Diritto Italiano: Fonti e Gerarchia PDF

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Italian law legal sources constitutional law European Union law

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This document covers Italian law, exploring the sources of law, their hierarchy, and the impact of EU law on Italian legislation. It defines sources of production and cognition, contrasting concepts of rule of tradition, rule of politics, and rule of law. The material analyses the Italian Constitution and its role in shaping the legal framework.

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LEZIONE 1 - 24.09.24 > oramai non esiste area del diritto italiano o di qualsiasi stato membro che non sia stata pesantemente influenzata dal diritto dell’UE, bisogna tenere inevitabilmente tenere conto del diritto dell’unione quando parla di diritto in Italia. Fonti di produzione del diritto (Ital...

LEZIONE 1 - 24.09.24 > oramai non esiste area del diritto italiano o di qualsiasi stato membro che non sia stata pesantemente influenzata dal diritto dell’UE, bisogna tenere inevitabilmente tenere conto del diritto dell’unione quando parla di diritto in Italia. Fonti di produzione del diritto (Italia) - diritto dei consumi (origine europea) >> il consumatore non esisteva in Italia fino a metà degli anni ’90 quando viene introdotto nel diritto italiano da norme europee; l’UE ha un suo organo giudiziario, la Corte di Unione Europea che emana sentenze che hanno effetti/conseguenze importanti anche sul diritto degli stati membri. Diritto: insieme di regole, non tutte le regole che disciplinano il nostro agire individuale e sociale sono diritto, ma solamente una piccola parte di esse perché il nostro agire sociale e individuale è disciplinato da un’infinità di regole che sono regole e non regole di diritto (es. regola del saluto = non è una regola di diritto, ma ha un’origine consuetudinaria) (regole giuridiche o di diritto: sottoinsieme delle regole. Per capire che sono regole di diritto, bisogna guardare qual’é la fonte della regola) = atto o fatto Il concetto di fonti si suddivide in due categorie: >> fonti di produzione del diritto: atti (fonti scritte —> costituzione, leggi, regolamenti etc.) o fatti (comportamenti, che possono creare norme giuridiche —> consuetudine) idonei a creare norme giuridiche - È la giuridicità della regola che fa la fonte (es. regolamento del monopoli, scritto che contiene regole ma non regole giuridiche, il contrario è lo scritto del parlamento, la costituzione, le leggi. Dunque ci sono scritti che hanno valore di fonte del diritto e scritti che sanciscono regole ma non hanno valore di fonte del diritto) Ciò che determina la natura di fonte di uno scritto o di un agire di un atto di fatto, non è la sua natura di atto che sancisce le regole, ma la loro idoneità a generare regole giuridiche; è la giuridicità della regola che fa la fonte. >> fonti di cognizione = (media di comunicazione ufficiali) del diritto: strumenti che consentono ai consociati di venire a conoscenza delle norme giuridiche (es. Gazzetta Ufficiale) Le fonte di cognizione sono dunque quei media, mezzi di comunicazione ufficiali, che consentono ai consociati di sapere quali sono le regole che devono essere osservate Paradosso: Si conosce il diritto attraverso fonti che non sono fonti di cognizione perché non hanno alcuna caratteristica di ufficialità, come per esempio attraverso il web, la scuola, la famiglia i mass media. >> ci sono atti o fatti che sanciscono regole giuridiche (sancite da quegli atti e fatti), ma non sappiamo quali sono quegli atti o fatti è non sappiamo quali sono quelle regole giuridiche. Dunque sorge il problema di come si possono determinare le fonti, quali sono, chi decide quali sono. >> come si determinano le fonti ? = sulla base di questa domanda arriviamo a rispondere alla domanda su ‘che cos’è diritto’, ‘come si determina l’ambito del diritto’ —> le caratteristiche, il numero delle fonti varia nello spazio e nel tempo, non esiste un’unica risposta valida per tutti i tempi e in tutto il mondo alla domanda ‘‘che cos’è diritto’’. Noi europei, occidentali abbiamo una serie di risposte alla domanda ‘che cos’è il diritto’ ma non è una serie di risposte valide per tutti in tutto il mondo. La parola diritto ha un significato dunque mutevole: —> 3 diverse possibilità di base - RULE OF TRADITION: tutti quei sistemi in cui l’ambito della giuridicità è determinato dalla tradizione/cultura > sistemi a diritto consuetudinario, a base religiosa, sistemi di diritto colto (ius comune) L’idea che il diritto debba radicarsi nella cultura, in elementi culturali che si tramandano e che passano attraverso le generazioni. Questo è ciò che caratterizza anche i sistemi di diritto colto (termine tecnico che si usa per indicare quei sistemi in cui la produzione del diritto è ad per degli studiosi dei giuristi. Il diritto viene anche creato dai giuristi delle università nonostante in siamo abituati al fatto che il diritto lo creano i politici nel parlamento —> dall’11 secolo in poi nelle università si costruiva una cultura giuridica che passava in seguito alle corti e spesso anche alle organizzazioni di signori. - RULE OF POLITICS: tutti quei sistemi in cui l’ambito della giuridicità è determinato da una decisione politica arbitraria (esercita un potere limitato -> l’ambito del giuridico coincide con la volontà di chi è al potere = totalitarismi Indica i sistemi a carattere totalitario in cui è il titolare del potere politico che decide che cosa è il diritto (lo decide arbitrariamente, dunque esercitando un potere tendenzialmente limitato) - questo significa totalitarismo perché si parla di sistemi totalitari perché c’è un soggetto, un dittatore che non è vincolato da alcuna regola di diritto. In questi casi, l’ambito del giuridico coincide completamente con l’ambito del politico - RULE OF LAW (principio di legalità) L’ambito della giuridica è determinato giuridicamente, è il diritto che ci dice ‘che cosa è il diritto’. Le fonti di produzione del diritto sono determinate da un’altra fonte di produzione e non dalla volontà del capo/ dalla tradizione/ dalla cultura. Tutti quei sistemi in cui l’ambito della giuridicità è determinato giuridicamente —> esistono regole di diritto che stabiliscono da chi e come possono essere create nuove regole giuridiche; è il diritto che disciplina le modalità della propria conservazione o della trasformazione. - la costituzione è tale finché il capo non decide di cambiarla, se la volontà del capo va contro la costituzione prevale la volontà del capo OPPURE - la costituzione rimane tale fino a che non viene modificata nell’osservanza delle regole che la costituzione stessa pone per la sua modifica, e sempre che possa essere modificata - RULE OF LAW (principio di legalità) Ambito in cui abbiamo una fonte, la costituzione che disciplina le modalità di conservazione o di trasformazione del diritto, quindi il diritto ci dice: che cosa è il diritto come si produce un nuovo diritto quali sono le fonti di produzione dunque c’è una fonte di produzione che ci dice quali sono le altre fonti di produzione. queste 3 idee del diritto, sono lontane tra loro, concezioni molto diverse, incompatibili tra loro - è il diritto a determinare l’ambito del giuridico, le modalità ed i limiti del proprio cambiamento - ogni fonte deve trovare fondamento in un’altra fonte, che le attribuisce la possibilità di creare regole di diritto e ne sancisce modalità e limiti (es. la legge è fonte perché lo prevede la costituzione) - In un sistema di rule of law, le fonti hanno una struttura gerarchica, che determina i loro rapporti (gerarchia delle fonti, che risponde ad una logica di garanzia e di controllo, che si rispecchia nella struttura dello Stato, a partire dalla separazione dei poteri) L’idea di gerarchia ha un contenuto di legittimazione ma anche un contenuto di controllo C’è una scala gerarchica delle fonti, se non ci fosse la gerarchia non potrebbe esistere il principio di legalità (senza ciò torneremo al totalitarismo) —> questa struttura gerarchica determina i loro rapporti e risponde a una logica di garanzia e di controllo Vi è dunque un superamento dell’idea del potere come idea unitaria (es. monarca assoluto che ha tutti i poteri). Con l’Illuminismo quest’idea viene superata a favore dell’idea della separazione dei poteri Per garantire l’osservanza dei diritti del cittadino, occorre che i poteri siano divisi che si controllino vicenda, da qui nasce la partizione dei poteri ma anche l’idea che all’interno dei poteri stessi devono esserci delle gerarchie. - nel caso in cui il parlamento approva una legge che viola la costituzione, interviene un giudice (chiamato a pronunciarsi) sui contrasti tra costituzione e legge del parlamento (parlamento approva una legge costituzionale, la Corte costituzionale la dichiara in contrasto con la costituzione e la priva di effetto= senso della gerarchia) legge ≠ diritto (significati diversi; diritto comprende tutte le regole sancite da fonti, dunque la disposizione di un regolamento mentre legge è quella specifica fonte/atto GERARCHIA DELLE FONTI IN ITALIA (slide su community) - fonti costituzionali= leggi di modifica della costituzione > leggi costituzionali e di revisione costituzionale - fonti primarie= leggi (dello stato e delle regioni) > atti aventi forza di legge (decreti legislativi e decreti legge) - fonti secondarie= regolamenti del governo o altre autorità amministrative (es. enti locali, ministeri) >>> fonti formali del diritto: atti/fatti che hanno la qualifica ‘ufficiale’ di fonti Oltre alle fonti formali del diritto italiano, operano in Italia altri insiemi di fonti: formali e non - Fonti del diritto dell’UE, trattati istitutivi dell’UE e fonti derivate (=fonti che vengono prodotte dall’UE) … fonti formali: alcune delle quali hanno diretta efficacia in Italia poiché attribuiscono diritti ed obblighi ai cittadini, a prescindere dalle fonti italiane … fonti non formali: date dall’insieme dei modi in cui le regole di diritto vengono interpretate ed applicate non sono ufficialmente riconosciute, ma operano di fatto (=concorrono a definire l’insieme dei modi in cui le regole di diritto vengono interpretate ed applicate); sono la dottrina e la giurisprudenza (in questo contesto intesa come l’insieme delle sentenze dei giudici) Gil termine giurisprudenza: ha vari significati >> come scienza del diritto: significato che comprende diritto in senso formale e in generale conoscenza del diritto, cultura giuridica >> (significato più circoscritto) come insieme delle sentenze dei giudici, es. giurisprudenza di cassazione = in questo caso vuol dire precedenti giudiziari, decisioni dei giudici Dottrina giuridica: insieme degli scritti degli studiosi che si occupano di un determinato argomento; insieme delle opinioni degli studiosi LEZIONE 2. (25/09/24) GIURIDICITÀ DI UNA REGOLA - regola prevista da una fonte del diritto - applicata/ interpretata secondo modalità previste giuridicamente >> processo= attività giurisdizionale (del giudice) volta all’emanazione di una sentenza >> procedimento amministrativo= attività di un’amministrazione pubblica volta all’emanazione di un provvedimento, che costituisce esercizio di un potere nei confronti del privato. Le cui conoscenze sono anch’esse regolate giuridicamente (attribuzione/negazione di diritti, effetti su rapporti giuridici, attribuzione di svantaggi/vantaggi previsti dalle norme) COSTITUZIONE Sovranità: fonte del potere costituente, sono dei poteri di governo (elemento costitutivo dello Stato, con territorio e popolo) riconosciuta ad un determinato soggetto Gli atri soggetti sovrani (stati) riconoscono la sovranità. Negli stati moderni spetta prima a coloro che collettivamente si riconoscono come nazione/popolo ART. 1 COST. «L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione» - determina la forma di Stato (repubblica) e la forma di governo (parlamentare) - sancisce i principi fondamentali che reggono l’unione dei cittadini, consentendo ai medesimi di identificarsi come - individua e garantisce i diritti e le libertà fondamentali della persona in tutte le sfere dei rapporti sociali - istituisce l’organizzazione dello Stato e ne determina le modalità di funzionamento, comprese le modalità di produzione ed applicazione delle regole di diritto (fonti costituzionali, fonti primarie e secondarie) disciplina: > le modalità per la propria modifica (attraverso un procedimento specifico -costituzione rigida- e nei limiti in cui essa è consentita) > le modalità di approvazione di leggi costituzionali > attribuisce al Parlamento e ai Consigli regionali il potere legislativo, secondo criteri di ripartizione di podestà > ripartisce la podestà regolamentare tra Stato e Regioni > attribuisce alla magistratura (ordinaria, amministrativa) il potere giudiziario > attribuisce al governo (legato da fiducia al Parlamento) il potere esecutivo > allestisce un sistema di controlli e bilanciamenti atto ad assicurare il corretto funzionamento del sistema (es. corte Costituzionale) FONTI PRIMARIE - leggi statali e regionali → promanano dal Parlamento o dai Consigli regionali, la Costituzione prevede materie di competenza esclusiva dello Stato, di competenza concorrente e di competenza esclusiva delle Regioni (residuale) - atti aventi forza di legge (decreti legislativi e decreti legge) → promanano dal Governo, sotto il controllo del Parlamento, preventivo nel caso dei decreti legislativi (o decreti delegati), successivo nel caso dei decreti legge - decreti legislativi : il Governo legifera su delega del Parlamento, da esercitarsi entro un termine prefissato, su una materia specifica, nell’osservanza dei principi e criteri direttivi sanciti dalla legge-delega - decreti legge: in casi straordinari di necessità ed urgenza, il Governo può emanare decreti aventi forza di legge, che perdono effetto se non sono convertiti in legge dal Parlamento, nei sessanta giorni successivi alla pubblicazione FONTI SECONDARIE - regolamenti da NON confondere con i regolamenti dell’UE - emanati dal Governo o da altre Autorità (Ministeri, Autorità amministrative indipendenti) cui la legge attribuisce la relativa potestà - debbono rispettare i limiti della potestà regolamentare (materia) e conformarsi alla legge Consuetudine > ha natura di fonte nelle materie non regolate dalla legge, od in quanto richiamata dalla legge > presuppone due elementi: 1) comportamento costantemente ripetuto nel tempo 2) nella convinzione della sua doverosità giuridica (opinio iuris ac necessitatis) LEZIONE 3. (1.10.24) Rapporti tra le fonti >> se di livelli diversi (gerarchia) -> prevale la fonte superiore Contrasto fonti costituzionali- primarie - occorre un giudizio di costituzionalità, di competenza della Corte Costituzionale, che ha varie competenze (pronunciarsi sulla eventuale violazione della costituzione da parte di una legge), a seguito di remissione da parte di giudice chiamato ad applicare la norma sospetta di incostituzionalità Contrasto fonti primarie (o costituzionali) e regolamenti (fonti secondarie) - non occorre un giudizio di legittimità costituzionale, perché un giudizio di legittimità del regolamento può essere compiuto da qualsiasi giudice (ordinario o amministrativo) , con disapplicazione del regolamento illegittimo. Dunque non c’è bisogno di passare dal giudice costituzionale. Differenze fonti primarie 1. fonti primarie= stiamo parlando di un atto del parlamento/compiuto sotto il controllo del parlamento. Si tratta di andare a censurare quelle che sono le espressioni dei rappresentanti dl popolo e per questo occorre un giudizio specifico davanti a un giudice specifico. Non basta la pronuncia del giudice ordinario; serve un giudizio di un rango più alto. 2- regolamento= si tratta di andare a sindacare la compatibilità con la legge (fonte primaria, che è espressione di rappresentanti del popolo) di un’atto che non è dei rappresentanti del popolo (es. atto che proviene dal comune di Milano, sono soggetti che esercitano poteri amministrativi subordinati alla legge ma nessuno di questi è rappresentante del popolo) - Quando si tratta di valutare violazioni del diritto europeo da parte del diritto interno anche ad opera della legge, il potere di disapplicazione spetta a qualsiasi giudice e non bisogna passare davanti alla corte costituzionale. Basta un qualsiasi giudice che può disapplicare la legge. Contrasto tra fonti dello stesso livello (es. due leggi) Ci sono 2 criteri che ci servono per sciogliere il contrasto: - Si applica il principio di specialità = la fonte che riguarda/disciplina il caso o materie specifiche prevale su una fonte che ha un oggetto più ampio. La fonte che riguarda il caso/la materia specifica prevale su una fonte che riguarda la materia più ampia (es.la disciplina dei contratti del consumatore prevale sulla disciplina generale del contratto. > Norma del codice civile= una volta che il contratto viene stipulato tra le parti ha effetto vincolante nei loro confronti come se fosse una legge > norma del codice del consumo= se il contratto viene stipulato a distanza o fuori dai locali commerciali il consumatore ha il diritto di recedere dal contratto entro 14 giorni. - la regola speciale (riguarda la sotto categoria dei contratti del consumatore, contratti del consumatore conclusi a distanza) prevale su quella generale (contratti) Contrasto tra norme ambedue speciali/generali -> si applica il principio di cronologia - la fonte più recente prevale su quella anteriore non compatibile ( si applica con norme che hanno la stessa ampiezza, ambedue generali/ speciali) ABROGAZIONE Come si modificano le fonti: (la costituzione è modificabile salvo che per i principi generali e per l’ultima norma art.169, con una procedura specifica) - le altre fonti sono tutte modificabili, una legge, i regolamenti possono essere modificate, la modifica di una regola consuetudinaria avviene nell’arco di un tempo maggiore - Una fonte può perdere effetto per via della sua abrogazione, ad opera di una fonte successiva di pari livello, un regolamento non può abrogare una fonte primaria (solo una fonte di pari livello può abrogare una fonte precedente) - L’abrogazione può avere luogo in 2 modi: 1- può essere espressa ( la fonte successiva afferma in modo esplicito la volontà di privare di effetto la fonte precedente) 2- può essere silenziosa (non espressa) può avvenire attraverso comportamenti, formulazioni della fonte successiva che esprimono la volontà di abrogare senza manifestarla. E può essere a sua volta: a. Tacita:la nuova norma è incompatibile con quella precedente, che si intende tacitamente abrogata. Attraverso norme incompatibili. B prevale ad A Implicita: la fonte successiva introduce una disciplina interamente nuova di una materia già regolata da una fonte precedente, che si intende implicitamente abrogata. Es. viene approvata una norma che contiene una disciplina nuova della proprietà industriale ma non abroga espressamente tutte le norme precedenti. In questo caso la norma precedente si deve implicitamente abrogare Le abrogazioni non sono sempre espresse perché si è sempre in ricerca di ordini, obbiettivi che l’ordinamento giuridico non sempre riesce a raggiungere. Interpretazione delle fonti = attività volta a ricostruire il significato di una regola scritta, allo scopo di verificarne l’applicabilità ad una data situazione di fatto Le norme di diritto qualsiasi sia la fonte vanno interpretate (ricostruire il significato di una regola scritta, allo scopo di verificarne l’applicabilità ad una data situazione di fatto. interpretare= capire il senso di un enunciato legislativo per capire se si applica a una certa situazione di fatto) es. chiunque cagiona la morte di un’uomo (come essere umano) è punibile con la reclusione da a fino all’ergastolo. Si intende individuo maschile o essere umano? È una questione interpretativa. Nel nostro ordinamento non si è mai posto il dubbio di ciò, nel diritto inglese esiste una norma che dice in ogni caso in una norma di legge dove si usa il genere maschile, si intende anche il genere femminile o viceversa a meno che la norma non dica il contrario. Hanno risolto questa questione interpretativa facendo una norma specifica, perché le loro norme si interpretano nel loro significato letterale, strutturale. Il lavoro del giurista è spesso un lavoro di tipo interpretativo, dare un significato alle regole di diritto per verificare a quali situazioni si applicano. (Ciò che è chiaro non ha bisogno di essere interpretato ma non esistono regole di diritto che non necessitano di interpretazione, per via del fatto che il diritto si esprime con il linguaggio che ha potenzialità limitate e anche perché il diritto deve descrivere e regolare a parole il mondo che non si esprime e non si regola a parole ma a fatti). Per capire meglio in cosa consistono i problemi interpretativi dobbiamo partire dal concetto di: > fattispecie: descrizione in termini generali ed astratti di una situazione di fatto ad opera di una norma. È un paradigma astratto Qualunque fatto doloso (fatto commesso con l’obbiettivo di danneggiare) o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto è una fattispecie, è un possibile fatto. Es. chiunque cagione la morte di un uomo = fattispecie (descrizione ipotetica di fatti) Fattispecie contratto= accordo tra 2 o più parti volto a costituire/estinguere/regolare tra loro un rapporto giuridico patrimoniale Se gli elementi del fatto (serie di accadimenti concreti e specifici), una volta qualificati giuridicamente (è stata identificata la categoria giuridica di di riferimento, corrispondono al paradigma astratto della fattispecie ( per morte giuridicamente si intende cessazione definitiva delle funzioni vitali) (cagionare= commissione di una condotta che costituisce la causa di un certo effetto) contratto = accordo (concorso di volontà) tra due o più parti (2 soggetti giuridici che hanno un rapporto tra di loro) - possono cambiare gli elementi della fattispecie ; beni mobili (palazzo)/immobili (= suolo, edifici e tutto ciò che è stabilmente unito al suolo) (contratto che riguarda l’immobile va necessariamente concluso per iscritto) /immateriali (il marchio) (contratto che non deve necessariamente essere concluso per iscritto) - non sempre le fattispecie sono descritte con precisione (giudice deve capire i significati delle norme e ricondurre gli elementi del fatto nelle categorie giuridiche verificando l’applicabilità della regola al fatto) > fatto: serie di accadimenti concreti e specifici, di cui l’interprete deve procedere alla qualificazione giuridica, allo scopo di ricostruire la disciplina ad essi applicabile, ed identificare le conseguenze della sua applicazione > sussunzione del fatto nella fattispecie: verifica della rispondenza del fatto specifico e concerto alla fattispecie generale ed astratta Accordo giuridico patrimoniale: scambio di prestazioni patrimoniale, c’è un contratto. Come si fa a capire il significato della norma: Art. 12 disposizioni preliminari al Codice Civile (1942) ‘ Nell’applicare la legge non si può ad essa attribuire altro senso che quello fatto palese dal significato proprio delle parole secondo la connessione di esse (interpretazione letterale), e dalla intenzione del legislatore (interpretazione finalistica o teologica). Sono i criteri principali e paritari. Se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione (primo criterio sussidiario), si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe (analogia legis); se il caso rimane ancora dubbio (secondo criterio sussidiario), si decide secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico dello Stato (analogia iuris) Criteri sono sullo stesso piano: Interpretazione letterale = interpretare la legge alla lettera secondo il significato testuale delle parole che il legislatore impiega secondo la connessione di esse - criterio interpretativo che vincola gli interpreti al significato testuale delle parole Interpretazione finalistica o teleologica = (sullo stesso piano di quella letterale) orientata allo scopo, Da all’interprete il compito di capire gli scopi (non fermarsi al testo), il perché, il senso, l’obbiettivo voluto dal legislatore (= intendiamo lo scopo della norma come desumibile dalla sua formulazione in quanto tale) e interpretare la norma in conseguenza di esso. >> Noi desumiamo lo scopo di una regola, non da ciò che vuole il legislatore storico, ma alla luce del contesto europeo. Le norme si interpretano tenendo conto delle fonti subordinate, all’interno della medesima fonte. = in questo modo desumiamo la ratio, lo scopo (norme applicate e interpretate durante il periodo fascista, cambia il contesto in cui una norma deve essere applicata) Situazioni in cui non si riesce a trovare una regola idonea a risolvere un caso: In questi casi ci sono 2 criteri sussidiari, in questo caso sono gerarchici: - Primo criterio sussidiario = se una controversia non può essere decisa con una precisa disposizione, (1° criterio) si ha riguardo alle disposizioni che regolano casi simili o materie analoghe (analogia legis = somiglianza, ho un fatto non riconducibile a una fattispecie, ma ci sono delle somiglianze). Es. un marchio di fatto che non è un marchio registrato ma ci sono delle somiglianze, la somiglianza dei casi/delle materie dipende dalla discrezionalità dell’interprete che può essere un giudice. - Secondo criterio sussidiario = se il caso rimane ancora dubbio, neppure ricorrendo a casi simili o materie analoghe riusciamo a trovare una soluzione, si applica il secondo criterio dunque si decide secondo i principi generali dell’ordinamento giuridico dello stato (analogia iuris). Non c’è una norma che regola un caso simile o una materia analoga, o la norma la fa il giudice oppure bisogna ricorrere alle categorie più ampie, ai principi fondamentali dell’ordinamento giuridico che si trovano nella fonte costituzionale. (Dunque si risale la gerarchia delle fonti). Li non troviamo la norma che risolve il caso ma si trova un criterio che ci consente di risolverla. In tutti questi casi l’interprete (può essere anche un giudice) deve trovare una soluzione, deve fornire una soluzione giuridica a tutti i casi possibili - l’interprete sceglie tra le n, situazioni possibili; può essere un qualunque lettore della norma, può essere uno studioso di diritto, un’avvocato (che sosterrà l’interpretazione della norma più consona alla parte che assiste, un giudice (che deciderà l’interpretazione della norma che fa stato in quel caso). >> Si assume che la soluzione giuridicamente correttasi un caso sia una sole e si suppone che era soluzione corretta di quel caso sia già nota prima che il caso si realizzi, ma se così fosse non esisterebbero liti, avvocati e giudici. (esistono perché la soluzione di un caso non è affatto nota prima che quel caso si verifichi; ci sono n. soluzioni possibili alcune più probabili di altre) È possibili trovarsi difronte a questioni giuridiche che hanno una pluralità di possibili soluzioni = per qualunque area del diritto) >> Questi criteri interpretativi non valgono tutti per le norme penali, perché esse si applicano solo per i casi e i tempi in esse stabili. In materia penale non è possibile l’analogia legis e l’analogia iuris (possibili nel campo civile). Stessa cosa per le sanzioni amministrative (quando lo stato esercita una pretesa), la norma deve essere applicata in via diretta, MAI in via analogica. Dunque abbiamo norme civilistiche e norme penali (che puniscono la contraffazione di marchio, contraffazione di brevetto. Non sono applicabili per analogia) FONTI DEL DIRITTO UE Unine Europea: Organizzazione internazionale con la particolarità che a differenza di altre organizzazioni internazionali, può produrre norme di diritto (fonti di produzione) che sono direttamente applicabili (=vincolano gli Stati) a prescindere da qualsiasi ratifica da parte loro. Può emanare norme di diritto che hanno effetto vincolante da cui gli stati non possono sottrarsi. (Stati sottoposti alla podestà normativa dell’UE) Una volta che la fonte dell’UE ha prodotto una norma (che è stata approvata), modifica direttamente o indirettamente gli ordinamenti giuridici degli stati (un po’ come succede negli stati federali) Ciò accade perché: gli Stati aderendo all’UE trasferiscono all’UE stessa alcuni aspetti della loro sovranità (lo stato rinuncia a pezzi della sua sovranità che traferisce all’unione stessa. Es. aderendo all’euro gli stati hanno rinunciato al potere sovrano di battere moneta come l’Italia), tra cui il potere di produrre regole di diritto negli ambiti (= competenze normative dell’unione. L’unione può sostituirsi/affiancarsi agli stati nel produrre norme di diritto solo nel caso in cui la materia rientra nelle sue competenze) rimessi alla competenza dell’UE (gli stati membri hanno trasferito all’unione la loro podestà di produzione di regole di diritto), e nella misura in cui sussistono i presupposti per l’intervento normativo UE. > stati vincolati a determinate regole MA Il potere dell’UE di produrre norme di diritto non è illimitato, ma riguarda le sole materie in cui, secondo i Trattati, vi è competenza dell’UE, ed è sempre sottoposto al rispetto dei principi di sussidiarietà (sussidiarietà perché il principio generale dice che gli obbiettivi di interesse comune devono essere perseguiti dagli stati agendo autonomamente e se questo non basta allora entra l’unione. Questo principio dice che l’UE può intervenire su una certa materia solo se l’intervento necessario per perseguire un’obbiettivo di interesse comune non può essere realizzato dai singoli stati membri) e proporzionalità (=in ogni caso l’intervento normativo europeo non può andare oltre quanto necessario per conseguire l’obbiettivo di comune interesse. Deve essere necessario e non andare oltre quanto necessario; dunque l’unione non può sviluppare la competenza degli stati membri se non nella misura in cui questo è necessario per conseguire gli obbiettivi di comune interesse) Fondamento costituzionale dell’adesione dell’Italia all’UE Art. 11 cost. Del 1948 l’Italia «consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni (scopi dell’UE); promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo» = contiene il ripudio della guerra, come strumento di risoluzione delle controversie internazionali. Scopo di assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo - Limitazioni di sovranità: trasferimento parziale all’UE di alcune funzioni proprie delle Stato, diretto esercizio di sovranità, come il potere legislativo, la sovranità monetaria etc. Art. 117 cost. Del 2001 «La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali» Nell’articolo 117 troviamo l’idea dell’ordinamento comunitario come fonte di vincoli. l’ordinamento europea vincola/limita i legislatori nazionali. Ordinamento (è un insieme di regole giuridiche applicabili in un determinato luogo/tempo) comunitario = il diritto dell’UE da vita ad un suo ordinamento distinto da quello italiano, con proprie fonti che vincola quello italiano. >> l’ordinamento europeo vincola quello italiano - questo comporta che il rapporto tra fonti UE e fonti interne non sia disciplinato dalle regole proprie del rapporto tra fonti interne (Es. una legge italiana non potrà mai abrogare una norma di diritto europeo perché fa parte di un’altro ordinamento) - la corte di Giustizia e la Corte costituzionale hanno chiarito che l’ordinamento europeo opera in posizione di primato rispetto a quello italiano (c’è una gerarchia che pone l’ordinamento comunitario al di sopra di quello italiano —> questo significa che in caso di contrasto tra una norma interna ed una norma europea (anche precedente), il giudice italiano dovrà disapplicare la norma interna, a favore di quella europea, senza bisogno di chiedere una pronuncia/passare alla Corte Costituzionale Questo succede perché per principio generale del diritto dell’UE il giudice nazionale (italiano, francese..) è anche giudice europeo (stessa cosa vale anche per i cittadini, infatti nel passaporto c’è scritto unione europea repubblica italiana). In quanto giudice del diritto europeo, il giudice italiano è tenuto a rendere effettivo il diritto europeo anche a discapito del diritto interno. - l’UE a differenza degli stati federali non ha una sua giuristizione distribuita sul territorio, ma ha un’unico organo costituzionale (la corte di giustizia dell’UE, a Lussemburgo) che non si pronuncia su domanda di singoli cittadini per tutelare i loro diritti garantiti dall’unione europea (salvo casi particolari, perché questo spetta al giudice nazionale il quale deve rendere effettivi questi diritti). Se il diritto interno (es. italiano) lo impedisce in virtù del principio di primato il giudice italiano deve disapplicare la norma. (I giudici sono soggetti soltanto alla legge, un giudice italiano per disapplicare una norma deve rivolgersi alla corte costituzionale. Ma se questo si verifica quando c’è contrasto tra una norma europea e un italiana, il giudice come giudice europeo è tenuto a disapplicare la norma italiana; dunque in questo caso il giudice che è soggetto alla legge per norma costituzionale italiana diventa giudice della legge quando agisce da giudice europeo) - dunque il giudice italiano ha una doppia veste: da giudice italiano (soggetto alla legge), giudice europeo ( giudice della legge) - l’UE assomiglia per alcuni casi allo stato federale perché fa leggi, ma per altri casi no come per esempio non ha un esercito ma esistono gli eserciti nazionali). Tende al modello dello stato federale ma è comunque molto lontano. LEZIONE 4 (2/10/2024) Fonti primarie del diritto dell’UE Rappresentate dai trattati internazionali (accordi tra stati, ratificati dal diritto interno)che istituiscono l’UE e ne regolano il funzionamento, divengono vincolanti sul piano internazionale nel momento in cui sono sottoscritti, producono effetto nel diritto interno quando sono ratificati I trattati attualmente in vigore: —> Trattato sull’Unione Europea (di Maastricht 1992, sull’UE) : istituisce l’UE e ne sancisce finalità (scopi) e limiti di intervento. Trattato che fonda l’unione attraverso l’assorbimento delle persistenti comunità; —> trattato di Lisbona 2007 (sul funzionamento dell’UE): regola i singoli ambiti di competenza dell’UE ( le politiche) e definisce le regole di funzionamento delle istituzioni dell’UE (consiglio europeo, la commissione, il parlamento europeo, la banca centrale europea) —> Carta di Nizza 2000- Lisbona 2007 (in quest’anno si è riconosciuto il valore giuridico ( carta dei diritti fondamentali dell’UE): garantisce i diritti fondamentali dell’individuo che l’UE e gli Stati membri si impegnano a rispettare. > questi 3 trattati costituiscono insieme l’unione delle fonti primarie > essendo trattati internazionali sono accordi tra stati, MA non sono atti dell’unione FONTI DERIVATE DELL’ UE = regole di diritto prodotte dall’UE nell’esercizio dei poteri che i Trattati le attribuiscono Tra i 2 non c’è nessun rapporto gerarchico poiché hanno natura e funzioni diverse - i regolamenti UE (da non confondere con i regolamenti interni, quelli italiani che sono fonti secondarie) I regolamenti dell’UE sono atti di uni cazione delle legislazioni (= nel momento in cui l’UE emana un regolamento, questo sostituisce tutte le norme degli stati in vigore e impedisce agli stati nel futuro di intervenire in futuro su un tema. Se gli stati dovessero farlo si avrebbe una violazione del regolamento) hanno diretta applicabilità (=vincolano gli Stati sin dalla loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE. Lo Stato non ha possibilità di sottrarsi dal regolamento) e diretta ef cacia (=attribuiscono ai cittadini dell’UE, di conseguenza cittadini degli stati membri, diritti che questi possono far valere dinanzi al giudice nazionale. I cittadini possono agire e chiede tutela di questi diritti e in questi casi il giudice deve agire da giudice europeo). I regolamenti sostituiscono tutte le norme interne degli Stati (di qualsiasi natura) e prevalgono su qualsiasi norma interna difforme. Es. il regolamento sul marchio europeo - Le direttive UE: = modelli di norme a cui gli stati debbono conformarsi Sono atti di ravvicinamento/armonizzazione delle legislazioni, hanno diretta applicabilità ( vincolano gli stati sin dalla loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale dell’UE, lo Stato deve rispettare le direttive), ma non diretta ef cacia (= non può attribuire ai cittadini diritti azionabili che possono essere fatti valere difronte al giudice nazionale.; perché in questo caso occorre che lo stato recepisca la direttiva) salvo casi particolari Ciascuno Stato è obbligato a recepirle = ad adeguare il propri diritto interno a quanto previsto dalla direttiva, mediante le necessarie modifiche delle norme interne, entro un termine fissato dalla direttiva. - quando l’unione emana una direttiva gli Stati mantengono la loro podestà legislativa, ma devono adeguare le loro legislazioni al modello rappresentato dalla direttiva (entro un determinato termine, listati devono modificare il loro diritto interno per renderlo conforme alla direttiva). >> vincola gli stati sin dal momento in cui è applicata Ci sono numerose direttive dell’unione (es. in materia di marchi, di diritto d’autore) - Se lo Stato non recepisce la direttiva (problema che non si pone con il regolamento) la commissione europea (l’organo che assicura il rispetto dei trattati da parte degli stati) può avviare una procedura di inflazione (= contestare allo stato il fatto di non aver recepito la direttiva e invitare lo stato a provvedere, ma se lo stato non dovesse provvedere, la commissione può promuovere un giudicio davanti alla corte di giustizia dell’unione chiedendo alla corte di accertare che lo stato non ha recepito la direttiva e condannare lo stato al pagamento di ammende (multe, sanzioni a carico dell’UE. La procedura di inflazione è uno strumento che riguarda i rapporti tra stato e unione europea). —> questa situazione accade frequentemente Avvenuto un recepimento, avremo 27 normative nazionali (tanti quanti sono gli Stati) tutte modellate sulla direttiva, con i soli margini di differenza che la direttiva consente Ci sono 2 tipi di direttiva: - armonizzazione massima: indicano allo Stato gli obbiettivi e le modalità per ottenerli, non lasciando alcuna discrezionalità, l’unica libertà che rimane allo stato è la scelta del migliore modo per introdurre nel proprio ordinamento le novità (legge, regolamento od altro) - armonizzazione minima: indicano allo Stato gli obbiettivi, ma lasciano lo Stato libero di definire il modo per ottenerli. (es. diritto di tutela dei consumatori) Quando l’UE può legiferare e come avviene la scelta dello strumento (regolamento direttiva)? - l materia deve rientrare tra le competenze () dell’UE indicate dai Trattati - deve essere rispettato il principio di sussidiarietà =l’UE può intervenire solo quando l’obbiettivo di comune interesse non può essere raggiunto tramite l’azione dei singoli Stati, ma occorre, una disciplina unitaria (regolamento) o armonizzata (direttiva) - deve essere rispettato il principio di proporzionalità =l’UE non può andare oltre quanto necessario per raggiungere l’obbiettivo di comune interesse; questo principio guida anche la scelta dello strumento di intervento Non c’è una regola che ci consenta di dire che una certa materia va disciplinata da un regolamento o da una direttiva, ma la scelta dello strumento dipende dall’obbiettivo di comune interesse che si vuole perseguire e dal fato che sia necessario o meno per perseguire quell’obbiettivo l’utilizzo del regolamento oppure se sia sufficiente la direttiva. fi fi fi —> l’Unione nasce dalle comunità europee che erano comunità economiche (nel ’57 la comunità economica europea si allarga ma rimane Tale. Con il trattato di Maastricht la comunità abbandona l’area strettamente economica e comincia a occuparsi a temi che riguardano la società e la politica in generale). L’UE non nasce come progetto di unità politica al contrario degli stati federali. SOGGETTI DI DIRITTO (diritto in senso soggettivo, dunque riferito a dei soggetti) ( l’espressione diritto oggettivo= sinonimo di ordinamento giuridico. Insieme di regole di diritto) RIGHT= diritto soggettivo LAW = diritto oggettivo —> inteso come posizione/situazione particolare di un soggetto/pluralità o totalità di soggetti riconosciuta dalle regole di diritto oggettivo —> chi sono i soggetti che il diritto oggettivo prende in considerazione quando sancisce le sue regole ? —> quali sono le situazioni giuridicamente rilevanti in cui i soggetti possono trovarsi? Chi sono i soggetti di diritto? (nozione giuridica) = sono coloro a cui il diritto oggettivo riconosce tale qualità, ci sono delle regole di diritto che ci dicono chi sono i soggetti di diritto Soggettività giuridica: è la capacità di avere diritti in senso soggettivo, è la possibilità che i nostri interessi siano tutelati dalle regole di diritto. (È il diritto che decide chi può avere diritti) Capacità giuridica: = condizione del soggetto di diritto; è la capacità di essere titolari di diritti ed obblighi - è riconosciuta a tutti gli essere umani che sono soggetti diritto, dunque possono avere diritti ed obblighi (ogni essere umano che nasce può avere diritti ed obblighi); in ordinamento schiavista questo principio non valeva poiché per esempio lo schiavo non poteva avere diritti ma era oggetto di diritti dunque gli interessi dello schiavo non potevano essere considerati dal diritto, non aveva neanche il diritto alla vita. Ogni essere umano in quanto soggetto di diritto è portatore di una serie di diritti, di interessi tutelati che non possono essergli negati (=questa è la teoria dei diritti umani come diritti fondamentali e universali che spettano a tutti) - si acquista con la nascita e si perde con la morte Es. un neonato (il concepito finché non nasce non può avere diritti ma ha soltanto aspettative a nascere e dunque a conseguire diritti) può ereditare un’impero finanziario perché ha capacità giuridica, NON può esercitare i suoi diritti e non può disporre perché non ha capacità di agire e qualcuno li eserciterà per lui nel suo interesse, come per es.i suoi genitori (=rappresentanza del minore). Alcune decisioni che riguardano l’amministrazione del patrimonio del minore vanno prese sotto il controllo del giudice tutelare a difesa degli interessi del minore. Il minore dunque ha capacità giuridica ma non ha capacità di agire = può essere titolare di diritti, di obblighi ma non può disporne. Questo vale per tutti i diritti, compresi i diritti di proprietà intellettuale. —> non può disporre delle porzioni disponibili dei suoi diritti come per es. non può partecipare a riunioni etc… capacità giuridica (=capacità di avere diritti ed obblighi) ≠ capacità di agire capacità di agire= capacità di disporre dei propri diritti ed obblighi (= di prendere decisioni sui propri diritti ed obblighi che producono effetti giuridici) Diverse > - capacità giuridica (capacità di prendere decisioni giuridicamente efficaci, che producono effetti sui propri diritti ed obblighi) - il concepito finché non nasce non può avere diritti ma solo aspettative a nascere - capacità di agire: si acquista con la maggiore età (si può disporre di propri diritti ed obbligo es. disporre di propri beni, contratto di lavoro, si va a votare) e si perde con la morte o con altri atti idonei a farla venire meno (situazioni in cui la persona non è in grado di provvedere alle proprie necessità e in questo caso può essere nominato un tutore o un curatore ) (sentenza di interdizione) od a limitarla (sentenza di inabilitazione -amministrazione di sostegno) - capacità di intendere e volere (=condizione di fatto) ≠ capacità di agire - La capacità di intendere e volere non è una condizione di diritto ma è uno stato di fatto = si intende l’effettiva capacità del soggetto di determinarsi e di capire le conseguenze delle proprie azioni. (Il soggetto è capace di capire le situazioni?) Es. ragazzo di 16 anni che sono molto svegli, hanno capacità di intendere e di volere ma NON hanno la capacità di agire (condizione di diritto) Esempi: Neonato- minore: ha capacità giuridica, non ha capacità di agire. Acquisterà la capacità di agire con la maggiore età Interdetto (persona maggiore di età che ha avuto la nomina di un tutore da parte di un giudice es. affetta da patologie psichiche): ha capacità giuridica, non ha capacità di agire, può avere capacità di intender e di volere (interdizione è una condizione legale finche il giudice non la revoca). L’interdetto può recuperare la capacità di agire alla cessazione della patologia. la persona interdetta può guarire ma finché il giudice non revoca l’interdizione permane la capacità di agire. Ubriaco- maggiorenne: ha capacità giuridica, ha capacità di agire, non ha capacità di intendere e di volere. La recupererà tornando sobrio, quando sarà nuovamente in grado di rendersi conto delle conseguenze delle sue azioni. >> l’incapacità di agire ed incapacità di intendere e di volere producono conseguenze su: validità degli atti compiuti dall’incapace e sulla responsabilità del medesimo e di chi ne ha la tutela >> occorre che qualcuno possa agire in nome e per conto dell’incapace e che risponda degli atti dell’incapace stesso >> due meccanismi del diritto privato: 1° agire in nome e per conto (potere di rappresentanza) = minore che ha dei beni, non ne può disporre e qualcuno che lo rappresenta (‘rappresentare’ in diritto significa: agire in nome e per conto altrui) lo fa per lui 2° responsabilità per fatto altrui (un soggetto risponde per il fatto dell’altro). Es. i genitori rispondono per il fatto illecito del minore, ù anche quando non sono i responsabili I soggetti che fanno la rappresentanza: - Minore: i genitori ne hanno la legale rappresentanza e rispondono (con il loro patrimonio) per i fatti illeciti che commette a danno di terzi - Interdetto: cioè soggetto affetto da patologie tali da privarlo completamente di capacità di intendere e di volere. Con provvedimento del giudice è nominato un tutore che lo rappresenta - Inabilitato: soggetto che soffre di patologie che diminuiscono la sua capacità di intendere e di volere, senza azzerarla. Il giudice nomina un curatore che lo assiste negli atti di straordinario amministrazione (atti che non mutano in modo significativo la composizione del patrimonio) - beneficiario di amministrazione di sostegno: può compiere da solo gli atti determinati dal giudice, per gli altri necessita dell’assistenza dell’amministratore di sostegno (istituto che consente di definire su misura gli strumenti di tutela) Soggetti giuridici: comprende 2 sottoinsiemi - persone siche (art. 2 — 3 cost.) - Enti giuridici (soggetti creati dal diritto, che non esistono in natura e riconosciuti dal diritto come soggetti per perseguire determinati scopi) es. lo Stato (= non esista in natura, è una creazione del diritto internazionale funzionale a determinati scopi come per esempio l'esercizio della sovranità) è un soggetto di diritto poiché titolare di diritti ed obblighi Anche l’UE è un’ente giudico creato dal diritto internazionale tramite un accordo tra stati; le associazioni sono degli enti giuridici. Gli enti giudici si suddividono a loro volta in: > enti di diritto pubblico > enti di diritto privato > persone giuridiche = con autonomia patrimoniale perfetta > enti privi di personalità giuridica Autonomia patrimoniale perfetta = soltanto l’ente (e non coloro che ne fanno parte com per es. soci) risponde delle proprie obbligazioni, con il proprio patrimonio Attenzione: enti giuridici > persone giuridiche - gli enti giuridici agiscono necessariamente per il tramite di persone fisiche, che sono organi dell’ente e ne hanno la rappresentanza; la scelta di tali persone è compiuta dai partecipanti dell’ente (es. soci) secondo le regole di legge. Es l’amministratore che rappresenta la società. Tre fonti del potere di rappresentanza: - legge: i genitori rappresentano il minore - provvedimento del giudice: il tutore rappresenta l’interdetto - titolarità di carica all’interno di un ente (rappresentanza organica) LEZIONE 5 08/10/24 DIRITTO PUBBLICO = insieme di tutte le regole di diritto che disciplinano l’istituzione e l’organizzazione dello Stato, di Enti pubblici e di tutti i soggetti che esercitano poteri pubblici. —> ciò che caratterizza il diritto pubblico è l’esistenza di un potere esercitato da un soggetto nei confronti di altri soggetti che sono subordinati all’esercizio di questo potere. Es: lo Stato ha potere di legiferare, il Parlamento e i Consigli Regionali possono emanare leggi ai quali i soggetti dell’ordinamento sono sottoposti; il Governo prende decisioni di interesse politico, esercita poteri garantiti dal diritto nell’interesse pubblico ecc.. La giurisdizione ha il potere di prendere decisioni che sono vincolanti per i soggetti sottoposti. Tutti i soggetti che esercitano pubblici poteri sono soggetti di diritto pubblico. - L’ente di diritto pubblico = esercita un potere pubblico rispetto a cui altri soggetti dell’ordinamento si trovano in una posizione di subordinazione. Diritto penale= diritto pubblico >> disciplina l’esercizio del potere nello Stato di punire chi detiene determinati comportamenti. Sono diritto pubblico anche le norme che prevedono l'abrogazione di sanzioni amministrative. Quando si parla di esercizi di potere punitivi parliamo sempre di esercizio di poteri pubblici e quindi di regole di diritto pubblico. L’ente di diritto pubblico è il soggetto che esercita poteri pubblici DIRITTO PRIVATO: = insieme delle regole dell’ordinamento che disciplinano l’agire di soggetti che operano tra di loro Sun un piano di parità QUINDI: - nel diritto pubblico abbiamo una situazione asimmetrica→ c’è un soggetto che esercita poteri e altri soggetti che si trovano in posizione di subordinazione. Il rapporto è verticale: potere e subordinazione - nel diritto privato invece i soggetti agiscono su un piano di parità: nessuno esercita un potere nei confronti dell’altro e non ci sono vincoli di subordinazione. fi Es: le parti di un contratto stanno sullo stesso piano e nessuna esercita un potere nei confronti dell’altra. Gli enti di diritto privato sono quelli che sono costituiti dall’ordinamento per perseguire scopi che riguardano gli interessi dei soggetti ma destinati ad operare su un piano di parità Es: la società→ è il contratto tra due o più soggetti che decidono di svolgere in comune un’attività economica allo scopo di dividere gli utili. Il contratto di società da luogo ad un ente (distinto dalle persone, cioè i soci) con un suo patrimonio e delle sue responsabilità. Questo ente può essere di diverso tipo (una società di persone o una società di capitali). In ogni caso lo scopo della società è l’esercizio in comune dell’impresa dai soci allo scopo di dividerne gli usi→ è un'attività che risponde ad un interesse dei soci e che si esplicherà in un contesto di mercato caratterizzato dal principio di parità dei soggetti che vi operano. Es: associazioni→ persone che condividono interessi (culturali, politici ecc) e decidono di fondare associazioni per coltivare questo interesse e perseguire determinati scopi. Dall’accordo associativo sorgerà un ente distinto dalle persone (associati). Questo ente è funzionale agli scopi degli associati e agirà su un piano di parità rispetto agli altri soggetti dell’ordinamento. Es: partito politico→ nel nostro ordinamento ha la forma dell’associazione, in particolare dell’associazione non riconosciuta QUINDI la distinzione tra enti di diritto pubblico e enti di diritto privato è legata agli scopi dell'ente e alla sussistenza o meno in capo all’ente di poteri di natura pubblicista (cioè poteri conferiti dall’ordinamento giuridico che vengono esercitati nei confronti di soggetti che sono subordinati). Esistono anche situazioni di rapporti privatistici→ cioè rapporti tra soggetti che agiscono sul piano di parità che prevedono l'esistenza di situazioni di potere Es: il rapporto di lavoro subordinato→ il contratto tra il dipendente e il datore di lavoro. Il datore di lavoro ha il “potere direttivo”, può dire al dipendente che cosa fare. Il potere del datore di lavoro però NON è un POTERE PUBBLICO (a differenza del potere dello Stato o della Polizia). E’ un potere che nasce dal contratto di lavoro e si esaurisce lì + è un potere che nasce per un atto di volontà tra le parti. Questo potere sorge e si esercita solo nell’ambito del contratto di lavoro e solo in questi limiti. ATTENZIONE: un ente di diritto pubblico può esercitare i suoi poteri MA può anche agire come se fosse un soggetto di diritto privato Es: Ente territoriale, il Comune di Milano→ ha dei poteri pubblici (concedere o negare permesso di costruire). In questi casi il comune di Milano esercita dei poteri pubblici MA se il comune di Milano stipula un contratto con qualcuno (es fornitori di beni, società) agisce da privato ed è vincolato dal contratto come qualsiasi altro privato. Es: Se un pezzo di proprietà del Comune (es un auto di servizio del Comune) provoca un incidente stradale e danneggia l’auto di un altro soggetto privato, il Comune è tenuto a risarcire il danno esattamente come tutti gli altri privati = l’agire di un diritto pubblico può essere un’agire di diritto privato. Ovviamente non può avvenire la situazione opposta ATTENZIONE: ci sono enti che sono persone giuridiche ed enti che non sono persone giuridiche (privi di personalità giuridica). PERSONA GIURIDICA ed ENTE GIURIDICO non sono sinonimi→ persona giuridica è un sottoinsieme di ente giuridico. ATTENZIONE: le persone giuridiche sono enti giuridici e questo significa che non sono persone fisiche QUINDI I soggetti giuridici si dividono in: - persone giuridiche - enti giuridici —> che si dividono a loro volta in: - perone giuridiche - enti privi di personalità giuridica ESEMPIO: 1. In aula a lezione ci sono persone giuridiche? —> no Ci sono soggetti giuridici? —> si Tutti noi siamo soggetti giuridici ma tutti noi siamo persone fisiche. Nessuno di noi è una persona giuridica 2. una persona giudica ha gambe e braccia? No, non ha corporeità. E’ un ente giuridico In cosa consiste il concetto di persona o personalità giuridica? consiste nella cosiddetta “autonomia patrimoniale perfetta (significa completa e assoluta)” → vuol dire che la persona giuridica (l’Ente persona giuridica) ha un suo patrimonio che è completamente separato dai patrimoni dei soggetti che vi partecipano - un ente con un’autonomia patrimoniale perfetta è un ente il cui patrimonio è completamente separato da quello dei soggetti che vi partecipano→ vuol dire che la persona giuridica non risponde dei beni di coloro che vi partecipano col suo patrimonio né viceversa. Caso della società (SRL)→ Tizio, Caio e Sempronio decidono di svolgere insieme un’attività di impresa e costituiscono una società. Siccome sanno che l’attività di impresa è rischiosa decidono di ricorrere ad una società con responsabilità limitata. La società a responsabilità limitata avrà un suo patrimonio che nascerà dai conferimenti dei soci e dai beni che la società andrà via via ad accumulare. Questo patrimonio è completamente separato da quello dei soci. Se la società (SRL) ad un certo punto non avesse più mezzi per pagare i propri debiti, i creditori della società non potrebbero andare a rivalersi sui soci. Viceversa, se uno più soci non avessero i mezzi per pagare i propri debiti, i creditori dei soci non potrebbero andare a rivalersi sulla società. Quindi ci sono due patrimoni (quelli dei soci e quello della società) completamente diversi: questo significa personalità giuridica. In questo caso (SRL) la separazione del patrimonio è stagna e perfetta Quando invece non c’è personalità giuridica, cioè (=enti privi di personalità giuridica), l’Ente in quanto soggetto giuridico autonomo ha un suo patrimonio ma non è completamente separato da quello dei soci. Es. Caso della società NSC : 3 soggetti decidono di iniziare un’attività di impresa ma questa volta in nome collettivo (SNC)--> La SNC è una società di persone (quindi non ha personalità giuridica). Ha un suo patrimonio. Se ad un certo punto la SNC non ha i mezzi per pagare i creditori, i creditori insoddisfatti potranno andare a rivalersi sui patrimoni dei singoli soci. In questo caso esiste una separazione patrimoniale ma non è perfetta, non è stagna. Ci sono sia società con personalità giuridica e società che non ne hanno. Questa distinzione vale anche nelle associazioni→ l’associazione può acquistare la personalità giuridica con il riconoscimento: l’associazione viene riconosciuta la personalità giuridica. Il riconoscimento è un provvedimento dell’autorità pubblica che valuta la sussistenza in capo all’associazione di mezzi patrimoniali sufficienti per perseguire i propri scopi evitando il rischio che ci siano creditori non pagati. - se l’associazione non viene riconosciuta, come nel caso della società, c’è una separazione imperfetta tra il patrimonio dell’associazione e il patrimonio degli associati. ATTENZIONE: di norma, nelle società, tutti i soci rispondono col loro patrimonio dei debiti della società. Nell’associazione non riconosciuta invece questa regola non vale→ rispondono solo coloro che hanno agito in nome e per conto dell’associazione, non tutti gli associati= risponde dei debiti dell’associazione non riconosciuta l’associato che in nome dell’associazione ha stipulato contratti con terzi. Es: il presidente dell’associazione non riconosciuta stipula un contratto con un fornitore. Se l’associazione non paga è colui che ha agito a dover rispondere con il proprio patrimonio Quale è il senso della personalità giuridica? - serve a limitare il rischio che si assume chi decide di svolgere certe attività (d’impresa). Chi non vuole rischiare tutto ricorre ad una società che gli consente di rischiare qualcosa pur sapendo che se le cose vanno male non si perde tutto ma solo il pezzetto che si è rischiato >> concetto chiave: limitazione di rischio nell’intraprendere un’attività Perché non si sceglie sempre una SRL (anche se ha personalità giuridica)? - perché il funzionamento di queste società è più complesso (es sotto il profilo contabile, dei controlli, della quantità minima di risorse che occorre conferire ecc…) SRL: - ha personalità giuridica - significa società a responsabilità limitata Perché si parla di “società di persone” quando si parla di società senza personalità giuridica e “società di capitali” quando si parla di società con personalità giuridica? → di regola, nelle società di persone le decisioni si prendono a maggioranza di teste, cioè di numero di soci (se siamo tre soci, due prevalgono). Nelle società di capitali invece, le decisioni si prendono in ragione delle risorse conferite (se siamo 3 soci ma io ho il 90% delle azioni, il mio voto conta per il 90% → conta il capitale conferito e non il numero di persone). Quale è la differenza tra associazioni riconosciute e non riconosciute? Le associazioni riconosciute hanno personalità giuridica, le non riconosciute no. Attenzione!! → nelle società, di norma, se non vi è personalità giuridica tutti i soci rispondono con i loro patrimoni, nelle associazioni non riconosciute solo chi ha agito in nome e per conto dell'associazione. Es: una persona si iscrive ad un partito giuridico. Ad un certo punto si scopre che il partito ha un debito verso una tipografia. Il proprietario della tipografia NON può venire da un socio del partito chiedendo di essere pagato. Questo non accade perché nelle associazioni non riconosciute risponde con il proprio patrimonio solo chi ha agito in nome e per conto dell’associazione, cioè chi è andato da quel soggetto in rappresentanza del partito (chi ha la legale rappresentanza). Invece, nel caso dei soci di una società, i soci rispondono con il loro patrimonio di tutti i debiti della società, anche i soci che non hanno fatto nulla (società in nome collettivo) Perché c’è differenza tra associazioni non riconosciute e società di persone? La responsabilità viene imputata in modo diverso perché nel caso delle società si parla di attività di impresa fatta allo scopo di dividere gli utili (finalità lucrativa, assunzione di rischio). L’associazione invece persegue scopi non lucrativi→ la responsabilità non è legata all'aspirazione al lucro ma è legata al ruolo gestorio, cioè al fatto di aver agito in nome e per conto dell’associazione. Es: io sono socio del locale che è gestito da una NSC → devo rispondere dei debiti del locale Ma se io vado in un circolo culturale (non so nulla della gestione del circolo e non guadagno nulla, vado per piacere) → non devo rispondere delle scelte (magari sbagliate di chi amministra il circolo). ATTENZIONE!!!!!! Domande trabocchetto la persona giuridica non è una persona fisica in carne ed ossa la persona giuridica non ha diritto all'integrità fisica, alla salute ecc… la persona giuridica non ha un corpo ma può estinguersi per altre cause AUTONOMIA PATRIMONIALE PERFETTA SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE =situazioni giuridicamente rilevanti in cui i soggetti possono trovarsi, tra di loro o rispetto ai beni. Per situazioni giuridiche soggettive si intendono situazioni determinate dal diritto in cui i soggetti si trovano tra loro (= es. due persone stipulano un contratto, cioè un rapporto giuridico rilevante che si fonda su un accordo tra due o più soggetti. È dunque una situazione che coinvolge 2 o + soggetti) e/o rispetto ai beni - Attraverso l’attribuzione di situazioni soggettive, il diritto compie scelte tra confliggenti interessi (la finalità del diritto è prevenire o risolvere conflitti disciplinando situazioni di diritto soggettive; fa scelte tra confliggenti interessi stabilendo che alcuni interessi prevarranno a discapito di altri) —> tutte le forme di relazione rilevanti per il diritto sono situazioni giuridiche soggettive (spesso plurisoggettive perché riguardano rapporti tra soggetti diversi) Oggetto del conflitto può essere l’appropriazione di un bene (conflitto ), ma anche la pretesa a che un determinato soggetto compia o non compia una determinata azione (conflitto tra due persone) —> ci sono situazioni giuridiche soggettive che riguardano i rapporti tra soggetti e beni. Es. lo smartphone è un bene e un soggetto ne è proprietario (intendiamo che il soggetto si trova, rispetto allo smartphone in una particolare situazione giuridica soggettiva che si chiama diritto di proprietà Il diritto si occupa di vari tipi di conflitti: 1. uno contro tutti: riguarda l’appropriazione di un bene (chiunque altro manifesti un interesse in conflitto con un deve essere ‘escluso’ dall’area di interesse del soggetto rispetto a un certo bene); avviene nei casi delle risorse che non hanno disponibilità infinita in natura 2. uno contro uno: conflitto tra soggetti che hanno un certo rapporto. Es. ho prestato dei soldi ad una amico e ho interesse che me li restituisca; ho comprato un bene da qualcuno ma è difettoso, ho quindi interesse che quel soggetto ripari o sostituisca quel bene Vi sono situazioni soggettive ove è prevalente la dimensione della conformazione della società, o di dati rapporti, ad un modello determinato dal diritto, rispetto a quella del conflitto (es. diritto pubblico, diritto di famiglia) - il diritto pubblico mira a perseguire un modello di organizzazione statale e di società non solo per limitare la lotta violenta ma anche per perseguire obiettivi comuni condivisi (per esempio possiamo pensare ai principi fondamentali che aprono la Costituzione) Lo scopo non è solo evitare la lotta armata tra cittadini ma anche far sì che l’amministrazione statale sia la più idonea a facilitare il rispetto e il perseguimento di alcuni valori condivisi. Il diritto è importante anche perché regola dei rapporti familiari —> il fine non è tanto limitare conflitti ma conformare socialmente la famiglia ad un certo modello di famiglia che il legislatore (nell’ambito dei principi costituzionali) vuole far propri. Es. c’è una norma che dice che i genitori hanno il dovere di mantenere e istruire la prole (= ciò non è stato pensato nell’ottica di risolvere conflitti familiari ma secondo il principio che la famiglia deve essere un un’unità sociale nel cui ambito la prole viene istituita ed educata. SITUAZIONI GIURIDICHE SOGGETTIVE e come il diritto regola questi interessi: Prima grande partizione: Situazioni attive v. Situazioni passive Situazioni attive: esprimono la prevalenza dell’interesse del titolare (chi si trova nella situazione) rispetto a quelli confliggenti (l’interesse del proprietario a godere del bene prevale su quello di tutti gli altri ad appropriarsene) Es. io sono proprietario di un oggetto e ho il diritto di poterne disporre in modo pieno ed esclusivo. Qualunque altra persona che abbia un interesse opposto soccombe dinanzi al mio diritto; se qualcuno vuole usare l’oggetto di mia proprietà lo può fare sotto il mio consenso. Questo avviene perché è stato deciso da una regola di diritto (il proprietario in natura non esiste, ma è una categoria giuridica) Es. i marchi, il diritto d’autore, brevetti: tizio ha il diritto esclusivo ad usare un certo segno come marchio e chiunque altro sia portatore portatore di interessi in senso opposto non avrà alcun tipo di tutela/riconoscimento >> esistono diversi tipi di situazioni attive: cambiano i contenuti (il tipo di interesse che la regola di diritto protegge) e gli strumenti di tutela (il tipo di interventi che si possono chiedere all’ordinamento nel momento che la situazione attiva viene violata) Elenco di situazioni attive utilizzate nel nostro ordinamento: - diritto soggettivo -> pubblico/privato patrimoniale / non patrimoniale assoluto / relativo disponibile / indisponibile potestativo - facoltà - interesse collettivo - interesse legittimo DIRITTO SOGGETTIVO: = insieme di facoltà massimo grado di tutela di interesse individuale; è la massima protezione che l’ordinamento giudico può conferire a un certo interesse. - es. il diritto di proprietà: il proprietario ha il diritto di godere e disporre del proprio bene in modo pieno ed esclusivo salvo i limiti posti dalla regola di diritto stessa È il potere riconosciuto dal diritto oggettivo (cioè dalla norma) ad un dato soggetto (=possibilità di..) di agire nel proprio interesse, o di pretendere che qualcun altro tenga un determinato comportamento nell’interesse del soggetto titolare, con possibilità di provocare una reazione dell’ordinamento (cioè la possibilità di chiedere una tutela, chiedere che l’ordinamento faccia qualcosa), ove il titolare sia privato del potere (es. mi rubano il telefono) , od il comportamento non sia tenuto (es. il debitore non mi paga) - es. se io sono proprietario di un bene posso fare con questo bene qualsiasi cosa; oppure se il sono il creditore di una somma di denaro posso pretendere che il debitore mi paghi, è un mio diritto essere pagato, quindi posso rivolgermi al giudice. La reazione dell’ordinamento è un provvedimento del giudice, che assicura l’effettività del diritto. La reazione dell’ordinamento è un provvedimento del giudice, che assicura l’effettività del diritto —> la facoltà di chiedere questo intervento (cioè di potersi rivolgere al giudice) è la proiezione processuale del diritto soggettivo, e si chiama azione (forma legata al verbo agire ma non nel senso di ‘fare’ ma nel senso di ‘intraprendere iniziativa’ (es. andare dal giudice). L’azione è la proiezione processuale (perché l’azione è un atto rivolto al giudice) del diritto soggettivo. È la domanda che il titolare del diritto soggettivo rivolge al giudice per ottenere provvedimenti di tutela del diritto stesso. Es. se il mio debitore non mi ha pagato ma la regola di diritto dice che mi deve pagare, posso aspettare e se continua a non pagarmi, è il soggetto che deve attivarsi per far rispettare il suo diritto perché la regole non è auto-applicativa Es. mi rubano il portafogli, io titolare di diritto devo intraprendere un’azione, dunque devo rivolgermi al giudice perché adotti un provvedimento che serva a ripristinare il mio diritto leso. Il giudice ordina al soggetto in torto di rispettare il diritto del soggetto leso ma non è detto che esso lo faccia e se anche dopo la sentenza il problema non si è risolto, il soggetto può nuovamente tornare dal giudice ad esercitare un’altra azione = azione esecutiva (fa si che l’ordine del giudice sia eseguito dunque si va a prendere il bene del soggetto in torto per ripiegare il danno/debito, sempre che esso abbia nei altrimenti il problema persiste) L’azione è la domanda che il titolare del diritto soggettivo rivolge al giudice per ottenere il provvedimento di tutela del diritto stesso. Tipologie di diritti soggettivi - pubblici/ privati: diritti che riguardano l’organizzazione politica della società; che riguardano esclusivamente interessi del titolare >> quelli pubblici riguardano il mondo del diritto pubblico, ad esempio riguardano l’organizzazione politica della società come il diritto di voto, elettorato passivo o attivo >> quelli privati riguardano esclusivamente gli interessi del titolare come per esempio il diritto di proprietà, diritto del creditore) - patrimoniali / non patrimoniali: riguardano interessi di natura economica / non economica >> es. patrimoniali: il diritto di proprietà ha ad oggetto beni e dunque ha natura economica per definizione (il diritto del creditore ad essere pagato >> es. non patrimoniali: il diritto all’integrità fisica, il diritto alla salute o all’immagine, non hanno natura economica ma riguardano interessi del soggetto che vengono ben prima rispetto alla sfera puramente patrimoniale. Come per esempio il diritto d’autore Per distinguerli bisogna capire se gli interessi tutelati hanno natura economica (denaro) oppure no - assoluti / relativi: possono essere fatti valere nei confronti di chiunque/ soltanto nei confronti di soggetti determinati >> assoluto: in questi casi chiunque neghi a un soggetto un diritto soggettivo ne paga le conseguenze. Ad esempio il diritto di proprietà è un diritto assoluto poiché chiunque rubi il mio bene ne risponde >> relativo: possono essere fatti valere soltanto nei confronti di uno o più soggetti determinanti. Ad esempi ho un credito verso una persona, posso fami pagare da lui/lei e non da nessun altro. - disponibili / indisponibili: il titolare può/non può trasferirli (passarli a un’altro soggetto) , limitarli o cancellarli >> disponibile: può essere trasferito a terzi, limitato o cancellato. Ad esempio sono proprietario di diritto di proprietà di un bene ma vi rinuncio e lo abbandono/lo vendo a un terzo >> indisponibili: ad esempio il diritto alla vita, diritto del lavoratore alle ferie; il diritto morale d’autore è indisponibile non tanto per proteggere l’autore ma per tutelare un interesse generale, cioè che le opere siano correttamente attribuite al loro autore. - potestativi: potere di incidere su situazione giuridica altrui, senza che il titolare possa impedirlo (es. recesso da contratto) >> es. potere di recesso da contratto= ho il diritto di recedere da un contratto, da un associazione ecc… e l’altra parte non può impedirmelo. È dunque il potere di modificare una situazione altrui senza che il titolare possa impedirlo. LEZIONE 6 09/10/24 Situazioni giuridiche soggettive: FACOLTà: specifiche prerogative comprese nel diritto soggettivo (es. : il proprietario ha diritto di godere e disporre, che sono diverse facoltà) INTERESSI COLLETTIVI: insieme di diritti individuali di contenuto identico o simile, esercitabili nei confronti di un medesimo soggetto. La peculiarità sta nella tecnica di tutela, non nella natura della situazione soggettiva INTERESSE LEGITTIMO: situazione soggettiva di grado inferiore rispetto al diritto soggettivo (garantisce la piena tutela/realizzazione dell’interesse del protetto), ha ad oggetto l’osservanza delle regole che disciplinano l’esercizio di un potere pubblico, idoneo a pregiudicare interessi giuridicamente rilevanti del titolare, questo ci fa capire che parliamo di un soggetto attivo, titolare dell’interesse che si trova in posizione di soggezione rispetto al potere pubblico. (es. chi partecipa ad un concorso pubblico ha un interesse legittimo a che la commissione giudicatrice operi nel rispetto delle regole. = voglio fare il magistrato, mi iscrivo al concorso di magistratura ma non ho diritto a diventare magistrato, non ho diritto di laurearmi. La situazione di chi si inscrive al concorso è di interesse legittimo, non è il diritto a conseguire il risultato ma l’interesse a che il procedimento si svolga nel rispetto delle regole). La giurisdizione in tema di interessi legittimi spetta al giudice amministrativo. (Al tribunale amministrativo regionale e in appello al Consiglio di Stato). —> situazione di chi aspira a conseguire un vantaggio da parte del titolare del potere pubblico oppure è esposto a un qualche esito negativo. —> interesse legittimo non è un diritto —> es. chi chiede all’ufficio competente la registrazione di un marchio, fa una domanda volta a conseguire un provvedimento accrescitivo Situazioni passive: esprimono la subornazione dell’interesse del titolare rispetto ad un interesse opposto (l’interesse del debitore a non pagare soccombe rispetto a quello del creditore ad essere pagato) Es. vorrei prendere una borsa che vedo su un tavolo ma non posso perché mi trovo in una situazione passiva rispetto all’interesse del proprietario della borsa. Tutti tranne il proprietario si trovano in una situazione passiva, cioè di divieto di appropriarsi di quell’oggetto. Es. l’interesse del debitore a non pagare (passività) soccombe a quello del creditore di essere pagato (attività). Anche se il debitore non vuole pagare, la regola di diritto dice che deve farlo; il debitore dunque si trova in una situazione giuridica passiva. Attenzione: questa è una distinzione propria del diritto privato patrimoniale. In altri ambiti, come quello del diritto pubblico, ciò che conta è la conformità o meno della pretesa del soggetto al modello (di ordinamento, di società, di famiglia etc che il diritto oggettivo fa proprio). Nel diritto di famiglia o nel diritto pubblico non è tanto una questione di scelta di interessi confliggenti ma di conformità o meno di una certa pretesa a un modello. - dovere: divieto di comportamenti lesivi del diritto assoluto altrui (es. non entrare nella proprietà altrui, non plagiare l’opera altrui) - corrispettivo passivo del diritto assoluto - corrisponde al diritto soggettivo assoluto - obbligo: situazione passiva corrispondente al diritto soggettivo relativo (es. il debitore ha l’obbligo di pagare il creditore. È una situazione che interessa al soggetto passivo di un rapporto). debitore= soggetto passivo; creditore= soggetto attivo - corrisponde al diritto assoluto relativo - soggezione: situazione passiva corrispondente al diritto potestativo. (Tizio ha diritto di recedere al contratto e Caio non ci può fare nulla) - responsabilità: situazione di chi subisce le conseguenze della violazione di una regola di diritto. Es. tizio alla guida di un’automobile passa con il rosso e provoca un’incidente con l’automobile di Caio che passava con il verde. Tizio ha violato la regola diritto che impone di fermarsi con il semaforo rosso, la violazione di questa regola porta Tizio al pagamento della multa. Questa è una forma di responsabilità amministrativa. Provocando dei danni alla macchina di Caio, Tizio ha violato un’altra regola dunque è obbligato a risarcire il danno (è un danno ingiusto), poiché passare con il rosso è una condotta colposa. Questa è una responsabilità civile, che comporta come conseguenza l’obbligo di risarcire il danno). - onere: situazione di chi deve tenere un certo comportamento, se vuole esercitare una sua situazione attiva (es. l’onere di denuncia vizi (difetti) bene acquistato in capo al compratore). —> il concetto di onere lo si ritrova anche in ambito processuale es. onere della prova= colui che vuole far valere in giudizio un diritto, deve provare/dimostrare davanti al giudice i fatti che ne sostituiscono il fondamento. Attenzione: questa è una distinzione propria del diritto privato patrimoniale. In altri ambiti, come quello del diritto pubblico, ciò che conta à la conformità o meno della pretesa del soggetto al modello (di ordinamento, di società, di famiglia etc. Che il diritto oggettivo fa proprio) RAPPORTO GIURIDICO: Relazione tra soggetti giuridici, che si trovano in differenti situazioni soggettive; i soggetti che partecipano al rapporto sono le parti, tutti quelli estranei al rapporto sono i terzi ( tutti i soggetti diversi dal titolare del diritto, o tutti i soggetti che non sono parti del rapporto se parliamo di rapporto giuridico) Diritti soggettivi: DIRITTI DELLA PERSONA E DELLA PERSONALITÀ (molto importanti nel mondo della comunicazione) Fondamento costituzionale di questi diritti: Art. 2 Cost. - casistica - Trib. I Grado UE, 6/10/2011, causa T-508/2008, (giudizio che si svolge a seguito di un’impugnazione davanti al tribunale di primo grado dell’UE) caso relativo alla registrazione come marchio della forma a canna d’organo di un altoparlante della Bang e Olufsen (società nel campo dell’elettronica, che fa impianti audio caratterizzati da forme particolari): “per il prodotto in questione il design è un elemento che svolgerà un ruolo molto importante all'atto della scelta da parte del consumatore, anche se quest'ultimo prende altresì in considerazione altre caratteristiche del prodotto in questione (es. qualità del suono, il prezzo)“ … "tale design è un elemento essenziale della sua strategia di marchio e potenzia la forza attrattiva del prodotto in questione, vale a dire il suo valore” —> quindi si tratta di un elemento che da valore sostanziale al prodotto (=la forma particolare) e dunque non registrabile come marchio. (strategia di marketing della società= ricorso a forme raffinate, che rappresentano elemento significativo nella scelta del consumatore) Spiegazione: - Tribunale di 1° grado dell’UE : organo competente a giudicare il primo grado delle impugnazioni egli atti dell’unione quando ledono interessi di singoli soggetti. In questo caso c’è un’impugnazione di un soggetto leso, colui che ha fatto una domanda di registrazione respinta. (=in termini di diritto interno, c’è un’interesse legittimo leso che viene fatto valere) —> Corte Gius. 18/9/2014, Causa C-205/13, in relazione al marchio rappresentato dalla sedia da bambino regolabile "Tripp Trapp” (oggetto design; il marchio è la forma della sedia) , prodotta dalla olandese Stokke (società specializzata in prodotti per i bambini che sono funzionali ma che hanno un vero e proprio design) - La percezione della forma in questione da parte di un consumatore non è un criterio decisivo di valutazione. Essa costituisce una delle numerose constatazioni fattuali, in linea di principio oggettive, le quali possono dimostrare che le caratteristiche estetiche di una data forma esercitano sul carattere attrattivo del prodotto una così grande influenza che il fatto di riservarle a favore di un solo imprenditore perturberebbe le condizioni della concorrenza sul mercato in questione. Altre circostanze del genere sono ad esempio: la natura della categoria dei prodotti in questione, il valore artistico di una data forma, la sua diversità da altre forme abitualmente in uso sul mercato in questione, la rilevante differenza di prezzo in rapporto a prodotti concorrenti aventi caratteristiche simili, l'elaborazione da parte del produttore di una strategia promozionale che sottolinei le principali caratteristiche estetiche di un dato prodotto. (= se valorizzi le caratteristiche estetiche del prodotto significa che hanno un valore sostanziale) Spiegazione: = la corte dice che nell’andare a stabilire se la forma da o non da un valore sostanziale al prodotto, non bisogna far riferimento solo alla percezione della forma in questione da parte del consumatore. Bisogna capire se la forma da o non da un valore sostanziale al prodotto, 1° criterio per capirlo = che ruolo svolge la forma nell’ambito delle scelte di consumo (il tribunale dell’altro caso citato sopra dice che se svolge un ruolo la forma ha un valore sostanziale), la corte dice che non è decisiva di per se la percezione della forma da parte del consumatore, bisogna far riferimento anche ad altre categorie come per esempio la natura dei prodotti, quanto incide la forma rispetto al tipo di prodotto (=trattandosi di una sedia per bambini incide in una forma abbastanza significativa), il valore artistico della forma (=se una forma ha valore artistico ha un tale pregio che evidentemente da valore sostanziale al prodotto), la sua diversità dalle altre forme abitualmente in uso (=il fatto che ci siano aspetti di novità e originalità nella forma che consentono di differenziarla rispetto ad altre forme abitualmente in uso), anche la rilevante differenza di prezzo rispetto ad altri prodotti concorrenti che hanno caratteristiche simili, valorizzano le caratteristiche estetiche del prodotto. >>> se in tutti questi casi è un ‘SI’ la forma da valore sostanziale al prodotto e dunque non registrabile come marchio —> Cass., 28/11/2023, n. 33100 – forma della Vespa Piaggio: (=marchio registrato che corrisponde alla forma di uno scooter). «per l'opera del design… il riconoscimento del valore artistico … implica anche l'attribuzione di quel "valore sostanziale", che osta alla registrazione della forma come marchio, proprio perché la nozione di "valore sostanziale" si ricollega … a elementi o indici oggettivi di valutazione quali la natura della categoria dei prodotti in questione, il valore artistico della forma di cui trattasi, la sua specificità rispetto ad altre forme abitualmente in uso sul mercato in questione, la rilevante differenza di prezzo in rapporto a prodotti simili o l'elaborazione di una strategia promozionale che sottolinei le principali caratteristiche estetiche del prodotto in questione (uguale alla sentenza della corte europea - quella precedente-) Spiegazione: - i questo caso il tema è il valore artistico —> tendenzialmente elemento che depone in senso negativo, per la registrabilità della forma come marchio In questo caso Piaggio per sostenere la validità della registrazione della forma della vespa come marchio, sottolinea il fatto che la forma della vespa è certamente distintiva, tant’è che la Vespa è cosi riconoscibile rispetto a tutti gli altri scooter che è esposta nei musei, uno dei simboli del design italiano (=ha valore artistico). Ma questo argomento gli si ritorce contro. !!! Se la forma da un valore sostanziale (se ha valore artistico della forma >> da valore sostanziale al prodotto = una parte del valore del prodotto è legato alla qualità estetica) al prodotto, esso non è registrabile come marchio !!! MARCHI DI FORMA/COLORE. CASO LOUBOUTIN (stilista francese specializzato in calzature, in particolare scarpe da donna con il tacco alto, noto per una caratteristica formale delle sue creazioni = la suola rossa) C. Giusto. UE,12 giugno 2018 Marchio Benelux Louboutin questa registrazione risponde allo scopo di provare a sottrarre il marchio registrato da prevedibili contestazioni di non registrabilità. —> tramite questa registrazione mira a ottenere l’esclusiva sulle scarpe dal tacco per la donna con la suola rossa Fatti di causa - Louboutin agisce per contraffazione, davanti a un giudice olandese, contro un distributore (Van Haren) che aveva venduto scarpe dal tacco alto con suola rossa - il convenuto si difende eccependo la nullità del marchio - secondo la norma interna applicabile (Convenzione del Benelux, in recepimento della direttiva 2008/95): «non possono essere registrati come marchi d’impresa i segni costituiti esclusivamente dalla forma imposta dalla natura stessa del prodotto, dalla forma che dà un valore sostanziale al prodotto o dalla forma del prodotto necessaria per ottenere un risultato tecnico» Spiegazione La suola rossa da un valore sostanziale al prodotto? Se andiamo ad applicare i criteri visti precedentemente dobbiamo chiederci : La suola rossa ha un peso nelle scelte del consumatore, è un aspetto valutato dalla consumatrici?, ha valore artistico?, costituisce una specificità/particolarità nel panorama creativo nelle calzature da donna?, è un elemento di comunicazione valorizzato da Louboutin?, è una delle ragioni del prezzo di queste scarpe ? Se la risposta a tutte queste domande fosse positiva, la suola rossa NON è registrabile come marchio. Quesito del giudice nazionale (questa causa nasce da un rinvio pregiudiziale che è una delle modalità attraverso qui un giudice nazionale, ha un dubbio su come debba essere interpretata una norma europea, per chiarire questo dubbio può chiedere alla corte di giustizia un chiarimento interpretativo. Si tratta di un rinvio pregiudiziale perché la risposte della corte europea è necessaria affinché il giudice nazionale possa pronunciarsi sulla questione a lui sottoposta. Fa delle domande su come deve essere interpretata una certa norma europea) - il colore rosso è inscindibilmente connesso alla suola di una scarpa, sicché questo marchio non potrebbe essere qualificato come un semplice marchio figurativo bidimensionale (= non è un semplice marchio di colore perché dice ‘colore rosso applicato alla suola di una scarpa) - nell’autunno 2012, «una parte considerevole dei consumatori di scarpe da donna con tacco alto, in Benelux, era in grado di identificare le scarpe di [Christian Louboutin] come provenienti da quest’ultimo e, pertanto, di distinguerle dalle scarpe da donna con tacco alto [provenienti] da altre imprese», sicché, in tale data, per tale prodotti, il marchio controverso era percepito come un marchio (= c’è capacità distintiva, poiché la suola rossa consentiva ai consumatori di riconoscere quelle scarpe come provenienti da Louboutin.) - la suola rossa dia un valore sostanziale alle scarpe commercializzate da Christian Louboutin, in quanto tale colorazione fa parte dell’apparenza di queste scarpe, che svolge un ruolo importante nella decisione di acquistarle. Al riguardo, il giudice del rinvio rileva che Christian Louboutin ha inizialmente utilizzato la colorazione rossa delle suole per ragioni estetiche, prima di concepirla come identificazione d’origine e di utilizzarla come marchio (= il colore rosso da un valore sostanziale secondo il giudice perché fa parte dell’aspetto delle scarpe che svolgono un ruolo importante nel momento di acquistare. Secondo il giudice la suola rossa conta nel momento dell’acquisto) - in quanto il marchio controverso consiste in un colore apposto sulla suola di una scarpa, che coincide, di conseguenza, con un elemento del prodotto, si pone la questione se l’eccezione prevista dall’articolo 3, paragrafo 1, lettera e), iii), della direttiva 2008/95 si applichi a tale marchio. A tal riguardo, detto giudice si chiede se la nozione di «forma», ai sensi di questa disposizione, sia limitata alle sole caratteristiche tridimensionali di un prodotto, come il contorno, le dimensioni e il volume del prodotto medesimo, o se una siffatta nozione riguardi altre caratteristiche, non tridimensionali, di un prodotto [come il posizionamento di un colore]. Spiegazione ultima parte: Secondo il giudice il colore rosso è distintivo ma è anche un’elemento dell’estetica del prodotto, ha valore sostanziale nel determinare la scelta dell’acquisto e nelle strategie d’impresa di comunicazione di Louboutin. Nel caso in cui il posizionamento di un cuore non sarebbe forma e il marchio dunque sarebbe registrabile. (=se la mera colorazione non fosse forma allora il marchio potrebbe essere valido) Sentenza della Corte (di giustizia) - nel contesto del diritto dei marchi, la nozione di «forma» va intesa generalmente … nel senso che designa un insieme di linee o di contorni che delimita il prodotto in questione nello spazio. (= in questo caso il colore rosso non è un marchio di forma) - né della direttiva 2008/95, né dalla giurisprudenza della Corte, né dal senso usuale di questo termine risulta che un colore in sé, senza delimitazione nello spazio, possa costituire una forma.(= il colore blu delle sedie, è una forma? No, non è una forma. Lo schienale ha una forma ed è di colore blu) - si pone tuttavia la questione se il fatto che un colore determinato sia applicato su una parte specifica del prodotto significhi che il segno in questione è costituito da una forma, ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 1, lettera e), n.3, della direttiva 2008/95. - a tal riguardo occorre rilevare che, se è pur vero che la forma del prodotto o di una parte del prodotto svolge un ruolo nella delimitazione del colore nello spazio, non si può ritenere, tuttavia, che un segno sia costituito da tale forma qualora non sia la forma quel che la registrazione del marchio è intesa a tutelare, ma solo l’applicazione di un colore su una parte specifica del prodotto stesso. (= la forma del prodotto svolge un ruolo della delimitazione del colore e dello spazio. La registrazione del marchio Louboutin ritiene tutelare solo l’applicazione del colore sulla parte specifica del prodotto stesso) - il marchio controverso non verte su una forma specifica di suola di scarpa con tacco alto, in quanto la descrizione di detto marchio indica espressamente che il contorno della scarpa non fa parte del marchio stesso, ma serve unicamente a mettere in evidenza la posizione del colore rosso cui si riferisce la registrazione. - in ogni caso non può ritenersi che un segno come quello oggetto del procedimento principale sia costituito «esclusivamente» dalla forma, ove, come nella specie, l’oggetto principale di questo segno sia un colore precisato mediante un codice di identificazione riconosciuto a livello internazionale. (= la forma non è rivendicata, certo svolge un qualche ruolo ma quel segno non è costituito esclusivamente dalla forma, am è costituito da un colore apposto su una forma. Ciò che è rivendicato e il colore apposto su quella parte specifica) - alla luce delle suesposte considerazioni, occorre rispondere alla questione sollevata(la corte scandisce un principio di diritto) dichiarando che l’articolo 3, paragrafo 1, lettera e), n,3 della direttiva 2008/95 va interpretato nel senso che un segno consistente in un colore applicato sulla suola di una scarpa con tacco alto, come quello oggetto del procedimento principale, non è costituito esclusivamente dalla «forma», ai sensi di tale disposizione. (= non è costituito esclusivamente dalla forma, ma dalla forma colorata quindi la forma colorata, collocata in quella specifica posizione può essere oggetto di registrazione) Conclusione Un colore (specifico) può essere tutelato come marchio in relazione al suo posizionamento specifico nell’ambito dell’aspetto di un prodotto DOMANDE: 1. Louboutin, in base agli stessi principi ed alla registrazione di marchio sottoposta alla Corte, potrebbe vantare un diritto esclusivo all’uso come marchio registrato del colore rosso, in quella tonalità specifica, su tutta la scarpa, o solo sulla tomaia, con suola di altro colore? —> non potrebbe su tutta la scarpa perché ha diritto esclusivo del rosso SOLO sulla suola e non su altre parti della scarpa 2. Louboutin potrebbe validamente registrate un marchio di colore rosso per la tomaia della scarpa? —> si, può essere valido anche questo, valgono gli stessi principi (in teoria) In pratica andare a introdurre un diritto esclusivo di un marchio sul colore della tomaia di una scarpa, porterebbe a una limitazione sulla commercializzazione delle scarpe con il tacco da donna. LEZIONE 13 7.11.24 MARCHIO DELL’UE - regolamento UE 2017/1001 del Parlamento Europeo e del Consiglio - Art. 1, comma 2 > Si acquisisce con la registrazione (presso l’Ufficio dell’UE per la Proprietà Intellettuale -EUIPO con sede ad ad Alicante) - conferisce un diritto esclusivo all’uso del segno, per categoria merceologica - disegni/ modelli registrati= tutela dell’aspetto del prodotto che sia nuovo ed abbia carattere individuale (genera nell’osservatore un’impressione diversa dai prodotti preesistenti) diritto esclusivo di cinque anni, rinnovabili sino a 25 anni - brevetti per invenzioni= invenzioni che siano nuove, munite di apporto inventivo ed atte all’applicazione industriale -diritto esclusivo di venti anni dal deposito della domanda non prorogabili - modelli di utilità= nuovi modelli atti a conferire particolare efficacia o comodità di applicazione o di impiego a macchine, o parti di esse - diritto esclusivo di 10 anni, non rinnovabile DIRITTO D’AUTORE 1. Tutela le espressioni nuove ed originali di idee 2. Ha un contenuto patrimoniale (diritto esclusivo a sfruttare l’opera) ed uno morale (diritto ad essere riconosciuto autore dell’opera ed opporsi a modificazioni lesive dell’onore) Il diritto patrimoniale dura 70 anni dalla morte dell’ultimo dei co-autori, il diritto morale non ha scadenza Agli artisti interpreti ed esecutori, ai produttori fonografici e musicali, alle emittenti radiotelevisive sono riconosciuti i diritti connessi che riguardano la loro interpretazione/ esecuzione e, rispettivamente, i contenuti che essi producono TUTELA DEL MARCHIO REGISTRATO: CASO BURBERRY IL CASO BURBERRY (contraffazione di marchio) Stiamo analizzando un caso in cui si è verificata una violazione di diritti su un marchio registrato Burberry: nota casa di moda inglese che deve la sua fama ad un particolare motivo tartan applicato storicamente alle fodere degli impermeabili anche se poi il decoro è stato esteso a numerosi altri prodotti Marchi Burberry In foto vediamo i marchi registrati Burberry 1) un marchio figurativo e letterale = un cavaliere medioevale con armatura, lancia e scudo accompagnato dalla dicitura ‘’Burberry established 1856’’ 2) marchio figurativo = il ‘Burberry check’ : è la nota fantasia applicata sui prodotti Burberry >> in questo caso il marchio è molto importante nel determinare l’estetica del prodotto >> Burberry ha registrato a livello europeo e nazionale il suo motivo tartan Fatti di causa: Vengono rinvenuti presso un deposito vari capi di abbigliamento (foulard e cappelli) recanti riproduzione del disegno Burberry = ovviamente non realizzati da Burberry e nemmeno con il suo consenso —> i capi NON riproducono il marchio figurativo (cavaliere) od il marchio letterale , ma riproducono solamente il ‘Tartan Check’, non compare n’è la scritta Burberry e nemmeno il suo consenso —> viene contestato al titolare del deposito il reato di cui all’art 474 comma 2 cod. pen. >> questo è un caso penale perché c’è stata la violazione di una norma penale, il proprietario del magazzino ha compiuto un reato

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