Antropologia Filosofica PDF - Alessandro Lombardi, Università Cattolica
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Università Cattolica del Sacro Cuore
2023
Alessandro Lombardi
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Summary
Questo documento è un appunto del corso di Antropologia Filosofica tenuto da Alessandro Lombardi all'Università Cattolica nell'anno accademico 2023/2024. Il contenuto tratta prospettive classiche e moderne sull'antropologia, con riferimenti a filosofi come Kant, Eraclito e Freud, oltre ad esplorare temi come soggettività umana, razionalità e la scoperta dell'America, includendo riferimenti all'arte e alla storia.
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ANTROPOLOGIA FILOSOFICA Alessandro Lombardi UNIVERSITA’ CATTOLICA anno accademico 2023/2024 Alessandro Lombardi ANTROPOLOGIA FILOSOFICA Lezione 1 à 2/10/2023 Bibliografia - Gli inganni di Pandora - Una cosa a fo...
ANTROPOLOGIA FILOSOFICA Alessandro Lombardi UNIVERSITA’ CATTOLICA anno accademico 2023/2024 Alessandro Lombardi ANTROPOLOGIA FILOSOFICA Lezione 1 à 2/10/2023 Bibliografia - Gli inganni di Pandora - Una cosa a forma di O. Lacan e l’oggetto di Ofelia - Sui diritti delle Donne - Il fascismo eterno Programma 1. Prospettiva classica: soggettività umana e razionalità 2. Prospettiva moderna: successiva alla scoperta dell’America 1492 3. Antigone 442 a.C. Sofocle – le Supplici di Eschilo. Diego Rivera 1889, muralista messicano di matrice sociopolitica contenuti progressisti e provocatori La rivoluzione messicana, iniziata nel 1911 e guidata da Emiliano Zapata e Pancho Villa, coinvolge un’ampia fetta del ceto basso messicano, costituito da lavoratori semplici e contadini che cercano di far valere i propri diritti. Negli anni Venti arrivano i primi risultati della lotta: vengono apportate riforme sociali e politiche, oltre alla garanzia di esecuzione dei principi della Costituzione. Ristabilito l’ordine nel paese, il mondo della cultura torna a respirare e a svolgere l’importante compito di istruire il popolo. In questa missione si inserisce anche Diego Rivera che, nel 1922, si schiera politicamente, iscrivendosi al Partito Comunista Messicano, apportando così un grande cambiamento nella sua produzione artistica: da quel momento le sue opere escono in piazza e sono letteralmente a disposizione di tutti. Grandi murales iniziano ad apparire sulle spoglie pareti degli edifici pubblici di Città del Messico. L’arte diviene strumento di espressione, protesta e, soprattutto, diventa una modalità espressiva che intende rivolgersi a tutti. EL LEVANTAMIENTO 1931 Racconta l’insurrezione operaia messicana e accusa la colonizzazione europea. Protagonista è la donna in primo piano che attivamente e con violenza smette di accettare la sottomissione al maschile e anzi inveisce proteggendo un uomo; Tutto ciò con un bambino piccolo in braccio DEMOS INCORONATO DA DEMOCRATIA Contesto classico, Atene Concezione univoca di mascolinità: fisico prestante, robusto, forte, rivolto ed impiegato alla guerra. Virtù / disposizione attitudinale più importante = Andreia (etimologicamente: virilità) = CORAGGIO Esibizione della propria forza = mascolinità 1 Alessandro Lombardi La poleis (collettività) premia l’Andreia offrendo cariche pubbliche. Buon condottiero è buon cittadino. DIFFERENZA GRECA TRA CONCEZIONE MASCHILE E CONCEZIONE FEMMINILE o Zumos (maschile)à ricerca e desiderio della gloria (Achille) anche in contro alla morte. Regolato dalla razionalità per non sfociare nella temerarietà à controproducente. o Malacos à molle, denominazione femminile sottolinea una mancanza strutturale e un’instabilità. Anche l’eccessiva promiscuità rende molli, si dice che svuota lo sperma. Perdersi nei meandri della vita sessuale allontana dalla capacità chiara di giudizio per occuparsi della Poleis – Aristotele. Con la scoperta dell’America si apre la strada al dibattito circa i diritti umani. 600 à Elisabetta I, non vuole sposarsi, era una donna capace di giudizio e di potere. Alla sua corte studieranno: - L’inventore della metodologia moderna Francis Bacon - Shakespeare, che scriverà Amleto (Ofelia è il personaggio chiave della tragedia, l’autore tra le righe e a livello implicito ci narra una verità femminile con un linguaggio potente e anti-egemonico. CIVETTA DI ATENA Atena dea della guerra, ed è molto strano in quanto le donne in Grecia sono molli, ma per le divinità è un altro discorso. La discriminazione di genere nell’olimpo funziona in maniera diversa. La civetta accompagna sempre Atena, e nel mito Atena viene detta glaucopide, ovvero occhi chiari, accesi e non spenti. Atena è la dea della saggezza e per questo è quella che si avvicina di più al campo filosofico. Phi = amore per la sapienza in greco. Un filosofo che ha reso famosa la civetta (chiamata anche nottola di Minerva di Atena) è Hegel che dice che la civetta inizia il suo volo solo al tramonto, al crepuscolo del sole, perché la civetta medita su cose già accadute, e le comprende. Interpreta il mondo a conti già fatti. Quindi per Hegel la filosofia serve per descrivere il mondo. Non è un caso che figlio della scuola di pensiero di Hegel è Marx, che dice che la filosofia deve arrivare a far qualcosa di concreto ovvero a far cambiare qualcosa. Marx ha una visione di filosofia Materialistica. Antropologia: antropos è l’uomo, e l’uomo dovrebbe includere anche le donne, ma sappiamo bene che non è così. Possiamo pensare ad esempio all’uomo vitruviano che dovrebbe rappresentare l’essere umano e invece no. 2 Alessandro Lombardi La parola antropologia nasce da Kant, che è un uomo che col genere umano femminile aveva qualche problema; infatti, definiva il matrimonio lo scambio reciproco delle attrazioni sessuali. Nell’ultima parte della sua vita Kant aveva anche delle allucinazioni acustiche. Sempre in questo periodo scrive un saggio sulla malattia mentale. (la discriminazione di genere non fa riferimento solo alle donne, ma a tutti quei casi di discriminazione verso qualcuno definito “diverso”. Tra queste discriminazioni abbiamo la malattia mentale) Antropologia: significa dottrina della conoscenza dell’uomo concepita sistematicamente, possiamo distinguere due tipi di antropologia: - Antropologia pragmatica: l’ essere umano viene considerato corpo soggetto alle leggi fisiche, e non viene considerato diverso dalle altre forme di animali. - L’antropologia filosofica invece distingue gli animali da tutti gli altri esseri viventi; infatti, Kant nell’essere umano distingue una caratteristica unica, il libero arbitrio, ovvero la capacità di autodeterminarsi. Infatti, le donne ora combattono per avere la capacità di autodeterminarsi, e il primo passo è il diritto al voto. Dottrina: ha dentro un verbo, docere, che significa insegnare. Quindi l’antropologia è un insieme di conoscenze che può essere insegnata e quindi può essere trafficata nel rapporto maestro – allievo. Tutta la dottrina per Kant è organizzata sistematicamente, ovvero che è organizzata secondo tutti i dettagli per cui l’essere umano viene catturato nella sua essenza. Kant dice che grazie al progresso l’essere umano può migliorare; infatti, il motto dell’illuminismo è “osa sapere” e si rivolge anche alle donne; infatti, le prime femministe sono molto dure con le proprie compagne, dicendo: “svegliatevi”. La ragione è una qualità che hanno uomini e donne e non solo uomini quindi donne bisogna svegliarsi. PREGIO: L’IDEA DI DIGNITÀ Kant associa anche il concetto di dignità, ovvero il fatto che ogni essere umano ha un valore unico, che non può essere stabilito e quindi apre al concetto di dignità. Motivo per cui Marx fa la rivoluzione al capitalismo dicendo che ormai in quel periodo pure l’uomo sta iniziando ad avere un prezzo (concetto di reificazione). Vede un rovesciamento delle persone, da essere privi di valore a cose materiale che possono avere un valore economico. La capacità di dignità ci rende liberi e togliendola ci togliamo la libertà. Il capitalismo viola la libertà umana. Kant quindi ci insegna che gli esseri umani non hanno valore, in quanto hanno una dignità. Ad un certo punto Kant ha una posizione antropocentrica, dicendo che l’uomo è un essere del tutto diverso, in grado di dignità, a differenza degli animali che sono irragionevoli. Kant essendo quindi antropocentrico mette l’uomo al centro di ogni considerazione, classificazione o schema; tutto gira in torno all’uomo. Il valore imparagonabile dell’uomo uomo sembra legittimarlo ad un comportamento utilitaristico e di sfruttamento nei confronti del pianeta e degli altri esseri viventi. L’uomo domina su 3 Alessandro Lombardi tutto il resto. Si ha quindi una netta distinzione tra ego ed eco. La posizione ecocentrica ovvero una posizione moderna è la posizione in opposizione a Kant, che risulta ad oggi molto discutibile. Posizione ecocentrica: ambiente totale, di cui l’uomo fa parte in ugual modo con gli altri esseri viventi. Kant parte anche da una presunzione di padronanza, ovvero una presunzione di coscienza (unità di coscienza, ovvero la consapevolezza che se alzo la mano sto parlando io, si chiama appunto io). Quindi Kant è fortemente credente della padronanza del nostro corpo, in quanto io sono padrone di me stesso e capace di autogovernami in maniera perfetta. Infatti, ogni uomo viene definito come una sola e medesima persona. Freud scopre una posizione rovesciata rispetto a quella Kantiana, ovvero dice che l’io non è così padrone nella sua stessa casa, in quanto è venuta la scoperta dell’inconscio. Ad esempio, il lapsus (atto mancato) è il punto di divaricazione tra coscienza e gli atti. Infatti, molte volte nel lavoro psicologico personale, si da parola all’altro io, quello interno (l’inconscio) che non parla mai. Freud: Quindi meglio tornare nella Grecia classica, infatti Socrate è considerato il primo Freudiano della storia. Socrate non fa come i sofisti che lucrano sul sapere, ma (motivo per cui viene associato ad uno psicanalista) Socrate fa uso del dialogo (ad esempio, se dobbiamo parlare del diritto, non parte a macchinetta dicendo il diritto è… Socrate inizia chiedendo ai suoi interlocutori cosa è per loro il diritto). In questo senso Socrate è molto vicino a Freud, attraverso la metodologia della domanda e grazie alla Maieutica, ovvero l’arte del tirar fuori. La domanda per essere fatta richiede una mancanza di conoscenza. Ami quello che cerchi, non quello che hai. Per amare il sapere bisogna domandare. La domanda poi destabilizza chi ascolta perché mette in crisi le proprie certezze. Lezione 2: “CONOSCI TE STESSO ” à strage Lampedusa 868 migranti 3.10.2013 à racconto di Eschilo Martedì 03.10 “Ho indagato me stesso”: Kant ad un certo punto ammette che la conoscenza arriva fino ad un certo punto. Kant dice che lui preferisce rimanere confinato nell’isola della ragione dove non c’è bisogno di uscire andando in isole dove non si sa se c’è la conoscenza. In realtà perfino nei luoghi che Kant vede come perfettamente pieni di razionalità, non sono proprio sempre così razionali. Socrate domandando arriva ad un punto in cui arriva anche Freud con i suoi pazienti, ovvero dal non sapere si arriva ad una posizione di scoprire il non sapere. 4 Alessandro Lombardi Un’altra questione è quella della morte (il fatto che ciò a cui teniamo scompare prima o poi, ci fa capire come non siamo infiniti). Infatti, per i greci in questo periodo la questione fondamentale è lo sparire nel nulla delle cose, il senso di non essere infiniti. ho indagato me stesso e alla fine non so nulla, è la posizione greca sulla razionalità , invece per Kant una volta che indago arrivo alla soluzione e alla ragione. Il bello di Socrate è che ci si può innamorare del sapere. Il gioco di Socrate è dirottare l’amore che alcuni suoi studenti provano per lui verso il sapere, perché è facile innamorarsi del maestro che ne sa di più, ma bisogna innamorarsi del sapere che è la parte difficile. Eraclito si è intestardito nello scoprire il perché il tempo scorre (il divenire) e le cose spariscono, l’uomo non ha potere contro la morte e la vive con malinconia. Ha compreso che rispetto al divenire del mondo noi non abbiamo potere (contrario rispetto a Kant). Non sappiamo bene cosa c’è dopo la morte a differenza del mondo cristiano che da un lieto fine al post mortem. Il sentimento che innesca l’indagine è scoprire quel qualcosa che mi fa star male (thauma in greco, inquietudine). Gli esseri umani hanno iniziato ad indagare per via della meraviglia, o meglio per lo stupore. È un sentimento che può passare dal felicemente ambiguo allo stupore negativo e la paura che possiamo avere di fronte a qualcosa che non conosciamo e che ci inquieta. Democrito è famoso per aver creato il primo sistema materialista (atomismo) della storia. Sa che indagando sé stessi non si arriva ad una conclusione finale, ma la sua risposta è sarcastica e molto rilassata, dicendo che visto che il destino nostro non sta in mano nostra non dobbiamo preoccuparci ma vivere in maniera rilassata (es: alla fine dovremmo morire? Democrito dice pazienza, non fa niente). Una vita umana non esaminata non merita di essere vissuta (anexetatos bios): Socrate dice davanti ai suoi accusatori che una vita non esaminata non vale la pena di essere vissuta dall’uomo. Socrate a fronte di questa frase dice che lui è disposto a morire pur di sostenerla. In questa frase e affermazione di Socrate ci sono aspetti molto Freudiani. Infatti, Freud nella società dell’inizio 900 viene visto in maniera indignata per le sue indagini, ritenute inutili e su temi inutili come il sesso e l’inconscio. Socrate grazie all’ironia trasmette ai suoi discepoli la consapevolezza che non possiamo controllare la morte: moriremo? Fa niente! LA STRADA FILOSOFICA Il precetto di Delfi impone precetti e dogmi. Dobbiamo interpretare il precetto di Delfi come qualcosa che ci accompagna. Socrate accetta il precetto e lo affianca a sé. Ovviamente questo non è l’unico modo per conoscere sé stessi ma ci sono anche il teatro ad esempio o il mito. Conoscere sé stessi , siccome viene da un oracolo, significa imparare a stare al proprio posto, accettare il limite, della mortalità. È un fatto che ci fa paura e ci inquieta ma è l’unico modo per accettare la condizione umana. 5 Alessandro Lombardi Esempio di stare al proprio posto: mito di prometeo – à il precetto di Delfi è una codificazione del dialogo tra Zeus e Prometeo nell’Eschilo, prometeo incatenato. Prometeo ruba il fuoco agli dèi portandolo agli uomini, sfrontatezza in nome della sopravvivenza umana. Zeus, iracondo con prometeo lo incatena e lascia che un aquila lo mangi. Da questo mito capiamo il concetto di stare al proprio posto. Cosa significa filosoficamente per un essere umano rispondere al precetto di Delfi? Quando noi ci mettiamo di fronte alla nostra condizione di mortalità, ovvero guardando la morte degli altri e capendo l’esistenza della morte. La morte, il sentimento di mortalità nasce dalla condizione del pudore, che viene definita la più bella paura. Aidos, la dea del pudore viene rappresentata da una donna coperta, che rappresenta appunto il pudore. Se non dobbiamo andare contro Zeus, peggio è andare contro Aidos, perché andando contro ad Aidos dea del pudore si va contro la vendetta. Perché è la più bella paura? È un grido che reagisce contro l’uso violento del corpo (motivo per cui verrà utilizzato per indicare la nudità del corpo, in quanto la nudità ci ferisce, ed essendo feriti moriamo). È una bella paura perché se io comprendo che sto facendo del male all’altro lo metto in pericolo, allora comprendo di dovermi trattenere nel pudore per non fare del male a nessun’altro. I greci ci insegnano che dentro di noi c’è una bestia e che dobbiamo controllarla. Esempio più famoso della storia, Achille, che non controlla la sua bestia interiore, come all’inizio del iliade o quando muore il suo amico Patroclo, e quindi viene inondato dal senso della vendetta. Atene non vuole più l’era della vendetta, del sangue, e della violenza; infatti, nel corso della storia inizia a punire le violenze, per tenere sotto controllo la bestia. [Platone] In punto di morte Socrate dice ai suoi discepoli solo che devono continuare a fare la cosa che hanno sempre fatto, prendersi cura degli altri e avere paura di fare del male all’altro. Se lo accettiamo il pudore avrà una figlia e si creerà la giustizia. Riassunto o Pudore: paura di fare del male all’altro o Sapere del proprio limite à angoscia di morte o Ritegno à trattenersi dal fare del male o Rispetto: soffermarsi con lo sguardo, osservare, e notare che siamo esseri umani come tutti gli altri, non c’è niente di diverso. o Giustizia 6 Alessandro Lombardi UN’INQUIETANTE PASSEGGIATA CON SOCRATE – tratto dal Fedro di Platone Fedro: mirabile amico, sembri una persona davvero strana. Assomigli ad un forestiero condotto da una guida e non ad un abitante del luogo. Non lasci la città per recarti fuori dal confine , e mi sembra che tu non esca affatto dalle mura. [Platone, Fedro] Socrate faceva quest’effetto, è una persona che ti inquieta, ma ti lascia stupito, non ti da certezze. Per questo è il primo analista della storia. Dalle domande, non ti da le risposte, ma proprio come un analista, ti fa ragionare. Fedro, ragazzo che ama scoprire, ed è esterrefatto dalla passeggiata con Socrate, che è una persona che lo mette a disagio, in quanto molto sapiente, ma osserva il paesaggio come lo vedesse per la prima volta. Infatti, è un cittadino ateniese ma la guarda come se fosse uno straniero (questione degli stranieri dei paesi) Ci si aspetta una risposta da maestro di Socrate e invece no. Socrate: perdonami carissimo (ironia). Io sono uno che ama imparare (è il biglietto da visita di Socrate); la terra e gli alberi non mi insegnano e non rispondono, nonostante siano bellissimi; invece, in città le persone mi possono insegnare molte cose nuove (Platone; Fedro). In questo passaggio si mischiano la filosofia (Socrate) e la politica (la polis). Una persona innamorata del sapere viene definita pedagogia erotica, in quanto è trasmissivo. IL PREZZO DEL DIALOGO CON SOCRATE tratto dal Menone; Platone à Menone era allievo di Socrate Stare con Socrate oltre all’imbarazzo ha pure un prezzo da pagare. Menone: stupito da Socrate è anche quasi convinto che possa essere un sofista ovvero che faccia così solo per soldi. Viene paragonato alla torpedine (animale marino che usa la scossa per immobilizzare la preda). È un commento molto duro su Socrate, in quanto sembra molto che lui amali i suoi discepoli con discorsoni e domande per poi farli pagare. Invece Socrate risponde: Socrate: Avere le affermazioni di Socrate sul sapere è molto difficile, perché a differenza di Kant che arrivava solo fino a dove poteva sapere (isola della razionalità), Socrate invece non si pone un limite e cerca di indagare. 7 Alessandro Lombardi Ecco perché fare una passeggiata con Socrate ha un prezzo da pagare, il dubbio e l’ambiguità. IL PROCESSO à 399 A.C. Nella nuova Atene, dove regnava la potenza, dopo aver sconfitto i persiani, un uomo come Socrate da fastidio, perché parla sempre e non smette di fare domande, criticando tutti, dai potenti alla democrazia. Invece potrebbe rimanere in silenzio e fare l’uomo potente. Ora Socrate ha settanta anni, e quindi perché prendersela con lui che è una vita che fa questo (fare domande) ora che ha settanta anni e non prima? Facendolo diventare martire. Socrate al processo si difenderà da solo, fatto strano visto che si facevano tutti difendere da altri. Il comportamento di Socrate al processo è come se accusasse il processo di essere una farsa, e i suoi discepoli affermano che è come se Socrate si fosse preparato una vita a questo processo. Perde solo per trenta voti e non vorrà neanche scappare, in quanto il problema per Socrate non è la morte ma è come decidi di vivere. In un certo senso questa è una sconfitta della filosofia contro la politica. CAPI DI ACCUSA CONTRO SOCRATE L’accusa avviene da Meleto, figlio di un poeta (capitava spesso che i cittadini facessero accusa contro altri. Ci si chiede se veramente Meleto ce l’avesse con Socrate, ma dalla sua arringa molto falsa non si direbbe) Sono tre: 1. Non riconosce gli dèi della città 2. Voler introdurre nuove divinità 3. Corrompe i giovani à in quanto insegna a loro ad usare la propria testa. È l’unico punto in cui Socrate prende molto male l’accusa, infatti sui primi due utilizza l’ironia, ma su questo punto Socrate si sentirà molto ferito, in quanto l’unico insegnamento che porta ai giovani è quello di essere sempre affamati di sapere. Infatti, non accetta di morire per questo punto, mentre per gli altri due si. RAGIONI NASCOSTE È un’oligarca? Quando c’è il governo dei 30 tiranni, Socrate non viene toccato e si pensa sia un oligarca. Invece lui odiava il governo dei trenta tiranni. Si è sempre difeso per Atene e per gli opliti (soldati che combattevano con la falange oplitica, con scudo e lancia. Lo scudo ha la funzione di proteggere i compagni e non sé stessi. Socrate fa la stessa cosa, affronta il processo per difendere e insegnare agli altri). Socrate resta comunque un enigma indecifrabile. Lui utilizza il suo modo ovvero l’Apragmosyne, ovvero l’inerzia politica. Gli interessa anche l’isegoria ovvero il pari accesso all’uso della parola e la pharesia ovvero il dire la verità. 8 Alessandro Lombardi La democrazia ad Atene non è messa benissimo, si è appena installata dopo il governo dei trenta tiranni per alcuni motivi: 1. Mito dell’autoctonia: presunzione che per essere cittadini dì Atene bisogna avere cittadini nati sulla terra di Atene. Pericle non riconoscerà mai di accettare cittadini non nati sul suolo ateniese. (oggi siamo nel 2023 e siamo sullo stesso punto). Pericle ha l’idea di purezza del sangue e non è un caso che questa idea la ritroviamo nelle leggi raziali della Germania di Hitler (Pericle non è un nazista). (da riscrivere il mito dell’autoctonia) i greci si sentono così da questo mito, in quanto nati dalla terra. La purezza del sangue che ritroviamo in Pericle è data dal mito e gli ateniesi devono nascere solo da due genitori di sangue puro ateniese. 2. Teoria della schiavitù per natura: nella città bisogna distinguere: o C’è una differenza tra gli esseri umani, c’è chi nasce per stare al comando e chi per essere comandato. Ci sono quattro categorie di persone che devono sottostare al comando: donne – stranieri – schiavi - bambini a) Donne: sei nata solo per essere comandata, in quanto non stupide, ma imperfette, hanno un locus imperfetto. Sono fredde, molli e non calde e ardue come un uomo che dovrebbe stare al comando. E Aristotele dice che è colpa della natura, degli Dei. Si scusa in quanto sono purtroppo nate così. b) Seconda categoria sono gli stranieri, ovvero quelli che non hanno genitori ateniesi e non hanno la purezza del sangue e non hanno le capacità di essere al comando non avendo nel sangue i valori ateniesi. c) La terza categoria sono gli schiavi (i poveri saranno nelle categorie fino a Solone, che elimina la schiavitù per i poveri). d) Ultima categoria sono i bambini. I bimbi maschi solo temporaneamente, finché non crescono, mentre le bimbe non faranno mai un percorso simile. Lezione 3: il processo a Socrate IMPUTAZIONI CONTRO SOCRATE 1. Empietà (non riconosce le classiche divinità della città ed è ateo e inoltre sembra introdurre divinità alternative) 2. Corruzione dei giovani (punto su cui Socrate soffre di più). Viene accusato di essere un sofista, e di sedurre i giovani con i suoi dialoghi per arrivare ad un compenso economico. È disposto a sacrificare la propria vita piuttosto che venire imputato su questo punto. SOCRATE ATEO? “io credo negli Dei, Ateniesi, come nessuno dei miei accusatori. E diffido a voi e al dio il compito di giudicare me in quel modo che sarà il migliore per me e per voi” (Platone; Apologia) Socrate nel processo vuole stupire e ironizza. Lui sa che tanto morirà, e dice che il problema non è per lui, che sa di dover morire, ma per tutti quelli che restano. Utilizza 9 Alessandro Lombardi parole difficili e antifonanti per far sentire “stupido” chi lo stava ascoltando. Il suo obbiettivo (secondo altre interpretazioni) non è quello di salvarsi e di convincere i giudici, ma solo di salvare il senso della vita. In questo passaggio si scinde definitivamente il rapporto tra filosofia e politica. Afferma subito di credere negli dèi, ma di farlo in modo del tutto diverso rispetto a come lo fanno gli altri. E lascia la decisione finale al dio. Importante il fatto che non si giustifica mai, non si scusa di credere in altre divinità, ma afferma subito di credere in un dio diverso da quello di tutti e se ciò lo farà chiamare ateo, così sia. CORRUTTORE DELLE GIOVANI MENTI Il secondo punto è il fatto che viene accusato di corrompere i giovani. Il governo ha un problema con Socrate per il fatto che usa la mente, e una persona capace di usare la mente diventa un problema per lo stato, che cerca di imporsi su persone incapaci di ragionare. Tutto questo sembra strano accada in una democrazia ma la democrazia ateniese, come già detto, è una democrazia strana. Infatti, non cerca neanche l’inclusione delle donne o includere persone non di sangue ateniese. Socrate sa che far crescere dei giovani, in grado di pensare e ragionare, è sicuramente un problema per il governo ateniese, in quanto è sempre più difficile imporsi verso persone in grado di pensare autonomamente. “ma soprattutto sottomettete voi stessi, è necessario, ad una ricerca reciproca, perché è difficile che troviate persone capaci di assolvere questo compito, più che voi stessi” (Platone; Fedone) Fedone: il tema è l’immortalità dell’anima (tema molto discusso dai filosofi). Durante una discussione sull’immortalità dell’anima, Socrate fa una pausa, dicendo che nota che gli altri sembrano molto stanchi e preoccupati. Cebete dice che sono impauriti, come se dentro di loro ci fosse un fanciullino (Pascoli lo prende dal Fedone), che si impaurisce di fronte al tema della morte e Socrate allora lo prende in giro, dicendo che è come se il giorno della loro morte c’è un vento che spazza via la loro anima. Socrate quindi, notando che i suoi discepoli erano impauriti, ci scherza sopra (morire in giornata ventosa spazzerebbe via la loro anima à anima = psychi à per Socrate il punto di riferimento è il respiro, infatti se respiri male il corpo si ammala e si ammala l’anima). Cebete cade nella trappola dell’ironia di Socrate e chiede l’antidoto per liberarsi dalla paura (soluzione farmacologia, c’è un problema e lo elimina), e invece Socrate continua a prenderli in giro, dicendo che basta trovare un incantatore, un mago che anestetizzi la paura. Socrate continua dicendo che la Grecia è grande e anche fuori da essa, pagando bene può trovare un mago e farsi incantare e non pensare più alla morte, ma soprattutto sottomettete voi stessi, ed è necessaria una ricerca reciproca, perché è difficile trovare persone capaci di assolvere questo compito, più che voi stessi. Fa lo stesso discorso per i Sofisti, nel senso che non c’è nessun problema ad andarli a sentire parlare, l’importante è distinguere le loro parole, perché se ci crederai allora la tua anima si ammalerà, perché respirerai male. Quindi finisce dicendo il vero antidoto 10 Alessandro Lombardi per curare l’anima, è trovare parole e discorsi che possano renderti una buona persona, ma questo lavoro può essere fatto solo da te stesso. Non è un caso che nel fascismo il primo cardine che salta è il diritto di associazione, perché quando le persone si uniscono sono un centro di potere che resistono davanti ai regimi totalitari. Ci sono due arringhe difensive: 1. Durante la prima si tratta di decidere se Socrate è colpevole oppure no. Solo per trenta voti verrà dichiarato colpevole. 2. La seconda arringa sarà quella che precede il verdetto sulla pena. Anche qui Socrate se la gioca malissimo, non cerca di impietosire i giudici, ma rimarrà fedele alle sue ideologie e credenze. PRIMA ARRINGA DIFENSIVA inizia nel peggiore dei modi DIRE LA VERITÀ Socrate: “ io non so quale sia, cittadini ateniesi, l’impressione che avete provato nel sentire i miei accusatori. Anch’io per poco mi dimenticavo di me stesso, così convincente era il modo in cui parlavano. Eppure, di vero, per dirla in breve, non hanno detto proprio nulla” “ invece da me uderete tutta quanta la verità… infatti sono convinto che quanto affermo sia giusto” Dire la verità è il senso di giustizia che trapassa la politica, quando la politica trapassa il senso del potere. Quindi quando il potere non è più un mezzo per fare quel lavoro di giustizia, ma piuttosto nell’allargare narcisisticamente il proprio successo. TIPI DI SAPIENZA Socrate: cerca di mostrare le causa della sua fama e della sua diffamazione. È sia famoso che diffamato, e allora spiega come è possibile questa dissonanza. “tenterò di mostrarvi le cause della mia fama e della mia diffamazione… è vero, cittadini ateniesi, io ho questa fama solo per una certa mia sapienza. Ma che tipo di sapienza? Quella che è forse, sapienza umana. Oso dire, infatti, di essere esperto di questa sapienza. Invece quelli di cui parlavo poco fa possono ben essere esperti di una sapienza più che umana su cui non ho nulla da dire, perché io stesso non ne so nulla, e chi afferma il contrario mente e parla per diffamarmi” Si definisce sapiente, ma di sapienza umana e se qualcuno lo accusa di una sapienza non umana, sono fatti suoi. Fino a qui ci sono due tipi di sapienza, e non sappiamo ancora la posizione di Socrate, che per ora sembra anche presuntuoso. 11 Alessandro Lombardi DI CHE COSA È ESPERTO SOCRATE? È l’unico essere umano vivente che sa che il sapere umano è limitato e che vale poco rispetto alla sapienza divina. Eppure, di questo poco sapere siamo responsabili, e se non siamo in grado di affermarlo diventiamo ingiusti e andremo nell’Ade carichi di ingiustizia. Socrate, in sintesi, è esperto della nostra finitezza, è sapiente del nostro pudore. È consapevole che quello che impariamo nella ricerca reciproca è poco o nulla diventa sapiente e inizia una forma di rispetto che noi chiamiamo democrazia. Esempio del principe di Machiavelli. Socrate dicendo queste cose smaschera la presunzione del sapere. E viene odiato per questo. La poleis non riesce a fare il suo gioco di potere con uno così al centro. SOCRATE COME ACHILLE Achille è indubbiamente l’anti-Socrate, perché vuole vincere in battaglia, se per vincere deve essere ingiusto non gli interessa e Socrate è totalmente l’opposto. Viene chiesto a Socrate se non si vergona del fatto che quello che ha fatto lo porterà alla morte. Ancora una volta lui risponde con un ragionamento, dicendo che se te credi in quello che stai facendo e hai la prova empirica che quello che stati facendo crea giustizia, allora non è un tuo problema. Se questa cosa non viene capita da qualcuno, allora giudicherà un Dio. Socrate: “qualcuno potrebbe forse dirmi: allora Socrate, non ti vergogni di esserti dedicato a questa attività, per la quale sei in pericolo di morire? A costoro potrei rispondere con un giusto ragionamento: non dici bene amico, se ritieni che un uomo che possa essere di qualche giovamento, anche piccolo, debba tener conto anche del pericolo della vita o del morire e non debba, invece, quando agisce guardare solo a questo, ossia se possa fare cose giuste o ingiuste e se le sue azioni sono azioni di un uomo buono o un uomo cattivo. Se si sta al tuo ragionamento sarebbero state persone di poco valore tutti quei semidei che sono morti a troia…” Ultimo punto della prima arringa difensiva O LA BORSA O LA VITA! Socrate dice che ubbidirà più al dio che a loro, nonostante fosse accusato di essere ateo. Dice che ogni volta che incontrerà qualcuno gli chiederà se non si vergogna in quanto ateniese, di occuparsi di ricchezze, solo per guadagnare e non si preoccupa della 12 Alessandro Lombardi saggezza per far diventare la tua anima il più possibile buona. La mattina sono solo i soldi che ti fanno alzare?! Occuparsi solo di ricchezze ti metterà in conflitto con gli altri. Socrate: “cittadini ateniesi, vi sono grato e vi voglio bene; però ubbidirò più al dio che non a voi, finchè abbia fiato e sarò in grado di farlo, io non smetterò di filosofare, di esortarvi e di farvi capire, sempre, chiunque di voi incontri, dicendogli quel tipo di cose che sono solito dire, ossia queste: ottimo uomo, dal momento che sei ateniese, cittadino della città più grande e più famosa per potenza e sapienza, non ti vergogni di occuparti delle ricchezze per guadagnare il più possibile dalla fama e del onore e invece non ti occupi e non ti dai pensiero della saggezza, della virtù e della tua anima, in modo che diventi il più possibile buona?” SOCRATE È POVERO Socrate per dare ragione a quello che sta dicendo mette in mostra la sua dichiarazione dei redditi e mostra la sua povertà. Socrate: “il testimone atto a provare che io dico il vero, ve lo porto invece io: la mia povertà!” “infatti non pare cosa umana il fatto che io ho trascurato tutti i miei affari, sopportando ormai da tanti anni che vengano lasciati da parte i miei interessi, per occuparmi, invece, sempre dei vostri, frequentando in privato ciascuno di voi come un padre o un fratello maggiore, al fine di convincervi a prendervi cura della virtù”. Virtù = stato disposizionale per cui fare cose giuste vi viene naturale. Vizio= contrario di virtù, ti viene naturale fare cose sbagliate. Mito che ti racconta che l’accumulo di denaro non ti dà la felicità: mito di Re Mida. Re che parla con una divinità e gli promette che tutto quello che tocca diverrà oro, all’inizio fantastico. Alla fine, muore di fame. SECONDA ARRINGA DIFENSIVA Socrate ci va giù ancora più pesante, e infatti gli verrà data la pena di morte. IL BENE PIÙ GRANDE Socrate: “forse qualcuno potrebbe dirmi: Socrate, non saresti capace di vivere, dopo che te ne sei andato via di qui? Socrate: “ il bene più grande per l’uomo è fare ogni giorno ragionamenti sulla virtù e sugli altri argomenti su cui mi avete ascoltato discutere e sottoporre ad esame me stesso e gli altri, e che una vita senza ricerche non degna per l’uomo di essere vissuta” Socrate non può essere corrotto e la corruzione è il modo per avere più potere, motivo finale del perché verrà fatto fuori. Ci si chiede perché a settanta anni. 13 Alessandro Lombardi DA CHE COSA SFUGGIRE? È molto peggio vivere da ingiusti che morire da giusti. Ed è molto più facile sfuggire alla morte che alla malvagità e infatti Socrate ne viene raggiunto a settanta anni e i suoi accusatori vengono raggiunti dalla malvagità molto giovani. Da dei malvagi ai suoi giudici. Altro conflitto tra filosofia e politica, dove il tribunale ora rappresenta il maggior posto per far nascere la malvagità. Socrate: “Ma badate bene cittadini, che non sia questa la cosa più difficile, ossia sfuggire alla morte, ma che molto difficile sia sfuggire alla malvagità. Infatti, la malvagità corre molto più veloce della morte, e ora che sono lento e vecchio sono stato raggiunto da colei che è più lenta, mentre i miei accusatori, che sono abili e pronti, sono stati raggiunti da colei che è più veloce, dalla malvagità”. È L’ORA DI ANDARE Quando Socrate sta per bere la cicuta, continua a filosofare, nonostante tutti gli altri intorno a lui sono totalmente disperati. Alla fine, Socrate non sa se quello che sta facendo è il meglio, non può sapere se alla fine nell’aldilà sarà meglio o peggio. Socrate è morto, ma noi possiamo ragionare su che misura possiamo sentirci suoi eredi? Dobbiamo mantenere i concetti di pudore e virtù da lui espressi, così da mantenere il bene tra gli essere umani e non farci divorare dalla malvagità dovuta dalle virtù. Socrate: “ma è ormai venuta l’ora di andare: io a morire, e…voi, invece, a vivere. Ma chi di noi vada verso ciò che è meglio, è oscuro a tutti, tranne che al dio.” Socrate = politici à sono politici Platone = politici à sono filosofi Abisso tra politica e filosofia: la politica ad Atene è determinata da persone che cercano di confermare le loro tesi cercandone altre che la pensano come loro. La politica cerca di aggregare persone che si ritrovano nella stessa ideologia. Socrate fa il contrario, è preoccupato di lavorare sullo smontare le identità comuni andando ad amare la differenza e che le persone sono plurali e pensano cose diverse. La politica ti fa respirare bene solo se ci sono persone che portano dentro l’agora visione diverse e non visioni che si spingono verso una massa. Socrate anche da morto ci dice: una vita non indagata non merita di essere vissuta. 14 Alessandro Lombardi Lezione 4 del 10.10 LA DISUGUAGLIANZA DI GENERE NELLA GRECIA CLASSICA UNA VECCHIA STORIA Due mosse: 1. Individuazione della differenza sessuale 2. Interpretazione nel senso della inferiorità del femminile Vedremo la disparità di genere in tre ambiti: - Mitologico – poetico - Medico – scientifico - Filosofico Siamo agli inizi della civiltà occidentale e non è sempre facile capire il confine tra questi apparati linguistici, ad esempio il mito sconfina nel filosofico, il filosofico utilizza ragionamenti scientifici, dove la medicina di scientifico non ha moltissimo, ma ha un debito molto forte ad esempio con l’arte. Questi registri linguistici sono un concatenamento di apparati che catturano la differenza sessuale e la interpretano nel segno dell’inferiorità femminile. Ci sono solo poche eccezioni, che tendono a far saltare la regola, ovvero attaccano il dispositivo di concatenamento di registri linguistici diversi. Partiamo dal linguaggio poetico – mitico. È vero che la filosofia nasce strappando il proprio ambito semantico rispetto al linguaggio mitico – poetico, ma è anche vero che Platone usa molto il mito come l’innesco narrativo, cioè che con un immagine racconta una metafora e ne tira fuori un ragionamento logico. Non dobbiamo stupirci che la differenza sessuale sia interpretata e arrivi come conclusione del confluire di questi tre apparati linguistici. Il mito poi verrà un po’ messo di lato, ma non abbandonato completamente, in quando è difficile prendere le distanze da una tradizione orale che c’è stata per secoli. I bambini sentono questi miti e racconti (orali) fin da quando sono piccoli e diventa difficile far cambiare idea e concezione su dei concetti che sono stati raccontati in un modo fin da quando si è piccoli. Ad esempio, il mito della creazione della prima donna risulterà fondamentale sull’idea che si è creata nei secoli sul genere femminile e sulla disparità di genere. TUTTA COLPA DI PROMETEO La fonte principale per ragionare sull’origine della differenza sessuale nel mondo antico è fatta da Esiodo, ed è Le opere e I giorni (VII sec. a.C.) Le opere e I giorni sono un lavoro che Esiodo fa per raccontare l’origine degli dèi e quindi l’origine del mondo. Tutte le civiltà hanno il loro racconto originario, tramite un racconto mitico, usando delle immagini e queste immagini poi modificano la nostra concezione sulla civiltà e il nostro modo di vedere il mondo. 15 Alessandro Lombardi Nell’opera Esiodo ad un certo punto racconta l’origine della prima donna, Pandora, che è collegata al mito di prometeo. La prima donna, Pandora è collegata al mito di Prometeo, un semidio che è preoccupato dalla sopravvivenza della civiltà umana. Prometeo viene punito da Zeus perché ha rubato il fuoco e lo ha donato agli esseri umani. È incolpato di una colpa inescusabile, perché oltre ad aver oltraggiato l’Olimpo, per aver rubato il fuoco ad Efesto, ha ridotto la distanza tra Dio e gli esseri umani e quindi ha migliorato la condizione umana, così per come la avevano pensata gli Dèi. Verrà punito venendo mangiato da una aquila, ma siccome è un semidio di notte si riforma e di giorno viene divorato. Zeus non contento, visto che dal furto di Prometeo ne beneficiano anche gli umani deve punire anche loro, allora crea un essere che possa creare agli umani gravissimi problemi. La donna che viene creata è Pandora. Si può pensare che Pandora sia la Eva della mitologia greca, ma Pandora non è umana come Eva, che è carne della carne del maschio, ma quasi aliena, perché crea una serie di problemi e traumi, ai soggetti maschili, che sono inspiegabili, e allora viene definita aliena. I bambini quando sentono raccontate queste storie, comprendono che il femminile non è umano per natura ma appartiene ad un’altra specie, appunto perché discendono da pandora. Estratti da: Le opere e I giorni dell’Esiodo: “vi ponesse dentro voce umana e vigore…” Vigore = è lo tsunos, ovvero è la caratteristica virtuosa dei maschi che si combina con Andreia e serve a prendere le decisioni critiche in battaglia e nella vita politica nella poleis. Il fatto che la donna abbia vigore rende il primo aspetto della donna, ovvero che è ingannevole. Sembra un essere umano come gli altri, ma in realtà è un inganno. La donna attira lo sguardo, seduce e alla fine inganna. “Bella e amabile” primi cenni di stereotipo sulle donne, sono belle e non intelligenti., non sono stupide, ma ragionano male. Ma sono astute, che se non stai attento ti tirano dentro una trappola. Esiodo infatti dice che, chi si lega ad una donna si lega ad un ladro. Si intende che le donne sono solo interessate a guadagnare. Atena dea della guerra, saggezza, arti (tessitura) à un esempio famoso è Penelope tiene sotto maschi grazie alla tessitura. Dal fatto che Atena è dea della tessitura comprendiamo un altro stereotipo sulla disuguaglianza di genere, ovvero che il mestiere dei maschi è fare le guerre e governare, mentre il mestiere delle donne è quello di stare a casa ed occuparsi della tessitura e faccende di casa. Sedurre = se – ducere à condurre a sé. Afrodite: dea della bellezza e della seduzione, Pandora prenderà da lei il fatto di sedurre gli uomini. 16 Alessandro Lombardi Ermes: messaggero degli Dei, ma ha una caratteristica fondamentale, usa il logos per convincere, persuadere, ingannare e vincere, paragonato ad un sofista. Pandora prenderà da Ermes il fatto di saper persuadere e ingannare grazie all’uso della parola. Pandora al contrario delle donne che devono essere sempre in silenzio, parla sempre a sproposito, e soprattutto dice cose che non dovrebbe dire, sbagliando il modo e i contenesti in cui vengono dette. Il bello di Pandora è proprio la sua ambiguità, perché è un essere che unisce bellezza, sensualità, scaltrezza, capacità di indurre all’errore e di fregare, capacità di essere sgradevole. È impossibile, infatti, vincere una discussione con Pandora, perché colma della capacità di persuasione e tentazione all’inganno. Illustre zoppo = Efesto Fratello di Prometeo (capace di ragionare veloce) = Epimeteo, il nome vuol dire uno che ragiona un po’ in ritardo; infatti, andrà con Pandora e apriranno il vaso. I bambini, sentendo sempre raccontare questa storia, possono solo capire che le donne sono pericolose e bisogna starci alla larga, in quanto capaci di fare discorsi ingannevoli e attrarre il maschio come una preda per portarlo all’inganno. Si dice in tutta la Grecia quindi che le donne devono stare zitte e a casa, perché altrimenti se parlano portano all’inganno. Tutti i doni che sono stati conferiti a Pandora hanno come unico scopo quello di portare gli uomini all’inganno. “Zeus, perché hai messo fra gli uomini un ambiguo malanno, portando le donne alla luce del sole?” (Dolos amécanos – inganno irresistibile) à ambiguo malanno, perché non sai mai che ti farà stare male finché non ci cadi dentro. Si ha una rappresentazione del femminile in uno stereotipo molto ben costruito; infatti, vengono definite come un inganno irresistibile. Culturalmente questo mito rappresenta la cornice da cui verrà tramandata l’idea della donna. lo troviamo anche a teatro, e lo capiamo dal fatto che Euripide a teatro racconta questo mito definendo appunto la donna come ambiguo malanno. Questo ci fa capire come il mito si è insediato nella mentalità e nella cultura greca. Il fatto che a teatro si possa parlare della donna, in questo modo, vuol dire che è diventato un luogo comune il fatto che la donna è un ambiguo malanno. Il teatro e il fatto che di questa storia se ne parli comunemente fanno capire che la concezione della donna è perfettamente standardizzata, fino a diventare addirittura normalizzata. COSA DICE LA SCIENZA MEDICA? Il discorso medico – scientifico dovrebbe muoversi su un fronte più metodologico, e si pensa che almeno la scienza medica non dovrebbe pensarla in questo modo, invece il discorso mitologico è penetrato e si è concatenato anche ai discorsi di natura medica. 17 Alessandro Lombardi - Teoria dell’utero vagante à è l’utero la causa di tutte le malattie delle donne. Ippocrate, il primo creatore dei sessanta trattati medici, di cui dieci sono di ginecologia. Quindi la questione del femminile occupa una parte consistente. Tutta la sua analisi tratta solo quello che vedeva, perché l’apparato genitale femminile in quanto nascosto è molto complesso da studiare e non si facevano autopsie, mentre per quanto riguarda l’uomo è molto più facile da studiare, in quanto la maggior parte dell’apparato genitale è esterna. Nel suo trattato di ginecologia, “Natura della donna”, espone la teoria dell’utero vagante. Teoria che arriverà molto lontana nella storia, fino addirittura a Freud. Freud, infatti, nelle sue pazienti parla di isteria e dirà che è collegato all’utero in parte. Le pazienti di Freud dopo essere andate da tutti i medici vennero classificate come ingannatrici perché i loro sintomi non risultavano in nessun test e stavano bene dal punto di vista fisica e quindi proprio come Pandora stavano cercando di ingannare. La teoria dell’utero vagante espone il fatto che le donne perdono molto sangue, e quindi il corpo si raffredda, ed essendo fredde, diventano delle mollaccione, senza vigore per poter fare la guerra e governare lo spazio pubblico. Quando perdono sangue, secondo Ippocrate, bisogna assolutamente rimediare, perché senza sangue l’utero inizia a vagare nel corpo, creando una serie di malattie. Di conseguenza, come cura, devono reintrodurlo sposandosi, avendo figli, e avendo rapporti sessuali. La cosa peggiore sono le vergini canute, ovvero le vergini con i capelli bianche; sono le donne che non hanno trovato il maschio che le inseminasse (vecchie zitelle). La donna quindi fino al medioevo viene interpretata come il contenitore del seme maschile. ANCHE PLATONE CONFERMA (PLATONE; TIMEO) Afferma che l’organo genitale degli uomini (indocile e imperioso) è incontrollabile/indomesticabile e dotato di tsunos. La parte interiore dei maschi è un po’ bestiale, e un buon cittadino deve essere in grado di saperla controllare, se non la sa controllare rischia di diventare molle e perdere Andreia e quindi diventare una femmina. Quindi deve esserci un organo in grado di soddisfare il fallo maschile e Platone dice che la vulva è creata appunto per questo. Nel periodo fertile la donna ha il compito di procreare. Platone riprende la teoria dell’utero vagante di Ippocrate e dice che se la donna non fa rapporti sessuali e non fa figli per troppo tempo si ammala, e si ammala il suo respiro e di conseguenza la sua anima. La donna per guarire questa sua malattia ha una sola cura, avere rapporti con uomini e procreare. “E perciò l’organo genitale degli uomini, naturalmente indocile e imperioso, come animale sordo alla ragione, spinto da furiose passioni si sforza di dominare [c] su tutti: e per questa stessa cagione nelle donne la così detta matrice e la vulva somigliano a un animale desideroso di fare figli, che, quando non produce frutto per molto tempo dopo la stagione, si affligge e si duole, ed errando qua e là per tutto il corpo e chiudendo i passaggi dell’aria e non lasciando respirare, getta il corpo nelle più grandi angosce e genera altre malattie d’ogni specie, fino a che il desiderio e l’amore dell’uno e dell’altro sesso non gli [d] accoppiano insieme, come se cogliessero un frutto dagli alberi” (Platone; Timeo) 18 Alessandro Lombardi Platone ad un certo punto inizia a credere nella metempsicosi, nella trasmigrazione delle anime. Ovvero una volta che il corpo muore, le anime si reincarnano in base a come si è comportato l’uomo in vita. Se un maschio si comporta male e per Socrate si intende commettere ingiustizia, mentre per la mentalità classica significa essere molle (Malacos). E quindi il comportarsi male per un uomo significa diventare una donna. L’uomo se si comporta in maniera codarda e quindi male si reincarna inizialmente in una donna (molle - Malacos) e successivamente in un animale (essere senza Andreia) L’INTERESSE FILOSOFICO PER LA DONNA Chi è il responsabile per la persecuzione della specie? La donna viene vista solo come il contenitore del seme maschile. “non è la madre la generatrice di quello chiamato suo figlio, ella è la nutrice del germe in lei inseminato. Il generatore è colui che la feconda” (Eschilo, Orestea). Infatti, la donna non viene vista come generatrice del figlio, ma il vero genitore, è il padre che si è occupato di inseminare la donna, e non c’è cosa peggiore che ricevere una figlia, in questo caso è comunque colpa della donna. Se viene fuori una donna, qualcosa è andato storto, da parte della madre, oppure gli dèi vogliono particolarmente male alla famiglia. Un aspetto molto importante è che se viene stabilito come responsabile della nascita del figlio solo il padre, perché è una definizione di potere. Quindi se stabiliamo che la riproduzione dipende dal potere maschile, allora politicamente succederà la stessa cosa. Quindi le donne non avranno nessun diritto sui figli, e le figlie non avranno diritti nella vita. Fino al medioevo inoltrato si ragiona sull’idea del trattato ginecologico di Ippocrate. Nel trattato si vede un sacchetto, che è la raffigurazione della donna, con dentro degli umani, maschi. La donna viene rappresentata solo come il contenitore (sacco) del seme maschile. Questo trattato non è importante solo dal punto di vista scientifico, ma anche politico, in quanto la donna non ha alcun diritto nella cura del figlio, spetta tutto all’uomo. ARISTOTELE CHIUDE IL DISCORSO (PER SECOLI…) Aristotele: “il maschio rispetto alla donna è tale per natura (physei) l’uno è migliore e l’altra è peggiore, l’uno comanda e l’altra è comandata”. (Aristotele; Politica) Non si sa che cosa pensavano gli dèi durante la creazione della donna, che non è stata cerata a pari dell’uomo, ma viene creata solo per ingannare. Non è una decisione maschilista presa dagli uomini, ma è una decisione divina. Il discorso si chiude perché 19 Alessandro Lombardi dopo queste parole di Aristotele, nessuno ne parla più, in quanto è una decisione divina. Le femministe successivamente attaccheranno Aristotele (molti secoli dopo). [Attualità: potremmo spiegare la differenza di genere con tutte le pubblicità sessiste che sono state fatte nella storia] ECONOMIA DOMESTICA Moglie: come posso aiutarti? Marito: “per Zeus, puoi fare le cose che gli dèi ti hanno reso naturalmente capace di fare, e che la legge approva” “gli dèi hanno fatto la natura femminile adatta ai lavori e alle cure interne, e quella dell’uomo alle cure esterne. Le donne, di conseguenza, hanno un corpo meno forte, e più tenerezza per i neonati di quanta ne abbiamo gli uomini, e quindi, oltre a procreare, devono controllare la gestione dei beni della casa, e occuparsi degli schiavi ammalati”. (Senofonte; Economico) controllare i beni della casa non significa che le donne siano proprietarie dei beni, ma solo che l’uomo dall’alto del suo potere concede alla donna di custodirli. Le donne se proprio devono lavorare devono fare lavori da donna come, maestra, badante, segretaria e oggi è ancora così, a parte alcuni rari casi. TIPOLOGIE DI DONNA - Dàmar à moglie. Deve occuparsi di tutte quelle faccende che il maschio non può fare in quanto deve occuparsi della città. Ha in cambio protezione dal maschio, che deve assicurarle alloggi e sostentamento economico. Se una donna decide di andare con un altro uomo, potrebbe essere uccisa come potrebbe anche essere lasciata fare. Il problema è se la donna adultera va con un altro uomo e l’uomo con cui è andata se ne accorge, gli reca disonore e quindi è tenuto a ucciderla. - Pallakè à è la concubina, non è la prostituta. Vive in casa e il maschio la cerca per il sesso, perché la dàmar non è brava a letto, deve solo fare figli. Può stare in casa man non ha la stessa protezione della Damar. Se la Pallakè è sospettata di essere adultera, viene cacciata di casa perché fa perdere la dignità al maschio e andrà in strada ad essere la Porné, ovvero la prostituta. - Etéraà sono delle figure particolari, sono ricche, hanno la possibilità di istruirsi. Sono indipendenti e non hanno necessariamente bisogno di accoppiarsi ad un maschio che le possa mantenere. Possono essere definite come dame di compagnia e sono però donne che essendo svincolate dal dominio patriarcale del padrino, possono accompagnare i maschi, parlare in pubblico, tenere testa ai maschi. Hanno delle scuole dove vengono formate le Pallaké. Più famosa è Aspasia di Mileto. - Porné à letteralmente donne che vengono sbattute per terra, senza casa. 20 Alessandro Lombardi Le Damar, Pallakè e Porné non hanno il diritto di avere un’istruzione. Perché è fondamentale (argomento anche odierno) per le donne ottenere l’istruzione per le donne? Perché se una donna (qualsiasi persona), viene istruita, impara a pensare da sé e non ad essere plagiata dalle idee dei potenti e governanti. PLATONE FEMMINISTA? Socrate: “allora, caro amico, nel governo della città non c’è alcuna occupazione propria della donna in quanto donna, né dell’uomo in quanto uomo, ma tra i due sessi la natura ha distribuito equamente le attitudini cosicché la donna, appunto per la sua natura, può svolgere tutti gli stessi compiti che svolge l’uomo, solo che in ciascuno di questi essa si rivela meno forte dell’uomo” (Platone; Repubblica) E SOCRATE? La differenza tra i generi non ha nulla di naturale ma è costruita culturalmente. Si pensa che Socrate non avesse alcun interesse nelle argomentazioni sessuali e di genere. Però ad un certo punto dice che le donne possono essere in contatto con la sapienza. Però Socrate entra in contatto con Aspasia e non avrebbe mai potuto se fosse stato povero e brutto. Socrate avrebbe voluto una storia d’amore con lei, ma lei va con Pericle. La incontra quando sarà vedova. E da quel momento farà un ragionamento sulla differenza di genere a partire da Aspasia. Lezione 5 del 16.10.2023 ASPASIA Aspasia è una figura storica che cambia le regole e il corso della storia, in riferimento alla concezione della donna. È stata la moglie di Pericle, ma non verrà ricordata solo in quanto moglie, ma anche come una figura d’eccezione, una donna indipendente. Fa parte della classe delle Etere (cortigiane d’alta classe), un’eccezione nella civiltà greca. Hanno delle differenze rispetto alle altre classi: - Sono ricche, hanno indipendenza economica. - Sono straniere - Sono istruite, molto colte. L’aumento dell’istruzione va di pari passo con la loro indipendenza. La ricchezza e indipendenza economica delle Etere, gli consentirà di gettare il caos nel mondo degli uomini. L’EPITAFFIO DI PERICLE (430 A.C.) Per parlare di Aspasia dobbiamo parlare della figura di Pericle e per farlo bisogna leggere l’epitaffio (discorso funebre) che Pericle pronuncia nel 430 a.C. stando a quanto dice Tucidide, che è la fonte principale che abbiamo in riferimento alle guerre del Peloponneso. Tucidide è uno storico un po’ diverso dagli altri, inventa un particolare modo di fare storia partendo dalle narrazioni dei protagonisti, in questo casi si tratta di 21 Alessandro Lombardi Pericle. L’epitaffio è quindi una strategia narrativa che Tucidide utilizza per far parlare direttamente Pericle. L’epitaffio è importante per due motivi: 1. È importante per la storia greca e occidentale perché grazie al resoconto di Tucidide abbiamo modo di capire come è la democrazia greca per come Pericle la aveva immaginata. Nell’ottobre del 430 a.C. Pericle affronta la questione di glorificare i soldati che hanno dedicato e offerto la loro vita in battaglia, e si sente obbligato a parlare anche delle donne, o almeno deve toccare l’argomento, visto che sta parlando davanti alla città e tra chi lo ascolta ci sono anche le moglie che ormai sono diventate vedove e sorelle che hanno perso fratelli. Si capisce dal tono che avrebbe fatto volentieri a meno di parlare delle donne. Pericle (che ha un’abilità incredibile a parlare) prima di parlare dei soldati caduti in battaglia, mostra al mondo la bellezza inedita di Atene, dicendo che non esiste una città uguale a lei ed è giusto elogiarla. Pericle dice: “noi abbiamo un sistema di governo che non emula le leggi dei vicini, siamo un modello per tutti e non abbiamo copiato nessuno” (in realtà tutti gli storici sanno il debito della cultura ellenistica con la cultura orientale). C’è infatti l’idea che Atene si sia creata da sola e che non deve niente a nessuno (mito dell’autoctonia), a differenza della civiltà romana, che esprime con sincerità il fatto di aver copiato e ibridato fonti diverse. Atene molto presuntuosa afferma di essersi creata da sola e di essere un modello per gli altri, che vengono a copiarla. In quanto al nome, visto che non si amministra lo stato nell’interesse di pochi, ma di una maggioranza, si chiama democrazia. Bisogna dare atto a Pericle del fatto che la concezione di democrazia la abbiamo inventata loro e che non esistono equivalenti, ma soprattutto che avevano l’idea di governo come buon governo e la bontà di esso sta nel fatto che la città decide in base ad un’unione di pareri e non solo uno. Possiamo dire che è Pericle l’inventore della democrazia ateniese. Ad Atene secondo le leggi vi è per tutti l’uguaglianza, ma è chiaro che non è così, perché la democrazia non nasce così inclusiva, perché tutta una categoria di persone, incluse le donne, non erano di fatto uguali agli altri. Sempre secondo le leggi ciascuno è preferito per le cariche pubbliche a seconda del campo nel quale si distingue e non tanto per la classe da cui proviene. È un’idea rivoluzionaria, perché non importa chi siano i tuoi genitori (importa se sono stranieri o no), ma se sono ateniesi e vieni trattato quindi come un cittadino, o se sei povero o ricco (in realtà importa), ma dal punto di vista formale, ciò che conta è sei in grado di dare un buon contributo al governo della tua città. Pericle introduce l’idea che ci si possa distinguere per il grado di competenza che si può avere all’interno della città e non per la quantità di denari. Con questa idea di democrazia, anche una persona povera più distinguersi, se è capace di fare del bene per il senso collettivo. Infatti, è proprio la forza del collettivo che rende la possibilità ad una persona povera di distinguersi. Nel DNA della città ateniese se sei maschio devi, oltre a fare la guerra, preoccuparti del bene della città, scendendo in piazza e insieme agli altri maschi discutere di cosa sarebbe giusto fare. Se non lo fai i greci hanno un’espressione molto forte, che è idiotès (idiota/uomo che sta per i fatti suoi), che in greco non ha soltanto l’eco di un insulto, ma è la definizione stretta della persona a cui non importa nulla della collettività. Non partecipare alla cosa pubblica significa essere un mezzo uomo, un 22 Alessandro Lombardi mollaccione. Per la prima volta nel V secolo abbiamo la comparsa di un modo di funzionare politico a cui non esistono equivalenti, la democrazia nasce qui. L’OMBRA INQUIETANTE DELLA TERRA E DEL SANGUE L’immagine della Wermacht che entra ad Atene e mette la bandiera nazista il 27 aprile 1941, è dovuta all’ossessione del sangue, che poi si è tramutata in legge emanata da Pericle, dove si impedisce a qualsiasi straniero la possibilità di ottenere la cittadinanza ateniese e questo concetto piaceva molto ad Hitler. Nel Mein Kampf c’è un punto preciso in cui Hitler dice che la sua battaglia ha grandissime mete, ovvero che una civiltà (Germania) combatte per la sua esistenza, e questa esistenza racchiude una combinazione tra ellenismo e germanesimo. Nel punto successivo si riferisce a questo passaggio di Tucidide dove la terra attica è data dagli Dei e va mantenuta la sua purezza. Questa idea va molto in conflitto con le parole di Pericle, che esponeva un’Atene democratica e senza distinzioni di sesso, etnia e ricchezza. “vivendo nella nostra terra, sempre gli stessi abitanti, nel susseguirsi delle generazioni, i nostri antenati l’hanno tramandata libera fino ad oggi grazie al loro valore”. (Tucidide, Le storie). Chi ha perso la vita oggi nella guerra contro sparta, non è morto invano, ma quelle morti risalgono nella lingua catena di morti di coloro che hanno lottato per tenere la nostra terra libera e noi combatteremo perché resti libera e di proprietà di noi ateniesi. Il possesso della terra dipende dalla purezza del sangue, e va mantenuto nelle generazioni (importante precisare la facilità con cui questa affermazione può diventare nazista). Già qui c’è un’ombra molto pericolosa, ma sta di fatto che la democrazia è una bella idea, ma non è immune dalla sua perversione; infatti, Socrate non viene condannato da tiranni, ma da una democrazia. E DELLE DONNE? CHE NE DICE PERICLE? Dobbiamo tenere conto che Pericle, che non farà dei commenti rosei alle donne, successivamente si innamorerà di Aspasia e tutti gli storici, infatti, si chiedono cosa ci abbia trovato in Aspasia un uomo così, che avrebbe potuto diversi con qualsiasi altra donna e invece si è incasinato con una donna così ingombrante. Pericle quasi a fine del suo discorso si accorge della presenza di alcune donne e si sente in obbligo di dire qualcosa a riguardo. Ne parla infatti nelle battute finali, come se gli pesasse dirlo. “se poi debbo accennare anche la virtù delle donne che ora saranno vedove, indicherò tutto con una breve esortazione. Il non essere più deboli di quanto comporta la vostra natura sarà un grande vanto per voi e sarà un gloria se di voi si parlerà pochissimo tra gli uomini, in lode o in biasimo” (Tucidide, Le storie). 23 Alessandro Lombardi Afferma che le donne non devono essere tristi e non devono essere più deboli di quanto comporta già la loro natura. La donna potrebbe essere ricordata solo perché non si è fatto parlare di lei. Le donne non si sa bene da dove sono venute e sarà una gloria se tra gli uomini si parlerà pochissimo di loro, in questo momento Pericle raggiunge l’apice della misoginia. Se avesse potuto parlare liberamente avrebbe detto che le donne gli fanno schifo e che devono sfornare solo altri soldati. È importante notare come sia facile passare dalla bella idea di democrazia che aveva Pericle a queste frasi misogine e del tutto contro la figura della donna. Domanda: quando una donna è ritenuta brava? Quando non fa parlare di lei e quando sta zitta. IL DISPOSITIVO SESSISTA DELL’OPPRESSIONE “bisogna ammettere che valga per tutti, meno che per l’uomo, ciò che il poeta dice della donna: [Sofocle; Aiace] (Aristotele; Politica) Sofocle si basa sull’identità mitico poetica del teatro, non sta argomentando in modo logico, afferma concetti che derivano dalla tradizione orale. Il gioiello più bello che una donna possa usare è il silenzio. Per fare figli, unico compito della donna, non serve il logos ovvero la parola. Lo stereotipo del silenzio della donna rimarrà per moltissimo tempo, in quanto le donne non hanno il logos e quindi sono stupide. Possono essere bellissime, seducenti ma devono rimanere in silenzio. UNA VENDETTA IMMAGINARIA: LA LEGGENDA DI PHYLLIS Questa leggenda immaginaria inizia a diffondersi nel tredicesimo secolo ed è una sorta di vendetta contro Aristotele. Phyllis era la moglie di Alessandro Magno. Lui aveva tra i vari maestri, Aristotele. Sembra che nella leggenda, Phyllis avrebbe origliato una discussione tra Aristotele ed il marito Alessandro, dove il maestro rimproverava ad Ale di trascurare gli studi a causa dell’amore per la moglie. Allora in preda alla rabbia Phyllis decide di sedurre Aristotele, che cade nella trappola erotica. Phyllis in cambio di concedersi ad Aristotele chiede che lei lo cavalchi e fa in modo che Alessandro veda la scena. L’idea è che Alessandro veda il maestro dominato dalla donna e non come era solito, il contrario. Avviene una sorta di rovesciamento. Questo evento è successo nell’immaginario, ma ha una funzione politica, perché ci fa capire come poter rovesciare le cose. È un utopia rovesciato della società, in cui le donne possono governare gli uomini. ASPASIA DI MILETO (470-400 A.C.) È una storia strana, perché è difficile raccontare la storia di una donna, in quanto tutti i documenti sono sui maschi. Platone, grande nemico di Pericle, va contro Pericle. Aspasia nasce nel 470 a.C. ed è una straniera, vive a Mileto, che è un’isoletta greca fuori dal controllo ateniese e quasi più sotto il controllo del mondo orientale. Aspasia non ha né 24 Alessandro Lombardi diritti civili né diritti politici, in quanto non è una cittadina, ma non è soggetta ai vincoli ateniesi, motivo per cui Aspasia può vincolarsi in ruoli ambigui verso i modelli classici ateniesi. Non corrisponde al modello di Donna dell’età classica, dove le donne vivono in casa e devono sottostare al potere maschile. Viene da una famiglia ricca, ovvero era la sorella della moglie di Alcibiade il vecchio, nonno di Alcibiade. Motivo per cui una volta arrivata ad Atene (450 a.C.) riesce a frequentare determinati ambienti, dove incontrerà Pericle. Aspasia è una donna molto ricca e che sa tener testa agli uomini, una che fa parlar di sé, anche troppo; infatti, iniziano a parlare male di lei (delle donne si deve dire il meno possibile). Frequenta addirittura i simposi, dove potevano accedere solo maschi ed etere, che fronteggiavano i maschi su discussioni di alto livello tra politica e filosofia. Quando conosce Pericle lei ha 20 anni e lui 45 ed è sposato e ha due figli. Aspasia inizia a far parlare troppo di lei, perché Pericle si interessa lei, che non è sua moglie; ma questo per il ruolo e per il tipo di uomo che è Pericle non è un problema, comunque le Etere non sono come le concubine che te le puoi tirare in casa fuori dagli occhi e dalle dicerie della città. Lei è indipendente e tra l’altro è anche imparentata bene. Inoltre, fa un lavoro che non è del tutto rispettabile, ovvero apre una scuola per Etere, dove insegnano ad altre ragazze a fare il suo lavoro. LO SCOMPIGLIO E LE ACCUSE Infatti, possiamo notare cosa dicono di lei Cratino e Semonide, due poeti. Le loro parole riflettono nel linguaggio poetico non solo la mentalità misogina ma riflettono alla perfezione lo stereotipo che attorno alla figura di Aspasia comincia a formarsi. Non ha un atteggiamento allineato con quello che ci si aspetta da una donna; non sta zitta e fare i compiti che la natura le ha assegnato, invece Aspasia è disallineata, fa saltare l’aspettativa di ruolo, perché incontrarla significa andare in crisi, perché non è rispettata la solita aspettativa di ruolo (stai zitta, sei bella e fai figli), ma è anzi rovesciata perché abbiamo una donna, che tiene lo sguardo, parla, argomenta e si batte per quello che crede. Infatti, Aspasia andrà anche molte volte in tribunale, con qualsiasi capo di accusa. Da li Pericle deciderà di difenderla. Dare della concubina ad Aspasia vuol dire abbassare il suo livello, in quanto la concubina è povera. Occhio di cagna è un topos omerico molto preciso e significa parlare di qualcuno che ha uno sguardo svergognato. Nel caso delle donne, riguarda quelle donne che invece di abbassare lo sguardo quando ti vedono tengono testa, quasi come volerti sfidare. Se la donna non abbassa lo sguardo vuol dire che la hai bastonata poco. Nel commento di Semonide si capisce perfettamente l’idea che si ha della donna, ovvero un cane, e nel caso di Aspasia un cane che abbia. Se avesse un marito si ricorderebbe di essere una donna e starebbe zitta. In nessun caso smetterebbe di parlare, ne spaccandole i denti a sassate, ne con parole dolci. Non smetterebbe per assurdo neanche in casa di altri uomini (fatto gravissimo, non ha diritti in casa di altri). 25 Alessandro Lombardi AMANTE DI PERICLE (445 A.C.) Pericle decide di ripudiare la moglie, dopo essersi invaghito di Aspasia. (Non sappiamo come mai Aspasia abbia rinunciato alla sua indipendenza per entrare nella casa di Pericle). Pericle sposa Aspasia, ma pochi anni prima, nel 450 a.C. Pericle fa varare la legge sulla cittadinanza, rendendo cittadino ateniese soltanto chi ha genitori ateniesi. Da Plutarco (che scrive una vita di Pericle) sappiamo che il cambio della legge sulla cittadinanza complica la vita di Aspasia, dato che il matrimonio con donne straniere era vietato. Pericle ed Aspasia fanno un figlio, che si chiamerà Pericle il giovane, e questo è un problema perché è destinato a rimanere un bastardo. Diventa un problema anche per Pericle, sia per immagine (lui, grande condottiero di Atene che ha un figlio bastardo con una straniera), sia per il fatto che perde i due figli legittimi che aveva nella guerra del Peloponneso e rimane con un unico figlio illegittimo. Allora cambia la legge ad personam (si faceva già nel V secolo), concedendo a padri che hanno perso i loro figli legittimi e per caso ne hanno fatti altri illegittimi, di renderli legittimi e trasformarli in cittadini, nel caso in cui rimangano pericolosamente senza discendenza. Il tema della discendenza conferma il tema della purezza del sangue, che deve rimanere sempre Ateniese. In realtà il sangue non è più puro. Finalmente, grazie ad una legge fatta ad personam, Atene si apre alle estraneità e la purezza del sangue ateniese inizia un po’ a sporcarsi. LA TESTIMONIANZA DI PLUTARCO Siccome sembra che Pericle sia stato condizionato da una donna, è arrivato il momento giusto per affrontare la questione di quale potere avesse la donna per dominare uomini politici e dare materia di discussione ai filosofi. Ci sono due possibili spiegazioni. O si sono lasciati ingannare e quindi si conferma la regola di pandora, o forse c’è un fattore a cui non si è mai pensato, ovvero che le donne sono in grado di ragionare. Nel 440 a.C. Pericle e Aspasia sono già sposati da 5 anni e Pericle fa una spedizione contro l’isola di Samo e sembra che lo abbia fatto perché Aspasia glielo abbia chiesto, in quanto Mileto è storica rivale di Samo. Sembra quindi un attacco fatto solo per compiacere la moglie. Questo perché la donna è pandorianamente una trappola. È un evento passato alla storia per due motivi: 1. Pericle e l’esercito ateniese sembrerebbe abbiamo usato una violenza spropositata per l’epoca. Una volta conquistata l’isola Pericle ha dato l’ordine di crocifiggere i maschi per giorni, per poi tirarli giù e bastonarli a morte, e come peggior fatto, non seppellirli, ma lasciarli morti a terra. Nella concezione antica non seppellire è considerato un reato gravissimo anche se si tratta di un tuo nemico. Decidere di non seppellire il corpo di un tuo nemico significa decidere di macchiarsi davanti agli dèi di una colpa inescusabile (il corpo non ha il giusto riposo se non sepolto). Pericle morirà nel 429 a.C. di peste, e Tucidide ci racconta che durante la peste nella città di 26 Alessandro Lombardi Atene, nessuno rispettava più le regole, si era entrati in una situazione di anomia. Si ritiene che la morte di peste di Pericle sia una sorta di punizione tradiva degli dèi, che non dimenticano la spedizione di Samo. SAGGEZZA E ATTITUDINE POLITICA Alcuni dicono che Aspasia era stata presa in considerazione per la sua intelligenza e attitudine politica. Plutarco difende Pericle in quanto è stato un uomo troppo grande per potersi solo essere fatto ingannare, ma ha saputo riconoscere l’intelligenza di Aspasia. Persino Socrate la frequentava, e questo vuol dire che lei era talmente disallineata per frequentare uno come Socrate. Ci dice anche che Socrate non avesse problemi a stare e dialogare con una donna. LA TESTIMONIANZA DI PLATONE Nel testo bisogna immaginare che sia Socrate che Menesseno qualche giorno prima ascoltato l’epitaffio di Pericle, e quindi Menesseno chiede a Socrate se lui sarebbe stato capace di fare un discorso dello stesso calibro (da tenere conto che Platone non sopporta Pericle e se può andargli contro lo fa volentieri). Socrate risponde: Socrate afferma di essere bravo quanto Pericle (strano che Socrate si creda bravo), e che entrambi hanno avuto lo stesso maestro (Aspasia). Di conseguenza anche lui sarebbe stato altrettanto bravo Successivamente Socrate rincara la dose dicendo che ha sentito il discorso di Pericle, e Aspasia gli ha recitato un altro epitaffio che era una specie di cucitura tra l’epitaffio di Pericle (scritto da lei) e un altro epitaffio scritto da lei. È la frecciata di Platone a Pericle. A questo punto Menesseno dice a Socrate di dirgli parola per parola quello che ha recitato Aspasia. Socrate dice che se lo ricorda e stava per prendere le “botte” da Aspasia perché non se lo ricordava bene. Molto strano sentire una confidenza così fisica con una donna che non è né sua moglie né sua parente, perché ci fa pensare ad una storia tra Socrate ed Aspasia, ma non è mai successa, forse. 27 Alessandro Lombardi He didàskalos = la maestro DISARTICOLAMENTO DEL LINGUAGGIO Platone scrive “ho avuto un maestro” riferendosi ad Aspasia, si è sbagliato a scrivere? No, Platone quando non ha il riferimento femminile lo crea. Quindi che lavoro sta facendo scrivendo la maestro? Noi ci aspettiamo un maschio quando sentiamo la parola maestro, e Platone cerca di disarticolare la parola, per eliminare lo stereotipo. Ci vuole far capire che una funzione totalmente maschile, in realtà la hanno anche le donne. Questa piccola “operazione” da parte di Platone ci autorizza a pensare ad una regola diversa da quella che associa un maschio al sapere, ma una regola a cui al sapere non importa se tua sia maschio o sia femmina. Lezione 6 del 17.10.2023 LISISTRATA “La Lisistrata” è una famosa commedia di Aristofane. In quest’opera vedremo come sia importante guardare talvolta la realtà al rovescio, dare spazio all’immaginazione. Nutrire l’immaginario, imparare parole nuove risulta fondamentale in un percorso filosofico. Don Milani, nel testo “lettera a una professoressa” in modo brusco dice “ogni parola in meno che imparate oggi è un calcio in… più domani”, è opportuno quindi allargare il proprio orizzonte lessicale. Aristofane si mostra molto forte, il personaggio di Lisistrata è uno dei tanti che lui ha messo in scena a teatro, risulta entusiasmante, riesce a nutrire l’immaginario politico degli spettatori. Il pubblico del teatro era prevalentemente maschile, gli attori erano maschi e rappresentavano le donne. Questo rimane anche nel teatro di Shakespeare, i personaggi femminili sono personificati da uomini. Aristofane mette in scena un personaggio molto particolare. Il pubblico e gli attori erano tutti maschi e impersonavano i ruoli femminili con costumi. Aristofane è un genio, abbiamo bisogno della sua natura e del suo modo di fare politica. NATURA FEMMINILE SBAGLIATA “la femmina è come un maschio menomato” (Aristotele, storia degli animali). Se interpretiamo questa frase capiamo subito la distinzione di genere che vogliono far passare, ovvero che alla donna manca un pezzo dell’uomo. In questo modo si chiude il discorso per secoli e quindi la donna è nata con una mancanza rispetto all’uomo. È già molto essere un maschio per provare a fare la propria esistenza, ma se nasci donna, vuol dire che qualcosa è andato storto, e non riuscirai mai a realizzare la tua umanità, perché sei nata menomata. Non è un caso che il teatro registri questa distinzione filosofica per capire la distinzione. 28 Alessandro Lombardi NON RESTA CHE IL LAMENTO MALINCONICO Non è un caso che il teatro registri tale affermazione filosofica mostrando che l’incapacità dall’essere femminile all’essere pienamente umano si traduce con un termine freudiano: la malinconia, e quindi l’essere infelice perché nata donna. Procne: “io non sono niente. Molte volte ho osservato che il nostro sesso, il sesso femminile, non è niente” (Sofocle, Tereo) Si tratta di parole tragiche, malinconiche dettate da Procne, da quale fu stuprata, costretta a sposarsi con un uomo. È una frase molto malinconica, perché è la rassegna delle donne a sentirsi nulla. Invece abbiamo visto che le donne non è vero che sono nulla, in quanto Aspasia è stata una donna che ha aperto una voragine nella concezione sul sesso femminile. LISISTRATA Dentro la storia di Amleto e soprattutto nella storia di Ofelia sembra quasi di sentire la Lisistrata. Non possiamo sapere si William S. mentre scriveva Amleto aveva in mente la Lisistrata. La scritta sopra Amleto sta a rappresentare il fatto che bisogna accantonare la storia di Amleto per dare spazio ad Ofelia (nel segno Aristofanico del pensare altrimenti). La Lisistrata è stata messa in scena nel 411 a.C. durante le feste dionisie che interrompono come da tradizione la guerra del Peloponneso. Dove viene messa in scena l’opera? Nell’anfiteatro, dove c’è un gioco di posizioni, alte e basse in alto alle nostre spalle vi è l’acropoli e in basso sulla scena vi è l’acropoli finta; abbiamo quindi due acropoli, una reale e una finta. Da questo capiamo che non esiste solo il piano della realtà, ma anche quello dell’immaginazione. Un secondo elemento è un fatto storico stranissimo, ovvero la sera prima del 411 a.C., prima di una spedizione, presumibilmente un gruppo di donne girano per Atene mutilando le Erme (piccoli mattoncini quadrangolari con la faccia di Ermes) dei loro genitali. La mattina prima che parta la spedizione, si trovano dei falli per terra e non è un buon segnale prima di una spedizione. Questa protesta del tagliare i genitali è una forma di protesta che sembra ritornare dentro la Lisistrata. È un motivo per cui Aristofane viene considerato protofemminista, perché anticipa alcune forme di protesta femminili. Sembra nella storia che la Lisistrata incorpori la storia del taglio dei falli. SCIOPERO Lisistrata :”ascoltate il mio discorso, io sono un donna ma in me c’è cervello [logon]” A lei non sta bene che gli uomini facciano la guerra, perché gli uomini devono fare l’amore e non la guerra. Allora chiama tutte le donne ateniesi, e spartane, perché anche se con fatica devono collaborare tutte le donne. 29 Alessandro Lombardi Anche se si è a teatro e quindi si ride, non vuol dire che non lasci qualcosa nelle menti degli spettatori. Allora le donne per far finire la guerra fanno lo sciopero del sesso, così gli uomini quando torneranno a casa stanchi, troveranno le porte chiuse. Alcune donne non vogliono rinunciare al sesso, ma è l’unico modo per arrivare alla pace nel breve periodo, mentre nel lungo periodo è il modo per governare la città. Lisistrata: “carino non allunghi I maschi vanno fuori di testa, perché devono ricollocare la le mani a chiunque capita a donna fuori dal contesto patriarcale da cui la hanno sempre tiro: se lo fai ti prendi un bel inserita. ceffone!” I maschi si chiedono da dove salta fuori la voglia delle donne di sottrarsi e loro, che le posseggono. Bisogna considerare due particolarità: 1. Lisistrata è una donna e dovrebbe stare a casa ma nonostante questo è scesa in piazza a parlare, nello spazio tipicamente frequentato dai maschi. 2. Incoraggia tutte le donne a sottrarre il proprio corpo ai loro uomini. Devono riuscire a ricollocare la donna diversamente da come il discorso patriarcale le aveva raffigurate. Nel discorso patriarcale la donna stava chiusa in casa ed era a disposizione dell’uomo, qui invece è uscita di casa, parla (non sta zitta) e si sottrae. Ci troviamo a teatro, fa ridere, ma allo stesso tempo fa riflettere, pensa se queste donne affermassero la loro soggettività anche nella realtà, fuori dalla commedia. I maschi davanti a questa situazione vanno completamente fuori di testa. Le donne arrivate a questo punto si rifugiano nell’acropoli (quella finta rappresentata scenograficamente a teatro) e completano la loro azione di sciopero chiudendo le porte. Con “chiudere le porte” si sta ad intendere “chiudere le gambe”. Per il discorso patriarcale in realtà le donne dovevano tenere le gambe a disposizione dei maschi. IL MONDO ALLA ROVESCIA Si entra quindi in un mondo alla rovescia, dove il tenere le gambe chiuse da parte delle donne sancisce un cambiamento della mentalità patriarcale che i maschi pensavano di avere. La acropoli rappresenta quattro significati: - Religiosità: luogo sacro - Politica - Ricchezza, venivano conservati i soldi - Deposito per le armi L’acropoli che è il simbolo del potere maschile diventa in una serata il simbolo anche del potere femminile. Il carnevale ha una funzione importante perché è vero che il giorno dopo torneranno tutte le regole, ma intanto ci potrebbe venire in mente che davvero il destino delle poleis potrebbe cambiare se ci fossero le donne. Allo stesso tempo come 30 Alessandro Lombardi Lisistrata sta formando la classe dirigente e diceva Gramsci, il teatro scoppia bombe sembra di star parlando del principe di all’interno dei cervelli. I maschi devono Machiavelli. Vuole porre fine all’uso sbagliato interpretare il cancello chiuso delle donne del potere, di iniziarlo ad usare nel modo giusto. Perché se lo usi per te va bene tutto ma non come un oggetto da non potere usare, se lo usi per la città devi saperlo usare. ma come un essere umano con dignità. IL CORPO CHE CONTESTA Corpo femminile esibito (diverso) corpo femminile sottratto Le donne che escono dai ranghi e si mettono in questa posizione di “comando”, politica economica e militare. Questo rovesciamento (ruoli uomo e donne invertiti), dove i maschi cercano di favorire del corpo della donna e trovano sbarrato, serve per fargli capire che dietro questa chiusura non c’è un oggetto ma una donna (dignità). I maschi allora chiedono alle donne come bisogna comandare visto che loro non sono capaci. CHI FA DUNQUE POLITICA? Arrivati a questo punto sono gli uomini che ormai chiedono alle donne come fare per risolvere la guerra con sparta. Lisistrata, che ormai può parlare dall’alto dell’acropoli dice: “basterebbe un po’ di amore intelligente della città e si potrebbero sciogliere gli eserciti” Questo sembra impossibile, fa quasi sorridere, ormai Lisistrata può parlare dall’alto dell’acropoli, l’intelligenza sta nelle mani dei maschi e loro la vogliono usare con forza contro i nemici. Propone quindi a tenere insieme due aspetti: la passione e il logos, un amore intelligente. Bisognerebbe usare un modo di intendere le passioni che sia per il bene della città. Noi siamo abituati a polarizzare, da una parte un’intelligenza che prende le distanze dal patos e dall’altra il patos più totale. Il nome Lisistrata è bellissimo, e significa mandare in frantumi gli eserciti e significa non aver più bisogno di fare la guerra. Certo dovrebbero spiegarci come, ma non vuol dire sia impossibile. Il massimo che possiamo pensare come non guerra è la deterrenza, ma non va bene, non è il modo di non fare la guerra. Nonostante l’idea della Lisistrata sia Utopica, porta a sognare e anche i sogni hanno funzione politica; quando invece non si sogna più vuol dire che siamo posti nel soffocamento (ad esempio il periodo nazista). IL SOGNO POLITICO DI LISISTRATA (I) Veniamo da una città dove si alleva molto e la Lisistrata utilizza una metafora che deriva dalla tessitura della lana, e ci sono quattro momenti nella filatura della lana: 1. Battitura = purificazione della lana 2. Cardatura = rendere le fibre parallele 3. Filatura = stirare le fibre 4. Pettinatura 31 Alessandro Lombardi Lisistrata: s’ha prima, come lana in un bagno da togliere il sudicio della città, e su un letto mazzolare i perfidi, sostituire i cialtroni, e chi trama in segreto per ottener le cariche cardarlo bene bene e spennargli quei testoni. La Lisistrata non dice quindi che il potere sia sbagliato, ma è importante che questo sia moderato e controllato con fini utili. UN GROSSO GOMITOLO Lisistrata: “pettinare in un paniere l’accordo Non importa la terra da dove provieni, generale mischiando tutti, i meteci, gli stranieri a ma importa soltanto la voglia che hai di voi amici, e pure i debitori, frullarli tale e quale e metterti al lavoro per il bene della tua le città, mio dio, che vi sono colonie, capire come terra. sono per noi quali fili di lana separati: da tutti Fili di lana separati = prendere fili di questi bisogna prendere, riunirli in uno solo e diversi colori fa creare un gomitolo più farne un grosso gomitolo e con questo poi bello tessere un mantello per il popolo. LA POTENZA POLITICA DI FILARE/TESSERE Vi è un’idea di ibridazione sociale, l’immagine del gomitolo mette in luce una vera e propria mescolanza; la metafora della tessitura della lana avrà una fortuna colossale anche nel dialogo platonico “il politico”, il politico è un tessitore, tesse l’arazzo più meraviglioso di tutti, l’arazzo del sociale, questa tessitura è necessaria per il funzionamento della società. Questo rimanda ad un concetto molto attuale, la mescolanza di popoli (il cosiddetto melting pot) negli anni ha consentito il rinnovo continuo della società. Idea di ibridazione culturale e politica della tessitura sociale, politica. Solone scrive riguardo la schiavitù per debito e la contesta, Lisistrata insiste anch’essa per eliminare le disuguaglianze, non importa dove si è nati, non importa il sangue, non importa la terra di dove sei nato, importa solo la voglia che hai di mescolarti con gli altri; tutto questo sta alla base della democrazia, anche della democrazia italiana attuale. Se nell’antichità non ci fosse stata questa idea non si sarebbe mai giunti alla democrazia odierna. La Lisistrata sembra quasi sconsolata, impazientita, si chiede come mai ci sia ancora questa inutile guerra dettata dagli uomini, per le donne invece sono solo fili i nemici, sono colorati solo in modo differente, però anzi più colori si usano è più verrà fuori un arazzo meraviglioso, bisogna attingere da tutti. Riunendo tutti i fili giungiamo alla creazione di un bellissimo mantello utile a tutti, offre: 32 Alessandro Lombardi - Caldo - Protezione - Mescolanza di culture e prosperazione del popolo Anche i romani riprendono questo discorso, loro erano molto favorevoli all’immigrazione, alla mescolanza, Alessandro Magno incoraggia i suoi generali di prendere mogli straniere, così da ampliare la cultura. Un buon politico deve favorire i matrimoni di culture diverse (diceva Platone). Sicuramente è vero che Platone non sopportava Pericle e di conseguenza lo contestava sempre, però allo stesso tempo secondo Platone bisogna andare oltre la guerra e favorire l’inclusione. LA POTENZA POLITICA DEL FILARE / TESSERE Penelope viene vista come una paladina della resistenza sotto il periodo nazista, ci sono diverse opere teatrali e musicali che la ritraggono mettere in difficoltà i suoi pretendenti sessuali, usata come metafora antinazista. Viene usata l’oppressione come tattica politica, proprio come ha fatto Lisistrata, lotta per il riscatto sociale. La parola “tessitura”, “testo” hanno tutte la stessa etimologia, quando si costruisce un testo politico, filosofico, letterario mettiamo insieme fili diversi. La commedia della Lisistrata è solo immaginaria però se è possibile oggi affermare che la storia della democrazia è un percorso di miglioramento di tale idea è anche grazie alla potenza di immaginario politico di una donna come Lisistrata e la sua idea rivoluzionaria. Un’altra donna molto vicina alla Lisistrata è Virginia Woolf con il testo “pensare la pace durante il raid aereo” (agosto 1940, sotto i bombardamenti aerei della Luftwaffe) l’ultimo saggio prima del suicidio. Occorre quindi riflettere, il fatto che queste fossero donne, anche Lisistrata era donna ma semplicemente rappresentata da un attore maschio, fa riflettere sul fatto che le donne possono avere un ruolo davvero importante in momenti così critici, possono guardare con occhi diversi una situazione complessa e proporne una soluzione, anche solo con l’immaginazione. Lezione 7 del 22.10.23 LA SCOPERTA DELL’AMERICA Affrontiamo questo argomento perché in questa parte della storia dell’Europa e dell’occidente civilizzato, riemergono in maniera prepotente i concetti della civiltà ellenistica. In questo particolare momento di scoperta dell’altro, dove l’uomo di occidente si affaccia sul mondo e scopre di non essere l’unico abitante sulla Terra, si pongono molte questioni etico filosofiche sulla discriminazione di genere, sull’uguaglianza, sulla discriminazione data da diversi colori di pelle. Tutti questi concetti hanno inizio con la scoperta dell’America, fatta da Cristoforo Colombo nel 1492 (anche se pensava di essere in Asia). 33 Alessandro Lombardi 1492 Finisce la guerra della Reconquista, ovvero una guerra trisecolare dove il mondo cristiano tenta di recuperare al proprio dominio, le terre che erano state conquistate dal dominio musulmano. Il 1492 segna questa fine perché cade l’ultima roccaforte del potere musulmano in Europa, che è Cordoba. Abbiamo tre secoli di guerra sanguinosa, come tutte le guerre, dove due culture si scontrano sulla base della presunzione di superiorità dell’una rispetto all’altra. La logica dominante dell’epoca è quella di stabilire chi è più forte e questo è un preconcetto fondamentale che vedremo nella conquista dell’America. Contemporaneamente alla fine della riconquista parte una persecuzione molto forte in Europa contro gli ebrei, fino ad arrivare nel 1450 dove vengono emanati i decreti di “purezza del sangue” (collegamento al mito dell’autoctonia). È importante notare quanta strada fa il concetto di purezza del sangue, nato ad Atene; e qui prende addirittura forma giuridica (non che ad Atene non lo fosse), creando il diritto di persecuzione degli ebrei, che vengono prima perseguitati e poi espulsi. È un momento difficile in cui abbiamo due coordinate importanti: - Uomo europeo si sente superiore agli altri - Preoccupazione ossessiva e lotta per tenere la purezza della razza. In questo contesto, dove tutto viene a compimento nel 1492, quando Cristoforo Colombo il 12 ottobre 1492 approda a san Salvador, anche se pensava di essere approdato in Asia. Quello che accade per quanto riguarda la scoperta dell’America è una storia di violenze, non a caso i primi che arrivarono sulle coste Americane sono chiamati Conquistadores. Isabella di Castille aveva approvato l’impresa perché voleva espandere i territori dall’altra parte del mondo e quindi con una grossa prospettiva di ritorno economico. Le guerre, infatt