile, proprio come una firma. **PAG.15** La mano è ciò che ha reso l\'uomo umano. È la mano che afferra, apprende e crea, ed è in grado di esprimere sentimenti, intenzioni e pensieri. Il disegno è una delle azioni che compiamo con la mano. Come scrive Anassagora, \"la mano è l\'uomo stesso\". La mano non è solo uno strumento, ma un\'azione che coinvolge il pensiero, l\'istinto e la volontà. È attraverso la mano che l\'uomo ha dominato il mondo, come se fosse un mezzo per afferrare l\'invisibile. **PAG.16** Le attività come pittura, disegno, fotografia e grafica richiedono un grande sforzo per affinare le capacità visive. L\'addestramento dell\'occhio a riconoscere dettagli specifici sviluppa abilità visive nel tempo. Gli artisti, oltre a possedere queste capacità, hanno anche una creatività che li porta a usare gli strumenti in modo unico, in base al loro stile e al loro modo di pensare. Ogni modo di pensare si riflette nel modo di vedere: un pittore può preferire vedere in modo periferico o con una visione più dettagliata, a seconda delle sue necessità artistiche. L\'occhio \"pensa\" mentre guarda, e ogni pensiero corrisponde a un modo di vedere. **PAG.17** L\'occhio raccoglie e memorizza gli aspetti principali di un oggetto, quelli che permettono di identificarlo e distinguerlo dagli altri. Quando guardiamo un oggetto, l\'occhio confronta ciò che vede con le immagini già memorizzate nella mente per riconoscere rapidamente l\'oggetto. All\'inizio, l\'occhio si concentra sugli aspetti più sorprendenti e caratteristici dell\'oggetto, e una volta memorizzati questi dettagli, basta uno sguardo veloce per riconoscerlo. **PAG.18** L\'idea dell\'\"occhio innocente\" è stata sviluppata dal critico d\'arte John Ruskin, che credeva che l\'arte dovesse essere accessibile a tutti, non solo ai ricchi. Ruskin pensava che l\'arte avesse un ruolo importante nel migliorare il gusto delle persone meno abbienti, insegnando loro a riconoscere la bellezza. Ha insegnato disegno a persone adulte e ha creato corsi di disegno per studenti universitari. Il suo obiettivo principale era \"imparare a vedere giusto\", perché saper vedere correttamente è ancora più importante che saper disegnare. **PAG.19** Per vedere come un pittore, bisogna riscoprire l\'\"innocenza dell\'occhio\", cioè la capacità di vedere i colori puri senza interpretarli subito come oggetti o concetti familiari. Secondo Ruskin, vediamo oggetti come risultati delle nostre esperienze passate, ma un vero artista cerca di guardare come se fosse un bambino, senza pregiudizi. Ad esempio, invece di vedere semplicemente l\'ombra e la luce sull\'erba, l\'artista percepisce la combinazione di colori che le compongono, come un verde azzurrognolo e l\'oro del sole. **PAG.21** L\'\"occhio innocente\" non è qualcosa di naturale, ma è il risultato di un lungo processo di apprendimento. Per un disegnatore, l\'occhio deve essere educato a osservare ogni singolo elemento per coglierne le caratteristiche uniche. Alcuni teorici, come Adolf von Hildebrand ed Ernst Gombrich, dubitano che un pittore possa avere una visione immediata e semplice della realtà. Infatti, vedere non è mai un atto passivo: ogni volta che guardiamo, interpretiamo il mondo in base a diverse esigenze, e perciò le cose appaiono sempre in modo diverso a seconda del contesto. **PAG.22** L\'\"occhio assoluto\" del pittore è simile all\'orecchio assoluto del musicista: significa vivere le esperienze visive in modo molto intenso e profondo. Gli artisti percepiscono il mondo con un\'attenzione particolare, usando un proprio linguaggio espressivo che crea un\'esperienza totale. Come spiega Fiedler, gli artisti passano facilmente dalla percezione alla creazione. Questa attitudine li porta a notare dettagli come il colore, la forma e il materiale degli oggetti, vedendoli in modo unico e profondo. **PAG.23-24** Gli strumenti per disegnare sono estensioni del nostro corpo e permettono di rendere visibile il pensiero. Nella storia del disegno, possiamo distinguere quattro tipi di strumenti: 1. **Mano libera**: come dita e unghie, usati per fare i primi segni nelle grotte preistoriche o in opere di artisti come Rembrandt e Pollock. Questi segni sono unici e personali. 2. **Strumenti-guida**: come squadre e compassi, che aiutano a fare segni precisi e ripetitivi, come in disegni tecnici. Questi segni sono sempre uguali e impersonali. 3. **Strumenti-esecutori**: strumenti meccanici ed elettronici che eseguono segni in base a input numerici, come le macchine che riproducono immagini o elaborano disegni digitali. La mano serve solo per dare comandi. **PAG.25** In grafica, ci sono tre tipi di strumenti, ognuno con un diverso rapporto con il supporto e una specifica azione sulle punte: 1. **Incisori** (bulini, scalpelli): sono strumenti taglienti che scavano e rimuovono parte del supporto, creando un segno concavo. Il supporto \"contiene\" la traccia, perché la superficie viene modificata. 2. **Traccianti** (matite, carboncini, gessetti): sono strumenti che si sgranulano sulla superficie del supporto, lasciando segni che si consumano nel tempo. Il supporto \"sostiene\" la traccia, che deve essere fissata per non svanire. 3. **Posatori** (pennelli, pennini): sono strumenti che depositano un pigmento liquido o pastoso sulla superficie, come inchiostro o colore. In questo caso, il supporto \"trattiene\" la traccia, poiché il colore impregna la superficie. **PAG.26** La scelta giusta dello strumento e del supporto è fondamentale per un buon disegno. Prima di disegnare, bisogna pianificare e decidere quali materiali e tecniche usare. In particolare, per il disegno si usano strumenti traccianti (come le matite) e posatori (come i pennelli). Le matite sono fatte di legno con una mina di grafite e caolino. Si classificano in base alla durezza: - Le matite morbide (da 6B a 2B) sono usate per schizzi e aree larghe. - Le matite di durezza media (da B a 3H) sono per disegno tecnico. - Le matite dure (da 4H a 9H) sono per disegni di precisione. Esistono anche i portamine, che usano mine di grafite con uno spessore costante, per tracciare linee precise. La qualità del tratto dipende da vari fattori, come la punta della matita e la pressione che eserciti sul foglio. **PAG.27** Le matite colorate sono uno strumento pittorico semiopaco che permette di miscelare i colori sovrapponendo vari strati. Il carboncino è un materiale usato per il disegno, fatto di carbone naturale o artificiale. È molto apprezzato per le linee scure e le ombreggiature morbide che si possono ottenere, ed è ideale su superfici ruvide, come la carta. La sanguigna è fatta di ematite, un minerale ferroso, e viene utilizzata per tracciare segni dal colore rossastro. **PAG.28** I liner sono pennarelli con punta in metallo e pennino, usati per disegni tecnici e artistici. Contengono inchiostro nero o colorato e sono resistenti all\'acqua. Le punte variano in dimensione, da 0.05 mm a 0.8 mm, e ci sono anche punte tipo pennello. I marker sono pennarelli più grandi, con un serbatoio d\'inchiostro e una punta di feltro. Possono essere divisi in base al tipo di inchiostro (alcolico, a base d\'acqua o vernice) e al tipo di punta (sottile, a scalpello o a pennello). Alcuni hanno due punte, permettendo una maggiore versatilità nei tratti. I Brushpen acquerellabili sono pennarelli a base d\'acqua, con inchiostro solubile, e possono essere usati come gli acquarelli. **PAG.31** L\'acquerello è una tecnica pittorica che usa colori mescolati con acqua. A seconda di quanto acqua si usa, i colori possono essere delicati e trasparenti oppure più vivaci. Gli acquerelli possono essere in pastiglie, godet, tubetti o liquidi. Le pastiglie sono pronte all\'uso, mentre i tubetti e i liquidi danno colori più intensi. Per dipingere con l\'acquerello, servono pennelli specifici in diverse forme e dimensioni, due contenitori d'acqua (uno per pulire i pennelli e uno per prenderne di pulita), una tavolozza e del nastro adesivo per fissare il foglio. I pennelli possono essere di setole naturali o sintetiche e variano per dimensione e forma: da quelli piccoli per dettagli a quelli più grandi. Esistono anche pennelli con serbatoio incorporato, che rendono più comodo lavorare senza dover cambiare acqua continuamente. **PAG.34** Ogni superficie su cui si può fare un disegno ha caratteristiche diverse, come texture e capacità di assorbire il colore, che influenzano il risultato finale. Tra i vari supporti, la carta è il più comune per il disegno, disponibile in diversi formati, pesi e texture. Scegliere la carta giusta è fondamentale perché influisce sul risultato dell\'opera e facilita il lavoro dell\'artista, permettendo di sfruttare al meglio la tecnica scelta. **PAG.39** L\'arte nasce dall\'esigenza innata dell\'uomo di esprimere la propria visione della vita e il senso dell\'esistenza. La prima forma di espressione grafica dell\'uomo è quella gestuale, che comincia con il gesto della mano, utilizzato per creare segni e tracce. Il termine \"ductus\" descrive il modo in cui vengono tracciate le linee o i tratti in un disegno o nella scrittura, indicando la sequenza, la direzione e la pressione usata. Il ductus è importante per determinare lo stile e l\'aspetto finale delle lettere o delle linee, influenzando il ritmo e l\'aspetto visivo del disegno o della scrittura. **PAG.40** Ciò che sembra semplice mentalmente, come disegnare, è in realtà molto complesso da fare con la mano. Le competenze necessarie per il disegno sono regolate da regole fisse, come la direzione del tratto, la posizione di partenza e come tracciare archi e cerchi. Questi principi sono universali e si trovano alla base di tutti i sistemi di scrittura, come il latino, il cinese e l\'arabo. Sono strutture profonde, che non dipendono dalle abitudini culturali, ma seguono una logica interna legata al coordinamento tra mano e occhio. **PAG.41** Gli studi sul disegno infantile e adulto hanno osservato che la mano compie movimenti spontanei specifici. Per esempio: - Quando si disegna un cerchio, la mano tende a muoversi in senso antiorario, iniziando dalla parte in basso a destra e terminando al centro in basso, ma senza chiudere completamente il cerchio. - Le linee inclinate vengono disegnate partendo dall\'alto a sinistra e andando verso il basso a destra. - Le linee orizzontali vengono preferibilmente disegnate da sinistra a destra, con un movimento che va dal basso verso l\'alto. - Non è possibile completare l\'arco di cerchio nella parte in basso a destra, poiché le articolazioni del polso e del braccio non lo permettono, e tentare di farlo rende il gesto meno fluido. **PAG.42** Disegnare, come parlare, è un\'abilità che coinvolge una serie di processi mentali, molti dei quali avvengono inconsciamente. Per iniziare un disegno, sono necessari alcuni passaggi fondamentali: - Trovare e segnare con precisione due punti nello spazio e collegarli visivamente. Questi punti aiutano a creare riferimenti per il resto del disegno. - L\'occhio deve essere in grado di seguire la linea, notando cambiamenti di direzione, angoli e lunghezze dei segmenti. - Bisogna sapersi orientare correttamente sul foglio, mantenendo le giuste proporzioni e dimensioni rispetto alla scena che si sta osservando. - Si deve essere capaci di allineare visivamente parti di oggetti che sono a distanze diverse ma che sembrano vicini o sovrapposti a causa della prospettiva. - Per il disegno pittorico, i punti di riferimento si trovano su un piano bidimensionale, mentre la terza dimensione è dedotta dalle variazioni nelle misure e nella proiezione delle forme. **PAG.43** La corretta impugnatura di uno strumento si impara con molta pratica. Il modo in cui si posizionano le dita e come si controllano variazioni sottili di pressione, inclinazione e velocità del movimento dipendono dalla sensibilità cinestesica, cioè dalla capacità di percepire i movimenti e la posizione del corpo. Queste abilità si affinano con l\'insegnamento e l\'esperienza. Gli elementi chiave che influenzano l\'espressione del gesto sono il movimento e l\'uso della mano. **PAG. 44** Il **ductus** di un segno è il modo in cui viene tracciata una linea, che mostra l\'impugnatura dello strumento e riflette la personalità e l\'espressione dell\'artista. La forza del disegno a mano libera dipende da vari fattori, come: - **Pressione**: leggera o forte - **Movimento**: veloce o lento - **Numero**: singolo o multiplo - **Ritmo**: melodico (fluido) o sincopato (interrotto) - **Durata**: continua o frammentata Questi elementi contribuiscono a dare un\'espressione unica al segno grafico. **PAG.47** Il termine \"disegno\" si riferisce a una rappresentazione visiva creata con linee o segni su un piano. Il concetto di disegno deriva dal greco \"prahiké\" e dal latino \"designatio\", che indicano l\'aspetto grafico dell\'attività. La scrittura ha origini nel disegno e, infatti, i Greci usavano la parola \"graphè\" per riferirsi sia al disegno che alla scrittura. Le diverse scritture nel mondo seguono direzioni diverse: alcune vanno da destra a sinistra (come l\'ebraico e l\'arabo), altre da sinistra a destra (come il latino e il greco), alcune dall\'alto verso il basso (come in India, Cina e Giappone), e altre ancora seguono percorsi particolari, come la scrittura messicana che può essere sia verticale che a spirale. Le prime forme di scrittura, come i geroglifici egiziani, erano pittografiche, cioè costituite da immagini che rappresentavano azioni, persone o oggetti senza l\'uso di suoni o parole. **PAG.48** Non è corretto dire che tutti sanno vedere ma non tutti sanno disegnare, perché in realtà vedere e disegnare sono due fasi della stessa attività. Non sono cose separate, ma si collegano tra loro. Guardare e vedere sono entrambe forme di percezione sensoriale, ma sono diverse. Quando guardiamo, facciamo valutazioni rapide su ciò che vediamo, decidendo se ci piace o se ci è utile. Lo scopo del guardare è legato alla sopravvivenza e al controllo del mondo. Vedere, invece, è un'esperienza più profonda: quando vediamo veramente, ci dimentichiamo di noi stessi e ci immergiamo nella realtà. Sebbene siano difficili da separare, il guardare e il vedere coesistono nello stesso atto: con il guardare percepiamo la presenza del mondo, con il vedere ne cogliamo l'essenza. Il disegno, quindi, non è solo la forma, ma il modo in cui vediamo quella forma. **PAG.49** Gombrich sostiene che il pittore non dipinge semplicemente ciò che vede, ma vede ciò che dipinge. Questo significa che ci sono due modi di vedere: 1. Quando il pittore guarda il mondo, vede le cose come appaiono, come tutti gli altri, con vari dettagli e dipendenti da fattori come la luce e l\'attenzione. 2. Quando il pittore dipinge, vede qualcosa di diverso: il suo \"vedere\" diventa un atto creativo, dove ciò che vede è il risultato del suo pensiero visivo, un\'immagine che sta creando attraverso la pittura. In sostanza, il pittore non si limita a percepire il mondo, ma crea una nuova visione attraverso il suo lavoro. **PAG.50-51** Il \"saper vedere\" è la capacità di percepire le relazioni tra gli elementi che compongono un\'immagine, un\'abilità importante per il disegno. Betty Edwards, nel suo libro *Il nuovo Disegnare con la parte destra del cervello*, sostiene che non è tanto l\'abilità manuale a essere fondamentale, ma imparare a vedere come un disegnatore. Questo significa osservare gli aspetti visibili delle cose senza concentrarsi sul loro significato o funzione. Secondo le teorie di R. W. Sperry sugli emisferi cerebrali, l\'emisfero sinistro si occupa del linguaggio e delle funzioni logiche e analitiche, mentre l\'emisfero destro è responsabile delle percezioni spaziali e globali. Per imparare a disegnare, bisogna usare l\'emisfero destro, separando la forma dalle cose che vediamo, e ignorando le etichette e i concetti legati agli oggetti. Per allenarsi, si possono usare tecniche che confondono l\'emisfero sinistro, come il disegno a occhi chiusi o l\'osservazione di immagini capovolte. In questi casi, le funzioni logiche e concettuali si rifiutano di identificare immediatamente ciò che vediamo, aiutando a sviluppare una visione più libera e creativa. **PAG.52** La percezione visiva è un processo complesso che stimola il sistema visivo e il cervello. Fattori come la soggettività dell\'osservatore, il contesto sociale, culturale e ambientale possono influenzare come comprendiamo la realtà. L\'osservatore agisce come intermediario tra la realtà e la sua interpretazione, che viene poi rappresentata con segni grafici. Per comprendere ciò che vediamo, usiamo regole, simboli e convenzioni. Un esempio di questo è la geometria, che è stata descritta e sistematizzata scientificamente da Gaspard Monge alla fine del XVIII secolo. **PAG.53-54** Vedere significa capire il significato di ciò che guardiamo. La percezione è un\'attività che segue delle regole per categorizzare, dare significato e interpretare ciò che vediamo. Ciò che percepiamo è il risultato di un processo cognitivo che parte dalle informazioni sensoriali. Gli studi sulla percezione visiva hanno mostrato che esistono sistemi specializzati per analizzare diverse caratteristiche delle informazioni visive. Ci sono due principali processi di elaborazione dell\'informazione visiva: 1. **Processo primario**: descrive la forma dell\'oggetto, analizzandolo in modo strutturale. 2. **Processo secondario**: confronta l\'oggetto con forme simili già presenti nella memoria, permettendo il riconoscimento. Il primo processo coinvolge il sistema sensoriale e fornisce una descrizione dell\'oggetto, separandolo dallo sfondo senza considerare il suo significato. **PAG.55** La teoria della Gestalt, nata in Germania alla fine del 1800, si occupa di come percepiamo il mondo. \"Gestalt\" significa figura, forma o struttura. Secondo questa teoria, la percezione è autonoma e non dipende dall\'associare semplicemente stimoli separati. Nella percezione visiva, l\'occhio raccoglie immagini che non sono ancora rielaborate dal cervello. La percezione non è la somma di sensazioni semplici, ma un\'unità strutturata di queste. La Gestalt studia le leggi e i principi che organizzano la percezione. **PAG.56** La \"Teoria della Gestalt\", sviluppata nei primi decenni del Novecento, esplora come percepiamo le forme e le sensazioni. I principali teorici di questa teoria sono Wertheimer, Kohler e Koffka. La teoria si inserisce nel dibattito tra percezione e sensazione, cioè tra i dati che riceviamo dai sensi e come li interpretiamo come forme. La prima pubblicazione importante sulla Gestalt è l\'articolo di Wertheimer del 1912, *Studi sperimentali sulla visione del movimento*. In questo articolo, Wertheimer conclude che non c\'è una corrispondenza diretta tra la realtà oggettiva e quella che percepiamo, poiché la percezione non è semplicemente la somma dei singoli stimoli sensoriali. **PAG.57** La percezione non dipende dai singoli elementi, ma dalla loro organizzazione in un \"insieme strutturato\". Nel 1923, Wertheimer formulò le **Leggi della Gestalt**, che spiegano come gli stimoli vengano organizzati e unificati nella percezione. Queste leggi descrivono come si formano le figure e le forme che percepiamo. **PAG.58** La **legge della vicinanza** afferma che gli oggetti che sono vicini tra loro tendiamo a vederli come un gruppo o una forma unita. Più sono vicini, più li percepiamo come parte della stessa cosa. **PAG.59** La **legge della somiglianza** dice che tendiamo a raggruppare insieme gli elementi che sono simili tra loro, per esempio per colore, forma o dimensione. Se vediamo tanti oggetti simili, li percepiamo come un gruppo. **PAG.61** La **legge della pregnanza** afferma che tendiamo a percepire le forme in modo semplice e regolare. Le forme più simmetriche, equilibrate e facili da riconoscere sono quelle che vediamo più chiaramente. Nel caso di due oggetti simili, il nostro cervello tende a vederli nella forma più semplice possibile. Ad esempio, due oggetti ambigui possono essere visti come un rettangolo se quella forma è la più semplice e regolare. **PAG.62** La **legge della buona continuazione** dice che, quando vediamo una serie di elementi allineati, tendiamo a unirli in una forma continua seguendo la direzione in cui sono disposti. In altre parole, percepiamo gli elementi come parte di una linea o di una curva che continua senza interruzioni. **PAG.63** La **legge del destino comune** dice che gli elementi che si muovono nella stessa direzione vengono visti come parte della stessa cosa. Se diversi oggetti si spostano insieme, tendiamo a percepirli come un gruppo unito. **PAG.64** La **legge della chiusura** dice che, anche se una figura non è completamente chiusa, tendiamo a percepirla come un tutto. Il nostro cervello completa le parti mancanti, riempiendo gli spazi vuoti, e vediamo la figura come un\'unità. **PAG.65** La **legge dell'esperienza precedente** dice che tendiamo a raggruppare insieme gli elementi che abbiamo imparato a riconoscere come collegati in base alla nostra esperienza passata. Se siamo abituati a vedere certe cose insieme, il nostro cervello le percepisce come un'unica forma. **LEZIONE 3** **PAG.15** Il concetto di figura e sfondo riguarda la nostra capacità di distinguere l\'oggetto principale (la figura) dal resto (lo sfondo). La figura è percepita come un oggetto con forma definita e contorni chiari, mentre lo sfondo appare più vago e senza contorni precisi. La figura emerge visivamente, mentre lo sfondo sembra più distante e meno definito. La figura attira la nostra attenzione, mentre lo sfondo rimane in secondo piano. **PAG.16** Il principio di figura e sfondo può cambiare a seconda di come osserviamo un\'immagine. Un esempio famoso è l\'esperimento del vaso di Rubin, dove l\'immagine può sembrare un vaso o due profili di persone, a seconda di cosa percepiamo come figura e cosa come sfondo. Questo dimostra che la percezione di figura e sfondo può essere ambigua e dipendere da come ci concentriamo e dal contesto. **PAG.20** Il concetto di figura e sfondo può cambiare improvvisamente, dando luogo a due diverse percezioni da uno stesso stimolo visivo. Questo fenomeno, chiamato \"switch gestaltico\", accade quando ciò che inizialmente vediamo come sfondo diventa figura e viceversa. La sorpresa che proviamo nel vedere questo cambiamento ci fa rendere conto che lo sfondo è essenziale per percepire correttamente la figura: senza sfondo, la figura non potrebbe essere vista. **PAG.21** Necker ha osservato che guardando a lungo un\'immagine di un cristallo o di un solido, la posizione degli spigoli sembra cambiare improvvisamente: uno che prima sembrava più vicino, improvvisamente appare più lontano, e viceversa. Questo cambiamento può avvenire anche chiudendo un occhio, poiché dipende dalla visione oculare. Anche se il fenomeno è spontaneo, si può controllare volontariamente scegliendo uno degli spigoli (A o X) come punto focale per farlo sembrare più vicino e modificare l\'immagine. **PAG.26** Le illusioni dimostrano che la percezione non è semplicemente la somma delle singole parti, ma segue delle leggi particolari. La mente organizza gli stimoli che riceve, quindi non vediamo ciò che è effettivamente presente, ma percepiamo gli elementi come un tutto unificato. In altre parole, vediamo l\'intero, non le singole parti. **PAG.43** La teoria dell\'immagine ha radici nella filosofia ed è una parte importante di essa. Tradizionalmente, si è pensato che la filosofia, concentrata su idee, concetti e linguaggio, fosse contraria alle immagini. Secondo questa visione, l\'immagine è considerata un\'entità imperfetta, sia in relazione alla realtà che alle idee. **PAG.44** Un\'immagine è una rappresentazione visiva di qualcosa, che può essere un oggetto, un\'idea, un\'emozione o una loro combinazione. Le immagini possono apparire in diverse forme, come disegni, dipinti, fotografie, riflessi o proiezioni, e la loro funzione dipende dal contesto, dalla cultura e dall\'uso che se ne fa. Un\'immagine è una rappresentazione visiva di qualcosa, come un oggetto, un\'idea o un\'emozione. Può essere un disegno, un dipinto, una foto, un riflesso o una proiezione, e il suo significato dipende dal contesto e dall\'uso che ne viene fatto. Un\'immagine è una rappresentazione visiva di qualcosa, come un oggetto o un\'emozione, e può essere in forma di disegno, foto o riflesso. Il suo significato cambia a seconda di come e dove viene usata. **PAG.45** Per capire come viviamo un'esperienza diversa di un dipinto o di una fotografia, dobbiamo guardare alla semiotica, che studia i segni. Secondo il filosofo Charles Sanders Peirce, un \"segno\" è qualcosa che rappresenta qualcos\'altro. In altre parole, un segno sta per qualcosa e viene interpretato come se fosse quell\'altra cosa, a seconda di come viene percepito dalla mente. **PAG.46** L\'icona è un tipo di segno che rappresenta qualcosa per somiglianza, come un ritratto che assomiglia alla persona che rappresenta. La relazione iconica avviene quando il segno somiglia all\'oggetto. Esempi di icone sono le illustrazioni, i ritratti, le caricature e i suoni imitativi (onomatopeici). Però, per capire un\'icona, bisogna avere delle conoscenze che ci aiutano a interpretarla correttamente. **PAG.47** L\'indice è un segno che è fisicamente collegato a ciò che rappresenta. La sua relazione con l\'oggetto non è basata sulla somiglianza, ma su una connessione diretta. Esempi di indici sono la firma, che mostra la presenza di chi ha firmato, la bandierina che indica la direzione del vento, il dito puntato, l\'impronta digitale e la fotografia, che dipende dalla posizione dell\'oggetto davanti alla fotocamera. L\'indice dà un senso di verità, perché sembra direttamente collegato all\'oggetto che rappresenta. **PAG.48** Il simbolo è un segno che rappresenta qualcosa grazie a una convenzione o accordo, non per somiglianza o connessione fisica. Ad esempio, la parola \"uomo\" non somiglia a un uomo e non è collegata fisicamente ad esso. Esempi di simboli includono le parole delle lingue, i segnali stradali e le bandiere. Il loro significato è stabilito culturalmente e richiede un atto di apprendimento per essere compreso. Ad esempio, la bandiera di uno stato è un simbolo, perché non c\'è una connessione diretta tra la bandiera e lo stato che rappresenta, ma solo una convenzione che lo associa a quella nazione. **LEZIONE 4** **PAG.3** L\'evoluzione dei programmi scolastici, in relazione all\'insegnamento delle discipline artistiche, riflette i cambiamenti culturali, ideologici e pedagogici nel tempo. In passato, l\'educazione artistica veniva spesso considerata meno importante o solo come preparazione per altre materie più \"utili\". I nomi delle materie artistiche sono cambiati nel tempo, passando da \"Disegno\" a \"Educazione all\'immagine\" e poi a \"Arte e immagine\", a dimostrazione di un continuo sviluppo nella ricerca educativa in questo campo. **PAG.4** È importante capire i contesti culturali che hanno influenzato i programmi scolastici e le scelte degli insegnanti, oltre a considerare le difficoltà pratiche nelle scuole. La disciplina artistica ha avuto momenti di presenza e assenza, cambiando la sua importanza nel tempo. Analizzare la storia dei programmi di \"Arte a scuola\" aiuta a comprendere come le scelte culturali si riflettano nell\'insegnamento pratico in classe, come sottolineato da Franca Zuccoli. **PAG.5** Il rapporto tra arte e scuola è stato complicato, soprattutto dopo l\'unificazione dell\'Italia. Una delle priorità del nuovo Regno era combattere l\'analfabetismo, che riguardava il 76% della popolazione. La scuola si concentrava su materie di base come lettura, scrittura e aritmetica. Nel 1867, con il decreto di M. Coppino, vennero modificati i programmi per insegnare la lingua italiana e l\'aritmetica, con l\'obiettivo di educare e controllare la popolazione. In quel periodo, gli aspetti artistici non venivano considerati nella didattica. **PAG.6** I primi accenni alle discipline artistiche nei programmi scolastici italiani compaiono nel R.D. del 1888, che includeva materie come lingua italiana, scrittura, geografia, storia, fisica, scienze naturali, aritmetica e geometria. In questi programmi, l\'arte non era vista come un\'educazione artistica, ma come un supporto per l\'apprendimento della scrittura. I programmi del 1888 erano influenzati dal Positivismo, che si opponeva a una scuola dogmatica e vuota. Le principali novità includevano: l\'importanza del metodo nell\'insegnamento, la formazione autonoma dell\'alunno, l\'uso del corpo per apprendere, l\'importanza dell\'esperienza diretta e l\'insegnamento dei doveri civici attraverso l\'esempio morale del maestro. **PAG.7** Con il R.D. del 1894, sotto la guida di Guido Baccelli, vengono introdotte nuove materie nei programmi scolastici, come disegno, canto, ginnastica e lavoro, insieme alle materie tradizionali come educazione morale, lingua italiana, aritmetica, storia e geografia. Il motto dell\'epoca era \"istruire il popolo quanto basta, educarlo più che si può\", con l\'obiettivo di costruire un\'identità nazionale, piuttosto che formare cittadini colti. I temi principali includevano la salute pubblica, l\'importanza della ginnastica per il corpo (come proposta da Angelo Mosso), l\'educazione igienica e il rispetto per i tempi e le capacità di sviluppo dei bambini. **PAG.8** Per quanto riguarda il disegno, si lasciava molta libertà agli insegnanti, che dovevano educare l\'occhio e la mano dei bambini senza cercare di fare di loro dei piccoli artisti. Il disegno veniva visto come uno strumento per sviluppare precisione e buon gusto, e per rendere l\'apprendimento delle altre materie più piacevole ed efficace. **PAG.9** Con il R.D. del 1905, sotto la guida di Francesco Orestano, nelle prime quattro classi veniva insegnato, oltre alle materie principali come educazione morale, lingua italiana e aritmetica, anche il disegno. Si dava molta importanza al ruolo del docente e alla sua responsabilità nell\'aiutare lo sviluppo del bambino, seguendo la filosofia di Herbert. L\'insegnamento del disegno veniva diviso in tre tipi: disegno libero, disegno geometrico e copia da modelli. Ai maestri venivano date linee guida, come scegliere forme e oggetti che i bambini conoscevano e a cui erano interessati, adattando il compito alle loro capacità. **PAG.10** Nei programmi scolastici del 1923, con la Riforma Gentile, si pone l\'accento su una nuova organizzazione delle materie, dando più importanza ad alcune discipline, come religione, canto, disegno, e bella scrittura. Altre materie includevano lingua italiana, aritmetica, geografia, storia, scienze e ginnastica. L\'obiettivo era favorire lo sviluppo spirituale dei bambini, con un forte legame con l\'arte popolare e la letteratura. I programmi puntavano a stimolare la curiosità, la ricerca del vero e l\'apprezzamento dell\'arte e della vita. **PAG.11** Il disegno, nei programmi scolastici, non è più solo un mezzo per rendere altre materie più piacevoli, ma diventa uno strumento per esprimere concetti come spontaneità ed espressione. Gli insegnanti sono invitati a non correggere i disegni dei bambini, per non rovinare la loro naturale creatività. Si promuovono esercizi di disegno spontaneo, come il disegno a memoria o dal vero. Giuseppe Lombardo Radice vede il disegno come un linguaggio importante, pari alla parola e alla musica, e sottolinea che i bambini, prima della scuola, disegnano già come modo di esprimere se stessi insieme ad altre forme di linguaggio, come il parlare e il cantare. **PAG.12** Nel 1934, i programmi scolastici si orientano verso ideali fascisti, cercando di educare i giovani a comprendere e vivere nel clima del Fascismo. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, i programmi scolastici si concentrano su una nuova educazione che promuove la responsabilità collettiva e una maggiore coscienza etica. L'obiettivo è non solo combattere l'analfabetismo, ma anche educare i bambini a essere buoni cittadini, sensibili ai problemi sociali e impegnati a servire il Paese con onestà e fraternità. **PAG.13** Il disegno viene visto come un mezzo per esprimere liberamente i propri pensieri, ma anche per insegnare disciplina. Fin da piccoli, i bambini sono incoraggiati a disegnare, e l\'insegnante deve guidarli, apprezzando la loro naturale tendenza, ma anche aiutandoli a migliorare. Il disegno diventa importante per lo sviluppo dell\'osservazione e per preparare i bambini a lavori futuri. L\'insegnante non deve imporre esempi specifici, ma deve supportare i bambini nel loro processo creativo, insegnando anche aspetti come proporzioni, colore e forme. **PAG.14** Nel 1955, i programmi scolastici sottolineano l\'importanza del disegno spontaneo come una forma naturale di espressione, che i bambini usano già prima di andare a scuola. L\'insegnante deve aiutare i bambini a comprendere e migliorare i loro disegni, senza correggerli con cancellature o suggerimenti troppo presto, ma guidandoli a riflettere e osservare meglio per migliorare da soli. **PAG.15** Per le classi successive (III, IV, V), il disegno viene diviso in tre tipi: spontaneo, dal vero e ornamentale. Il disegno spontaneo continua a supportare tutte le materie, in particolare la lingua italiana. Il disegno dal vero aiuta a migliorare l\'osservazione e a correggere gli errori del disegno spontaneo. Il disegno ornamentale sviluppa la creatività dei bambini, guidandoli verso la composizione decorativa. **PAG.16** Nel 1985, il disegno viene riconosciuto come una vera e propria materia autonoma con i programmi di Franca Falucci. Il nome cambia da \"Disegno e attività manuale\" a \"Educazione all\'immagine\". La disciplina entra a far parte delle \"educazioni\", insieme a musica, arte e attività corporea. Si sottolinea l\'importanza della creatività come strumento educativo, che aiuta il bambino a sviluppare consapevolezza di sé e a imparare a valutare autonomamente le proprie conoscenze, sia a livello personale che sociale. **PAG.17** Con l\' \"Educazione all\'Immagine\", non si tratta solo di disegno, ma si include anche il lavoro artigianale, la televisione, il fumetto e il patrimonio culturale. Si alternano momenti di fruizione, produzione e valorizzazione dei beni culturali. L\'obiettivo è sviluppare la capacità di esprimersi e di acquisire un linguaggio visivo. Nella pratica, oltre a dare indicazioni generali, i programmi suggeriscono anche l\'uso di vari media e tecniche per sperimentare con i bambini. **PAG.18** A partire dal 2004, i programmi scolastici diventano \"Indicazioni Nazionali\", che sono più suggerimenti che obblighi, dando agli insegnanti la libertà di scegliere quali attività privilegiare. L\'arte assume un ruolo centrale. Per la disciplina \"Arte e Immagine\" nella classe prima, si parla di attività didattiche che riguardano i colori, le forme e le relazioni spaziali. Inoltre, viene proposto di creare un \"Portfolio personale\" per raccogliere il materiale che documenta il percorso formativo, mettendo l\'accento sulla selezione di ciò che è significativo, un concetto importante nell\'educazione estetica. **PAG.19** I bambini sono naturalmente creativi e utilizzano l\'arte per esprimere le loro emozioni e pensieri. L\'arte aiuta a sviluppare il gusto estetico e il piacere per il bello. Esplorando diversi materiali e tecniche, i bambini imparano a comunicare attraverso la voce, il gesto, la musica, il disegno e altre forme artistiche. Queste esperienze li aiutano a conoscere meglio se stessi, gli altri e il mondo. L\'incontro con l\'arte stimola la loro osservazione e li avvicina alla cultura e al patrimonio artistico. Inoltre, la scuola può supportarli nell\'utilizzo dei nuovi media, favorendo la loro creatività e esplorazione. **PAG.20** Il percorso dei programmi permette agli studenti di: - Interpretare in modo critico le immagini e i media; - Comprendere le opere d\'arte; - Conoscere e apprezzare il patrimonio culturale e artistico; - Esprimersi e comunicare utilizzando tecniche e linguaggi visivi e audiovisivi. Inoltre, sviluppano le proprie capacità creative, utilizzando e rielaborando segni visivi e linguaggi espressivi. **PAG.21** Il bambino si esprime attraverso il disegno, la pittura e altre attività manuali, esplorando i materiali con creatività. Utilizza anche le tecnologie per comunicare ed esprimersi artisticamente. La didattica è di tipo laboratoriale, mettendo in evidenza l\'importanza dell\'arte. Alla fine della scuola primaria, l\'alunno impara a osservare, descrivere e interpretare immagini statiche (come fotografie e opere d\'arte) e in movimento (come filmati e videoclip). Sperimenta diverse tecniche artistiche e conosce i beni culturali, rispettando e salvaguardando il patrimonio artistico, anche quello di altre culture. **PAG.22** Le Indicazioni Nazionali del 2007 erano divise in tre aree principali: linguistico-artistica-espressiva, storico-geografica e matematico-scientifica-tecnologica. Le Indicazioni del 2012, che sono ancora in uso con un aggiornamento nel 2018, si basano su quelle del 2007, ma con una revisione. Esse si concentrano su temi come identità, competenze, cittadinanza, integrazione, uso delle nuove tecnologie e un approccio che guarda anche alle opportunità al di fuori della scuola. **PAG.23** Le Indicazioni del 2012 sottolineano l\'importanza di educare alla cittadinanza, valorizzando i beni culturali del nostro paese. Questo aiuta gli studenti a conoscere e apprezzare diverse culture, idee e valori. Inoltre, si mette in evidenza che la scuola deve concentrarsi sulla persona che apprende, tenendo conto delle sue caratteristiche uniche, delle sue capacità, dei suoi sogni e delle sue difficoltà, adattando l\'insegnamento alle diverse fasi di crescita. **PAG.24** Nella scuola dell\'infanzia, invece di parlare di materie, si parla di \"campi di esperienza\", che sono attività per sviluppare le competenze dei bambini in modo completo. Nel campo \"Immagini, suoni, colori\", si afferma che i bambini esprimono pensieri e emozioni con creatività. L\'arte aiuta a educarli al piacere del bello e a vedere il mondo in modo diverso. Esplorando materiali con i sensi e osservando luoghi e opere d\'arte, i bambini migliorano le loro capacità percettive, imparano a godere e a creare, avvicinandosi alla cultura e al patrimonio artistico. **PAG.25** I 5 campi di esperienza nella scuola dell\'infanzia sono: 1. Il sé e l\'altro. 2. Il corpo e il movimento. 3. I discorsi e le parole. 4. Immagini, suoni, colori. 5. La conoscenza del mondo. In particolare, nel campo \"Immagini, suoni, colori\", si sottolinea che i bambini imparano a conoscere i nuovi media come fotografia, cinema, televisione e digitale. La scuola li aiuta a esplorare questi strumenti, stimolando la loro creatività e capacità espressiva. **PAG.26** La disciplina \"Arte e Immagine\" ha l\'obiettivo di aiutare gli alunni a esprimersi e comunicare in modo creativo e personale. Insegna loro a osservare, comprendere e apprezzare le immagini e le opere d\'arte, sviluppando una sensibilità estetica e un atteggiamento di rispetto verso il patrimonio artistico. Inoltre, favorisce un confronto critico con la cultura giovanile e le nuove modalità di apprendimento offerte dalle tecnologie. **PAG.27** Durante il primo ciclo di studi, gli alunni imparano a usare il linguaggio visivo e l\'arte, passando da espressioni spontanee a forme di comunicazione più consapevoli e strutturate. Con un approccio pratico, l\'educazione all\'arte sviluppa le capacità di osservare, descrivere e comprendere criticamente le opere d\'arte, creando curiosità e una relazione positiva con il mondo artistico. **PAG.28** L\'alunno impara a proteggere e conservare il patrimonio artistico e ambientale, iniziando dal proprio territorio. La conoscenza dei linguaggi artistici aiuta a sviluppare relazioni interculturali, basate sulla comunicazione e il confronto tra culture diverse. L\'apprendimento dell\'arte coinvolge diversi aspetti della persona: sensoriali (tattile, olfattivo, uditivo, visivo), linguistici (significati dei messaggi visivi), storici e culturali (l\'arte come testimonianza del passato), espressivi (creare con tecniche diverse, comprese le nuove tecnologie) e patrimoniali (conoscere musei e beni culturali locali). **PAG.29** L\'alunno utilizza il linguaggio visivo per creare diversi tipi di testi visivi, come immagini espressive, narrative e comunicative, usando varie tecniche e materiali (grafico-pittorici, plastici, audiovisivi e multimediali). È capace di osservare, descrivere e comprendere immagini e messaggi multimediali, come opere d\'arte, fotografie, manifesti, spot e filmati. Riconosce gli aspetti formali delle opere d\'arte e apprezza quelle provenienti da culture diverse dalla sua. Conosce i beni culturali del suo territorio e mostra rispetto per la loro conservazione. **PAG.30** **Esprimersi e comunicare** L\'alunno crea lavori personali e originali per esprimere emozioni e sensazioni, rappresentando la realtà come la percepisce. Trasforma immagini e materiali cercando soluzioni artistiche nuove. Sperimenta diversi strumenti e tecniche per realizzare opere grafiche, pittoriche, plastiche e multimediali. Nelle sue creazioni, inserisce elementi stilistici e linguistici che ha imparato osservando immagini e opere d\'arte. **Osservare e leggere le immagini** Osservare attentamente un\'immagine e gli oggetti intorno a noi, descrivendo gli elementi visivi come linee, colori, forme e come sono disposti nello spazio. Riconoscere e capire i dettagli tecnici e espressivi di un\'immagine, come volume e spazio. Nel caso del fumetto, del film o dei media audiovisivi, capire le diverse modalità di comunicazione, le sequenze della storia e interpretare i significati di base. **Comprendere e apprezzare le opere d'arte** Osservare un\'opera d\'arte, sia antica che moderna, per capire gli elementi principali come la forma, la tecnica, lo stile e il messaggio che l\'artista vuole trasmettere. Conoscere alcune forme di arte e artigianato della propria cultura e di altre. Riconoscere e apprezzare nel proprio territorio i principali luoghi e monumenti storici e artistici. **PAG.31** Il 22 febbraio 2018 è stato presentato un nuovo documento al Miur chiamato \"Indicazioni nazionali e nuovi scenari\". Questo documento propone una nuova lettura delle Indicazioni del 2012, ancora in uso, con un focus sulle competenze di cittadinanza e sostenibilità. Viene anche fatto riferimento all\'Agenda 2030 e ai suoi 17 obiettivi per lo sviluppo sostenibile. **PAG.32** Il quarto obiettivo dell\'Agenda 2030 chiede di offrire un\'educazione di qualità, giusta e inclusiva per tutti. Viene sottolineato anche l\'importante ruolo della scuola nella formazione della cittadinanza, fornendo competenze culturali, sociali e metodologiche per aiutare gli studenti a diventare cittadini consapevoli e capaci di migliorare la società del futuro. Le discipline artistiche contribuiscono a questo processo, promuovendo una cittadinanza attiva e responsabile. **PAG.33** Le discipline artistiche sono essenziali per lo sviluppo completo della persona e per formare cittadini capaci di esprimersi in modi diversi. Esse aiutano a comprendere e apprezzare i beni culturali e ambientali, riconoscendone il valore per l\'identità sociale e culturale, e la necessità di proteggerli. Le arti, inclusa la musica, sono importanti per la crescita personale e per sviluppare una consapevolezza culturale. **PAG.34** Conoscere e apprezzare opere d\'arte di qualità aiuta gli studenti a sviluppare capacità creative ed estetiche, migliorando anche la loro preparazione culturale. Questo processo li educa a diventare cittadini responsabili e a rispettare e proteggere il patrimonio artistico e ambientale, iniziando dal loro territorio. Inoltre, l\'arte, essendo universale, favorisce il dialogo e la comprensione tra diverse culture. **PAG.35** L\'Agenda di Seul (2010) è un documento importante creato dalla seconda conferenza mondiale dell\'UNESCO sull\'educazione artistica. Sostiene che l\'educazione alle arti è fondamentale per lo sviluppo equilibrato dei bambini, aiutandoli a crescere in modo creativo, cognitivo, emotivo, estetico e sociale. Questo approccio vede le arti non solo come una disciplina separata, ma come un elemento centrale nel processo educativo complessivo. **PAG.36** Le strategie per un buon programma di educazione artistica si basano su tre obiettivi principali: 1. Garantire che l\'educazione artistica sia una parte fondamentale e duratura dell\'istruzione di qualità. 2. Assicurare che le attività artistiche siano di alta qualità e ben progettate. 3. Usare l\'educazione artistica per affrontare le sfide sociali e culturali attuali. Nel secondo obiettivo, ci sono anche sotto-obiettivi che riguardano la formazione continua degli insegnanti, degli artisti e delle comunità, stimolando lo scambio tra ricercatori e professionisti dell\'educazione artistica e favorendo la collaborazione tra educatori e artisti nei programmi scolastici ed extrascolastici. **PAG.37** L\'idea di creare e rafforzare un dialogo continuo tra insegnanti di diverse nazionalità, educatori e artisti offre una nuova opportunità per superare le barriere esistenti. Coinvolgere i docenti in un contesto culturale internazionale e contemporaneo è fondamentale per stimolare l\'educazione, ampliando le prospettive e i riferimenti. **LEZIONE 5 E 6** **PAG.4** Il confronto tra didattica e arte, così come tra educazione e arte, è un tema molto discusso e in continua evoluzione nelle scuole. Ci si chiede cosa insegnare e come insegnarlo per creare un legame efficace tra educazione e arte nel processo di apprendimento. **PAG.5** Molti autori hanno parlato del legame tra didattica (educazione) e arte. Alcuni esempi di definizioni sono: - **Educazione attraverso l\'arte** (Herbert Read) - **Educazione con l\'arte** (Bruno Munari) - **Arte dell\'educazione** (Rudolf Steiner) - **Esperienza e arte** (John Dewey) Studiare queste idee offre spunti pratici e teorici che sono ancora utilizzati oggi. **PAG.6** Le teorie sulla didattica dell\'arte offrono prospettive diverse, influenzate dai vari campi di studio, dalle domande di ricerca e dai riferimenti culturali. Lo studio e l\'applicazione della didattica artistica creano un legame tra il passato e il presente, che è in continua evoluzione. **PAG.7** Si esamineranno le idee di alcuni autori che hanno influenzato educatori e insegnanti, specialmente nelle scuole dell\'infanzia e primaria. Il rapporto tra arte ed educazione è un campo ricco di opportunità, fondamentale per la crescita globale della persona e non limitato a una sola disciplina. **PAG.8** Riflettere sul rapporto tra arte ed educazione significa riconoscere l\'importanza dell\'arte nell\'educazione. Secondo una ricerca del 2015 di Franca Zuccoli, l\'arte a scuola è un campo complesso che coinvolge diversi aspetti, tra cui l\'arte contemporanea, i media e i materiali moderni, l\'espressione grafica e tridimensionale dei bambini e il legame con il patrimonio culturale. **PAG.9** Mazza, nel suo lavoro, sottolinea l\'importanza di porsi domande su come preparare i giovani ad avere un incontro significativo con il mondo dell\'arte. È necessario mantenere un doppio punto di vista, esplorando sia gli aspetti artistici che quelli pedagogici. **PAG.10** L\'insegnamento dell\'arte non dovrebbe essere una disciplina isolata, ma deve sfruttare il potenziale educativo dell\'arte e collegarsi alle altre materie. È importante cercare un approccio interdisciplinare che permetta ai docenti di lavorare insieme per creare progetti di ricerca dove diversi linguaggi collaborano per costruire rappresentazioni del mondo e delle identità individuali e collettive. **PAG.11** Unire l\'arte alla didattica significa scoprire come le caratteristiche dell\'arte possano essere utili nell\'educazione. L\'arte è stata e continua a essere un modo per esprimersi e conoscere il mondo, superando i limiti delle singole discipline. Zuccoli propone tre approcci principali per integrare l\'arte nell\'educazione: 1. L\'arte come ricerca per conoscere il mondo, oltre i confini disciplinari. 2. L\'arte come ricerca per esplorare nuovi modi di espressione tramite schizzi, disegni e scritti. 3. L\'arte come ricerca continua nella sperimentazione di materiali, sia comuni che insoliti. **PAG.12** L\'arte come ricerca per conoscere il mondo va oltre i confini delle singole discipline. Un esempio importante di questo approccio è Leonardo da Vinci, che credeva che le discipline non dovessero essere separate, ma che la ricerca dovesse spaziare tra diversi ambiti del sapere. Per Leonardo, la pittura era una scienza, perché era in grado di rappresentare la natura con maggiore verità e certezza rispetto alle parole o alle lettere. **PAG.13** L\'arte può essere vista come una ricerca per esplorare nuovi modi di espressione, usando schizzi, disegni preparatori e scritti. Questi strumenti non servono solo per conoscere il mondo esterno o interiore, ma per scoprire nuove forme di espressione artistica. **PAG.14** L\'arte è anche una ricerca continua nella sperimentazione di materiali, sia comuni che insoliti. Questo approccio esplora modi sempre nuovi di conoscere, esprimersi e comunicare, concentrandosi sull\'aspetto materiale dell\'arte. **PAG.16** Quando si parla di arte a scuola, si pensa spesso ai disegni e alle opere realizzate dai bambini, come sculture, installazioni e esposizioni temporanee. Secondo una ricerca del 2015 di Franca Zuccoli, molte attività artistiche a scuola si limitano all\'uso di materiali plastici e colori, spesso guidate dall\'adulto, senza dare spazio a vere esplorazioni. Queste attività vengono viste come un semplice passatempo divertente, ma non sempre considerato significativo, perché si dà maggiore importanza al linguaggio e al pensiero logico, che ricevono le principali attenzioni educative. **PAG.17** Un progetto artistico deve essere visto come un processo completo, non solo come la creazione di opere isolate dai bambini. La didattica dell\'arte non deve limitarsi ai lavori dei bambini, ma deve essere un approccio integrato, dove l\'intenzione degli adulti è chiara. L\'educazione artistica può essere organizzata in cinque aree principali: 1. Attenzione agli spazi e ai materiali. 2. Progettazione di percorsi che alternano teoria e pratica. 3. Connessione con i beni culturali e il paesaggio. 4. Documentazione delle opere realizzate in classe. 5. Ricerca che influisce concretamente sul lavoro degli educatori e insegnanti. **PAG.18** L\'attenzione ai materiali e agli spazi è molto importante, soprattutto nelle scuole per bambini piccoli, dove un ambiente ben progettato aiuta nello sviluppo della loro conoscenza. Florence Tilton, durante una visita a una scuola rurale nel 1936, descrive come l\'arte fosse parte della vita quotidiana in quella scuola. I banchi non erano disposti in modo simmetrico, ma i tavoli erano raggruppati. Una parete era decorata con un dipinto fatto da un bambino e i colori dell\'ambiente erano rilassanti. La maestra era vestita con gusto, i libri erano ben sistemati, e i bambini stavano creando copertine per un libro di storia, tutto in un\'atmosfera di felicità e collaborazione. **PAG.19** In questa scuola, l\'arte è parte della vita quotidiana e aiuta i bambini a riconoscere la bellezza in tutto ciò che li circonda. I bambini lavorano insieme per rendere bello il loro ambiente, apprezzando il colore, le linee, la luce, l\'ombra e le forme in natura e nell\'arte. Imparano anche a collaborare, mettendo da parte i gusti personali per gli obiettivi comuni. L\'insegnante considera l\'arte come un insegnamento che si sviluppa attraverso quattro aspetti: valutazione, creazione, informazione e tecnica. C\'è un equilibrio tra espressione personale e sviluppo delle preferenze artistiche, con molta immaginazione e poco compito da copiare o ricalcare. I bambini sono incoraggiati a esplorare e creare, sviluppando la capacità di fare oggetti durante tutto il loro percorso scolastico. **PAG.20** Esploreremo alcune figure importanti nel campo della pedagogia e della didattica, che hanno influenzato l\'educazione artistica in Occidente. Ognuno di loro ha proposto idee molto diverse, ma tutti avevano una visione chiara su come l\'arte dovesse essere integrata nell\'educazione, con obiettivi specifici e un rapporto preciso tra arte e formazione. **PAG.21** Rudolf Steiner, studioso e fondatore dell\'antroposofia, si occupò di molte discipline come agricoltura biodinamica, antropologia, architettura, filosofia e medicina. Nel 1919, per creare una scuola per i figli dei lavoratori della fabbrica Waldorf-Astoria di Stoccarda, avviò una sperimentazione educativa basata su principi completamente diversi da quelli tradizionali dell\'insegnamento dell\'epoca. **PAG.22** Steiner proponeva che lo sviluppo umano si dividesse in cicli di sette anni, e che l\'organizzazione scolastica dovesse seguire questa divisione. Ogni ciclo scolastico doveva considerare un sviluppo equilibrato tra tre aspetti: il pensiero (facoltà cognitivo-intellettuali), i sentimenti (facoltà creativo-artistiche) e la volontà (facoltà pratico-artigianali). Nell\'educazione steineriana, l\'arte ha un ruolo centrale, specialmente nei primi anni di vita, unendo tutte le materie e favorendo lo sviluppo armonico dei bambini. **PAG.23** Secondo la scuola Waldorf, le arti sono un mezzo importante per l\'apprendimento e un modo per insegnare. Nei suoi libri, come \"Arte dell\'educazione\", si capisce che l\'insegnamento stesso deve essere visto come una forma d\'arte, con gli insegnanti che devono seguire un lungo percorso di crescita. La pittura, in questo contesto, non deve cercare di essere realistica, ma esplorare forme \"originarie\" che connettono con l\'universo. Inoltre, il colore ha un ruolo fondamentale nell\'educazione. **PAG.24** Steiner considera il colore come un elemento fondamentale per esplorare vari aspetti della vita umana. Consiglia di introdurre i bambini ai colori il prima possibile, seguendo le teorie di Goethe. L\'uso del colore dovrebbe essere insegnato in modo che i bambini imparino a riconoscere e applicare colori diversi su superfici colorate, sviluppando così una comprensione più profonda e spirituale del mondo dei colori. **PAG.25** Steiner ritiene che il colore sia importante per esplorare la vita umana. Suggerisce di introdurre i bambini ai colori il prima possibile, seguendo le idee di Goethe, per aiutarli a capire meglio il mondo dei colori in modo più profondo e spirituale. **PAG.26** Steiner sostiene che ci dovrebbe essere una separazione tra le lezioni di disegno e quelle di pittura. La pittura dovrebbe essere fatta con gli acquerelli, che permettono di giocare con le trasparenze. Questi giochi di trasparenza riflettono l\'anima del mondo e della vita umana, esprimendo emozioni interne o ispirate dall\'ambiente. Per Steiner, l\'acquerello è il mezzo ideale per i bambini, poiché aiuta a sviluppare la loro sensibilità in crescita. **PAG.27** Steiner considera anche i pastelli a cera o a olio come materiali importanti per l\'apprendimento, facendo sperimentare ai bambini ogni colore singolarmente, come suggerito da Goethe. Secondo la sua teoria, l\'accostamento dei colori provoca emozioni specifiche. Nelle sue lezioni, propone combinazioni di colori (come verde-rosso, verde-fior di pesco, verde-blu) che creano diverse impressioni. Il colore, quindi, è fondamentale per la crescita umana, aiutando a entrare in contatto con il mondo e la sua spiritualità. **PAG.29** Nella pedagogia Waldorf, sono importanti anche altre attività artistiche oltre a pittura e disegno, come modellaggio, teatro, musica, danza, tessitura e falegnameria. Queste attività stimolano sia il corpo che la mente, favorendo esperienze interiori e sensibilità. Tutte queste esperienze contribuiscono alla crescita complessiva dell\'individuo. **PAG.30** Nel pensiero di Dewey, l\'arte è legata al concetto di esperienza, che è un processo dinamico e attivo. L\'esperienza nasce dal desiderio di agire, che il bambino esprime naturalmente. Questo bisogno deve essere osservato con attenzione, per cogliere e valorizzare le sue potenzialità mentre si sviluppa. **PAG.32** Per Dewey, l\'esperienza è un processo che nasce dall\'interazione tra l\'individuo e l\'ambiente, in cui entrambi si influenzano reciprocamente. Ogni esperienza è collegata alle precedenti, creando un flusso continuo di apprendimento. Non tutte le esperienze sono utili: quelle educative promuovono la crescita, mentre quelle non educative possono ostacolarla. Le esperienze educative devono stimolare curiosità, intelligenza e capacità di risolvere problemi. **PAG.33** Per Dewey, l\'esperienza è un processo attivo che include il pensiero riflessivo, cioè riflettere su ciò che si fa e si impara. L\'apprendimento avviene meglio attraverso il \"fare\", non semplicemente ascoltando informazioni. L\'educazione deve essere un\'attività che coinvolge lo studente, facendolo esplorare e costruire il proprio sapere. Dewey vedeva anche l\'educazione come un modo per costruire una società democratica, dove gli individui imparano a cooperare e vivere insieme. In sintesi, per lui, l\'educazione deve offrire esperienze significative che aiutano gli studenti a crescere intellettualmente e socialmente, preparandoli a diventare cittadini attivi. **PAG.34** Per Dewey, l\'insegnante ha il compito di guidare il naturale desiderio dei bambini di fare, orientando le loro azioni verso scopi significativi e un percorso di crescita. Le attività educative non devono essere ripetitive, ma devono stimolare la riflessione e la scelta consapevole dei mezzi per raggiungere un obiettivo. Un\'attività è educativa solo se ha uno scopo chiaro e se coinvolge una riflessione attiva su come raggiungerlo. **PAG.35** Dewey ritiene che per un\'educazione efficace, la scuola dovrebbe avere spazi dedicati alla sperimentazione, come quelli per la pittura e l\'arte. Il lavoro deve stimolare il pensiero riflessivo e la capacità di arricchire continuamente l\'esperienza. Un\'esperienza educativa deve includere: sperimentazione personale e collettiva, l\'uso di materiali grezzi e diversi strumenti, discussioni condivise, formulazione di ipotesi, situazioni complesse, possibilità di errore, soluzioni multiple, conflitti cognitivi, teorizzazione in corso, connessione con esperienze passate e future, e inserimento in un progetto educativo più ampio. **PAG.36** L\'arte, in ambito educativo, aiuta a dare significato a oggetti che altrimenti sembrerebbero vuoti o confusi. Non si tratta solo di pensare o di fare esperienza sensoriale, ma di creare una nuova esperienza. Un\'opera d\'arte trasforma materiali grezzi in qualcosa di ordinato, offrendo un\'esperienza intensa che permette di comprendere meglio il mondo. In questo modo, l\'arte permette di esplorare la realtà in modo completo. **PAG.37** Dewey sostiene che due spazi fondamentali per l\'apprendimento sono la biblioteca e il museo, che permettono esperienze dirette. In particolare, il laboratorio è visto come un museo dove i bambini non solo fanno cose, ma acquisiscono anche concetti che arricchiscono la loro pratica. Ogni idea che imparano trova applicazione nelle loro esperienze quotidiane, influenzando concretamente la loro vita. **PAG.38** La scuola attiva, secondo John Dewey, è un approccio educativo che mette al centro l\'apprendimento attraverso l\'esperienza e l\'interazione con l\'ambiente. Non si tratta solo di trasmettere conoscenze, ma di sviluppare capacità critiche, pensiero indipendente e partecipazione sociale. **PAG.39** Dewey suggerisce che nei laboratori i bambini possano esprimersi attraverso la forma e il colore in modo riflessivo, non casuale. Gli insegnanti dovrebbero stimolare l\'osservazione e l\'immaginazione dei bambini, ponendo domande che attivano la memoria e la creatività. L\'osservazione aiuta a rappresentare la realtà, mentre l\'immaginazione avvia processi creativi. Inoltre, è importante incoraggiare la costruzione, ad esempio con progetti come il telaio per tessere o la lavorazione dell\'argilla. **PAG.40** Per Dewey, il disegno è un elemento fondamentale per l\'apprendimento e la crescita. Non è solo un prodotto finale, ma un processo attivo che aiuta a sviluppare emozioni e pensiero. L\'arte è vista come un\'esperienza personale che stimola la comunicazione e la riflessione. Dewey sottolinea l\'importanza del contatto diretto con l\'opera d\'arte, come nei musei, ma non come un\'esperienza passiva. Il disegno permette alle persone di esprimersi, comunicare visivamente e comprendere meglio se stessi e il mondo, diventando uno strumento importante per l\'apprendimento e la partecipazione sociale. **PAG.41** Per Dewey, l\'arte è la forma di esperienza più intensa, perché coinvolge sensi, emozioni, pensieri e affetti al massimo. È un ambito privilegiato per l\'educazione, poiché il processo creativo ha un grande valore formativo. Quando un\'esperienza artistica suscita stupore (per la bellezza della scoperta) e riconoscimento (sentimento di appartenenza a ciò che è stato creato), essa diventa davvero formativa. Il processo creativo è utile quando l\'attività genera qualcosa che continua a dare piacere nel tempo. **PAG.42** L\'autore era poeta, giornalista, critico letterario, professore universitario e storico dell\'arte. Ha condotto una lunga ricerca sull\'arte e su come questa possa influenzare l\'educazione, portando anche a cambiamenti sociali. La sua idea principale, che risale a Platone, è che l\'arte possa essere utilizzata come strumento educativo, come spiegato nel suo libro *Education through Art* (1943). **PAG.43** L\'autore era un esperto di arte, poesia, giornalismo e critica. Ha studiato come l\'arte può influenzare l\'educazione e causare cambiamenti nella società. La sua principale idea, derivata da Platone, è che l\'arte possa essere un modo per educare, come scritto nel suo libro *Education through Art* (1943). **PAG.44** L\'autore era esperto in arte e scrittura e ha studiato come l\'arte possa influenzare l\'educazione e la società. La sua idea principale, ispirata da Platone, è che l\'arte può essere un mezzo per educare, come spiegato nel suo libro *Education through Art* (1943). **PAG.45** L\'educazione estetica, secondo Edward Read, mira a sviluppare l\'individuo in modo completo, valorizzando le esperienze sensoriali, le emozioni e i pensieri. Gli obiettivi principali sono: proteggere e migliorare i sensi per esperienze autentiche, integrare diverse percezioni nel mondo reale, aiutare gli studenti a esprimere emozioni in modi comprensibili, portare alla consapevolezza pensieri ed emozioni interiori, e insegnare a comunicare idee in modo chiaro. In questo modo, l\'educazione estetica aiuta le persone a esprimere se stesse e a relazionarsi con il mondo che li circonda. **PAG.46** L\'educazione estetica include diverse tecniche che coinvolgono i sensi e le abilità artistiche: - **Educazione visiva**: si sviluppa attraverso il disegno (occhio). - **Educazione plastica**: si concentra sul tatto. - **Educazione musicale**: riguarda l\'orecchio e la musica. - **Educazione cinetica**: riguarda i muscoli e la danza. - **Educazione verbale**: coinvolge il discorso, la poesia e il teatro. - **Educazione costruttiva**: stimola la riflessione e i mestieri. Queste tecniche sono collegate tra loro in un progetto educativo che promuove uno sviluppo armonioso degli studenti. **PAG.47** L\'autore classifica l\'arte moderna in diverse categorie: - **Realismo, naturalismo, impressionismo**: arte che imita la natura. - **Surrealismo, futurismo**: arte che si allontana dalla realtà e cerca valori immateriali o spirituali. - **Fauvismo, espressionismo**: arte che esprime le emozioni e sensazioni personali dell\'artista. - **Cubismo, costruttivismo, funzionalismo**: arte che si concentra sulle forme e qualità astratte dei materiali. Tuttavia, ci possono essere eccezioni individuali che rispondono a esigenze diverse. **PAG.48** Jung identifica quattro funzioni che influenzano il modo in cui percepiamo la realtà e noi stessi. Queste funzioni sono presenti fin dall\'infanzia, ma vengono modellate dalla famiglia e dall\'ambiente. Con la crescita, una di queste funzioni diventa predominante, chiamata \"funzione cosciente superiore\". Le funzioni sono: 1. **Funzioni razionali** (usate per fare giudizi): - **Pensiero**: si basa sulla logica e sul ragionamento. - **Sentimento**: si basa sulle emozioni e sui sentimenti. 2. **Funzioni irrazionali** (non giudicano, ma si basano su percezioni): - **Sensazione**: si basa su dati reali e percezioni fisiche, tipica di artigiani e atleti. - **Intuizione**: si basa su idee o intuizioni improvvise, difficili da spiegare. **PAG.49** L\'autore analizza i disegni dei bambini e propone una classificazione in 12 categorie: 1. **Organico**: Disegni che rappresentano forme naturali e organismi viventi, come animali e piante, basati su osservazioni dirette della natura. 2. **Lirico**: Disegni che esprimono emozioni e stati d\'animo, con colori e forme fluide, focalizzandosi sui sentimenti personali. 3. **Impressionista**: Disegni che cercano di catturare l\'impressione di un momento, con pennellate brevi e colori luminosi, concentrandosi su luce e atmosfera. 4. **Schema ritmico**: Disegni caratterizzati da ripetizioni e pattern che creano un senso di movimento e dinamismo, spesso in forme astratte. 5. **Forma strutturale**: Disegni che evidenziano la struttura e la costruzione di oggetti, mostrando comprensione delle proporzioni e delle relazioni spaziali. 6. **Schematico**: Disegni che semplificano oggetti e forme in simboli o schemi, enfatizzando le caratteristiche essenziali invece dei dettagli complessi. **PAG.50** L\'autore propone altre 6 categorie di disegni infantili: 7. **Tattile**: Disegni che si concentrano sulle texture e la sensazione di superficie, esplorando materiali e sensazioni tattili. 8. **Espressionista**: Disegni che riflettono emozioni intense, spesso usando colori vivaci e forme distorte. 9. **Enumerativo**: Disegni che mostrano una lista di oggetti o elementi, in modo dettagliato e sistematico. 10. **Decorativo**: Disegni focalizzati sull\'estetica e l\'ornamento, con motivi stilizzati e bellezza visiva. 11. **Romantico**: Disegni che esprimono idealismo, avventura e meraviglia, spesso con paesaggi fantastici. 12. **Letterario**: Disegni ispirati a storie o racconti, illustrando scene o personaggi di libri. **PAG.51** L\'autore descrive le prime tre fasi del disegno infantile, suddivise per età: 1. **Fase 1: Scribble (scarabocchio) (2-4 anni)**\ I bambini fanno scarabocchi senza un obiettivo preciso, esplorando il movimento e la coordinazione mano-occhio, senza cercare di rappresentare oggetti. 2. **Fase 2: Linea (4 anni)**\ I bambini iniziano a usare linee più definite, che rappresentano forme e contorni di oggetti, anche se ancora imprecisi. Cominciano a cercare di riprodurre il mondo circostante. 3. **Fase 3: Simbolismo descrittivo (5-6 anni)**\ I bambini usano simboli (come un cerchio per una testa) per rappresentare oggetti e situazioni che conoscono. Iniziano a esprimere idee e sentimenti con forme e colori. **PAG.52** Le ultime fasi del disegno infantile sono: 4. **Fase 4: Realismo descrittivo (7-8 anni)**\ I bambini iniziano a disegnare in modo più dettagliato e realistico, cercando di rappresentare accuratamente persone, animali e oggetti, prestando attenzione alle proporzioni. 5. **Fase 5: Realismo visivo (9-10 anni)**\ I bambini migliorano la loro capacità di disegnare prospettive, ombre e colori, sviluppando uno stile artistico più personale. 6. **Fase 6: Repressione (11-14 anni)**\ In questa fase, molti bambini diventano insicuri riguardo ai loro disegni e riducono la loro attività artistica a causa della pressione sociale e del desiderio di conformarsi. 7. **Fase 7: Revival artistico (14 anni)**\ Durante l\'adolescenza, i giovani riscoprono l\'arte, esplorano nuove tecniche e sviluppano uno stile personale per esprimere emozioni e identità. **PAG.53** Read sostiene che l\'educazione artistica è fondamentale per la crescita dell\'individuo, poiché aiuta a sviluppare l\'attività creativa in ogni persona. Secondo lui, la scuola dovrebbe essere un microcosmo della vita, dove ogni attività, inclusa l\'arte, deve essere fatta con passione e coinvolgimento. L\'arte non è solo un\'attività speciale, ma ogni persona ha un proprio modo unico di essere creativa, sia nel gioco che nel lavoro. La creatività è essenziale per esprimere e dare forma alla vita e alla nostra esperienza quotidiana. **PAG.54** Bruno Munari era un artista versatile: pittore, scultore, designer e grafico, con una particolare attenzione ai bambini. Ha creato un modo unico di farli sperimentare con la comunicazione visiva, fondando i laboratori \"Giocare con l\'arte\" e sviluppando il metodo Bruno Munari®. Fin da giovane, era molto curioso e amava sperimentare, costruendo giocattoli con materiali semplici, come bambù, nella sua città natale, Badia Polesine, e cercando sempre nuovi modi per usare gli oggetti. **PAG.55** Bruno Munari, influenzato dal futurismo, propone un approccio creativo e ironico che ha caratterizzato tutta la sua vita. Inizia a lavorare con i bambini creando libri come *Il Libro illegibile*, *i Prelibri* e *Il Libroletto*, anche con la collaborazione di Gianni Rodari. Munari crede che un buon libro per bambini, tra i 3 e i 9 anni, debba avere storie semplici e immagini chiare e colorate. I bambini sono ottimi osservatori e notano dettagli che agli adulti sfuggono, come il gatto che guarda oltre una pagina. Le storie devono riflettere il mondo semplice e naturale che i bambini vivono. **PAG.56** Nel suo libro *Fantasia* del 1977, Bruno Munari descrive quattro concetti fondamentali per lo sviluppo creativo: fantasia, invenzione, creatività e immaginazione. Questi sono alla base dei suoi laboratori e giochi creativi. Ecco cosa significano: - **Fantasia**: è la capacità di pensare a cose che non esistono, anche se impossibili. - **Invenzione**: è creare qualcosa di nuovo, ma con uno scopo pratico, senza preoccuparsi dell\'estetica. - **Creatività**: unisce fantasia e invenzione per produrre qualcosa di utile e realizzabile. - **Immaginazione**: permette di visualizzare ciò che nasce dalla fantasia, invenzione e creatività. Munari sottolinea che queste facoltà interagiscono tra loro, e più riusciamo a collegare ciò che conosciamo con la fantasia, più diventa facile creare. In questo processo, la memoria e l'intelligenza, che alimentano curiosità e apertura mentale, sono fondamentali. **PAG.57** Nel 1974, Bruno Munari ha creato un laboratorio per bambini chiamato \"Creatività Infantile al Momento\", organizzato alla Galleria Blu di Milano. Questo laboratorio era destinato ai bambini dai 3 agli 8 anni e aveva l'obiettivo di insegnare loro l'arte attraverso tecniche e strumenti diversi. I bambini potevano esplorare vari materiali, come vetrini preparati da loro stessi, e vedere proiezioni delle materie. C'erano anche spiegazioni visive sulle pareti e moduli componibili per creare costruzioni. Questo laboratorio non aveva uno scopo preciso, ma era una prova per testare il suo metodo educativo. **PAG.58** Dopo il successo del laboratorio a Milano, Munari fu invitato alla Pinacoteca di Brera dal direttore Franco Russoli, che condivideva l'idea che il museo non dovesse essere solo un luogo per esperti, ma un punto di riferimento per tutti. Russoli credeva che il museo fosse uno strumento importante per comunicare con la società, offrendo una comprensione della memoria collettiva, dell'evoluzione della natura e dell'uomo. Poteva anche svolgere un ruolo fondamentale nel rinnovamento sociale, ma era ancora poco esplorato come strumento di comunicazione di massa. **PAG.59** Munari credeva che visitare un museo non fosse utile se le persone non riuscivano davvero a \"vedere\" le opere d\'arte, spesso cercando solo un racconto invece di comprendere le regole visive che le compongono. Poiché cambiare il modo di pensare degli adulti è difficile, Munari propose di concentrarsi sui bambini. Suggerì di creare nei musei delle sale laboratorio dove i bambini potessero \"giocare\" con l\'arte visiva, imparando attraverso l'esperienza pratica. **PAG.60** Munari proponeva che nei laboratori i bambini potessero esplorare vari materiali come colori, luci e forme, con l'aiuto di esperti che li guidassero. L'idea era che i bambini imparassero giocando, così da comprendere le tecniche artistiche e acquisire una visione più profonda dell'arte. Questo approccio avrebbe creato un pubblico futuro capace di apprezzare l\'arte non solo per il suo significato, ma anche per le tecniche e gli aspetti creativi che le compongono. **PAG.61** Il laboratorio inaugurato alla Pinacoteca di Brera nel 1977 era uno spazio dove i bambini potevano sperimentare l\'arte, non per diventare artisti o imparare la storia dell\'arte, ma per esplorare le regole della creatività. L\'obiettivo era di farli vivere in modo creativo, utilizzando tecniche artistiche e scoprendo come funziona il linguaggio visivo, senza la pressione di diventare esperti o copiare i grandi maestri. **PAG.62** Nel 1978, Munari è chiamato a progettare un laboratorio permanente al Museo delle Ceramiche di Faenza. L\'obiettivo era far sperimentare ai bambini la manipolazione dell\'argilla, permettendo loro di esplorare le sue potenzialità. Dopo questa esperienza pratica, i bambini potevano visitare il museo e osservare alcuni oggetti selezionati, in modo più consapevole, legati alle attività fatte nel laboratorio. Munari applica il suo metodo \"Giocare con l\'arte\", adattato alla ceramica, per coinvolgere i bambini in un\'esperienza educativa. **PAG.63** \"Giocare con l\'arte\" secondo Bruno Munari è un modo per usare l\'arte come strumento di apprendimento e creatività, integrando gioco e arte. Ecco i punti principali: 1. **Arte come Strumento Educativo**: L\'arte è un mezzo per esplorare emozioni, idee e concetti, stimolando curiosità e fantasia nei bambini. 2. **Gioco e Creatività**: Il gioco è fondamentale per permettere ai bambini di esplorare liberamente e sperimentare, senza paura di sbagliare. 3. **Sviluppo delle Competenze**: Le attività artistiche aiutano i bambini a sviluppare abilità come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e la collaborazione. 4. **Libertà di Espressione**: Munari promuove la libertà di esprimersi senza giudizi esterni, aiutando i bambini a scoprire e sviluppare la loro creatività. 5. **Interdisciplinarità**: L\'arte collega altre discipline come la scienza e la matematica, rendendo l\'apprendimento più intuitivo e divertente. In sintesi, \"giocare con l\'arte\" è un modo per stimolare la creatività, l\'esplorazione e l\'apprendimento nei bambini, incoraggiandoli a esprimere se stessi e ad acquisire nuove competenze. **PAG.64** Nel 1988, vengono creati altri laboratori al Centro d\'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, dove vengono esplorati temi come il divisionismo, i collage, il colore e le forme componibili. Nel 1991, vengono introdotti due nuovi laboratori: \"Un fiore con amore\" e \"Laboratorio liberatorio\". Attilio Maltini, vice presidente del Centro, descrive il laboratorio come un \"metodo\" e una \"bottega d\'arte\", un luogo dove si può cercare, provare e sperimentare in modo creativo. **PAG.65** Munari credeva che fosse fondamentale offrire ai bambini molte esperienze diverse per aiutarli a sviluppare la creatività. Sosteneva che per far crescere la fantasia dei bambini, bisogna fornire loro tante informazioni e stimoli, così da permettere loro di fare più connessioni e risolvere i problemi quando si presentano. **PAG.66** Per Munari, il laboratorio è essenziale per sperimentare prima di visitare un museo. L\'arte è vista come un modo per costruire conoscenza, simile alla scienza, e l\'attività del laboratorio prepara i bambini a guardare le opere d\'arte in modo più consapevole, dopo aver esplorato e trovato il proprio modo di esprimersi. **PAG.68** Un noto pedagogista e critico d\'arte ha parlato del legame tra arte ed educazione, definendo il concetto di \"bambino-artista\". Secondo lui, il bambino, come l\'artista, affronta tre tipi di problemi per creare qualcosa di unico e con un proprio stile: 1. Scegliere cosa rappresentare, 2. Scegliere i materiali e gli strumenti, 3. Rappresentare bene ciò che ha in mente usando le tecniche giuste. **PAG.69** De Bartolomeis ha creato il metodo della \"valutazione produttiva\", che prevede di entrare in contatto con le opere d\'arte attraverso la loro riproduzione. Questo processo aiuta a capire meglio le difficoltà e lo sforzo necessari per creare un\'opera. Secondo lui, è importante concentrarsi sull\'arte contemporanea, poiché riflette il nostro tempo e si evolve con noi. Inoltre, l\'arte contemporanea permette di utilizzare tecnologie avanzate e di esplorare in modo profondo aspetti come il colore, la forma, lo spazio e gli effetti visivi. **PAG.70** De Bartolomeis sottolinea che i bambini, anche nelle scuole dell\'infanzia, possono fare un lavoro utile e interessante esplorando l\'arte contemporanea. Questo include l\'analisi di materiali, tecniche, colori, segni e composizione, aspetti che di solito non vengono trattati nelle scuole superiori. L\'interesse per l\'arte contemporanea è importante perché oggi è sempre più presente nelle esperienze quotidiane dei bambini, non solo nelle opere d\'arte, ma anche in pubblicità, TV, video musicali e moda. Per essere davvero efficace, l\'educazione artistica deve riflettere questa nuova \"cultura delle immagini\" influenzata dai mass media. **PAG.71** Nelle scuole si usano già molti materiali e tecniche delle avanguardie artistiche del Novecento, come il frottage, il collage, la combinazione di pittura e scultura, l\'assemblaggio di materiali diversi, il fotomontaggio, e tecniche come macchia, colatura e spruzzatura. Si sperimenta anche con la deformazione delle figure, l\'astrazione geometrica o informale e la costruzione attraverso il colore. **PAG.72** De Bartolomeis sottolinea che gli educatori e gli insegnanti, quando insegnano arte, dovrebbero vivere personalmente l\'esperienza dell\'arte in modo consapevole. Devono conoscere tutte le possibilità che l\'arte offre e usarle per educare, mirando anche alla propria crescita culturale. **PAG.73** Stern, educatore e studioso del disegno, non proponeva attività artistiche tradizionali nelle scuole o nei musei, ma pensava a un luogo speciale per l\'arte. Il suo progetto è iniziato nel 1946, quando lavorava come educatore in una casa per orfani di guerra. Lì, offriva ai bambini attività artistiche come lavorare con cartoni, creta e dipingere, fuori dalle ore di scuola. Il suo compito era organizzare il materiale e assicurarsi che non mancasse nulla. **PAG.74** Nel suo diario del 12 giugno 1946, Stern racconta quanto i bambini fossero entusiasti di disegnare. All\'inizio usavano matite, ma presto si appassionarono così tanto che per i fogli grandi non potevano più usare i tavoli e dovevano appenderli al muro. Un ragazzo, in particolare, dipingeva su grandi fogli senza fermarsi, tranne per mangiare, mostrando grande energia e abilità. **PAG.75** Stern crea l\'Acadèmie du Jeudi a Parigi, un\'area dove i bambini possono esprimersi liberamente. Propone il Closlieu, una stanza senza finestre, illuminata dall\'alto, con pareti ricoperte di carta da giornale per permettere ai bambini di disegnare su fogli grandi. Al centro c\'è una tavolozza con colori a tempera, pennelli e acqua. I bambini possono esplorare liberamente i materiali e esprimere la loro creatività senza restrizioni. **PAG.77** Nella stanza, il bambino sceglie il foglio e decide come posizionarlo. L\'educatore, o praticien, aiuta solo a fissarlo, senza intervenire sul lavoro del bambino. L\'attività pittorica è libera e non ha un obiettivo produttivo, ma permette al bambino di esprimere emozioni e di connettersi con il mondo. Il praticien crea un ambiente in cui non corregge, non giudica e non dà consigli, ma educa \"attraverso l\'arte\", supportando la creatività del bambino. **PAG.78** Nei laboratori di Munari c\'è un continuo scambio tra educatore e bambino, senza giudizi, per esplorare le regole della comunicazione visiva. Nel Closlieu, invece, l\'obiettivo è far emergere un\'espressione personale e interiore del bambino, senza interventi esterni. Il fondatore di questa esperienza, attraverso studi sulla semiologia, ha sviluppato una teoria chiamata \"Formulazione\", che descrive un sistema universale di espressione attraverso segni, che non ha un destinatario e segue leggi proprie. **PAG.79** La Formulazione è un\'espressione universale che viene dal profondo di ogni persona, senza influenze esterne. A differenza dell\'arte, non ha bisogno di comunicare con altri, ma rappresenta una memoria pre-natale, spontanea e strutturata. È un codice universale che aiuta a comprendere meglio noi stessi. Per far emergere questa espressione, è necessario un ambiente tranquillo, con altri bambini come \"compagni di gioco\" e la presenza di un educatore. La Formulazione nasce presto nei bambini, soddisfacendo bisogni profondi, e le tracce che disegnano diventano un patrimonio che evolverà nel tempo. **PAG.80** La Formulazione non è un atto di fantasia o cultura, ma un'espressione naturale che tutti possediamo fin da bambini, prima di essere istruiti sul disegno. Durante lo sviluppo, il bambino inizia con scarabocchi che, nel tempo, diventano segni più chiari, come forme e oggetti che riconosce, come personaggi o alberi. Questo processo è un incontro tra il mondo interiore del bambino e l\'esterno, dove il bambino non si limita a copiare ciò che vede, ma esplora e crea collegamenti tra i suoi pensieri e la realtà. Stern sottolinea anche che il gioco è fondamentale per l\'apprendimento, aiutando il bambino a sviluppare la propria ragione e comprensione. **PAG.81** La Formulazione si sviluppa in tre fasi: prima ci sono le Figure Primarie, poi gli Oggetti-Immagine, e infine le Figure Essenziali. Le Figure Primarie e le Figure Essenziali non sono ragionate, mentre la ragione interviene quando compaiono gli Oggetti-Immagine. Durante questo processo, un'altra forma di Formulazione, legata alla Memoria Organica, influisce sugli Oggetti-Immagine, modellandoli oltre le intenzioni del bambino. Alla fine della prima infanzia, la Formulazione cambia e diventa meno spontanea e incontrollata, superando ogni riflessione consapevole. **PAG.85** **Rudolf Steiner -Arte dell'educazione** Rudolf Steiner, fondatore dell\'antroposofia, ha studiato e lavorato in molti campi, tra cui agricoltura, medicina, architettura e filosofia, con un forte interesse per la pedagogia. Nell\'educazione steineriana, l\'arte è vista come una parte essenziale che collega tutte le materie, ed è considerata uno strumento importante per l\'apprendimento. Secondo Steiner, le arti non sono solo un\'espressione creativa, ma anche un modo per insegnare e comprendere il mondo. **PAG.86** **John Dewey-Arte come esperienza** Nel pensiero di Dewey, l\'arte è legata al concetto di \"esperienza\", che è un processo dinamico e attivo, in cui sia l\'individuo che l\'ambiente si influenzano a vicenda. L\'esperienza non è passiva, ma coinvolge un\'interazione continua. Nel contesto del laboratorio e del museo, Dewey sottolinea che il bambino non si limita a fare cose, ma sviluppa anche idee che arricchiscono la sua pratica. Ogni idea acquisita ha un impatto sull\'esperienza e sulla sua vita, influenzando il modo in cui agisce e comprende il mondo. **PAG.87** **Herbert Read-Educazione attraverso l'arte (Education through Art)** L'autore, poeta e critico, crede che l'arte possa essere usata come strumento educativo, influenzando positivamente la società e la prospettiva educativa. Nel suo libro *Education through Art* (1943), sostiene che non solo le opere degli artisti, ma anche le espressioni estetiche dei bambini, come i loro disegni, sono importanti. La sua tesi si basa sull'idea che l'arte, fin dalle sue forme più semplici, possa educare e sviluppare la sensibilità estetica nelle persone. **PAG.88** **Bruno Munari-Giocare con l'arte** Bruno Munari era un artista versatile: pittore, scultore, designer e grafico. Era anche molto attento ai bambini e ha creato un modo nuovo per far loro scoprire e sperimentare le regole della comunicazione visiva. Ha fondato i laboratori \"Giocare con l\'arte\" e il metodo Bruno Munari®. Fin da giovane, Munari era curioso e sperimentava, costruendo giocattoli con materiali semplici, come canne di bambù, per vedere cosa si poteva fare con le cose oltre al loro uso comune. **PAG.89** **Francesco De Bartolomeis-L'importanza dell'arte contemporanea e il metodo della valutazione produttiva** È un famoso pedagogista e critico d\'arte che ha studiato il legame tra arte ed educazione, sviluppando l\'idea di \"bambino-artista\". Ha creato il metodo della \"valutazione produttiva\", che consiste nell\'imparare a conoscere le opere d\'arte riproducendole, così da comprendere meglio le difficoltà e l\'impegno necessari per crearle. **PAG.90** **Arno Stern-Il closlieu e la formazione** L\'educatore ha creato un luogo speciale chiamato Closlieu, una stanza senza finestre e con una luce particolare. Le pareti sono rivestite di carta per mettere i fogli dove i bambini possono disegnare. Al centro c\'è una tavolozza con colori e pennelli. In questo spazio, i bambini possono esprimersi liberamente, usando gli strumenti a disposizione senza nessun tema imposto. **PAG.91** Maria Montessori e Giuseppina Pizzigoni hanno creato metodi di insegnamento che si concentrano sull\'educazione artistica e sul disegno. Questi metodi non riguardano solo le attività artistiche specifiche, ma anche l\'ambiente scolastico, gli strumenti, i materiali e gli esercizi per stimolare la vista. Inoltre, entrambi i metodi considerano l\'approccio al patrimonio culturale e paesaggistico. Sono metodi ancora validi e riconosciuti ufficialmente. **PAG.92** **Maria Montessori** Maria Montessori è una figura importante nel campo della medicina, pedagogia e didattica, ed è un punto di riferimento per molti aspetti della vita dei bambini, non solo per quanto riguarda la scuola. Il suo metodo educativo è complesso e scientifico. Per comprenderlo appieno, non basta guardare solo le attività artistiche, ma è necessario considerare l\'intero progetto educativo che propone. **PAG.93** Il metodo di Maria Montessori si concentra su: - L\'attenzione all\'ambiente e agli arredi. - La scelta di materiali e strumenti adatti. - Attività che stimolano l\'educazione visiva. - Azioni grafiche e manipolative. Ogni aspetto è descritto nei suoi scritti, che spiegano come applicare il metodo in modo dettagliato. **PAG.94** Maria Montessori propone uno spazio pensato per i bambini, con arredi e oggetti fatti appositamente per essere usati in autonomia, senza bisogno dell\'adulto. Questo aiuta i bambini a diventare più autonomi e responsabili. Gli oggetti e gli arredi devono essere progettati in modo che forma e funzione si combinino perfettamente per supportare l\'idea pedagogica di indipendenza del bambino. **PAG.95** L\'arredamento delle scuole Montessori è progettato per essere adatto ai bambini, permettendo loro di agire in modo autonomo. Ci sono tavolini leggeri e stabili che i bambini di 4 anni possono spostare facilmente, seggiole proporzionate al loro corpo, e lavabi bassi per essere facilmente accessibili. Le credenze sono semplici e basse, alcune con tendine e altre con sportelli, ciascuno con una chiave che i bambini possono aprire e chiudere. Le pareti sono decorate con lavagne e quadri a misura di bambino, con immagini di famiglia, animali o fiori. Le \"Case dei Bambini\" non sono solo un progresso sociale, ma anche un passo avanti per l\'umanità, legato al miglioramento del ruolo delle donne e alla cura dei bambini. **PAG.96** Tutto nell\'ambiente Montessori è organizzato in modo funzionale e pedagogico. Gli spazi sono progettati per permettere ai bambini di muoversi liberamente, sapendo cosa fare e rispettando una routine quotidiana, in armonia con gli altri. La \"Casa dei Bambini\" rappresenta un nuovo concetto, dove i bambini sono padroni della loro vita e organizzano autonomamente le loro attività, promuovendo la loro indipendenza. **PAG.97** Montessori dà molta importanza ai materiali, poiché aiutano i bambini a sviluppare la responsabilità e stimolano i sensi, che sono essenziali per iniziare a conoscere il mondo. I sensi, come vista e tatto, sono considerati fondamentali per esplorare l\'ambiente e imparare. In particolare, lo sguardo e la mano sono visti come strumenti importanti per costruire la conoscenza. **PAG.98** Montessori spiega che, oltre ad assorbire informazioni dall\'ambiente, la mente del bambino ha bisogno di un\'esperienza attiva per crescere. Non sono solo i sensi a essere importanti, ma anche la mano, che aiuta a comprendere e a interagire con il mondo. Il bambino, inizialmente osservava con curiosità, ma poi sviluppa il desiderio di toccare gli oggetti e esplorarli più a fondo. **PAG.99** La mano è un mezzo importante per il bambino per esplorare e comprendere il mondo. Con il tocco, il bambino inizia a conoscere attivamente la realtà. Per l\'educazione, Montessori usa materiali sensoriali che sono organizzati in gruppi, ognuno con una qualità fisica specifica, come colore, forma o peso. Ogni gruppo mostra variazioni di quella qualità, permettendo al bambino di percepire e comprendere le differenze in modo graduale e preciso. **PAG.100** I materiali proposti nel metodo Montessori sono progettati con attenzione alla bellezza e alla cura dei dettagli, stimolando il desiderio di toccare e esplorare. Gli oggetti sono fatti per suscitare curiosità e piacere tattile, e la maestra guida il bambino nell\'uso corretto, aiutandolo a riconoscere eventuali errori. Questi materiali sensoriali permettono al bambino di esplorare e sviluppare i suoi sensi in modo autonomo, poiché ogni oggetto è progettato per permettere al bambino di lavorare indipendentemente e correggersi da solo. **PAG.101** Dewey suggeriva di usare materiale grezzo, poco definito, per permettere agli studenti di manipolarlo e imparare attraverso l\'esperienza diretta, piuttosto che fornire materiale già pronto che limiti la loro creatività. Inoltre, l\'educazione visiva è fondamentale nello sviluppo dei bambini. L\'apprendimento sensoriale, che inizia fin dalla nascita, deve essere guidato per aiutare il bambino a sviluppare i suoi sensi, ad esempio attraverso attività che sensibilizzano l\'occhio ai colori e alle sfumature. **PAG.102** Le spolette dei colori sono tre serie di scatole che aiutano a sviluppare il senso visivo. La prima contiene i colori primari, la seconda ha 11 coppie di colori diversi (come marrone, rosa, verde, ecc.) e la terza include 63 tessere con 9 colori e 7 sfumature per ciascuno. Questi materiali aiutano i bambini a riconoscere e distinguere tonalità e sfumature, migliorando la concentrazione, la memoria e il vocabolario legato ai colori. **PAG.103-104** Maria Montessori sottolinea che il disegno dei bambini dovrebbe seguire un percorso che sviluppi la coordinazione della mano, preparando i bambini alla scrittura. Questo processo include esercizi che insegnano a tracciare forme geometriche e a riempirle con il colore, piuttosto che incoraggiare un disegno libero che, secondo Montessori, può risultare disordinato e poco utile. Il suo metodo non prevede lezioni di disegno o modellatura, ma i bambini, attraverso questo approccio, imparano a disegnare fiori, animali e paesaggi in modo chiaro e armonioso. Inoltre, spesso decorano le loro pagine di scrittura con disegni e motivi ornamentali. **PAG.105** Maria Montessori critica fortemente il \"disegno libero\" perché lo considera poco utile e privo di struttura. Secondo lei, i disegni fatti senza una preparazione adeguata rivelano che il bambino non ha sviluppato la vista, la mano e la mente in modo corretto. Invece di esprimere l\'anima del bambino, questi disegni mostrano solo errori. Montessori crede che i veri disegni spontanei possano emergere solo dopo una preparazione adeguata, che include l\'allenamento della mano e dei sensi, come se fosse un \"alfabeto\" per esprimersi correttamente. Senza questa preparazione, il bambino non può realmente esprimere se stesso. **PAG.106** Maria Montessori si concentra su due elementi fondamentali nel disegno: la linea e il colore. Per la linea, i bambini sono guidati a tracciare contorni e riempirli con linee, esercitando così la mano in modo preciso. Per il colore, vengono forniti pennelli e acquarelli, così i bambini possono colorare anche senza linee preparate. Questi due elementi, linea e colore, vengono insegnati separatamente, ma alla fine il bambino impara a usarli insieme per esprimersi artisticamente. **PAG.107** Nel metodo Montessori, l\'apprendimento passa anche attraverso la manipolazione di oggetti tridimensionali e la costruzione. Questo tipo di attività aiuta i bambini a sviluppare le capacità motorie fini, ma anche il pensiero logico e la creatività. Costruire oggetti o assemblare pezzi stimola la risoluzione di problemi, la pianificazione e la comprensione di concetti come proporzione e simmetria. Esempi di materiali usati sono i blocchi logici per costruire forme e imparare la geometria spaziale, e i solidi geometrici per esplorare le forme e le relazioni tra di esse. **PAG.108** **Giuseppina Pizzigoni** Giuseppina Pizzigoni, appassionata di arte teatrale, ha cercato di portare la sua passione per l\'arte nella scuola. Credeva che l\'arte dovesse essere parte dell\'educazione e, grazie alla sua madre, riuscì a combinare la sua vocazione artistica con la didattica. Nel 1927, fondò una nuova scuola a Milano chiamata \"La Rinnovata\", dove si concentrò sull\'aspetto pedagogico e architettonico, cercando di creare un ambiente che unisse l\'arte e l\'educazione. **PAG.109** Giuseppina Pizzigoni ha integrato l\'arte e la bellezza nell\'educazione, enfatizzando l\'importanza di un ambiente scolastico esteticamente piacevole. Credeva che ogni bambino avesse il diritto di godere della bellezza, non solo come esseri umani, ma anche come italiani. Nella sua scuola, \"La Rinnovata\", ha curato ogni dettaglio, dai giardini agli edifici, per favorire la gioia e lo sviluppo estetico dei bambini. Criticava i programmi scolastici del 1923 per non dare abbastanza importanza all\'educazione estetica e al valore psicologico dell\'ambiente. **PAG.110** Giuseppina Pizzigoni sottolinea l\'importanza di un legame stretto tra ambiente, educazione, architettura e pedagogia. Credeva che l\'ambiente scolastico, inclusi gli spazi esterni come l\'orto coltivato dai bambini, fosse essenziale per l\'educazione. Secondo lei, i bambini sono naturalmente sensibili al bello, e l\'educazione estetica aiuta a sviluppare questa sensibilità, offrendo loro una fonte di gioia per tutta la vita. **PAG.111** Giuseppina Pizzigoni, a differenza di Montessori, non rifiuta il disegno libero, ma lo affianca al disegno scientifico e realistico. Il suo obiettivo è educare i bambini a osservare attentamente la realtà e a sviluppare una forma di espressione individuale attraverso il disegno spontaneo. Inoltre, voleva stimolare il gusto per l\'arte e insegnare abilità tecniche nel campo grafico, aiutando anche a orientare i ragazzi verso possibili professioni artistiche. **PAG.11