DIRITTO PRIMA PARTE PDF
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Questo documento è un'introduzione al diritto, in particolare al diritto pubblico e privato e ai sistemi elettorali. Viene spiegato il concetto di norme giuridiche, le loro caratteristiche e funzioni. Vengono distinti i concetti di diritto civile e diritto pubblico e sono inclusi esempi di sistemi elettorali.
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CAP. 1 - ISTITUZIONI DI DIRITTO PUBBLICO Diritto e norme giuridiche Il diritto è un insieme di norme e principi che delineano e disciplinano il comportamento umano all'interno della società. Questa struttura giuridica è fondamentale per garantire l'ordine e la giustizia, poiché...
CAP. 1 - ISTITUZIONI DI DIRITTO PUBBLICO Diritto e norme giuridiche Il diritto è un insieme di norme e principi che delineano e disciplinano il comportamento umano all'interno della società. Questa struttura giuridica è fondamentale per garantire l'ordine e la giustizia, poiché fornisce un quadro di riferimento per risolvere conflitti e promuovere il rispetto reciproco. L'importanza del diritto è evidente in ogni aspetto della vita quotidiana, dalle interazioni personali alle transazioni commerciali e ai rapporti con le istituzioni pubbliche. Le norme giuridiche sono regole esplicite scritte dall'uomo, formulate per gestire e regolare comportamenti specifici, senza necessariamente mirare al miglioramento della persona o alla sua crescita morale. Esse sono vincolanti, e la loro applicazione avviene attraverso sistemi giudiziari e amministrativi, i quali garantiscono che il rispetto delle norme sia mantenuto e che le violazioni siano punite. Il diritto si occupa dell'esternazione del pensiero e dell'azione, svolgendo un ruolo cruciale nel delineare le conseguenze delle azioni umane. Non si limita a considerare le intenzioni o le ipotesi del singolo, ma si concentra sugli atti manifesti che hanno un impatto tangibile sulla società e sull'ordine pubblico. Caratteristiche delle norme giuridiche Generalità: applicabili a tutti coloro che si trovano nella stessa situazione regolamentata dalla norma. Astrattezza: esprimono una volontà preliminare e si applicano a situazioni che si possono verificare in futuro. Novità: devono innovare l'ordinamento giuridico esistente. Esteriorità: si riferiscono all'azione esterna del soggetto, non ai suoi pensieri interni. Interdipendenza: creano interdipendenza tra posizioni di vantaggio e svantaggio. Imperatività: contengono un precetto la cui attuazione è garantita da un meccanismo sanzionatorio. Generalità: si riferiscono a situazioni generali, non a casi individuali. Funzioni del diritto Diritto civile: regola le relazioni tra gli individui, basato sul principio di parità. Diritto pubblico: regola la relazione asimmetrica tra un soggetto che detiene il potere (lo Stato) e i cittadini che sono soggetti a quel potere. Diritto penale: stigmatizza e rende vietati o obbligatori alcuni comportamenti. Differenze tra diritto privato e pubblico Diritto privato/civile: regola i rapporti tra privati e lo stato, quando quest'ultimo agisce su un piano di parità. ○ Principi: parità, libertà, autonomia. ○ Sotto-sistemi: civile, commerciale, lavoro, agrario. Diritto pubblico: regola i rapporti in cui lo stato agisce in posizione di supremazia. ○ Principi: disparità, soggezione al potere. I privati sono soggetti al potere dello stato, pur godendo di garanzie inalienabili. ○ Sotto-sistemi: costituzionale, processuale, amministrativo, tributario, penale. Legislatore e giurisprudenza Si discute sull'origine dei diritti: ci si interroga se siano intrinsecamente connessi alla natura dell'essere umano, quindi universali e inalienabili, oppure se rappresentino conquiste storiche, frutto di lotte e progressi sociali nel corso dei secoli. Common Law e Civil Law CIVIL LAW = paesi che hanno una tradizione che nasce in Francia ○ Abbiamo bisogno del codice e della codificazione, di scrivere prima le norme e poi di interpretarle COMMON LAW = paesi che hanno un'influenza Inglese ○ Gran parte della normazione viene dalle precedenti sentenze = si fa riferimento ad un precedente e non a norme. ○ Si lascia gran parte della decisione in mano ai giudici CAP. 2 - LO STATO Sistemi Elettorali Il sistema proporzionale, adottato in molti paesi per garantire una rappresentanza equa e precisa degli elettori, cerca di riprodurre le proporzioni dell'elettorato mediante l'uso di circoscrizioni plurinominali. Queste circoscrizioni permettono di eleggere più di un rappresentante per ciascuna area geografica, diversamente dal sistema uninominale. Ciò significa che se un partito riceve una certa percentuale di voti, quella percentuale di seggi in Parlamento dovrebbe riflettere tale risultato, rendendo rappresentativa la volontà popolare. Il correttivo del sistema proporzionale, per rendere l'elezione più equa, prevede una soglia di sbarramento per accedere al Parlamento. Questa soglia ha lo scopo di evitare che partiti molto piccoli possano frammentare l'assemblea legislativa, ma può anche escludere forze politiche che potrebbero rappresentare interessi legittimi. Inoltre, è previsto un premio di maggioranza che garantisce un numero minimo di seggi a chi ottiene un certo livello di consenso, cercando di equilibrare la rappresentanza. Al contrario, il sistema maggioritario si focalizza sull'elezione del candidato che ottiene la maggioranza, che può essere una maggioranza semplice, cioè più voti rispetto a tutti gli altri candidati, oppure una maggioranza assoluta, che richiede più della metà dei voti. Questo approccio tende a stabilire un governo più forte e stabile, ma può anche portare a distorsioni nella rappresentanza, in quanto i partiti più piccoli possono non ottenere alcun seggio nonostante un significativo sostegno popolare. Per il sistema maggioritario, il correttivo può presentarsi come una quota proporzionale, che riserva alcuni seggi a rappresentanza proporzionale. Questa soluzione intende mantenere in un certo grado la rappresentanza di tutte le forze politiche, contribuendo a un risultato finale più equilibrato e riflettente della diversità degli elettori, evitando che una sola forza politica ottenga una posizione dominante senza un adeguato mandato di consenso. Lista Bloccata e Voto di Preferenza La lista bloccata impedisce agli elettori di modificare l'ordine di elezione dei candidati, il che può limitare il rapporto tra elettore ed eletto. Il voto di preferenza, in cui gli elettori possono esprimere preferenze per specifici candidati all'interno di una lista, è stato abolito per prevenire la corruzione legata alla mafia. Sistemi Elettorali Regionali e Comunali Le elezioni regionali e comunali in Italia presentano delle somiglianze significative con il sistema presidenziale degli Stati Uniti d'America. Entrambe le procedure elettorali prevedono un voto diretto per un capo dell'esecutivo, che nel contesto italiano può essere un sindaco per il livello comunale o un presidente della regione per gli enti regionali. Questo sistema mira a garantire un forte legame tra il popolo e i leader eletti, permettendo agli elettori di scegliere direttamente chi guiderà l'amministrazione e l'assemblea legislativa, composta da rappresentanti eletti, per gestire gli affari pubblici. In Italia, il meccanismo del voto disgiunto offre agli elettori una maggiore flessibilità, consentendo loro di votare per un partito politico mantenendo la possibilità di scegliere un candidato per una carica elettiva che potrebbe non essere direttamente associato a quel partito. Questo aspetto del sistema elettorale incoraggia una maggiore diversificazione nelle scelte politiche e merita attenzione per il suo impatto sulla rappresentatività delle preferenze degli elettori. I comuni italiani adottano un sistema di doppio turno, che è una misura volta ad assicurare che il candidato che alla fine viene eletto per un determinato ufficio abbia un ampio consenso popolare. Se in un primo turno di votazioni nessun candidato riesce a raggiungere una soglia del 50% dei voti, viene indetto un secondo turno in cui si sfideranno i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. Questo processo serve a garantire che l’elezione sia conclusa con il vincitore che rappresenta una maggioranza più solida degli elettori. Sovranità Il passaggio da uno stato liberale a uno liberal-democratico ha comportato un significativo cambiamento nel modo in cui il potere viene esercitato e distribuito, segnando una transizione fondamentale nella storia politica moderna. In questo contesto, il potere, un tempo concentrato nelle mani dei monarchi e delle aristocrazie, viene ora esercitato dai cittadini attraverso il voto e altre forme di partecipazione democratica. Questo processo ha portato a una maggiore inclusione e rappresentanza politica, nonché a un riconoscimento dei diritti individuali e delle libertà civili. La sovranità, essendo il concetto che implica il controllo autonomo di uno stato sulle proprie affari, è ora in una fase di crisi. Ciò avviene perché numerose competenze, tra cui cruciali aspetti della politica monetaria e delle normative economiche, vengono delegate a entità sovranazionali come la Banca Centrale Europea o organizzazioni internazionali. Questa delega solleva interrogativi riguardo alla capacità degli stati di mantenere il loro potere decisionale e alla progettazione di politiche che rispondano alle necessità specifiche di un singolo paese. 3 generazioni dei diritti ○ libertà negative: diritti che richiedono una protezione dall'interferenza dello stato ○ diritti politici: diritti di partecipazione nello Stato ○ libertà positive: diritti sociali che richiedono l'intervento dello Stato per garantire uguaglianza Forma di Stato La forma di stato si riferisce alla relazione tra sovranità e popolo o sovranità e territorio. Questo concetto rappresenta un elemento cruciale per comprendere come si struttura il potere all'interno di una nazione, e come tale potere si rapporta sia ai cittadini che allo spazio geografico entro cui esso esercita la sua autorità. La democrazia indica che la sovranità risiede nel popolo. Ciò implica che gli individui all'interno di uno stato hanno il diritto di partecipare attivamente alla formazione delle leggi e delle politiche che governano la loro vita quotidiana, garantendo così una forma di legittimazione per il governo e le sue azioni. Lo stato unitario concentra la sovranità in un solo punto, con un solo ordinamento, popolo, territorio e potere sovrano. Questo modello può portare a una maggiore coesione e uniformità legislativa, ma può anche risultare in una minore rappresentanza delle diversità regionali o culturali. Lo stato composto o federale nasce dall'incontro di ordinamenti sovrani, creando un nuovo sistema giuridico sovrano a somma dei popoli e dei territori degli stati membri. Questa configurazione permette di mantenere una certa autonomia per ciascuna entità federata, bilanciando così le esigenze locali con le necessità di una governance comune. Forma di Stato Il popolo: elemento soggettivo Il territorio: elemento oggettivo, materiale Sovranità: elemento giudico Il popolo è l'insieme delle persone che hanno con lo stato un rapporto di cittadinanza, riconoscendo così diritti, doveri e una responsabilità reciproca, contribuendo attivamente alla vita politica e sociale della nazione. La cittadinanza in Italia è regolata da leggi specifiche che delineano i diritti e i doveri dei cittadini. Essa può essere acquisita in vari modi, tra cui la nascita da genitori italiani, matrimonio con un cittadino italiano, o attraverso il processo di naturalizzazione per residenti stranieri. La cittadinanza conferisce diversi diritti, come il diritto di voto, l'accesso ai servizi pubblici e la protezione da parte dello stato. È importante notare che il concetto di cittadinanza in Italia è intrinsecamente legato a questioni storiche e sociali, giocando un ruolo cruciale nella definizione dell'identità nazionale e nella promozione dell'integrazione sociale. Il Voto I cittadini hanno il potere di voto, sancito negli articoli 56 e 58 della Costituzione della Repubblica Italiana, la quale stabilisce le basi fondamentali della democrazia e del sistema di governo. Questo diritto non solo è un elemento essenziale della partecipazione civica, ma anche un mezzo attraverso il quale i cittadini possono influenzare le decisioni politiche e contribuire attivamente alla governanza del paese. Caratteristiche del voto: libero (assenza di costrizioni o pressioni esterne), segreto (la privacy delle scelte individuali è garantita, impedendo influenze o ritorsioni), uguale (ogni voto ha lo stesso valore, promuovendo l'equità nella rappresentanza), personale (il voto è un atto individuale e non può essere delegato, sottolineando l'importanza della responsabilità individuale nella scelta dei rappresentanti). CAP. 3 - LE FONTI DEL DIRITTO Fonti del Diritto Le norme giuridiche sono prodotte da atti o fatti considerati idonei a porre regole di comportamento, il che costituisce il diritto oggettivo. Tali fatti o atti sono definiti fonti del diritto. Le fonti-fatto si basano sulla ripetitività di comportamenti o sull'assunzione di determinati accadimenti o situazioni, che diventano regole obbligatorie per tutti i consociati. Questo tipo di diritto è non volontario perché deriva da fatti e non da atti. Le fonti-atto sono manifestazioni volontarie di soggetti competenti a dettare regole di comportamento. Queste si traducono in documenti produttivi di norme giuridiche adottati secondo procedure prescritte, con la forza attribuita dall'ordinamento. Ogni ordinamento definisce e riconosce le proprie fonti giuridiche. Perché si chiamano fonti del diritto? Le fonti del diritto sono definite "fonti" perché sono fonti di conoscenza: ci permettono di apprendere le regole in un determinato campo. Sono anche fonti di produzione: la loro produzione segue un procedimento specifico (es: trattamenti istitutivi dell'Unione Europea, Costituzione della Repubblica). Il fatto che una norma abbia un certo valore significa che è stato seguito un procedimento specifico. Questo garantisce che per ottenere una norma di un certo tipo, si debba seguire un determinato procedimento. Ad esempio: per cambiare la Costituzione, sono necessari i due terzi dei voti delle Camere. Distinzione tra Fonti-Atto e Fonti-Fatto Le fonti-atto sono eventi che diventano regole. Sono situazioni concrete idonee a creare regole. Es: dovere di soccorso. Le fonti-fatto sono composte da due elementi: la ripetitività di un comportamento (tutti ci comportiamo in quel modo) e la convinzione che quel comportamento sia un obbligo. Es: negli Stati Uniti, è obbligatorio lasciare la mancia del 10%. Il fatto diventa regola. È una consuetudine che si trasforma in regola. Ci sono comportamenti che diventano regole. Tuttavia, queste resistono solo fino a quando non arriva un atto, un documento approvato con le procedure appropriate. Regole che Regolamentano le Fonti Il primo criterio che regola la convivenza delle fonti del diritto è la gerarchia: le norme più in alto hanno un peso maggiore rispetto a quelle più in basso. Le fonti superiori hanno forza e valore superiore alle altre. La forza di innovare e il valore di resistenza ai cambiamenti: se si cambia una fonte superiore, tutto ciò che è sotto cambia. Al contrario, se il Parlamento approva una legge, la Costituzione non cambia e resiste ai cambiamenti che si verificano al suo livello inferiore. In alternativa alla gerarchia, c'è un altro criterio: la competenza. Ad esempio, le norme europee valgono su di noi allo stesso modo delle norme nazionali. Ci sono più autorità che fanno leggi. Ripartizione della Competenza Il riparto della competenza, o separazione della competenza, si basa sulla materia. Alcune materie spettano allo Stato, altre alle Regioni e altre all'Unione Europea. Non c'è gerarchia, le competenze non si sovrappongono. Es: lo Stato si occupa della sicurezza, la Regione della sanità. La spada (difesa), la toga (giustizia), la bandiera (rapporti diplomatici con l'estero), la moneta (politica monetaria) rappresentano esempi di competenze esclusive. Criterio Cronologico e Specificità Il tempo è un altro criterio fondamentale. Lex posterior derogat priori: la legge successiva prevale sempre sulla precedente. Tuttavia, non è detto che la legge più recente dica esattamente le stesse cose di quella più antica; quindi, spesso bisogna interpretare le due norme per capire cosa resiste della precedente. C'è un sotto-criterio: il criterio della specificità: se c'è una norma più specifica, si applica quella. Le Fonti del Diritto Le fonti del diritto sono atti o fatti che generano regole comportamentali. Le fonti-fatto derivano da comportamenti ripetuti, diventando regole non volontarie. Ad esempio, l'obbligo di soccorso. Le fonti-atto sono manifestazioni volontarie di soggetti competenti a dettare regole. Sono documenti prodotti secondo procedure specifiche. Le fonti del diritto sono fonti di conoscenza (ci mostrano le regole) e fonti di produzione (hanno un procedimento specifico per la creazione). C'è una stretta relazione tra procedimento e valore della norma. Ad esempio, la modifica della Costituzione richiede un processo complesso (due terzi delle camere). Le fonti del diritto sono regolate dal principio di gerarchia, dove le norme più alte hanno maggiore forza di quelle inferiori. Fonti superiori possono innovare e resistere ai cambiamenti delle fonti inferiori. Ad esempio, una nuova legge non può modificare la Costituzione. Le fonti del diritto sono anche regolate dal principio di competenza, con una divisione di materia tra Stato, Regioni e Unione Europea. Ogni istituzione ha un ambito specifico di competenza. Ad esempio, lo Stato gestisce sicurezza e difesa nazionale, le Regioni la sanità, e l'Unione Europea la politica estera e monetaria. Il principio cronologico sancisce la prevalenza della norma più recente su quella precedente (lex posterior). Il principio di specificità stabilisce che, in caso di conflitto, prevale la norma più specifica su quella generale. CAP. 4 - LA COSTITUZIONE I Principi Fondamentali La Repubblica Italiana si basa su principi democratici, personalisti, pluralisti e lavoristi. Il potere è fondato sul consenso popolare (sovranità popolare). Il principio di maggioranza garantisce il potere alla maggioranza, ma le minoranze hanno diritto alla tutela e alla rappresentanza. La trasparenza dei processi decisionali è fondamentale per garantire la partecipazione del popolo. Lo stato si impegna a tutelare le libertà civili e a creare le condizioni per una partecipazione effettiva e democratica. La Repubblica riconosce e protegge il valore della persona, garantendo l'inviolabilità della sfera individuale. Il pluralismo riconosce il diritto e la libertà delle formazioni sociali di esistere e di esprimere le proprie idee. Il lavoro è considerato uno strumento fondamentale di valorizzazione dell'individuo e di progresso sociale. Generazione dei Diritti I diritti si sono sviluppati in tre generazioni. La prima generazione dei diritti, tipica dello stato liberale, riguarda le libertà negative o diritti di libertà. Queste libertà limitano il potere dello stato e garantiscono l'autonomia individuale. La seconda generazione dei diritti riguarda le libertà politiche, come il diritto di voto e la rappresentanza. Queste libertà consentono al cittadino di partecipare alla vita politica e di influenzare le decisioni del governo. La terza generazione dei diritti riguarda le libertà positive o diritti sociali, come il diritto all'istruzione, alla salute e al lavoro. Queste libertà richiedono l'intervento attivo dello stato per garantire il benessere e la dignità di tutti i cittadini. Diritti Soggettivi Pubblici I diritti soggettivi pubblici sono diritti individuali che garantiscono l'autonomia dell'individuo. Esempi di diritti soggettivi pubblici includono la libertà personale, la libertà di domicilio, la libertà di corrispondenza, la libertà di circolazione, la libertà di riunione, la libertà di associazione, la libertà di religione, la libertà di manifestazione del pensiero, la libertà di insegnamento e la libertà di impresa. Questi diritti sono protetti dalla costituzione e sono fondamentali per la democrazia e per la vita sociale. Diritti Inviolabili (Art. 2) L'articolo 2 della Costituzione Italiana riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali. La Repubblica richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale. I diritti inviolabili sono considerati insiti nelle persone e la Repubblica ha il compito di riconoscerli e garantirli. Questi diritti sono indivisibili e non possono essere negati. I doveri dei cittadini sono altrettanto importanti per garantire il corretto funzionamento della società. Esempi di doveri includono la difesa della patria, il pagamento delle tasse, il mantenimento e l'educazione dei figli e la fedeltà alla Repubblica. Diritti Inviolabili (Art. 3) L'articolo 3 della Costituzione Italiana afferma il principio di uguaglianza tra tutti i cittadini. Il primo comma afferma l'uguaglianza formale: tutti sono uguali davanti alla legge senza discriminazioni. Il secondo comma afferma l'uguaglianza sostanziale e richiede l'intervento attivo dello stato per rimuovere gli ostacoli economici e sociali che limitano la libertà e l'eguaglianza dei cittadini. La Repubblica si impegna a garantire a tutti le stesse opportunità di sviluppo personale e di partecipazione alla vita politica, economica e sociale. La Costituzione La Costituzione Italiana è un documento fondamentale che contiene i valori e i principi guida della società. Definisce i rapporti tra il governo e i cittadini, tra cui i diritti e i doveri fondamentali. Si basa su un sistema di valori che determina la struttura della società e la gerarchia dei poteri. Ogni Paese ha una Costituzione, sia scritta che non scritta. Distinzione Tra Costituzioni Le Costituzioni liberali si concentrano sulla garanzia dei diritti individuali e la limitazione del potere dello stato. Le Costituzioni socialiste mirano a una trasformazione dell'assetto economico e sociale, con l'obiettivo di abolire la proprietà privata. Le Costituzioni democratico-sociali garantiscono sia i diritti individuali che i diritti sociali, impegnandosi in una trasformazione graduale della società per promuovere l'uguaglianza sostanziale. La Costituzione Italiana è un esempio di Costituzione democratico-sociale. Lo Statuto Albertino (1848) Lo Statuto Albertino è stato la prima costituzione del Regno d'Italia. È stato concesso da Carlo Alberto di Savoia in seguito ai moti del 1848. È stato un documento concessa dal sovrano e non frutto di un processo democratico. È stato un documento importante, ma non era una vera Costituzione democratica. CAP. 5 - I SOGGETTI GIURIDICI Soggetti Giuridici Gli esseri umani nati vivi sono persone fisiche, dotati di capacità giuridica, l'idoneità ad avere diritti e obblighi. I diritti sono azioni consentite dalla legge, mentre i doveri sono azioni obbligatorie. La capacità di agire è la capacità di compiere atti giuridici, regolati da norme giuridiche. La capacità di agire si acquisisce al compimento della maggiore età o con l'emancipazione per i minorenni che si sposano a 16 anni. La capacità di agire può essere persa per interdizione, che comporta la perdita totale della capacità di agire, o per inabilitazione, che comporta una perdita parziale. Le persone giuridiche sono gruppi di persone e beni che si uniscono per raggiungere uno scopo comune (associazioni, società, fondazioni). Le persone giuridiche godono di diritti commerciali ma non hanno il diritto di voto, di avere figli, etc. Il Popolo e la Sovranità Popolare Il popolo è la fonte del potere e il destinatario del potere in una democrazia rappresentativa. Il popolo delega il potere ai propri rappresentanti attraverso il voto. L'art. 49 della Costituzione italiana garantisce il diritto di associazione a partiti con struttura democratica. I partiti tradizionali avevano una struttura basata su valori condivisi, mentre i partiti moderni si identificano con profili sociali. Le forme di democrazia diretta includono il referendum e l'iniziativa legislativa popolare. Il referendum è solo abrogativo, cioè permette di cancellare una legge esistente. L'iniziativa legislativa popolare permette al popolo di presentare una proposta di legge. Bicameralismo Il sistema italiano è a bicameralismo perfetto, con due camere (Camera dei Deputati e Senato della Repubblica) con gli stessi poteri. La Camera dei Deputati ha 400 membri, eleggibili a 25 anni, mentre il Senato della Repubblica ha 200 membri, eleggibili a 40 anni. Il Senato della Repubblica include anche senatori a vita. Organizzazione Interna delle Camere Ogni camera ha una presidenza, composta dal presidente e dall'ufficio di presidenza. Le camere sono strutturate in giunte e commissioni parlamentari. Le commissioni parlamentari sono suddivise per temi e si riproducono i rapporti di forza dell'assemblea in piccolo. Processo Legislativo Il processo legislativo inizia con l'iniziativa di presentare un disegno di legge. Questa proposta può essere presentata da diversi attori politici, tra cui i membri del Parlamento, il Governo, e anche dall'ente rappresentativo dei consigli regionali. È importante notare che ciascun soggetto ha la possibilità di influenzare l'atteggiamento del legislatore, contribuendo così alla formazione delle norme. Il Presidente della Repubblica svolge un ruolo significativo nel processo legislativo, in quanto ha la facoltà di esprimere le sue osservazioni sul disegno di legge. Queste osservazioni possono essere di natura politica o giuridica e possono influenzare il percorso che la legge avrà in Parlamento, evidenziando aspetti potenzialmente problematici o suggerendo miglioramenti. Una volta approvata dal Parlamento, la legge viene pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, un passo fondamentale che rende ufficiale il contenuto legislativo. Essa entra in vigore 15 giorni dopo la pubblicazione, periodo noto come vacatio legis, che serve a garantire che i cittadini abbiano il tempo necessario per prendere atto della nuova normativa e adeguarsi a essa. La riforma costituzionale è un processo decisamente più rigoroso, poiché richiede l'approvazione di entrambe le camere del Parlamento con una maggioranza qualificata, ossia almeno due terzi dei membri. In alternativa, può essere sottoposta a un referendum confermativo, nel quale è l'elettorato a decidere se la proposta di riforma debba essere adottata. Gruppi Parlamentari I gruppi parlamentari sono composti da parlamentari eletti nelle liste dello stesso partito. I presidenti dei gruppi parlamentari organizzano il calendario dei lavori parlamentari. Inviolabilità e Insindacabilità del Parlamentare I parlamentari godono di inviolabilità, che impedisce la loro persecuzione giudiziaria per azioni compiute nell'esercizio del loro mandato. I parlamentari godono di insindacabilità, che garantisce la libertà di espressione durante l'attività parlamentare. Commissioni Permanenti e Straordinarie Esistono commissioni parlamentari permanenti e straordinarie. Le commissioni permanenti si occupano di specifiche materie, mentre le straordinarie sono costituite per particolari esigenze. Tra le commissioni permanenti ci sono le commissioni di garanzia, come la commissione di vigilanza sui servizi segreti (Com.Par.S.). CAP. 6 - IL GOVERNO Il Potere Esecutivo Il potere esecutivo, che dirige la politica del paese e gestisce le soluzioni governative, è sottoposto alle regole del parlamento. Ha due componenti: una politica (definire le priorità) e una amministrativa (costruire le scelte). È limitato dalla costituzione e dalle leggi. Organi del Governo Il Presidente del Consiglio dei Ministri è il primo fra i suoi pari, coordina l'attività del governo e sceglie i ministri. Il Consiglio dei Ministri, composto dai ministri, decide a maggioranza. I sottosegretari (viceministri) partecipano al consiglio ma non votano. I commissari, incaricati di affrontare le emergenze, non votano. Il Numero dei Ministri La Costituzione (art. 95) stabilisce che la legge determina il numero, le funzioni e la struttura dei ministeri. I primi governi della Repubblica Italiana avevano un numero elevato di ministeri per via delle coalizioni e delle trattative politiche. Il Decreto 300/1999 fissò il numero e le funzioni dei ministeri. Organizzazione Interna dei Ministeri Ogni ministero ha una componente politica (ministro e sottosegretari) e una amministrativa (dipartimenti e uffici). I ministri degli Esteri, della Difesa e della Cultura hanno un segretario generale (capo di tutte le attività). I ministri e il presidente del Consiglio dei Ministri sono gli unici a votare. Le Agenzie Le agenzie sono strutture tecnico-scientifiche collegate ai ministeri, es. Agenzia del Farmaco. Hanno una struttura diversa da quelle amministrative. Decentramento I ministeri hanno una struttura centrale e strutture periferiche (es. prefetti). Questa struttura si chiama decentramento. Ministeri con e senza Portafoglio I ministeri con portafoglio hanno bisogno di uno stanziamento di bilancio per svolgere le loro politiche (ministeri di azione). I ministeri senza portafoglio non hanno stanziamenti di bilancio (ministeri di relazione). La Formazione del Governo Il Presidente del Consiglio dei Ministri presenta al Presidente della Repubblica la lista dei ministri, che può essere rifiutata. Il governo deve ottenere la fiducia del Parlamento (mozione di fiducia) per poter entrare in carica. Questo vincolo della fiducia è fondamentale nei sistemi parlamentari, ma non nei sistemi presidenziali. La Fiducia e la Sfiducia La fiducia del Parlamento non è data per sempre, può essere revocata. Le sfiduce e le crisi di governo in Italia sono generalmente extraparlamentari (non si vota). Il governo può porre la questione di fiducia per forzare l'approvazione di una legge (violazione costituzionale). Il Controllo del Parlamento sul Governo Il Parlamento controlla il governo attraverso: ○ Interrogazioni (domande su fatti specifici) ○ Interpellanze (domande sulle intenzioni del governo) ○ Mozioni (votazioni su proposte del Parlamento) Il Parlamento può anche approvare una mozione di sfiducia nei confronti di un ministro. Funzione Legislativa del Governo Il governo ha un ruolo importante nella funzione legislativa, può proporre leggi e ha maggiori probabilità di approvarle grazie alla maggioranza. Le leggi di bilancio sono spesso proposte dal governo. Atti del Governo con Forza di Legge Il governo può emanare atti con forza di legge: ○ Decreto-Legge: approvato in caso di necessità e urgenza, deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni. ○ Decreto Legislativo: approvato dal governo su delega del Parlamento, che definisce l'ambito di applicazione e i principi. Regolamenti I regolamenti sono emanati dal governo e servono ad attuare le leggi. Possono essere emanati da un singolo ministro o dall'intero governo. Tendenza all'Uso dei Regolamenti C'è una certa tendenza ad usare lo strumento regolamentare. Il Governo e le sue componenti Il potere esecutivo, che dirige la politica del paese e gestisce le soluzioni governative, è sottoposto alle regole del parlamento. Il governo ha due componenti: una politica, che definisce le priorità, e una amministrativa, che costruisce le scelte. Il potere esecutivo è limitato dalla costituzione e dalle leggi. Portafoglio e Ministeri I ministeri con portafoglio hanno uno stanziamento di bilancio dallo stato e si chiamano "ministeri di azione". I ministeri senza portafoglio, "ministeri di relazione", non hanno uno stanziamento di bilancio ma si occupano di iniziative. La storia del governo Il decreto 300 del '99 prevedeva 12 ministeri, ma sono stati dai 12 ai 16 in base alle necessità. Il numero dei ministeri è ridefinito da ogni governo in base alle proprie priorità. Il Presidente della Repubblica approva formalmente le nomine dei ministri e del Presidente del Consiglio. Il Presidente della Repubblica può rifiutare la lista dei ministri proposta dal Presidente del Consiglio. I ministri e il Presidente del Consiglio giurano fedeltà alla Costituzione. La fiducia del Parlamento al governo è necessaria per la sua legittimazione. Il governo deve presentare il suo programma a ciascuna camera del Parlamento. La fiducia del governo deriva dal voto di mozione di fiducia da parte della maggioranza del Parlamento. La fiducia del Parlamento La fiducia del Parlamento al governo non è perpetua e può essere ritirata. Le crisi di governo in Italia sono spesso extraparlamentari, senza voto. La questione di fiducia è posta dal governo quando vi è incertezza o malcontento su una legge o un provvedimento. La questione di fiducia costringe il Parlamento ad approvare la legge o a far cadere il governo, limitando la possibilità di decisione. La mozione di fiducia è un atto con cui il Parlamento approva la fiducia al governo. Il controllo del Parlamento sul governo Il Parlamento controlla il governo attraverso l'interrogazione, l'interpellanza e la mozione. L'interrogazione è una richiesta di informazione al governo. L'interpellanza è un'interpellanza scritta al governo che richiede un'azione. La mozione è una proposta di voto sul governo, che può portare alla caduta del governo se la maggioranza dei deputati vota contro. Il Parlamento può anche presentare mozioni di sfiducia nei confronti di un ministro. La funzione legislativa del governo Il governo propone leggi al Parlamento, con alte probabilità di successo grazie alla maggioranza parlamentare. Il governo propone la legge di bilancio. Il governo emana atti normativi, detti decreti-legge e decreti legislativi. Decreto-legge Il decreto-legge è un atto normativo per le situazioni di emergenza. Il decreto-legge viene approvato dal Consiglio dei Ministri in caso di necessità e urgenza, e deve essere convertito in legge dal Parlamento entro 60 giorni. Se il decreto-legge non viene convertito, perde efficacia retroattivamente. Il decreto-legge è spesso abusato e il Parlamento ha il vizio di concedere proroghe. Decreto legislativo Il decreto legislativo è un atto normativo in cui il Parlamento delega al governo l'approvazione di una legge. Il decreto legislativo è anche detto "decreto delegato". Il Parlamento definisce gli obiettivi, i principi, i tempi e le risorse del decreto legislativo. Il governo approva quindi la normativa dettagliata sulla base delle indicazioni del Parlamento. Il decreto legislativo è utilizzato per le materie più tecniche o per facilitare l'azione del governo. Regolamenti I regolamenti sono atti normativi del governo che attuano le leggi. I regolamenti possono essere emanati da un solo ministro o dall'intero governo. I regolamenti sono approvati e modificati dal governo. Esiste una tendenza crescente all'utilizzo del regolamento. CAP. 7 - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA Funzione di Intermediario Il Presidente della Repubblica funge da intermediario, una figura "a super partes" che non partecipa al gioco politico. È eletto dalle camere in seduta comune. Per l'elezione è richiesta la maggioranza dei 2/3 per le prime due votazioni, e la maggioranza del 50%+1 alla terza votazione. Dura in carica 7 anni ed è rieleggibile. Gli atti normativi del governo, tranne i decreti-legge, diventano legge e sono pubblicati come decreti del Presidente della Repubblica (DPR) per garantire la trasversalità dell'atto normativo e non solo della maggioranza. La responsabilità politica del contenuto di questi atti è del governo. La controfirma del Presidente del Consiglio è necessaria per i DPR. DPR - DECRETO PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA decreto presidente della repubblica e la firma è sua e del presidente del consiglio la responsabilità politica di ciò che sta scritto è del governo Responsabilità del Presidente della Repubblica Il Presidente della Repubblica è responsabile e intoccabile per 7 anni. Non può essere accusato di reati durante il suo mandato. Il Presidente della Repubblica può commettere solo due reati: attentato alla Costituzione e alto tradimento. Attribuzioni di Natura Legislativa Il Presidente della Repubblica ha diverse atribuzioni di natura legislativa: ○ Promulga le leggi. ○ Nomina 5 senatori a vita. ○ Indica le elezioni. ○ Convoca le camere in plenaria per la prima riunione. ○ Autorizza la presentazione dei progetti di legge del governo alle camere. Attribuzioni di Natura Esecutiva Il Presidente della Repubblica ha anche attribuzioni di natura esecutiva: ○ Nomina il capo del governo. ○ Presiede le forze armate, ricoprendo un ruolo residuo della monarchia. ○ Il Parlamento ha il potere di dichiarare guerra. Attribuzioni di Natura Giudiziaria capo del CSM nomina 5 giudici della corte costituzionale ha potere di concedere la grazia (perdonare qualcuno che è stato condannato) e commutare pene (indulgo = perdono del reato) CAP. 8 - LA MAGISTRATURA Magistratura La magistratura italiana è il terzo potere dello Stato. La Costituzione la rende indipendente dal governo. La magistratura si divide in giudicante (giudica le prove in tribunale) e inquirente (conduce le indagini e sostiene l'accusa in sede processuale). Il Pubblico Ministero (PM) è responsabile delle indagini. In Italia, tutti i reati sono perseguiti allo stesso modo. Il passaggio dalla funzione inquirente a quella giudicante avviene in modo fluido, senza carriere separate. I magistrati rispondono solo alla legge, non al governo. Principio del Giudice Naturale Il giudice non sceglie le cause da trattare. L'assegnazione delle cause è automatica. Esistono magistrati specializzati in alcuni temi, come la magistratura minorile. Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) Il CSM è l'organo di autogoverno della magistratura. Presieduto dal Presidente della Repubblica. Composto dal Presidente della Repubblica, dal Primo Presidente della Corte di Cassazione, dal Procuratore Generale della Corte di Cassazione e da 24 membri (16 eletti dai magistrati e 8 dal Parlamento). Il CSM amministra il corpo dei magistrati: nomina, assegna sedi, promuove e applica provvedimenti disciplinari. Differenze Tra Le Tre Giustizie Principali Giustizia Civile: controversie tra privati o tra privati e la pubblica amministrazione in materia di diritti soggettivi. Giustizia Penale: si occupa dei reati e delle relative sanzioni. Giustizia Amministrativa: gestisce le controversie tra cittadini e pubblica amministrazione in caso di ingiustizia da parte dell'amministrazione. Giustizia Civile Si basa su due parti contrapposte. L'unica sanzione è il risarcimento del danno. Il danno può essere suddiviso in danno emergente (perdita effettiva) e lucro cessante (mancato guadagno). Giustizia Penale La giustizia penale si occupa della valutazione e della punizione dei reati commessi, stabilendo sanzioni che possono variare da pene detentive a multe, a seconda della gravità del reato. Giustizia Amministrativa Gestisce le controversie tra cittadini e pubblica amministrazione in caso di ingiustizia da parte dell'amministrazione. La giustizia amministrativa ha giudici specializzati. Risolve principalmente le cause dei cittadini contro l'amministrazione pubblica, ma anche le controversie relative a comportamenti depenalizzati e trasformati in violazioni minori contro le amministrazioni. Le Tre Giustizie: Aspetti Comuni La Costituzione italiana prevede almeno due gradi di giudizio per ogni processo: il diritto di riappello (essere giudicati nuovamente dopo la prima sentenza). Il terzo grado è la Cassazione: si occupa solo della legittimità della sentenza. I giudici dei primi due gradi esaminano i fatti e applicano le norme, mentre la Cassazione valuta solo l'applicazione corretta delle norme, non i fatti stessi. Sanzioni Il nostro codice civile afferma che chi causa un danno ingiusto è obbligato a risarcire il danno. La responsabilità per il danno può essere oggettiva o personale. L'obiettivo è sempre il risarcimento del danno. Illegittimità L'illegittimità si riferisce specificamente alla violazione delle normative vigenti, che implica un comportamento o un'azione che non rispetta i requisiti previsti dalla legge. Ad esempio, tentare di conseguire un titolo di laurea senza aver previamente superato tutti gli esami richiesti rappresenta un chiaro caso di illegittimità, poiché contravviene alle regole stabilite dall'istituzione educativa. Reati Un reato può essere commesso sia per azione (reato commissivo), che si verifica quando un individuo compie un atto illecito, sia per omissione (reato omissivo), il quale si configura quando qualcuno non agisce per prevenire un danno che avrebbe potuto essere evitato. Entrambi i tipi di reati possono portare a conseguenze penali significative, a seconda dell'intensità e della natura dell'azione o della mancanza di azione. La valutazione dell'atteggiamento psicologico del colpevole è fondamentale per determinare la gravità del reato: il dolo implica una chiara intenzione di arrecare un danno, mentre la colpa si riferisce a situazioni di negligenza o imprudenza che portano a risultati dannosi, senza un’intenzione maliziosa. Questa distinzione influisce sulla pena e sul trattamento legale riservato al trasgressore. CAP. 9 - CORTE COSTITUZIONALE Corte Costituzionale La Corte Costituzionale è l'organo preposto a garantire il rispetto della Costituzione in Italia. Diversamente da altri paesi, in Italia il controllo di costituzionalità è accentrato, ovvero è affidato ad un unico organo, la Corte Costituzionale. Composizione La Corte Costituzionale è composta da 15 giudici. I giudici sono nominati per un terzo dal Presidente della Repubblica, per un terzo eletti dalle Camere e per un terzo eletti dalle supreme magistrature (Corte di Cassazione, Consiglio di Stato e Corte dei Conti). Funzioni La Corte Costituzionale ha il compito di controllare la legittimità costituzionale delle leggi e degli atti aventi forza di legge. Questo controllo può essere effettuato in due modi: ○ In via incidentale: durante un processo, se una delle parti ritiene che la norma applicata sia incostituzionale, il giudice, se ritiene che la questione sia rilevante e fondata, la solleva e la trasmette alla Corte Costituzionale. ○ In via diretta: un organo dello Stato, una regione o un altro ente possono impugnare un atto davanti alla Corte Costituzionale. Decisioni della Corte La Corte Costituzionale può adottare diverse decisioni: ○ Accoglimento: dichiara l'incostituzionalità della norma. ○ Rigetto: ritiene che la norma sia costituzionale. ○ Accoglimento interpretativo: salva la norma legandola ad una specifica interpretazione. ○ Sentenze monito: la Corte ritiene che la norma è costituzionale per quella volta, ma invita il Parlamento a intervenire per modificarla. Altre Funzioni La Corte Costituzionale svolge anche altre funzioni, tra cui: ○ Controllare l'ammissibilità del referendum. ○ Giudicare il Presidente della Repubblica in caso di alto tradimento o attentato alla Costituzione. ○ Risolvere i conflitti di attribuzione tra gli organi dello Stato.