Appunti di Sociologia della Cultura e Industrie Creative PDF

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sociologia della cultura immaginazione sociologica processi di costruzione del significato interpretazione dei fenomeni sociali

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Questi appunti di sociologia della cultura esplorano le teorie e le ricerche empiriche per comprendere i fenomeni sociali. Si descrivono l'immaginazione sociologica e come i problemi personali siano legati a questioni sociali più ampie, come ad esempio crisi economiche. L'esame si focalizza sui rituali, simboli, valori e norme nelle diverse culture, usando esempi come il matrimonio e le celebrazioni nazionali per evidenziare la diversità culturale.

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Sociologia della cultura e industrie creative LEZIONE INTRODUTTIVA La sociologia nasce nel 800’ ed è una scienza che studia la società. Questa scienza è sia teorica che empirica, ovvero è una disciplina che si basa su: - Teorie —> costruzioni teoriche che ce...

Sociologia della cultura e industrie creative LEZIONE INTRODUTTIVA La sociologia nasce nel 800’ ed è una scienza che studia la società. Questa scienza è sia teorica che empirica, ovvero è una disciplina che si basa su: - Teorie —> costruzioni teoriche che cercano di comprendere e interpretare i fenomeni sociali - Ricerca empirica —> basata sul metodo sperimentale Rispetto alle altre scienze precise (esempio; sica), che puntano a una spiegazione oggettiva del fenomeno trattato, la sociologia si concentra di più sull’interpretare e comprendere il signi cato dei fenomeni sociali. Immaginazione sociologica —> è la capacità di vedere come i problemi individuali siano spesso legati a questioni storiche o sociali più grandi. Questo concetto viene introdotto per la prima volta dal sociologo statunitense Charles Wright Mills nel suo libro nel 1959. “l’immaginazione sociologica permette a chi la possiede di vedere e valutare il grande contesto dei fatti storici nei suoi ri essi sulla vita interiore e sul comportamento esteriore di tutta una serie di categorie umane. […] Riconduce in tal modo il disagio personale dei singoli a turbamenti oggettivi della società e trasforma la pubblica indifferenza in interesse per i problemi pubblici” L'immaginazione sociologica ci aiuta a comprendere che i nostri problemi individuali, (come ad esempio la perdita di un lavoro) non sono semplicemente questioni personali, ma sono spesso legati a dinamiche sociali più ampie (come una crisi economica o cambiamenti nel mercato del lavoro). Questi problemi, infatti, riguardano gruppi di persone che condividono esperienze simili, de niti come "categorie umane". Ogni categoria, come una classe sociale, è in uenzata da fattori economici, politici e storici che vanno oltre al singolo individuo. L’HAREM E L’OCCIDENTE Cultura - Spillman Sociologia —> studia i gruppi umani e ci insegna come avvengono le interazioni umane, come funzionano e come in uenzano le nostre vite Sociologia culturale —> indaga sui signi cati che le persone attribuiscono ai loro gruppi e alle loro interazioni. RITUALI, SIMBOLI, VALORI, NORME E CATEGORIE Ci aiutano a comprendere meglio quella che è la costruzione di un signi cato—> per riuscire a studiare meglio quelle che sono le culture, le loro diversità e i con itti. Rituali—> I rituali di altri popoli ci mostrano quanto le culture siano diverse tra loro. Ogni rituale (come matrimonio, compleanno, celebrazione patriottica o religiosa) racchiude storie, simboli e credenze che, per chi li pratica, sembrano del tutto normali, perché fanno parte della loro vita e sono stati tramandati per generazioni. Però, se li guardiamo dall’esterno, ci accorgiamo che non sono naturali o universali, ma il risultato di tradizioni e modi di vivere speci ci di quel popolo. Questo ci insegna che ciò che per noi è “normale” dipende dalla nostra cultura, proprio come accade per gli altri—>infatti i rituali sono quelli che sottolineano di più le grandi manifestazioni delle diversità culturali. Simboli—> i simboli sono elementi (oggetti, immagini o parole) che rappresentano signi cati condivisi all’interno di una cultura o società. Essi facilitano la comunicazione, strutturano le interazioni sociali e trasmettono valori e norme. Ad esempio, una bandiera simboleggia una nazione, oppure una determinata uniforme simboleggia l’appartenenza a una determinata squadra. I simboli sono fondamentali per costruire identità culturali e per comprendere il signi cato attribuito ai comportamenti sociali. Valori—> ciò a cui una determinata società tiene e crede in maniera collettiva. Norme—> rappresentano le interazioni sociali tra gli individui nei diversi contesti culturali; le norme sono il modo con cui la gente si comporta in una data società. Categorie—> vengono utilizzate per strutturare il mondo; i gruppi sociali si di erenziano e a seconda di come categorizzano la stessa realtà, e le loro categorie culturali variano di conseguenza. fi fi fl fl fi fi fl fi ff fl fi fi fi L’IDEA DI CULTURA Molte generazioni di studiosi hanno cercato di comprendere che cosa sono la cultura, la diversità culturale e il con itto culturale. Si parte dall’origine del termine in Europa, dove inizialmente la cultura era vista come un mezzo per comprendere le di erenze tra gruppi umani e i loro cambiamenti. Ecco gli studi compiuti negli anni ritenuti alla base del concetto di indagine culturale contemporanea: - Erodoto—> storico greco che osservava le di erenze tra le pratiche quotidiane dei popoli (come cibo, abbigliamento e religione), sottolineando che ciò che una nazione ritiene normale, un’altra può trovarlo strano o oltraggioso. - Ibn Khaldun —> studioso e capo politico nordamericano, propone il concetto di asabiyyah (coesione sociale), a ermando che questa è più forte nelle società tribali rispetto a quelle complesse. - Raymond Williams—> Nella sua indagine sulle parole chiave ha ricostruito lo sviluppo delle idee sulla cultura dal Cinquecento in avanti; secondo lui, nel quadro del rinascimento inglese, il concetto di cultura emerse come sostantivo designante un processo evolutivo. All'inizio il termine cultura si riferiva soltanto al processo di coltivazione delle piantagioni o di allevamento degli animali. Poi, per gradi, dall'ambito agricolo il riferimento si estese allo sviluppo umano, nel senso di cultura delle abilità o dell'anima. A partire dalla nascita dell’industrializzazione, il concetto di cultura cambia; diventa qualcosa di più astratto, viene associato alle attività morali e intellettuali, e contrapposto alle dinamiche materiali del capitalismo. Questo concetto di cultura come antidoto alla modernità materialistica viene rappresentato da pensatori come Matthew Arnold, che vede la cultura come sensibilità e giudizio essibile ispirato dalle arti e scienze umanistiche. Verso la ne del XIX secolo, Il concetto di cultura (che no dall’allora veniva impiegato per enfatizzare e analizzare le di erenze tra le popolazioni umane), venne pluralizzato dagli antropologi di quel tempo, sottolineando come le diverse culture non possano essere valutate secondo una semplice gerarchia: da una sola cultura si passò così a parlare di più culture, considerate di pari valore. LA CULTURA SECONDO LA SOCIOLOGIA Fino al XX secolo, la sociologia utilizzava il concetto di cultura in modo vago, in uenzata sia dalla visione antropologica, che vedeva la cultura come un tratto distintivo dei gruppi sociali, sia dai con itti tra tradizione e modernità. Grandi teorici della sociologia come Marx, Weber, Durkheim e Simmel, pur non o rendo una de nizione paradigmatica di cultura, hanno elaborato concetti fondamentali: - Marx ha evidenziato il ruolo dell’ideologia nel dominio sociale - Weber ha sottolineato l’importanza dei signi cati soggettivi e delle dinamiche storiche - Durkheim ha sviluppato le teorie della coscienza collettiva e dei rituali - Simmel ha distinto tra cultura oggettiva e soggettiva, ri ettendo sulla relazione tra individuo e società. Negli anni Sessanta, Berger e Luckmann, con il libro La realtà come costruzione sociale, hanno proposto un modello per capire come le relazioni sociali in uenzano il modo in cui gli individui percepiscono e riproducono la realtà quotidiana, gettando le basi del costruzionismo sociale. Questa prospettiva ha permesso di analizzare la cultura in termini di costruzione di signi cato, ma ha anche sollevato nuove questioni: il rapporto tra con itto e consenso, tra struttura sociale e azione individuale, e tra interpretazione simbolica e spiegazioni sociali. SOCIOLOGIA CULTURALE E PROCESSI DI COSTRUZIONE DI SIGNIFICATO Il concetto di cultura in sociologia è complesso perché include una grande varietà di elementi come rituali, simboli, norme, valutazioni e categorie. Inoltre, esistono due principali connotazioni storiche: la cultura intesa come sfera istituzionale autonoma (ad esempio l’arte o la cultura popolare, distinta dall’economia e dalla politica) e la cultura come tratto distintivo dei gruppi sociali, che mette in evidenza le di erenze sociali. La sociologia culturale, sviluppatasi dagli anni Settanta, pone al centro la cultura come processo di costruzione di signi cato, cioè come le persone generano e condividono il senso delle loro esperienze e azioni attraverso interazioni sociali, simboli e norme. Questo processo aiuta a spiegare sia le somiglianze che le di erenze tra i fl fl fi ff ff fl ff fi ff fi ff fi fl fl fl ff fi fl ff fi gruppi umani, comprendendo sia la produzione simbolica di istituzioni come l’arte e la cultura di massa, sia le dinamiche interne dei gruppi sociali. I sociologi della cultura partono dal presupposto che gli esseri umani sono creature costruttrici di signi cato e che il signi cato è una componente essenziale di tutti i gruppi umani e dell'agire umano. Il signi cato viene considerato come qualcosa di distinto dai processi biologici: sebbene la biologia in uenzi le nostre capacità cognitive ed emotive, il signi cato che attribuiamo alla realtà è frutto di interazioni sociali e pratiche culturali. Il signi cato viene inoltre inteso come qualcosa di fondamentalmente pubblico: sebbene l'esperienza individuale e soggettiva sia certamente essenziale ai ni della costruzione di signi cato, il signi cato non è riducibile a questa esperienza; al contrario, i processi collettivi di costruzione di signi cato creano le condizioni per l'esperienza individuale e soggettiva. TRE LENTI SUI PROCESSI DI COSTRUZIONE DI SIGNIFICATO La sociologia culturale si focalizza sul processo di costruzione del signi cato, indagando come segni, simboli e interazioni modellino la realtà sociale. Questo approccio si di erenzia dalle altre branche sociologiche perché considera la cultura un livello di analisi indipendente, né riducibile alla biologia né alla struttura sociale, e crea un collegamento tra le grandi strutture sociali e la soggettività individuale. Questo approccio si basa su tre lenti: - Prima lente —> Forme culturali —>sociologi della cultura studiano come i simboli e le forme culturali in uenzino la costruzione sociale della realtà e come quest’ultimi in uenzino i processi di costruzione di signi cato. - Seconda lente —> Interazione —> Esplorano come le relazioni tra individui e gruppi modellano gusti, valori e prospettive, dimostrando che le esperienze quotidiane creano e vengono create dai signi cati condivisi. - Terza lente —> Organizzazione della produzione —> analizzano il modo in cui la cultura viene prodotta nelle grandi organizzazioni e nelle grandi istituzioni; essi studiano il modo in cui la produzione di signi cato viene in uenzata dalle tipologie più di use di relazioni sociali e vincoli organizzativi. A questo ne, i sociologi della cultura si servono di tre diverse lenti quando esaminano i processi di costruzione di signi cato (nonostante ciò, in molte indagini possiamo notare come venga ‘privilegiata’ solo una di queste tre). Cultura - Griswold DEFINIZIONI: DUE MODI DI GUARDARE LA CULTURA Quando i sociologi parlano di cultura, solitamente intendono una di queste quattro cose: norme, valori, credenze (come si pensa che il mondo funzioni) o simboli espressivi. Per quanto riguarda il concetto di cultura e società, l’autrice sostiene che parlare di cultura da una parte e di società dall’altra signi ca fare una distinzione analitica tra questi due diversi aspetti dell’esperienza umana (che comunque nel mondo reale questi aspetti non esistono, sono solamente delle astrazioni), in quanto: - Cultura—> rappresenta l’aspetto espressivo dell’esperienza umana. Molto spesso questo termine viene usato per riferirsi all’arte, spettacolo o alla letteratura ‘seria’ —> questa cultura viene de nita ‘alta’ (in quanto opposta a quella di ‘massa). - Società—> rappresenta l’aspetto relazionale (e spesso anche pratico) dell’esperienza umana; come ad esempio abbracciare i cani, leggere fumetti ecc.. Durante il XIX secolo, intellettuali come Matthew Arnold attribuirono alla cultura un ruolo salvi co contro gli e etti disastranti della civiltà industriale. Arnold de nì la cultura come “lo studio della perfezione”, con un potenziale educativo capace di rendere la civiltà più umana attraverso bellezza e saggezza (—>x lui la cultura portava armonia nel rapporto tra la società e il sapere). Max Weber, sociologo tedesco, aveva la stessa concezione di Arnold; con il suo scritto ‘La scienza come professione’ sostiene che la scienza, pur essendo una “professione” specializzata, non risponde alla domanda fondamentale sul senso della vita. Per trovare una risposta a questa domanda, gli esseri umani devono rivolgersi alla cultura (profeti, religione, idee, loso ). Questi due esempi però, sono modi di concepire la cultura dal punto di vista tradizionale delle discipline umanistiche. Infatti, secondo le discipline umanistiche: - Alcune culture e opere culturali sono migliori di altre - La cultura si oppone alle norme prevalenti della società—> l’armonia tra i due elementi è possibile ma raramente accade. fi fi fi fl ff fl fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi ff fi fi fi fi fl ff fi fi fi - Si teme che la cultura sia fragile, e che a causa della vita socioeconomica, si possa perdere e, per questo deve essere accuratamente preservata tramite istituzioni educative (archivi, musei..) - Si attribuisce alla cultura un’aura di sacralità e ine abilità, separandola dalla vita quotidiana. QUELL’INSIEME COMPLESSO I sociologi e antropologi del diciannovesimo secolo, si posero il problema di de nire un nuovo modo di pensare la cultura diverso da quello espresso da Matthew Arnold. Ecco alcuni nuovi concetti proposti: - Johann Gottfried Herder—> ritiene che si doveva parlare di culture e non cultura, perché ogni nazione e comunità aveva la propria - Edward Tylor—> sostiene che ‘La cultura o civiltà, presa nel suo più ampio signi cato etnogra co, è quell’insieme complesso che include il sapere, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il costume, e ogni altra competenza e abitudine acquisita dall’uomo in quanto membro della società’ - Peter Berger—> analisi della cultura; introduce il processo di esternalizzazione, oggettivazione, e interiorizzazione. Berger sostiene che gli esseri umani proiettano la loro esperienza sul mondo esterno (esternalizzazione), poi vivono queste proiezioni come se fossero indipendenti (oggettivazione) e in ne, incorporano queste proiezioni nella loro coscienza psichica (interiorizzazione).—>inoltre de nisce la cultura come totalità dei prodotti dell’uomo, sia materiali che immateriali, e sostiene che la società non è che parte ed elemento della cultura non materiale - Wuthnow e Witten—> per ridurre le dimensioni del concetto di cultura per capire esattamente qual’è la sua ‘vera de nizione’, questi due sociologi suggeriscono di introdurre una distinzione tra cultura implicita e cultura esplicita: - cultura implicita—> fondamento implicito dell’azione (diverso comportamento tra i bianchi e i neri verso i cani) - cultura esplicita—> forme espressive esplicite (velo portato da una giovane musulmana) In ne, una delle de nizioni più accurate date nel XIX secolo per questo concetto, è quella di Cli ord Geertz, perché si concentra sui simboli e sul comportamento che deriva dai modi di pensare e sentire che espressi simbolicamente: ‘un modello di signi cati trasmesso storicamente, signi cati incarnati in simboli, un sistema di concezioni ereditate espresse in forme simboliche per mezzo di cui gli uomini comunicano, perpetuano e sviluppano la loro conoscenza e i loro atteggiamenti verso la vita’ Con questa de nizione, Geertz riesce a racchiudere ciò che la maggior parte dei sociologi pensa quando usano la parola cultura: - Evita le valutazioni optando più per il relativismo. - Parte dal presupposto di uno stretto legame tra cultura e società. - Rispetto alle discipline umanistiche, lui enfatizza la persistenza e la durata della cultura piuttosto che le sue debolezze e fragilità. - Può essere studiata empiricamente come ogni altra cosa. La de nizione su cui si lavorerà Wendy Griswold è: “la cultura si riferisce al lato espressivo della vita umana – comportamenti, oggetti, e idee che possono essere visti come esprimenti, o rappresentanti qualcos’altro. Questa de nizione vale sia per la cultura implicita sia per quella esplicita. Una tale de nizione operativa non è valutativa, non si focalizza sul “meglio”, ma non è nemmeno la più estesa de nizione possibile, dal momento che restringe la cultura a ciò che ha signi cato” La cultura e la società sono due elementi che viaggiano insieme—>uno non può esistere senza l’altro, perché sono i singoli individui, che posti in un contesto sociale creano signi cati. L’OGGETTO CULTURALE De nizione—> Signi cato condiviso incorporato in una forma; è un espressione signi cativa che è udibile, o visibile, o tangibile, o che può essere articolata. fi ff fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi fi ff fi fi fi fi fi fi fi fi Un oggetto culturale, inoltre, racconta una storia, e quella storia può essere cantata, recitata, scolpita, pubblicata o dipinta sul corpo. - Lo status di oggetto culturale non è intrinseco ma è frutto di un interpretazione (condivisa!). - Un oggetto si può considerare culturale quando acquista signi cato pubblico. Esempio pane—>secondo Wendy Griswold, il pane va oltre la sua funzione alimentare, diventando un "oggetto culturale" perché incarna una vasta gamma di signi cati che vanno dall'identità collettiva, alla religione, alla storia sociale ed economica di un popolo. IL DIAMANTE CULTURALE Il diamante culturale è uno schema creato dalla Griswold per comprendere al meglio la relazione tra un qualsiasi oggetto culturale col mondo sociale. Questo schema appunto non dice quale debba essere la relazione tra i vari punti, ci dice solo che esiste una relazione. Oggetto culturale—> signi cati condivisi incorporati in forme (simboli, credenze, valori e pratiche). Creatore culturale—> singoli, gruppi, organizzazioni, istituzioni e sistemi che producono e distribuiscono oggetti culturali. Ricevitore culturale—> singoli, gruppi, organizzazioni, istituzioni e sistemi che fanno esperienza della cultura e degli oggetti culturali. Mondo sociale—> il contesto entro cui la cultura viene creata ed esperita. IL SIGNIFICATO CULTURALE Un oggetto culturale ha un signi cato condiviso e ad esso, è stato attribuito un senso che è condiviso dai membri della cultura. Il senso o signi cato, si riferisce alla capacità dell’oggetto (che si aggiunge ad ogni proprietà pratica o diretta che esso può avere) di suggerire o indicare qualcos’altro. Possiamo identi care due tipi di signi cato: - Semplice —> Trattiamo questo tipo di signi cato quando parliamo dei segni e di ciò che essi rappresentano—> segni che hanno un singolo referente (es. semaforo rosso indica stop) - Complesso —> si parla di simboli—> i simboli evocano una varietà di signi cati (alcuni dei quali possono essere ambigui)—> essi evocano emozioni forti che possono unire o disgregare interi gruppi sociali. La sociologia della cultura è alla ricerca dei signi cati sociali; e nel diamante culturale, ciò che connette gli oggetti culturali ai mondi sociali è il signi cato—> il signi cato è fondamentale per l’esistenza umana. Esperti di Signi cato - Spillman La sociologia culturale si occupa di studiare come le forme simboliche, come segni, immagini e narrazioni, in uenzano il signi cato che diamo alla realtà. A di erenza degli approcci sociologici tradizionali, che si concentravano principalmente sul contesto sociale o sull'organizzazione delle relazioni, questa disciplina analizza il potere intrinseco dei segni e il loro funzionamento indipendente—> in breve, la sociologia culturale analizza le modalità con cui il nostro modo di interpretare e vivere il mondo è determinato dalle rappresentazioni simboliche che ci circondano, rendendo visibili e comprensibili dinamiche di potere, ideologia e identità. CONVENZIONE, STRUTTURA E MATERIALITÀ NELLE FORME SIMBOLICHE In che modo le forme simboliche esercitano in uenza nei processi di costruzione del signi cato? I segni esercitano in uenza attraverso queste tre caratteristiche: - Convenzioni —> i segni sono convenzionali, poiché per trasmettere signi cato, si basano su regole, codici o convenzioni; le convenzioni possono essere deliberatamente adottate per comunicare o persuadere. Nella maggior parte dei casi, però, le convenzioni esistono sotto forma di conoscenza tacita e condivisa piuttosto che di conoscenza formale ed esplicita (infatti a volte ci accorgiamo dell'esistenza delle convenzioni solo quando vengono messe in discussione). fl fl fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi fi ff fi fi fi fi fi fi - Struttura —> i segni sono strutturati, cioè ‘costituiti da elementi tra loro legati da relazioni determinanti’—> relazioni che sono d’importanza cruciale per la creazione di signi cato. - Forme materiali —> i segni dipendono direttamente o indirettamente dalle loro forme materiali. il signi cato si stabilizza nelle forme materiali—>I signi cati degli oggetti culturali possono cambiare in modi inaspettati anche quando la loro forma materiale cambia. CATEGORIE COGNITIVE E CONFINI SIMBOLICI Apprendimento, memoria, percezione e attenzione sono processi cognitivi fondamentali che si basano sull'uso di categorie e classi cazioni, dette categorie cognitive, le quali rappresentano il modo in cui gli esseri umani organizzano e comprendono il mondo che li circonda. Vari esempi di categorie cognitivi fatti da vari sociologi: - Emilie Durkheim —> a erma che e religioni si costituiscono attraverso le categorie di sacro e profano, che sono de nite in relazione l'una all'altra - Mary Douglas —> analisi sulla categoria di sporco/sporcizia intesa come qualcosa fuori posto - Eviatar Zerubavel —> uno dei primi sociologi ad aver approfondito come queste categorie siano in uenzate dalle interazioni sociali, dai contesti culturali e dalle pratiche quotidiane. Infatti, le categorie cognitive si formano e si modi cano attraverso l’esperienza sociale condivisa, e, possono in uenzare vari ambiti culturali, come la politica, l'economia e la vita quotidiana—> ad esempio, in politica queste categorie in uenzano le classi cazioni razziali nei censimenti. I sociologi che studiavano le categorie cognitive, sono arrivati alla conclusione che, costruire un signi cato con le categorie cognitive convenzionali implicava automaticamente un tracciamento di con ni simbolici tra gruppi, come classi sociali, generi o razze, in uenzando la percezione delle di erenze e dello status. Michèle Lamont ha mostrato come tali con ni simbolici possano cambiare non solo tra gruppi sociali, ma anche tra nazioni, in uenzando profondamente la percezione del proprio status e le di erenze culturali. SCHEMI, CORNICI, VALUTAZIONE, COMMISURAZIONE Gli schemi, in sociologia della cultura, sono quelle forme simboliche che si con gurano come aggregazioni più complesse di categorie e con ni. Questo concetto può essere messo in relazione con quello di frame, introdotto da Erving Go man, in quanto entrambi si basano sullo stesso principio, ma con l’unica di erenza che quando si parla di: - Schemi —> ci si riferisce a quelle forme culturali interni, personali e spesso inconsci, che guidano il nostro pensiero e le nostre azioni in situazioni comuni e quotidiane. - Frame—> lo si usa per parlare di quelle forme simboliche pubbliche, utilizzate in maniera più consapevole e strategica, sopratutto nei movimenti sociali, per a rontare certe questioni sociali (come ad esempio politica). Entrambi si basano su: - Valutazione—> categorie che attribuiscono giudizi di valore ampiamente condivisi, stabilendo una gerarchia che in uisce sulle percezioni e sui rapporti sociali. - Commisurazione —> la deliberata rappresentazione e valutazione di unità diverse tramite un metodo di misurazione comune —> trasforma di erenze qualitative in relazioni quantitative, rendendo comparabili fenomeni diversi attraverso classi che o test. CAMPI DISCORSIVI, CODICI BINARI, NARRAZIONI E GENERI Un’altra importante serie di approcci che possono essere utilizzati nell’analisi delle forme simboliche si focalizza sulle loro strutture interne; concetti come campi discorsivi, codici binari, narrazioni e generi rappresentano gli elementi interni di queste strutture culturali—>consiste di “elementi che instaurano tra loro determinate relazioni”—> si analizzano elementi speci ci e le loro interrelazioni: - Campi discorsivi—> o rono uno spazio o un campo che possono fare da cornice al discorso; Si tratta di strutture culturali nelle quali si sviluppano signi cati diversi, spesso con ittuali, su un determinato argomento. - Codici binari —> costituiscono le basi strutturali della costruzione di signi cato all'interno dei campi discorsivi. Questi codici compongono un insieme di semplici opposizioni categoriali che, considerate nel loro complesso, forniscono gli strumenti per la costruzione di signi cato.— >esempio di opposizione di categoria attivo/passivo - realista/utopista —>esempi codice binario in moda: maschile/femminile - Alta moda/Moda prêt-à-porter fi fi fi ff fl fl fl fi ff ff ff ff fi fl fi ff fi ff fi fi fi fi fl ff fl fi fi fi fi fl fi fi - Narrazioni —> ci aiutano ad analizzare i modi in cui le storie si strutturano nel tempo; danno coerenza ai signi cati all'interno di un campo discorsivo. Funzionano come strumenti per interpretare e dare senso a eventi, identità o fenomeni sociali, organizzando le informazioni in una sequenza comprensibile e culturalmente rilevante. - Generi —> sono categorie o classi cazioni utilizzate per organizzare e comprendere le espressioni culturali, come la letteratura, il cinema, la musica e altri media. Queste categorie sono spesso basate su caratteristiche condivise come temi, stili, forme o pubblico di destinazione, e sono utilizzate per identi care e interpretare le opere culturali all'interno di contesti sociali e storici più ampi. MATERIALITÀ E ICONICITÀ Le forme simboliche si trovano espresse negli oggetti culturali, i quali hanno anche una consistenza materiale; i sociologi, per studiare queste forme materiali degli oggetti, si concentrano su due aspetti: - Materialità —> ci si riferisce alla forma materiale nella quale vengono incarnate le idee e concetti; questo ci fa capire che, molto spesso, forme simboliche come norme, valori, credenze o identità culturali vengono rappresentate e trasmesse attraverso manifestazioni tangibili, come l’arte, architettura, monumenti ecc…—> la forma materiale non è una precondizione irrilevante della costruzione di signi cato; le variazioni nella forma materiale possono in uenzare i processi di costruzione di signi cato in due modi: - Memoria e signi cati: le forme materiali hanno un impatto maggiore, e generano esplicitamente un forte attaccamento, poiché le super ci materiali possiedono un potere estetico ed emotivo che è connesso, ma non riducibile, a un più profondo signi cato discorsivo e verbale—> i signi cati sono preservati in oggetti e ambienti esterni, che fungono da promemoria implicito. - Interazione: le qualità materiali degli oggetti possono in uenzare le possibilità di azione e interazione. - Iconicità—> Il potere iconico di una forma simbolica deriva da una relazione reciprocamente costitutiva tra super cie estetica e profondità discorsiva—> si parla della capacità di queste forme di comunicare signi cati o concetti in maniera semplice e intuitiva attraverso l’uso di simboli facilmente riconoscibili in una determinata cultura; alcune forme simboliche hanno un potere evocativo e comunicativo che va oltre il loro signi cato letterale, in uenzando la percezione e la comprensione delle persone nel contesto sociale in cui sono utilizzate— >esempio: memoriali di guerra. SOCIOLOGIA E MODERNITÀ (PRESENTAZIONE + APPUNTI) La sociologia nasce per capire/interpretare come nasce la società (moderna) a seguito dell’urbanizzazione. Seconda rivoluzione industriale—> Karl Marx —> capitalismo Divisione del lavoro—> Emile Durkheim —> suddivisione delle tipologie di lavoro, che insieme tengono unita la società —> più la popolazione aumenta, più nascono nuove suddivisioni/ specializzazioni—>tema fondamentale su come si relazionano le persone tra di loro (es:villaggio) Disincanto del Mondo—> Max Weber —> società sempre meno gestita dalla religione Tipi di personalità e cultura —> Georg Simmel —> si è concentrato su certi tipi di personalità e il loro rapporto con la cultura Georg Simmel Rispetto agli altri sociologi che scrivevano in maniera più sistematica, simmel andava più a ruota libera, prendendo un tema a piacere, andandolo poi ad analizzare; è stato uno dei primi a dare una soluzione analitica a quella che è la sociologia. Per lui la sociologia si occupa della distinzione tra la forma e il contenuto della società —> la vita è usso continuo—>contenuto vitale, che trova forme speci che in varie azioni sociali —>contenuto vitale + forma sociale—> la sociologia suggerisce di analizzare la forma piuttosto che il contenuto. fi fi fi fi fi fi fi fi fl fi fi fi fl fl fi fl fi LE METROPOLI La Metropoli viene spesso presentata come problema per le varie problematiche che nascono —> (Wright Mills in Immaginazione sociologica) ‘Si consideri il fenomeno metropoli, il fenomeno orribile e splendido dell’estendersi di una grande città’ —> la metropoli porta con sé tanti problemi ma anche tratti caratteristici non problematici. LE METROPOLI E LA VITA DELLO SPIRITO Problema iniziale: «I problemi pi profondi della vita moderna scaturiscono dalla pretesa dell'individuo di preservare l'indipendenza e la particolarit del suo essere determinato di fronte alle forze preponderanti della società»—> Secondo Simmel, l’economia monetaria (il capitalismo) porta il soggetto a essere dissolto all'interno di un meccanismo tecnico-sociale. —> «la resistenza del soggetto a venir livellato e dissolto all'interno di un meccanismo tecnico-sociale». Per comprendere meglio questa problematica, secondo Simmel, bisogna analizzare meglio la parte psicologica dell’individuo: “La base psicologica su cui si erge il tipo delle individualità metropolitane è l’ intensi cazione della vita nervosa, che è prodotta dal rapido e ininterrotto avvicendarsi di impressioni esteriori e interiori (…) il tipo metropolitano - che naturalmente e circondato da mille modi cazioni individuali - si crea un organo di difesa contro lo sradicamento di cui lo minacciano i ussi e le discrepanze del suo ambiente esteriore: anziché con l'insieme dei sentimenti, reagisce essenzialmente con l'intelletto, di cui il potenziamento della coscienza, prodotto dalle medesime cause, e il presupposto psichico. Con ciò la reazione ai fenomeni viene spostata in quell'organo della psiche che è il meno sensibile ed il più lontano dagli strati profondi della personalità.” Questa eccessiva stimolazione dei nervi, porta a sviluppare nell’individuo un’atteggiamento blasé—> incapacità di reagire a nuovi stimoli, poiché ne riceviamo già troppi. I vari tipo delle individualità metropolitane individuate: - Intellettualismo —> (potenziamento coscienza, meccanismo di difesa)—> L’intelletto diventa lo strumento con cui si processano gli stimoli in modo distaccato, così da ridurre al minimo il coinvolgimento emotivo, salvaguardando così l’integrità del singolo individuo in un contesto che potrebbe travolgerlo. - Ridurre qualità a quantità —> (valori qualitativi a valori quantitativi)—>si calcola la quantità dello stimolo piuttosto che la sua qualità, così per l’intelletto è più facile da gestire ed elaborare. —> denaro incarna perfettamente questo processo. - Calcolo —> trasformare il mondo intero in un calcolo, andando così ad intaccare non solo quello che è il rapporto tra gli individuo e oggetto (dato che questo atteggiamento è principalmente radicato nel contesto economico-monetario) ma anche quelli tra gli individui. Mentre invece tornando sull’atteggiamento blasé, Simmel lo descrive così: ‘Forse non esiste alcun fenomeno psichico così irriducibilmente riservato alla metropoli come l'essere blas. Innanzitutto, questo carattere è conseguenza di quella rapida successione e di quella tta concentrazione di stimoli nervosi contraddittori, dai quali ci è sembrato derivare anche l'aumento dell'intellettualismo metropolitano; tanto è vero che le persone sciocche e naturalmente prive di vita intellettuale non tendono a atto a essere blasé (…) L'essenza dell'essere blasé consiste nell'attutimento della sensibilità rispetto alle di erenze fra le cose, non nel senso che queste non siano percepite ma nel senso che il signi cato e il valore delle di erenze, e con ciò il signi cato e il valore delle cose stesse, sono avvertiti come irrilevanti. AI blasé tutto appare di un colore uniforme, grigio, opaco, incapace di suscitare preferenze. Ma questa stato d'animo e il fedele ri esso soggettivo dell'economia monetaria, quando questa sia riuscita a penetrare no in fondo.' Da questa descrizione, possiamo cogliere i principali aspetti del tipo blasé: - incapacità di reagire a nuovi stimoli, poiché ne riceviamo già troppi; meccanismo di difesa a un ambiente sovrastimolante —> base siologica - c’è percezione ma non reazione. fi fi fl é ù à ff fi fi ff fl ff fi fi fi - attutimento della sensibilità, si inizia a sviluppare un indi erenza rispetto alle distinzioni tra le cose; si toglie signi cato e valore a di erenza - sviluppo eccentricità; bisogno di esaltare di erenza per ottenere una reazione—> necessità di distinguersi ‘Il motivo più profondo per cui è proprio la metropoli che favorisce la tendenza alla massima individualità dell’esistenza personale… mi pare il seguente: lo sviluppo della cultura moderna si caratterizza per la preponderanza di ciò che si può chiamare lo cultura oggettivo sulla cultura soggettivo’. —>essendo in un mondo che produce sempre cultura, la cultura del singolo individuo diminuisce —>la cultura è il modo per l’essere umano di svilupparsi Atro a cultura soggettiva —>smette di svilupparsi Ipertro a cultura oggettiva —>sviluppo eccessivo Mentre, per quanto riguarda le caratteristiche della metropoli e economia monetaria si parla di: - Neutralità —>si riferisce alla capacità del denaro di ridurre tutte le cose a un valore di scambio omogeneo, ignorando le qualità speci che degli oggetti o delle relazioni. - Giustizia formale e durezza senza scrupoli —> si basa su regole astratte e universali che garantiscono l'equità dal punto di vista formale, ma che eliminano ogni considerazione morale o emozionale. - Valore di scambio, ciò che è comune a tutte le cose —> sottolinea come il denaro appiattisca le di erenze qualitative tra oggetti e persone, rendendo tutto misurabile e comparabile secondo criteri puramente economici. "nessuno saprebbe dire se sia la disposizione intellettualistica dell'animo a spingere verso l'economia monetaria, oppure se sia quest'ultima a determinarla”, Ri ette una delle intuizioni più profonde di Simmel. Egli individua un circolo complesso tra l’intellettualismo tipico della vita urbana e l’economia monetaria: non è chiaro se l’uno sia la causa o l’e etto dell’altro. Da un lato, la razionalità necessaria per sopravvivere nella metropoli sembra favorire l’ascesa del denaro come misura universale; dall’altro, la di usione dell’economia monetaria promuove un atteggiamento intellettualistico e calcolatore negli individui. LA MODA Simmel in questo saggio, sostiene che la moda tenga insieme due esigenze opposte, e che quindi così crescono insieme di pari passo—> “Quando verrà meno anche una sola delle due tendenze sociali che debbono concorrere alla formazione della moda (il bisogno di coesione da una parte e il bisogno di separazione dall’altra) essa non riuscirà più a formarsi e il suo regno cesserà” Queste due principali tendenze sono: - bisogno di separazione —> di erenziazione—> bisogno di distinguersi e esaltare la propria persona. - il bisogno di coesione —> integrazione—> bisogno di conformarsi per essere accettati all'interno di un gruppo. Il paradosso della moda, come lo interpreta Simmel, risiede proprio nella tensione tra questi due aspetti; la dinamica della moda si sviluppa in un ciclo costante in cui le innovazioni stilistiche, inizialmente adottate da una classe di ceto alto o da individui desiderosi di di erenziarsi, vengono gradualmente imitate e di use no a diventare comuni, perdendo il loro potere distintivo. Come fa la moda a soddisfare sia bisogno di imitazione che di di erenziazione? ‘Essa perviene a questo risultato da una parte con il cambiamento dei contenuti, che danno l’impronta alla moda di oggi rispetto a quella di ieri e di domani’ —> questo cambiamento di contenuti consente di identi carsi oppure distinguersi con un gruppo. ‘dall’altra, e ancor più energicamente, perché le mode sono sempre mode di classe…’ Per simmel le mode sono ‘dettate’ da coloro che provengono dalle classi più alte, e, i ceti più bassi cercano di seguire queste mode—> ri esso della moda di tenere insieme due classi fl fi ff fi ff fi ff fi ff fi ff fi fl ff ff ff ff ff Nel saggio, possiamo trovare una distinzione tra quella che è la moda e l’abbigliamento «Le sue forme [della moda] non hanno quasi mai una ragione rispondente a nalità pratiche, estetiche o di altra natura. (…)In generale i nostri vestiti si adeguano alle nostre necessità pratiche, ma….» - Moda —> è in uenzata dall’estetica, dall’innovazione e dalle dinamiche del cambiamento, trasformando il semplice atto di vestirsi in una forma di comunicazione simbolica; la moda risponde al “bisogno di esprimersi” - Abbigliamento —> ha un ruolo essenzialmente utilitario, legato alla protezione del corpo e al decoro; risponde al “bisogno di vestire”. Simmel è stato uno dei primi sociologi a dare un signi cato più ‘profondo’ alla moda “Così, la moda non è nient’altro che una particolare forma di vita tra le tante che ve ne sono, attraverso cui la tendenza all’eguaglianza sociale e quelle alla di erenziazione individuale e alla variazione, convergono in un fare unitario”—> la moda è presentata come un fenomeno complesso, che va oltre l'estetica per intrecciarsi con i meccanismi di inclusione ed esclusione sociale. In questo saggio, possiamo notare come l’atteggiamento blasé introdotto da simmel per quanto riguardava l’economia e la metropoli, sia un atteggiamento presente anche in moda: «Il cambiamento della moda ci dà la misura dell’ottundimento degli stimoli nervosi: quanto più è nervosa è un’epoca tanto più rapidamente cambieranno le sue mode, perché il bisogno di timoli diversi, uno degli agenti più essenziali di ogni moda, va di pari passo con l’indebolimento delle energie nervose» Alla domanda “si può ‘sfuggire’ in qualche modo alla moda?” possiamo trovare la risposta da questo estratto: “se l’essere alla moda equivale a imitare [l’esempio sociale], essere intenzionalmente fuori moda signi ca la stessa imitazione, anche se di segno opposto… Il demodé per scelta accetta il contenuto sociale esattamente come il maniaco della moda, solo che gli dà forma nella categoria della negazione: l’altro invece in quella dell’intensi cazione” In sintesi, se ri uti la moda sei comunque sempre in relazione con essa, quindi no. Gusti Culturali - Spillman I sociologi della cultura, dopo aver esaminato le diverse categorie che stanno alla base della costruzione del signi cato delle forme simboliche, si concentrano su come questi aspetti vengano messi in pratica, analizzando i processi di interazione e i contesti sociali. Tra coloro che hanno approfondito questi concetti troviamo Berger e Luckmann, i quali hanno studiato la realtà soggettiva della cultura come un processo di interiorizzazione attraverso la socializzazione. Essi distinguono due tipi di socializzazione: la primaria, che è quella fondamentale ed emotivamente potente, e la secondaria, che riguarda la conoscenza legata a speci ci ruoli sociali, come i vocabolari, la conoscenza tacita, le legittimazioni e i rituali. Secondo i due sociologi, la dimensione soggettiva nella costruzione del signi cato viene perpetuata dalla routine e dall’interazione quotidiana, dove la conversazione di ogni giorno non solo ria erma, ma anche arricchisce e modi ca l’oggettivazione linguistica delle forme culturali. INTENZIONALITÀ E REFERENZIALITÀ NEI PROCESSI DI COSTRUZIONE DI SIGNIFICATO Altre due caratteristiche che sono essenziali per le forme simboliche sono l’intenzionalità e la referenzialità; esse radicano la costruzione del signi cato in contesti di azione concreti, rivelando come tali signi cati vengano esperiti soggettivamente. Le intenzioni e i riferimenti sono sempre speci camente legati ai contesti di interazione. A di erenza della convenzione e della struttura, fi fi fi fi fl fi fi fi fi ff fi ff fi fi ff fi che trascendono situazioni speci che e di erenti scenari, l'intenzione e il riferimento acquisiscono senso solo all’interno del loro contesto pratico e interazionale. I sociologi della cultura, interessati alla costruzione di signi cato attraverso l'azione, o rono strumenti per analizzare come i contesti sociali in uenzano l'uso delle forme simboliche, con particolare attenzione a come le intenzioni e i riferimenti vengano espressi. Alcune indagini sociologiche sui contesti interazionali si concentrano su situazioni particolari, dando voce a gruppi altrimenti trascurati o incompresi, aiutandoci a comprendere meglio le loro visioni del mondo, anche se inizialmente ci potrebbero risultare strane. Tuttavia, la maggior parte dei sociologi della cultura non si limita ad analizzare mondi sociali particolari, ma si interessa anche a individuare modelli generali nell’intenzione soggettiva e nella referenzialità. Essi esplorano come questi modelli siano in uenzati dai processi interazionali, in relazione sia all’individuo che esprime l’intenzione, sia ai suoi partner interazionali e al pubblico. Questi modelli operano su scale diverse, dall'individuo alla collettività. Nel caso dell’individuo, quella che Berger e Luckmann chiamavano ‘socializzazione primaria’ è oggi descritta come la ‘coltivazione dell’habitus’, un concetto sviluppato da Pierre Bourdieu con la sua teoria della pratica. Bourdieu ha fornito strumenti per comprendere come le nostre attitudini e comportamenti, spesso inconsci, siano modellati da pratiche quotidiane e da abitudini radicate. Ogni situazione interazionale è quindi in uenzata dalle abitudini più profonde di ciascun individuo. Secondo Ann Swidler, i diversi ambienti generano diverse costruzioni di signi cato, anche per lo stesso individuo; ed è proprio per questo motivo che i sociologi della cultura, interessati ai signi cati che gli individui costruiscono durante l’interazione, studiano anche i repertori culturali e le strategie variabili di azione, per comprendere al meglio la essibilità e la variazione della costruzione del signi cato in contesti e tempi diversi, anche all'interno dello stesso individuo. Oltre a porre la propria attenzione sui i processi individuali di costruzione di signi cato che formano le intenzioni e i riferimenti, i sociologi della cultura analizzano gli le situazioni interazionali, ovvero le situazioni in cui le persone si trovano sicamente presenti e interagiscono in base a regole sociali condivise. Le situazioni sono l'unità fondamentale per comprendere l'intenzionalità e la referenzialità della cultura in azione. Per facilitare la comprensione dei diversi tipi di situazione, i sociologi della cultura analizzano le idioculture, le sottoculture, gli stili di gruppo, le scene e le performance; vengono individuate tre caratteristiche fondamentali che plasmano l'interazione nei gruppi: i con ni simbolici, i legami di gruppo e le norme linguistiche. Questi caratteristiche ci permettono di confrontare i processi culturali tra diversi gruppi e analizzare le somiglianze e di erenze culturali. In sintesi: La costruzione di signi cato implica intenzionalità e referenzialità, che emergono sempre in particolari contesti di azione e interazione. I sociologi della cultura hanno elaborato le teorie pratiche dell'habitus e dei repertori culturali per o rire un'interpretazione della costruzione di signi cato in azione. Per a rontare il tema della costruzione di signi cato nell'interazione di gruppo, essi esaminano le idioculture, le sottoculture, gli stili di gruppo e le scene. HABITUS E PRATICA Gli individui sono contraddistinti e plasmati dall'educazione che hanno ricevuto e dalle esperienze che hanno vissuto; ogni individuo ha radicata dentro di sé una predisposizione per particolari forme di costruzione di signi cato in ogni situazione che incontra, in virtù del suo socializzare. Bourdieu ha chiamato questa capacità habitus. Per il sociologo, l’habitus è: un sistema di disposizioni durature e trasferibili che, integrando tutte le esperienze passate, funziona in ogni momento come matrice delle percezioni, delle valutazioni e delle azioni, e rende possibile il compimento di compiti in nitamente di erenziati, grazie al trasferimento analogico di schemi che permettono di risolvere i problemi aventi la stessa forma. Questo signi ca che il nostro habitus è fondamentalmente basato sulle pratiche apprese, che generalmente sono considerate separate dalle forme simboliche. Questa capacità la si può considerare sia potente, perché è inconsciamente radicato in noi per e etto delle nostre pratiche date per scontate, sia essibile, perché gli schemi e i modi di pensare che ci vengono inculcati dalle nostre pratiche sono forme trasferibili a nuovi contesti e nuove situazioni che ci permettono di interpretare nuove informazioni e formare nuove preferenze (—>ambito individuale ma che si utilizza nel sociale). Ha come tendenza di diventare come una seconda natura; è un qualcosa che fi fi fl fi fi fl fi fi ff fi fi fi ff fi fl ff ff ff ff fl fi fl fi ff fi fi abbiamo appreso e che ci consente di agire, dandoci una forte soggettività. Tuttavia, opera a livello inconscio e ci guida in modo naturale, orientando le nostre azioni e decisioni senza che ce ne accorgiamo. A livello di strutture sociali più ampie, come le classi sociali, Bourdieu, nel suo celebre studio sull’habitus, la distinzione mostra come le di erenze tra gli habitus di classe rivestano un ruolo fondamentale nei gusti culturali. Spesso si tende a pensare che i gusti siano esclusivamente personali e idiosincratici, ma in realtà sono strettamente connessi all'appartenenza di classe degli individui e dei gruppi, e rappresentano «l'a ermazione pratica di una di erenza necessaria». L'habitus di classe modella le preferenze estetiche e anche lo stile di vita personale, ri ettendo così le distinzioni sociali in modo profondo e sistemico. (Può modellare anche gli sport— >esempio:tennis=classe elitaria). (SLIDE GUSTO) CAMPO (PRESENTAZIONE + APPUNTI) —> il mio ruolo nel campo stabilisce cosa posso fare—>ciò che mi abilita a fare cose {es.campo calcio—> portiere—> stabilisce il mio ruolo} REPERTORI CULTURALI E STRATEGIE D’AZIONE Il concetto di habitus spiega come i gusti, le preferenze e le identità degli individui siano profondamente in uenzati dalla loro origine sociale. Il concetto di repertori culturali, invece, mette in evidenza la grande variabilità con cui le persone costruiscono signi cati e mostrano la capacità di adattarsi e cambiare. Ann Swidler mette in discussione le teorie troppo ampie e generali sul ruolo della cultura nell'in uenzare l'azione, sottolineando che queste formulazioni astratte non tengono conto della selettività, dello scetticismo e della variabilità nei modi in cui le persone si relazionano agli elementi culturali; Swidler propone di considerare la cultura come un repertorio di risorse a cui le persone attingono in base alle circostanze. Questo approccio evita visioni troppo rigide o sempli cate della cultura, applicandosi anche alla comprensione di fenomeni culturali su scala più ampia. Gli individui sviluppano quelle che Swidler chiama capacità culturali, ovvero la capacità di trasformare predisposizioni personali in strategie pratiche attraverso l’esperienza. Questo concetto, sebbene simile a quello di habitus di Bourdieu, pone maggiore enfasi sulla essibilità dell’azione culturale. Oltre alle disposizioni personali, l’uso dei repertori culturali dipende anche dai contesti sociali, istituzionali e storici. Ad esempio, situazioni diverse richiedono gradi di erenti di complessità simbolica, in uenzando il modo in cui le persone utilizzano ciò che sanno della cultura. Alcuni contesti richiedono coerenza ideologica, ma spesso è su ciente un insieme meno strutturato di tradizioni o senso comune. In tempi di stabilità, sia individuale che collettiva, le persone tendono a basarsi su tradizioni e senso comune; in periodi di instabilità, invece, emergono signi cati più strutturati e coerenti, spesso sotto forma di ideologie. In generale, la costruzione di signi cati coerenti basati su valori generali è rara e più comune in momenti di crisi. I concetti di habitus e repertori culturali o rono così due prospettive complementari: da un lato, le abitudini e le pratiche radicate in uenzano il signi cato che le persone attribuiscono alle cose; dall’altro, l’uso della cultura è essibile e dipende dai contesti e dalle esigenze del momento. Gusti Culturali - Griswold LA RICEZIONE Il successo nale di un oggetto culturale dipende esclusivamente da i suoi consumatori; perché nonostante il signi cato di un oggetto culturale possa essere inizialmente suggerito dalle intenzioni dei suoi creatori, chi riceve l’oggetto ha l’ultima parola. Eviatan Zerubal elabora il concetto di mente sociale. Il compito delle nostre menti sociali, è quello di elaborare gli stimoli ffi fi fl fi fl ff fi fi fi fl ff ff ff fl fl fl ff fi fi fl che ci arrivano modellando così ciò su cui prestiamo attenzione, ciò che ci emoziona, i signi cati che traiamo dai segnali dell’ambiente. I PUBBLICI E LE CULTURE DI GUSTO La ricerca sociale conferma ciò che l'osservazione comune mostra: diversi tipi di persone guardano, comprano, amano, usano, leggono e credono in diversi oggetti culturali. Una grande massa di ricerche confermano la realtà della strati cazione culturale. Comunque, il nesso tra gusto culturale e posizione socioeconomica non è sempre diretto. Molti oggetti culturali attraversano i con ni di classe, genere, etnia e religione. Per questo il sociologo Gans ha proposto di denominare il pubblico o i ricevitori di qualunque oggetto culturale cultura di gusto, senza presumere nulla circa le loro caratteristiche sociali o demogra che. Così, proprio come non si sceglie certamente la cultura di gusto a cui si partecipa, neppure si scelgono le conseguenze che da questa derivano. Una potente teoria sulle conseguenze del gusto è stata elaborata dal sociologo francese Bourdieu, secondo cui la cultura può essere considerata una forma di capitale. Come il capitale economico, il capitale culturale può essere accumulato e investito; inoltre, esso può essere convertito in capitale economico. Bourdieu ha tracciato una mappa del sistema di rapporti tra il capitale economico e quello culturale. A volte c'è corrispondenza, come nel caso di gente ricca capace di comprare e sponsorizzare opere d'arte, ma altre volte le due forme di capitale sono in con itto. Sebbene il capitale economico possa essere sostenuto, aumentato o svalutato da forme di capitale non economico, i tipi di capitale non economico facilmente negoziabile possono variare da luogo a luogo. Poiché si crede che il capitale culturale sia importante, i gruppi sociali hanno naturalmente la tendenza a in azionare il valore di ciò che essi già possiedono e a cercare di impedire ad altri gruppi di possederne. Sembra dunque chiaro che: - la ricezione di diversi tipi di oggetto culturale è spesso strati cata per classe sociale e - la gente può consapevolmente o inconsciamente utilizzare la cultura per difendere i propri vantaggi sociali o per superare gli svantaggi. CAPITALE (PRESENTAZIONE + APPUNTI) capitale —> è un energia sociale che può produrre e etti nei campi in cui è riconosciuto capitale sociale—> reti di in uenza e sostegno che ognuno di noi ha e che costituiscono un capitale e che possiamo mobilitare capitale culturale—> riferimento alla cultura—>si articola in 3 forme oggettiva—>beni culturali che possiedo istituzionale—>titoli di studio che possiedo incorporato—> disposizioni che io ho acquisito nel modo implicito/inconscio proprio perché inizia dalla nascita, quindi conoscenze che ho acquisito nel corso del tempo e che inconsciamente si innestano in me I capitali sono tra di loro convertibili—>capitale culturale può diventare capitale economico e viceversa—>es. titolo di studio che mi permette di guadagnare attraverso un lavoro KANT (PRESENTAZIONE + APPUNTI) gusti sono soggettivi—> i gusti non si discutono—>de gustibus non est disputandum kant—> qualcosa che giudico senza interesse—> critica del giudizio—> non ho una base razionale per poter contestare una cosa bourdier utilizza l’estetica assoluta di kant Kant (1724-1804) aggiunge: “Il Gusto è la facoltà di giudicare un oggetto o un modo rappresentativo mediante un compiacimento, o un dispiacimento, senza alcun interesse.” Il bello è ciò che “piace universalmente senza concetto“ L’invenzione della tradizione - Trevor Roper L’estratto del libro di trevor Roper ci parla della nascita di varie culture, in particolare quella degli Highlanders scozzesi e irlandesi , a partire dalla soppressione degli inglese, no alla loro emancipazione. Appunto ci parla della storia del kilt, di come nasce, e perché viene utilizzato il tartan e come i diversi tipi di tartan stanno a simboleggiare i diversi clan. Infatti, i nomi dei vari tipi di tartan prendono origine dalle varie famiglie scozzesi. fi fl fl fi ff fi fi fl fi fi Generalmente, quando si parla di tradizione, ci appaiono come un qualcosa di molto antico, quando in realtà molto spesso un’origine piuttosto recente, e talvolta sono inventate di sana pianta. Il termine tradizione inventata viene utilizzato per parlare di quelle tradizioni emerse in un periodo identi cabile, che permettono di poter ricostruire la storia di essa. Per tradizione inventata si intende un insieme di pratiche, in genere regolate da norme apertamente o tacitamente accettate, e dotate di una natura rituale o simbolica, che si propongono di inculcare determinati valori e norme di comportamento ripetitive nelle quali è automaticamente implicita la continuità col passato—> un passato non speci co. Le tradizioni più ‘autentiche’ sono quelle che si evolvono in continuazione, mentre le tradizioni inventate sono considerate più statiche/‘congelate’, perché appunto non si evolvono mai. Moda, Industrie creative e Sostenibilità Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) il settore abbigliamento e calzature sarebbe responsabile del 10% delle emissioni mondiali di gas a e etto serra, più dell’intero trasporto aereo internazionale e marittimo messi insieme—>dall’anno 2000 all’anno 2015 la produzione di vestiti è raddoppiata—>le vendite salgono ma l’utilizzo diminuisce LIBRO FLETCHER, MODA, DESIGN E SOSTENIBILITÀ In questo libro, Kate Fletcher tratta l’argomento moda e come quest’ultima a livello ambientali riporti ripercussioni gravissime. «La moda è una leva culturale potente, capace di in uenzare il modello economico consumistico basato sulla produzione in serie che ci caratterizza attualmente, anche se le nostre esperienze della moda sono ormai dominate e limitate da questo stesso modello che coinvolge la moda in questioni etiche importanti» Da più parti la moda è criticata per il suo carattere principalmente commerciale, per la super cialità con cui impone una continua alternanza di tendenze e mode, spesso come strumento per spingere il consumo, e per la sua natura consumistica che privilegia l’aspetto visivo rispetto all’autentico processo creativo (quindi mettendo in crisi anche i designer), cercando una grati cazione immediata attraverso l'acquisto. Queste dinamiche, ormai ben radicate nell'industria della moda e nelle sue produzioni in serie degli ultimi decenni, sono talmente pervasive da sembrare una sorta di ordine naturale, accettato senza ri essione. Per questo secondo l’autrice di questo libro occorre cambiare l’idea che la crescita sia un qualcosa di necessario, continuo e lineare che non ha limiti, adottando una prospettiva non più basata appunto sulla crescita ma sulla circolarità. Introduce così, il concetto di moda post-crescita. ‘il tipo di moda che viviamo oggi non è scelta liberamente dai cittadini, ma rappresenta spesso l’unica opzione. … sono quindi le idee dominanti in fatto di economia, pratica imprenditoriale, strutture organizzative, preferenze culturali… a dettare la visione e l’esperienza prevalenti della moda e a reprimere e so ocare le idee alternative costringendole ai margini’ —> vanno considerati i vari tipi di approcci - approccio tecnico —> va a occuparsi degli aspetti ecologici/ambientali e economici —> va a vedere come funziona la moda come settore industriale e produttivo - approccio politico —> tutto ciò che ha una ricaduta sulla questione sociale - approccio culturale (estetico)—> formazione del gusto personale e come esso si crea socialmente—> come gestiamo i nostri gusti in base alle nostre appartenenze sociali/culturali SOSTENIBILITÀ Termine sostenibilità nato recentemente—> Cosa si intende per Sostenibilità? Una storia sociale. Sviluppo sostenibile—> lo sviluppo che soddisfa i bisogni del presente senza compromettere quelli delle generazioni future—> solidarietà intergenerazionale —> (de nizione applicabile per un contesto internazionale o meglio anche globale—> de nizione burocratica). Primi incontri sull’ambiente iniziati negli anni 70—> l’industrializzazione era arrivata a un punto da interrogarsi sugli e etti che poteva avere sull’ambiente Triple bottom line—> pro tto, pianeta, persone sostenibilità culturale—> culture 21—> Creare un agenda 21 anche per la cultura fi fi fi ff ff fi fl fi fl ff fi fi Cultura e Cambiamento Sociale INNOVAZIONI CULTURALI E CAMBIAMENTO SOCIALE Incontro/scontro di culture —>Culture ‘altre’ e subculture possono riprodurre cultura dominante, ma possono anche s darla e, a volte, pure cambiarla. Sebbene si tratti di un caso relativamente raro – la maggior parte delle subculture vuole essere lasciata in pace – molti movimenti sociali nascono come subculture» Subcultura —> cultura all’interno di un altra cultura dominante—> cultura di nicchia—> gruppi che vogliono stare ai margini RITARDO CULTURALE “Le teorie del ri esso di matrice marxista come quella funzionalista… non sanno rispondere a questa domanda in modo convincente. Se la cultura ri ette passivamente il mondo sociale, che è quanto il modello del ri esso solitamente presume, allora il cambiamento deve prima avvenire in quel mondo. In questa concezione, le innovazioni nella musica, nell’arte, nella teologia, nelle idee, nella cultura popolare, nella letteratura e nel comportamento espressivo devono essere tutte risposte a cambiamenti sociali. Ora, benché ci sia chiaramente qualcosa di giusto nell’idea che gli slittamenti sociali producano i mutamenti culturali, una simile posizione deterministica suggerisce che il mondo sociale cambia sempre per primo, lasciandosi dietro la cultura” Ritardo culturale—> se la cultura ri ette passivamente mondo sociale, che è quanto il modello del ri esso solitamente presume, allora il cambiamento deve prima avvenire in quel mondo—> cultura visto come mezzo di giusti cazione —> cultura un qualcosa che viene sempre dopo. ESEMPIO DI RITARDO CULTURALE Ogburn [sociologo americano autore dell’ipotesi del «ritardo culturale»] fece l’esempio delle foreste americane. In un primo tempo, le condizioni materiali (grandi foreste) erano ben integrate alle pratiche sociali (costruzioni in legno su vasta scala, disboscamenti per l’agricoltura). La distruzione delle foreste rappresentò un mutamento cruciale… ma ci vollero parecchi anni perché si facessero seri sforzi al livello di cultura adattiva diretti alla conservazione e alla riforestazione – >da qui il ritardo culturale. CAUSA ED EFFETTO Perché continuiamo a farci questa domanda su causa ed e etto? Bourdieu risponde così: C’è sempre bisogno di prevedibilità, e questa domanda mi aiuta a prevedere. Se io rispondo semplicemente ‘è casuale’ non mi è molto utile per gestire il caos e la sensazione che niente sia sotto il nostro controllo. —> Il sociologo cerca regolarità. —>Causa-e etto tendenzialmente sono correlati REGOLARITÀ NEL NUOVO “l’approccio della produzione collettiva alla cultura suggerisce che, sebbene le innovazioni possano realizzarsi casualmente e in forme non prevedibili, alcuni elementi costanti appaiono evidenti: 1) determinati periodi sono più favorevoli di altri alla produzione di innovazione; 2) anche le innovazioni seguono alcune convenzioni; 3) alcune innovazioni hanno più probabilità di altre di istituzionalizzarsi” Andiamo ad approfondire meglio questi punti: - Periodi di fermento culturale—>più favorevoli all’innovazione; vanno di pari passo con il cambiamento sociale —> anomia —> mancanza di regole. “L’innovazione culturale – la produzione di nuovi signi cati – emerge come risposta all’incipiente anomia. Essa riorienta gli individui e dà sostegno nelle nuove circostanze” - Convenzioni —>i creatori culturali reagiscono alle convenzioni piuttosto che ignorarle —> anche le innovazioni hanno le loro convenzioni fl ff fl fi fl fi fi fl fl ff - Solo alcune innovazioni si consolidano —> ci sono a volte alcune condizioni istituzionali che favoreggiano lo sviluppo di alcune convenzioni (non tutte)i —> più alcune innovazioni hanno queste convenzioni più queste hanno probabilità di istituzionalizzarsi FASHION ACTIVISM ‘ […] Simili le funzioni che Monica Sassatelli e Simona Segre Reinach riconoscono alla moda, dalle su ragette al punk, dimostrando come il fashion activism possa dare voce anche a questioni politiche incentrate sul corpo come l’intersezionalità e la disabilità […] in tempi recenti, le forme di cultura espressiva – tra cui le arti e la moda – hanno acquistato, e reclamato, centralità nella sfera pubblica, non più solo e tanto in termini di rappresentazione ma di agenti attivi di costruzione della realtà sociale di cui fanno parte. Spesso questo avviene in forme critiche, come volontà di indicare o svelare contraddizioni, problemi, ingiustizie e, in modo più accentuato negli ultimi decenni, tese a contribuire al cambiamento, ossia con una dimensione che sempre più spesso si de nisce, e autode nisce, attivista’ In questo saggio di Sassatelli-Segre, viene introdotto quello che è il concetto di Fashion Activism, e come questo concetto venga adottato dalla società, partendo da quelle che sono le sue origini e ai risultati che ha ottenuto; questa forma di protesta sociale tramite la moda è stata adottata per esempio dalle su ragette per i loro diritti, dagli animalisti ed è stata adottata anche per quanto riguarda il discorso di inclusione della disabilità. Su ragette—> moda utilizzato in valore simbolico: «le su ragette vedevano nel bianco la purezza, nel verde la speranza, nel porpora la dignità» Animalismo—> benessere dell’animale Inclusione della disabilità—> non soltanto sul discorso disabilità, ma anche taglie, età, genere, razza/etnia Manifesto della moda inclusiva Questo manifesto, diviso in sette principali concetti, mira a voler far adottare una moda che possa essere inclusiva per tutti, indipendentemente dalla loro etnia, taglia, genere e soprattutto disabilità. Anche se la moda viene considerata un’elemento frivolo e super ciale, essa caratterizza la nostra identità; Attraverso gli abiti e gli accessori esprimiamo la nostra personalità e, allo stesso tempo, la voglia di far parte di un movimento comune, il desiderio di piacere a noi stessi e agli altri, ed è per questo che i rmatari di questo manifesto, ci tengono che vengano considerati e rispettati questi sette punti, a nché tutti possano essere liberi di esprimersi. I concetti espressi in questo manifesto sono: - Libertà di scelta—> diritto di poter scegliere senza limiti e pregiudizi - Stile—>diritto di valorizzarsi attraverso abiti che rispecchino i loro gusti, la loro personalità, la loro identità culturale e di genere. I rmatari desiderano con questi indumenti sentirsi a proprio agio in ogni circostanza. - Ergonomia—> A nché questi vestiti siano comodi, facili da indossare e da s lare, i rmatari chiedono miglioramenti ergonomici estetici che tengano conto in particolare della motricità. - Autonomia—> poter scegliere i vestiti in maniera indipendente, in un ambiente accessibile e adattato, in modo che l’esperienza di acquisto sia facilitata, sia per quanto riguarda lo shopping online che quello in store. - Formazione—> più scuole di moda e di design dedicate alla moda adattiva - Co-progettazione —> I rmatari chiedono che tutti i settori di formazione legati alla moda, dalla creazione alla vendita, impieghino persone con morfologie ed esigenze particolari come esperti/e. Questo al ne di di ondere la conoscenza degli ostacoli che queste persone incontrano e sviluppare le soluzioni che consentano di superarli. - Rappresentazione —> campagne pubblicitarie, s late di moda e vetrine dei negozi, soprattutto nel pronto-moda, che propongano canoni di bellezza più diversi cati rappresentativi della società nel suo insieme. Industrie Culturali e Creative - Griswold Gli oggetti culturali, che apparentemente ci sembrano naturali o autentici, in realtà sono il risultato di processi di produzione, distribuzione e commercializzazione in uenzati da contesti sociali e ff ff ffi fi fi fi fi ff ffi ff fi fi fi ff fl fi fi fi fi relazioni economiche. Per illustrare meglio questo concetto, l'antropologo Nelson Grayburn fa l'esempio delle statuette di steatite eschimesi, inizialmente create come giocattoli e successivamente trasformate in beni commerciali grazie all'intervento di imprenditori. Questo esempio evidenzia come materiali, soggetti e stili siano stati adattati alle richieste del mercato americano. Da questo esempio possiamo comprendere che gli oggetti culturali non sono prodotti spontanei, ma il frutto di scelte consapevoli e strategie di mercato che coinvolgono produttori, distributori e consumatori. LA PRODUZIONE DELLA CULTURA Molti sociologi hanno ritenuto che fosse insu ciente limitarsi a sottolineare, (come fanno Durkheim o Marx), che la cultura sia un prodotto collettivo. È necessario comprendere come la cultura, e gli oggetti culturali che ne fanno parte, vengano e ettivamente creati. Inoltre, è fondamentale esaminare quale impatto i mezzi e i processi di produzione abbiano su tali oggetti culturali. Richard Peterson, uno dei fondatori e principali esponenti di questa teoria, considera questo nuovo approccio della produzione di cultura come un ‘complesso apparato interposto tra i creatori di cultura e i consumatori’. Questo apparato comprende meccanismi di produzione e di distribuzione, tecniche di commercializzazione come per esempio la pubblicità, l'utilizzo dei mass media e il targeting e in ne la creazione di situazioni che mettono a contatto potenziali consumatori di cultura e oggetti culturali. IL SISTEMA DELL’INDUSTRIA CULTURALE Per capire meglio come funziona la produzione culturale e analizzare gli oggetti culturali di massa che producono, i sociologi si a dano a uno schema analitico elaborato da Hirsch. Questo modello viene chiamato ‘sistema dell’industria culturale’ e descrive tutte quelle organizzazioni culturali che producono articoli culturali di massa (come ad esempio dischi o lm a basso costo). Secondo il creatore di questo modello, questi oggetti culturali condividono alcune caratteristiche: incertezza domanda —> il mercato culturale (rispetto a una qualsiasi industria) non riesce a prevedere la richiesta di domanda —> non si sa cosa avrà successo tecnologia economica —> i costi di produzione più economici (?) eccesso di aspiranti creatori —> presenza di più persone nella creazione di un progetto—> ( troppi prodotti creati rispetto alla domanda—> eccesso di artisti creativi—> necessità di un ltro che ridimensioni il numero) Alla luce di questi fattori, il sistema dell'industria culturale opera per regolare e confezionare l'innovazione e dunque per trasformare la creatività in prodotti commerciabili e prevedibili. Come possiamo vedere, nello schema qui in alto, ci sono presenti dei ltri, che sono suddivisi in: - Primo ltro—> troviamo i creatori (gli artisti/i talenti) trasformati nel sottosistema tecnico. Si tratta di una versione estrema della concezione della produzione collettiva, che considera gli individui con diversi livelli di capacità creativa e ispirazione come un sottosistema che fornisce input al resto del sistema. Ricordiamoci che questo sottosistema tecnico, contiene più creativi di quanto richiesti. fi fi fi ffi ffi ff fi fi - Secondo ltro—> sono le organizzazioni che producono e ettivamente il prodotto trasformate nel sottosistema manageriale; case editrici, studi cinematogra ci, case discogra che. A volte sono grandi aziende, ma a volte no. Le strategie adottate da queste organizzazioni per la promozione dell’oggetto culturale sono diverse, ma quella che interessa a noi è quella dei gatekeepers. I gatekeepers mediali (il sottosistema istituzionale) personaggi pubblici, critici e tutto e quel segmento di stampa che copre la cultura e i suoi creatori. Nelle grandi aziende la pubblicità e gli u ci vendita coltivano relazioni con i media, che sono un surrogato dei consumatori. - Terzo Filtro —> (per la sassatelli) i consumatori; vengono a conoscenza di nuovi prodotti attraverso i media. Sebbene le organizzazioni produttive siano fortemente dipendenti da questa esposizione ai media e lavorino duramente per ottenerla, esse si danno anche molto da fare per evitare di averne bisogno. Da qui, escono due tipi di feedback molto importanti per le organizzazioni produttive. Il primo feedback proviene dai media e consiste di recensioni e della più generale attenzione che i media riservano ad un prodotto. Il secondo, invece, giunge dai consumatori ed è misurato dalle vendite dei biglietti, di dischi o di libri, e dalla vendita di prodotti collegati. Per le organizzazioni questi feedback sono importanti, per capire la popolarità degli artisti, l’e cacia delle compagne promozionali e le implicazioni che possono esserci per i futuri prodotti dello stesso genere. Hirsch ha sviluppato questo schema analitico speci catamente per i prodotti culturali di massa tangibili, MA con poche modi che può essere applicato anche alla cultura alta, alle idee o ad ogni altro oggetto culturale (esempio teologia). Oltre alla cultura alta, questo modello può essere esteso anche nei casi di società non industriali (esempio società africane). MERCATI CULTURALI La ricerca di Peterson sulla musica country evidenzia come i cambiamenti di mercato possano trasformare un'intera industria culturale. Originariamente, la musica country e

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