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AgileObsidian5783

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Università degli Studi di Milano Statale

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citologia biologia cellulare tessuto muscolare anatomia umana

Summary

Il documento fornisce una descrizione dettagliata del citoscheletro e del tessuto muscolare, concentrandosi su micro-strutture e processi cellulari. Esplora le diverse tipologie di muscoli e le loro funzioni. Il documento tratta anche le caratteristiche strutturali e funzionali delle cellule muscolari.

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Citoscheletro Fibre del citoscheletro favoriscono alla cellula una resistenza allo stiramento e vincolano gli organelli ella loro posizione all’interno della cellula. Si occupa anche del trasporto intenro della cellula (vescicole conteneti ormoni...). Costituite da: - Microtubuli: cavi internamente,...

Citoscheletro Fibre del citoscheletro favoriscono alla cellula una resistenza allo stiramento e vincolano gli organelli ella loro posizione all’interno della cellula. Si occupa anche del trasporto intenro della cellula (vescicole conteneti ormoni...). Costituite da: - Microtubuli: cavi internamente, formano un eterodimero (composto da tubulina) polimerizza in maniera complessa formando super eliche di spessore diverso. Hanno una loro capacit‡ di movimenti, hanno un’estremità + (cresce per aggiunta di monomeri di tubulina) ed un estremit‡ – (perde i monomeri, questa aggiunta e delezione provoxa lo spostamento per polarizzazione estremit‡ + e depolarizzazione estremit‡ -) - Filamenti sottili di actina: proteina tubulare sferica, costituita da monomeri di actina, formano doppia elica di actina - Filamenti intermedi: esempio -> fibrille collagene. Le unit‡ strutturali sono complesse proteine fibrose che creano impalcatura delle ossa, mutazioni geniche a questo livello determinano malformazioni ossee (oteogenesi imperfetta). Sono resistenti a stress meccanici ed elastici (presenti nella pella). Costituita anche da cheratina -> cellule epiteliali e da vimentina -> tessuto connettivo, musocolo e cellule di sostengno del SN o neurofilamenti -> cellule nervose. Impediscono frazione del tessuto a seguito di stress meccanico I filamenti del citoscheletro sono orientati in base ai criteri di forza e di resistenza. Le chinesine sono formate da quattro catene polipetidiche (2 piccole e 2 grandi). Costituite da piedi, cambiano conformazione (alternando idrolisi ATP) e camminano lungo i mivrotubuli. Fungono da binari, fondamentali per i neuroni (da soma verso sinapsi) -> mutazioni kineisne provocano ritardo mentale o disabilit‡ intellettiva. Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 La cellula muscolare La contrazione muscolare permette ai vertebrati di muoversi e di mantenere la posizione eretta o seduta, grazie alla capacit‡ dei muscoli scheletrici di accorciarsi e cambiare la posizione delle ossa. La muscolatura scheletrica compie dei movimenti volontari ed Ë controllata dal sistema nervoso centrale. Esistono perÚ altre tipologie di muscolatura nel corpo che compiono movimenti involontari come il muscolo cardiaco che permette al cuore di pompare ed i muscoli lisci che inducono per esempio la peristalsi intestinale. Caratterizzata da una duplice peculiarit‡ funzionale: o Eccitabile o Contrattile: una volta che entrano ioni di carica positiva, inizia processo di contrazione dei sarcomeri (unit‡ contrattili presenti nel citoplasma) -> permette il movimento e il matnenimento della posizione eretta La muscolatura scheletrica compie movimenti volontari ed Ë controllata dal SNC. Esistono perÚ vaire tipologie di musscolatura nel corpo che compiono movimenti involontari. Il tessuto muscolare o Muscolo scheletrico o striato: striatura dovuto a presenza sarcomeri, presenta la maggior parte della massa corporea e sono volontarie o Muscolo liscio: muscolo dei visceri nella tonaca dei vasi sanguinei, fondamentale per processi come la peristalsi digestica. Non Ë estriato, le fibrille contrattili non sono organizzate in sarcomeri, non c’è necessita di costruizione del modulo contrattile o Le cellule mioepiteliali: formano rete contrattiel introno alle ghiandole, le ‘’strizza’’ favorenso la secrezione del loro secreto o Muscolo cardiaco: striato come il muscolo scheletrico ma volontario come liscio. Cellule mono- binucleate come liscio Le cellule muscolari scheletriche -> fibra muscolare Cellula lunga, nuclei in posizione submembranaria (all’interno della membrana sarcoplasamtica). Cellule polinucleate, informazione genetica contenuta nel nucleo, utile per dirigere funzionamento fibra muscoalre, Ë necessaria in molteplice copia per far arrivare alla totalit‡ della cellula l’informazione trasmessa. » un sincizio -> origina per fusione di diverse cellule (Ë in grado di cambiare il suo volume affinchË le cellule si fondono ad esse, cellula staminale unipotente porta la formazione di una cellua (mioblasti) -> fusione mioblasto alla fibra -> aggiunta nucleo e formazione sincizio). Striature presenti grazie ai sarcomeri. In sintesi sono: - Associate allo scheletro osseo - Costituito da fibre muscolari (sincizi multinucleati) Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 - Innervato dai nervi cerebrospinali -> contrazione volontaria Cellula muscolo cardiaco Assenza sincizio. Cellule mono o bi-nucleate, omologate alle cellule dell’organismo; si vede la striatura dei sarcomeri. Presentano dischi intercalari (tessuto connetivo pieno di citoscheletro per ipedirne la rottura a seguito di costanti contrazioni). In sintesi: - Caratterizzano il muscolo del cuore - Sono costituite da unit‡ distinte cellulari, mono-binucleate - Contrazione ritmiche e involontarie Cellula muscolo liscio Fibre contrattili presenti ma non disposte in maniera metodica -> forza sviluppata minore. Cellule mononucleate e fusiformi. La contrazione involontaria innervazione del SN autonomo, riveste la parete di numerosi vasi, nella parete tubulare di diversi organi nel tratto digerente Istologia e organizzazione del muscolo scheletrico fibra muscoalre sitrita, nuclei esterni a fibra. Se nuclei fossero all’interno presenta istrofia muscoalre (centralizzazione di nuclei interferisce con l’unità contrattile, la possibilità di movimento ridotta, fibra aberrante) Miofibra: unit‡ di base della fibra muscolare -> funzione del tessuto connettivo che circonda le fibre: far coinvoleger vasi sanguigni. Linfatici e nervi all’intenro della fibra muscolare - Epimisio: o Guaina che riveste tutto il muscolo o Connettivo meno denso irregolare, ricco di collagene - Perimisio: Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 o Guaina che riveste i fasci di fibre muscolari, fascicoli o Connettivo meno denso, deriva dall’epimisio - Endomisio o Guaina che riveste le singole fibre muscolari o Fibre reticolari e lamina esterna (lamina basale) Interno fibra muscolare La maggior parte del sarcoplasma Ë occupata da proteine contrattili organizzate in miofilamenti che sovrapponendosi gli uni con gli altri formano i sarcomeri. I sarcomeri sono poi uniti tra loro da strutture proteiche chiamate strie Z a costituire una miofibrilla, pi˘ miofibrille formano il citoscheletro sarcomerico che svolge le funzioni contrattili. Il Ca presentsia fuori sia all’intenro della fibra muscoalre all’interno del reticolo sarcoplasmatico. Miofibrille Struttura subcellulare, fibra di proteine (insieme di sarcomeri) all’interno della fibra muscolare. La striatura Ë dovuta alla mltitudine delle striature del sarcomero (unit‡ fodnamentale della contrazione): - Disco Z: separa i due sarcomeri (pesenti alle estremit‡), proteine in grado di sopportare la contraizone, unisocno le estremit‡ dei filamenti di actina dando integrit‡ struttura alla fibrilla - Banda chiara/ banda I: presenza sola actina, quando non Ë contratto. La densit‡ della struttura biologica Ë minore - Linea M: punti dove le code di miosina si riuniscono - Banda scura/ banda A: sovrapposizione di actina e maggioranza di miosina, resistenza a passaggio elettroni (visibile in nero). Le teste contrattili di miosina sono esposte Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 verso al periferia del sarcomero, individuate dalla forte capacit‡ di respinegere elettroni (parte pi˘ densa, totalmente nera) Code miosina interagiscono nella porzione mediana del sarcomero, le teste della miosina interagiscono con il fialmento di actina (svincolate se msucolo non contratto, vincolate quando arriva lo stimolo nervoso per la contrazione -> movimento testa retogrado, in posizione retratta attira a se i filamenti di actina e accorcia il sarcomero) I mitocondri di queste cellule si dispongono lungo le miofibrille in moda da rendere immediatamente disponibile l’ATP ai sarcomeri. Nella cellula muscolare striata scheletrica è particolarmente sciluppato il reticolo endoplsamatico liscio che in queste cellule accumula ioni Ca2+ e li versa nel sarcoplasma per attivare la contrazione -> concetrazione di calcio elevata sia ll’interno della cellual sai all0interno del reticolo sarcoplsamatico. Il sistema dei tubuli T, protusione verso intenro che permette la diffuzione interna di assoni e unit‡ motorie orfinata ed omegenea. La piastra neuromusocalre (interazione sinaptica tra neirone e fibra neuromuscoalre) presente all’interno del sistema di tubili T. Miosina e actina Le proteine dei sarcomeri principalmente coinvolte nella contrazione muscolare sono la miosina, l’actina, la troponina e la tropomiosina - Miosina: porzione fibrillare a doppia elica e una testa globulare (eterotetrameto: 2 catene pesanti, le teste, e de catene leggere). Nella testa globulare c’è un dominio proteico caratterizzata da due due catene pesanti avvolte l’una con l’altra con le loro code alpha-elica (formando le due teste) mentre le catene leggere formano degli anelli nella regione del collo - L’actina: Ë sintetizzata come un proteina globulare, una catena polipeptidica con struttura ad U, con in mezzo una cavità legata all’ATP. Le singole molecole di actina polimerizzano a formare dei microfilamenti composti da due catene parallele avvolte una sull’altra a formare un’elica. Le molecole di actina sono poi in grado di legare molte proteine che ne modificano la funzionalit‡ come la troponina e la tropomiosina ( f-actina -> actina quando forma i poliemri, porzine actina fibrillare. Sciolta dalla fibrille, actian globurlae -> g-actina) Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 La contrazione muscolare Ë fatta per far si che le teste di miosina si legano ad actina facendole arretrare al centro del sarcomero. Nel sarcomero presenti anche: - Tropomiosina: proteina filamentosa che nasconde i siti dell’actina globurale dove si attacca la miosina nel momento in cui cambia la conformazione. Proteina che inibisce la contrazione impedendo il elgame miosina – actina, in posizione di riposo la tropomiosina ricopre siti dove il monomero di actina Ë in grado di vincolare la testa della miosina durante la contrazione. Doppia alfa elica. sono una famiglia di proteine fibrose costituite da due catene ad α-elica che si legano ai monomeri di actina. Anche la tropomiosina Ë coinvolta nel meccanismo di regolazione della contrazione ed in particolare regola i siti di legame tra actina e miosina. Inoltre la tropomiosina regola la stabilit‡ dei polimeri di actina e la loro lunghezza. - Troponina (UNICA PROTEINA SENSIBILE AL CALCIO): proteina fibrillare piccola, ricopre in tutta la lunghezza i domini di actina necessari per sito aggancio della miosina. Complesso di 3 catene polipetidiche, interagisce sia con l’actina sia con la miosina. All’arrivo del calcio: lo stimolo nervoso fa netrare ioni Ca aumentandone la concentraizone a livello della fibra, a seconda dalla presenza o assenza di calcio la troponina cambia la conformazione -> aumento concentrazione, cambio conformazione troponina e tira via la tropomiosina che maschera i siti di aggancio delle teste di miosina -> tolta la tropomiosina la miosina lega con actina attirandola al centro del sarcomero (liena M). Legando calcio la troponina camia la sua conformazione. Le tre catene polipetidiche sono: o Troponina T: lega la troponins alla tropomiosina o Troponina C: sito di attacco per il calcio, quando si lega al calcio porta ad una serie di cambiamenti conformazionali della troponina che muovono la tropomiosina e liberano il sito di legame della miosina sull’actina o Troponina I: lega la troponina all’actina inibendo l’interazione miosina-actina Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 Azione actina miosina Immagine che riassume la banda scura, contrazione della fibra muscolare. I ‘’pallini gialli’’ sono le troponine che spostano i filamenti di tropomiosina dai siti di aggancio, permettono alla mionsina si legare con l’actina e fanno avvenire la contrazione. Importante il cambio di conformazione della troponina a seguito del legame con ioni di Ca liberati a seguit dell’impulso nervoso. Contrazione e rilassamento - Innescato da un impulso nervoso - Accorciamento della fibra muscolare Ë la somma degli accorciamenti dei singoli sarcomeri - Durante la contrazione i filamenti sottili scivolano su quelli spessi Le teste di miosina sono in grado di legarsi a recettori sulle membrane di actina, successivamente la testa della miosina si muove verso il centro del sarcomero trascinando con se l'actina e provocando lo scivolamento del filamento sottile verso il centro mentre il filamento spesso resta immobile. Una volta terminato il movimento in avanti, la testa della miosina si stacca dall'actina arretrando e legandosi ad un'altra molecola di actina. Con questo movimento i filamenti sottili vengono fatti scorrere verso il centro trascinando con se le bandeZ. Nell’uomo esistono i muscoli rossi ed i muscoli bianchi, l’attività fisica e l’allenamento possono fa variare la percentuale di fibre rosse e fibre bianche (fibre si complemetnano). Fibre possono essere: - Rosse -> metabolismo aerobi: fortissimamente vascoalrizzate, contengono alte percentuali di mioglobina, presente nel tessuto muscoalre rosso. Dipendono dall’ossigeno ed un sistema enereÏgetico mitocondriale. Diametri minori delle Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 bianche, esercitano poca forza di contraizone e durano di pi˘ -> pi˘ efficenti nella prduzione di ATP. Rossa deriva dalla elevata qauntit‡ di mioglobina, proteian che lega l’ossigeno immagazzinandolo. Le fibre di questi muscoli sono molto ricche di mitocondri, hanno molti vasi sanguigni e producono ATP attraverso il merabolismo aerobico del glucosio (ciclo di Krebs, fosforilazione ossidativa etc..). Sono fibre muscolari definite lente o ossidative, hanno contrazioni prolungate e raggiungono lo stato di fatica lentamente. Le cellule dei muscoli rossi sono in grado di utilizzare come fonte di energia anche gli acidi grassi e gli amminoacidi - Bianche -> metabolismo anaerobico o glicolitico: funzionano/ dipendono dalla glicolisi (avviene nel citoplasma, deficienza nella produzione di ATP), fibre bianche apporto minore di energia -> molto pi˘ veloci nella contrazioni ed esercitano maggior forza rispetto alle fibre rosse. Poco efficienti nell’approvigionare ATP, dopo aver sprigionato forza finisce ATP. Le fibre si stancano e i recuperi sono lunghi, metabolismo anaerobico, meno vascoalrizzate perchè non necessitano dell’ossigeno per contrarsi Nei muscoli bianchi ci sono pochi capillari (glicolisi -> conversione glucosio in piruvato e NADH, glicolisi produce 2 ATP e riduce NAD+ in NADH‘’zucchero da 6 C a 3 C, reazione metabolica IN OGNI ESSERE VIVENTE, processo meno effiente. NADH Ë accettore di elettroni, sotto forma di NAD+ ossidato da la possibilit‡ a tutti gli enzimi della glicolisi di funzionare. NAD+ termina e la glicolisi si blocca, enzimaticamente abbiamo la necessit‡ di convertire NDA+ in NADH -> in assenza di NAD+ abbiamo la formazione di acido lattico, acido piruvico dopo glicolisi, in assenza di NAD+, viene ulteriormente elaborato mediante NADH formando acido lattico. NADH utilizzato per la fermentazione lattica da piruvato a lattato porta alla formazione di NAD+ e quindi alla rirpesa della glicolisi. Acido lattico dannoso per il sistema ma utile per il ripristino di NAD+ utilizzato dalla glicolisi) la fermentazione lattica porta la formazione di acido lattico (infiammatorio) e NAD+ per creare molecole ATP in seguito a glicolisi L’ATP prodotta Ë poca, solo due molecole di glucosio. La glicolisi anaerobica permette al muscolo di continuare a contrarsi anche quando l’attività mitocondriale Ë ridotta per la mancanza di ossigeno (attivit‡ fisica intensa). Durante i periodi di riposo l’acido lattico viene riossidato ad acido piruvico. L’accumolo locale di lattato che deriva da questo processo provoca affaticamento e dolore muscolare. Lattato tolto da muscolo e riconvertito in piruvato e glucosio dal processo di glucogenesi (cilco di Cori) ed immagazzinato come glicogeno. Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 Mitocondri I mitocondri del muscolo scheletrico aumentano in dimensioni e numero con l’allenamento aerobico, dotando le fibre muscolari di un metabolismo ossidativo pi˘ efficiente. L’esercizio di resistenza Ë accompagnato da un numero di adattamenti fisiologici che migliorano la funzione muscolare e la performance. In particolare, il muscolo allenato mostra un rimodellamento verso un fenotipo pi˘ ossidativo, con modificazioni che intervengono a livello subcellulare e ultrastrutturale. Tra queste, ricordiamo, l’aumento della densit‡ capillare, l’aumento delle riserve di glicogeno e di lipidi intramiocellulari, la migliorata risposta all’insulina. Ma Ë la stimolazione della biogenesi dei mitocondri il pi˘ importante adattamento indotto dall’allenamento di endurance: l’incremento del numero di mitocondri e apprezzabile già dopo poche settimane di allenamento. Sin dalle prime settimane di allenamento, Ë riscontrabile infatti un massiccio incremento della concentrazione e dell’attività degli enzimi mitocondriali coinvolti nella respirazione cellulare. E’ stato inoltre provato che, anche a riposo, nei muscoli degli atleti l’ossidazione dei substrati è aumentata rispetto ai soggetti sedentari, senza che la produzione energetica totale differisca tra i due gruppi: il surplus di energia prodotta dal maggior numero di mitocondri dei pi˘ allenati, quindi, sarebbe dissipato sotto forma di calore. La biogenesi mitocondriale Ë indipendente da fattori umorali e si manifesta in risposta allo stimolo dell’esercizio fisico continuo, proveniente dai muscoli in contrazione. Questo spiega perchè l’aumento del contenuto mitocondriale interessi principalmente le fibre lente ossidative, le fibre rosse di tipo I, piuttosto che le fibre veloci, bianche (e quindi velocemente affaticabili). Nonostante l’associazione tra endurance training e biogenesi mitocondriale sia nota da molti anni, i meccanismi molecolari di regolazione della moltiplicazione e dell’attività mitocondriale non sono stati ancora completamente chiariti. Il sarcolemma permette inoltre di accoppiare l’impulso nervoso alla contrazione della fibra in punti specifici dove si formano delle invaginazioni, i tubuli T. Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 Il sarcolemma come tutte le membrane biologiche Ë caratterizzato dalla presenza di molte proteine che ne determinano le funzioni quali recettori per fattori di crescita, ormoni peptidici, neurotrasmettitori, giunzioni cellulari, trasportatori di zuccheri, pompe ioniche etc. Come viene dato lo stimolo per la contrazione dei muscoli La segnalazione nervosa avviene a che fare con la classica trasmissione nerovose, secrezione di neurotrasmettitori dalla presinapsi (elemento che comanda e trasmemtte -> neurono) alla postsinapsi (riceve -> fibra muscoalre). I tubuli T osno particolari introflessioni a tubulo della membrana sarcoplasmatica, in essi si interdigitano gli assoni dei neuroni motori. Il recettore per l’insulina L’insulina è un ormone peptidico secreto nel circolo sanguigno in risposta ad un aumento della concentrazione ematica di glucosio. L’effetto dell’insulina sulle cellule muscolari è quello di aumentare l’ingresso del glucosio all’interno del sarcolemma e di modulare altri enzimi coinvolti nel metabolismo del glucosio. Il legame dell’insulina con il suo recettore del sarcolemma aumenta l’entrata del glucosio nel citoplasma di 10-20 volte. Questo incremento è dovuto al fatto che il recettore per l’insulina dopo aver ricevuto il segnale promuove l’esposizione sul sarcolemma di un numero maggiore di trasportatori per il glucosio GLUT4, che normalmente sono inattivi perchÈ immagazzinati in vescicole nel citoplasma. Il recettore per l’aceticolina L’acetilcolina Ë un neurotrasmettitore che viene rilasciato dalle cellule neuronali in seguito all’entrata nel neurone di ioni Ca++. Il sarcolemma delle cellule muscolari scheletriche espone sulla sua superficie i recettori nicotinici per l’acetilcolina che sono tipici delle giunzioni neuro-muscolari (strutture in cui la membrana plasmatica di un assone entra in contatto con il sarcolemma di una cellula muscolare).  Neuroni acetilcolinergici o colinergici Neuroni trasmettono per depolarizzazione ed entrata di calcio all’interno del citoplasma (calcio depolarizzatore perchË neturalizza carica negativa a livello del sarcoplasma). Neuroni acetilcolinergici o nicotilici, i recettori nicotinici -> vengono attivati dalla nicotina (ligando esterno che attiva questi recettori, muscoli attivati anche da un recettore endogeno -> acetilcolina perchË ricevono segnali da neurotrasmettitore acetilcolinergici). Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 Il legame dell’acetilcolna (secreta dai neuroni motori) al recettore nicotinicoapre canale ionico (recettore nicotinico o dell’acetilcolina) che permette il passaggio degli ioni di calcio modificando il potenziale della membrana (entrano anche ioni Na+, depolarizzatore della membrana). Finito lo stimolo i canali si chiudono, pompati Na o Ca esterno cellula o nel reticolo sarcoplasmatico. La giunzione neuromuscoalre si interdigita nei tubuli T permettendo al contrazione unisona dovuta all’entrata di calcio. Placca neuromuscolare La placca neuromuscolare consente la trasmissione dell’impulso nervoso tra la terminazione del nervo motorio ed il muscolo. In risposta a questo stimolo avviene la contrazione muscolare. Le terminazioni finali della fibra nervosa nel muscolo costituiscono il terminale presinaptico. Il loro rapporto con la superficie esterna della fibra (sarcolemma) corrispondente, detta superficie postsinaptica, non Ë diretto, ma mediato da uno spazio, detto spazio sinaptico. AffinchÈ l'impulso superi tale spazio Ë necessaria la liberazione di un neurotrasmettitore, nello specifico di acetilcolina, da parte del terminale presinaptico; il suo compito Ë di attraversare lo spazio sinaptico e di consegnare "il messaggio contrattile" alla fibra muscolare. La sinapsi chimica tra nervo e muscolo Ë chiamata giunzione neuromuscolare L'acetilcolina (ACh), dopo essere stata riversata nello spazio sinaptico, viene captata da specifici recettori posti sulla superficie postsinaptica (li abbiamo visti nella sessione precedente). L'interazione tra acetilcolina e recettore causa un aumento di permeabilit‡ del sarcolemma agli ioni sodio e potassio, da cui risulta una parziale depolarizzazione della membrana postsinaptica. Se tale depolarizzazione Ë sufficientemente ampia da superare una determinata soglia, si innesca il cosiddetto potenziale d'azione. La rigenerazione muscolare Il tessuto connettivo che riveste esternamente il sarcolemma prende il nome di endomisio che contiene, oltre alle proteine della matrice extracellulare anche una componente cellulare, le cellule satellite. Le cellule satellite sono cellule non differenziate definite unipotenti perchË sono in grado di dare origine solo ad un tipo di cellule differenziate, le cellule miogeniche. Scaricato da Simone Sagnibene ([email protected]) lOM oARcPSD|35504042 Le cellule satelliti rimangono quiescenti finchÈ non vengono attivate in risposta a stress come perdita di peso, esercizio fisico, traumi, danni muscolari, stretching, etc. In questi casi si attivano i processi di proliferazione cellulare (mitosi), riparo della membrana e rigenerazione della fibra muscolare. La rigenerazione della miofibra muscolare scheletrica Ë un processo che avviene in due fasi: la prima Ë una degenerazione e la seconda una rigenerazione propriamente detta. La fase di degenerazione prevede la necrosi della fibra muscolare, dovuta alla distruzione del sarcolemma con conseguente aumento della permeabilit‡ ed aumento dei livelli sierici di creatin chinasi che esce dal sarcoplasma ed entra nel circolo sanguigno. Contemporaneamente si verifica un aumento del Ca++ che attiva delle proteasi (enzimi che idrolizzano le proteine in amminoacidi) che tagliano le proteine del citoscheletro e miofibrillari e inducono la distruzione della cellula. Inoltre nell’area del danno arrivano delle cellule immunitarie che fagocitano i resti della cellula e rilasciano fattori di crescita come PDGF, TGFβ e FGF che attivano le cellule satelliti. Nella seconda fase le cellule satelliti attivate iniziano a proliferare e migrano verso l’area interessata. Nei 2-3 giorni successivi al danno le cellule satelliti escono dalla quiescenza e cominciano a dividersi. Si formano anche nuovi vasi sanguigni per rivascolarizzare la sede del danno. La migrazione e la divisione mitotica delle cellule satelliti innesca la rigenerazione muscolare. Malattie genetichhe del musoclo scheletrico A partire dalla seconda metà dell’ottocento, sono state caratterizzate clinicamente diverse malattie che presentavano alterazioni nei muscoli e che si trasmettevano all’interno delle famiglie su base ereditaria. Le malattie genetiche muscolari sono nel complesso definite miopatie ereditarie e rientrano nel gruppo pi˘ ampio delle malattie neuromuscolari che comprende oltre che le miopatie anche le neuropatie, in cui sono alterate le cellule che producono e conducono l’ impulso nervoso che attiva la contrazione muscolare. Distrofie muscolari Le distrofie muscolari (DM) sono un gruppo di malattie ereditarie rare che presentano la degenerazione progressiva e la parziale rigenerazione di muscoli principalmente volontari. Le DM sono la malattie genetiche muscolari pi˘ frequenti e con le conseguenze pi˘ gravi. I pazienti affetti da DM presentano debolezza muscolare, perdita di forza, alterazioni della massa muscolare e delle fibre muscolari con conseguente modificazione del volume, della consistenza e della contrattilit‡ del muscolo. Le fibre sono spesso rimpiazzate da tessuto connettivo adiposo e fibroso. In alcune tipologie di DM sono colpiti anche il muscolo cardiaco e i muscoli involontari.

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