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This document discusses motor skills, categorizing them as conditional and coordinative skills. It further classifies motor abilities as discrete, serial, and continuous, based on the nature of the task. The document also touches upon the influence of the environment (closed or open skills).
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In ambito motorio occorre prima di tutto un chiarimento terminologico: Capacità motorie: costituiscono presupposti funzionali per l’effettuazione di qualsiasi attività motoria e sportiva; indica un’attitudine che per maturazione, apprendimento, applicazione si è definita e costituisce una premessa p...
In ambito motorio occorre prima di tutto un chiarimento terminologico: Capacità motorie: costituiscono presupposti funzionali per l’effettuazione di qualsiasi attività motoria e sportiva; indica un’attitudine che per maturazione, apprendimento, applicazione si è definita e costituisce una premessa per un compito. Abilità motorie: sono costituite dall’utilizzo integrato delle cap. motorie e consentono ai soggetti nel corso del suo sviluppo a costruzione e l’utilizzo delle sequenze motorie che gli permettono di eseguire un compito motorio Classificazione capacità motorie Cap. condizionali: determinano la durata, la quantità e l’intensità della risposta motorie ed incidono in modo determinante sulla prestazione motorio-sportiva. Sono strettamente influenzate dai processi metabolici che conducono alla produzione di energia indispensabile per il movimento e il loro miglioramento incide sull’efficienza e sulla funzionalità di questi processi. Appartengono al gruppo delle cap. cond.: o Forza (massimale, veloce, resistete) o Resistenza (aerobica, anaerobica) o Velocità (movimenti ciclici / aciclici) o Flessibilità Cap. coordinative: consentono di organizzare, controllare e regolare il movimento. Dipendono dal livello di maturazione del SNC, nonché dai processi informativi che consentono di ricercare e decodificare i segnali provenienti dall’ambiente circostante e dal proprio corpo, determinando procedure di risposte motorie integrate ed appropriate. Appartengono al gruppo delle cap. coord.: o Accoppiamento e combinazione o Differenziazione o Eq. Direzione e controllo o Orientamento Apprendimento Adatta o Ritmo -mento o Reazione o Trasformazione Classificazione Abilità motorie Le abilità motorie sono definibili in funzione del compito motorio: Abilità discrete = un comito motorio organizzato in modo tale che l’azione è generalmente breve in cui si riscontrano un inizio e una fine be definiti (es: tirare a canestro, portare bicchiere alla bocca) Abilità seriali = un compito motorio caratterizzato da diverse azioni discrete connesse tra loro in una sequenza nella quale spesso l’ordine delle azioni risulta cruciale per il successo della prestazione (es: avvitare, palleggiare, esercizio GA) Abilità continue = abilità organizzata in modo tale che l’azione si svolge in modo continuativo e spesso ripetitivo senza un inizio e una fine ben definiti (es: camminare, correre, pattinare, remare, pedalare) Le abilità motorie sono classificabili anche in relazione all’ambiente (prevedibile o imprevedibile) dove l’attività si svolge: Closed skill: abilità eseguita in ambiente prevedibile o stabile che consente, a chi la segue, di pianificare in anticipo i suoi movimenti Open skill: abilità eseguita in ambiente imprevedibile o mutevole che richiede, a chi la esegue, di adattare i suoi movimenti in risposta alle dinamiche dell’ambiente Le abilità motorie si identificano spesso con quelli che in letteratura sono definiti schemi motori di base (SMB): Abilità locomotorie: prevedono uno spostamento nello spazio (camminare, correre, saltare) Abilità non-locomotorie: non prevedono uno spostamento nello spazio (piegarsi, torcersi, allungarsi) Abilità manipolatorie: destrezza fine (scrivere / disegnare) e manipolazione di oggetti (piccoli attrezzi) Il movimento può essere classificato in 3 diversi modi rispetto ai meccanismi che lo attivano e lo controllano Motricità riflessa Motricità volontaria e controllata Motricità automatizzata Motricità riflessa Avviene in risposta a stimoli sensoriali ai quali l’essere umano deve adattare il proprio corpo. Ogni risposta di adattamento che avviene senza il controllo della coscienza o senza l’intervento della volontà. Motricità primitiva: dal pov neurofisiologico è di tipo riflesso. Nel neonato esistono dei movimenti innati legati alla sopravvivenza (respirazione, suzione, pianto). In aggiunta a questi movimenti innati ci sono 2 ulteriori tipologie di movimento: movimenti massivi incontrollati (scalciare) e movimenti atetonici. Entrambi sono movimenti scoordinati in quanto riflettono l’immaturità del SNC. Nel bambino i primi movimenti riflessi che troviamo sono: di prensione (gasping) = chiusura della mano quando avviene un contatto tattile con un oggetto esterno sul palmo posturale labirintico del capo = neonato tenta di raddrizzare la testa quando è in posizione prona Queste reazioni vengono poi integrate dalle reazioni di eq. (“reazioni a paracadute”), che compaiono tra i 3 e i 6 mesi di vita. Motricità condizionata L’insieme di esperienze di movimento portano progressivamente il bambino ad acquisire progressivamente nuove posizioni e nuove modalità di traslocazione. In questo processo di motricità riflessa si adatta e diventa condizionata. Acquisiti con l’esperienza, i riflessi condizionati consentono un migliore adattamento del corpo all’ambiente. I riflessi condizionati si creano per semplificare nuovi legami tra gli stimoli provenienti dal mondo esterno ed i processi fisiologici, facilitando l’adattamento dell’organismo alle nuove situazioni. [es. squilibrio 4 risposte condizionate possibili: 1 spostamento di arti sup e tronco, 2 spostamento di arti inf, 3 compensazione d’anca, 4 compensazione di caviglia] Motricità controllata La motricità controllata comprende tutti quegli atti motori che, oltre ad essere voluti intenzionalmente, richiedono un certo grado di attenzione, cura e controllo. Questi movimenti li ritroviamo a tutte le età: Bambino che impara a strisciare > gattonare > camminare Fanciullo che impara a correre > andare in biciletta > pattinare / sciare Ragazzino che applica i primi gesti sportivi Adolescente che apprende tecniche esecutive dei gesti fondamentali nello sport Adulto quando si trova ad eseguire un gesto che non ha mai imparato o che ha dimenticato Ogni movimento volontario per essere realizzato deve essere il frutto di un’elaborazione mentale che conduce alla rappresentazione del movimento, che precede l’esecuzione dello stesso. Affinché questo avvenga sono necessari 3 momenti: 1. Raccolta delle info dall’ambiente, dalla superficie e dall’interno del corpo 2. Elaborazione mentale delle info ed integrazione delle stesse con quelle già presenti in memoria e successiva scelta dello schema di movimento 3. Fase esecutiva vera e propria, con trasmissione degli impulsi nervosi dai centri corticali alla muscolatura del corpo Si definisce elaborazione controllata quel meccanismo di scelta e di controllo tipico di gesti nuovi o poco conosciuti che caratterizza i momenti di apprendimento. Questi sono frutto di un’elaborazione mentale controllata che, con il passare del tempo, lascia il posto alla motricità automatizzata. Cap. sensopercettive Cap. intellettive Cap. motorie Informano Elaborano Eseguono SISTEMA ESSERE UMANO Fattori della motricità Analizzatori del movimento: Visivo > vicino / lontano, colore, forma, distanza Sistema senso motorio Tattile > piccolo / grande, morbido / duro Uditivo > posizione e quantità di suono Schemi motori e posturali Cinestesico > posizione nello spazio Vestibolare > posizione della testa rispetto al capo Cap. coordinative Cap. condizionali Abilità motorie Prestazione motoria Per movimento s’intende quella che viene riconosciuta tra le più grandi funzioni organiche dell’uomo. Il corpo dell’essere umano è fatto per muoversi. Dalla corretta gestione del movimento dipendono il benessere e la qualità della vita dell’essere umano. Il movimento è il mezzo attraverso il quale l’essere umano utilizza il corpo per interfacciarsi con l’ambiente ed interagire con esso. Quando si parla di movimento nell’essere umano si parla dell’essere umano stesso e occorre tenere a mente che esso ha più dimensioni in relazione tra di loro: - Biologica – aspetti metabolici e anatomici - Psicologica – aspetti cognitivi - Sociologica – aspetti socio-culturali App. / St. Età evolutiva Età adulta Età anziana Stimolazione della nutrizione del tessuto Ritardo dell’invecchiamento osseo e Osseo Sviluppo in lunghezza ed inspessire osseo e mantenimento delle condizioni prevenzione dell’osteoporosi funzionali Prevenzione delle artrosi e recupero e Mantenimento della mobilità fisiologica Art. Miglioramento della mobilità mantenimento della escursione funzionale articolare Mantenimento del tono pastorale della Si lupo muscolare generalizzato sviluppo funzionalità dell’intera parato; Recupero e mantenimento del tono Musc. del tono posturale funzionale ipertrofia; aumento della resistenza pastorale localizzata Sviluppo del potenziamento del muscolo Prevenzione delle trombosi, recupero e Cardio Miglioramento mantenimento della cardiaco di tutto l’apparato circolatorio mantenimento della funzionalità -circ. funzionalità cardiocircolatoria periferico cardiocircolatoria Scoperta, conoscenza miglioramento Recupero e mantenimento della Resp. Mantenimento della funzionalità della funzionalità funzionalità respiratoria Mantieni la funzionalità dell’apparato Ad intensità moderata, facilita ed Dig. favorendo i processi di digestione accorcia il processo digestivo Le esperienze motorie portano il bambino a conoscere e sperimentare il rapporto con l’ambiente (persone e cose) ed hanno un ruolo decisivo nello sviluppo della percezione ovvero l’elaborazione delle info sensoriali provenienti dall’esterno del nostro corpo (udito, vista), dalla superficie del corpo (tatto) e dal suo interno (propriocezione). Le sollecitazioni tattili, visive ed uditive provocate da movimento stimolano e sviluppano i processi cerebrali che sono alla base della costruzione della memoria e delle capacità mentali (gattonare, camminare, processi di lallazione, olofrasi, ecc). Molteni evidenzia come il fenomeno apotpico delle cellule cerebrali non utilizzate dai 4 ai 21 anni sia assai più ridotto nei soggetti che hanno svolto attività fisica che nei soggetti sedentari. Gli effetti del movimento sullo sviluppo intellettivo sono molteplici: - Sviluppa, stimola e migliora la funzionalità delle vie sensoriali afferenti (ovvero maggiori informazioni al cervello). Le afferenze maggiormente utilizzate sono la tattile, visiva, uditiva, propriocettiva - Porta ad un aumento qualitativo e quantitativo delle afferenze sensoriali che si traducono in un aumento delle possibilità di elaborazione delle informazioni e migliore gestione delle stesse legate alle - La costruzione progressiva di schemi di movimento le esperienze pratiche favorisce l'evoluzione dell'intelligenza e strutturazione di capacità e competenze cognitive. L'evoluzione di competenze cognitive si rivela utile non solo all'aspetto coordinativo del movimento, ma anche a capacità parallele (scrivere, contare, ecc) - Aiuta il bambino a gestire le esperienze affettive legate al successo o all'insuccesso di determinate attività - Stimola e favorisce il passaggio da una morale eteronoma, ad una morale autonoma e consapevole La prima forma di comunicazione del bambino è quella corporea, quando si muove nel ventre materno (linguaggio tonico). Appena nato il bambino non riesce a comunicare in maniera verbale, ed utilizza il corpo per farsi capire e anche quando la comunicazione verbale è abbondantemente sviluppata la non-verbale, ovvero quella attraverso l’utilizzo del corpo, rimane un mezzo utilizzato nei processi educativi. La funzione comunicativa del movimento può essere: Funzione spontanea o naturale serve per: o Comunicazione interpersonale come l'amicizia e la vita di relazione o Espressione di emozioni attraverso mimica facciale ed atteggiamenti del corpo o Ruolo di sostegno e di conferma del discorso verbale attraverso sguardi, segni, cenni del capo o Presentazione di sé attraverso la postura, modo di muoversi, aspetto esteriore Funzione espressivo-motoria o costruita: o Ambito sportivo: gesti tecnici indicatori di infrazioni o schemi di gioco o Comunicare in situazioni di impossibilità di utilizzo della comunicazione verbale o Ambito espressivo (ginnastica, pattinaggio) per dare completezza al movimento e per comunicare sensazioni, stati d'animo ed emozioni Il movimento umano è composto da 3 unità fondamentali: Posture: Sono infinite e personalizzate, e non dipendono solo da condizioni strutturali individuali, ma anche dal contesto socio-relazionale, psichico ed emotivo. Si differenziano dalle stazioni, atteggiamenti ed attitudini che sono invece le categorie a cui possono essere rapportate le posture individuali. La postura eretta, per esempio accomuna tutti noi, che comunque abbiamo ognuno un nostro modo, proprio, di stare in piedi. Schemi posturali: Coinvolgono solo alcune parti del corpo e avvengono solitamente senza modificare in maniera sostanziale la postura globale (=modo in cui modifichiamo le posture) Schemi motori di base (SMB): Movimenti che comportano un cambiamento di postura ed una traslocazione nello spazio POSTURE SCHEMI POSTURALI SMB Stazioni Flettere / Estendere Camminare, strisciare, Eratta, in ginocchio, seduta, decubito supino / prono / laterale Abdurre / Addurre procedere a carponi, Atteggiamenti Ruotare correre, scavalcare, saltare, Arco, torto o ruotato, raccolto / max raccolto, ginocchio a Elevare / Deprimere atterrare, rotolare, squadra / max squadra Protrarre afferrare, lanciare, Circondurre arrampicarsi, (nuotare) Attitudini Di appoggio, neutra, di sospensione, di volo Età evolutiva Per età evolutiva s’intende il lasso di tempo nel quale l’individuo va in contro al progressivo sviluppo delle componenti motorie, cognitive, affettive, sociali e morali. Dal pov strutturale, ma non solo, lo sviluppo non è lineare e avviene a fasi alterne: 1. Turgor 1° 2-4 aa Ingrossamento somatico 1°, 2° infanzia e fanciullezza 2. Proceritas 1° 5-7 aa Allungamento strutturale 1°, 2° infanzia e fanciullezza 3. Turgor 2° 8-11 aa Aumento ponderale Periodo d’oro, fanciullezza 4. Proceritas 2° 12-14 aa Notevole incremento strutturale Crisi pre-adolescenziale, pubertà 5. Turgor 3° 15-18 aa Recupero ponderale Adolescenza L’OMS raccomanda ai soggetti sani tra i 5 e i 17 anni almeno 1h / gg di attività di intensità da moderata a vigorosa. Un’attività che si prolunga per più tempo fornisce benefici aggiuntivi. Bisogna includere attività di potenziamento, per migliorare forza muscolare e compattezza ossea, almeno 3 volte a settimana. 1° e 2° infanzia (2-5 aa) = periodo in cui il bambino divide la sua vita tra la famiglia e le strutture pre-scolastiche. La sua motricità è grezza dispendiosa (si muove per imparare a muoversi e a conoscere l’ambiente). Il movimento è sia mezzo che fine. Infatti egli si muove per comprendere e interagire col mondo esterno e per apprendere sia il movimento che conoscere l'ambiente. Lo sviluppo intellettivo gli permette di comprendere concetti di tipo spazio-temporali semplici. In particolare nella seconda delle due fasi, la disponibilità all'apprendimento va in contro ad un significativo miglioramento e gli schemi motori scoperti nel periodo precedente dovrebbero andare in contro a una fase perfezionamento e "pulizia" da sincinesie grossolane. SVILUPPO COGNITIVO Nonostante il significativo cambiamento nei due momenti di sviluppo il bambino resta rigidamente ancorato alla "concretezza". Iniziano a capire il concetto di prima e dopo. Nelle situazioni di gioco non riesce, anche quando è con gli altri, ad abbandonare l'egocentrismo che si è affermato precedentemente come meccanismo di consolidamento del "se" e del "io". Il suo vocabolario aumenta in maniera significativa, e si completa per struttura e forma. LO SVILUPPO DELLE CAPACITÀ MOTORIE Le cap. cond. in questo periodo della vita presentano specifiche caratteristiche. Per quanto riguarda forza, velocità e resistenza siamo di fronte a livelli non particolarmente significativi dal pov dell'analisi del movimento e dell'apprendimento delle abilità motorie. Per le prime due capacità siamo ancora di fronte solo alla fase inziale e incompleta dei sistemi e degli apparati. Tuttavia, i bambini a questa età mostrano valori di VO2max, proporzionalmente maggiori di quelli di un adulto. Il che sta a significare che possiedono un’ottima resistenza “di base” che permette loro di esplorare (giocare) lungamente. La flessibilità è l'unica cap. che già si esprime con valori interessanti. Il problema è che questi valori sono legati più a situazioni di "lassità funzionale" che di ROM. Per tanto sarebbe consigliabile che, anche a causa di una scarsa cap. di limitazione controllo motorio, tale cap. non fosse "allenata", ma mantenuta dato che nel corso della vita andrà in contro a un naturale decadimento. METODOLOGIE OPERATIVE Il bambino in questo momento della vita sarà in grado di risolvere problemi motori che prevedano l'utilizzo di combinazioni di movimento, come andare in bici, nuotare, giocare a palla anche se la precisione esecutiva non è ancora a livelli soddisfacenti, anche a causa dell'esuberanza motoria che lo caratterizza. Come già detto il mezzo migliore per l’apprendimento, in questa fase della vita è il gioco. Le modalità ludiche utilizzabili però differiscono a seconda dell’età: Gioco senso motorio (1-2 aa) = manipolazione e conoscenza degli oggetti Primo gioco imitativo (1-2 aa) = utilizzo di giocattoli come nella vita reale (es. tazze, piatti, posate…) Gioco simbolico (2-3 aa) = utilizzo di giochi o degli oggetti per rappresentare altro Gioco socio-drammatico (4-5 aa) = assunzione di un ruolo per affrontare delle situazioni (es. mamma, dottore, …) con “trame” via via più complesse dai 6 aa in avanti Fanciullezza (5-11) La fanciullezza è divisa in 2 momenti chiave che sono scanditi dalle 2 differenti modalità di accrescimento somatico del bambino. Nella 1° fase, 5-8 aa, il bambino è in Proceritas 1º, il che rende il momento particolarmente complesso e sfavorevole dal pov dell'apprendimento motorio. Infatti il bambino conserva il desiderio e la predisposizione all'apprendimento, ma l'allungamento strutturale ne limita l'efficacia nell'esecuzione dei movimenti. Per contro però il bambino inizia ad essere in grado di fronteggiare problemi motori complessi. Quando il bambino supera gli 8 anni proprio questa implementata cap. di elaborazione gli permette, associata a un raggiunto e ritrovato equilibrio pondero-staturale (accomodamento posturale), di entrare nella cosiddetta "età d'oro" dell'apprendimento motorio da sfruttare offrendo la più ampia gamma di esperienze motorie e sportive possibili. SVILUPPO COGNITIVO Il bambino tende ad abbandonare l'egocentrismo a favore del senso di solidarietà e di collaborazione che nel periodo successivo caratterizzeranno il desiderio della ricerca d'identità nel gruppo. La progressiva maturazione fa sì che si manifestino in maniera importante le cap. volitive che caratterizzeranno l'approccio alle proposte didattiche. Lo schema corporeo si definisce più precisamente portando ad un processo di astrazione che permette l’anticipazione e la coordinazione migliore di un movimento. grazie a questo migliora la cap. di interpretare le relazioni con il mondo esterno. SVILUPPO CAPACITÀ MOTORIE Il percorso evolutivo delle cap. cond. in questa fase della vita risulta in costante aumento senza nessuna distinzione sebbene però sia fortemente disarmonico. Il miglioramento risulta infatti significativo solo per le cap. di velocità e di resistenza. Il miglioramento dal pov della coordinazione, è da attribuirsi al miglioramento e alla piena maturazione del SN (completa mielinizzazione) che migliorando la qualità di trasmissione dell’impulso ai muscoli di fatto migliora anche la cap. di velocità. Quest’implemento qualitativo nell’esecuzione dei movimenti riguarda anche la resistenza che risulterà incrementata grazie ad un miglioramento “economico” della gestualità e alla maturazione dell'muscolo cardiaco (=↓FC e ↑ V sistolico). Per quanto concerne le capacità coordinative Dugnani (1996) afferma che si riscontrano: un maggior accomodamento posturale, migliore capacità di utilizzo degli schemi motori rendendoli disponibili a nuovi apprendimenti, implemento della capacità di "ideazione motoria", miglioramento della capacità d'attenzione, maggiore efficienza funzionale (a seguito della conclusione del processo di mielinizzazione) miglioramento dell'interiorizzazione delle sensazioni propriocettive. Queste modificazioni dal punto di vista fisico (nervoso) associate a quelle di tipo cognitivo sanciscono di fatto quella che è l'età dell'oro. METODOLOGIE OPERATIVE 1° fase il bambino va guidato e supportato nelle esperienze motorie, a causa delle sue condizioni d'incertezza e difficoltà. 2° fase il bambino va stimolato con esperienze sempre nuove e diverse che gli permettano oltre che di implementare il suo bagaglio di esperienze motorio-sportive, utilizzando le conoscenze pregresse. Il desiderio di sperimentazione e di gratifica caratterizzerà il rapporto con gli adulti e quindi con l'istruttore. In questo momento della vita resta importante l'aspetto ludico come mezzo per favorire l'apprendimento ma le modalità con cui i giochi si debbono sviluppare sono profondamente differenti a seconda dell'età dei bambini del gruppo e quindi dei loro bisogni. Oltre ad alcune delle modalità ludiche adeguate già proposte per la 2° infanzia si aggiunge e si dovrebbe prediligere in particolare negli ultimi anni di questa fase un'ultima modalità di strutturazione del gioco. gioco normativo: un gioco basato su regole e strutture formali a differenza del gioco imitativo o simbolico. Questa scelta è coerente con il desiderio di collaborazione (e precede quello di misurazione) con il gruppo e funziona da verifica per il bambino stesso delle abilità nuove e pregresse acquisite. Lo sviluppo nell’essere umano Per quello che riguarda l’essere umano si considera “sviluppo”, tutto quanto accade, cioè cause ed effetti, dei processi di cambiamento e stabilità nelle fasi della vita. Nel corso dell’essere umano per poter comprendere esattamente cosa vuol dire sviluppo, bisogna considerare più aspetti, raggiungibili per aree di appartenenza in stretta correlazione tra di loro: biologica aspetti metabolici e anatomici piscologica aspetti cognitivi sociologica aspetti socio-culturali l’errore più grande che si possa fare è quello di fermarsi solo all’aspetto biologico, mentre la cosa giusta da fare è abbracciare tutti gli aspetti contigui all’attività fisica, ovvero bisogna capire quello che i bambini conoscono, provano, sentono … bisogna tener conto del benessere del bambino = cure fisiche, pulizia, sicurezza ambientale, salute emotiva bisogna metterli nelle condizioni di poter apprendere = aiutarli a esplorare e capire il mondo, variare le possibilità, offrire tante esperienze in modo progressivo e rispettando i tempi d’apprendimento del bambino, rinforzo e supporto, evitare di metterli sotto troppe aspettative bisogna farli socializzare = farli confrontare con gli altri apprendimento = acquisizione di conoscenze per far sì che il processo di apprendimento abbia luogo si possono scegliere differenti metodologie didattiche, da scegliere in base agli allievi, ovvero in base a come reagiscono meglio alle stimolazioni (se necessario i può anche cambiare): deduttiva per deduzione s’intende quel procedimento logico consistente nel derivare, da 1+ premesse date, una conclusione che ne rappresenta la conseguenza logicamente necessaria stile direttivo = assegnazione compiti + metodo prescrittivo induttiva per induzione si intende quel procedimento logico che consiste nel ricavare da osservazioni ed esperienze particolari i principi generali in esse implicite che ne siano a logica conseguenza stile non direttivo = libera esplorazione + scoperta guidata + risoluzione di problemi >>> maggiore autonomia 1° piano: deduzione teorie di riferimento, costrutti logici, studi, programmi 2° piano: empirico, pratica da campo, su base esperienziale, riflessioni di plausibilità induzione 3° piano: diagnosi, osservazione, conferma, smentisce o integra parzialmente il 2° piano, generalizza, consente di priorizzare Motivazione Senza motivazione non c’è apprendimento. La motivazione è una forza mentale che spinge l’individuo all’azione. Si riescono ad apprendere i movimenti solo se si è disposti (motivati) ad apprendere. L’apprendimento è la conseguenza / risposta al desiderio / bisogno di conoscenza dell’essere umano. Secondo Maslow (1954) c’è una gerarchia dei bisogni e se non si soddisfano quelli primari (fisiologici e di sicurezza) non si riusciranno a soddisfare quelli secondari, ovvero quelli definiti sociali (appartenenza e stima) e “del sé” (autorealizzazione. Affinché vi sia apprendimento bisogna: 1. Creare relazioni personali soddisfacenti 2. Sentirsi competenti ed efficaci 3. Sentire che le proprie scelte sono autonome, auto-determinale (=percezione di controllo) L’apprendimento è condizionato dallo stile didattico e comunicativo: Verbale cosa dico Para-verbale come lo dico (ritmo, tono e volume) Non verbale quali comportamenti assumo quando dico le cose (mimica, postura, sguardo, gesti) LE TEORIE SUL RUOLO DEL MOVIMENTO Il ruolo del movimento nella formazione e nei processi di apprendimento dell’essere umano è un concetto dibattuto in diversi momenti e da diversi autori nella storia. Di conseguenza sono nate diverse teorie / posizioni che si sono evolute nel tempo. Per Ling in Svezia è il primo studioso che ha influenzato la cosiddetta «ginnastica medica, o riabilitativa», enfatizzando il valore del movimento per il recupero funzionale. La sua Teoria prevedeva le lezioni avevano tre fasi (fase iniziale di avviamento motorio, fase centrale volta alla ricerca degli effetti voluti, fase finale di ritorno alla calma). Propone inoltre una classificazione degli esercizi in base agli effetti che si ottengono e inserisce la necessità di impostare carichi di lavoro progressivi. I limi della sua concezione erano la stretta individualizzazione del movimento, non facilmente adattabile a gruppi numerosi, esercizi analitici e segmentari, non naturali, spesso adatti per la risoluzione di problemi strutturali e posturali, tralasciando la componente fisiologica di potenziamento organico e muscolare. George Demeny, capostipite della ginnastica femminile e della danza, è il primo studioso che si interessa delle differenze di genere. Inizia a concepire una teoria del movimento che abbia basi scientifiche e che punti all’economicità del movimento (= contrazioni muscolari non superiori al necessario assecondamento delle oscillazioni naturali del corpo). L’esercizio rende, quando più è armonico e coordinato l’individuo. George Hebert negli anni ‘20 elabora una teoria secondo la quale era necessario costruire degli esercizi che fossero finalizzati alla risoluzione dei «problemi» di tutti i giorni utilizzando di fatto quelli che sono per gran parte SMB. La sua idea nasce dall’osservazione delle popolazioni indigene e suggerisce che tutte le attività siano svolte in ambiente naturale e con modalità che non si discostino dalle forme naturali del movimento (teoria poco adattabile agli individui poco dotati fisicamente). A partire dalla metà del XX° secolo Pierre Vayer, introduce per la prima volta in concetto di psicomotricità. Secondo le sue teorie il punto centrale dell’azione educativa è l’acquisizione dello schema corporeo; tanto più il bambino conosce sé stesso, tanto più utilizza il corpo per interagire con l’ambiente e con gli altri L’apprendimento deve essere: spontaneo, creativo, coinvolgente, ad avvenire attraverso la ricerca di situazioni problematiche. Pierre Parlebas alla metà del del XX secolo applica il concetto di psicomotricità di Vayer all’interno di un contesto sociale definendola «socio-motricità». La sua teoria partiva dall’assunto che se la psicomotricità valorizzava l’individuo e rifiutava qualsiasi forma di movimento che avesse carattere competitivo; la «sociomotricità» rivalutava le attività ludiche e sportive considerandole come attività formative e socialmente importanti. Il bambino praticandole supera il proprio pov ed il proprio egocentrismo. Lo sport educativo diventa quindi un mezzo per aiutare l’allievo a strutturare comportamenti che influiscono sulla e con la società. Jean Le Boulch elaborò una teoria la quale sosteneva che il ruolo della corteccia cerebrale nel controllo dei meccanismi dell’azione volontaria ed automatizzata è trascurabile, anzi a volte è causa di impedimenti e scoordinazione. La formazione reticolare sottocorticale raccoglie tutte le informazioni e costituisce una base operativa aspecifica, che l’autore chiama come «memoria motoria», che è articolata in «filmati mentali» che ognuno di noi forma con le esperienze di movimento. Queste considerazioni hanno stravolto la metodologia tradizionale, che basava gli apprendimenti sulla ripetizione «infinita» di un gesto. Nel bambino, quindi secondo Le Boulch è importante ricreare esperienze motorie spontanee basate sulla presa di coscienza del proprio corpo e delle sue possibilità operative. Per tanto un «bagaglio motorio» esteso per poter attingere alle esperienze passate di movimento nell’apprendimento di gesti nuovi e complessi. Adams J.A. nel 1971 elabora quella che definisce come «teoria dell’apprendimento motorio a circuito chiuso». Secondo la sua ipotesi gli analizzatori sensoriali hanno l’importante compito di inviare costantemente informazioni di ritorno (feedback) che permettono al soggetto di correggere il movimento in atto. Due sistemi regolatori del movimento: il 1° deputato all’invio dei comandi iniziali per avviarlo; il 2°: regolato dai feedback, controlla e corregge il movimento in fase di esecuzione. Nel 1975 Schmidt R.A. elabora la «teoria dello schema». Essa individua i concetti fondamentali di «Pattern» o «programmi motori generalizzati» per giustificare come fosse possibile apprendere nuovi movimenti e il concetto di un «Meccanismo di controllo» a circuito aperto («open loop»), che giustificava i movimenti rapidi e balistici con tempi di movimento inferiori a 300ms, quando il circuito chiuso non può fisiologicamente funzionare. Nel sistema open loop i comandi sono già preimpostati e presenti in memoria, e quando arriva l’afferenza vengono richiamati ed inviati al sistema effettore che consente di completare il gesto. L’informazione di ritorno attraverso il movimento in atto non serve per correggere il movimento, ma per attivarne uno nuovo. L’evoluzione di alcuni concetti delle teorie precedentemente enunciate che partivano dalle «intuizioni» dei loro autori, ora, talvolta supportate spesso da evidenze scientifiche, hanno permesso di individuare alcuni presupposti fondamentali per una teoria moderna del movimento: L’essere umano e lo sviluppo della personalità come punto centrale dell’intero sistema Il movimento come manifestazione dell’essere umano e come grande funzione organica indispensabile alla vita dell’uomo Lo sviluppo motorio è strettamente correlato con le funzioni intellettive, affettivo-morali e sociali La componente motoria è educabile attraverso l’acquisizione progressiva di abilità L’apprendimento delle abilità segue una dinamica strutturata in fasi, e dipende da diversi fattori L’EVOLUZIONE DEL CONCETTO DI MOVIMENTO Sport ed esercizio fisico sono due termini utilizzati erroneamente come sinonimi. Il termine sport però è un termine «recente» (sviluppatosi tra il XIII e XIV secolo) che in origine indicava le pratiche consistenti in esercizi fisici / giochi che si addicevano ai nobili e si contrapponevano di fatto ai «games» ovvero la pratica di attività rurali del popolo. La contaminazione avviene da parte dei ceti più nobili che iniziarono ad affiancare alle loro pratiche classiche (scherma equitazione) attività più «popolari». introno alla metà del ‘800, Thomas Arnold (rettore del collegio di Rugby) per recuperare una situazione studentesca critica e di difficile gestione, introdusse per la prima volta a livello scolastico la pratica di giochi e competizioni, per far capire agli studenti l’importanza delle regole. Da allora lo sport diviene un importante metodo pedagogico, anche se in realtà fin già dal 1500 con Vittorino da Feltre si era intuito il valore pedagogico dell’attività motoria nello sviluppo del soggetto in età evolutiva. Il movimento produce sull’essere umano degli effetti. Essi dipendono per qualità e quantità dalla tipologia di movimento che si effettua. Una classificazione generalizzata può tenere conto delle differenze che esistono tra: Attività (Esercizio) Fisica = un insieme di attività fisiche volontarie, strutturate e pianificate, mirate al miglioramento e/o al mantenimento di ogni aspetto del fisico e della salute Attività Sportiva = un insieme di attività fisiche che implicano situazioni competitive strutturate e controllate da regole. In Europa il termine sport viene utilizzato spesso in un contesto più ampio che comprende ogni tipo di esercizio e attività fisica di piacere Le attività fisiche si distinguono tra di loro per: Volume o quantità (in quanto tempo) Durata (per quanto tempo) Frequenza (quante volte/ogni quanto) Tipologia o modalità (che tipo) Intensità (in che modo – F.C. e costo energetico) Apprendimento e movimento Il movimento per essere un efficace mezzo di apprendimento e sviluppo deve / può essere: Spontaneo / organizzato All’aperto / al chiuso Con / senza attrezzi Individuale / in gruppo Creativo / ripetitivo È da pochi decenni che l’attività motoria nell’età compresa tra l’infanzia e l’adolescenza sta ricevendo maggiore attenzione secondo una visione più scientifica e pedagogica. Le nuove conoscenze avevano determinato 2 distinte scuole di pensiero, riguardo la pratica motoria per il soggetto età evolutiva, che hanno dato luogo a due sistemi: Esponenti delle 1° concezione, prevalentemente gli operatori del mondo sportivo con l’utilizzo di un’attività sportiva esclusivamente propedeutica all’organismo (eccessiva tecnicizzazione) Esponenti della 2° concezione, prevalentemente gli operatori del mondo educativo, con l’utilizzo di un attività psicomotoria (marginalizzata rispetto alla formazione integrale dell’individuo) L’uomo, il gioco e il movimento HOMO LUDENS = uomo come essere caratterizzato da una naturale tendenza al gioco. La cultura sorge in modo ludico: essa assume, nelle sue fasi originarie, il carattere di un gioco, attraverso il quale, la collettività esprime la sua concezione della vita e del mondo. GIOCO = attività libera, disinteressata, leggera, diversa da quelle a cui u individuo prende parte tutti i giorni. Si svolge con precise regole e non deve avere finalità materiali o economiche. HOMO MOVENS = studio della relazione tra essere umano e movimento, attraverso cui è possibile unire e comprendere la cultura fisica e il gioco. Abbraccia i concetti correlati, ma analitici, di homo faber e homo ludens. Il gioco come apprendimento L'essere umano è un animale e pertanto è in grado di apprendere. Il processo di apprendimento non può prescindere dal gioco. Il gioco è il mezzo attraverso il quale il bambino fa interagire il suo corpo con l'ambiente esterno. Per definire un'esperienza ludica essa deve essere: libera senza costrizione separata circoscritta nel tempo incerta risultato non predeterminabile improduttiva non produce beni regolata vincolata da leggi che si devono rispettare fittizia esercitata fuori dal contesto quotidiano Il gioco è quindi il mezzo attraverso il quale l'essere umano, quando è un bambino, a seconda la pulsione di apprendere e comprendere. Il gioco per il bambino non prescinde quasi mai dalla dimensione fisica dello stesso, quindi dal movimento. Le pulsioni che spingono il bambino a muoversi trovano naturalmente risposta in alcuni aspetti dell'attività sportiva quali: dispersione di energia divertimento riuscito a status (confronto con gli altri, con sé e con l'ambiente circostante) Quando l'essere umano vive un'esperienza divertente, il cervello rilascia dei mediatori lipidici che attivano la produzione di dopamina nei neuroni dell'area tegmentale ventrale. In questa zona c’è la sede dei neuroni dopaminergici che raggiungono la corteccia prefrontale, coinvolta nelle funzioni esecutive, e nel Nucleos Accumbens (centro della ricompensa) che rende l'individuo più predisposto a lavorare duramente e perseverare per il raggiungimento dell'ob. La cap. di apprendere da parte dell’essere umano permette di per sé l’esistenza dell’insegnamento o della didattica. Per azione didattica s’intendono tutti quei processi che il docente/istruttore mette in atto per permettere che si verifichi il processo di apprendimento. L'azione didattica influenza e a sua volta è influenzata da aspetti legati alle dimensioni; MOTORIA: in questo che è l'ambito più specifico si vanno a stimolare nell'individuo aspetti legati alla percezione di sé e dell'ambiente (organizzazione spazio-tempo, equilibrio, lateralità, Fc e Fr) AFFETTIVO EMOTIVA (e sociale): in questo ambito sono racchiuse tutte le interazioni che si vengono a creare tra il soggetto (obiettivo dell'azione educativa) e l'ambiente (oggetti e spazio), soggetto e gli altri e il soggetto stesso COGNITIVA: in quest'ambito riguarda gli aspetti della conoscenza del movimento e delle sue modalità di realizzazione, la presa di coscienza del copro come mezzo espressivo della personalità e lo sviluppo di una cultura dell'attività motoria Il movimento come azione didattica Il movimento è da sempre considerato un mezzo formazione globale e della personalità umana. Ne consegue che il ruolo del Laureato in Scienze Motorie / Chinesiologo è estremamente importante, perché può utilizzare le forme di movimento non solo per conseguire fini legati alla crescita motoria, ma anche correlati allo sviluppo di competenze di altri ambiti della personalità. Il movimento diviene quindi un mezzo per educazione una globale e per la formazione della personalità. Il movimento costituisce un mezzo di cui l'educatore(istruttore/chinesiologo), che deve essere dotato di una formazione in ambito biomedico, psicopedagogico, sociologico, motorio e sportivo, si serve per educare (da educere = tirare fuori fare crescere) globalmente la personalità dell'allievo. L'educazione fisico-motoria, intesa come insieme di forme ed attività motorie ed educative (esercizi, giochi, ecc.) occupa un ruolo rilevante nella formazione dell'individuo. Influenzando il suo sviluppo intellettivo, motorio sociale, affettivo e morale. Programmazione = è la prima azione che compone l'azione didattica = un circuito di operazioni fondamentali che vengono seguite per individuare le varie fasi di un'azione didattica che sia verificabile, migliorabile, trasferibile, in quanto collaudata sulla base di un progetto realizzato, ma non riproducibile, perché i soggetti dell'insegnamento, quindi gli atleti, le condizioni e l'allenatore stesso sono sempre differenti e variabili" In questa fase è necessario considerare: Età dei soggetti Il livello della classe Gli obiettivi Distanza dall’esibizione / gara / esame … L'istruttore/docente deve considerare prima di tutto 2 principi generali dell'attività motoria: 1. In ciascun stadio di sviluppo occorre che l'istruttore realizzi la più larga base motoria possibile 2. I livelli standard di maturità degli schemi motori possono essere conseguiti in maniera ottimale solo se nelle altre aree della personalità si realizzano adeguati e complementari sviluppi Per programmare in maniere adeguata l'azione didattica, o piano di lavoro, qualunque essa sia la sua durata, è bene considerare in quali delle seguenti fasi i soggetti destinatari della proposta si trovano: FASE DELL'ATTIVITÀ MOTORIA DI BASE (gioco) FASE DELL'ATTIVITÀ MOTORIA DI COSTRUZIONE (gioco e propedeutica specifica) FASE DELLA SPECIALIZZAZIONE (pre-agonismo e agonismo) In ambito motorio la programmazione didattica è definibile come un processo pedagogico educativo complesso che si concretizza nell'organizzazione dell'esercizio fisico ripetuto in quantità, intensità, forma e gradi di difficoltà tali da favorire il consolidamento d'abilità (generali e specifiche) sempre più complesse ed efficaci. Affinché una programmazione risulti efficace occorre che l’insegante istruttore svolga al meglio i seguenti compiti: 1. Concezione degli es e delle sedute 2. Messa in moto ed organizzazione della seduta 3. Intervento presso gli allievi 4. Valutazione degli allievi 5. Regolazione di tutte e 4 le fasi precedenti Nella fase di programmazione va tenuto in considerazione la tipologia di carico della lezione /seduta: Carico generale, speciale, specifico Il carico è un insieme di attività che superano il livello di Finalità (aerobica / anerobica) sollecitazione motoria nei gesti comuni della vita di Grado di difficoltà coordinativa relazione Grandezza fasi specifiche da eseguire durante la programmazione della seduta di allenamento / lezione: Analisi della situazione di partenza Definizione degli obiettivi Scelta dei metodi Definizione dei contenuti Individuazione dei mezzi e delle attrezzature Valutazione Unità Didattica (UD) VS Unità di Apprendimento (UDA) L’unità didattica ha come focus principale quella che è l’attività del docente, i suoi metodi di insegnamento e le varie fasi del percorso. La struttura dell’unità si basa quindi totalmente sui contenuti che l’insegnante prevede di trattare e sulle attività, da lui stabilite ed eseguite man mano dai ragazzi. Lo sviluppo delle conoscenze avviene linearmente e in maniera totalmente guidata , senza dare particolare spazio all’autonomia organizzativa degli studenti. L’unità di apprendimento mette al centro le competenze e il loro sviluppo attraverso un percorso svolto dagli studenti in maniera autonoma ed interdisciplinare. L’insegnante ha il compito di organizzare il lavoro secondo un macro-tema, entro cui la classe dovrà orientare un progetto incentrato nello sviluppo di una serie di competenze ben definite in base alla trasversalità dell’attività intrapresa. L’unità di apprendimento è chiaramente molto più complessa da strutturare e inoltre deve poter essere flessibile e modificabile strada facendo in base alla reazione degli studenti e all’evolversi del loro percorso nello sviluppo del progetto. La costruzione delle UdA si basa su quelli che sono: Obbiettivi Formativi (OF) = ob. generali del processo formativo, orientano unitariamente la natura e il significato degli interventi educativi e didattici predisposti, nel complesso, dai docenti al servizio del massimo ed integrale sviluppo possibile delle capacità di ciascun allievo. [es. migliorare il fitness] Obbiettivi Specifici di Apprendimento (OSA): indicano le conoscenze (il sapere) e le abilità (il saper fare) che tutte le scuole della nazione sono invitate ad organizzare in attività educative e didattiche volte alla concreta e circostanziata promozione delle competenze degli allievi a partire dalle loro capacità. conoscenza + abilità = competenza La lezione La lezione o unità di lavoro/apprendimento dovrebbe strutturarsi per fasi. È possibile procedere, a seconda delle analisi e delle scelte svolte in fase di programmazione, utilizzando differenti modalità di lavoro. Sempre in fase di programmazione vanno definiti mezzi da utilizzare modulandoli in relazione agli OF, OSA e allo sviluppo delle eventuali competenze attese. I mezzi per strutturare un’unità di apprendimento o didattica possono essere diversi: Con / senza attrezzi, normati, convenzionali o non, di Giochi Individuali, collettivi, di gruppo, di squadra, sportivi punteggio, espressivi Percorsi e Singoli, multipli, paralleli, differenziati, a staffetta, a Con / senza attrezzi, con schemi semplici / complessi, circuiti gara (tempo/penalità), individuali / di squadra con/senza ripetizioni, fissi / variabili Prove Utilizzando i fondamentali del gioco o della disciplina In situazioni usuali / inusuali situazionali sportiva Strutturazione “semplice” in 3 fasi: 1. Fase iniziale – 5-20 min avviamento motorio e introduzione (generale o specifica) 2. Fase centrale – 20-40 min lavoro specifico ad alta / moderata intensità 3. Fase finale – 10-15 min attività ludiche e di ripristino Strutturazione “tradizionale” in 4 fasi: 1. Fase di avviamento motorio – 5-12 min esercitazione di carattere generalità con finalità di AM 2. Fase specifica – 10-20 min esercitazioni di carattere analitico 3. Fase situazionale – 10-30 min esercitazioni di carattere situazionale 4. Fase finale – 10-30 min gioco a tema e/o gioco finale, ritorno alla calma Nella scelta dei mezzi di lavoro è importante tenere in considerazione la disponibilità degli alunni all'apprendimento, la soglia di attenzione e la varietà delle proposte nel corso della lezione stessa, oltre che in tutto il percorso, che costituiscono le singole UDA. Nella scelta è bene considerare il CARICO DIDATTICO di ogni singola proposta esercitativa e della lezione stessa. CARICO DIDATTICO in ambito motorio è definibile come il «peso» che un'attività esercitativa può assumere considerando le capacità motorie (condizionali e coordinative), le componenti cognitive (tecnico tattiche) e piscologiche (socio affettive - relazionali) convolte nello svolgimento dell'attività. In relazione ai soggetti il carico didattico può variare il suo valore La valutazione = è un momento fondamentale nel processo insegnamento / apprendimento e quindi della programmazione (e dell'azione didattica). Di fatto è l'operazione che lo conclude e fornisce in ambito motorio indicazioni su: Grado apprendimento abilità Livello di espressione capacità condizionali Comportamento di relazione Motivazioni ad apprendere Monitoraggio sul tipo di intervento La valutazione è un giudizio di valore espresso sulla distanza tra come sono e come dovrebbero essere finalizzato all'assunzione di decisioni volte alla riduzione di tale distanza. Come valutazione, talvolta si utilizzano i TEST DI INGRESSO. La valutazione (o test) in ingresso consente la diagnosi, rileva il grado di sviluppo tecnico e condizionale, consente di formulare obiettivi. È un'operazione che può essere utilizzata al principio della programmazione o all'inizio di un ciclo di UD o al principio dell'erogazione dell'unità o diverse UDA. Generalmente la valutazione può essere di due tipologie: FORMATIVA che viene fatta al termine di unità didattiche, informa sul grado di abilità raggiunto, permette di modificare le strategie, confrontare apprendimenti nei diversi periodi, confrontare il programmato con quanto ottenuto SOMMATIVA che attesta i progressi ottenuti in un ciclo di attività e il grado con cui sono stati ottenuti gli obiettivi programmati Valutazione Funzione prognostica Fornisce info all’allievo e all’insegnante sull’andamento del processo e permette formativa Funzione controllo eventuali interventi di recupero Valutazione Funzione diagnostica Valutazione finale dei risultati conseguiti per una formulazione gloale sui risultati sommativa delle varie attività (tramite test oggettivi, prove e verifiche, raffronto con livelli / gruppi di appartenenza con la possibilità di riassumere in un unico giudizio diverse prove e risultati) In un modello didattico attuale la valutazione dovrebbe collocarsi come fase conoscitiva dei processi e dei prodotti dell'insegnamento. Essa dovrebbe caratterizzare l'individualizzazione dei percorsi più che la standardizzazione degli esiti, contribuirà ad una migliore padronanza delle competenze e del controllo motorio. In letteratura sono con chiarezza individuati gli aspetti da / valutabili nel processo: Livello delle cap. motorie coord e cond Livello e qualità delle abilità motorie Livello delle cap. cognitive ed elaborazione delle info Emergere di comportamenti sociali L’utilizzo dei risultati dei test Non solo l'analisi ma anche l'utilizzo dei dati a seguito di una somministrazione di un test è importante: Spiegare individualmente (non fare comparazioni) i risultati o Porre l'accento sui miglioramenti Interpretare i risultati insieme alla persona testata Far modificare lo stile di vita e porre l'accento su comportamenti conformi ad uno stile di vita sano Feedback continuo ed eventualmente modificare gli obiettivi da raggiungere Le classiche scale di misurazione di uso scolastico sono 4 e vengono usate in circostanze e per necessità diverse. Scala NOMINALE: “scala qualitativa”, permette di classificare sulla base della presenza/assenza di un determinato indicatore. Questa scala è utile quando ciò su cui si indaga è di natura complessa (es. questionario che registra i dati personali di uno studente) oppure quando si vogliano registrare molto rapidamente la presenza o meno di alcuni prerequisiti necessari per lo svolgimento di una determinata attività. Scala ORDINALE: Consente di stabile delle graduatorie, cioè di ordinare rispetto alla maggiore o minore presenza di una determinata caratteristica. I punti che la contraddistinguono indicano solo le posizioni in graduatoria e non la distanza fra loro. È la classifica di una gara dove abbiamo al 1° all'ennesimo classificato, ma senza tempi / misure di riferimento Scala a intervalli: La distanza fra due qualsiasi punti consecutivi di questa scala è cte. L'intervallo tra due punti si trova ad avere un valore oltre che qualitativo anche quantitativo. Scala di rapporti: Quando il valore 0 non è convenzionale, ma rappresentativo dell'assenza della quantità misurata questa la scala prende il nome di scala di rapporti, come ad esempio quella metrica. Con la scala ad intervalli (come con quella di rapporti) le operazioni possibili di elaborazione dei dati sono più numerose e comprendono la media, indici di variabilità e dispersione e di correlazioni. Possiamo considerare le scale di valutazione scolastica come scale di tipo Ordinale; infatti non esiste un inizio ed un termine in assoluto, non esiste una identica distanza tra un livello e l'altro della scala Spesso non è possibile misurare un'abilità motoria, specie quando questa assume contorni astratti (es. capacità tattica di un giocatore). In questo caso si ricorre all'individuazione di indicatori che possano essere correlati con la cap. che non siamo in grado di misurare. L'indicatore non è la stessa cosa del fenomeno studiato. Caratteristiche fondamentali di un test: Validità il test misura quello che si vuole misurare Affidabilità implica la possibilità di ottenere lo stesso risultato con stesso soggetto e condizioni, in periodi differenti Obiettività quando i risultati che fornisce sono indipendenti dal comportamento dello sperimentatore E bisogna considerare: La popolazione di riferimento caratteristiche quantitative e qualitative del gruppo al quale viene somministrato Correlazione è la misura della relazione tra 2+ variabili, ma non indica necessariamente un nesso causale Concorrenza correlazione tra il test e il criterio scelto Predittività relativo a predizione = costituisce una predizione, o consente di prevedere il possibile avverarsi di eventi o situazioni future (correlazione tra test e presunzione futura) In ambito chinesiologico esistono differenti tipologie di test di valutazione delle cap. motorie. A seconda della loro costruzione si distinguono in: Test diretti tutti i test che indagano direttamente i parametri che influenzano una data cap. motoria Test indiretti misurano un parametro ritenuto strettamente collegato funzionalmente alla cap. motoria da misurare Test massimali è una prova che porta l’individuo ad un livello di intensità massimale dove la comparsa della fatica impedisce un ulteriore incremento di intensità Test sub-massimali è una prova che porta l’individuo al raggiungimento di una predeterminata intensità di esercizio Protocolli e batterie di test Affinché un test o una batteria di test possa conservare e rispettare le caratteristiche che non gli facciano perdere significatività deve prevedere un «protocollo di esecuzione»>. Ovvero una serie di istruzioni relative alle modalità di somministrazione (Tempi e modi) da rispettare da parte dello sperimentatore e di esecuzione da parte del soggetto. Spesso per indagare uno o più aspetti in maniera sufficientemente precisa differenti test vengono raggruppati in «batterie»>. In ambito motorio scolastico esistono differenti test per indagare il livello di espressione delle capacità motorie degli studenti. Non tutti sono validati e non tutti fanno parte di un protocollo. Alcuni però risultano validati e/o afferenti al protocollo EUROFIT (nella versione Italiana Motorfit). Essi risultano avere un alto livello di correlazione con lo stato di salute del soggetto e con una buona preditività rispetto alla possibilità che il soggetto sviluppi patologie legate alla sedentarietà I test MOTORFIT L'idea di attivare un progetto di ricerca per monitorare lo stato di benessere motorio degli studenti delle scuole Italiane ha portato alla realizzazione di una batteria di test simili. La scelta è caduta su due protocolli già ampiamente in uso a livello internazionale: i TGM, Test Grosso Motori (Ulrich, 1985), e gli Eurofit, European Test of Physical Fitness (Consiglio d'Europa, 1988). La scelta ha tenuto conto di alcune linee guida: Protocolli fossero stati validati a livello internazionale; Adattati alla scuola; Praticabili nella realtà italiana; Non necessitassero di strumenti troppo onerosi e introvabili a scuola; consiste in: 1. Valutazione dati antropometrici 4. Sospensione a braccia flesse 1. Flessione del busto in avanti dalla stazione seduta 5. Corsa veloce a navetta m 10x5 2. Salto in lungo da fermo 6. Corsa di resistenza 3. Elevazione del busto alla stazione seduta I test TGMD-2 Per la valutazione degli aspetti coordinativi è stato utilizzato il TGMD2 (Test of Gross Motor Development), test composto da dodici prove motorie, sei riguardanti la locomozione e sei il controllo degli oggetti Per ciascuna di esse, il valutatore ha il compito di considerare e giudicare le differenti abilità proprie o meno di ciascun alunno. Si appunta il numero "UNO" accanto all'abilità valutata come effettiva; al contrario si appunta il numero "ZERO". Il test si ripete due volte, e viene valutata poi la somma finale di tutte i dodici test motori. Questo test è stato ideato per misurare la coordinazione nei bambini dai 3 ai 10 anni, ma successivamente è stato esteso e validato anche nei confronti di adolescenti. 1. Corsa per 15 mt 2. 3 saltelli sul posto sul piede dominate/preferito 3. Galoppo frontale per 7,5 mt andata e ritorno 4. Balzo dopo rincorsa per 6 mt 5. Salto orizzontale alla massima distanza 6. Scivolamento laterale per 7,50 mt 7. colpire una pallina posizionata su tee con una mazza da baseball 8. palleggio con la palla basket con la palla dominate per 4 volte e ripetere dopo averla arrestata 9. Afferrare una palla lanciata da 4,5 mt con 2 mani sopra la-cintura 10. Calciare una palla con il piede dominate dopo una rincorsa di 6 mt 11. Lanciare una palla con la mano dominate a 6 mt di distanza 12. Fare rotolare una palla in uno spazio di 1 mt posto a 7,5 mt utilizzando la mano dominate Il movimento è da sempre considerato un mezzo di formazione globale e della personalità. Ne consegue che il ruolo del laureato in SM è estremamente importante, perché può utilizzare le forme di movimento non solo per conseguire fini legati alla crescita motoria, ma anche correlati allo sviluppo di competenze di altri ambiti della personalità. Crescita intellettiva La crescita intellettiva, avviene attraverso la maturazione del SN e con il passaggio dalla operatività alla operatività formale astratta: Sviluppo delle cap. sensoriali percettive Sviluppo delle cap. cognitive semplici (memorizzazione) Sviluppo delle cap. cognitive intermedie (analisi, elaborazione, scelta) Sviluppo delle cap. cognitive superiori (intuizione, pensiero convergente e divergente) Crescita sociale Il movimento riveste un ruolo importante anche nello sviluppo sociale dell’individuo x’ lo guida nel passaggio dall’egocentrismo ad un’apertura progressiva verso l’altro sviluppando le cap. di: Accettare l’altro Rapportarsi e comprendere l’altro Conoscere e collaborare con l’altro Avere fiducia e accettare le scelte altrui Assumersi la responsabilità nei confronti dell’altro Aiutare e assistere l’altro La crescita affettivo morale e quindi della personalità avviene attraverso il passaggio da una morale eteronoma ad un’autonoma ed un progressivo controllo di sé e delle proprie emozioni nei rapporti interpersonali. Ciò significa avere la capacità di: rispetto dell’altro rispetto delle regole stabilire concordare regole comuni cap. di gestire situazioni a carico sociale ed emotivo cap. di instaurare rapporti di fiducia reciproca e amicizia Crescita motoria Sviluppo motorio avviene attraverso il passaggio da forme motorie riflesse a forme intenzionali i volontari per approdare all’acquisizione progressiva di abilità complesse automatizzate come: acquisizione dello schema corporeo sviluppo degli schemi motori miglioramento delle capacità di movimento sviluppo delle abilità complesse Ambiente di apprendimento La creazione di un ambiente favorevole all’apprendimento passa prima di tutto attraverso alle modalità di comunicazione e ai comportamenti / atteggiamenti che l’allenatore / istruttore assume in relazione a: aspettative espresse sollecitazioni riconoscimenti caratteristiche e modalità di valutazione Il clima in generale la strutturazione della seduta di allenamento possono essere orientati. Le possibilità di orientamento variano rispetto le scelte del comportamento barra atteggiamento dell’allenatore. Si verificano come orientamenti verso: la prestazione L’allenatore pone l’accento sulla competizione, rimprovero gli errori, dedica maggiore attenzione agli atleti Migliori e stimola spesso la competizione anche all’interno del gruppo la competenza L’allenatore riconosce l’impegno, sottolinea i progressi, valorizza il contributo di ciascun atleta e la collaborazione con i compagni Indicazioni didattiche Scelte operative > metodologia didattica, rapporto attività / riposo, privilegiare gli aspetti coordinativi rispetto a quelle condizionali, accoglienza relazione con gli alunni Gestione spazi, attrezzature e tempi morti > ricerca di una condizione ottimale di concentrazione, attenzione e motivazione Formazione delle squadre > casuale / libera / scelta Creazione di un clima positivo > incitamento vocale, utilizzo di attività preferite Sicurezza Età Schema corporeo Attività 0-3m Corpo subito Automatismi innati 3m–3a Corpo vissuto Motricità volontaria 4-6a Corpo percepito Strutturazione percettiva, coscienza del proprio corpo 7-12a Corpo rappresentato Immagine sintetica del corpo, rappresentazione decentrata, rappresentazione mentale Schema corporeo = insieme di info posturali, cinestetiche e temporali = coscienza immediata del nostro corpo, sei in condizione statica che in movimento, il rapporto alle diverse parti, in relazione tra di loro, e soprattutto nei rapporti con lo spazio circostante e con gli oggetti e le persone che lo circondano. Il suo sviluppo avviene attraverso tentativi sperimentali, prova ad errori che portano conseguentemente all’apprendimento motorio. Quindi lo schema corporeo non è solo una percezione del proprio corpo, ho una rappresentazione cte che si costruisce attraverso esperienze, passate presenti, di tipo posturale, visivo, cinestesico, e che è perennemente condizionata da esperienze affettive ed ha necessità biologiche. Rappresenta il fulcro dell’organizzazione della persona intera. E anche la rappresentazione cognitiva della posizione del corpo e dei suoi segmenti nello spazio, punto di partenza per l’organizzazione dell’azione nello spazio. Corpo vissuto tappa caratterizzata da un comportamento motorio globale guidato dalle espressione spontanea è costruito sul vissuto. Attraverso il corpo, il bambino, conosce gli oggetti e il mondo circostante. È il momento dove avviene una primitiva distinzione tra il sé e il mondo circostante. È la prima tappa della definizione dello schema corporeo. Corpo percepito Rappresenta lo stadio intermedio tra una situazione di raccolta dati (percettiva) ed esecutiva (rappresenta). E il momento nel quale la raccolta delle info migliora e permette quindi una migliore distinzione il sei dell’ambiente esterno in diverse situazioni, anche più complesse. La coord, nonostante l’affinamento dello schema corporeo, resta grezza anche se il bagaglio esperienziale va accrescendosi. Facendo riferimento a Piaget si parla di stadio preoperatorio o intelligenza senso motoria (0-6aa) e stadio delle operazioni concrete o intelligenza concreta (7-10aa). L’attività motoria Nella scola dell’infanzia Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria l’ob. deve essere quello del potenziamento degli SMB e del consolidamento dello schema corporeo (che deve fare da collante fra le proposte a cavallo dei due cicli di istruzione). Tra la scuola dell’infanzia e la primaria Lo sviluppo degli SMB naturalmente deve tenere conto di uno dei principi di base delle azioni didattica della programmazione ossia andrà stimolato con esperienze sempre nuove e diverse che gli permettono oltre che di implementare il suo bagaglio di esperienze motorio-sportive utilizzando le conoscenze pregresse. Uno stesso schema motorio di base pertanto può essere sviluppato e/o consolidato con modalità operative differenti. Via via che il bambino procede nel suo sviluppo iniziano a essere possibili le prime forme di interazione tra pari che possano essere necessariamente attraverso la collaborazione la contrapposizione. Nella scuola primaria Nella scuola primaria in accordo con i principi metodologici adeguati è utile procedere con il consolidamento degli SMB in situazioni dal pov coord. e cognitivo via via più complesse. Talvolta è sufficiente introdurre delle piccole varianti all’attività già proposte. È bene che le proposte via via abbandonino la dimensione strettamente personale e diventino di esplorazione, comprensione ed interazione con lo spazio circostante. Allo stesso modo l’utilizzo dei piccoli attrezzi, e degli SMB, deve vedere una progressiva ed equilibrata rimodulazione verso la creazione delle basi strategiche dei giochi sportivi e dell’avviamento alla loro pratica. Il tutto sempre senza prevaricare l’aspetto formativo generale e polifunzionale. Corpo rappresentato Presenta il passaggio dall’immagine riproduttrice, all’immagine anticipatrice. L’azione progressivamente smetterà di essere legata all’esperienza vissuta ma si compirà prima nel pensiero e poi guiderà l’azione effettiva. Il corpo smette di essere il riferimento principale delle azioni del soggetto che inizierà a utilizzare riferimenti spaziali sempre più complessi. Al termine di questa tappa l’elaborazione dello schema corporeo sarà completa. Facendo riferimento a Piaget: 7-10 = stadio delle operazioni concrete o intelligenza concreta successivamente (11-13) si parlerà invece di stadio delle operazioni formali ho intelligenza formale Gioco sport e non sport La gamma limitata di abilità esercitate può limitare nel tempo lo sviluppo di abilità, influenzare il coinvolgimento a lungo termine in altre attività e quindi la salute. La specializzazione può condizionare lo sviluppo sociale e psicologico riducendo le opportunità di crescita in queste aree. L’eccessivo allenamento può portare ad affaticamento e born-out. basi del gioco sportivo (scuola primaria) In particolare nella 3° classe del ciclo di studi bisogna procedere con gradualità nel proporre differenti forme di gioco via via sempre più normate e strutturate. Le forme di collaborazioni dovranno, nel tempo, farsi più strette ed essere stimolate considerandoli inevitabile interferenza dell’egocentrismo che ancora caratterizza la personalità del bambino che tuttavia sta andando ad attenuarsi. Nelle proposte è possibile iniziare a introdurre situazioni con compiti (che poi diventeranno ruoli del gioco sportivi) differenti. propedeutica agli sport (scuola primaria) Le attività oltre che propedeutiche, possono anche diventare discipline sportive vere e proprie in modo non convenzionale > orientate alla polifunzionalità piuttosto che allo sviluppo delle abilità tecniche fini a se stesse. MOVIMENTO E TECNICA Per tecnica intendiamo un movimento che, attraverso la ripetizione, diventa automatizzato. Con il procedere dell’automatizzazione, l’azione viene eseguita sempre più fluidamente, precisamente e senza errori ed è frutto dell’apprendimento dell’allievo e dell’insegnamento dell’allenatore o maestro. Le Boluch tuttavia afferma che non è possibile studiare il movimento isolatamente come qualcosa di indipendente dalla persona e dal contesto (come avviene nelle tecniche sportive) in quanto dipende anche da quest’ultimo. Nella fase di evoluzione della tecnica, mediante l’apprendimento, sei registrano le tre caratteristiche, legate al grado di difficoltà di esecuzione dell’esercizio. L’apprendimento e lo sviluppo della tecnica aumentano la sicurezza, la velocità è l’adattabilità del movimento. I due maggiori approcci teorici alle teorie dell’apprendimento Sistema controllo chiuso ovvero basato sul cognitivismo che prevede come le abilità vengono apprese in modo isolato Sistema controllo aperto ovvero basata su una prospettiva di sistemi dinamici che prevede come le abilità vengano apprese in modo concomitante e in relazione all’ambiente