Apparato renale PDF: Funzioni, malattie, e sintomi
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Questo documento fornisce una panoramica dettagliata dell'apparato renale, trattando la sua anatomia, le funzioni principali come la produzione e l'eliminazione dell'urina. Vengono descritti i reni, gli ureteri, la vescica e l'uretra, con un'analisi dei processi di filtrazione. Il documento, in italiano, include anche un'analisi delle possibili malattie renali.
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APPARATO RENALE L'apparato urinario è l'insieme degli organi e delle strutture deputati alla produzione e all'eliminazione dell'urina. Che cos'è l'apparato urinario? L'apparato urinario, mediante la funzione dei diversi organi che lo compongono, si occupa della produzione e dell'eliminazione dell'ur...
APPARATO RENALE L'apparato urinario è l'insieme degli organi e delle strutture deputati alla produzione e all'eliminazione dell'urina. Che cos'è l'apparato urinario? L'apparato urinario, mediante la funzione dei diversi organi che lo compongono, si occupa della produzione e dell'eliminazione dell'urina. È formato dai reni, dagli ureteri, dalla vescica e dall'uretra. A cosa serve l'apparato urinario? La funzione principale dell'apparato urinario è quella di consentire la produzione e l'eliminazione dell'urina. I reni Il rene provvede principalmente alla produzione dell'urina. La loro principale funzione è quella di produrre l’urina. Nel corpo umano i reni sono due e sono posizionati ai lati della colonna vertebrale, tra l'undicesima vertebra toracica e la seconda- terza lombare. Il rene destro si trova sotto il fegato, il sinistro dietro la milza (le due aree in cui si trovano sono note come "fosse lombari"). Lunghi circa 12 centimetri, sono caratterizzati da una forma che ricorda quella di un fagiolo; il loro peso si aggira intorno ai 110-130 grammi ciascuno. L'uretere L'uretere è il condotto che consente il passaggio dell’urina dai reni alla vescica urinaria. Presente in ciascuno dei due reni, è un dotto muscolo-mucoso che può idealmente essere suddiviso in una porzione addominale e una pelvica. I due ureteri sono situati ai lati della colonna vertebrale, verticalmente, e hanno un diametro che misura circa un centimetro, mentre la lunghezza è di circa 25-30 centimetri. All’interno sono protetti da una parete mucosa che entra in contatto con l’urina; tale parete è, a sua volta, avvolta da una tonaca muscolare che, grazie alle contrazioni, fa uscire l’urina dalla vescica. Ogni uretere presenta nella sua estremità inferiore, nell'area di sbocco nella parete della vescica, una valvola che permette all'urina di riversarsi nella vescica ma che le impedisce il percorso inverso, ostacolando il ritorno verso i reni. L'uretra L'uretra è il canale che mette in comunicazione la vescica con l'orifizio (meato) uretrale. È caratterizzata da funzioni e morfologie diverse nei due sessi: se, infatti, nella donna la sua unica funzionalità è quella di permettere l'espulsione dell'urina al di fuori dell'organismo, nell'uomo è invece deputata, oltre che al trasporto dell'urina verso l'esterno del corpo, anche al trasporto dello sperma. Il diametro medio di questo condotto è di circa 10 millimetri sia nell'uomo sia nella donna; la lunghezza, invece, varia in maniera significativa nei due sessi. La vescica urinaria La vescica urinaria, dalla forma simile a una sfera, raccoglie l'urina prodotta dai reni. Riceve i due ureteri (ovvero i condotti che trasportano l'urina dai reni alla vescica) ed espelle l'urina attraverso l'uretra. La vescica urinaria è collocata diversamente nella donna e nell'uomo: nell'organismo femminile si trova sotto il peritoneo, davanti all'utero, mentre nell'organismo maschile è collocata al di sopra della prostata e anteriormente al retto. L’apparato urinario svolge diverse funzioni, tra le quali si distinguono: Escrezione o funzione emuntoria, essendo adibito all’allontanamento dal circolo ematico dei prodotti di scarto del metabolismo (acido urico, urea, creatinina ecc); Regolazione del volume ematico e della pressione, i reni regolano il volume del fluido corporeo extracellulare producendo un grande o uno scarso volume di urina; Normalizzazione della concentrazione di soluti nel sangue, i reni intervengono nella regolazione della concentrazione della maggior parte degli ioni e di soluti come l’urea; Regolazione del pH del fluido extracellulare, i reni secernono quantità variabili di H+ concorrendo a tale funzionalità; Stimolazione della produzione di globuli rossi, attraverso la produzione di eritropoietina da parte dei reni; Attivazione della sintesi di vitamina D, i reni controllano i livelli del calcio nel sangue regolando l’attivazione della genesi della vitamina D. RENI Struttura funzionale dei reni L’unità funzionale ed istologica del rene è il nefrone. Specificamente, in ciascun rene ci sono circa 1.3 milioni di nefroni. Ciascun nefrone è costituito da due componenti di base: un corpuscolo renale e un sistema di tubuli a loro volta costituiti da: tubulo prossimale, ansa di Henle, tubulo distale e dotto reuniente. Ciascuna porzione del nefrone svolge un compito specifico. In generale: Il corpuscolo renale filtra il sangue; Il tubulo prossimale reintroduce nel sangue le sostanze filtrate; L’ansa di Henle contribuisce a preservare acqua e soluti; Il tubulo distale elimina dal sangue ulteriori elementi di scarto. Quindi, il fluido presente nel tubulo distale si svuota in un dotto collettore, che trasferisce l’urina formatasi dalla corticale verso la papilla renale. In prossimità della papilla diversi dotti collettori confluiscono in un tubulo di calibro maggiore chiamato dotto papillare che si apre nel calice minore. Corpuscolo renale, tubulo prossimale e quello distale sono localizzati nella corticale, mentre tubuli collettori, parte dell’ansa di Henle ed i dotti papillari si trovano nella midollare. Produzione dell’urina nell’apparato urinario Il rene è deputato alla regolazione della composizione dei liquidi corporei. Tale organo estrae le sostanze dal sangue per rimuoverle con le urine o reintrodurre in circolo. I tre più importanti processi alla base della produzione di urina sono tre: la filtrazione, il riassorbimento e la secrezione. → La filtrazione si verifica quando la pressione ematica forza l’acqua ed altre piccole molecole fuori dai capillari glomerulari nella capsula di Bowman in maniera non selettiva, formando un liquido detto filtrato; → Il riassorbimento consiste nella reintroduzione di acqua e di alcune sostanze filtrate nel sangue da parte del nefrone. Difatti, la maggior parte dell’acqua e dei soluti utili filtrati viene reintrodotta nel sangue mentre il filtrato, costituito da sostanze di scarto o in eccesso ed una piccola quantità di acqua, forma le urine. In particolare, alcuni soluti hanno una concentrazione maggiore nelle urine rispetto al sangue, a causa di un processo di secrezione. → la secrezione tubulare è il trasporto attivo di soluti dal sangue nel filtrato da parte del nefrone. Dunque, l’urina è formata dai soluti filtrati direttamente dal sangue e secreti direttamente nel nefrone, meno i soluti e l’acqua riassorbiti. Membrana di filtrazione La membrana di filtrazione o di ultrafiltrazione, localizzata nel corpuscolo renale all’interno della corticale, è una struttura specializzata che filtra il sangue. In particolare, essa impedisce alle cellule del sangue ed alle proteine di lasciare il sangue, mentre lo consente ad altri componenti. La barriera di filtrazione è costituita da vari elementi: Capillari glomerulari fenestrati con pori di 600 – 100 mm; Membrana basale tra le pareti dei capillari e lo strato viscerale della capsula di Bowman; Podociti dello strato viscerale della capsula di Bowman. La filtrazione avviene grazie alla pressione sanguigna che spinge nello spazio capsulare fluidi e soluti disciolti. L’ultrafiltrato che si produce è molto simile al plasma ma privo delle proteine plasmatiche. Specificamente, l’endotelio dei capillari è fenestrato e presenta pori del diametro di 60 – 100 nm che permettono il passaggio di soluti, ma non consentono il passaggio delle cellule del sangue. Oltre ai rifiuti metabolici, il filtrato contiene altre sostanze organiche come glucosio, acidi grassi, aminoacidi e vitamine. Tutte queste sostanze potenzialmente utili per l’organismo, vengono riassorbite a livello del tubulo contorto prossimale. Riassorbimento tubulare Il riassorbimento tubulare è il recupero di acqua e di soluti filtrati dal sangue attraverso il corpuscolo renale. Quasi tutta l’acqua ed i soluti vengono reimmessi rapidamente nel sangue attraverso i tubuli renali e, per questo, le tossine vengono immediatamente rimosse dalla circolazione. In particolare, il filtrato passa dal lume della capsula di Bowman al tubulo contorto prossimale, all’ansa di Henle e al tubulo contorto distale, quindi nei tubuli collettori. Durante questo passaggio molte sostanze vengono riassorbite con meccanismi differenti. Difatti, il riassorbimento tubulare può avvenire mediante: Diffusione; Diffusione facilitata; Trasporto attivo; Cotrasporto; Osmosi. I sali inorganici, le molecole organiche e circa il 99% del volume filtrato, lasciano il nefrone ed entrano nel liquido interstiziale. Specificamente, poiché nei capillari peritubulari la pressione è molto bassa, queste sostanze penetrano a tale livello e fluiscono attraverso le vene renali per immettersi nella circolazione sistemica. Tramite un processo osmotico l’acqua segue questi soluti riassorbiti. La piccola quantità di filtrato che non viene riassorbita (circa l’1%) che forma l’urina contiene urea, acido urico, creatinina, ioni potassio ed altre sostanze. Secrezione tubulare La secrezione tubulare è lo spostamento dal sangue di sostanze non filtrate, prodotti metabolici tossici, farmaci o molecole non prodotte normalmente dall’organismo nel filtrato. Tale processo può essere attivo o passivo. Per esempio, tra le sostanze secrete passivamente vi è l’ammoniaca, un prodotto tossico del metabolismo delle proteine che viene prodotto quando le cellule epiteliali del nefrone rimuovono gruppi amminici dagli amminoacidi. Invece, gli ioni idrogeno, gli ioni potassio, la penicillina e l’acido para-aminoippurico (il cui dosaggio urinario è indicativo della funzionalità renale), sono tra le sostanze secrete attivamente. Regolazione della concentrazione e del volume dell’urina nell’apparato urinario L’urina può essere molto diluita o molto concentrata e può essere prodotta in grande o piccola quantità. La concentrazione ed il volume dell’urina sono regolati da meccanismi che preservano l’osmolarità ed il volume dei fluidi extracellulari in limiti definiti. Il riassorbimento del filtrato a livello dei tubuli contorti prossimali e della branca discendente dell’ansa di Henle è obbligatorio e quindi resta relativamente costante. Però, in corrispondenza dei tubuli contorti distali e dei dotti collettori è strettamente regolato. Difatti, se: l’omeostasi richiede l’eliminazione di grossi volumi di urine diluite, il filtrato diluito può passare nei tubuli distali e nei dotti collettori senza subire modificazioni sostanziali della sua concentrazione; l’acqua deve essere conservata per mantenere l’omeostasi, vi sarà la produzione di scarse quantità di urina molto concentrata. La regolazione della concentrazione e del volume delle urine coinvolge meccanismi ormonali, l’autoregolazione ed il sistema nervoso autonomo. Meccanismi ormonali coinvolti nell’apparato urinario I due principali meccanismi ormonali coinvolti nella regolazione della concentrazione e del volume dell’urina sono il sistema ormonale renina – angiotensina – aldosterone e l’ormone antidiuretico (ADH). Ciascun meccanismo è attivato da stimoli diversi, ma agiscono in parallelo per regolare l’omeostasi. Il primo sistema annoverato è più sensibile ai cambiamenti della pressione sanguigna, mentre l’ADH è più sensibile ai cambiamenti dell’osmolarità del sangue. RENI I reni sono organi a forma di fagiolo e rivestono un ruolo fondamentale nelle vie urinarie. Ciascun rene misura circa 12 centimetri di lunghezza e pesa circa 150 grammi. Ne è presente uno su ciascun lato della colonna vertebrale, immediatamente dietro la cavità addominale, che contiene gli organi digestivi. Entrambi i reni ricevono il sangue da un ramo dell’aorta, denominato arteria renale. Il sangue scorre dall’arteria renale in vasi sempre più piccoli, sino alle arteriole. Dalle arteriole, il sangue passa nei glomeruli, “gomitoli” di vasi microscopici che vengono denominati capillari. Il sangue fuoriesce da ogni glomerulo attraverso un’arteriola, collegata a una piccola vena. Le piccole vene si uniscono sino a formare un’unica grande vena renale, che drena il sangue da ciascun rene. I nefroni sono unità microscopiche che, filtrando il sangue, producono urina. Ciascun rene contiene circa un milione di nefroni. Ogni nefrone contiene un glomerulo circondato da una struttura di forma sferica e dalle pareti sottili (capsula di Bowman). Il nefrone è dotato inoltre di un tubicino (tubulo) che drena il liquido (che poi diventa urina) dall’interno della capsula di Bowman (spazio di Bowman). Ogni tubulo è composto da tre parti connesse tra loro: il tubulo contorto prossimale, l’ansa di Henle e il tubulo contorto distale. Una terza parte del nefrone è rappresentata da un dotto di raccolta del liquido in arrivo dal tubulo. Una volta che il liquido lascia il dotto di raccolta, è considerato urina. I reni sono costituiti da una parte esterna (corticale) e una interna (midollare). Tutti i glomeruli sono localizzati nella parte corticale, mentre i tubuli sono presenti sia nella regione corticale sia in quella midollare. L’urina passa dai dotti collettori di molte migliaia di nefroni in una struttura caliciforme (calice). Ciascun rene possiede diversi calici, che confluiscono tutti in un unico bacinetto centrale (pelvi renale). L’urina passa dalla pelvi di ciascun rene nell’uretere. Funzioni dei reni Tutte le funzioni normalmente svolte dai due reni possono essere svolte adeguatamente da un unico rene sano. Alcune persone nascono con un unico rene e altre scelgono di donarne uno per il trapianto a un’altra persona con insufficienza renale. In altri casi, un rene può rimanere gravemente compromesso in seguito a una malattia o trauma. La funzione principale dei reni è: mantenere l’equilibrio corretto tra acqua e sali minerali (inclusi gli elettroliti) nell’organismo. Altre funzioni renali sono: Filtrare ed eliminare i prodotti di scarto derivanti dall’elaborazione del cibo, dei farmaci e delle sostanze nocive (tossine) Regolazione della pressione arteriosa Secrezione di taluni ormoni Equilibrio elettrolitico e idrico Per continuare a vivere è necessario consumare regolarmente acqua. Altra acqua viene prodotta dall’elaborazione del cibo consumato (metabolismo). Se la quantità di acqua ingerita non corrisponde a un’eguale quantità eliminata, l’acqua si accumula rapidamente, causando malattie e perfino la morte. Una quantità eccessiva di acqua provoca la diluizione degli elettroliti nel corpo, mentre al contrario un deficit di acqua li concentra. Gli elettroliti organici devono essere mantenuti a concentrazioni molto precise. I reni regolano e aiutano a mantenere il bilanciamento corretto tra acqua ed elettroliti. Il sangue entra in un glomerulo a pressione elevata. La maggior parte della componente liquida del sangue viene filtrata attraverso i piccoli pori del glomerulo, tralasciando le cellule ematiche e la maggior parte delle molecole più grandi, come le proteine. Il liquido chiaro e filtrato entra nello spazio di Bowman e passa nel tubulo che parte dalla capsula di Bowman. Nei soggetti adulti sani, i tubuli renali filtrano circa 180 litri di liquidi ogni giorno. La quasi totalità di questi liquidi (e degli elettroliti in essi contenuti) viene riassorbita dal rene. Solo l’1,5%-2% dei liquidi circa viene escreto attraverso l’urina. Affinché si verifichi il riassorbimento, parti diverse del nefrone sono impegnate attivamente nella secrezione e nel riassorbimento di diversi elettroliti che trasportano l’acqua, mentre altre parti del nefrone variano la loro permeabilità all’acqua in modo da consentire a una quantità minore o maggiore di inserirsi nuovamente in circolo. I dettagli di tali processi sono piuttosto complicati. La maggior parte di sodio, acqua, glucosio e le altre sostanze filtrate vengono in gran parte riassorbite nel tratto iniziale del tubulo (il tubulo contorto prossimale) e reimmesse nel sangue. Nella parte successiva del tubulo (l’ansa di Henle) avviene lo scambio di sodio, potassio e cloro (riassorbimento). Il liquido rimanente viene perciò fortemente diluito. Il liquido diluito passa attraverso la porzione successiva del tubulo (il tubulo contorto distale), dove avviene lo scambio tra la maggior parte del sodio residuo da una parte e potassio e acido dall’altra. Il liquido proveniente dai tubuli di diversi nefroni passa nel dotto collettore. Qui, il liquido può proseguire con la stessa diluizione o l’acqua può essere assorbita dal liquido ed essere reimmessa in circolo, rendendo l’urina più concentrata. Il riassorbimento dell’acqua è regolato dall’ormone antidiuretico (prodotto dall’ipofisi) e da altri ormoni. Questi ormoni aiutano a regolare la funzionalità renale e a controllare la composizione dell’urina, in modo da mantenere l’equilibrio elettrolitico. Filtrazione ed escrezione Durante il metabolismo del cibo si creano determinati prodotti di scarto che devono essere eliminati dal corpo. L’urea è uno dei principali prodotti di scarto derivanti dal metabolismo delle proteine. L’urea scorre liberamente attraverso il glomerulo nel liquido tubulare e, poiché non viene riassorbita, passa nell’urina. Anche altre sostanze indesiderate, come i prodotti di scarto metabolici quali acidi e molte altre tossine e farmaci, vengono secreti attivamente nell’urina dalle cellule del tubulo renale (conferendo all’urina il suo odore caratteristico). Regolazione della pressione arteriosa Un’altra funzione renale consiste nel contribuire alla regolazione della pressione arteriosa corporea, mediante l’escrezione del sodio in eccesso. Nel caso in cui venga eliminata una quantità insufficiente di sodio, la pressione arteriosa tende ad aumentare. Inoltre, i reni contribuiscono alla regolazione della pressione arteriosa producendo un enzima chiamato renina. Quando la pressione arteriosa scende al di sotto dei livelli normali, i reni liberano renina nel torrente ematico, attivando quindi il sistema renina-angiotensina-aldosterone, che determina un aumento della pressione arteriosa. I reni producono anche urotensina, che induce la costrizione dei vasi sanguigni contribuendo all’aumento della pressione arteriosa. Un soggetto con insufficienza renale presenta una ridotta capacità di regolare la pressione arteriosa e tende a essere iperteso. Secrezione di ormoni Mediante la secrezione ormonale, i reni contribuiscono alla regolazione di altre importanti funzioni, come la produzione di globuli rossi, la crescita e il mantenimento delle ossa. I reni producono un ormone, chiamato eritropoietina, che stimola la produzione di globuli rossi nel midollo osseo. Il midollo osseo a sua volta rilascia i globuli rossi nel flusso sanguigno. Lo sviluppo e il mantenimento di uno scheletro sano è un processo complesso che dipende da diversi organi e apparati dell’organismo, compresi i reni. I reni contribuiscono alla regolazione dei livelli di calcio e fosforo, minerali fondamentali per la salute ossea. Lo fanno convertendo la forma inattiva della vitamina D, prodotta a livello cutaneo e presente anche in molti alimenti, in una forma attiva di vitamina D (calcitriolo) che funge da ormone per la stimolazione dell’assorbimento di calcio e fosforo da parte dell’intestino tenue. Pressione alta e reni: qual è il legame? Pressione arteriosa e reni sono legati a doppio filo: i reni controllano la pressione sanguigna e regolano il volume circolante (regolando l’eliminazione di acqua e sodio), la vasodilatazione e la vasocostrizione, determinando così rispettivamente l’abbassamento e l’innalzamento pressorio. D’altra parte, anche l’elevata pressione sanguigna nuoce ai reni danneggiandone i vasi sanguigni, in particolare il glomerulo, il centro della funzione renale. Quali sono i valori ideali e ogni quanto misurare la pressione Le linee guida della società europea di ipertensione (ESH) considerano la pressione arteriosa ottimale quando è minore di 120 (sistolica, o pressione massima) e 80 (diastolica, o pressione minima) mmHg. Al di sopra di 130 mmHg di massima e 85 mmHg di minima si parla di pressione 'borderline' o 'pre-ipertensione' e, superati i 140/90 mmHg, di ipertensione vera. Tali valori si riferiscono alla pressione misurata ‘fuori dalle mura domestiche’, ovvero in condizioni di normale attività giornaliera. Poiché aumenta in conseguenza di attività fisica e stress di varia natura, è consigliabile misurarla seduti e dopo almeno 10 minuti di riposo. È raccomandato per tutti misurare la pressione almeno 1 volta all’anno. Persone anziane, con familiarità per ipertensione, sovrappeso o obese, con problemi ai reni, diabetiche o che fanno una vita sedentaria, e donne che assumono estroprogestinici è importante che misurino la pressione con più frequenza. Le donne, inoltre, devono essere più attente ai loro valori pressori: durante la gravidanza, momento in cui la pressione deve essere monitorata strettamente; dopo la menopausa, visto il normale aumento dei valori in questa epoca della vita. È importante che il paziente non sottovaluti un aumento di pressione e che comunichi al proprio medico eventuali variazioni, anche repentine, o sbalzi. Come la pressione alta influisce sul funzionamento dei reni Il legame tra funzionamento dei reni e pressione è molto stretto: l’ipertensione è causa e conseguenza dell’insufficienza renale, poiché la pressione alta danneggia e indebolisce i vasi sanguigni, inclusi quelli renali. I reni, a loro volta, esercitano un controllo sulla pressione attraverso l’azione degli ormoni renina-angiotensina-aldosterone e controllano i vasi sanguigni. Quando sono danneggiati, non riescono più ad eliminare alcune sostanze di scarto e a regolare l’eliminazione di acqua e sodio, che accumulandosi aumentano ulteriormente la pressione. Si tratta quindi di un vero e proprio circolo vizioso. Quali sono le malattie renali che dipendono dall’ipertensione La pressione alta è responsabile di una malattia dei reni chiamata ‘nefroangiosclerosi’, una delle principali cause di insufficienza renale cronica in Italia e nel mondo occidentale. Si tratta di una malattia renale causata dall’ipertensione arteriosa non controllata per anni, che si verifica quando l'ipertensione cronica danneggia i piccoli vasi, i glomeruli e il tessuto tubulo-interstiziale, causando un'insufficienza renale cronica e progressiva. I sintomi a cui prestare attenzione L’insufficienza renale non dà sintomi al momento della sua comparsa, ma in alcuni pazienti possono essere evidenti edemi alle caviglie, segno che il rene non elimina l’acqua in eccesso. Altri sintomi sono: difficoltà nel controllo della pressione; debolezza e affaticamento cronico; scarsa memoria e capacità di concentrazione e irascibilità; perdita dell’appetito, nausea e vomito (nei casi più gravi); alito dall’odore sgradevole; dolore addominale, debolezza muscolare e crampi; prurito; diminuzione della quantità di urine prodotta; riduzione della libido; affanno. Anche la pressione alta è per lo più asintomatica. A volte, però, quando eccessivamente alta può causare: mal di testa; perdita di sangue dal naso; stordimento e vertigini; ronzii nelle orecchie; alterazioni della vista (ad esempio, dei punti luminosi davanti agli occhi o la visione sdoppiata); sudorazione fredda Attenzione all'alimentazione Assumere troppo sale danneggia il rene perché rende la pressione arteriosa incontrollabile.Lo studio REIN, infatti, ha dimostrato che i pazienti che consumavano quantità eccessive di sale, progredivano più velocemente verso uno stadio avanzato di malattia renale. D’altra parte, gli studi effettuati sulla dieta a basso contenuto di sale (3-5 gr al giorno) ne dimostrano inconfutabilmente i benefici in termini di normalizzazione della pressione arteriosa e quindi riduzione della terapia antipertensiva, se necessaria. Attenzione anche all’eccesso nel consumo di alcool: bere troppo aumenta la pressione arteriosa e, facendo urinare di più, altera l’equilibrio di sostanze come il sodio e il potassio, calcio e fosforo. Anche un apporto eccessivo di proteine con la dieta (sia alimentare sia per l’utilizzo di integratori proteici per fini sportivi) può causare danno renale. Anche un utilizzo sconsiderato e senza supervisione medica di integratori proteici può portare allo sviluppo di nefrite interstiziale ed insufficienza renale cronica. Come capire se i reni sono sani La malattia renale agli stadi iniziali è spesso poco sintomatica. Per indagare lo stato di salute dei reni è necessario rivolgersi al medico in modo da effettuare accertamenti mirati: la malattia renale cronica inizialmente determina prevalentemente alterazioni dei livelli di alcune molecole nel sangue e nelle urine: creatinina e urea, per esempio, prodotti di scarto del metabolismo normalmente filtrati ed eliminati dai reni, sono aumentati. Gli esami principali, utilizzati per capire quanto i reni siano in condizioni ottimali, sono: analisi delle urine, che può evidenziare molte anomalie come la presenza di sangue, di proteine e glucosio; ecografia dell’addome, utile per avere una fotografia del rene: ci dice la forma dei reni, le sue dimensioni e la sua conformazione. Inoltre, può anche identificare la presenza di una ostruzione al decorso normale delle urine come calcoli o altre problematiche. 10 regole d’oro per salvaguardare i reni 1. fai attenzione a non ingrassare, controlla il peso con l’attività fisica regolare e la dieta; 2. limita l’assunzione del sale a casa a 5 g (un cucchiaino); 3. evita i preconfezionati e arricchiti di sale e insaporitori salati; 4. mangia più frutta e verdura; 5. bevi in abbondanza, almeno 2 litri di acqua al giorno (salvo diversa indicazione dei tuoi curanti); 6. non fumare; 7. limita il consumo di alcol; 8. misura la pressione arteriosa almeno una volta all’anno (recandoti dal medico o in farmacia); 9. sottoponiti a una visita e a esami del sangue almeno una volta all’anno; 10.segui le indicazioni del medico: non modificare la terapia senza il suo consenso. Emoglobina nelle Urine - Emoglobinuria La presenza di emoglobina nelle urine, definita dal termine medico emoglobinuria, può essere la conseguenza di emolisi (rottura) dei globuli rossi a livello intravascolare (nei vasi sanguigni) o intravescicale (nella vescica urinaria). La presenza di emoglobina nelle urine non dev'essere confusa con l'ematuria, cioè con la perdita urinaria di sangue; in effetti, l'emoglobina è solo una componente dei globuli rossi, che a loro volta sono solo una delle tante parti corpuscolate del sangue. Tuttavia, entrambe le condizioni sono accumunate dalla colorazione rossastra delle urine, dato che è proprio l'emoglobina ricca di ossigeno a conferire al sangue arterioso la tipica colorazione rossa; al contrario, il sangue venoso è più scuro, perché ricco di emoglobina deossigenata. In definitiva, quindi, l'emoglobinuria non riflette necessariamente una perdita di sangue con le urine, ma solo di pigmenti ematici (emoglobina) che le colorano di rosso. Note : L'ematuria è spesso accompagnata da emoglobinuria, causata dall'emolisi dei globuli rossi contenuti nell'urina, mentre l'emoglobinuria può essere scorporata dall'ematuria, perché spesso sostenuta dai già citati fenomeni di eccessiva emolisi intravascolare. Un'altra importante precisazione è che l'escrezione di urine rossastre non è necessariamente sinonimo di ematuria o di emoglobinuria; infatti, un'urina di questo colore può semplicemente essere dovuta a una contaminazione con flusso mestruale o all'assunzione di particolari alimenti o farmaci. Per quanto detto, la presenza di emoglobina nelle urine conferisce alle stesse un colorito rosso-bruno omogeneo. Tra i vari sintomi che possono associarsi ad emoglobinuria, in relazione alla causa d'origine, ricordiamo febbre, brividi, ingrossamento della milza (splenomegalia), pallore cutaneo, tachicardia, mancanza di respiro, debolezza e itterizia. Qualche nota sull'emoglobina L'emoglobina è la componente essenziale dei globuli rossi (a cui conferisce anche il colore). La sua funzione consiste nel trasportare l'ossigeno dai polmoni ai tessuti in periferia. Quando i globuli rossi muoiono per cause fisiologiche o patologiche (emolisi), liberano nel sangue l'emoglobina che contengono, la quale viene immediatamente captata dall'aptoglobina. Il complesso che si ottiene è troppo grande per essere filtrato dai glomeruli renali, quindi viene processato e degradato per il riciclo del ferro, dalle cellule immunitarie che costituiscono il sistema reticolare-endoteliale. Tuttavia, se la quantità di emoglobina liberata nel sangue supera i 3 grammi si ha la completa saturazione dell'aptoglobina in circolo (questa proteina ha una concentrazione che va dai 50 ai 150 milligrammi per ogni decilitro di sangue). In simili circostanze, l'emoglobina libera, da composto a 4 catene peptidiche, si scinde in composti a due catene peptidiche e come tale riesce ad attraversare la barriera renale. A questo punto, le cellule epiteliali del tubulo prossimale renale processano l'emoglobina filtrata, trasformandola in ferritina ed emosiderina. Se le quantità di emoglobina sono notevoli e le capacità di assorbimento dei tubuli renali vengono superate, si ha allora passaggio di emoglobina nelle urine (emoglobinuria). Perché si Misura L'emoglobinuria si può verificare in tutte le situazioni che portano a un'improvvisa e aumentata distruzione dei globuli rossi, e alla loro eliminazione con le urine. Il più delle volte, la presenza di emoglobina nelle urine è la spia di alcune patologie che riguardano l'apparato urinario. Il primo passo per accertare le esatte cause scatenanti l'emoglobinuria consiste nell'analisi delle urine e nell'urinocoltura. Con l'ausilio dell'analisi anamnestica e la constatazione del quadro clinico (eventuali sintomi e segni presenti contemporaneamente all'emoglobinuria), il medico indirizzerà il paziente verso indagini cliniche mirate, sulla base del sospetto diagnostico. Valori normali Quando si parla di emoglobina nelle urine non esiste un vero valore di riferimento che indichi la normalità, in quanto questa non dovrebbe essere presente nelle urine di una persona sana. Valore normale: assente. Emoglobina nelle urine Alta La presenza di emoglobina nelle urine è determinata principalmente da un'anemia caratterizzata da: Produzione difettosa di globuli rossi; Ritmo troppo elevato della loro distruzione. In entrambi i casi, l'emoglobina viene liberata nel circolo ematico e, quando tale presenza diventa eccessiva e il suo smaltimento naturale diventa difficile, questa viene eliminata con le urine. Le condizioni in cui più comunemente si manifesta un'emoglobinuria sono: Avvelenamenti; Reazioni a trasfusioni di sangue incompatibile; Ustioni estese; Uso di certi farmaci (es. penicillina, cefalosporine o medicinali antiaritmici, come la chinidina, possono provocare emolisi intravascolare e passaggio di emoglobina nelle urine); Malaria; Alcune infezioni acute; Intossicazioni alimentari. Vi è, inoltre, una serie di patologie che possono essere causa di emoglobinuria. Il favismo è, per esempio, una malattia genetica caratterizzata dalla carenza dell'enzima glucosio-6-fosfato deidrogenasi. Se il paziente assume sostanze come la divicina contenuta nelle fave o alcuni farmaci, questo deficit determina la rottura dei globuli rossi con immissione in circolo dell'emoglobina, che verrà poi filtrata dai reni e precipiterà nelle urine. Inoltre, tra le possibili condizioni associate alla presenza di emoglobinuria vanno ricordate: Glomerulonefrite acuta (infiammazione acuta dei glomeruli renali); Tumori delle vie urinarie; Anemia falciforme; Morbo di Cooley; Sindrome emolitico-uremica; Malfunzionamento di protesi valvolare cardiaca; Esposizione al piombo; Calcolosi renale; Insufficienza renale cronica; Carcinoma renale; Coagulazione intravasale disseminata (CID); Porpora trombotica trombocitopenica; Tubercolosi delle vie urinarie. Emoglobinuria in gravidanza In gravidanza, può essere normale riscontrare tracce di emoglobina, come pure di sangue nelle urine, che possono dipendere da cistite. Tuttavia, se i valori aumentano considerevolmente potrebbe essere sintomo di gestosi. Emoglobina nelle urine nelle sindromi cliniche In altri casi, l'emoglobina compare nelle urine periodicamente, nel quadro di sindromi cliniche come: Emoglobinuria da sforzo o da marcia: si manifesta per cause sconosciute dopo sforzi fisici intensi e prolungati, esercitati in posizione eretta. Predisposti a sviluppare tale condizione sono gli atleti che praticano la marcia e la corsa, e coloro che lavorano per un periodo prolungato, affrontando attività professionali impegnative dal punto di vista fisico (es. uso di un martello pneumatico). L'emoglobinuria da sforzo o da marcia può comparire soprattutto se tali attività si svolgono in condizione di disidratazione. Ad ogni modo, tale condizione ha carattere benigno e il fenomeno tende a scomparire spontaneamente. Emoglobinuria parossistica da freddo: la crisi emoglobinurica si ha in seguito all'esposizione del corpo, o di una sua parte, a basse temperature. Tale condizione è spesso correlata a un'infezione luetica, ma può essere idiopatica o dipendere da altre infezioni, virali e batteriche. L'emoglobinuria parossistica da freddo è dovuta alla presenza nel plasma di una particolare sostanza, l'emolisina, che a basse temperature si lega con i globuli rossi ed esplica la sua attività emolitica a 37°C. Emoglobinuria parossistica notturna: malattia genetica chiamata così per il fatto che è strettamente collegata al sonno, per cui le urine emesse al mattino sono scure al risveglio per la presenza di emoglobina. La condizione è associata a un difetto acquisito dei globuli rossi, che li rende maggiormente suscettibili a fattori diversi (quale probabilmente la modificazione del pH del sangue che si ha durante il sonno). La malattia esordisce in modo insidioso, per lo più in soggetti di giovane età, e può essere aggravata da infezioni, trasfusioni di sangue, interventi chirurgici e diversi tipi di farmaci. L'evoluzione è cronica e lenta, e la gravità delle manifestazioni si diversifica da caso a caso. Possibili sintomi associati In presenza di emoglobinuria, le urine presentano un colore che va dall'amaranto al bruno, in rapporto alla concentrazione proporzionale di due pigmenti: l'ossiemoglobina (di colore rosso vivo) e la metaemoglobina (rosso-bruna). A questo fenomeno si può accompagnare o meno una serie di altri sintomi, che saranno correlati alla patologia scatenante l'emoglobinuria, come: Cefalea; Malessere generale; Senso di prostrazione; Febbre; Brividi; Pallore cutaneo; Ingrossamento della milza (splenomegalia); Tachicardia; Respiro corto o difficile; Dolori all'addome ed agli arti inferiori L'emoglobina che attraversa il rene può precipitare nei tubuli renali, determinando gravi alterazioni che, talvolta, sfociano in un blocco renale e nell'uremia. Emoglobina Bassa Di norma, l'emoglobina non è presente nelle urine. Per tale motivo, anche una bassa concentrazione deve indurre all'esecuzione di ulteriori accertamenti. Riscontrare un'urina rossastra, comunque, non deve subito creare allarme, in quanto può dipendere dall'assunzione di alcuni medicinali o di determinati cibi. La presenza di emoglobina va approfondita mediante esame citologico delle urine. In pratica, si effettua un esame microscopico delle cellule emesse con le urine, dopo aver effettuato un particolare procedimento che viene detto “colorazione panottica”. Preparazione Per la valutazione dell'emoglobina nelle urine è necessario raccogliere una piccola quantità delle urine del mattino, a digiuno, dopo aver effettuato un'accurata igiene intima e dopo aver lasciato andare la primissima emissione (che può contenere i germi presenti all'esterno dell'apparato urinario). Nel caso delle donne, è bene effettuare l'esame lontano dal periodo mestruale. Le urine vanno raccolte in un contenitore sterile, che va richiuso accuratamente subito dopo e portato in laboratorio entro un breve periodo di tempo. Interpretazione dei Risultati In presenza di emoglobinuria, è sempre bene rivolgersi al proprio medico, così da individuarne la causa e predisporne la cura. Cause di emoglobina nelle urine Il riscontro di emoglobina nelle urine, assente in condizioni normali, è la tipica conseguenza di processi emolitici (distruzione dei globuli rossi), che liberano in circolo l'emoglobina contenuta nelle emazie lese. Quando le concentrazioni di tale pigmento raggiungono livelli particolarmente elevati - tali da saturare l'aptoglobina, i sistemi di recupero e smaltimento del sistema reticolo endoteliale, e le capacità di riassorbimento del tubulo prossimale - l'emoglobina passa nelle urine. Tra le cause più frequenti di emoglobinuria ricordiamo: Glomerulonefrite acuta; Ustioni estese; Tumori renali; Malaria; Emoglobinuria parossistica notturna; Pielonefriti; Infarto renale; Anemia falciforme; Tubercolosi del tratto urinario; Anemia emolitica autoimmune; CID (coagulazione intravasale disseminata); Sindrome emolitica uremica; Reazioni a trasfusioni di sangue incompatibili; Anemie immunoemolitiche da farmaci (ad esempio a metil-dopa o a penicillina); Emoglobinuria da freddo; Favismo; Protesi valvolare cardiaca malfunzionante; Sforzi fisici intensi e prolungati (emoglobinuria da sforzo, tipica ad esempio di podisti, marciatori e di chi fa lungo uso di martello pneumatico). La terapia dell'emoglobinuria è essenzialmente eziologica, cioè rivolta al trattamento delle sue cause d'origine. MALATTIE APPARATO RENALE Le malattie renali sono le condizioni morbose che alterano l'anatomia e la funzione dei reni, due organi fondamentali per la buona salute dell'essere umano. Malattie RenaliL'elenco delle possibili cause di malattia renale è ampio e comprende: batteri, virus, parassiti, malattie autoimmuni sistemiche, il diabete mellito, tumori, diete errate, l'insufficienza epatica, patologie genetiche e la grave disidratazione. Tra le principali e più diffuse malattie renali, meritano sicuramente una citazione: i calcoli renali, la pielonefrite, la glomerulonefrite, la sindrome nefrosica, la nefropatia diabetica, il rene policistico, l'idronefrosi, l'insufficienza renale e il tumore al rene. Poiché molte malattie renali causano i medesimi sintomi e segni, la loro corretta identificazione impone il ricorso a diversi esami diagnostici. Breve richiamo anatomico e funzionale dei reni In numero di due, i reni sono gli organi che, insieme alle vie urinarie, costituiscono il cosiddetto apparato urinario o apparato escretore, il cui compito è produrre ed eliminare le urine. Rappresentanti le strutture principali del suddetto apparato, i reni risiedono nella cavità addominale – per la precisione ai lati delle ultime vertebre toraciche e delle prime vertebre lombari – sono simmetrici e possiedono una forma molto simile a quella di un fagiolo. Figura (di un rene e ingrandimento di un nefrone): un rene umano con le sue componenti principali (pelvi renale, corteccia renale, midollare renale ecc.). L'ingrandimento a destra riporta il nefrone, che è l'unità funzionale dei reni, ossia la più piccola struttura in grado di svolgere tutte le funzioni dell'organo. Tra i vari elementi di un nefrone, meritano una citazione particolare i tubuli prossimale e distale, il glomerulo, la capsula di Bowman, l'ansa di Henle e il dotto collettore. FUNZIONE DEI RENI I reni ricoprono diversi funzioni; tra queste, le più importanti sono: Filtrare le sostanze di rifiuto, quelle dannose e quelle estranee, presenti nel sangue, e convertirle in urina; Regolare gli equilibri idro-salini del sangue; Regolare gli equilibri acido-base del sangue. Come i lettori avranno notato, le funzioni renali sono strettamente legate al sangue; quest'ultimo proviene ai reni dall'arteria renale e ritorna al sistema venoso attraverso la vena renale, la quale, poi, confluisce nella cosiddetta vena cava. Cause L'elenco delle possibili cause delle malattie renali è particolarmente lungo e comprende: agenti infettivi batterici o virali, parassiti, malattie autoimmuni sistemiche, alterazioni del genoma di carattere ereditario, tumori, una dieta errata (es: scarso apporto di fluidi, abuso del sale da cucina ecc.), il diabete mellito, malattie di cuore, l'insufficienza epatica, la disidratazione grave, alcuni farmaci, l'ipertensione, sostanze tossiche/nocive (cocaina, alcol o metalli pesanti) ecc. Sintomi Moltissime malattie renali, anche quando dipendono da cause estremamente diverse, producono sintomi e segni analoghi. Un elenco dei sintomi e segni che accomunano tipicamente numerose malattie renali è presente nella tabella sottostante. Difficoltà a urinare (disuria); Vomito; Urine maleodoranti; Stato confusionale; Urine torbide; Febbre Bisogno di urinare alla notte (nicturia); Accumulo di sostanze azotate nel sangue (uremia); Mancata emissione di urina (anuria); Perdita di peso; Bisogno di urinare spesso; Prurito cutaneo; Dolore ai reni; Edema alle gambe, alle caviglie, ai piedi, alle mani e al viso; Dolore a un fianco; Sangue nelle urine (ematuria); Dolore addominale; Ipertensione; Presenza di proteine nell'urina (proteinuria); Schiuma nelle urine; Nausea; Debolezza e affaticamento Diagnosi Tra gli esami che permettono la diagnosi delle malattie renali, figurano: L'esame obiettivo; L'anamnesi; L'esame delle urine (o analisi delle urine); Gli esami del sangue; L'ecografia addominale; La risonanza magnetica nucleare dell'addome; La TAC addominale; La pielografia endovenosa; L'arteriografia renale; La biopsia renale. Esempi Le malattie renali sono numerose; tra queste, le più note e diffuse al Mondo sono: I calcoli renali → I calcoli renali sono piccoli aggregati di consistenza dura, simili a sassolini, che si formano nei reni o lungo le vie urinarie, per effetto dell'anomala precipitazione dei sali minerali contenuti tipicamente nelle urine. Spesso legati a una dieta incongrua (es: troppo sale e/o scarso apporto di acqua), e a una certa predisposizione genetica, i calcoli renali possono essere sia sintomatici che asintomatici. In medicina, i calcoli renali sono anche noti come nefrolitiasi. La pielonefrite → La pielonefrite è l'infiammazione della cosiddetta pelvi renale o bacinetto renale. Esistente sia in forma acuta che in forma cronica, la pielonefrite è tipicamente dovuta ad alcuni batteri; tra questi batteri, i più importanti sono Escherichia coli, Klebsiella, Proteus ed Enterococcus. Una grave pielonefrite può compromettere le funzioni dei reni al punto da causare perfino la morte dell'individuo interessato. La glomerulonefrite → La glomerulonefrite è l'infiammazione dei glomeruli renali. Dovuta generalmente a malattie autoimmuni di tipo sistemico, la glomerulonefrite è responsabile di una riduzione marcata e patologica delle capacità filtranti dei glomeruli renali coinvolti. La sindrome nefrosica → La sindrome nefrosica è la condizione medica che deriva da un serio danno a carico dei glomeruli del nefrone e che ha tre tipiche conseguenze: proteinuria, riduzione delle proteine nel sangue e comparsa di edemi in più punti del corpo (viso, caviglia, piedi e addome). La nefropatia diabetica → Rappresentante una delle complicanze a lungo termine del diabete mellito, la nefropatia diabetica è una malattia renale, che comporta un danno a carico della vasta rete di capillari costituenti i glomeruli renali. Quando è severa, una malattia come la nefropatia diabetica può degenerare in sindrome nefrosica e/o glomerulosclerosi, le quali a loro volta possono sfociare in insufficienza renale. Il rene policistico → Il rene policistico è una malattia genetica, di tipo ereditario, che si caratterizza per la sostituzione del normale tessuto renale (parenchima renale) con una serie di cisti. In altre parole, i malati di rene policistico possiedono uno o entrambi i reni ricoperti da cisti, al posto del parenchima renale. Chiaramente, nel rene polistico, la presenza delle cisti, abbinata all'assenza del normale tessuto renale, compromette seriamente le funzioni del o dei reni interessati. L'idronefrosi → I medici chiamano idronefrosi la particolare patologia dei reni in cui la pelvi renale e i calici renali subiscono una dilatazione e un rigonfiamento anomali, per effetto di un accumulo insolito di urina al loro interno. A causare idronefrosi è generalmente un impedimento al normale flusso delle urine all'interno delle vie urinarie; tale impedimento può dipendere da un blocco interno alle vie urinarie (es: calcoli renali) oppure da una compressione esterna delle vie urinarie (es: tumore alla prostata, negli uomini, o gravidanza, nelle donne). L'insufficienza renale, la quale si suddivide nella forma acuta e nella forma cronica → Insufficienza renale è il termine medico che indica una grave incapacità da parte dei reni di adempiere correttamente alle proprie funzioni. Le persone che soffrono di insufficienza renale necessitano di cure immediate e appropriate; in caso contrario, infatti, sono destinate a morire nel giro di breve tempo. Esistono due forme di insufficienza renale: l'insufficienza renale acuta (o blocco renale) e l'insufficienza renale cronica. A distinguere queste due forme di insufficienza renale sono: - La velocità con cui i reni perdono le proprie capacità funzionali. Nell'insufficienza renale acuta, la perdita funzionale è improvvisa e repentina; nell'insufficienza renale cronica, invece, la perdita funzionale è graduale (può avvenire in mesi o anni) e progressiva; - La curabilità. Mentre l'insufficienza renale acuta è potenzialmente reversibile, l'insufficienza renale cronica è incurabile; - Le cause. L'insufficienza renale acuta è dovuta a cause diverse dall'insufficienza renale cronica. Cause di insufficienza renale acuta: - Condizioni che rallentano o bloccano il flusso di sangue diretto ai reni. -Infarto del miocardio -Malattie di cuore -Insufficienza epatica -Assunzione inadeguata di aspirina, ibuprofene, naproxene e altri farmaci simili; -Reazioni allergiche -Ustioni gravi -Disidratazione grave -Emorragie gravi -Assunzione inadeguata di farmaci per la riduzione della pressione sanguigna (farmaci ipotensivi) - Condizioni o eventi che recano un danno diretto ai reni. Coaguli sanguigni nelle arterie o nelle vene dei vasi sanguigni renali Depositi di colesterolo nei vasi sanguigni renali. Glomerulonefrite Sindrome emolitica-uremica Infezioni a carico dei reni Lupus eritematoso sistemico Assunzione di sostanze farmacologiche o usate in ambito medico, quali per esempio i chemioterapici, gli antibiotici, i liquidi di contrasto per gli esami di diagnostica per immagini e l'acido zoledronico; Mieloma multiplo Sclerodermia Porpora trombocitopenica trombotica Intossicazioni da alcol, cocaina o metalli pesanti Vasculite - Condizioni che bloccano il flusso di urina all'interno degli organi e delle strutture dell'apparato escretore. Tumore alla vescica Coaguli sanguigni nelle vie urinarie Tumore della cervice uterina Cancro del colon; Ipertrofia prostatica benigna Calcoli renali Tumore alla prostata Danneggiamento delle strutture nervose che controllano la vescica Cause di insufficienza renale cronica: - Diabete di tipo 1 - Diabete di tipo 2 - Ipertensione - Glomerulonefrite - Nefrite interstiziale - Rene policistico - Ostruzione prolungata a livello delle vie urinarie - Reflusso vescico-ureterale - Infezioni renali (es: pielonefrite). Il tumore al rene → Il tumore al rene è il risultato di un processo neoplastico di natura benigna o maligna, che ha inizio in una cellula dei reni. Tra i fattori di rischio del tumore al rene, figurano: l'obesità, il fumo di sigaretta, alcune malattie genetiche ereditarie (es: sclerosi tuberosa, sindrome di Von Hippel-Lindau), l'esposizione ad alcuni inquinanti chimici (es: asbesto, cadmio o benzene) e alcune gravi malattie renali (insufficienza renale cronica).