Anatomia Umana e Speciale PDF
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Questo documento fornisce una panoramica dell'anatomia umana e speciale, descrivendone la forma, la struttura e la collocazione degli organi del corpo umano e della loro relazione con le funzioni fisiologiche. Il testo include esempi di movimenti e piani di simmetria del corpo.
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**ANATOMIA UMANA E SPECIALE** È una disciplina medica che descrive la forma, la struttura e la collocazione degli organi del corpo umano. Pare che già nel 1600 A.C. gli egiziani si fossero interessati al corpo in senso anatomico. Si arriva poi direttamente al II secolo D.C. con Galeno (antica Gre...
**ANATOMIA UMANA E SPECIALE** È una disciplina medica che descrive la forma, la struttura e la collocazione degli organi del corpo umano. Pare che già nel 1600 A.C. gli egiziani si fossero interessati al corpo in senso anatomico. Si arriva poi direttamente al II secolo D.C. con Galeno (antica Grecia), le cui idee, derivate da studi su animali, si sono protratte fino all'inizio dell'anatomia moderna. Dal 1400-1500, si è capito che l'anatomia poteva dare risposte a una serie di domande per cui le antiche teorie non bastavano. Il termine deriva dal greco ἀνατομή -\> dissezione. Da questo periodo la dissezione diventa sistematica. Ogni precisa funzione è svolta da una precisa struttura, la struttura condiziona quali funzioni si compiono in essa. L'anatomia si divide in: - Microscopica, che studia strutture non visibili a occhio nudo (istologia cioè lo studio dei tessuti e citologia cioè lo studio delle cellule). - Macroscopica, che studia le strutte sufficientemente grandi da essere sservabili a occhi nudo 1. anatomia di superficie: anatomia visibile e palpabile (strutture identificabili al tatto). importante per esame medico-clinico 2. anatomia regionale: studia parti interne ed esterne di regioni quali testa, tronco, arti 3. anatomia sistematica: studia le strutture dei principali apparati/sistemi Livelli organizzativi del corpo umano: cellula/tessuto/organo/apparato o sistema. ![Immagine che contiene disegno, stomaco, Coscia, articolazione Descrizione generata automaticamente](media/image2.jpeg) Posizione anatomicatutte le descrizioni anatomiche, per evitare ambiguità, sono riferite a tale posizione. Immagine che contiene testo, schermata Descrizione generata automaticamente ![Immagine che contiene testo, Carne, schermata Descrizione generata automaticamente](media/image4.jpeg) PIANI ED ASSI DI SIMMETRI DEL CORPO Hanno la funzione di dividere il corpo umano in zone simmetriche/speculari. Le descrizioni anatomiche si basano su questi piani immaginari che attraversano un corpo situato in posizione anatomica. Immagine che contiene testo, schermata, diagramma, scheletro Descrizione generata automaticamente ![Immagine che contiene testo, schermata, scheletro Descrizione generata automaticamente](media/image6.jpeg) I termini di posizione vengono utilizzati per descrivere i movimenti. - Abduzione: movimento laterale lontano dalla linea mediana del copro (allontanamento dal piano sagittale). - Adduzione: movimento mediale verso la linea mediana del corpo (avvicinamento al piano sagittale). - Flessione: movimento che diminuisce l'angolo tra due parti del corpo. - Estensione: movimento che aumenta l'angolo tra due parti del corpo. - Piano frontale: divide il corpo in una parte anteriore e una posteriore. Saltellare sul posto abducendo e adducendo gli arti è un esempio di un movimento che si esegue su questo piano. - Piano sagittale: divide il corpo in una parte destra e in una sinistra. Il movimento delle braccia che si muovono in avanti e indietro durante la corsa è un esempio di movimento che si esegue su questo piano. - Piano trasverso: divide il corpo in una parte superiore e in una inferiore. Il movimento che una ballerina compie quando piroetta su se stessa viene eseguito su questo piano. **APPARATO MUSCOLARE** La CELLULA eucariote MUSCOLARE possiede una terminologia specifica: - Sarcoplasma=citoplasma - Sarcolemma=plasmalemma (ossia membrana plasmatica) - Reticolo sarcoplasmico (sarcoplasmatico)=reticolo endoplasmico liscio La terminologia si differenzia dalla cellula eucariote "normale" in quanto le due cellule presentano differenze (nella composizione sono uguali ma nella struttura diverse). Buona parte dello spazio del citoplasma è occupato da miofibrille (fibre muscolari). Le cellule del tessuto muscolare scheletrico sono molto grandi e possono raggiungere lunghezze di 30 cm o anche di più. Data l\'estensione in lunghezza, queste cellule sono più comunemente note come fibre muscolari. Contengono più nuclei, localizzati al di sotto della membrana plasmatica, in quanto, durante lo sviluppo embrionale, derivano dalla fusione di cellule embrionali dette mioblasti. Le fibre muscolari sono, pertanto, dei sincizi. Non tutti i mioblasti partecipano alla formazione delle fibre muscolari, alcuni rimangono nei tessuti muscolari degli adulti sotto forma di cellule miosatelliti, cioè cellule staminali che possono contribuire alla riparazione dei tessuti muscolari danneggiati. TESSUTO MUSCOLARE Il tessuto muscolare è un tessuto di [origine mesodermica], le cui proprietà peculiari sono: - **Eccitabilità**, ossia la capacità di rispondere a stimoli nervosi - **Contrattilità**, ossia la capacità di contrarsi e poi ritornare al suo posto Le CELLULE MUSCOLARI possono essere STRIATE o LISCE a seconda della DIFFERENTE DISPOSIZIONE dei MIOFILAMENTI nel loro citoplasma, che possono essere disposti o meno a formare un' alternanza di BANDE CHIARE e BANDE SCURE. Nei Vertebrati si distinguono tre tipi di tessuto muscolare: (1)scheletrico, (2)cardiaco e (3)liscio. Tra i tre tipi di tessuto muscolare la morfologia della cellula varia, ma il meccanismo di contrazione presenta delle similarità. 1. Il **muscolo scheletrico** forma i grossi muscoli da cui dipendono i movimenti macroscopici del corpo e la locomozione. Sono muscoli volontari. Sviluppano [notevole potenza per brevi periodi di tempo.] 2. Il **muscolo cardiaco** forma la maggior parte della parete del cuore la cui contrazione determina il movimento del sangue nei vasi sanguigni. E' striato ma involontario (sta a metà tra gli altri due tipi). [In grado di contrazioni forti e continuative, senza essere soggetto ad affaticamento.] 3. Il **muscolo liscio** forma principalmente la parete degli organi, a cui conferisce sostegno, contrattilità e elasticità. Compie movimenti involontari (controllato da SNA, sistema nervoso autonomo). [Capace di contrazioni lente e regolari, che possono durare a lungo.] Il tessuto muscolare striato comprende: ! **Tessuto Scheletrico**: va a costituire Organi Pieni definiti MUSCOLI STRIATI SCHELETRICI, ossia la muscolatura cosiddetta "volontaria", controllata cioè dalla sezione "somatica" del sistema nervoso ! **Tessuto Cardiaco** che costituisce la muscolatura del miocardio, ossia la tonaca media del cuore, che è in grado di compiere movimenti involontari con una stimolazione "intrinseca" allo stesso (Tessuto di Conduzione), regolata dal Sistema Nervoso Autonomo. MUSCOLATURA LISCIA ! È responsabile di movimenti involontari a livello di organi viscerali ! Costituisce la tonaca media dei vasi e la tonaca muscolare della maggior parte degli organi cavi ed è presente in forma di fibre (o, meglio, FIBROCELLULE) isolate nel derma della cute. Si tratta di cellule allungate e affusolate, con un diametro tra 5 e 10 μm e una lunghezza tra 30 e 200 μm. Possiedono un solo nucleo posto centralmente e, mancando di miofibrille e sarcomeri, non ci sono striature, pertanto, il muscolo liscio è anche detto non striato. I filamenti sottili sono ancorati ai corpi densi, alcuni dei quali si inseriscono nel sarcolemma. I corpi densi sono delle strutture formate dall\'intreccio di filamenti intermedi di desmina insieme ai quali fissano i filamenti sottili e, quando avviene lo scorrimento tra filamenti spessi e sottili, accorciano la cellula contraendola come un cavatappi. Cellule muscolari lisce adiacenti sono tenute insieme a livello dei corpi densi, in modo tale che le forze contrattili possano essere estese di cellula in cellula a tutto il tessuto. **Muscolo scheletrico** Il muscolo scheletrico è formato da un insieme di cellule piuttosto lunghe, cilindriche e con estremità fusiformi, chiamate fibre muscolari. Se lo si taglia trasversalmente si nota che queste fibre non sono isolate, ma raggruppate in fascicoli ed avvolte da tessuto connettivo. Tra un fascicolo e l\'altro decorrono fibre elastiche, nervi e vasi sanguigni, che si ramificano per distribuirsi alle varie cellule; la ricca vascolarizzazione determina la tipica colorazione del muscolo scheletrico (grazie alla mioglobina che circola nel sangue). La muscolatura scheletrica costituisce la componente attiva dell'apparato locomotore muove il corpo e mantiene l'equilibrio nelle diverse posizioni. \- può arrivare al 40% del peso corporeo nell'uomo e al 30-32% nella donna \- contrazioni più intense della muscolatura liscia ma possono rimanere contratti meno a lungo(necessitano di un periodo di riposo) \- quando non in attività non sono completamente rilassanti: si trovano in uno stato di contrazione parziale, il TONO muscolare [TONO] muscolare: permette di mantenere le varie parti del corpo nell'atteggiamento adatto alle circostanze. Immagine che contiene testo, scheletro Descrizione generata automaticamente ![Immagine che contiene testo Descrizione generata automaticamente](media/image8.jpeg) MIOFIBRILLE Decorrono longitudinalmente nella fibra (o nella fibrocellula cardiaca). L'unità contrattile di base è il SARCOMERO, formato da: MIOFILAMENTI SPESSI (MIOSINA, larghezza 15 nm): occupano la Banda A MIOFILAMENTI SOTTILI (ACTINA, TROPONINA e TROPOMIOSINA, larghezza 8 nm): si inseriscono alla Linea Z. I due tipi di miofilamenti, che decorrono tra loro paralleli, si interconnettono entro la Banda A, dove ciascun filamento spesso è circondato da 6 filamenti sottili, disposti ai vertici di un esagono. ![Immagine che contiene testo, schermata Descrizione generata automaticamente](media/image10.jpeg) Immagine che contiene testo, schermata, diagramma Descrizione generata automaticamente ![Immagine che contiene testo, schermata, diagramma, modello Descrizione generata automaticamente](media/image12.jpeg)... La CONTRAZIONE MUSCOLARE SNC (sistema nervoso centrale) invia stimolo al muscolo mediante impulso elettrico che corre nell'assone. L'assone si divide in fibre più piccole, ognuna a contatto con una fibra muscolare. Il numero di fibre muscolari attivate da un singolo neurone = numero di fibre nervose in cui si divide l'assone. Motoneurone + fibre terminali + fibre muscolari innervateUNITA' MOTORIA (definizione: un motoneurone e le fibre muscolari da esso innervate). Stimolo nervososcorrimento delle fibre di actina su quelle di miosinaavvicinamento delle linee Z, accorciamento delle bande Iaccorciamento delle fibre muscolari. GENERALITA' SUI MUSCOLI I muscoli scheletrici sono inseriti sullo scheletro. Con la potenza della loro forza contrattile: \- ne modificano l'orientamento (quanto e come lo permettono le articolazioni) \- ne mantengono la postura I muscoli scheletrici sono organi di varia forma e volume \- parti carnose: colore rosso \- parti tendinee: colore bianco I muscoli scheletrici possono essere classificati secondo a. Criteri anatomici (forma, numero di ventri, orientamento delle fibre) Immagine che contiene testo, scheletro Descrizione generata automaticamente b. Criteri funzionali Concetto di agonisti/antagonisti L'allungamento è un processo passivo (si utilizza l'antagonista), mentre l'accorciamento è attivo. Questo spiega perché i muscoli funzionano in un certo modo e perché sono posizionati in una determinata sede. ORIGINI ed INSERZIONI MUSCOLARI ! ORIGINE: punto di attacco ad un segmento scheletrico (od altra struttura connettivale) sul quale il muscolo fa "PUNTO FISSO" durante la sua azione. ! INSERZIONE: punto di attacco ad un segmento scheletrico (od altra struttura connettivale), che, per effetto dell' azione del muscolo, viene a MODIFICARE la SUA POSIZIONE NELLO SPAZIO. come si collegano i muscoli? **DISPOSITIVI CONNETTIVALI ANNESSI** **ai MUSCOLI STRIATI SCHELETRICI** ! Sono strutture di TESSUTO CONNETTIVO FIBRILLARE DENSO e si definiscono: **- TENDINI**: strutture connettivali CILINDRICHE che connettono capi muscolari allo scheletro **- APONEUROSI**: strutture connettivali AMPIE ed estese che connettono muscoli o allo scheletro o ad altre strutture (es.: tessuto connettivo lasso sottocutaneo) **- FASCE FIBROSE**: strutture traslucide che rivestono i muscoli, suddividendone vari gruppi in LOGGE. **MIOLOGIA**Branca dell' Anatomia Umana che si occupa dello studio, PREVALENTEMENTE con [METODO TOPOGRAFICO-FUNZIONALE] dei muscoli striati scheletrici, costituenti il SISTEMA MUSCOLARE. 1. **Muscolatura ASSILE** (60% dei muscoli scheletrici)Determina posizione di testa e della colonna vertebrale. Muove la gabbia toracica. 2. **Muscolatura APPENDICOLARE** (40% dei muscoli scheletrici)Stabilizza o muove i componenti dello scheletro appendicolare. 1. Muscolatura assile **MM. della testa e del collo** **M. massetere***(principale muscolo masticatorio)*Il m. massetere è uno spesso muscolo quadrilaterale situato nella guancia. È necessario per la masticazione e viene utilizzato per chiudere le mascelle. È composto da due parti: superficiale e profonda. La porzione più ampia e superficiale emerge da un'ampia aponeurosi tendinea dall'arco zigomatico. Le sue fibre si estendono verso il basso e indietro e si adattano all'angolo e alla metà inferiore della superficie laterale del ramo della mandibola. La seconda parte, la porzione profonda, è molto più piccola e ha una trama più muscolosa. Questa parte del muscolo massetere è solo parzialmente coperta dalla porzione superficiale di fronte. **M. temporale**Il muscolo temporale è un muscolo accoppiato di forma triangolare che si trova su ciascun lato del cranio, che occupa la fossa temporale e gran parte dell\'area dell\'osso temporale. Le sue fibre discendono anteriormente e convergono in un robusto tendine che si inserisce (semplificando) nella faccia mediale del ramo della mandibola. Il m. temporale eleva la mandibola, avvicina i denti e chiude la bocca. Le fibre posteriori, che hanno andamento orizzontale, permettono di retrarre la mandibola, dopo che è stata protrusa. **Flessori del collo** **M. lungo del collo** si compone in tre parti (inferiore, intermedia e superiore). L'azione di questo muscolo può avvenire assieme al lungo del collo contro-laterale flettendo così il collo, oppure può avvenire isolatamente (specie della parte inferiore) flettendo lateralmente il collo dallo stesso lato e ruotando il collo dalla parte opposta, in supporto allo sternocleidomastoideo. **M. sternocleidomastoideo**: origina con due ventri dal capo sternale della clavicola e dal manubrio sternale e si inserisce alla mastoide temporale; singolarmente piegano la testa sulla spalla o ruotano la faccia all'opposto, insieme flettono il collo. **Muscoli scaleni** Hanno origine dal processo trasverso delle vertebre cervicali, dalla seconda alla settima, e si inseriscono sulla prima e sulla seconda costa. Consentono di elevare le prime coste e di ruotare il collo dalla parte opposta. **Muscoli del dorso** (dorso=intera regione posteriore del tronco attraversata dalla CV). Poiché la maggior parte del peso del corpo si sviluppa anteriormente alla CV, per il suo sostegno (postura) e movimento, in opposizione alla gravità, sono necessari molti e potenti muscoli che si inseriscono sui processi spinosi e trasversi localizzati soprattutto dorsalmente alla CV. Muscoli del DORSO ANTIGRAVITARI e motori della CV Sono organizzati in tre strati: A\) superficiale SPINO -- APPENDICOLARI B)intermedio SPINO -- COSTALI C)profondo SPINO -- DORSALI **Spino-Appendicolari (strato superficiale)** DALLA CV AL CINGOLO TORACICO E OMERO **M. trapezio** Le fibre superiori agiscono tipicamente sulla scapola elevandola (come in un'alzata di spalle) o rinforzando la spalla quando viene trasportato un peso. Quando altri muscoli tengono la scapola in posizione, le fibre superiori di entrambi i muscoli trapezi possono estendere la testa al collo tirando l'osso occipitale più vicino alla scapola. **m. GRAN DORSALE** con la sua forma triangolare è il muscolo più esteso del corpo umano. Sito nella zona lombare, ricopre la parte laterale e inferiore del dorso, formando la parete posteriore della cavità ascellare. \- Adduce, estende e ruota internamente il braccio \- Utilizzando l\'omero come punto fisso, solleva il tronco ed innalza le coste (muscolo inspiratore). **Spino-costali (strato intermedio)** AZIONE SULLA CV \- Dentato Posteriore Superiore \- Dentato Posteriore Inferiore contrazione unilaterale: inclinazione omolaterale contrazione bilaterale: mm. Respiratori **Dentato Posteriore Superiore** origina dalla parte inferiore del legamento nucale e dal processo spinoso dell\'ultima vertebra cervicale e le prime tre vertebre toraciche. Portandosi in basso e lateralmente forma quattro digitazioni carnose che si inseriscono sulla faccia posteriore della 2a, 3, 4a e 5a costa. La sua azione si esplica innalzando le coste aumentando il volume della gabbia toracica e fungendo da muscolo inspiratore. **Dentato Posteriore Inferiore** Origina dai processi spinosi delle ultime due vertebre toraciche e prime tre vertebre lombari, si porta lateralmente e in alto inserendosi con quattro digitazioni carnose alle ultime quattro coste. Agisce abbassando la gabbia toracica, fungendo dunque da muscolo espiratore. **Spino-Dorsali (strato profondo)** **erettore spinale** (spinale, lunghissimo, ileocostale) **trasversospinali** (rotatori, multifidi, semispinali) **m. erettore spinale** (fibre a decorso prevalentemente longitudinale) si estende per tutta la lunghezza della CV ha funzione generale di estensione della colonna; viene definito muscolo erettore in quanto contrasta la gravità permettendo la posizione eretta. All\'estensione del rachide partecipano anche tutti gli altri muscoli delle docce vertebrali e i muscoli estrinseci della colonna, fornendo nel complesso un sostegno valido. I fasci più laterali inclinano la colonna dal loro lato durante l\'estensione, quelli che si inseriscono sulla testa hanno funzione di estensori anche per quest\'ultima. **mm. trasversospinali** (fibre a decorso prevalentemente obliquo) Si estendono dall'osso sacro fino alla base del cranio con la loro contrazione partecipano all'estensione della colonna e la ruotano dal lato opposto. **Diaframma** (muscolo un po' particolare) Lamina muscolo-tendinea che divide la cavità toracica da quella addominale. Ha la forma di una cupola a concavità rivolta verso il basso e convessità in alto. È costituito da una parte muscolare periferica e da una parte tendinea centrale : il centro frenico o centro tendineo. Può essere suddiviso in tre porzioni (sternale, costale, lombare), in base ai punti di inserzione dei muscoli che si dipartono dal centro tendineo. Si inserisce anteriormente e lateralmente allo sterno e alle coste (ultime sei) e posteriormente ai corpi delle prime vertebre lombari (pilastri diaframmatici). Il diaframma presenta orifizi attraverso i quali passano \- aorta, \- dotto toracico e nervi splancnici (canale aortico-diaframmatico) \- esofago (foro esofageo) -vena cava inferiore (orifizio quadrilatero) Il diaframma è un muscolo involontario, innervato dal nervo frenico, ma la sua attività è anche modificabile volontariamente; ha importanza nei movimenti inspiratori ed espiratori, nella defecazione, nell\'espulsione del feto nella fase terminale del parto. **Muscoli della parete addominale** Muscoli addominali comprendono: muscoli posteriori: psoas e quadrato dei lombi muscoli antero laterali: retto obliquo esterno obliquo interno trasverso **m. quadrato dei lombi** si trova nella parete addominaleposteriore tra la cresta iliaca e la 12° costa Contraendosi abbassa la 12° costa (muscolo espiratorio); inclina lateralmente la colonna vertebrale e le pelvi. La contrazione bilaterale estende il tratto lombare della colonna vertebrale. **m. psoas** origina dai corpi vertebrali e dischi intervertebrali T12-L4. è un muscolo composto, formato dai muscoli grande psoas e iliaco, i quali si uniscono all\'interno della cavità pelvica e condividono il tendine d\'inserzione. è il più potente flessore dell\'anca. **m. ileo-psoas** Dopo essersi incontrati e uniti all\'interno del bacino, questi due muscoli si dirigono verso il fronte mediale del femore, dove trova posto la base del cosiddetto piccolo trocantere; qui, mediante un tendine comune, s\'inseriscono terminando così il loro decorso. Oltre ad agire come flessore dell\'anca, l\'ileopsoas provvede anche al mantenimento della lordosi lombare e della cifosi toracica, e a movimenti di flessione del tronco e flessione laterale del tronco. **obliquo esterno** direzione delle fibre: in avanti, in basso e medialmente prende origine dalla faccia esterna delle ultime otto coste e si inserisce sul labbro esterno della cresta iliaca; alcuni fasci si continuano nell\'aponeurosi. Con la sua azione abbassa le coste (muscolo espiratorio), flette e inclina lateralmente il torace e lo ruota dal lato opposto. **obliquo interno** direzione delle fibre: in avanti, in alto e medialmente Le fibre muscolari seguono un decorso ascendente (a ventaglio) Ha azioni simili a quelle dell\'obliquo esterno, abbassa le coste (muscolo espiratorio), flette e inclina lateralmente il torace ma, a differenza del muscolo obliquo esterno, lo ruota dallo stesso lato. **trasverso** direzione delle fibre: in avanti, medialmente, in senso trasversale Le sue fibre, che presentano un decorso trasversale, sono poste profondamente al muscolo obliquo interno. Si inserisce con la sua aponeurosi nella parte alta della linea alba; sulla faccia interna della cartilagine costale delle ultime 6 coste (7a-12a). Contraendosi porta medialmente le coste (muscolo espiratorio). Ha un ruolo nel mantenimento della postura. **retto** Il retto addominale è il muscolo più rappresentativo della parete addominale anteriore. Lungo e superficiale, questo muscolo è un elemento anatomico pari, che si estende in verticale al centro dell\'addome, ai lati della linea alba. Il retto addominale origina a livello della cresta pubica e s\'inserisce sul processo xifoideo dello sterno e sulle cartilagini costali della 5a, della 6a e della 7a costa. A caratterizzare l\'anatomia del retto addominale è la presenza, sulla sua superficie anteriore, di alcune strisce di tessuto connettivo orizzontali che, incrociandosi con la linea alba, dividono il muscolo stesso in vari compartimenti quadrangolari; Funzioni: contenere gli organi dell\'addome, flettere il tronco in avanti, stabilizzare il bacino e controllare i movimenti della colonna vertebrale; inoltre, interviene nel meccanismo di innalzamento della pressione intra-addominale ed è implicato nell\'espirazione forzata. [Linea ALBA] La linea alba è una struttura aponeurotica situata sulla porzione mediana dell\'addome che prende il nome dal colore (\"albus\", in latino, vuol dire bianco) delle fibre che contribuiscono a formarla. I muscoli dell\'addome obliquo esterno e obliquo interno, partendo dalle loro inserzioni posteriori, si portano in avanti e le loro aponeurosi, dopo aver circondato al davanti e dietro i muscoli retti addominali, si incrociano sulla linea mediana formando una struttura particolarmente robusta e scarsamente vascolarizzata. Per questo motivo la linea alba è la sede preferita delle ampie incisioni laparatomiche praticate negli interventi maggiori di chirurgia addominale. [Linea ARCUATA o semicircolare di Douglas] Diversa organizzazione delle guaine dei muscoli della parete addominale anteriore 2. Muscolatura appendicolare I muscoli [dell'arto superiore] si possono suddividere in quattro gruppi 1\) mm. della spalla 2\) mm. del braccio 3\) mm. dell'avambraccio 4\) mm. della mano 1\) Muscoli della spalla I muscoli della spalla connettono il cinto scapolare con l'omero, permettendo alcuni movimenti fondamentali del braccio. Sulla spalla troviamo i muscoli che oltre ad esercitare delle azioni sul braccio, contribuiscono a mantenere la testa dell'omero nella cavita glenoidea: il muscolo deltoide, di forma triangolare, che permette l'abduzione dell'omero (allontana il braccio dal corpo), il sovraspinato che abduce e ruota esternamente l'omero, l'infraspinato che ruota esternamente l'omero, il grande rotondo, che adduce e ruota il braccio e il piccolo rotondo, che ruota esternamente il braccio. **Deltoide**, di forma triangolare, che permette l'abduzione dell'omero (allontana il braccio dal corpo). **Grande rotondo,** che adduce e ruota il braccio. 2\) Muscoli del braccio I muscoli del braccio sono 4, di cui tre nella regione anteriore e uno in quella posteriore. Anteriormente troviamo il bicipite brachiale, che flette l'avambraccio sul braccio e adduce il braccio sul corpo, il coracobrachiale e il brachiale, che si trovano più in profondità rispetto al bicipite e contribuiscono alla flessione dell'avambraccio ed all'adduzione del braccio. II **tricipite brachiale**, situato posteriormente, estende l'avambraccio (antagonista del bicipite) **bicipite brachiale** (anteriore): flette l'avambraccio sul braccio e adduce il braccio sul corpo II **tricipite brachiale** (posteriore): estende l'avambraccio (antagonista del bicipite) 3\) Muscoli dell'avambraccio Nell'avambraccio si trovano numerosi muscoli che controllano i movimenti della mano e delle dita. Si distinguono due grandi gruppi: i muscoli flessori e i muscoli estensori. mm\. ESTENSORI POSTERIORI mm\. FLESSORI ANTERIORI 4\) Muscoli della mano Nella mano si trovano, oltre ai tendini dei muscoli dell'avambraccio che muovono le dita, i muscoli propri della mano, che controllano i movimenti di precisione delle dita. Si trovano tutti sulla faccia palmare e si distinguono in tre grandi gruppi: a\) mm. dell'eminenza tenar (laterali) b\) mm. dell'eminenza ipotenar (mediali) c\) mm. palmari (intermedi) I **mm. dell'eminenza tenar** consentono i movimenti del I dito (pollice) I **mm. dell'eminenza ipotenar** consentono i movimenti del V dito (mignolo) I muscoli [dell'arto inferiore] si possono suddividere in quattro gruppi (come l'arto superiore) 1\) mm. dell'anca 2\) mm. della coscia 3\) mm. della gamba 4\) mm. del piede 1\) Muscoli dell'anca I muscoli dell'anca si inseriscono sulle ossa del bacino (e in parte sulla colonna vertebrale) e sul femore. Oltre al muscolo ileo-psoas (compreso anche tra i muscoli dell'addome), troviamo il muscolo grande gluteo, il più voluminoso muscolo della natica, i muscoli medio e piccolo gluteo (situati sotto il grande gluteo) che cooperano a stabilizzare il bacino. **m. grande gluteo** va dalla parte posteriore del bacino al femore, formando le natiche. E 'il muscolo più importante nell'estensione della coscia (salire le scale, saltare\...). **mm. medio e piccolo gluteo**, piriforme e otturatore. Sono situati più in profondità, importanti per il mantenimento della posizione eretta e per la Deambulazione. 2\) Muscoli della coscia Gli 11 muscoli della coscia possono essere raggruppati in tre regioni: regione anteriore, regione mediale e regione posteriore. Nella regione anteriore della coscia ricordiamo 2 muscoli, il sartorio e il quadricipite. Il **sartorio** (il "muscolo del sarto") permette di accavallare le gambe e non ha nessun rapporto con il femore, collegandosi all'osso iliaco del bacino e alla tibia. Il **quadricipite** è uno dei muscoli piu importanti per il mantenimento della postura eretta e per la deambulazione ed estende la gamba sul ginocchio e flette la coscia sull'anca. E' costituito da quattro capi (da cui quadricipite): retto femorale, vasto mediale, vasto laterale e vasto intermedio. Nella regione mediale (zona interno coscia) si trovano 6 muscoli: il pettineo, il gracile, l'otturatore esterno, l'adduttore breve, l'adduttore lungo e il grande adduttore. Tutti questi muscoli adducono la coscia sull'articolazione dell'anca, ovvero permettono di avvicinare le cosce tra loro. zona MEDIALEmm. ADDUTTORI Nella regione posteriore della coscia si trovano 3 muscoli: il bicipite femorale, il semitendinoso e il semimembranoso. Questi muscoli permettono di flettere la gamba sulla coscia ed estendere la coscia sull'anca. Il **bicipite femorale** flette la gamba sulla coscia ed estende la coscia sull'anca. **Zampa d'oca** L\'inserzione dei muscoli sartorio, gracile e semitendinoso sulla porzione superiore della faccia antero-mediale della tibia, che assume appunto una forma che ricorda quella della zampa di un\'oca. Tutti e tre i muscoli, oltre a stabilizzare l\'articolazione del ginocchio, flettono la gamba sulla coscia, grazie appunto alla loro inserzione comune sulla tibia, ed intraruotano la gamba. Se infiammata la sottostante borsa (borsite anserina o pes anserinus può causare dolore e la debolezza cronica al ginocchio. Spesso viene irritata dall\'uso eccessivo o da una lesione, si tratta di una patologia comune negli atleti. 3\) Muscoli della gamba Anche per i 13 muscoli della gamba si distinguono tre regioni: anteriore, laterale e posteriore. Il gruppo dei muscoli anteriori comprende il muscolo tibiale anteriore (che flette dorsalmente il piede, lo adduce e lo ruota medialmente), l'estensore lungo delle dita, l'estensore lungo dell'alluce e il peroniero anteriore, che flette dorsalmente il piede, lo abduce e lo ruota esternamente. il **m. tibiale anteriore** flette dorsalmente il piede l gruppo dei muscoli laterali è composto dai **due muscoli peronieri** (il lungo e il breve), che flettono plantarmente il piede, lo abducono e ne consentono la rotazione laterale. Nella regione posteriore si trovano nella regione superficiale il muscolo gastrocnemio (formato dai due muscoli gemelli) e il muscolo soleo, che flettono la pianta del piede. I tendini di questi due muscoli si uniscono a formare il tendine di Achille. I muscoli posteriori profondi sono responsabili dei movimenti di rotazione interna e flessione della gamba, oltre che dei movimenti di flessione plantare del piede e flessione delle dita e dell'alluce. **m. gastrocnemio** **m. soleo** \- rotazione interna e flessione della gamba \- flessione plantare del piede \- flessione delle dita e dell'alluce 4\) muscoli del piede Diversi muscoli della gamba agiscono direttamente sul piede, che è comunque caratterizzato da diversi muscoli che garantiscono la flessione dorsale e plantare del piede. Attraverso la flessione plantare del piede siamo in grado di camminare sulle punte, con la flessione dorsale solleviamo i piedi e camminiamo sui talloni. Nella parte dorsale del piede si trovano i muscoli estensori delle dita (l'estensore breve delle dita e l'estensore breve dell'alluce) che permettono l'estensione delle prime quattro dita del piede. parte dorsalemm. estensori delle dita Nella regione plantare si trovano i muscoli abduttori, adduttori e flessori dell'alluce e del mignolo i 4 muscoli lombricali che flettono la prima falange e estendono la seconda e terza falange delle ultime 4 dita e i 7 muscoli interossei, che partecipano alla flessione e all'estensione delle falangi delle ultime quattro dita. **SISTEMA NERVOSO** Il sistema nervoso ha il compito di registrare gli stimoli e i segnali di varia natura che gli giungono dall\'esterno e dall\'interno del nostro corpo, di interpretarli e di dare risposte adeguate. Nel corso dell\'evoluzione col crescere della complessità degli organismi è cresciuta la complessità e l\'efficienza di questo sistema che ha raggiunto il suo massimo nei primati. Ogni espressione della nostra personalità (pensieri, speranze, sogni, desideri, emozioni...) sono funzioni del sistema nervoso. Il sistema nervoso permette all'organismo di percepire variazioni dell'ambiente esterno, l'insieme delle modificazioni che tali variazioni producono e di produrre risposte adeguate finalizzate al mantenimento del bilancio interno (omeostasi) L\'attitudine propria dei viventi a mantenere intorno a un livello prefissato il valore di alcuni parametri interni, disturbati di continuo da vari fattori esterni e interni. All\'insieme ordinato dei sottosistemi che compongono l\'organismo umano è preposta una rete di sistemi di controllo, il cui intervento simultaneo regola il flusso di energia e di metaboliti, in modo da conservare immutato o quasi l\'ambiente interno, indipendentemente dalle modificazioni di quello esterno. Quello dell'autoregolazione degli organismi viventi è un concetto fondamentale della biologia moderna. Per il mantenimento dell'omeostasi è perciò essenziale che tra le varie parti dell'organismo ci siano sistemi di comunicazione. Sistema nervoso ed endocrino coordinano e integrano le funzioni di tutti i sistemi del corpo e mantengono l'omeostasi Nel sistema nervoso possono essere individuate due grandi categorie cellulari: 1. Neuroni 2. Cellule della glia (o neuroglia) I **NEURONI** sono responsabili della ricezione e della trasmissione degli stimoli provenienti dall'ambiente (esterno e interno). La possibilità di eseguire tali funzioni si fonda su **due proprietà basilari**: **- irritabilità/ eccitabilità**: è la capacità che permette alla cellula di rispondere ad una stimolazione (interna o esterna). Quindi l'eccitabilità non è una risposta ma la capacità di rispondere. \- La risposta emessa da un neurone assomiglia ad una corrente condotta attraverso un cavo elettrico. Una volta eccitato dalla stimolazione i neuroni trasmettono quest\'onda di eccitamento (chiamata impulso nervoso) per tutta la loro estensione in un tempo molto breve. Questo fenomeno viene chiamata **conducibilità**. Per comprendere meglio le funzioni esercitate dal sistema nervoso è necessario conoscere la struttura cellulare di base e come il messaggio nervoso viene condotto. Un neurone è una cellula composta da un corpo cellulare (che contiene il nucleo, il citoplasma e il citoscheletro) e da prolungamenti cellulari chiamati dendriti e assone che termina nei bottoni sinaptici. I **dendriti** sono prolungamenti generalmente molto ramificati. Essi sono deputati a ricevere le stimolazioni funzionando come le "antenne" del neurone. L'**assone** generalmente è singolo. Esso ha un inizio (cono), una parte intermedia (assone propriamente detto) e una parte terminale (terminale assonico o bottone sinaptico). ![](media/image19.jpeg) Le terminazioni assonali rappresentano il punto in cui l'assone entra in contatto con altri neuroni (o altre cellule). La regione di passaggio dell'impulso nervoso da un neurone ad un altro adiacente si chiama **sinapsi**. Talvolta l'assone ha molte ramificazioni nella sua regione terminale ed ogni ramificazione forma una sinapsi con dendriti o corpi cellulari di altri neuroni. Questa ramificazione è chiamata arborizzazione terminale. Sinapsi: \- sono il punto di contatto tra due cellule nervose \- servono a propagare gli impulsi nervosi \- quando giunge l'impulso nervoso vengono rilasciati i neurotrasmettitori dalle vescicolette Neurotrasmettitori diffondono nello spazio esistente tra le due cellule e vengono raccolti dalla cellula successiva, nella quale provocano un'onda di depolarizzazione, cioè una variazione nella distribuzione delle cariche elettriche. In questo modo il segnale passa da una cellula all'altra. In base alla loro STRUTTURA i neuroni possono essere classificati in: - Neurone multipolare - Neurone bipolare - Neurone pseudo-unipolare Neurone multipolare → più comune rappresentano la maggior parte delle cellule nervose. Sono così chiamati perché hanno molti dendriti che emergono in vari punti dal corpo cellulare ed un unico assone. Tipici neuroni multipolari sono i neuroni stellati (che comprendono le cellule radicolari motrici della sostanza grigia ventrale del midollo spinale e dei nuclei motori dell'encefalo) e le cellule piramidali della corteccia cerebrale. Neurone bipolare → corpo cellulare privo di dendriti con due prolungamenti: uno che funge da dendrita e uno da assone (è come se ricevesse le informazioni da una parte per farlo proseguire dall'altra). I due prolungamenti si dipartono dagli antipodi del soma e dunque si parla più correttamente di neuroni oppositopolari. Neurone pseudo-unipolare → sembrano presentare un solo 6po di prolungamento. Essi derivano da un neurone bipolare (oppositopolare) in cui si è verificato un accrescimento eccentrico del pirenoforo con conseguente divisione del prolungamento assonico che porta un singolo assone a separarsi in due ramificazioni. Seppure entrambi dota6 di membrana mielinica, uno di essi assume una funzione dendri6ca (pur rimanendo tecnicamente un assone). Dalla ramificazione del singolo assone ne deriva la caraDeris6ca forma a \"T\". Esempi di neuroni pseudounipolari sono i neuroni gangliari (neuroni sensi6vi del sistema nervoso periferico). Recettori L'organismo dispone di recettori di sensibilità che percepiscono le informazioni e le trasmettono ai centri. L'informazione viaggia sotto forma di segnali elettrici che verranno codificati dai centri e percepiti come sensazioni. Sensibilità 1. sensibilità ESTEROCETTIVA SOMATICA GENERALE recettori posti nella pelle e nelle mucose della cavità boccale e nasali SOMATICA SPECIALE riferita agli organi della vista, udito, olfatto e gusto. 2. sensibilità PROPRIOCETTIVA I recettori sono posti sulle capsule articolari, nei muscoli scheletrici e nelle giunzioni muscolo tendinee → i recettori si attivano mediante i movimenti corporei. La propriocezione è la capacità di percepire e riconoscere la posizione del proprio corpo nello spazio anche senza il supporto della vista. Per es. la propriocezione ci informa sulla contrazione o rilasciamento del muscolo. 3. sensibilità INTROCETTIVA (o viscerale) La sensibilità introcettiva comprende le informazioni provenienti dai recettori localizzati nell'ambito dei visceri, che danno origine a sensazioni vaghe (di pressione, di calore interno\...) oppure a sensazioni complesse, come la fame, la sazietà, la sete o la nausea, che sono però legate soprattutto alla stimolazione dei recettori situati nel S.N.C. e sono, inoltre, fortemente condizionate anche da fattori psicologici. In base alla loro FUNZIONE i neuroni possono essere classificati in: \- Afferenti (es. sensitivi): conducono l'impulso nervoso alSNC \- Efferenti (es. motori): trasmettono l'impulso alle strutture deputate alla "risposta" \- Associativi (es. interneuroni): stabiliscono contatti tra diversi neuroni. Immagine che contiene scheletro Descrizione generata automaticamente con attendibilità media![Immagine che contiene testo, fiore, scheletro Descrizione generata automaticamente](media/image21.jpeg) Le **CELLULE DELLA GLIA** svolgono una funzione di supporto, protezione, isolamento e nutrizione dei neuroni. Esistono diversi tipi di cellule, distinguibili in base alla morfologia, origine embrionale, e funzione svolta. Sono cellule di supporto ai neuroni e sono in rapporto di circa 50:1 Sei tipi di neuroglia: 1 - OLIGODENDROCITI 2 - CELLULE EPENDIMALI 3 - MICROGLIA 4 - ASTROCITI 5 - CELLULE DI SCHWANN 6 - CELLULE SATELLITI **[Cellula ependimale]**: epitelio cubico, alcune con ciglia, senza membrana basale ma con processi che penetrano il tessuto sottostante. Producono LIQUIDO CEFALORACHIDIANO **Cellule satelliti**: circondano i corpi cellulari nei gangli del SNP **[Cellule di Schwann]**: ricoprono le fibre nervose del SNP formando una sorta di manicotto. **[Oligodendrocita]**: hanno la forma di un polpo con circa 15 tentacoli. Ogni processo avvolge una fibra nervosa come un nastro isolante avvolge ripetutamente un filo elettrico. L'avvolgimento è la GUAINA MIELINICA che isola la fibra dal fluido extracellulare. **[Astrociti]**: costituiscono circa il 90% del tessuto del SNC. Hanno una forma a stella. Funzioni più comuni: rete di sostegno per il SN **Microglia**: piccoli macrofagi che originano dai monociti. Perlustrano il SNC e fagocitano i detriti cellulari dovuti a necrosi. **Mielina** La guaina mielinica è uno strato isolante intorno alla fibra nervosa formata dalle membrane plasmatiche delle cellule gliali: gli oligodendrociti formano la guaina intorno alle fibre del SNC, le cellule di Schwann intorno alle fibre del SNP. COLORE: bianco lucido. Costituisce la **SOSTANZA BIANCA** dell'encefalo e del midollo spinale. **MIELINIZZAZIONE**: è il processo di formazione della guaina mielinica. Per es. nel SNP una cellula di Schwann si avvolge a spirale attorno ad una fibra nervosa per un centinaio di strati compatti (manca quasi completamente il citoplasma). Cellula di Schwann: la mielina si avvolge dall'interno verso l'esterno inglobando la fibra nervosa. Oligodendrocita (b): avvolge più neuroni. L'avvolgimento avviene dall'esterno verso l'interno. Noduli di Ranvier Gli impulsi elettrici di un neurone diretti ad altre cellule nervose o muscolari viaggiano lungo l'assone. [Affinché la conduzione di tali impulsi sia il più rapida possibile] (circa 30- 140 m/s) l\'assone possiede un rivestimento isolante (la guaina mielinica) che limita il tempo impiegato per il passaggio di ioni positivi attraverso la membrana cellulare. Da questo dipende lo spostamento dell\'impulso (il potenziale d\'azione). L\'impulso impiegherebbe un tempo maggiore ad attraversare l\'assone se non ci fosse la guaina mielinica. La guaina mielinica presenta delle interruzioni (più precisamente delle zone di spessore minimo), dette nodi di Ranvier, in corrispondenza delle quali si ha l\'effettivo passaggio di ioni attraverso il plasmalemma: il fatto che tale fenomeno si verifichi solo nei nodi di Ranvier consente un notevole \"risparmio\" in termini di tempo. La propagazione degli impulsi nervosi lungo le fibre mieliniche (cioè i prolungamenti ricoperti dalla guaina mielinica) prende il nome di conduzione saltatoria, appunto perché l\'impulso \"salta\" da un nodo di Ranvier all\'altro. **Nervo** Il nervo è un organo cordoniforme composto da fibre nervose connesse da TESSUTO CONNETTIVO suddiviso in: ENDONEVRIO PERINEVRIO EPINEVRIO Tra gli strati connettivi passano i vasi sanguigni. Dove c'è il corpo cellulare → non c'è mielina → c'è sostanza grigia Dove non c'è il corpo cellulare → c'è mielina → c'è sostanza bianca Nel Sistema Nervoso Centrale vi sono aree grigie chiamate nuclei (in tutto il corpo centrale del neurone). Nel midollo spinale vi è un'area centrale a forma di H dove ci sono i corpi cellulari nervosi → intorno ci sono le fibre nervose. I gangli sono esterni al midollo spinale dove si concentrano le fibre sensitive (neurone-pseudounipolare). **SISTEMA NERVOSO** Le componenti del sistema nervoso dei vertebrati: - SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC) - SISTEMA NERVOSO PERIFERICO (SNP) SISTEMA NERVOSO CENTRALE (SNC): ENCEFALO e MIDOLLO SPINALE Funzioni di controllo centrale, di integrazione ed elaborazione delle informazioni in arrivo e di generazione delle risposte appropriate. SISTEMA NERVOSO PERIFERICO (SNP): \-- recettori sensoriali \-- fibre nervose che portano le informazioni dalla periferia al SNC (fibre afferenti) \-- fibre nervose che portano gli stimoli dal SNC agli organi effettori (fibre efferenti) \-- gruppi di cellule nervose (gangli) che inviano o ricevono stimoli dal SNC. Immagine che contiene testo, schermata, scheletro Descrizione generata automaticamente Dal punto di vista funzionale: SISTEMA NERVOSO SOMATICO (determina risposte controllate dalla volontà) SISTEMA NERVOSO AUTONOMO (determina risposte non controllate dalla volontà) **SISTEMA NERVOSO CENTRALE** È costituito da 1\) encefalo, racchiuso nella scatola cranica 2\) midollo spinale, contenuto invece nel canale vertebrale L' ENCEFALO e il MIDOLLO SPINALE sono avvolti da tre strati di tessuto connettivo, le MENINGI. Le meningi sono membrane specializzate che offrono stabilità fisica e protezione dagli urti. Coprono il MS e le radici dei nervi spinali. A livello del forame magno le meningi spinali si proseguono con le meningi encefaliche. 1\. DURA MADRE è la più esterna, robusta e fibrosa. E' uno strato di tessuto connettivo denso le cui superfici sono ricoperte da epitelio pavimentoso. Dà stabilità al MS grazie alle inserzioni con il forame magno, le vertebre C2 e C3, e il sacro. Si unisce al filamento terminale a formare il legamento coccigeo. 2\. ARACNOIDE è lo strato meningeo intermedio composto da epitelio pavimentoso semplice. 3. PIA MADRE è lo strato meningeo più interno. Strettamente adesa al sottostante tessuto nervoso. Al suo interno scorrono i vasi sanguigni che irrorano il MS. ![Immagine che contiene scheletro, cartone animato Descrizione generata automaticamente](media/image23.jpeg) Tra la DURA MADRE e le pareti del canale vertebrale c'è lo spazio epidurale che contiene tessuto connettivo, vasi sanguigni e tessuto adiposo. Tra la DURA MADRE e l'aracnoide esiste solo nei preparati anatomici (ma non nel vivente) uno spazio subdurale. Tra l'ARACNOIDE e la PIA MADRE esiste uno spazio subaracnoideo ripieno di liquido cerebrospinale (LCS) LCS nello spazio sub-aracnoideo scorre tra fibre elastiche e collagene. Il LCS è un agente protettivo e un mezzo di diffusione per sostanze nutritizie e metaboliti. Barriera emato-encefalica L'endotelio dei capillari sanguigni che irrorano il SNC presenta la particolarità di essere impermeabile a molti soluti. I capillari sono, inoltre, circondati dalle terminazioni di cellule della glia (astrociti). Questa struttura è nota con il termine di BARRIERA EMATO-ENCEFALICA. Rappresenta un ostacolo agli scambi di molecole fra sangue e tessuto nervoso, salvo che per piccole molecole (acqua, ossigeno, anidride carbonica, alcuni farmaci liposolubili), che possono liberamente passare la barriera. Il passaggio di molecole fra sangue e tessuto nervoso può avvenire solo grazie alla presenza di meccanismi di trasporto specifici. **Midollo Spinale** \- contenuto nel canale vertebrale, mette in comunicazione l'encefalo con il resto del corpo \- lunghezza: circa 45 cm \- diametro ventro-dorsale: circa 1 cm \- è in continuità con l'encefalo \- limite superiore (convenzionale): a livello del grande foro occipitale \- limite inferiore: cono midollare, corrisponde al disco intervertebrale tra L1 ed L2 nell\'adulto; (margine inferiore di L3 nel neonato) \- 2 rigonfiamenti: cervicale e lombosacrale per innervazione arti Le parti anteriori , sono indicate come corna anteriori, le posteriori come corna posteriori. La sostanza bianca che circonda la H è formata da assoni mielinizzati raccolti in fasci che costituiscono i cosiddetti fasci ascendenti (che portano i segnali dal midollo all'encefalo) e fasci discendenti (che portano i segnali dall'encefalo al midollo). Quindi, i neuroni presenti nel midollo spinale rappresentano una tappa intermedia fondamentale sia nella trasmissione di segnali dalla periferia all'encefalo, sia nella trasmissione di impulsi dall'encefalo agli organi effettori. \- Posteriormente è presente un solco → **solco mediano posteriore** \- Anteriormente è presente una fessura → **fessura mediana anteriore** Immagine che contiene diagramma, schizzo, disegno, scheletro Descrizione generata automaticamente![Immagine che contiene arte, design Descrizione generata automaticamente con attendibilità bassa](media/image25.jpeg) **SISTEMA NERVOSO PERIFERICO** NERVI SPINALI Ciascun nervo spinale origina dall'unione di 2 radici (anteriore e posteriore) ed esce dal canale vertebrale attraverso i fori intervertrali presenti tra 2 vertebre contigue. Rispetto all'uscita dai fori intervertebrali: prima RADICI dopo NERVI Nervi spinali: 31 per lato (destro e sinistro) Ogni nervo spinale ha 2 radici per lato: radice anteriore o ventrale radice posteriore o dorsale La radice dorsale è associata ad un ganglio composto da pirenofori di neuroni sensitivi (afferenti). DORSALE = SENSITIVA = AFFERENTE In posizione distale rispetto al ganglio, le fibre sensitive e motorie si riuniscono in un unico nervo, che per questa ragione viene detto nervo misto. La radice ventrale non ha il ganglio perché è costituta da assoni dei neuroni motori (efferenti). VENTRALE = MOTORIA = EFFERENTE Mielomeri Il midollo spinale viene suddiviso in segmenti chiamati mielomeri Definizione: porzione di midollo che riceve le fibre delle radici posteriori e dà origine alle fibre delle radici anteriori di un paio di nervi spinali, uno a destra e l'altro a sinistra. Corrispondo ai punti d'origine di coppie di radici nervose. Vi sono 31 mielomeri: \- 8 mielomeri cervicali \- 12 mielomeri toracici \- 5 mielomeri lombari \- 5 mielomeri sacrali, \- 1 mielomero coccigeo. I mielomeri del midollo spinale nei livelli più bassi sono localizzati più in alto dei corpi vertebrali indicati con lo stesso numero [Cauda equina ] Complessivamente gli ultimi nervi spinali vanno a formare una struttura che ricorda la coda di un cavallo. Presenza di NERVI SPINALI ma non di MIDOLLO SPINALE. Col termine cauda equina si intende la particolare organizzazione che gli ultimi nervi spinali (3-5 lombari, 5 sacrali e il coccigeo) assumono rispetto alla porzione più distale del nevrasse, all\'altezza delle prime vertebre lombari (L1-L2). Durante l\'embriogenesi il midollo spinale e il rachide crescono in stretta associazione, con uguali velocità e dimensioni; dopo la nascita invece solo la colonna vertebrale continua la sua crescita, mentre il midollo cessa di svilupparsi: ciò causa un continuo distendersi degli ultimi nervi spinali, che gradualmente assumono un angolo rivolto in basso sempre più acuto rispetto all\'asse spinale, al fine di poter raggiungere il proprio foro di uscita posto più in basso rispetto all\'emergenza dal midollo. **Nervi periferici e plessi nervosi** I plessi nervosi sono formati dai rami anteriori (ventrali) dei nervi spinali che si anastomizzano tra di loro formando una rete di nervi spinali intersecati e raggruppati per servire una zona specifica del corpo. Da ricordare, in direzione cranio-caudale: Plesso cervicale Plesso brachiale Plesso lombare Plesso sacrale Dermatomeri Ogni paio di nervi spinali controlla una specifica regione della superficie cutanea (dermatomero). Clinicamente importanti: La perdita di sensibilità in un particolare distretto cutaneo riflette un danno ad uno specifico nervo spinale. **Nervi CRANICI** Sono un gruppo di fasci nervosi che originano direttamente dall\'encefalo, più precisamente dal tronco encefalico. I nervi cranici si distinguono dai nervi spinali che invece originano dal midollo spinale. Analogamente ai nervi spinali essi sono rivestiti da meningi (pia madre, aracnoide, dura madre) ed emergono da fori delimitati da ossa e strutture connettivali (fori intervertebrali nei nervi spinali; fori dalla terminologia eterogenea nel caso del cranio). FUNZIONE I nervi cranici forniscono innervazione motoria e sensoriale principalmente alle strutture all\'interno del cranio e del collo. L\'innervazione sensoriale include sia la sensazione \"generale\", come la temperatura e il tatto, sia l\'innervazione \"specifica\" come gusto, vista, odore, equilibrio e udito. Il nervo vago (X) fornisce l\'innervazione sensoriale e autonomica (parasimpatica) dei movimenti alle strutture del collo e alla maggior parte degli organi toracici e addominali. ![](media/image27.jpeg) Sono 12 paia (24 nervi in tutto, 12 per lato) I -- Olfattivo II -- Ottico III -- Oculomotore IV -- Trocleare V -- Trigemino VI -- Abducente VII -- Facciale VIII - Vestibolo-cocleare IX -- Glossofaringeo X -- Vago XI -- Accessorio XII -- Ipoglosso I -- Olfattivo sensitivo → formato dai filamenti olfattivi che recano al bulbo olfattivo stimoli sensoriali dalle mucose olfattive delle cavità nasali. Entrano nella cavità cranica attraverso fori della lamina cribrosa dell\'etmoide. II -- Ottico sensitivo → porta gli impulsi nervosi derivanti dal sistema visivo. Dopo essere entrato nella cavità cranica, attraverso il foro ottico, le fibre originano le radiazioni ottiche dirette alle aree visive corticali. III -- Oculomotore motorio → responsabile della maggior parte dei movimenti dei muscoli estrinseci dell'occhio. Fuoriesce dal cranio dalla fessura orbitaria superiore ed innerva tutta la muscolatura. IV -- Trocleare motorio → reca gli impulsi destinati al muscolo obliquo esterno dell'occhio. Unico nervo encefalico che emerge dorsalmente e fuoriesce dal cranio dalla fessura orbitaria superiore. V -- Trigemino misto → accoglie e conduce verso i centri gli impulsi sensitivi che si originano nella maggior parte delle strutture della faccia e della testa. Ha anche una componente motoria destinata al controllo della mobilità dei muscoli della masticazione. VI -- Adbucente motorio → innerva esclusivamente il muscolo retto laterale dell'occhio. VII -- Facciale Nervo principalmente motorio, regolando infatti tutta la motilità di metà faccia. Il nervo ha altre funzioni secondarie quali il controllo della lacrimazione e di parte della salivazione. Inoltre attraverso il nervo facciale raggiungono il sistema nervoso centrale le sensazioni gustative dei 2/3 anteriori della lingua. VIII -- Vestibolo-cocleare sensitivo → nervo vestibolare trasporta stimoli provenienti dall'apparato vestibolare connessi con il senso dell\'equilibrio. Il nervo cocleare che reca i segnali provenienti dall'apparato di ricezione dei suoni. IX -- Glossofaringeo misto → provvede alla sensibilità̀ della faringe e all'organo del gusto. Innerva molti muscoli della lingua e ghiandole salivari. X -- Vago misto → presenta la distribuzione territoriale più vasta e complessa. Decorre nel collo, nel torace e nell'addome. La componente sensitiva somatica innerva l'orecchio esterno, il palato molle, la faringe e la laringe. La componente sensitiva viscerale proviene dagli apparati respiratorio e digerente. Infine trasporta fibre motrici somatiche destinate alla muscolatura della faringe, esofago e laringe e fibre viscerali che si portano a livello del cuore, apparato respiratorio e gran parte del digerente (ghiandole e muscolatura). XI → nervo accessorio motorio → innerva il muscolo trapezio ed il muscolo sternocleido-mastoideo. XII → nervo ipoglosso motorio → si distribuisce ai muscoli della lingua e delle regioni sopra e sottoioidea. ENCEFALO E' la parte del nevrasse contenuta nella scatola cranica. Ha la forma di un grosso ovoide (contiene circa 16 miliardi di neuroni; ogni neurone riceve informazioni da migliaia di sinapsi). - Contiene il 95% di tutto il tessuto nervoso dell'organismo \- Pesa circa 1250-1400 gr. \- Si presenta grigio all'esterno e marrone-rosa all'interno \- Ha consistenza gelatinosa \- E' avvolto dalle meningi \- Contiene cavità (ventricoli) E' costituito da una porzione assiale caudale: tronco encefalico (bulbo o midollo allungato, ponte, mesencefalo) centri sopra-assiali rostrali: cervelletto (in dietro) telencefalo (in alto), formato da due emisferi (cervello comunemente detto) diencefalo (nella parte centrale del telencefalo) ![Immagine che contiene testo, Cervello Descrizione generata automaticamente](media/image29.jpeg) Sostanza BIANCA e sostanza GRIGIA Nel tronco encefalico è come nel MS: grigia interna (nuclei), bianca in fasci esterni però con disposizione più irregolare. Nel cervello e cervelletto: la sostanza bianca è coperta dalla corteccia cerebrale (strato superficiale di sostanza grigia) Protezione dell'encefalo L'encefalo è un organo delicato Non deve venire in contatto con sostanze interferenti (potenzialmente dannose) Deve rimanere connesso con il resto del corpo Necessita di ossigeno e sostanze nutritizie ! ossa del cranio ! meningi encefaliche ! liquido cerebrospinale ! barriera emato-encefalica Immagine che contiene teschio, osso Descrizione generata automaticamente![Immagine che contiene testo, cartone animato, schizzo, schermata Descrizione generata automaticamente](media/image31.jpeg) L'encefalo è posizionato nel cranio e ricoperto dalle [meningi.] C'è corrispondenza tra la forma della cavità del cranio e quella dell'encefalo. DURA MADRE, ARACNOIDE, PIA MADRE Funzioni meningi: \- Proteggere il nevrasse (dura madre) \- Contribuire alla formazione della barriera ematoencefalica (comunicazione e interazione tra il sangue e il tessuto nervoso) \- Produrre e riassorbire il liquido cefalorachidiano (pia madre e aracnoide) Le membrane sono separate da degli spazi: \- Spazio epidurale tra periostio (strato interno dell'osso) e dura madre \- Spazio subdurale tra dura madre e aracnoide \- Spazio subaracnoideo tra aracnoide e pia madre La dura madre si sdoppia in alcuni punti per permettere il passaggio dei vasi venosi e tali punti vengono chiamati seni. Dura madre: La dura madre si estende all'interno della cavità cranica creando dei setti che forniscono ulteriore supporto e limitano il movimento dell'encefalo: 1. Falce cerebrale 2. Tentorio del cervelletto 3. Falce cerebellare 4. Diaframma della sella Aracnoide: strato meningeo intermedio composto da epitelio pavimentoso semplice. Delimita con la sottostante PIA MADRE esiste uno spazio (spazio subaracnoideo) dove scorre il liquido cerebrospinale (LCS). Pia madre: Aderisce strettamente alla superficie dell'encefalo Segue solchi e contorni È ancorata alla superficie encefalica dai processi degli astrociti. È riccamente vascolarizzata: costituisce un PAVIMENTO sul quale poggiano i vasi cerebrali. [Ventricoli ENCEFALICI ] Il sistema dei ventricoli cerebrali è costituito da canali interconnessi a spazi che si susseguono l\'un l\'altro contenuti all\'interno dell\'encefalo. Sono quattro, in comunicazione tra di loro. Contengono il liquido cerebro-spinale (LCS). I ventricoli laterali sono separati, ma comunicano con il 3° tramite il forame interventricolare (di Monro). Tra il 3° e il 4° ventricolo si estende un sottile canale detto Acquedotto mesencefalico (del Silvio), che attraversa il mesencefalo. Il 4° ventricolo si continua nel canale centrale del midollo spinale. Nel tetto del 4° ventricolo ci sono dei fori per la circolazione del LCS nello spazio subaracnoideo. [Liquido Cerebro -- Spinale] Circonda e bagna le sup esposte del SNC Sostiene l'encefalo (che vi galleggia) Trasporta sostanze nutritizie e di scarto I plessi producono circa 500 ml di LCS al giorno Il suo volume totale è 150 ml (1/4 nelle cavità encefaliche; ¾ nello spazio subaracnoideo) viene sostituito ogni 8h Passa dalle cavità ventricolari allo spazio subaracnoideo attraverso i fori situati nel 4° ventricolo Funzioni 1\) ammortizzatore per le sollecitazioni meccaniche legate alle variazioni di movimento e di posizione del capo nello spazio. La sua densità è infatti tale che il "peso" del cervello si riduce da 1300-1500 grammi a soli 50 grammi 2\) Concetto di LCS come "organo dell'omeostasi cerebrale", che deriva da alcune osservazioni: Stabilità, in condizioni fisiologiche, delle sue caratteristiche fisico-chimiche e loro modificazioni in diverse patologie del SNC e SNP Alterazioni dell'attività neuronale indotte da variazioni della composizione liquorale Assenza nel SNC di un sistema linfatico strutturalmente organizzato Circolazione LCS Prodotto nei ventricoli laterali (plessi corioidei)Terzo ventricoloQuarto ventricolospazi subaracnoidei peri -- ponto-mesencefalicispazi subaracnoidei attorno agli emisferi cerebrali dove si completa il riassorbimento. Barriera emato-encefalica NB: il tessuto nervoso è molto vascolarizzato MA è isolato dalla circolazione generale per mezzo della barriera emato-encefalica. La barriera è costituita dalle cellule endoteliali dei capillari che sono in stretta associazione con i processi degli astrociti. La sua funzione specifica è quella di regolare, in maniera selettiva, il passaggio di sostanze/microrganismi potenzialmente pericolosi dal circolo sanguigno al cervello e viceversa. Protegge il Sistema Nervoso da eventuali danni, intossicazioni ed infezioni. In particolare essa limita il transito di molecole con grosso peso molecolare (come farmaci e tossine) ed impedisce l'ingresso degli agenti patogeni. **Regioni dell'encefalo** **TELENCEFALO** Due ampi emisferi cerebrali separati da una scissura longitudinale. Ha aspetto irregolare per la presenza di solchi e scissure. Viene suddiviso in lobi i cui nomi derivano dalle ossa del cranio con le quali contraggono un rapporto topografico. \- La porzione più voluminosa dell'encefalo \- ha forma ovoidale, con l'asse maggiore orientato in senso anteroposteriore \- è posizionato all\'interno della scatola cranica, esternamente al diencefalo \- è costituito da due formazioni giustapposte e quasi identiche: gli emisferi cerebrali \- poggia sul diencefalo e sul tronco encefalico \- la sua superficie dorsale è convessa e si adatta alla superficie interna della volta cranica; la superficie ventrale è invece piana Dà origine a tutti i processi COSCIENTI e alle FUNZIONI INTELLETTIVE La maggior parte dei neuroni del telencefalo sono coinvolti nell'ELABORAZIONE delle informazioni sensitive e motorie somatiche. Gli emisferi sono separati dalla scissura longitudinale e uniti nella parte intermedia dal corpo calloso. La superfice appare irregolare per la presenza di numerosissimi solchi, che nel loro insieme delimitano un numero enorme di rilievi chiamati circonvoluzioni. Questa caratteristica permette di aumentare notevolmente la superficie telencefalica disponibile. Tra i vari solchi che percorrono la superficie telencefalica, se ne possono individuare alcuni più marcati ed evidenti: questi prendono il nome di scissure. Solchi e scissure, approfondendosi nella corteccia telencefalica, partecipano alla sua suddivisione in lobi. **Lobi cerebrali** Le scissure primarie dividono un emisfero in lobi. Le scissure secondarie dividono un lobo in circonvoluzioni o giri cerebrali. I lobi hanno confini anatomici ben definiti. I lobi prendono il nome dall'osso cranico con cui sono confinanti: \- Lobo frontale (anteriore) \- Lobo parietale (superiore) \- Lobo temporale (laterale) \- Lobo occipitale (posteriore) \+ Insula (coperta dal lobo temporale, è interna) Ogni LOBO contiene delle regioni FUNZIONALI Alcune zone RICEVONO informazioni sensitive, altre zone INVIANO comandi motori; il solco centrale divide le aree motorie e sensitive della corteccia. E' importante ricordare che: \- Fenomeno della decussazione: ogni emisfero riceve ed invia impulsi alla metà opposta del corpo \- I due emisferi non sono identici, ma hanno delle differenze FUNZIONALI \- l'assegnazione di una funzione ad una regione della corteccia è sempre imprecisa perché i limiti hanno delle sovrapposizioni e una regione può svolgere diverse funzioni Lobo FRONTALE MOTORIA Giro precentrale (area motrice primaria) -componente meccanica del movimento (direzione, rapidità) \- VOLONTARIA Aree pre-motoria -decisioni motorie, pianificazione del movimento (area associativa) Nel lobo sinistro, area di Broca \- articolazione del linguaggio Nell'area motoria, l'estensione dell'area che controlla una determinata parte dell'organismo è proporzionale alla complessità dei movimenti di quella parte e non alla massa muscolare. Lobo PARIETALE SENSITIVA Aree somato-sensitive primarie per la percezione COSCIENTE del tatto, della posizione degli arti, del dolore (giro postcentrale). Permette di comprendere le dimensioni, la forma e la consistenza di un oggetto. Circonvoluzione parietale superiore per l'elaborazione ulteriore di informazioni sensitive e la migliore rappresentazione del proprio corpo (area associativa) Circonvoluzione parietale inferiore per linguaggio, pensiero matematico, percezione spaziale Ad ogni area corporea corrisponde una porzione di corteccia la cui superficie è proporzionale al numero di recettori sensoriali presenti nelle varie parti: l'area nella quale si proiettano la bocca e le mani è molto più ampia di quella del torace. Funzioni principali dei lobi "sensoriali" Quali sono le aree della corteccia che ricevono le informazioni sensitive che riguardano vista, udito, olfatto e gusto? Corteccia visiva: lobo occipitale Corteccia uditiva e olfattiva: lobo temporale Corteccia gustativa: insula e lobo frontale adiacente Nota: a ciascuna delle aree primarie della corteccia sono associate delle aree associative Le aree associative inoltre inviano informazioni ai CENTRI INTEGRATIVI che le elaborano ulteriormente svolgendo funzioni intellettuali astratte. Alcuni di questi centri (es per parlare, scrivere, fare calcoli matematici) sono localizzati in uno solo dei due emisferi. NUCLEI DELLA BASE Sono ammassi pari di sostanza grigia, posizionati sotto il pavimento dei ventricoli laterali. Sono associati a una varietà di funzioni, tra cui: \- controllo dei movimenti volontari \- controllo inconscio del tono muscolare \- coordinazione motoria \- apprendimento procedurale \- apprendimento delle abitudini \- movimenti oculari \- cognizione \- emozione **DIENCEFALO** Ricoperto dagli emisferi cerebrali. Si può suddividere in: EPITALAMO: contiene la **ghiandola pineale (epifisi)**, secerne melatonina TALAMO: sono due (uno destro e uno sinistro) -- trasmettono ed elaborano informazioni SENSITIVE ascendenti che saranno proiettate alla corteccia sensitiva primaria. Stazione che coordina attività motorie. IPOTALAMO: è un centro di controllo viscerale. È collegato tramite un peduncolo alla **ghiandola pituitaria (ipofisi)**. Contiene centri coinvolti nel controllo delle emozioni, delle funzioni autonome e nella produzione di ormoni. Immagine che contiene schermata, Cervello Descrizione generata automaticamente **CERVELLETTO** Ha due emisferi che giacciono posteriormente al Ponte e inferiormente agli emisferi cerebrali. forma grossolanamente ovoidale divisa in due emisferi (emisferi cerebellari), dal peso di circa 130-140 grammi disposto nella fossa cranica posteriore, posteriormente al Ponte e inferiormente agli emisferi cerebrali La sua superficie corticale è coperta da scanalature parallele finemente distanziate (in contrasto con le ampie convoluzioni irregolari tipiche della corteccia cerebrale): queste scanalature parallele nascono dal fatto che la corteccia cerebellare è un sottile strato di tessuto strettamente piegato come una fisarmonica. All\'interno di questo sottile strato vi sono diversi tipi di neuroni con una disposizione altamente regolare e complessa, che permette una grande capacità di elaborazione del segnale. Due **emisferi** (destro e sinistro) uniti da una parte centrale detta **verme.** Diviso anche in due **lob**i (anteriore e posteriore) Svolge il ruolo di coordinamento dell'attività motoria e di controllo dell'equilibrio in quanto riceve informazioni: spaziali (dai nuclei vestibolari) propriocettive motorie **Corregge in modo automatico le attività MOTORIE** sulla base di informazioni sensitive e della memoria dei movimenti acquisiti. Tutte le informazioni sulla posizione del corpo nello spazio e sui comandi motori vengono portate alla corteccia cerebellare e, progressivamente durante lo sviluppo, si creano e si accumulano (sotto forma di ricordi biochimici) dei circuiti che realizzano schemi di controllo dell'equilibrio e di coordinamento motorio. Un danno cerebellare produce negli esseri umani dei deficit in: movimenti fini equilibrio postura apprendimento motorio (in aggiunta svariate compromissioni a carico dei domini di linguaggio, attenzione e memoria) **TRONCO ENCEFALICO tre porzioni: mesencefalo, ponte, bulbo/midollo allungato** **Midollo allungato o Bulbo** \- Connette il MS al tronco encefalico \- Indirizza le informazioni **SENSITIVE** al talamo (e ad altri centri del tronco encefalico) \- Contiene i **centri per la regolazione delle funzioni autonome** come: - frequenza cardiaca - pressione sanguigna - frequenza di base dei movimenti respiratori - attività digestiva **Ponte (di Varolio)** Si trova tra il bulbo e il mesencefalo Ponte: perché connette il cervelletto al tronco encefalico (separati dal IV ventricolo) Contiene nuclei coinvolti nel **controllo MOTORIO** viscerale e somatico **Mesencefalo** \- Si trova tra Diencefalo (cranialmente) e Ponte (caudalmente) \- Elabora informazioni visive e uditive e coordina le risposte MOTORIE somatiche involontarie a questi stimoli. \- Contiene anche centri coinvolti nella coscienza. **VIE NERVOSE** ![Immagine che contiene testo, schermata, diagramma, Parallelo Descrizione generata automaticamente](media/image33.jpeg) 1\) Vie SENSITIVE 2\) Vie MOTORIE **Vie SENSITIVE** Il termine sensibilità indica la percezione mediata dal sistema nervoso degli stimoli, provenienti dall'ambiente o dall'interno del corpo. Può essere suddivisa in: \- Sensibilità esterocettiva: raccoglie stimoli provenienti dall'esterno \- Sensibilità propriocettiva: recepisce i segnali posizionali provenienti dall'interno del corpo, in particolare dal sistema muscolo-scheletrico \- Sensibilità introcettiva (o viscerale): riceve gli stimoli dagli organi interni \- Sensibilità specifiche: olfattiva, gustativa, visiva, vestibolare, acustica Le vie sensitive si articolano su una catena di neuroni Neurone di 1° ordine: convoglia le info dal SNP al SNC. Ha il corpo in un ganglio della radice dorsale o di un nervo encefalico. Neurone di 2° ordine: interneurone. Il suo corpo cellulare può essere nel MS o nel tronco encefalico. Neurone di 3° ordine: (solo se la via termina nella corteccia). Ha il corpo nel talamo. Il suo assone porta le info sensitive dal talamo all'appropriata regione della corteccia. Sono delle vie nervose **afferenti** Quasi tutte le informazioni della sensibilità somatica entrano nel midollo spinale attraverso le radici dorsali dei nervi spinali. Una significativa parte della sensibilità della testa e della faccia è trasportata invece da alcuni nervi cranici. Dopo l\'ingresso nel midollo spinale o nel tronco encefalico, tali fibre si dividono in diversi sistemi di vie ascendenti diretti verso il telencefalo. **Vie MOTORIE** Un motoneurone superiore nel SNC controlla un motoneurone inferiore nel tronco encefalico o nel MS. L'assone del motoneurone inferiore ha un controllo diretto sulle fibre muscolari scheletriche. La stimolazione del motoneurone inferiore ha sempre un effetto eccitatorio. Vie MOTRICI o via PIRAMIDALE o via EXTRA-PIRAMIDALE Via PIRAMIDALE E' la via della motilità somatica volontaria cosciente diretta ai muscoli scheletrici e pellicciai del corpo ad eccezione dei muscoli estrinseci dell'occhio. \- è **volontaria** \- origina dal **lobo frontale**, raggiunge il bulbo dove incrocia quasi tutte le fibre e prosegue nel midollo nel **fascio piramidale** \- Le fibre del fascio piramidale giunte ai nuclei somatomotori dei nervi encefalici (cranici) o al corno anteriore del midollo spinale, contraggono sinapsi con i **motoneuroni**, che rappresentano i secondi neuroni della via piramidale. \- Dai motoneuroni nascono fibre nervose che escono dal nevrasse con i nervi encefalici (cranici) o con le radici anteriori dei nervi spinali e raggiungono le fibre muscolari striate dei muscoli somatici con cui prendono rapporti mediante le placche motrici = giunzioni neuro-muscolari. via EXTRA-PIRAMIDALE Le vie extrapiramidali sono vie motrici che hanno origine dalle **aree motrici** della corteccia cerebrale e giungono al **corno anteriore** del midollo spinale dove contraggono rapporti coi motoneuroni alfa e gamma. Sono deputate al controllo dei [movimenti volontari e del tono muscolare], coinvolti nei movimenti automatici e semiautomatici oltre che ai movimenti della [mimica e dell'espressione]. Questo sistema integra l\'attività motoria volontaria e quella automatica non volontaria. Dal punto di vista funzionale: SISTEMA NERVOSO SOMATICO (determina risposte controllate dalla volontà)SISTEMA NERVOSO AUTONOMO (determina risposte non controllate dalla volontà) SISTEMA NERVOSO SOMATICO O VOLONTARIO **Recettori**: generano segnali sullo stato dell'ambiente esterno ed interno **Fibre nervose**: trasmettono gli impulsi ai neuroni sensoriali **Neuroni Sensoriali:** ritrasmettono i segnali ricevuti al SNC **Vie Ascendenti**: percorrendo il midollo spinale, portano gli impulsi all'encefalo **Aree Cerebrali**: elaborano queste informazioni **Vie Discendenti del midollo spinale**: le trasmettono ai neuroni motori **Neuroni Motori**: modificano la postura dei muscoli innervati Le sensazioni generate nella parte destra del corpo vengono trasmesse all'emisfero sinistro del cervello; quelle generate a sinistra all'emisfero destro. Così come gli impulsi generati dall'emisfero destro raggiungono la parte sinistra del corpo e quelli generati nell'emisfero sinistro, la parte destra. (ad eccezione di quelle raccolte dai nervi cranici) SISTEMA NERVOSO AUTONOMO o SISTEMA VEGETATIVO o SISTEMA NEUROVEGETATIVO Il Sistema Nervoso Autonomo (SNA) comprende l\'insieme di cellule e fibre che innervano gli organi interni e le ghiandole, svolgendo funzioni che generalmente sono al fuori del controllo volontario. Regola le variazioni termiche, cardiovascolari, bronchiali, metaboliche ed endocrine che accompagnano gli stati emozionali (ansia, paura, rabbia, stupore, amore ed eccitazione sessuale, etc.) e adattano l'organismo ai contesti di esplorazione, interazione sociale, concentrazione, sforzo fisico, dolore, freddo/caldo, attacco, difesa, fuga, riposo, riproduzione etc. Il SNA innerva i seguenti organi e tessuti effettori: \- muscolo cardiaco \- cellule muscolari lisce dei vasi ematici \- canale alimentare (cellule muscolari lisce e ghiandole) -vie respiratorie \- vescica \- ghiandole sudoripare \- alcune ghiandole endocrine (pancreas, midollare del surrene) L'attività del SNA si svolge in modo subconscio, pertanto viene considerato **involontario** Duplice innervazione Il SNA consta di due divisioni: 1\) Sistema Nervoso Simpatico 2\) Sistema Nervoso Parasimpatico La maggior parte degli organi riceve la duplice innervazione, i cui effetti sono tra loro antagonisti, salvo qualche eccezione Le due divisioni sono attivate in modo complementare, quando l'una è attiva, l'altra non lo è. SIMPATICO (condizioni di attacco o fuga) Prepara l\'organismo ad affrontare un\'attività logorante o dispendiosa da un punto di vista energetico: il cuore batte più velocemente, il sangue defluisce dal sistema digerente per poter meglio irrorare i muscoli, le pupille si dilatano per ricevere una maggior quantità di luce e le vie aree nei polmoni si espandono in previsione di un maggior afflusso di ossigeno. PARASIMPATICO (condizioni di risposo) Prepara l'organismo ad affrontare le funzioni che si verificano durante gli stadi di rilassamento. Sotto il suo controllo la muscolatura liscia del sistema digerente entra in piena attività, il battito cardiaco rallenta e le vie respiratorie si restringono Il SNA lavora in stretta collaborazione con il sistema endocrino, i centri nervosi per le risposte comportamentali (guidate dalle motivazioni: fame, sete, temperatura) ed emotive (es. rossore, svenimento, sudorazione). Il controlli superiori del SNA si trovano **nell'ipotalamo, ponte e bulbo**. Le informazioni somato e viscerosensoriali arrivano ai centri omeostatici nell'ipotalamo, nel ponte e nel bulbo: regolano funzioni quali ad es. la frequenza cardiaca, la pressione arteriosa, la temperatura corporea, il bilancio idroelettrolitico, fame, sazietà. L'ipotalamo contiene recettori centrali, come gli osmorecettori e i termocettori per il controllo rispettivamente dell'osmolarità e dell'equilibrio idroelettrolitico, e della temperatura corporea e il centro per l'assunzione di cibo. Le vie efferenti dall'ipotalamo determinano le risposte autonome, comportamentali, endocrine ed emotive. Riflessi VISCERALI La maggior parte delle modificazioni dell'attività del SNA si realizza attraverso cambiamenti delle funzioni degli organi che avvengono in risposa a mutate condizioni dell'organismo. Il **ponte** e il **bulbo** contengono centri regolatori per le funzioni cardiovascolare e respiratoria, per l'accomodazione dell'occhio, per il riflesso pupillare alla luce, per quelli della deglutizione e del vomito e della minzione. Il **midollo spinale** integra i riflessi spinali della minzione, defecazione, erezione, eiaculazione. Centri encefalici del controllo autonomo Midollo SpinaleATTIVITA' RIFLESSA Ruolo nella generazione di attività nervose indipendenti dall'encefalo: ATTIVITÀ RIFLESSE Un riflesso è una risposta motoria costante ed automatica che viene prodotta in seguito ad uno stimolo sensoriale. Un esempio è lo stimolo di ritrazione. Il recettore dolorifico invia un segnale al midollo spinale; qui il segnale viene trasferito ad un neurone intermedio (associativo) e, da questo, al motoneurone che agisce sul muscolo corrispondente. L'informazione sensoriale è, inoltre, trasmessa, attraverso le vie ascendenti, alla zona del cervello che elabora le sensazioni dolorifiche. Cervello emozionale Costituito da diverse strutture corticali e sottocorticali in collegamento tra di loro mediante un'attivazione combinata. Fitta rette di proiezioni che permette rapida e contemporanea risposta. Sembra esservi un ruolo specifico e differenziato delle diverse strutture alle diverse emozioni Lobo limbico Situato in profondità, nella parte più interna, cioè mediale, dei lobi temporali e frontali di ciascun emisfero. E' rappresentato dai giri filogeneticamente più antichi disposti ad anello intorno al tronco cerebrale. I giri del cingolo e dell'ippocampo, connessi dallo stretto istmo dietro e sotto il corpo calloso formano insieme il lobo limbico. Inizialmente si pensava fosse implicato solo nella sensibilità olfattiva. James Papez ipotizzò la presenza di una rete neuronale complessa con funzione di elaborazione delle emozioni (1937) James Papez identificò che le emozioni non sono una funzione di ogni singolo centro cerebrale, bensì un circuito coinvolgente 4 diverse strutture in stretta connessione tra loro. Immagine che contiene testo, Cervello Descrizione generata automaticamente Amigdala Rappresenta la base anatomica / neurologica degli stati emotivi. Molto complessa, fitta rete di neuroni, in connessione stretta con l'ipotalamo e il tronco cerebrale. IPOTALAMO attiva il SNA (simpatico e parasimpatico)cascata di reazioni come le modificazioni del battito cardiaco, della pressione, della salivazione, del ritmo del respiro ecc. Funzioni amigdala Legata soprattutto a tonalità affettiva negativa ma è anche implicata nella decodifica di informazioni sociali salienti e per l'elaborazione di espressioni facciali ambigue Emozioni ma anche attenzione, consapevolezza, adattamento, esplorazione Archivia le emozioni e determina reazioni (pensieri, emozioni, azioni) fissate quando si sono verificate situazioni simili in passato Le emozioni scatenate dell'amigdala sono indipendenti dal pensiero razionale SISTEMA ENDOCRINO Gli organismi multicellulari si devono adattare a un ambiente esterno che cambia continuamente OMEOSTASI A tale scopo agiscono in stretta collaborazione principalmente due sistemi nervoso ed endocrino. Sistema nervosogestisce i segnai sotto forma di impulsi elettrici, è rapido ed è organizzato tramite nervi che portano i messaggi verso il centro o verso la periferia Sistema endocrinogestisce i segnali tramite prodotti chimici (ormoni), è più lento e la sua selettività consiste nella capacità delle cellule bersaglio di riconoscere solo particolari segnali molecolari (a concentrazioni molto basse) Il sistema endocrino è rappresentato da un insieme di cellule e ghiandole (dette cellule endocrine e ghiandole endocrine) che producono e secernono delle sostanze chiamate ormoni, che controllano e gestiscono il funzionamento dell'intero organismo in collaborazione con il sistema nervoso. Il coordinamento del sistema nervoso è totale. Sistemi Nervoso ed Endocrino coordinano e integrano le funzioni di tutti i sistemi del corpo mantengono l'omeostasi. ORMONI Dal greco "όρμάω"= "mettere in movimento" infatti è ciò che fanno. Gli ormoni sono dei MESSAGGERI CHIMICI in grado di coordinare l'attività di cellule e tessuti diversi. Possono essere: - Steroidei, perché hanno una base biochimica che p quella del colesterolo (esempio: progesterone, cortisolo, testosterone, aldosterone, estradiolo). - Peptidici. Recettori posti sulla membrana cellulare. Determinano la sintesi di secondi messaggeri, che determinano modificazioni enzimatiche dentro la cellula. Sono sostanze prodotte dalle ghiandole endocrine ossia ghiandole che versano il loro prodotto direttamente nel sangue. Tali sostanze si muovono anche a grandi distanze dal luogo di partenza per raggiungere, come una chiave nella serratura, determinati BERSAGLI ossia altri organi o tessuti ove esplicano la loro azione suscitando risposte e trasformazioni. GLI ORMONI: i grandi burattinai della MACCHINA CORPO Gli ORMONI Sono indispensabili per l'accrescimento, la riproduzione e per tutti i processi fondamentali necessari allo sviluppo ed al funzionamento dell'organismo. E' importante sottolineare, quindi, che senza di loro, un'esistenza normale sarebbe impensabile. Inoltre, la conoscenza dei meccanismi che li governano ha contribuito a realizzare farmaci preziosissimi. Gli ormoni vengono immessi direttamente nel sangue e attraverso l'apparato circolatorio raggiungono gli organi bersaglio dove esplicano la loro azione specifica. Ogni ormone attraverso il sangue raggiunge tutte le cellule dell'organismo, ma esercita un'azione solo sulle cellule dotate di opportuni recettori. Es.: INSULINA (prodotta dalla parte endocrina del pancreas)specifici recettori cellulariapertura di canali appositi per l'assorbimento del glucosioabbassamento della glicemia. Gli ormoni vengono secreti dalle ghiandole e possono agire a diversa distanza, con effetti che prendono nome diverso - effetto ENDOCRINO Dopo l'immissione in circolo possono agire a distanza - effetto AUTOCRINO se agisce sulla stessa cellula che li produce - effetto PARACRINO se agisce su cellule vicine Alcuni agenti paracrini compiono anche azioni autocrine, paracrine o endocrine contemporaneamente. Per esempio, il testosterone secreto dai testicoli agisce in maniera endocrina per stimolare eventi periferici (aumento della massa muscolare), ed in modo paracrino per stimolare la spermatogenesi negli adiacenti tubuli seminiferi. Un singolo ormone può: a\) espletare il suo compito in più sedi b\) compiti diversi in sedi differenti Es.: ADRENALINA aumenta il flusso sanguigno ai muscoli scheletrici riduce flusso sanguigno nel tratto gastrointestinale. Dopo l'immissione in circolo, migrano fino a raggiungere i vari organi o tessuti bersaglio e qui, interagendo con uno specifico recettore, ne regolano la funzionalità. Sono secreti in piccolissime quantità dalle ghiandole endocrine. La secrezione avviene in risposta a stimoli specifici, di natura chimica o nervosa. Gli esseri umani producono più di cento ormoni diversi, ognuno dei quali è capace d'interagire con uno o più tipi cellulari. La specificità del trasferimento dell'informazione è determinata: 1\) dalla capacità di ciascuna cellula bersaglio di rispondere ad alcuni ormoni e non ad altri 2\) dalla concentrazione dell'ormone e dal suo spazio di distribuzione Gli ormoni sono dei messaggeri chimici altamente efficaci, in quanto sono in grado di esplicare la loro azione anche in concentrazioni infinitesimali (nell'ordine dei picogrammi, 0,000000000001 g) L'elevato grado di discriminazione è possibile grazie alla sensibilità ed alla specificità del recettore, la cui presenza è un requisito essenziale per la risposta. Recettori ormonali Gli ormoni iniziano i loro effetti legandosi a recettori specifici mentre l'azione termina generalmente quando l'ormone si dissocia dal suo recettore. I recettori possono essere localizzati sulla MEMBRANA PLASMATICA CELLULARE (e da qui esercitano i loro effetti) oppure sono posti ALL'INTERNO DELLA CELLULA. Tutti i recettori hanno due domini funzionali: -un dominio serve per il riconoscimento dell'ormone -l'altro dominio genera un segnale capace di dare il via ad alcune funzioni intracellulari. L'occupazione del recettore è il primo stadio della risposta ormonale; segue poi lo stadio attraverso cui il segnale è portato ad un effettore Il numero dei recettori ormonali e la loro affinità verso gli ormoni è in uno stadio dinamico. Tale stato può essere regolato fisiologicamente o influenzato da malattie o da farmaci. La desensibilizzazione si attua attraverso due meccanismi: a\) LA PERDITA DEI RECETTORI (down regulation), che implica il sequestro dei recettori all'interno della cellula b\) LA MODIFICAZIONE COVALENTE DEI RECETTORI tramite fosforilazione. Questo processo non modifica il numero dei recettori ma il recettore fosforilato è incapace di agire (di attivare l'adenilato ciclasi). Recettori di membrana Sono i recettori per gli ormoni peptidici che, diversamente dagli ormoni steroidei, non possono attraversare la membrana plasmatica. Gli ormoni peptidici (detti anche "primi messaggeri" ) si legano a recettori localizzati sulla superficie cellulare. Il segnale prodotto dal legame con l'ormone è trasferito all'ambiente intracellulare Recettori di membrana Generalità attraverso "secondi messaggeri", molecole segnale a basso peso molecolare (p. es. cAMP , cGMP, Ca++) (trasduzione del segnale). In molti casi i complessi ormone-recettore non s'interfacciano direttamente con i "secondi messaggeri" ma agiscono attraverso un intermedio capace di modulare il segnale (p. es. le proteine G). Gli ormoni peptidici influenzano: \- attività citoplasmatiche \- attività enzimatiche \- permeabilità di membrana \- le attività nucleari \- regolazione dell'espressione genica Storia Nel 1901 Jokichi Takamine e Thomas B. Aldrich furono i primi a cristallizzare un ormone, l\'adrenalina: la sua azione, a dosi infinitesimali, dimostra il suo ruolo di messaggero chimico. Fu sintetizzata nel 1904 da Friedrich Stolz. Nello stesso periodo Ernest H. Starling e William M. Bayliss misero in evidenza una sostanza, la secretina, che stimola la secrezione interna del pancreas. Introdotta da William B.Hardy, la parola \"ormone\" fu ripresa da Starling. Nel Dicembre del 1914, l\'americano Edward C. Kendall isolò la tiroxina, considerato allora come il solo ormone tiroideo. Nel 1923, Frederick G. Banting e John J.R. Macleod ricevettero il Premio Nobel in Fisiologia per la scoperta dell\'insulina (nonostante numerosi altri avessero ugualmente messo in evidenza la sua azione). **APPARATO ENDOCRINO** IPOFISI L'ipofisi è una piccola ghiandola situata grosso modo al centro della testa, appoggiata alla base del cranio, nella parte più interna dell'encefalo, sotto l'ipotalamo. Malgrado sia grande più o meno come un fagiolo, l'ipofisi ha un'importanza fondamentale per il corretto funzionamento di tutto il nostro corpo, in quanto controlla direttamente: il metabolismo agendo sulla tiroide la risposta allo stress agendo sulle ghiandole surrenali le funzioni sessuali agendo sui testicoli e sulle ovaie la crescita corporea ormone della crescita la produzione di latte dopo il parto prolattina la quantità d'acqua presente nostro corpo ormone antidiuretico L'ipofisi è collegata con un **peduncolo** all'ipotalamo. E' formata da due lobi di origine diversa: uno anteriore (o adenoipofisi), l'altro posteriore (o neuroipofisi), strettamente uniti e avvolti da una sottile capsula comune, derivata dalla dura madre: **ipofisi anteriore (adenoipofisi)** **ipofisi posteriore (neuroipofisi)** L'ADENOIPOFISI (prettamente ghiandolare), regolata dai fattori di rilascio ipotalamici, ha la funzione di produrre 7 ormoni: \- Ormone della crescita (GH, o somatotropina, STH) \- Prolattina (PRL, o ormone lattogenico) \- Ormone adrenocorticotropo (o corticotropina, ACTH) \- Ormone follicolo-stimolante (FSH) \- Ormone luteinizzante (LH) \- Ormone tireotropo (o tireotropina, TSH) \- Ormone melanotropo (o stimolante i melanociti, MSH, o intermedina) La NEUROIPOFISI non è un vero e proprio organo ghiandolare, ma un serbatoio che riceve due ormoni prodotti dall'ipotalamo e che riversa in circolo a seconda delle necessità; i due ormoni sono: \- Ormone antidiuretico (ADH, o vasopressina) \- Ossitocina (od oxitocina) Nel complesso, l'ipofisi si presenta come un corpicciolo di colore rosso grigiastro, di forma ovale, il cui diametro massimo trasversale è circa 15 mm, quello verticale circa 5 mm e quello antero-posteriore circa 8 mm. Il suo peso medio è di 0,6 g. È situata al centro della base cranica, nella sella turcica dell'osso sfenoide, dove è avvolta dalla dura madre, che in alto chiude la fossa ipofisaria, formando un setto Ipofisi orizzontale, il diaframma della sella, aperto al centro per dare passaggio al peduncolo ipofisario. Complessivamente, nell'ipofisi si possono considerare 6 facce: anteriore, posteriore, superiore, inferiore e due laterali. Il **lobo anteriore** (o adenoipofisi) origina da un recesso faringeo (detto tasca di Rathke); è più grande, ha una forma che ricorda quella di un piccolo rene disposto trasversalmente, con la faccia concava rivolta in dietro ad abbracciare il lobo posteriore. È a sua volta costituito da una parte distale, corrispondente alla maggior parte della massa ghiandolare, una parte tuberale sottile, che si spinge in alto a rivestire anteriormente il peduncolo ipofisario, e una parte intermedia che forma una lamina separata in avanti dalla parte distale per mezzo della fessura ipofisaria e in rapporto in dietro col lobo posteriore. Il **lobo posteriore** (o neuroipofisi) deriva dal pavimento diencefalico; è più piccolo, rotondeggiante ed è collegato con il pavimento del diencefalo per mezzo del peduncolo ipofisario; questo è a sua volta formato dal peduncolo infundibolare e dall'infundibolo o eminenza mediana. L'eminenza mediana è una piccola evaginazione del diencefalo posta subito al davanti del tuber cinereum e in cui si spinge la cavità diencefalica (cioè il III ventricolo). [L'ipofisi anteriore] (adenoipofisi) L\'adenoipofisi è collegata all\'ipotalamo da un sistema di vasi sanguigni nel quale vengono immessi gli ormoni ipotalamici che arrivano così all\'ipofisi. Allo stesso modo, sempre attraverso questo sistema, gli ormoni prodotti dall\'ipofisi possono giungere all\'ipotalamo ed influenzarne la funzione. L'ipofisi anteriore (adenoipofisi) produce diversi ormoni: - Somatotropina -- GH (ormone della crescita -- GH Growth hormone) - Prolattina -- PRL - Tireotropina - TSH (ormone tireotropo) - Corticotropina - ACTH (ormone adrenocorticotropo) - ormone Melanotropo -- bMSH - Ormone follicolo stimolante -- FSH - Ormone luteinizzante -- LH [L'ipofisi posteriore] (neuroipofisi), sebbene compresa nell\'ipofisi insieme all\'adenoipofisi, è spesso indicata come appendice del sistema nervoso centrale più che una vera e propria ghiandola, poiché si compone in prevalenza di assoni provenienti dai nuclei sovraottico e paraventricolare, appartenenti all\'ipotalamo. La funzione principale della neuroipofisi è quella di rilasciare nel torrente circolatorio l\'ormone antidiuretico (ADH o vasopressina o adiuretina) e l\'ossitocina, sintetizzati dall\'ipotalamo. In questo la neuroipofisi si differenzia dall\'adenoipofisi, che è caratterizzata dalla produzione e secrezione autonoma di diversi ormoni. - Ormone antidiuretico -- ADH (vasopressina) - Ossitocina EPIFISI L'epifisi, o ghiandola pineale, è una piccola ghiandola endocrina di forma grossomodo conica (assomiglia vagamente ad una pigna). Ha una lunghezza di circa 1 cm, una larghezza di 0,5 cm e un peso di 0,5 g. È ricoperta dalla pia madre e sporge nello spazio subaracnoidale. Anatomicamente fa parte del diencefalo e costituisce la maggior parte dell'epitalamo, struttura situata posteriormente al talamo. L'attività secretoria dell'epifisi segue un ritmo circadiano ed è legata ad influenze nervose, a loro volta subordinate alle variazioni della luce ambientale. Melatonina L'epifisi secerne un ormone, la melatonina (da non confondere con la melanina), che controlla il ritmo circadiano del sonno e della veglia. La melatonina viene secreta solo durante la notte: con il buio la concentrazione nel sangue aumenta rapidamente e raggiunge il massimo tra le 2 e le 4 di notte, per poi ridursi gradualmente all'approssimarsi del mattino. L'esposizione alla luce inibisce la produzione della melatonina. La melatonina di produzione farmaceutica viene utilizzata come integratore per contrastare i disturbi del sonno, soprattutto per l'insonnia dovuta a cause esterne (frequenti viaggi intercontinentali con conseguente jet-lag, turni di lavoro notturni), ma anche per regolare il ritmo sonno-veglia di chi semplicemente ha difficoltà ad addormentarsi. TIROIDE La tiroide è una ghiandola posizionata nella regione anteriore del collo, davanti e lateralmente alla laringe e alla trachea. Si trova più o meno all'altezza della quinta vertebra cervicale, poco sopra la base del collo, in corrispondenza della sporgenza cartilaginea nota come pomo d\'Adamo, posizionandosi inferiormente alla cartilagine omonima. La forma della tiroide ricorda quella della lettera H o di una farfalla con le ali spiegate. Le due ali costituiscono i lobi della tiroide, rispettivamente destro e sinistro, posti ai lati della laringe. I lobi tiroidei sono uniti fra loro da una sorta di ponte che li congiunge, chiamato istmo. Con una certa frequenza (dal 30 al 50% dei casi) dal margine superiore dell'istmo si diparte un prolungamento parenchimale, generalmente spostato verso sinistra, il lobo piramidale (o piramide di Morgagni), che sale verso l'alto, in direzione della radice della lingua, ripetendo il decorso del dotto tireoglosso, di cui rappresenta il residuo. La forma, le dimensioni e lo sviluppo del lobo piramidale, quando esiste, sono variabili; generalmente esso ha forma conica e può raggiungere l'osso ioide. La tiroide ha colorito rosso bruno, superficie liscia, consistenza molle. È variamente sviluppata a seconda del sesso, dell'età e anche della località in cui i soggetti vivono. Alla nascita pesa circa 2 g; nell'adulto il peso medio è di circa 20 g, ma può subire notevoli variazioni. La tiroide presenta una larghezza di circa 7 cm, un'altezza di 3 cm in corrispondenza dei lobi, uno spessore variabile da 0,5 cm a circa 2 cm passando dall'istmo ai lobi. La tiroide è circondata, all'esterno della capsula propria, da un involucro fibroso, la guaina peritiroidea, che la fissa posteriormente alla cartilagine cricoide, alla cartilagine tiroide e ai primi anelli tracheali e lateralmente alla guaina fibrosa del fascio vascolonervoso del collo. La tiroide è una ghiandola endocrina che produce gli ormoni tiroidei: TIROXINA (T4) TRIIODIOTIRONINA (T3) Gli ormoni tiroidei controllano le attività metaboliche e sono responsabili del corretto funzionamento di gran parte delle cellule dell'organismo. Inoltre secerne la CALCITONINA, implicata nel controllo dei livelli di calcio La tiroide è composta da una serie di piccole vescicole dalla forma sferica, chiamate follicoli tiroidei. Sono le unità funzionali della tiroide, cioè i più piccoli elementi in grado di svolgere le funzioni a cui questa ghiandola è preposta. I follicoli, infatti, hanno il compito di sintetizzare, accumulare e secernere gli ormoni tiroidei. STRUTTURA di un follicolo tiroideo: è delimitato da un singolo strato di cellule, dette cellule follicolari o tireociti. Queste cellule producono una proteina che funge da precursore degli ormoni tiroidei, chiamata tireoglobulina. I tireociti prelevano selettivamente lo iodio dal sangue e lo trasportano nella cavità follicolare, dove si lega proprio alla tirosina della tireoglobulina per dare origine agli ormoni tiroidei T3 e T4. La tiroide è coinvolta in tutte le funzioni corporee: crescita ritmo cardiaco forza muscolare condizioni della pelle Ipertiroidismo All'ipertiroidismo, ossia l'eccessivo funzionamento della tiroide, sono collegati disturbi come: ! perdita di peso ! insonnia ! ansia ! irritabilità ! aumento dell'appetito Ipotiroidismo All'ipotiroidismo, ossia una bassa produzione di ormoni, sono collegati disturbi come: ! stitichezza ! aumento ponderale ! anomalie del ciclo mestruale ! a volte anemia PARATIROIDI Le paratiroidi sono quattro piccole ghiandole situate, a due a due, sulla faccia dorsale della tiroide; forma e dimensioni ricordano quelle di una lenticchia. Il loro numero e la loro localizzazione sono comunque molto variabili, sono infatti molto frequenti gli individui con le paratiroidi localizzate nel collo, all'interno della tiroide o addirittura in altre parti del torace. Le paratiroidi sono costituite da due tipi di cellule, quelle ossifile, che iniziano a comparire intorno alla pubertà (funzione incerta), e quelle principali, deputate alla sintesi ed al rilascio del **paratormone (PTH)**. Nonostante siano molto piccole e poco voluminose, le paratiroidi e l\'ormone da esse prodotto risultano essenziali alla vita. Il paratormone, infatti, è un peptide deputato al controllo della concentrazione plasmatica di calcio, che tende ad aumentare. la Calcemia La sua importanza è spiegabile considerando il ruolo metabolico di questo minerale. Il calcio è implicato in: \- trasmissione del segnale nervoso \- contrazione muscolare \- coagulazione del sangue \- funzionamento di alcuni ormoni ed enzimi Per questo motivo, le sue concentrazioni ematiche (calcemia) devono rimanere relativamente costanti. In condizioni normali la calcemia è mantenuta entro un ristretto range di valori, che va da 8,5 - 10,5 mg per decilitro di sangue. Sia un suo abbassamento (ipocalcemia), che un suo eccessivo rialzo (ipercalcemia) causano gravi alterazioni funzionali alla muscolatura striata e liscia: IPOCALCEMIA: tetania, ipereccitabilità cardiaca, spasmi bronchiali, vescicali, intestinali e vascolari. IPERCALCEMIA: riduzione dell\'eccitabilità muscolare e nervosa, nausea, vomito, stipsi. iperparatiroidismo L\'iperattività delle paratiroidi (iperparatiroidismo) porta ad un aumento patologico della sintesi di paratormone, con conseguente rialzo della calcemia; il tutto a spese delle ossa, che rappresentano la più grossa riserva di calcio dell\'organismo. Per aumentare la calcemia, infatti, il paratormone accelera il riassorbimento osseo ad opera degli osteoclasti, indebolendone la struttura minerale. Lo scheletro, di conseguenza, appare più fragile e suscettibile a fratture spontanee e deformazioni. Anche i reni vengono danneggiati, dal momento che la maggior escrezione urinaria di calcio e fosfato favorisce la comparsa di calcoli renali. L\'iperparatiroidismo è in genere determinato da un tumore benigno di una paratiroide, che viene trattato con la rimozione chirurgica della ghiandola \"impazzita\". Questa condizione si accompagna ad un abbassamento della calcemia, che in forma acuta può provocare disturbi nervosi e crisi tetanica (spasmi dolorosi dei muscoli), mentre in quella cronica determina il deposito di calcio in vari organi, soprattutto a li